Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

LA DOTTORESSA

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view post Posted on 14/2/2015, 18:02     +1   -1
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Professore/essa SM

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sempre più bello
 
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view post Posted on 15/2/2015, 12:54     +1   -1

Cavaliere BDSM

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Vi è piaciuto questo "nuovo" modo di scrivere? ^^
 
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view post Posted on 16/2/2015, 10:46     +1   -1

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Semplicemente. ....Siiiii...!!
 
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view post Posted on 16/2/2015, 15:23     +1   -1

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bello bello, complimenti!
 
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view post Posted on 16/2/2015, 22:32     +1   -1

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Grazie! Prestissimo la continua.
 
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Thaila
view post Posted on 16/2/2015, 22:48     +1   -1




Molto intrigante...complimenti.
 
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view post Posted on 16/2/2015, 22:56     +1   +1   -1

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CITAZIONE (Thaila @ 16/2/2015, 22:48) 
Molto intrigante...complimenti.

Grazie Thaila!
Sapere che leggi un mio racconto mi rende orgoglioso.

Continueró presto sperando tu legga anche il seguito. :)
 
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view post Posted on 21/2/2015, 16:16     +1   +1   -1

Cavaliere BDSM

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I piedi delle donne sono al centro del mio mondo e sono sempre più convinto che vanno adorate e servite, ma Lucrezia mi spaventa.
Mi sono appena svegliato, ho un gran mal di testa a causa della mia posizione, il collare mi stringe e inizio a sentire freddo.
I movimenti con le manette non mi riescono bene quindi passo la maggior parte del mio tempo sdraiato a terra, secondo Lucrezia è la posizione che mi si addice.

"Schiavetto?" Lucrezia si è svegliata. "Schiavo!!" Sicuramente era nervosa a giudicare da come mi aveva chiamato.
"Buongiorno Padrona."
"Mi sono proprio stancata con te, non hai imparato ancora niente, allora ne pagherai le conseguenze."
"Ma Padrona cosa ho.."
Mi mette un piede in bocca e mi tira successivamente uno schiaffo forte che mi lascia il segno sul viso.

"In fondo la colpa è mia, non ti ho ancora educato bene."
"Ma io non sono uno schiavo.. mi piacciono solo i piedi delle donne."

Mi avvicino al piede di Lucrezia e inizio a riempirlo di baci, i suoi piedi sono sempre curati e smaltati con molta cura, di scatto allontana il piede e mi sale sulla schiena, resto in silenzio.
La vedo armeggiare con qualcosa, si abbassa sotto il letto e ai quattro angoli, con una furia che non ho mai visto, inizia a trascinarmi e lega le corde alle manette.
Sono praticamente immobilizzato a pancia in giù, nudo, tira giù le coperte e non vedo più nulla.

La sento parlare al cellulare del più e del meno e mi chiedo come si possa far finta di nulla quando sotto al letto c'è un ragazzo legato, per lei è la normalità. Sento l'acqua dell'idromassaggio scorrere nella vasca, alza la tenda e posso vedere i suoi piedi nudi smaltati di rosso, chiedo pietà e inizio a baciarli su tutto il dorso e mi soffermo sulle dita cercando di baciare anche tra gli spazi, la moquette mi punge.

"Lucrezia liberami ti prego, non mi sto divertendo per niente."
"Starai qui fino a quando non avrai capito il tuo posto qual'è, tra poco devo andare alla mia conferenza, ma prima farai tutto quello che voglio."

Detto... fatto! Mi infila un paio di decolleté nere sotto il naso, aperte in punta e leggermente arrotondate, con un fiore molto grazioso.
La tensione mi fa passare l'eccitazione e le osservo quasi schifato, lei ovviamente se ne accorge.

"Stamattina vuoi farmi proprio arrabbiare! Osserva i miei piedi, sono stupendi, sono di una creatura divina ovviamente e tu per essere degno di baciarli e prendertene cura dovrai obbidire a tutti i miei ordini. Pensavi che fosse stato facile per te? Oppure credevi che sono una di quelle ragazze che si lascia leccare i piedi per un'ora e poi torna tutto come prima?
Ormai sei il mio schiavo. Lo capirai con le buone, o ti aiuterò io con le cattive."

Per farmi capire chi comanda prende due mollette per i panni e me le infila sulle dita dei piedi e delle mani, iniziano a farmi male, quando sta per infilarmele sui capezzoli chiedo pietà e inizio a leccare le decolleté.

"Quelle però le terrai, cosi capirai in futuro come comportarti. Ora vado a farmi la doccia. Sai cosa voglio al mio ritorno."

Inizio a leccare le scarpe, parto dalla punta, poi mi dedico al fiore e bacio il tacco.
Le mollette mi fanno male ed è un dolore che non sopporto.
Tranne i momenti di eccitazione dove sono felice, rimpiango il passato e ripenso sempre a Paola quando mi diceva di lasciar perdere questo mondo, a me piacciono solo i piedi, non avrei mai immaginato di arrivare fino a questo punto dove non vedo via d'uscita.

Passa il tempo e sono ancora li a prendermi cura delle scarpe, alza la coperta in maniera frettolosa e strappa le scarpe dai miei baci.

"Basta, devo andare. Ci vediamo nel pomeriggio o stasera."

Nel pomeriggio? Stasera? E come passerò il resto della giornata?
Mi infila un paio di calze in bocca, mi avvolge del nastro adesivo, sicuramente i miei occhi sono terrorizzati perché dopo avermi guardato scoppia a ridere.

"Hai voluto giocare con il fuoco? Ora devi rimanere scottato. Ciao schiavetto, buon pomeriggio."

Esce di scena ridendo, lasciando un grande vuoto dentro di me.
Passano le ore, ormai sono diventato un tuttuno con la moquette ed ho il sapore dei piedi di Lucrezia in bocca.
Mai avrei immaginato che avrei avuto timore di Lucrezia, pensavo che anche per lei fosse tutto un gioco, invece lei vuole comandare e io non posso fare altro che obbidire, potrei scappare, ma questo segnerebbe la fine di un rapporto troppo prezioso per me, l'amicizia di Paola.

Più passa il tempo e più ho fame, sento la porta che si apre all'improvviso ed è la cameriera delle pulizia.
Inizio a piangere in silenzio, se alzasse le coperte e trovasse un uomo legato, nudo e con le calze in bocca? Per non parlare del collare che mi stringe il collo.

La porta si chiude, fortunatamente mi è andata bene.
Ho perso il conto delle ore che sto passando qui sotto, sento Lucrezia rientrare, mi ignora completamente.

"Hai passato una buona domenica? Ah scusa non puoi rispondermi."

Credo che la cosa che mi ferisce di più è la sua risata maligna, anzi, sono convinto.
Slega le corde e mi toglie il nastro adesivo, finalmente posso togliere le calze dalla bocca.
Mi fa segno di strisciare vicino alla sedia antica che lei chiama "trono", ai piedi della sedia c'è una bacinella d'acqua.

"Forza, renditi utile, altrimenti la tua presenza qui è solo un peso. Lavami i piedi, non era quello che volevi fino a qualche giorno fa?"

Inizio a lavare le estremità con molta cura dopo averle lasciate nell'acqua praticando un leggero massaggio, quando prendo l'asciugamano mi fa segno di no con la mano e capisco che devo asciugare i piedi con le mie labbra, inizio a passare la lingua sulle piante delicate, sento la pelle un pò dura.
Dopo una decina di minuti i piedi sono quasi asciutti, mi fa sdraiare a terra con la pancia rivolta verso l'alto.

"Ringraziami."
"Grazie Padrona."

Mi inizia a prendere a schiaffi sul volto, cerco di proteggermi con le mani ma non riesco.
Mi sale con i piedi sul viso, sono letteralmente schiacciato da lei, poi passa sul torace e mi posiziona un piede sul mio membro scoperto, ho una leggera erezione, lei se ne accorge e scoppia a ridere.

"Ahh dai divertiamoci un pò!"

Si alza come una bambina che ha voglia del suo gioccatolo preferito, accende la radio sulla scrivania e pende in mano un frustino.
A quattro zampe cerco di andare nel bagno per scappare, mi sale sopra e inizia a frustarmi sul sedere.

"Vai schiavo vai, portami in giro!"

Mi frusta ripetutamente mentre cammino, non riesco più a stare in piedi e crollo sulla moquette, mi fa girare a pancia in su, si siede sul letto e posiziona i suoi piedi nudi sulla mia faccia.

"Baciali."
"Si padrona."
"Ti piacciono proprio i miei piedi."

Inizio a baciarli con cura, con il piede sinistro inizia a stimolarmi il membro, quando capisce che sono sul punto di venire si ferma e inizia a ridere.
Per il dolore mi passa l'eccitazione.

"Purtroppo è finito il fine settimana, ma sono buona, visto che non ti ho fatto mangiare, ti ho lasciato l'acqua nella bacinella invece di sprecarla."
"No Padrona la supplico."

Le bacio i piedi con devozione sperando in un pò di pietà. Lei ride divertita.

"Ancora devi capire cosa vuol dire essere schiavo di una vera Padrona."

Con il frustino mi inizia a frustare sul sedere che nel frattempo è diventato rosso, stufa della mia posizione aggancia il guinzaglio al collare e mi trascina fino all'acqua, mi immerge la testa dentro e con i piedi mi preme per far si che non possa divincolarmi, capisco di non avere scelta e inizio a bere quell'acqua torbida.

Quando finalmente ho finito l'acqua si fa preparare le valigie, mi chiede di aiutarla a rivestirsi, mi ordina di sdraiarmi sotto la sedia e mi preme la suola impolverata dei suoi stivali sul viso.
Stranamente non mi chiede di leccarla, voleva godersi il paesaggio da lassù.

"Rivestiti."

Mi toglie le manette e mentre mi rivesto mi inizia a prendere a schiaffi sul sedere ormai dolorante.
Prendo i suoi bagagli e dopo averle omaggiato gli stivali mi guardo intorno pensando a tutto quello che è successo e scendo in strada vicino alla sua macchina, in attesa del suo arrivo.

Inizio a piangere, mi sento umiliato ed in trappola, sento il cellulare squillare, è Paola, non rispondo per la vergogna.
Nel viaggio di ritorno sento spesso Lucrezia sbuffare e scuotere il capo, arrivati a casa stranamente mi conduce sotto casa di Paola.

"Scendi e vai da lei, ti sta aspettando."

La osservo con aria stupita, prendo la mia piccola sacca e salgo le scale, il cuore mi batte forte.
E' stupenda, nella sua semplicità riesce a suscitare in me tante emozioni che mai avevo vissuto prima, con lei scalerei qualsiasi montagna e affronterei qualsiasi ostacolo per vincere ogni limite.

Mi guarda, sorride, mi tira uno schiaffetto sul collo.
Non ho mai preso tanti schiaffi quanto oggi.

"Entra, sciocco."
"Paola non ti arrabbiare.."

Indossa un jeans e una maglia verde a maniche corte leggermente velata, i piedi nudi calzati nelle ciabatte, quelle che mi divertivo a pulire.
Il pouff è sempre li dove lo avevo lasciato l'ultima volta.
E' troppo furba per non sapere cosa stava succedendo.

"Vieni." Mi siedo a terra di fronte a lei, sfila i piedi dalle pantofole e li poggia sul pouf, sento il suo sudore, lo riconosco, è unico.

"Secondo te io non so nulla?"
"Lucrezia ha perso la scommessa, sei solo un feticista dei piedi, non preoccuparti, ogni persona ha le sue fantasie."

Scoppia a ridere, non riesco a mantenermi, mi avvicino al piede ed inizio a baciarlo, la sua grande pianta mi copre quasi tutto il viso, preso dall'eccitazione inizio a stimolarmi, ad un certo punto il suo viso esprimeva tristezza. Forse sperava che l'ultima esperienza mi avesse fatto cambiare idea.
Accenno una risata e con una scusa banale e con grande dispiacere, stacco la bocca dai suoi piedi, il suo viso torna sereno.

Ad un tratto sento la porta aprirsi:

"Eccomi, sono tornata!"

Entra in casa una ragazza molto attraente, si toglie la giacca, indossa un vestito grigio con delle calze scure, ai piedi calza degli stivaletti neri di camoscio con il tacco molto alto.
Si avvicina a me, rimango esterrefatto, occhi azzurri, capelli biondi un pò spettinati a causa delle molte ore di viaggio, fisico molto snello, dimostra meno di trent'anni.

"Piacere sono T., coinquilina di Paola, tu chi sei?"

Alzo lo sguardo al cielo e penso: se è un sogno svegliatemi ora.
 
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view post Posted on 21/2/2015, 21:59     +1   -1

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Spettacolare...
 
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view post Posted on 28/2/2015, 11:37     +1   +1   -1

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Fatemi sapere nei commenti se la storia è diventata monotona oppure se volete qualche intreccio particolare.

Shy

**************************



Finalmente ero riuscito a trovare la tranquillità.
Ogni pomeriggio andavo a casa di Paola e studiavo li, almeno fino all'arrivo di T., da quel giorno, non si è capito più nulla.

Come ogni giorno esco da scuola e dopo aver mangiato un panino veloce vado a casa di Paola che mi aiuta con le materie scientifiche, quel giorno però Paola doveva andare in banca e scese molto presto, all'improvviso sento una mano che mi accarezza i capelli.

"Ehi, ma tu sei sempre qui?" Era T. che mi stava sorridendo. "Io non so aiutarti eh, non è compito mio."

T. è una bellissima ragazza di 29 anni, alta 1.70, capelli biondi lisci e molto lunghi, le gambe sono "piene", ha un bel seno che non passa inosservato ed ha un fisico molto curato.
Mentre cerco di sforzarmi a leggere, ho bisogno di un libro e vado a chiedere a T. se poteva aiutarmi a cercarlo, una volta aperta la porta della sua stanza, il panorama non era neanche paragonabile allo spettacolo di una vetta appena scalata.

T. si stava smaltando le unghie dei piedi con uno smalto rosso intenso, l'aria nella stanza è piena dell'odore di smalto, alza lo sguardo e mi sorride.

"E' perchè lo sento è perchè lo sento.."
"Come scusa? Non ho capito."
"Ma no, stavo cantando la canzone di Nesli."

Iniziamo a parlare di gusti musicali e di vita, poi passiamo all'argomento lavoro, tutto questo mentre lei cantava.
Inizio a volerle bene, è completamente diversa da Paola... Potrei definirla quasi una "bambina matura" per il fatto che ama scherzare, ridere e cantare.

Mentre lei parla non riesco a smettere di guardarle i piedi, è come chiedere ad un macellaio di andare a comprare la carne in una macelleria concorrente, praticamente impossibile.

"Invece di guardarli perché non ti rendi utile?"

Prendo il suo piede destro in mano, ho le mani gelate per l'emozione, lei sorride, inizio a massaggiarlo lentamente e con passione.
Lei si sdraia sul letto, chiude gli occhi...

"A te il mondo, a me il sogno, a me la notte, a te il giorno..."
Continua a muovere la testa a ritmo di musica.
"Amo l'infinito in questa vita..."

Sentirla cantare mi rende felice, lascio il piede destro e passo al sinistro.
Lo osservo, lo desidero, lo contemplo, inizio a massaggiarlo... parto dal tallone, passo al dorso, alla pianta, alla caviglia... inizio a massaggiare le dita in maniera molto delicata... lei sorride, non ha smesso un attimo.
Ha dei piedi veramente belli, calza il 37.

"Sei proprio bravo a massaggiare i piedi..."
"Grazie T."
"Non ringraziarmi."

Improvvisamente mi mette il piede avanti alle labbra, sono visibilmente eccitato, non riesco a fermarmi.
Mi siedo con le gambe incrociate a terra e inizio a baciare quel favoloso piede.

"Sai, qualche sera fa mentre ascoltavo la musica sono passata verso la camera di Paola ed ho visto che le stavi massaggiando i piedi, ho pensato che non era niente di strano, poi quando ti ho visto annusarle le scarpe, ho capito che sei un feticista, ma non devi assolutamente vergognarti."

Divento rosso, mi sto vergognando da morire.

"Non devi vergognarti dai, non c'è niente di male. Poi hai trovato Paola che ti aiuta no? Cioè questa non è una semplice cotta, non riuscirai a mettere dentro questa tua pulsione, prima o poi schizzerà fuori, puoi gestirla, ma non sopprimerla."

"Paola non vuole provare quello che vorrei io."

Riprendo a massaggiarle i piedi e le racconto quello che è successo con Lucrezia, scuote il capo ogni minuto, ad un certo punto si alza, mi prende il mento con il pollice e l'indice e mi dice: "Vorresti scoprire davvero chi sei?"

Annuisco timidamente.

"Ho scoperto un servizio su internet, tu comunichi ad un albergo nella tua zona che andrai in quella determinata ora e ad un prezzo moderato puoi avere una stanza per qualche ora. Che ne pensi?"
"Non lo so, devo pensarci."
"Guarda che non sono una Mistress, ma posso aiutarti."
"Ma Lucrezia mi ha già dominato e non mi è piaciuto."
"Lascia stare Lucrezia e Paola, posso realizzare i tuoi desideri e se proprio non sei un feticista, possiamo sempre smettere."
"Ci devo pensare su, mi vergogno troppo."

Sento la porta che si apre, è Paola, bacio velocemente il piede di T. e vado a salutarla... Il giorno dopo invio un messaggio a T. chiedendo ulteriori spiegazioni in merito e su cosa volesse significare realizzare i miei desideri.

SMS: Non devi preoccuparti, ho avuto ragazzi feticisti, masochisti e anche altri generi. Sei troppo dolce, hai solo 17 anni, ti aiuterò io.
Ore 15:00 Wellness Point, ci sarai?

SMS: Ci sarò.

**************************



Durante l'ora di matematica, continuavo a fissare l'orologio, avevo la gola secca e lo stomaco chiuso.
Avevo tantissima voglia di andare in quella stanza d'albergo, ma avevo anche mille paure.
Se mi scoprisse Paola? O i miei genitori? Se qualche amico mi riconoscesse?

Suona la campanella, corro verso l'albergo che trovo con molta semplicità... un bellissimo quattro stelle, la camera arredata con colori molto chiari e con mobili nuovi, un letto matrimoniale al centro e un piccolo bagno con la doccia.

Dal bagno sento T. che mi dice: "Spogliati e aspettami vicino al letto, di spalle alla porta."
Non me lo faccio ripetere due volte, resto solo con gli slip anche se reduce dall'esperienza con Lucrezia ho un po' di timore.
Sento qualche rumore provenire dal bagno, ad un tratto la porta si apre, mi viene vicino e con l'unghia del dito indice premuta sulla mia pelle, percorre la schiena.
Sento il rumore dei tacchi, giro la testa e la vedo vestita con delle calze velate marroni, un vestitino nero molto sottile che arriva fino al ginocchio, ai piedi delle meravigliose scarpe nere in pelle con il tacco molto alto.
E' semplicemente stupenda, inizio a sentirmi completamente a mio agio.

Cammina per la stanza, poi si affaccia alla finestra, i suoi lunghi capelli biondi sul vestito nero la rendono magnifica.

"Vieni qui.."
Striscio verso di lei, senza dire una parola inizio a leccarle le scarpe, parto dalla punta, poi passo ai lati... mentre lecco mi schiaccia la testa con l'altro piede, mantiene un equilibrio perfetto, come se fosse abituata.
Inizia a muoversi per la stanza, io la inseguo, inseguo le sue scarpe, poi si ferma e posso riprendere il lavoro.

Si siede sul letto e si sfila una scarpa, infilo la testa dentro e sdraiato sul pavimento mi rilasso respirando quel fantastico odore.
Era tutto cosi spontaneo, mi sentivo in paradiso.

All'improvviso squilla il cellulare, lo afferra ed inizia a parlare sdraiata sul letto.
Ne approfitto del momento ed inizio a baciarle i piedi velati da calze, leggermente sudati, ogni tanto lo muove per farmi capire in che punto vuole essere adorata.
Passo trenta minuti abbondanti a baciare i suoi piedi divini, mi fa cenno di avvicinarsi e mi lega i polsi con un foulard di seta rosso.

La sintonia che si è creata tra di noi è sconcertante. Ci conosciamo da pochissimi giorni ma è come se già mi conoscesse da una vita, riesce a farmi capire con un semplice sguardo qual'è il mio posto e cosa devo fare.

"Non c'è bisogno che mi metta ad urlare o a frustarti per farti capire qual'è il tuo posto, tu lo sai già, vero?"

Annuisco.

"Bravo il mio schiavetto, ora sdraiati a terra."

Mi sdraio a terra e lei a piedi nudi inizia a camminarmi sopra, come se fossi un tappetino, ad un certo punto, forse la stanchezza, mi fa strisciare ai piedi del letto dove si siede e mi mette i piedi sopra.
La sento ridere.

Passo una mezzora sdraiato ai suoi piedi, potrei rimanerci tutta la vita, ormai ogni singolo centimetro del mio cervello ha metabolizzato l'idea di essere un feticista dei piedi.
T. toglie un piede dal mio viso, si sfila una calza e me la infila in bocca divertita, stessa sorte per l'altro.
Nel momento in cui distende la gamba per poter sfilare la calza, osservo la pianta del piede cosi' perfetta.
I piedi poi tornano al suo posto, il mio viso; mi lega anche le caviglie ma mi lascia un pò di gioco, quel tanto che basta per poter camminare a quattro zampe, sono visibilmente eccitato.

Con la faccia divertita, mentre canticchia una canzone mi sfila le calze dalla bocca, inizio a baciarle i piedi con molta devozione, lei apprezza e appoggia un piede sulla mia pancia mentre mi dedico all'altro.

"Sei molto fortunato sai? Quante persone pagherebbero per stare al tuo posto."

Si alza di scatto e dalla borsa prende una cintura di pelle nera che usa per frustarmi sul sedere, dopo svariati colpi di media intensità si ferma, sento bussare alla porta, lei ride.

"Buonasera." Entra nella stanza Paola che fa un'espressione buffa, forse per il fatto che ero legato mani e piedi ed ero sdraiado a terra.

"Insomma con te non posso fare nulla eh? Ci ho provato in tutti i modi."
"Dai Paola non prendertela, è solo uno schiavo, fatti adorare come una Dea, se è ciò che vuole, contento lui."

"Paola ascoltami io.."
"Shh.." Paola si siede alla sedia, indossa delle decolleté nere aperte in punta e stranamente non indossa le calze. "Non vedi che ho le scarpe sporche? Striscia e vieni a pulirmele, un tempo scattavi senza farmi neanche fiatare."

"Si.. si.. arrivo subito Paola." T. mi mette un piede sulla testa schiacciandomi al suolo "per te è Padrona Paola", scoppiano a ridere.

"Paola hai portato quello che ti avevo chiesto?"
"Si T., ho tutto l'occorrente per la pedicure."
"Perfetto, prima fatti pulire le scarpe che poi passiamo alla pedicure."

Mentre lecco le scarpe di Paola le sento discutere sulle varie anestesie che vengono utilizzate in campo medico, mi ignorano completamente e questa cosa mi eccita molto.

T. prende uno smalto color oro e mi infila il pennellino in bocca, fa sfilare la scarpa a Paola e dopo aver riso guardandomi con il pennello in bocca, mi ordinano di smaltare i piedi.
Non riesco ad essere preciso, ogni tanto esco fuori dal bordo dell'unghia e ad ogni sbaglio mi arriva una frustata sul sedere da T. che con molta tranquillità tiene il tacco sulla mia schiena mentre Paola sfoglia un giornale.
Finisco entrambi i piedi ed inizio a soffiare.

"Non mi ringrazi?"
"Grazie Padrona Paola per questo suo regalo. E' stato il più bel regalo di sempre."
"Come sono i miei piedi?"
"Stupendi mia Divina."
"E sentiamo, quali ti piacciono di più, i miei o quelli di T.?
"I suoi mia Padrona."

Le due scoppiano a ridere.
Paola si infila le scarpe, mentre T. mi slega e mi accarezza il viso squilla il suo cellulare.

"Padrone grazie per lo splendido pomeriggio."
"Ottavio, basta giocare, andiamo a casa."
"Va bene Paola."

**************************



Dopo la fantastica esperienza, avevo capito che le cose stavano iniziando a prendere una piega diversa, mi dominavano solamente per farmi capire i miei limiti ed ero sempre più convinto che lo facevano solamente per me.

Ero in salone che guardavo la TV, ormai era diventata quasi casa mia.

T.: "Ottavio, vatti a fare una doccia, poi vestiti bene, ti porto da una parte."
Ottavio: "Subito, ma dove andiamo?"
T.: "Voglio farti conoscere una persona."

Mi faccio una doccia velocemente e mi preparo, come mi è stato quasi ordinato.
T. è molto silenziosa alla guida, arriviamo in un normale condominio e saliamo al terzo piano dove ci apre una ragazza che poteva avere 23 massimo 24 anni, capelli neri lisci e molto lunghi, occhi marroni, alta 1.60 ma nel complesso una ragazza molto attraente.
Ci fa accomodare in salotto, T. non mi presenta e io non proferisco parola.

"T. lo vuoi un bel caffè?"
"Si, oggi ci vuole proprio con questo tempo."

La ragazza allora batte le mani in maniera decisa, in sala arriva una ragazza vestita solamente con un completo intimo, dimostra 18 anni di età, al collo aveva un collare rosa che si faceva notare tra una folta chioma di capelli castani ricci.

"Mia Padrona, ha chiamato?" dice la ragazza inginocchiandosi "Sguattera, porta un caffè alla mia amica, veloce."
"Si mia Padrona, ogni suo desiderio è un ordine per me."

T. scoppia a ridere, non sembrava sconvolta dalla scena.

"Finalmente ho conosciuto la tua schiava."
"Ora che siamo qui tranquille posso raccontarti come mai mia sorella è diventata la mia schiava.
Il tutto è nato da una semplice gelosia nei suoi confronti, ogni fidanzato che portava a casa era sempre il più bello, il più bravo e il più ricco.
Nonostante tutti i miei sforzi per cercare di laurearmi in tempo con il massimo dei voti, le sue misere interrogazioni erano sempre le più soddisfacenti.
Il tutto accadde un giorno quando mi accorsi che mia madre le rifaceva il letto e le sistemava anche la biancheria, mentre io dovevo fare tutto da sola.
Cosi un bel giorno, fiera di essere la sorella maggiore, entro in camera sua per farle capire chi comandava e la trovo piangere sul letto vicino ad un test di gravidanza.
La mia sorellina leccapiedi aveva avuto un rapporto qualche giorno prima, prendo la palla al balzo, mentre la tranquillizzo le rubo il test di gravidanza.
Dopo grazie ad esami approfonditi ha scoperto di non essere incinta, meglio ancora, cosi posso torturarla quanto voglio.
Le ho imposto l'astinenza più assoluta e le ho ordinato inizialmente di sistemarmi la camera tutti i giorni e di stirarmi la biancheria, poi sono passata a farmi massaggiare i piedi, poi a leccarmi le scarpe.. ma la svolta più grande è avvenuta qualche settimana fa quando mi sono trasferita in questo monolocale e ho deciso di portarla qui per farmi servire 24h su 24h, come una vera Regina nel suo regno."
"E' una storia molto interessante."
"T., esistono due tipi di persone, chi domina e chi ama farsi dominare. Io la domino ma lei non ha mai provato a sottrarsi a me, ha capito che leccarmi le scarpe quando torno a casa è la sua massima aspirazione."

T. ride, adoro la sua risata.
La povera schiavetta arriva nella stanza portando un vassoio con il caffè, successivamente lo posa sul tavolino e lo porge a T., io sono ancora nell'ombra, sono uno spettatore indesiderato.

"Devo insegnarti ancora come si trattano gli ospiti? Lecca gli stivali di T."
"Si Padrona."

La schiava si inginocchia ai piedi di T. che tiene le gambe accavallate e gioca muovendo il piede in maniera molto sensuale, indossa degli stivali di pelle marroni con la punta arrotondata e un leggero tacco.
Nel modo in cui lecca gli stivali si vede che è abituata a farlo, T. è a suo agio e mentre la malcapitata lecca le scarpe, lei la ignora completamente come se fosse tutto normale.

"Continua pure cara." Dice T. dopo aver spostato le gambe per trovare una posizione più comoda.
"Ma lui è il tuo schiavo?"
"Lo sto ancora addestrando." dice T. ridendo. "Perché non fai vedere alla mia amica come sei bravo come poggiapiedi?"

Mi alzo senza pensarci e senza togliermi la giacca mi metto a quattro zampe, sento il peso dei suoi piedi sulla mia schiena.
La scena continua cosi quasi un'ora abbondante, loro due parlano, io sono il poggiapiedi e la schiava sta leccando gli stivali di T.
La giovane Padrona si sfila una decolleté e mi mette un piede sotto il naso per farmi respirare il suo odore, sono visibilmente eccitato.

"E' proprio un buongustaio il tuo schiavetto."

Inizio a biaciare quel 38 di piede molto carino, smaltato di nero, lei apprezza molto.

"Ora dobbiamo andare, ci stanno aspettando."
Le due amiche si salutano, usciamo dalla porta e sento "Sguattera vieni a leccarmi i piedi", mi vengono i brividi a pensare alle condizioni di quella ragazza.
Saliamo in auto, T. mi guarda e mi tira un ceffone.

"Basta che vedi un piede e vai in tilt."

Afferro la sua mano e la bacio: "Mi perdoni Padrona."
Sorride divertita.

Edited by ShyBoy - 28/2/2015, 12:01
 
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Mitico. ...!!
 
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Molto bello e scritto bene
 
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Apple94
view post Posted on 1/3/2015, 10:34     +1   -1




SPETTACOLARE
 
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view post Posted on 1/3/2015, 14:48     -1   +1   -1
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Decano BDSM

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Molto bello Shyboy, grazie per questo ennesimo capitolo. Mi auguro ce ne siano ancora tanti!
 
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