Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Una vacanza particolare, storia vera

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view post Posted on 17/10/2017, 14:14     +1   +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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Grazie Stelyo. Tra pochissimo un nuovo episodio
 
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view post Posted on 17/10/2017, 16:44     +2   +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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Settimo episodio

Mi guardo intorno un po’ smarrito. Per quale cazzo di motivo non mi sono fatto rivalere? Mi prendo la testa con le mani. Perche’ mi piace tutto questo, e’ inutile negarlo a me stesso. Mi piace essere rinchiuso nel bagno? Oh no. Non si tratta del tipo di ordine che mi viene dato ma il modo in cui mi viene dato. Ovvio poi che costringermi a fare una cosa che mi da fastidio aumenta in modo considerevole questo strano piacere. Mi eccita quindi vedere la mia donna che mi domina in questo modo, padrona della situazione, sicura di se stessa. Oh, non eccitazione sessuale. Non sempre almeno e non in questo caso in quanto il fratellino e’ ancora a riposo. Eccitazione mentale, piacere mentale, lo chiamerei. Trovo una situazione del genere, dove lei si impone su di me, assolutamente inebriante e spiegare tutto esattamente e’ quasi impossibile. Rimane comunque il fatto che mia moglie mi ha chiuso in bagno anche se ancora penso che tra pochi minuti mi verra’ ad aprire, pretendendo le mie scuse che non mancheranno di certo. Forse non e’ neanche vero che uscira’ da casa. Ed invece, a smentire questi miei pensieri, sento la porta di casa sbattersi abbastanza violentemente. Forse mi vuol solo far credere di essere uscita. Mi affaccio alla piccola finestra che e’ proprio sopra il portone d’ingresso e devo solo attendere qualche secondo che la vedo. Altro che far finta, se ne e’ proprio andata di casa lasciandomi chiuso a chiave nel bagno. Si ferma un attimo, si sistema il vestito, si mette a tracolla la borsa e…… Cazzo, ma quel vestito e’ troppo scollato. Dalla mia posizione si vede il suo seno. Non tutto ovviamente ma si vede. A dir la verita’ si vedono le tette anche di due ragazze che passano in questo momento ma mi interessano quelle di M. che forse sono visibili solamente grazie alla posizione in cui mi trovo. Mi trovo a pensare che dovrei affacciarmi piu’ spesso considerando il panorama che viene offerto da quassu’. Ma no, ma che sto dicendo? Mica sono un guardone, io. Passato comunque il primo istante di piacere visivo, devo dire che la cosa mi da fastidio. E se altri facessero la stessa cosa? Non involontariamente come ho fatto io ma con il preciso scopo di rimirarsi le scollature delle belle donne che passano. Chissa’ se c’e’ qualcuno che davvero mette in atto una cosa del genere. La vedo comunque dirigersi verso la piazzetta, fulcro della vita di questa cittadina, proprio mentre si innalzano le note delle prime canzoni della band ospite della serata odierna, note che si protrarranno al massimo fino all’una di notte, termine che evidentemente il sindaco ha fissato per la musica ad alto volume. Lascio la finestra aperta ma rientro. E’ uscita per davvero senza di me. Mi guardo intorno e mi rendo conto che gli unici posti per sedermi sono il bidet e la tazza del water. Propendo per la prima, tornando di nuovo a riflettere sulla mia posizione, su questo mio assurdo desiderio di essere sottomesso a mia moglie. E non c’entra nemmeno la lotta di dominazione. Oh certo, mi piace ancora immensamente quando lei mi costringe alla resa facendomi urlare pieta’ ma il mio desiderio primario e’ riconoscere la sua autorita’ anche senza la lotta. Sono stato io ad innalzarla al ruolo di padrona e devo accettare ogni sua decisione. Anche questa. Ma ora devo far passare il tempo. Ed a proposito di tempo, il non sapere l’ora mi fa uscire di senno. Io campo d’ora. Guardo l’orologio innumerevoli volte ed ogni mia azione e’ scandita da un orario. E naturalmente, M. conosce benissimo questo mio piccolo tic e togliendomi orologio e telefonino mi costringe ad una sofferenza ben maggiore rispetto al fatto di essere rinchiuso in questo spazio angusto. D’altronde, cosa non conosciamo l’una dell’altro dopo tutti questi anni vissuti insieme? In compenso, mi fa compagnia la musica del gruppo che da casa mia si ascolta perfettamente e per fortuna si tratta di canzoni orecchiabili e ben cantate. Hanno un repertorio basato sulla musica da discoteca anni 70, quella storica che va dalla febbre del sabato sera agli Earth Wind & Fire, da Donna Summer a Gloria Gaynor. Ascolto e canticchio anche tormentoni dell’epoca come Born to be alive, Rasputin, Kunf fu fighting, Ring my bell, Knock on wood, tutte canzoni che erano in voga quando andavo alle elementari o al massimo alle medie ma che conosco perfettamente in quanto hanno scritto una pagina importante nella storia della discomusic ed e’ piacevole riascoltarle dopo tanto tempo che non le sentivo piu’, anche se poi ho spostato i miei gusti musicali sul rock.
Ma malgrado la musica, il tempo non passa. O forse passa e non lo so. E’ proprio questa sensazione che mi fa impazzire. Se M. voleva punirmi ci sta riuscendo in modo perfetto. E tutto sommato, credo proprio di meritare questa punizione. Ormai sono entrato nei panni del marito sottomesso dalla punta dei capelli alle unghia dei piedi ed anche i miei pensieri sono diversi rispetto a quando sono normale. E quindi vorrei dirle che sono uno stronzo, che non la merito ma che ho bisogno di lei, che sia dominante o che sia moglie normale. E soprattutto che non guardavo Elena con desiderio ma semplicemente perche’ noi maschi non ne possiamo fare a meno di voltarci verso una bella donna, proprio come accadde quella sera alla festa de noantri quando mi mise il muso per diverso tempo.
Adesso comincio ad essere stanco e soprattutto ho caldo. Fa un caldo pazzesco e sto sudando come dopo una partita di calcetto. Beh, visto che sono in bagno, posso approfittarne. Mi spoglio e mi metto sotto la doccia per rinfrescarmi. Sto alcuni secondi sotto l’acqua e sento gia’ di stare meglio ma non sono fortunato. Ci siamo fatti la doccia in quattro ed in questa casa non ho lo scaldabagno a gas che mi elargisce quanta acqua calda io desideri ma un vecchio scaldabagno elettrico che a malapena riesce a soddisfare il bisogno di lavarsi di quattro persone, senza contare l’acqua calda che ho usato per lavare i piatti. E quindi, dopo pochi minuti l’acqua inizia a scendere fredda. Porco di quel giuda. D’accordo che volevo rinfrescarmi ma non ho intenzione di congelarmi. Esco dalla doccia, mi asciugo con l’asciugamano che ho appena messo pulito ma che sarebbe servito per lavare le mani e faccio un lago in bagno, tanto che devo usare lo stesso asciugamano per togliere quelle pozze vere e proprie che si sono create. Mi rimetto seduto, coi miei pensieri contorti. Ma chi me lo fa fare? Ho una moglie che amerebbe prendersi sempre cura di me se solo io volessi, che mi prepara il pranzo e la cena, che mi porta il caffe’ in salotto, che mi lava le mie cose, che mi stira le mie camicie, non perche’ il suo status di donna glie lo obbliga ma perche’ ama farlo. Ed invece l’ho convinta ad avere squarci di vita alternativi, a diventare l’esatto opposto di cio’ che era: una donna dominante. E pian piano ci ha preso sempre piu’ gusto, fino ad ammettere di amare tutto questo e di non farlo piu’ solamente per compiacermi, cosa che comunque mi fa un immenso piacere in quanto non e’ piu’ una dominazione dal basso come e’ stata per diverso tempo ma azioni che amiamo entrambi. E, credetemi, c’e’ un enorme differenza nell’approccio psicologico verso queste situazioni. E mi ripeto la domanda. Chi me lo fa fare? Me lo fa fare il piacere che trovo nel sottomettermi a lei, un piacere enormemente maggiore a quello di essere trattato come un re, anche in un caso come questo, atipico per il nostro modo di vedere la dominazione. O sarebbe meglio dire per il suo modo. Ha infatti appena infranto il primo comandamento del suo personale decalogo sulla dominazione: MAI NELLA VITA NORMALE. A dir la verita’ qualche altra volta si era appropriata dello status di padrona nella vita di tutti i giorni ma si era trattato di cose banali e fatte in modo giocoso. Un esempio? Io voglio andare al cinema a vedere il film X e lei propende per il film Y ed alla fine ridendo mi dice che e’ la mia padrona e decide lei il film. Banale perche’ l’avrei accontentata comunque come donna che amo anche senza essere la mia padrona.
Mi distolgo da questi pensieri per ascoltare un celeberrimo brano di Barry White. Non sono male questi tipi. Si alternano in due, una voce maschile ed una femminile ed ho l’impressione che stiano cantando su una base registrata in quanto gli arrangiamenti sembrano quelli originali ma dalla mia posizione non posso vederli per sincerarmene. Smetto di pensare alla musica e cerco di fare un astruso calcolo per capire che ore sono. Mia moglie mi ha rinchiuso in bagno che dovevano essere le 21. Si, perche’ quella e’ l’ora in cui di solito inizia il grande concerto della band ospite della nostra citta’ e mentre osservavo M. dalla finestra e’ partita la prima canzone. Quante ne avranno cantate? Forse una trentina e calcolando tre minuti a canzone dovrei aver trascorso un’ora e mezza. Oh no, dovrebbero essere le 22.30. Troppo tardi per sperare ancora che si possa trattare di un gioco ma troppo presto per liberarmi se ha davvero voglia di punirmi come sembra. E se la media fosse di quattro minuti invece che di tre? Significherebbe che sono trascorse due ore e la situazione cambierebbe appena mentre a me sembra di esserci da due giorni dentro questo cazzo di bagno.
Ormai ho esaurito tutti i pensieri che riguardano questa strana situazione e nemmeno la musica riesce piu’ a farmi compagnia. Cerco di pensare al lavoro, al calcio ma niente e mi metto a passeggiare avanti e indietro come un leone in gabbia. Mi affaccio di nuovo alla finestra. Malgrado la vicinanza alla piazzetta principale dove girano migliaia di persone, la via e’ pressoche’ deserta a parte la gelateria che pero’ scarseggia di clienti. Poverino, mi ha sempre fatto pena il proprietario. Tutte le gelaterie della citta’ sono stracolme di gente e questo ha un cliente ogni morto di papa malgrado il suo gelato non sia peggiore degli altri. E’ proprio vero che ci vuole culo nella vita. Due scooter passano rombando e dopo qualche istante si ferma una macchina dalla quale esce una mamma molto giovane che va dietro alla vettura, apre il portabagagli, ne trae fuori un passeggino dopodiche’ afferra un bambinello di un paio d’anni che dorme placidamente e lo lega nel passeggino. E’ una bionda niente male con due belle gambe lasciate generosamente scoperte grazie ad un pantaloncino corto e da quassu’ posso ammirare anche il suo seno prosperoso. Oh cavolo, ci risiamo! Ancora non mi e’ bastata la lezione? E’ che mi piacciono le donne e non posso fare a meno di ammirarle e non c’entra niente l’amore che provo per mia moglie e addirittura la devozione per lei quando si tramuta nella mia padrona. Distolgo comunque lo sguardo quasi con un senso di colpa mentre la macchina va via, forse a parcheggiare, mentre la giovane mamma spinge il passeggino verso la gelateria e si mette seduta all’esterno. E poi la vedo. Mia moglie intendo. Ha appena girato l’angolo proveniente dalla piazza e si sta dirigendo verso casa. Ci siamo. Forse il mio incubo sta per terminare e non vedo l’ora che questo accada perche’ non ce la faccio proprio piu’. Mi allontano immediatamente dalla finestra e mi metto seduto sul bidet in attesa, pensando a quello che devo fare appena la vedo. Ho deciso. Mi inginocchiero’ ai suoi piedi e le chiedero’ scusa. E’ cosi’ che un marito sottomesso deve comportarsi. Quasi conto i secondi che mi separano dalla liberazione. A causa del rumore della musica non sento le chiavi nella serratura ma sento la porta richiudersi ed il ticchettio dei suoi passi. Ecco, il rumore e’ vicinissimo ma poi lo sento allontanarsi fino a ridiventare silenzio assoluto. No, ecco altri rumori. Sono indistinti, mi sembrano delle conversazioni ed immagino che si tratti della televisione. Ma cosa sta facendo? Si mette a vedere la televisione senza venirmi a liberare? Attendo pazientemente. Altri interminabili minuti che non riesco a quantificare e poi non ce la faccio piu’
“ M. vieni ad aprirmi, per favore. Ti prego” urlo. Anche con la televisione accesa mi deve aver sentito. Mica e’ una villa questo appartamento. Per un po’ non sento nulla, a parte il rumore della televisione ma poi di nuovo il ticchettio che si ferma proprio dinanzi al bagno e quindi finalmente il rumore della chiave che si inserisce nella serratura. Dio, quanto volevo questo momento. La vedo entrare. Sembra sorridente e cio’ mi fa pensare che deve aver sbollito la rabbia. Avanza verso di me e poi improvvisamente vedo che alza il suo braccio per far partire un ceffone violentissimo. Non me l’aspettavo. Mi ha colto completamente di sorpresa e mi fa addirittura perdere l’equilibrio. Non cado solo perche’ il bagno e’ piccolo e riesco a mettere le mani addosso al muro. E per di piu’ mi ha fatto sentire un male boia. Cavolo! Non si puo’ dire che abbia le manine delicate. Non mi da tempo nemmeno di meravigliarmi che mi afferra per il mento sbattendomi verso il muro
“ Ti avevo ordinato di non parlare e non te lo ripetero’ piu’. La tua voce mi da fastidio e non voglio sentire lamentele e scuse del cavolo. E ti avevo detto che saresti rimasto qua’ dentro fino a che io decida di fartici rimanere. E’ chiaro o devo fartelo capire con le cattive? Oppure vuoi essere punito in misura ancora maggiore?” Che faccio? Le rispondo? Preferisco tacere e muovo ritmicamente la mia testa ancora saldamente nella sua mano per farle capire che e’ stata chiara. Anzi, chiarissima. Mi lascia e fa marcia indietro verso l’uscita richiudendomi di nuovo a chiave. Perche’ non ho reagito? Perche’ non le ho detto che questo gioco non lo accetto piu? Perche’ non posso farlo, accidenti a me. Ed il fatto che non si tratti di un gioco in preparazione del sesso mi rende il tutto ancora piu’ eccitante perche’ lo sento reale. Ma cosa ho nel cervello? Perche’ uno schiaffo dato in quella maniera brutale mi eccita? E stavolta non ha eccitato solamente la mia mente ma il mio fratellino ha preso la rincorsa ed ha scalato la montagna ergendosi prepotentemente…… all’interno dei miei slip. Mi massaggio la guancia sinistra che sembra andare in fiamme e l’unica cosa che riesco a pensare e’ che io amo con tutto me stesso una donna che si faccia valere in questo modo. Basta, mi sono arreso a me stesso. Io sono fatto cosi’, sono nato cosi’ ed e’ inutile che mi ponga migliaia di domande alle quali dare una risposta e’ impossibile. Mi fanno ridere quelli che parlano di queste cose adducendo presunti traumi infantili. Ma di cosa parlano? Io ho avuto un’infanzia felice, due genitori meravigliosi che si amavano e che mi hanno amato in modo totale, una sorella che stravede per me e che pensa che io sia una divinita’ scesa in terra, amici per la pelle che mi hanno voluto bene. Ma quali traumi! Io sono quello che sono e….. ne sono fiero, accettandomi per quello che sono. Mi siedo e attendo pazientemente che la mia padrona mi venga a liberare. Oh beh, padrona……. Non amo particolarmente questa parola. Per me non e’ una padrona ma semplicemente la persona che comanda. Non so se riuscite a comprendere la differenza ma per me e’ sostanziale. Mi piace il termine < moglie dominante> perche’ per me lei e’ esattamente questo in situazioni del genere. Che poi, in questi casi io la chiami <padrona> c’entra poco. Quel termine mi serve per calarmi meglio all’interno del personaggio in quanto e’ estremamente complicato farlo quando si ha anche un rapporto normale con la stessa donna. Comincio anche ad avere una terribile sete e non mi va di bere l’acqua del rubinetto, cosi’ come mi e’ stato consigliato. Mi rimetto seduto proprio quando sento di nuovo il ticchettio dei suoi passi, l’inconfondibile rumore della chiave che entra nella serratura e finalmente vedo la porta che si apre. Era ora. E spero che stavolta mi faccia uscire per davvero.
Mia moglie fa il suo ingresso nel bagno e muove il suo dito indice facendomi cenno di uscire
“ A letto” mi ordina seccamente. Lascio stare i miei propositi di inginocchiarmi per chiederle scusa ed esco a capo chino dal bagno mentre lei vi entra, forse per struccarsi. Vado in cucina dove mi scolo almeno mezzo litro d’acqua e poi vado nella mia camera, accendo il ventilatore, la piccola luce dell’abat-jour, mi spoglio e mi sdraio sul letto come lei mi ha ordinato. Non passa molto quando fa il suo ingresso. E’ a piedi nudi ed ha in mano l’abito e le scarpe che indossava e le posa su una sedia ed ha messo una comoda e larga t-shirt bianca con dei graziosi topolini mentre io sto, come il mio solito, in slip. Si, gli slip. I boxer li odio. Si siede sul letto e mi guarda
“ Spegni il ventilatore. E ringrazia Dio che tra un po’ torneranno anche i ragazzi altrimenti dormiresti sul pavimento” Oh no. Senza ventilatore come faccio? Soffro terribilmente il caldo e mentre nella mia casa di Roma ho il condizionatore d’aria, qui mi arrangio con un ventilatore che comunque mi permette di non sudare come all’inferno. So che lei non lo ama non soffrendo il caldo come purtroppo capita a me ma lo ha sempre tollerato per farmi un favore. La guardo cercando un pizzico di compassione
“ Ma…… Ma…..” Sono frastornato e non riesco a dire una frase di senso compiuto. E’ tutto cosi’ strano e anomalo per le nostre abitudini. Lei pero’ mi guarda storto. Si alza, fa il giro del letto e mi afferra per un braccio in modo violento facendomi cadere dal letto
“ In piedi” mi ordina. Le obbedisco e lei mi prende per il mento. Stringe. Stringe forte e mi trascina verso il muro con una buona dose di violenza “Stai ancora pensando che sia un gioco? Beh, toglitelo dalla mente. Mi hai stancata. Mi sono stancata di fare tutto quello che vuoi. <vorrei che mi facessi questo, vorrei che non mi facessi quest’altro. Le punizioni si ma devono durare poco e non devono riguardare cio’ che mi piace. La partita non me la puoi togliere. Il computer mi raccomando no. Mi devi fare qualche mossa di judo perché mi eccita e mi viene duro. E mi raccomando di vestirti sexy, possibilmente in lattice, perche’ per me una padrona deve vestirsi in quel modo. E poi alla fine dobbiamo fare l’amore perche’ ne ho bisogno> . No caro mio, non va piu’ bene. Adesso si cambia. Non si fa quello che tu vuoi ma quello che voglio io e quando lo voglio io e non solo prima di fare sesso come piace a te. E te lo fai andar bene. Se ti comporti come dico io te la cavi senza tanti danni ma se sbagli io te la faccio pagare amaramente. E’ chiaro o mi devo spiegare in qualche altra maniera?” Oh mio Dio. Non l’ho mai vista in questo modo. Non sembra lei. E’……. E’ tutto terribilmente reale e mi sembra quasi di avere dei brividi per tutto il corpo. Adesso si che sono sconvolto davvero. Ho sognato spesso come sarebbe stata una dominazione vera e non un gioco sensuale ed eccomi servito. Il risultato? Il risultato e’ che chino la testa. Non so quanto durera’ e soprattutto quanto posso durare io ma i miei propositi di ribellione sono andati a puttane. Le riconosco l’autorita’ ed aspetto che lei, la mia padrona, mi lasci. Lo fa dopo avermi lasciato sulla faccia il segno delle sue unghia per poi guardarmi soddisfatta
“ Allora Davide? Come si dice?”
“ Si padrona” rispondo quasi in trance con gli occhi bassi. Mi allontano quel metro che mi serve per spegnere il ventilatore e torno dinanzi a lei
“ Molto bene. Vediamo un po’. Hai aperto bocca per parlare senza il mio permesso. Anzi, per balbettare. Questo merita comunque una punizione. Lo sai vero?” Annuisco. E’ vero, le ho disobbedito e sono tremendamente dispiaciuto. Vedo mia moglie che riflette un po’ poi guarda l’abat-jour accesa, sorride e quindi prosegue “Se ti picchio e’ possibile che ti possa piacere e tu converrai con me che una punizione deve essere una privazione e non un piacere. Il telefonino e l’orologio gia’ te li ho tolti, alcune cose con i ragazzi tra i piedi non posso fartele e quindi per punizione ho deciso che spegnerai immediatamente la luce. Senza luce e senza ventilatore non credo che prenderai sonno tanto facilmente e questa sara’ la tua punizione. Scommetto che la prossima volta ci penserai due volte prima di fare una cosa senza il mio permesso. Ora a letto” E adesso come faccio senza luce? Ho bisogno di leggere uno stralcio di qualcosa per prendere sonno quando, come in questo caso, non ho la televisione a farmi da sonnifero. E questo lei lo sa perfettamente. Ma non dico una parola. Lei mi ha dato un ordine e devo obbedire. Mi metto sul letto e spengo la luce. Non sara’ una notte breve.
 
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view post Posted on 20/10/2017, 17:55     +2   +1   -1
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Ottavo episodio

Mi rigiro nel letto senza riuscire a prendere sonno. Accanto a me M. sta gia’ dormendo da un bel pezzo. Ha posato la sua testa sul cuscino e tempo dieci secondi dormiva. Come cavolo fa? L’invidia non mi appartiene, a parte quella che provo nei confronti dei tifosi del Real Madrid, ma giuro che invidio chi riesce ad addormentarsi in questo modo mentre io devo penare un bel po’ prima di chiudere occhio. Figuriamoci poi con questo caldo. Cerco di farmi alcune domande. Perche’ sta facendo tutto questo che contrasta con tutto cio’ che ha sempre sostenuto in tutti questi anni? Perche’ mi sono messo a guardare Elena? No, troppo banale. Per una cosa del genere si comporterebbe in tutt’altro modo. Forse mi metterebbe il muso e di sicuro si comporterebbe come una moglie normale. Per di piu’, lei sa perfettamente che tutto questo mi eccita e anche una punizione, fastidiosa quanto volete come essere rinchiuso al bagno o come farmi faticare nel prendere sonno, ha su di me un effetto che non e’ del tutto punitivo. Senza contare che se avessi dei problemi potrei interrompere quando voglio. C’e’ dell’altro che non riesco a mettere a fuoco. E se veramente si fosse stancata della mia dominazione dal basso ed avesse deciso di punto in bianco di prendere lei in mano le redini di questo nostro strano e inusuale modo di concepire un rapporto matrimoniale? Cerco di analizzare la situazione. Quando abbiamo cominciato, tanti anni fa’, era imbranata e lo fece esclusivamente per me, per soddisfare queste mie strane voglie mentre, se fosse dipeso da lei, avrebbe continuato ad essere la moglie geisha che era sempre stata. Ma poi aveva cominciato a piacerle. Lo aveva sostenuto lei ma me ne ero accorto io stesso. A letto, tanto per cominciare. Si, il sesso era diventato magico sotto la dominazione, decisamente migliore di quello vanilla. E se avesse preso la palla al balzo per diventare una moglie dominante anche fuori dal sesso, visto il piacere che prova nel diventare la mia padrona? Comincio a pensare che potrebbe starci come ipotesi. Oppure torniamo all’ipotesi precedente, cioe’ quella che prevede che la sua testolina abbia partorito un’idea che adesso mi sfugge del tutto. Delle due, l’una perche’ l’ipotesi della punizione regge fino ad un certo punto proprio per le mie idee sottomesse. Non dico che posso considerarlo un premio perche’ le ore nel bagno sono state strazianti e cercare di prendere sonno nel caldo torrido e’ veramente fastidioso ma non sono atti completamente punitivi perche’ nello stesso tempo accendono la mia fantasia e ci trovo piacere. E lei e’ troppo intelligente per non saperlo. Dio santo, ho la testa che mi scoppia. Per fortuna, non mi muovo mai senza un medicinale per la cefalea e mi alzo per prendermelo. Mi rendo pure conto che la musica ha gia’ smesso da un po’, segno che e’ passata l’una di notte e per di piu’ mia figlia non e’ rientrata. Forse mi avra’ mandato un messaggio per avvisarmi che faceva piu’ tardi, ben sapendo come io sia ansioso, ma come faccio a saperlo senza il mio telefonino? Torno a letto dopo aver preso il farmaco e ricomincio a provare tutte le posizioni possibili ma alla fine mi rimetto sdraiato come all’inizio, con i miei occhi che, come avrebbe detto Mal, sono due fari abbaglianti, rivolti verso il soffitto. Il rumore delle chiavi nella serratura e poi un parlottio a bassa voce mi fanno comprendere che la mia bambina e’ tornata a casa. Bambina? E’ inutile che continuo a considerarla tale in quanto ormai e’ una donna. Ma non potrebbero rimanere sempre bambine le figlie? Comunque, cio’ mi rassicura a mi rilasso un po’ anche se il sonno continua ad essere una vaga speranza. Ripenso per l’ennesima volta a questa giornata, in special modo al comportamento di M., cosi’ atipico per le sue abitudini, ed alle mie sensazioni spesso contrastanti e le mie palpebre iniziano a socchiudersi. Sto finalmente per cedere alla stanchezza che alla fine ha prevalso sull’adrenalina grazie anche al fatto che la cefalea mi e’ passata grazie al farmaco e Morfea mi accoglie tra le sue morbide braccia per cullare il mio sonno meritato. Si, lo so che si tratterebbe di Morfeo ma il solo pensiero di farmi cullare nel sonno tra le braccia di un uomo mi fa rabbrividire e per me c’e appunto la bella Morfea di bianco vestita, la mia personale dea del sonno.

Eccola Morfea che e’ in piedi accanto al mio letto e che mi smuove un po’ per farmi svegliare. Ti prego Morfea fammi dormire ancora un po’. Lei invece continua a scuotermi ed apro definitivamente gli occhi. No, non e’ la mia dea del sonno bensi’ mia moglie, anche lei vestita di bianco, con un copricostume di lino con dei disegni a colore che sta appunto ritta accanto al letto. IL copricostume le arriva a meta’ coscia ma non c’è malizia ne’ sensualita’. Stiamo semplicemente in un posto di mare ed e’ un abbigliamento consono alla situazione. Ha il mio telefonino in mano e sorride
“ Svegliati Davide. Ti ho lasciato un foglio sul tuo comodino dove ci sono tutte le cose che devi fare. Ti voglio in spiaggia fra mezz’ora al massimo a partire……” attende qualche secondo, tanto da consentire al suo sorriso di allargarsi ulteriormente e poi sentenzia “A partire da adesso. Ti conviene darti una mossa, credimi, perche’ non sono dell’umore da perdonarti eventuali ritardi” Sono ancora confuso mentre lei va via senza darmi il tempo di dire una sola parola. Cosa sta accadendo? Faccio fatica a raccapezzarmi. Io la mattina sono uno zombie e mi ci vuole un bel po’ prima di cominciare a ragionare. Rimango alcuni secondi sul letto, con la voglia di riaddormentarmi e nello stesso tempo cercando di capire cosa mi abbia detto esattamente mia moglie ma poi mi rizzo come se fossi stato punto da uno sciame di api. Oh cazzo! Quella non era Morfea ma nemmeno mia moglie. Era la mia padrona. Ed una padrona anche piuttosto incazzata. Cerco il biglietto sul comodino, lo trovo con sopra una banconota da 5 euro, lo apro e trasalgo
1) Porta la borsa frigo
2) Porta un telo da mare
3) Metti in ordine i miei vestiti
4) Pulisci la cucina
5) Compra le mie sigarette
Oh cazzo, cazzo. Come faccio a fare tutto senza potermi dare una regolata con il tempo. Ma si, certo. Il televideo in televisione. Eh eh, sono un tipo furbo io. Corro in cucina, mi avvicino alla televisione e comincio a guardarmi a destra e sinistra. Dove cavolo sta il telecomando? Lo mettiamo sempre al solito posto, com’e’ possibile che non si trova? Ho l’ansia, cerco con lo sguardo dove possa trovarsi ma niente e deciso di accenderlo manualmente. Ecco, ci siamo. E mo’ come si mettera’ il televideo usando i tasti manuali? Possibile che non sappia manovrare questi maledetti tasti? E certo, ormai siamo abituati a fare tutto col maledettissimo telecomando che non riesco a trovare. Non posso perdere ulteriore tempo. Spengo la televisione e vado in bagno. La barba no che mi fa perdere minuti preziosi, la doccia nemmeno perche’ tanto sono pulito. Ieri me ne sono fatte tre di docce. I denti pero’ si, ovviamente. Mi lavo anche il viso velocemente per svegliarmi del tutto e torno in cucina. Per fortuna, c’e’ da pulire soltanto una tazza ed il bricco del latte, sicuramente usati da mia moglie per la sua veloce colazione. Sul tavolo pero’ ci sono rimasugli di una fetta biscottata che si e’ sgretolata e lo pulisco in men che non si dica. Ho fatto. No, e’ meglio dare una spazzata che non si sa mai e quindi veloce come il vento nella camera da letto. Oh no! C’e’ il vestito e le scarpe che ha indossato ieri sera, un completino intimo da mettere nei panni sporchi ed un paio di costumi tirati fuori per chissa’ quali motivi. Devo cercare dove mette le sue cose perche’ non ne ho idea. Il vestito lo appendo e lo infilo nell’armadio ma in questa casa non abbiamo una scarpiera e non so dove lei mette le sue scarpe. Ah si, nell’anta di mezzo posizionate con ordine. Ed i costumi? Nell’armadio non ci sono. Cerco nei cassetti ma non li trovo nemmeno li’. Gito lo sguardo e noto l’altra cassettiera, quella posta di fronte al letto. Forse ci sono ed infatti trovo una decina di costumi riposti in due dei cassetti. Che ci dovra’ fare con tutti questi costumi? La sfilata moda-mare? Li ha legati con il reggiseno che si avvolge allo slip per unire i due pezzi . Faccio altrettanto con i due costumi che devo sistemare e poi cerco il telo da mare. Dove li mette? Cerco di ragionare con calma ma e’ difficile. Ci sono gli asciugamani per le mani ed il viso, i bagna piedini ma del telo da mare nemmeno l’ombra. Ho il colpo di genio. Forse e’ appeso sullo stenditoio. Mi e’ sembrato di notare M. che lo posava proprio sullo stenditoio un paio di giorni fa’ e forse ha questa abitudine. Dio, che mente analitica che ho. Eccolo! La borsa frigo e’ invece in bella mostra. Dovrei fare colazione ma non ho tempo. Vorra’ dire che ne faro’ una veloce al bar, come ai vecchi tempi, quando il mio stomaco era meno evidente e potevo permettermi un bel cornetto ripieno. Ovviamente, devo prima vestirmi ma sbrigo quest’incombenza velocemente infilandomi uno dei miei calzoncini da mare ed una t-shirt. Prendo il mio tracollino da mare, ci infilo gli occhiali da sole, il portafoglio e le chiavi. Di solito ci metto anche il mio telefono cellulare ma come sapete, questo mi e’ stato requisito. Oddio, mi sembra sia trascorso un secolo. Scendo le scale due a due e cammino velocemente verso la piazzetta. Devo assolutamente fare colazione in quanto lo stomaco borbotta alla grande. E ti pareva. Il bar e’ pieno di gente. Ma perche’ non fanno colazione a casa tutti quanti? E la ragazza di fronte a me che sembra non sapere cosa vuole. Forse un fagottino. No e’ meglio un danese. Anzi no, facciamo un cornetto semplice. No, ha cambiato ancora idea e vuole un cornetto integrale al miele. Ma solamente io so perfettamente cosa prendermi al bar? Tocca finalmente a me
“ Cappuccino e cornetto, grazie”
“ Come lo vuole il cornetto?” mi fa gentilmente la donna alla cassa che si occupa anche della pasticceria. Come lo voglio. Lo vorrei con una tonnellata di nutella ma non posso
“ Semplice, grazie” rispondo dopo un nanosecondo di tentennamento. La donna afferra un piattino, prende il cornetto con l’apposito attrezzo e mi riconsegna il piattino con la mia brioche sopra, vado al bancone ed ordino finalmente il mio cappuccino mentre addento il cornetto. Dopo un paio di mesi che non lo mangio, nemmeno me lo godo, con quest’ansia sempre maggiore che ho dentro. E che diamine! Cosa mai potra’ accadere se tardo di qualche minuto. No! Non e’ cosi’ che funziona. Lei mi ha dato un ordine ed io devo obbedirle. Lo sento come un dovere che devo compiere a tutti i costi, per dimostrarle che io ho veramente il desiderio di ergerla come mia padrona assoluta e che non e’ solamente un modo per ravvivare il sesso. Oh certo, c’e’ pure quello. Anzi, di solito c’e’ solo quello ma non e’ questo il caso perche’ a tutto sto pensando tranne al sesso. Ecco intanto che mi arriva il mio cappuccino. Mezza bustina di zucchero di canna va bene. All’inizio mi sembrava amaro come il fiele ma mi sono abituato a bere i miei caffe’ ed i cappuccini, che ancora prendo in abbondanza, con poco zucchero e adesso mi va benissimo cosi’. Alla mia sinistra, un signore alto e allampanato all’incirca della mia eta’ sta bevendo un succo d’arancia insieme ad una donna. Gli sorrido
“ Mi scusi, sa dirmi l’ora?” gli domando. Il tipo guarda il suo orologio e contraccambia il mio sorriso
“ Sono quasi le 9.25”
“ Che intende con quasi?” L’uomo mi guarda come se fossi un marziano e scuote la testa
“ Le 9.23” mi risponde pensando che sia uno di quelli maniaci della precisione, alla Fulvio, il personaggio di Verdone, per intenderci. Beh, un po’ lo sono ma non fino a questo punto e la mia voglia di precisione e’ dettata da un altro motivo che ben conoscete. Faccio un rapido ragionamento. Mia moglie ha dato il via a questa mia assurda corsa contro il tempo guardando il telefonino, il mio telefonino, e forse ha iniziato alle nove in punto. Se e’ cosi’ ho sette minuti scarsi di tempo. Trangugio il cappuccino, esco dal bar ed allungo il passo. In breve sono sul lungomare. Oh no, maledetta memoria. Le sue sigarette. Il tabaccaio l’ho superato da un centinaio di metri e sono costretto a tornare indietro . Lo faccio e pago le sigarette con i miei soldi in quanto ho dimenticato i cinque euro che mi ha lasciato M. sul mio comodino. Adesso devo correre ma per fortuna la spiaggia e’ ormai a due passi. Non entro dall’ingresso principale per paura di poter incontrare qualcuno che vuole attaccare bottone, magari con la scusa del torneo di burraco che si terra’ fra tre giorni e preferisco fare qualche metro in piu’ entrando da quello situato a meta’, proprio dove noi abbiamo l’ombrellone. Ci siamo. M. e’ proprio dove la trovo ogni mattina, quasi che non si fosse mai mossa, con il libro in mano, gli occhiali sul naso, telefonino in mezzo alle gambe, sdraiata fuori dall’ombrellone dando le spalle al punto in cui si trova il figlio di Marcello. Posa il libro, si toglie gli occhiali, mi guarda e sorride mentre io sono come un palo dritto davanti a lei, con in una mano la borsa frigo, il telo da mare sul braccio, la tracollina con le mie cose sulla spalla destra e con le sue sigarette che le porgo quasi deferente. Lei pero’ non le afferra ma prende invece il suo telefonino e lo guarda con un sorriso mentre io sono in preda ad una tremenda ansia, poi volta lo sguardo verso di me
“ Prendimi la borsa” mi ordina con un tono lievissimo. Sembra quasi una normale richiesta ma io so che si tratta di un ordine perentorio. La sua borsa e’ appesa come al solito ad un gancio dell’ombrellone e glie la porto rapidamente. Lei intanto si e’ tirata su e adesso e’ seduta con le spalle al mare, afferra la borsa e ne trae un altro telefonino: il mio. Lo accende ed il display le dovrebbe rimandare l’orario, si rimette gli occhiali per osservare meglio e sorride
“ Per darti il via ho usato il tuo e non avrei voluto ci fosse qualche discrepanza di orario tra il mio ed il tuo” Continua a sorridere. Perche’ quel sorriso non mi piace? Ed invece stavolta mi sbaglio perche’ muove avanti e indietro la testa, solleva un sopracciglio e poi prosegue “Bravo Davide. Hai addirittura due minuti di anticipo. Ero convinta che non ce l’avresti fatta” Sospiro di sollievo e sono felice. Possibile che una cosa del genere mi procuri felicita’? E che ci posso fare? Sono felice di esser riuscito a fare tutto quello che mi ha ordinato nel tempo previsto. Lei afferra finalmente il pacchetto di sigarette e lo mette nella borsa poi, quasi distrattamente, tira fuori dalla stessa il telecomando “Uh guarda! Mi deve essere caduto nella borsa” sottolinea con tono che potrebbe sembrare angelico osservandomi forse nella speranza di aver colto nel segno. Che figlia di buona donna! Certo che ha colto nel segno. Sapeva che avrei provato ad accendere il televisore per vedere l’orario e se l’e’ portato via. Mi legge nella mente. No, di piu’. Anticipa proprio i miei pensieri. Stavolta sono io a sorridere per farle capire che ci ha preso, notando che contraccambia immediatamente ed in questi sorrisi c’e’ molto. Il mio e’ di orgogliosa meraviglia, il riconoscimento della sua intelligenza e della sua arguzia, mentre il suo probabilmente mi dice di stare attento in quanto mi conosce piu’ di quanto io pensi e che sa prevedere le mie mosse.
 
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view post Posted on 21/10/2017, 15:10     +1   -1

Maestro di Piedi

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Sono stato in ansia io per te :D e sono curioso di sapere come va a finire.
Ogni capitolo però lo sto divorando. Giorni di attesa... e in tre secondi finisce tutto.
 
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view post Posted on 21/10/2017, 17:13     +1   -1

Professore/essa SM

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Bellissimo!
 
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view post Posted on 23/10/2017, 15:46     +2   +1   -1
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CITAZIONE (Flover 991 @ 21/10/2017, 16:10)
Sono stato in ansia io per te :D e sono curioso di sapere come va a finire.
Ogni capitolo però lo sto divorando. Giorni di attesa... e in tre secondi finisce tutto.

Grazie si esserti preoccupato. ;) Comunque sto in buona salute. Acciaccato ma sopravviverò. Ah, stavolta ho fatto anche capitoli molto più lunghi rispetto al mio solito. Se finisce tutto in tre secondi....... Buon segno
CITAZIONE (azirel @ 21/10/2017, 18:13)
Bellissimo!

Grazie. Continua a seguirlo perché stiamo entrando nel vivo
 
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view post Posted on 24/10/2017, 19:06     +4   +1   -1
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Nono episodio

Poso finalmente la borsa frigo all’ombra, il mio telo da mare sull’altro lettino, mi tolgo la mia t-shirt mettendo in mostra il mio fisico scolpito……. Ehm, il mio fisico da quasi cinquantenne con una deliziosa protuberanza all’altezza dello stomaco e mi sto per sdraiare sul lettino quando la mia dolce meta’ rivolge il suo sguardo verso di me
“ Tesoro, puoi venire un attimo qui?” mi chiede. Tono soave, quasi melodioso ma sappiamo entrambi che dipende dal fatto che ci troviamo in pubblico, addirittura con tanta gente che ci conosce bene. Mi avvicino a lei che si e’ leggermente scansata dall’altra parte ed infatti con la mano sinistra batte due volte sul lettino. Il segnale e’ inequivocabile. Vuole che mi metta seduto accanto a lei. Lo faccio e la guardo in volto
“ Vuoi qualcos’altro?” le chiedo parlando con un tono ovviamente basso. Lei sembra scrutarmi dentro
“ Si. Mettiti seduto qui e non ti muovere” Anche il suo tono e’ stato basso. Nessuno puo’ aver ascoltato ma l’ordine mi e’ arrivato chiaro e preciso, tagliente come una lama affilata. Sa che odio stare al sole ma non obietto. E mi sono dimenticato anche il mio cruciverba per la fretta, altrimenti avrei trovato il modo perlomeno di passare il tempo. Pero’ posso comprarmi almeno il giornale. Glie lo dovro’ chiedere? Credo che sia il caso di farlo
“ M., vado un attimo dal giornalaio. Compro il giornale e torno” Lei distoglie lo sguardo dal libro, si toglie per un attimo gli occhiali e poi mi afferra il braccio
“ Cosa ti ho detto prima? Ti ho ordinato di non muoverti e quindi niente giornale. Rimani seduto accanto a me. Cosa c’e’, non vuoi starmi vicino?”
“ Ma si. E’ che voglio soltanto passare un po’ il tempo leggendo qualcosa. Tempo cinque minuti e ritorno” Non mi risponde immediatamente ma sento le sue unghia conficcarsi nella carne del braccio. Ce le ha molto curate ma corte per via del judo che prevede unghia tagliate per evitare di graffiarsi ma fa comunque male “Ahi!” Gridacchio. Intendo dire che mi lamento per il dolore a bassa voce ma comunque in modo visibile e soprattutto ascoltabile
“ Zitto! Vuoi farti notare da tutti? E’ solo un pizzico, non ti ho fatto niente. Per adesso. Ma se continuerai di questo passo qualcosa accadra’ e non sara’ piacevole per te. Non te lo ripeto un’altra volta. Tu non ti muovi da qui. Del giornale ne farai a meno e se proprio vuoi passare del tempo, fammi un massaggino alle gambe senza esagerare, come se trovassi piacere nel toccarmi. In fondo, e’ normale che un marito tocchi la moglie, no? E non parlare piu’. Quello che ti ho detto ieri vale anche per oggi. La tua voce mi infastidisce e quindi silenzio assoluto” Il tutto quasi sussurrando. Mi guardo infatti intorno ma la spiaggia continua a vivere senza minimamente far caso a noi. E mi dico che lei ha appena contravvenuto alla seconda regola del suo decalogo personale sulla dominazione. MAI IN LUOGHI DOVE POTREBBERO CONOSCERCI. E qui di gente che ci conosce e’ piena la spiaggia. E’ vero che non lo sta facendo in modo eclatante ma continua ad esserci qualcosa in tutto questo che mi sfugge. Non posso credere che sia per quello che mi ha detto ieri sera. Comunque, devo fare cio’ che mi ha appena detto. Non mi sembra proprio il caso di disobbedirle con l’aria che tira. Mi alzo un attimo ma solo per sistemarmi meglio e per rimettermi seduto sul lettino all’altezza dei suoi piedi rivolto verso di lei e non di spalle come ero prima, per poterle massaggiare le gambe con nonchalance, come se la stessi semplicemente accarezzando innocentemente. E adesso che la guardo meglio noto anche il suo costume. Prima, preso dalla tensione, non ci avevo fatto caso. Non glie l’ho mai visto indosso. Ed io, al contrario di molti mariti, sono un attento osservatore del look di mia moglie. Mi piace quando veste carina, quando si trucca e quindi ci avrei fatto caso. Questo bikini e’ nero, apparentemente semplice ma con un anello dorato a dividere le due coppe ed e’ molto piu’ striminzito rispetto a quelli che usa abitualmente. Non come quello che ieri indossava Elena, beninteso, ma diverso dal solito. E le sta d’incanto, accidenti. Ma cosa vuol fare? La sexy per far vedere ad Elena che lei e’ sul suo stesso piano? Non e’ il suo modo di comportarsi ma non lo escludo, vista anche questa dominazione su di me del tutto atipica per i suoi standard. La cosa strana e’ che io quel costume credo di averlo visto da qualche altra parte ma non ricordo dove. Immagino che possa avermelo fatto vedere quando se l’e’ comprato ma poi non se l’e’ mai messo perche’ un po’ troppo vistoso per i suoi standard. Ci tiene molto al mio giudizio. Di solito, almeno. Oggi no. Ad ogni modo, le massaggio delicatamente le gambe, partendo dal ginocchio fino al dorso del piede. Ed a proposito di piedi, mi sono chiesto un sacco di volte come saranno i suoi. Non sono feticista, i piedi mi sono completamente indifferenti e me lo chiedevo solo per curiosita’. Non so capire se un piede e’ bello o meno ma in compenso sono un grande esperto di culi e tette. Di sicuro, non dovrebbero essere piedini di fata, vista la sua considerevole altezza. Se ricordo bene, dovrebbe avere un 40 o addirittura 41, misura di tutto rispetto per una donna ma lo scrivo col beneficio dell’inventario. E quindi, faccio scorrere la mia mano sulla sua gamba levigata e rasata perfettamente che mi piace molto piu’ dei piedi, tanto che comincio ad avere un abbozzo di erezione, dovuta anche alla situazione intrigante che sto vivendo. L’avevo sognata per anni una vera dominazione che non fosse solamente un antipasto del sesso ma che riguardasse la mia vera vita e finalmente la sto vivendo. Si, ci sono state altre situazioni; la dominazione outdoor, ad esempio, che ogni tanto mettiamo in scena ma potremmo quasi considerare delle scenette da teatro preparate per l’occasione che, pur molto eccitanti per me, sono comunque scontate mentre adesso e’ qualcosa di nuovo e di imprevedibile che sto faticando per capire completamente. Mi piace? Si, infinitamente, anche se faccio cose che non avrei voglia di fare, proprio come adesso costretto a stare sotto il sole. O forse e’ per questo che mi piace? Boh, vallo a sapere. Potrei viverlo sempre? E qui’ qualche dubbio mi viene. Ho bisogno dei miei spazi ma forse una dominazione fatta da una donna intelligente come mia moglie, che non mi privi completamente delle mie cose, che mi dia ordini ma che sappia comprendere i miei bisogni, potrei anche accettarla. Lei intanto continua a leggere il suo libro che ormai ha quasi terminato senza degnarmi di uno sguardo ed io decido di cambiare posizione per massaggiare l’altra gamba, mettendomi quindi seduto dalla parte opposta del lettino. La mia mano scivola quindi dolcemente sulla sua gamba impregnata di olio solare protettivo. Con la sua carnagione chiara, mettersi tante ore al sole senza proteggere la pelle sarebbe un suicidio mentre io potrei stare anche sotto il sole africano e non credo che avrei problemi, oltre a quello di abbronzare ulteriormente la mia pelle gia’ scura di suo. Intanto, il caldo comincia a diventare opprimente. Sudo tantissimo mentre M. sembra non risentire affatto di questa calura. Certo, sono tanti i chili di differenza tra di noi e questo vuol dire parecchio ma rimane il fatto che il sudore comincia addirittura a colarmi negli occhi regalandomi un fastidioso bruciore. Soltanto nel pomeriggio, quando si alza quel refolo di vento stuzzicante, riesco a vivere nel giusto modo la spiaggia anche senza restarmene sotto l’ombrellone. Comincio a non farcela piu’. La dominazione e’ qualcosa di decisamente intrigante per la mia mente ma forse per il mio fisico e’ troppo pesante e sono costretto a fermare il mio massaggio nella speranza che lei si decida ad osservarmi notando il mio corpo intriso di sudore e mi faccia mettere sotto l’ombrellone. In fondo, e’ pur sempre la donna che mi ama. O no?

Dicono che quando fissi una persona, quella sente il tuo sguardo su di se. Deve essere vero perche’, pur non parlando, mia moglie abbandona la lettura del suo libro e mi osserva. Sorride appena
“ Dai, andiamo a rinfrescarci. Non vorrei che ti venisse il coccolone. Hai un’eta’ ormai” mi dice alzandosi dal lettino e facendomi cenno di seguirla. Finalmente. Quanto tempo e’ che sto al sole? Accidenti. Se l’e’ studiata bene la punizione andando a colpire proprio i miei punti deboli. Altro che calpestamenti, aghi, sonde, frustate e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Questa e’ per me vera sottomissione.
L’acqua e’ come al solito fredda. Non capisco la cosa e vorrei informarmi meglio. Perché fa caldo ed il mare e’ freddo mentre nel pomeriggio inoltrato fa molto meno caldo mentre l’acqua e’ meravigliosamente tiepida? Me la devo togliere questa curiosita’. Ma fredda o no, almeno posso rinfrescarmi ed al contrario delle mie abitudini, quando aspetto un sacco di tempo prima di tuffarmi, lo faccio subito. Ah, adesso si ragiona. Ed in fondo non e’ cosi’ fredda come pensavo. Rimango comunque vicino a mia moglie. Non so cosa le passi per il cervello e meglio evitare una sua reazione quando saremo da soli. L’idea di passare un’altra serata chiuso in bagno non mi va proprio. Lei invece si bagna pian piano fino ad immergersi completamente senza pero’ bagnarsi i capelli. Ci inginocchiamo entrambi perche’ se siamo immersi si sta molto meglio e ci mettiamo uno di fronte all’altra
“ Allora Davide, sei contento che fra poco verra’ Elena? Scommetto che non vedi l’ora di rivederla. Al posto tuo pero’ stavolta starei attento a dove posi lo sguardo”
“ No, senti M., non e’ cosi’……” Mi guarda seria. Dov’e’ finito il suo sguardo infinitamente dolce?
“ Zitto. Non voglio sentire scuse idiote. E visto che ancora non ti ho dato il permesso di parlare, annuisci per dire si e scuoti la testa per dire no. E quando ti rivolgi a me lo fai chiamandomi padrona. Te lo sei dimenticato che sono la tua padrona?” Scuoto la testa per dire no. Questa non me l’aspettavo proprio. Credevo che non le piacesse la parola padrona e che la tollerasse solamente perche’ ero stato io tanti anni fa a chiederglielo in quanto, come detto prima, ne avevo bisogno per entrare meglio nella parte. E stavolta non ne avrei proprio bisogno perche’ io non sto piu’ recitando un personaggio. Io sono quel personaggio. Ho paura della sua reazione, ad esempio. Oh non che potrebbe mettermi le mani addosso davanti a tutti. Quello semmai quando saremo io e lei da soli. Ho paura che la possa far arrabbiare e che mi possa affibbiare un’altra punizione, oltre a quella che sto scontando ma soprattutto ho paura di poterla deludere. Alzo la mano come quando ero alle medie per prendere la parola. Non posso parlare senza il suo consenso ed io voglio obbedire al suo ordine piu’ di ogni altra cosa. Lei mi guarda. Continua a rimanere estremamente seria. Sembra anche lei entrata nella parte completamente
“ Hai il permesso di parlare”
“ Grazie padrona. Volevo sapere come mi devo comportare davanti agli altri”
“ E’ una domanda idiota. Cosa vuoi fare? Inginocchiarti davanti a tutti? Sei abbastanza intelligente, o forse dovrei dire che dovresti esserlo, per comprendere fino a dove ti puoi spingere senza dare troppo nell’occhio. Io non posso darti un ordine in maniera perentoria ma ad ogni mia richiesta scatti senza farmelo ripetere, come se non vedessi l’ora di fare un favore a tua moglie. Non esagerare altrimenti il bagno diventera’ il tuo habitat di tutte le sere fino alla fine delle vacanze. E’ tutto chiaro?” Con la testa faccio segno di si e lei stavolta sorride soddisfatta “Bene. Ero convinta che non ci sarebbero stati problemi. Ah, se capita di chiacchierare con Elena e suo marito, non provare a contraddirmi come fai spesso davanti agli altri. Per te, ho sempre ragione e se dico che la terra e’ piatta tu affermi che lo e’ anche per te. Hai capito bene?” Con la testa faccio ancora cenno di si ma non sembra soddisfatta
“ Rispondi. Voglio sentire la tua voce che conferma”
“ Si padrona. Ho capito. E non mettero’ mai in dubbio la tua parola. La mia padrona ha ragione a prescindere” confermo e poi la guardo. Raramente mi sono sentito cosi’ insignificante al suo confronto e le parole mi escono spontanee “Anche perche’ e’ la pura verita’ e se per te la terra e’ piatta, significa che tu hai ragione e tutti hanno torto” aggiungo dopo pochi attimi. Stavolta sembra pienamente soddisfatta. Si alza dalla posizione inginocchiata e mi fa cenno di fare altrettanto
“ Dai, usciamo che fa freddo” mi dice facendo quei pochi passi che ormai ci dividono dalla spiaggia. La seguo osservandola e apprezzando il suo lato b che viene messo particolarmente in risalto da questo costume e, arrivati al nostro ombrellone, ci asciughiamo tra diversi brividi di freddo. Dovremmo essere a meta’ mattinata e temo che la giornata sara’ molto ma molto lunga per me. Lo temo? Mah! Da una parte si ma dall’altra vorrei che non finisse mai e che questa dominazione di mia moglie durasse tutta la vita. Ma ve l’ho detto piu’ volte. Io non sono normale e questa e’ l’ennesima riprova.
 
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view post Posted on 27/10/2017, 14:50     +1   -1
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Decimo episodio

Anche M. si e’ asciugata ed i nostri brividi sono scomparsi. Accidenti, ma cosa hanno sciolto nel mare? I ghiaccioli? La guardo nel tentativo di comprendere cosa debba fare e la sua mossa non si fa attendere
“ Prendi nella mia borsa la carta per fare la doccia ed il mio telefonino” mi ordina. Non usa un tono forte, naturalmente. Non l’ha usato nemmeno ieri sera quando mi ha strigliato per bene. La voce e’ appena un sussurro ma e’ nello stesso tempo imperiosa. Ed io adoro quando si rivolge a me in questo modo. Oh, sapeste invece all’inizio, quando non riusciva a darmi un ordine in maniera dominante…… Ce la metteva tutta ma non ci riusciva. Ed invece adesso……. Pare che non abbia mai fatto altro nella vita. Cerco nella sua borsa. Accidenti, ma quante cose si porta appresso una donna. Finalmente trovo la carta riposta in una tasca mentre il suo telefonino e’ piu’ visibile e lo trovo subito, glie li consegno ma lei non li afferra “Vieni con me. La farai anche tu la doccia” Mah! E perche’ me la devo fare anch’io? Ed a cosa le serve il telefonino sotto la doccia? Qualcosa mi dice che ha in mente un’idea che non mi dovrebbe essere proprio favorevole. Mi domando cosa io abbia potuto fare ma mi tranquillizzo. Mi sembra di essermi comportato in modo irreprensibile e di aver rispettato tutti i suoi ordini. Mi indica comunque di prendere un asciugamano, lo faccio e la seguo fin dentro la cabina doccia, dove, dopo suo ordine, inserisco la carta e l’acqua tiepida inizia a sgorgare. M. ci si infila sotto e chiude gli occhi rilassata. E’ strano assistere ad una sua doccia e mi sembra quasi di essere un guardone sul tipo di quelli delle commedie sexy degli anni settanta con la Fenech. L’acqua ora ha smesso di scorrere. Stavolta si e’ bagnata anche i capelli ed al termine della doccia scuote la testa per asciugarli almeno parzialmente. Mi fa cenno di porgerle l’asciugamano e vedo che si asciuga soddisfatta. La salsedine che tanto le da fastidio e’ definitivamente andata via. Sono rimasto con il suo telefonino in mano che guardo perplesso e poi prendo la carta della doccia e mi tocco il petto per chiederle se tocca a me fare la doccia. Lei mi sorride ed afferra sia il telefonino che la carta
“ No caro. Tu non ti fai una bella doccia tiepida. Tu adesso te la fai gelata per…… diciamo un paio di minuti. Cosi’ vediamo se continuerai a discutere un mio ordine. Se io ti dico di metterti seduto, significa che non ti devi alzare fino a quando non ti do il permesso di farlo e non che insisti per andare a comprare il giornale. Senza contare che continui ad aprire quella boccaccia senza il mio permesso” La guardo sbarrando gli occhi. Si, e’ vero, ho un po’ contestato ma poi ho subito accettato la sua decisione. No invece, ho sbagliato. Ho voluto la bicicletta e adesso devo pedalare. Non tornero’ indietro e devo dimostrarle che accetto qualunque cosa da lei. Perche’ e’ quello che amo, anche se sono ordini che mi fanno fare cose che non vorrei. Ci dirigiamo nel punto dove ci sono le docce gratis. Ci sono quattro getti d’acqua fredda che si aprono se si preme il pulsante apposito e la gente resiste pochi secondi, giusto il tempo di togliersi la sabbia oppure la salsedine come usa fare mia moglie. Si bagnano una gamba, poi l’altra, quindi passano ad un’altra parte del corpo ma nessuno osa rimanere completamente sotto quel getto per piu’ di pochi secondi. Vedo che ce ne sono due liberi, mi metto sotto la doccia e attendo che mia moglie mi dia il via. Guarda il telefonino, fa scorrere alcune cose col suo dito per cercare probabilmente il cronometro mentre io nell’attesa fingo di sistemarmi il costume e poi mi sorride dandomi il segnale con la mano. Spingo il pulsante e devo tenerlo premuto altrimenti il getto termina. Dio, quant’e’ fredda. Dai Davide, cosa sono due minuti? Passano in fretta. E invece no, cazzo. Sono due minuti interminabili. Ho piu’ volte la tentazione di smettere ed uscire da questa stramaledetta doccia ma non lo faccio. Ho ricevuto un ordine e devo obbedire. Devo. E’ la mia natura, e’ il mio desiderio di potermi sottomettere alla mia donna, desiderio che ho sempre avuto fin da bambino. Chiudo gli occhi per concentrarmi su altre cose per subire meno questo supplizio. Pensate che sia una sciocchezza? Provatela e vedrete! Ed io che le chiedevo di avere un po’ piu’ di fantasia! Tutta insieme l’ha tirata fuori questa fantasia. Mi sembra di stare al polo nord insieme ai pinguini e credo che da un momento all’altro compaia qualche eschimese facendomi i complimenti per il mio coraggio. Sono passato dal caldo torrido al gelo totale. Sono sempre stato amante del freddo e mi consideravo uno scandinavo mancato ma questi due interminabili minuti forse mi fanno ricredere. Continuo a tenere i miei occhi chiusi e forse non ho modo di vedere mia moglie che probabilmente mi da lo stop e sento la sua mano togliere la mia dal pulsante che fa uscire l’acqua che continua a scorrere per alcuni secondi anche dopo che mi sono tolto. Ce l’ho fatta anche se sono intirizzito e mi sembra di assomigliare piu’ ad un iceberg che ad un essere umano. M. mi mette l’asciugamano sul corpo e mi asciuga lei stessa
“ Bravo Davide. Molto bravo” mi dice ed io mi faccio asciugare come un ragazzino. Sono felice di queste parole che mi sta dicendo
“ Grazie padrona” le sussurro guardandola negli occhi mentre mi sta frizionando la testa per asciugarmela almeno un po’. Dall’esterno sembrera’ una moglie premurosa che sta aiutando il proprio marito ad asciugarsi e non una severa padrona che mi ha appena fatto scontare una mia disobbedienza ma io so che non e’ cosi’ e tanto mi basta per guardarla con adorazione. Se solo potessi parlare le direi che l’amo e cerco di farlo con lo sguardo ed una ulteriore frizione alla mia testa con l’aggiunta di un bel sorriso mi fanno credere che abbia compreso. Mi toglie l’asciugamano per darmelo in mano mentre con l’altra mano cerca la mia rimasta libera. Che sia tutto terminato? Il gesto e’ dolce e amorevole. Ci dirigiamo verso il nostro ombrellone. Si rimette sdraiata, mi guarda e capisco cosa vuole. Mi rimetto seduto accanto a lei che solo dopo alcuni secondi mi ordina di andarle a prendere una sigaretta dentro la sua borsa. L’attimo di tenerezza sembra essere terminato e si ricomincia. Forse davvero intende dominarmi in modo continuato. Mi alzo come una molla per prenderle il pacchetto intero ancora intatto che le ho appena comperato insieme ad un accendino. Lei mi guarda scuotendo la testa e facendomi segno di avvicinarmi a lei
“ Non quello sano. Ce n’e’ uno gia’ aperto. Muoviti” Torno sotto l’ombrellone ed in effetti nella sua borsa c’e’ un pacchetto gia’ aperto. Afferro una sigaretta e glie porgo ma mentre so per accendergliela, come faccio sempre in questi casi, mi toglie di mano l’accendino con stizza “ Ma sei scemo? Ci manca solo che ti inginocchi davanti a tutti. Ti ho appena detto che non devi dare troppo nell’occhio”
“ Chiedo scusa padrona”
“ Appena soli faremo i conti. Adesso siediti e rimani muto” conclude riprendendo a leggere mentre io temo di essermi procurato l’ennesima punizione. Dovro’ imparare a tenere la bocca chiusa ed a fare esattamente cio’ che mi ordina se voglio evitare guai. E se mia moglie aveva intenzione di farmi comprendere come possa essere una vera dominazione, credo che ci stia riuscendo in pieno.
 
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view post Posted on 27/10/2017, 15:38     +1   +1   -1

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Come al solito scorre in pochissimi secondi.
Stiamo fremendo per capire come va a finire.
 
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view post Posted on 28/10/2017, 13:29     +1   +1   -1
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Veramente stavolta scorre in pochi secondi perchè è un episodio più corto del normale ;). Era il momento migliore ma mi ha fatto creare un episodio troppo corto. Se lo sta leggendo pure vtx si sarà incavolato a bestia :D
 
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view post Posted on 30/10/2017, 16:05     +1   -1
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Undicesimo episodio

Pagherei…… diciamo una somma che potrebbe oscillare tra i cinque e le dieci euro per sapere che ora e’. Non credevo che fosse cosi’ pesante stare senza sapere l’ora. Cerco di guardare il sole per capire qualcosa ma non ho le conoscenze adatte per rendermi conto dell’orario e mi baso sulle abitudini delle persone. La famigliola del figlio di Marcello viene intorno alle dieci, abitualmente prima che io arrivi in spiaggia ed e’ sotto il proprio ombrellone da un bel po’, segno che dobbiamo aver superato le 11. Mia figlia invece viene intorno alle 11.30/12 ed ancora non si vede, segno che mezzogiorno non dovremmo averlo superato. Sono di nuovo sudato dopo il breve intermezzo del bagno e della terribile doccia gelata e soprattutto non so cosa fare e sto sperando che lei mi dia qualche altro ordine che mi dia modo di alzarmi da questo cazzo di lettino. Dopo la sigaretta mi ha mandato a prenderle dell’acqua dalla borsa frigo, permettendo anche a me di poter bere e poi, sempre nella stessa borsa, un po’ di succo d’arancia. Mi guardo intorno cercando di cogliere qualcosa dalle persone che ci sono intorno. Toh guarda quei due! Due ragazzi che ci manca poco che si mettano a scopare sul lettino, lei completamente sopra di lui. E datevi una calmata ragazzi! Li ho visti spesso. Lui sembra un ragazzino ma a quanto vedo ci sa fare mentre lei e’ molto carina ed oggi indossa un bikini di quelli con lo slip a tinta unita ed il reggiseno fiorato. Mah! Non mi piace un bikini del genere. E poi vedo nel passaggio, e quindi a pochi metri da noi, le sagome di Elena e Marcello che, prima di passare dai loro parenti, vengono da noi salutandoci con affetto anche se cerco di rivolgere il mio sguardo da tutt’altra parte. Voglio far capire a mia moglie che quella donna non m’interessa minimamente ma non posso nemmeno girare la testa dall’altra parte se sta di fronte a me. Uhm, situazione del cavolo. Pero’ per me l’arrivo di quei due puo’ essere un’ancora di salvezza. Ed infatti tornano dopo pochi minuti e dopo aver riempito di teneri baci i due piccolini. Ci dicono che si sono appena alzati e che hanno voglia di fare colazione e che vorrebbero che li accompagnassimo. Guardo mia moglie in cerca di conferme. Da solo non oso prendere iniziative e solo quando vedo lei che si alza dal lettino acconsentendo, mi alzo anch’io. M. si infila il suo copricostume. Non le piace muoversi sulla spiaggia in bikini e questo poi e’ molto piu’ vistoso del solito mentre Elena non ha di questi problemi. Il suo bikini stavolta e’ a fantasia ma per il resto e’ simile a quello di ieri, con quasi le tette di fuori e lo slip che le entra nelle natiche. Io evito di guardarla ma il resto della spiaggia si mette in fila per osservarla. Beh forse ho esagerato ma attira lo sguardo. Gia’ e’ tanta di suo poi con quel modo di camminare e di portare il costume e’ difficile non fissarla ed ammirarla.
Con tanti ottimi bar che ci sono in questa cittadina, decidono di far colazione nel peggiore, quello principale della spiaggia. Piu’ di un caffe’ non ci si puo’ prendere. Glie lo faccio presente ma Marcello alza le spalle. Per me la colazione, quando la facevo al bar, era una cosa seria. Il bar doveva essere pulito e la pasticceria di prima qualita’. Poi, ovvio che se mi devo prendere un caffe’ lo prendo un po’ dappertutto. Ed infatti, mentre loro si prendono spremuta e tramezzino, Marcello vuole offrirci per forza qualcosa. Io e mia moglie siamo quasi monotematici con le nostre scelte e difficilmente variamo dal nostro solito caffe’ ed accettiamo solo quello. Ci mettiamo seduti. Dopo il caffe’ mia moglie si guarda intorno come smarrita
“ Uh tesoro, ho dimenticato le sigarette nella borsa. Me le andresti a prendere?” Sospiro. In una situazione di dominazione come quella che effettuiamo outdoor, l’ordine e’ di solito volutamente perentorio e dato a voce alta per farsi notare ed io scatto al suo comando. Ma ha qualcosa di forzato, di finto. Questo invece non e’ proprio un ordine e puo’ sembrare, per chi ci vede, una semplice richiesta di un favore ma io so che se non lo faccio per me sono guai. E pensare che se mi avesse detto una cosa del genere nella nostra normale vita quotidiana, le avrei risposto <uffa, ma non te le potevi ricordare? Non mi va di andarci. Stai senza fumare>. Ed invece stavolta mi alzo di botto
“ Certo amore. Volentieri” le rispondo e scatto veloce ma faccio in tempo a sentire Elena
“ Accipicchia. Non me lo facevo cosi’ servizievole tuo marito” E con questo ha infranto anche il terzo regolamento: MAI DINANZI A GENTE CHE CONOSCIAMO. Ritorno al bar e riprendiamo le nostre chiacchiere. Nel frattempo sono arrivati mia figlia ed il suo fidanzato che stazionano anche loro al bar e si sono messi a parlare con un’altra coppia di giovani salutandoci da lontano. Elena ci racconta un po’ di se, dei problemi che ha avuto col primo marito e mi sembra di capire che non si e’ trattato di un divorzio indolore anche se ultimamente, per il bene dei figli, c’e’ stato un certo riavvicinamento tanto da consentirgli di trascorrere le vacanze con i ragazzi. E poi Marcello quasi all’improvviso mi chiede se ho voglia di fare una passeggiata
“ Non so….” balbetto “Non e’ che mi va tanto” gli rispondo aspettando che M. mi dica se posso muovermi. Sto aspettando che lei mi dica cosa posso fare dinanzi ad altre persone nella vita vera. E’ semplicemente pazzesco, ma e’ tanto, ma tanto eccitante dover dipendere da lei anche per queste cose banali. Il mio respiro e’ addirittura un po’ piu’ affannoso del normale ma finalmente la vedo sorridere
“ Dai, vai a farti una passeggiata. Sei stato tutto il giorno senza far niente. Un po’ di camminata ti fara’ bene. Ah, cerca di ritornare entro l’una perche’ voglio mangiare. Io mica sono come questi che fanno colazione a quest’ora” dice rivolgendosi , ovviamente scherzando, alla coppia che sta di fronte a noi
“ Si ma tanto io vado a casa a mangiare. No?” rispondo ricordandole le mie abitudini
“ E no! Mi hai promesso che oggi restavi in spiaggia a mangiare con me. Che fai, ti rimangi le promesse?”
“ Che ho fatto Io?” chiedo quasi involontariamente. Che attrice nata! O meglio, che attrice diventata. Ha imparato a recitare in modo perfetto grazie a quello che facciamo. Se un giorno sei padrona ed il giorno dopo moglie normale, devi saper fingere, capire che quando fai la padrona stai recitando una parte. Quelle che dicono di farlo per passione? Mah, ci saranno pure ma nel nostro caso ad essere appassionato ero solo io e lei ha saputo venirmi incontro. E sara’ pure recita ma mai mi e’ sembrata cosi’ reale tanto che quando mi guarda storto ho un vero e proprio brivido di paura. Senza il brivido ma il timore e’ reale. E se invece non fosse recita? Sono completamente confuso ma intanto devo riprendermi immediatamente “ Ah si, certo amore. Me ne ero dimenticato. Oggi si mangia in spiaggia” aggiungo quindi poi e lei ricambia con un sorriso di compiacimento. Ci andiamo quindi a fare una passeggiata io e Marcello mentre le due donne tornano in spiaggia dove c’e’ il nostro ombrellone. Ci incamminiamo sul bagnasciuga prendendo come direzione nord. Marcello sembra un po’ titubante. Ho l’impressione che voglia dirmi qualcosa ma che sia trattenuto forse da un senso di vergogna. Mi incuriosisce e sto per chiedergli qualcosa quando mi anticipa
“ Sarebbe bello se Elena e M. diventassero amiche” Amiche? Certo. Quando cani e gatti andranno d’amore e d’accordo
“ Certo” mento comunque io
“ Sai, Elena non riesce ad avere una vera amica” insiste il vinaio barbuto. E beh, una domanda sul perche’ io al posto tu me la farei, caro mio. Forse perche’ tua moglie vuole essere sempre la piu’ bella di tutte e le donne non lo tollerano e non hanno le possibilita’ fisiche per mettersi in competizione. O forse perche’ cambiera’ d’abito una volta ogni due ore. Oppure perche’ non ha le capacita’ di interagire con le altre. Di sicuro, non e’ facile diventare amica del cuore di una donna del genere. Ed ecco spiegato il motivo per cui ieri ci hanno pressato per uscire con loro. Ma non sa che anche mia moglie la puo’ vedere come il fumo negli occhi. Continuiamo a passeggiare. Non mi va di dirgli apertamente di no ma ci giro al largo
“ Sarebbe bello. Noi comunque abbiamo gia’ un giro di amici. Sai, abbiamo parecchie cose in comune”
“ Ah. Tipo?”
“ Il calcio, ad esempio. A te piace il calcio? Gli domando
“ A dir la verita’ poco” Cominciamo male. Un mio amico deve amare il calcio, deve condividere le mie passioni, deve gioire per la vittoria della nostra squadra del cuore o deve essere deluso per la sua sconfitta. Lui nota la mia perplessita’ e prosegue “Comunque a volte lo seguo. Non sono un gran tifoso ma simpatizzo per la Juve” Di male in peggio. Un tifoso della Juve come mio amico? Vade retro
“ Proprio della Juve. Ma un’altra squadra no?” lui si mette a ridere
“ Te l’ho detto, ci capisco poco. Non conosco nemmeno tutti i giocatori. Conosco Buffon, Higuain, Bonucci…..” Scoppio a ridere io
“ Guarda che Bonucci l’hanno venduto al Milan”
“ Davvero? Come mai?” domanda lui candidamente. Non e’ il caso di proseguire su questo tema. A parte che non amo molto parlare di calcio, anche se puo’ sembrare strano considerando la mia passione. A me il calcio piace viverlo, sia come giocatore che come tifoso ma per me la partita termina nel momento stesso in cui l’arbitro fischia la fine e non amo le polemiche che la seguono. Ed un po’ anche perche’ ho la presunzione di intendermene molto e sentir parlare di calcio in modo banale mi fa venire i nervi. Addirittura non sopporto vedere la partita insieme ad altri che non siano i miei amici. Con loro si trepida, si esulta o ci si deprime per cio’ che sta facendo la nostra squadra del cuore ma non si fanno commenti a cazzo. Pertanto, con Marcello preferisco parlare d’altro e la cosa non mi dispiace. E’ un buon conversatore, intelligente e simpatico, malgrado sia della Juventus, ed i suoi interessi spaziano tra mille argomenti. Cerca anche di spiegarmi la differenza tra un vino di qualita’ ed un altro a buon mercato ma sono io a non capirci molto su cose del genere e contraccambio mettendolo al corrente di alcune situazioni inerenti al mio lavoro che erano per lui completamente sconosciute. Dopo una bella passeggiata decidiamo di tornare indietro. Ci siamo fatti almeno un paio di chilometri e mi rendo conto che non so che ora e’. Glie lo chiedo e mi risponde che manca un quarto d’ora all’una. Gli dico di aumentare il passo. Devo stare entro l’una davanti alla mia padrona e non voglio tardare nemmeno di un secondo. Mentre ci avviciniamo, gli richiedo l’orario almeno altre tre volte e anche lui pensera’ che sono un maniaco della precisione. Gia’ un maniaco della precisione senza uno straccio di orologio.

Eccole Elena e M.. La moglie di Marcello ha spostato il mio lettino mettendolo accanto a quello di mia moglie e stanno prendendo il sole e contemporaneamente a chiacchierare. Mi chiedo cosa mai avra’ in comune mia moglie con lei e come faranno a trovare un argomento che le unisca e quando mi avvicino a loro qualcosa comprendo. Stanno di nuovo parlando dei nostri amici, gli stessi che frequentavamo allora e che lei non ha piu’ rivisto mentre noi ci stiamo sempre in contatto, pur non uscendoci insieme da qualche anno.
Appena mi vede, M. sorride all’altra donna
“ Beh, e’ ora del nostro pranzo, volete favorire?”
“ Oh no, grazie. Abbiamo fatto colazione da poco” risponde la bionda che aggiunge che si prenderanno qualcosa al bar piu’ tardi e lasciandoci soli per raggiungere poi la coppia formata dal figlio di Marcello a da sua moglie con i loro bambini. M. mi intima di prendere i lettini e di risistemarli sotto l’ombrellone, cosa che mi appresto a fare con sollievo. Almeno si mangera’ all’ombra. Appena terminata la breve operazione, M. afferra la borsa frigo traendone un contenitore, una busta con dei crostini di pane integrali, un paio di forchette di plastica, l’acqua, rigorosamente non gassata e due bicchieri anch’essi di plastica. Apre il contenitore. C’e’ del salmone affumicato tagliato ordinatamente a fette della misura dei granetti. Io osservo il tutto. E questo sarebbe il mio pranzo? Mi immagino una fiamminga fumante di pasta e poi guardo quel misero contenitore che dovrebbe saziarci in due facendomi storcere la bocca e facendo sorridere la mia adorata seviziatrice. Si perche’ queste per me sono sevizie, la privazione di cio’ che amo, ovvero in questo caso di un bel pranzo
“ Sembra che stai andando al patibolo. Mangia in silenzio che ti fara’ bene evitare tutte le calorie che ingoi quotidianamente. E poi il salmone ti piace. Poteva andarti molto peggio” Annuisco, prendo una forchettina e comincio a mettere sopra ai crostini le fette di salmone e guardando mia moglie che fa altrettanto. Non e’ che non mi piaccia infatti, malgrado i il pane integrale che sopporto poco, e’ che una cosa del genere non mi sazia. Terminiamo ovviamente in breve tempo. M. prende poi un altro contenitore. Meno male, c’e’ qualche altra cosa da mangiare. Ben poco, a dir la verita’. Ci sono delle fette di ananas, anche queste tagliate con precisione maniacale e ne afferro qualcuno dopo l’invito di mia moglie a farlo. Anche lei ne mangia tre o quattro come me ed il contenitore rimane desolatamente vuoto. Con le mani cerco di farmi capire se e’ tutto finito e mia moglie sorride. Ci sta godendo. Dio mio, ho creato un mostro
“ Si e’ finito. Non ti e’ piaciuto il pranzetto?” E questo lei lo chiama pranzetto? Ho lo stomaco che borbotta e sempre con le mani, visto che non ho il permesso di parlare, cerco di farle capire che se lei ha deciso cosi’ io devo accettare e lei prosegue “Non ti ho fatto mica mangiare delle schifezze. Hai mangiato quello che ho mangiato io. Non e’ un onore per te mangiare le stesse cose della padrona?” Annuisco anche se non ho mai visto la dominazione in questa maniera ma il suo ragionamento e’ perfetto in linea teorica e lei continua
“ Guarda che piacerebbe anche a me riempirmi di carboidrati ma ci sto attenta. Alla mia eta’, se mangio quello che mangi tu, altro che stomaco! Non credo che vorresti una padrona che pesa cento chili e quindi mi sacrifico. Non si vedono i sacrifici?” Azzo se si vedono. Con questo costume poi ho l’acquolina in bocca ma se penso al corpo di M. mi eccito, soprattutto considerando la situazione psicologica intrigante che sto vivendo e non mi sembra il caso visto che per il mio amato fratellino non sono previsti lavori imminenti e spruzzate gioiose. Annuisco comunque per dirle che i suoi sacrifici per rimanere con il suo fisico tonico li apprezzo, eccome e lei accenna un mezzo sorriso di compiacimento “ Perfetto, ne sono felice. Ora alzati e vammi a prendere un caffe’ che dopo mangiato ci vuole. Solo per me. A te non e’ concesso” Mi alzo per ottemperare a quest’ultimo ordine. Cazzo, mi ha privato pure del caffe’ dopo pranzo, una dei miei momenti preferiti. Va beh, se vogliamo considerarlo pranzo, cosa che ci vuole molta fantasia per farlo. E meno male che Elena e Marcello hanno declinato l’invito di mia moglie a favorire. Se avessero accettato, cosa avremmo mangiato? L’aria? Le porto comunque il caffe’, mi ordina di spostare di nuovo il lettino al sole e di portarle una sigaretta ed infine, sorridendomi sadicamente, mi ingiunge, con il solo movimento ritmico dell’indice di raggiungerla. Devo sedermi di nuovo accanto a lei al sole. E si, credo proprio che questa giornata sara’ infinita.
 
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view post Posted on 30/10/2017, 17:03     +1   +1   -1

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Sei più sadico tu che ci farai attendere il prossimo episodio di quanto lo é stata tua moglie. Grazie comunque :)
 
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view post Posted on 31/10/2017, 20:36     +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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CITAZIONE (Schiavopaolo @ 30/10/2017, 17:03) 
Sei più sadico tu che ci farai attendere il prossimo episodio di quanto lo é stata tua moglie. Grazie comunque :)

Grazie a te di leggerlo. Quanto al sadismo...... Beh, forse è una questione di famiglia :D :D
 
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view post Posted on 1/11/2017, 16:33     +1   -1

Maestro di Piedi

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CITAZIONE (Schiavopaolo @ 30/10/2017, 17:03) 
Sei più sadico tu che ci farai attendere il prossimo episodio di quanto lo é stata tua moglie. Grazie comunque :)

Quoto :)
 
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view post Posted on 2/11/2017, 15:13     +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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CITAZIONE (Flover 991 @ 1/11/2017, 16:33) 
CITAZIONE (Schiavopaolo @ 30/10/2017, 17:03) 
Sei più sadico tu che ci farai attendere il prossimo episodio di quanto lo é stata tua moglie. Grazie comunque :)

Quoto :)

Senti da che pulpito viene la predica. ;) Da uno che ha pubblicato una storia, bellissima a dire il vero, esattamente il 21/7"2016 ed ancora stiamo qui ad aspettare cosa farà Grazia. Scherzo Flo, ti voglio bene. Stasera o al massimo domani il prossimo episodio
 
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113 replies since 26/9/2017, 15:25   52401 views
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