Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

LA DOTTORESSA

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view post Posted on 23/1/2015, 14:06     +1   -1
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Assistente

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bello davvero!
 
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view post Posted on 23/1/2015, 17:26     +1   -1
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Professore/essa SM

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bello e ben scritto
 
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Aikawa Ayumu
view post Posted on 23/1/2015, 17:46     +1   -1




Stupendo. Davvero UNICO. Spero in una costante evoluzione del loro rapporto...fino a quello che sto cercando di ottenere io dalla mia ragazza.
 
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Doku93
view post Posted on 23/1/2015, 18:33     +1   -1




Un racconto davvero carino, spero che continui :)
 
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view post Posted on 23/1/2015, 22:23     +1   -1

Cavaliere BDSM

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Grazie a tutti, la storia è in continua evoluzione.

E' il tipo di rapporto che ho sempre sognato e che non ho mai potuto realizzare.

La mia paura era quella di rendere il racconto noioso, ho letto tantissime storie qui in forum, tutte belle ma la mia storia la vorrei incentrare sul rapporto tra i due e sulla dottoressa che non vuole essere una padrona, almeno i primi tempi.

Grazie a tutti.
 
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view post Posted on 24/1/2015, 14:01     +1   -1
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Decano BDSM

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Ti rinnovo i miei complimenti Shyboy. Ho apprezzato molto il primo capitolo e mi piacciono altrettanto il secondo ed il terzo. Continua così!
 
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view post Posted on 24/1/2015, 22:13     +1   +1   -1

Professore/essa SM

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Tantissimi complimenti...scrivi molto bene...il pezzo che mi è piaciuto e che sento molto mio è questo di seguito:

"E qual'è il problema? Sai quanti ragazzi ho avuto io che.. ascolta Paola, se incontri quei ragazzi tieniteli stretti. Hanno una sensibilità molto particolare, si portano dentro questo peso che non riescono a condividere con il mondo esterno e sono diversi da tutti gli altri maschietti che pensano solamente alle tette ed al culo, che male c'è a voler baciare un piede? Se a lui piace, fallo contento no? Sapessi quante ne ho fatte io, ho frustato, sputato, camminato sulla schiena di un mio ex con i tacchi a spillo, ci siamo sempre divertiti, ma poi finiva tutto li." rispose Lucrezia con tono sereno.


Grazie ancora e continua presto...
 
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demian2
view post Posted on 24/1/2015, 22:22     +1   -1




Si, molto bello Shy, dai continua!
 
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view post Posted on 25/1/2015, 19:25     +1   -1

Cavaliere BDSM

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Grazie a tutti per i complimenti! Continuerò prestissimo.

Ps: fratrample potresti cambiare avatar? XD mi fa deconcentrare nella scrittura :P
 
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view post Posted on 26/1/2015, 00:12     +1   -1
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Decano BDSM

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ahahahah Farti deconcentrare dalla scrittura è l'ultima cosa che voglio, scrivi molto bene! :D
Vedrò di risolvere ;)
 
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view post Posted on 26/1/2015, 10:16     +1   -1

Professore/essa SM

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bellissimo!!
 
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poggiapiedi
view post Posted on 29/1/2015, 16:07     +1   -1




sempre più avvincente
 
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smjuantorena
view post Posted on 31/1/2015, 08:19     +1   -1




Continua,è bellissimo
 
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view post Posted on 1/2/2015, 19:32     +1   +1   -1

Cavaliere BDSM

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Ecco il seguito della storia, ricordo che è di pura fantasia.
I personaggi infatti non esistono.
Chiedo venia, ho riletto il racconto più volte ma avendo utilizzato l'editor del forum spero di non aver coniugato male qualche verbo.

Buona lettura.

ShyBoy

**********************************



- L'incontro con Lucrezia & La svolta



Paola ha 28 anni, alta 1.75, i capelli castano chiaro mossi, gli occhi castani.
Ottavio ha 17 anni, alto 1.60, non ha ancora i lineamenti ben definiti per la sua giovane età e tutto sommato non è un brutto ragazzo.

Dall'ultima volta che Ottavio si era fatto trovare a casa di Paola, le cose non erano cambiate molto.
Passavano i giorni e il rapporto tra i due diventata sempre più stretto, dagli atteggiamenti che Paola aveva nei confronti di Ottavio, si capiva che gli voleva bene, non era mai fredda e distaccata e si dimostrava sempre dolce e disponibile.
Questo atteggiamento mandava in confusione Ottavio che non riusciva a comprendere se realmente Paola lo sottometteva solamente perché voleva aiutarlo o perché si sentiva appagata.

Con grande dispiacere, oltre qualche bacio ai piedi e qualche massaggio, Paola non aveva mai ordinato a Ottavio qualcosa e non lo aveva mai sottomesso realmente.
I genitori di Ottavio erano sempre a lavoro, sia di mattina che di pomeriggio, era quindi libero di uscire fuori casa senza fornire tante spiegazioni.
Tranne qualche momento di eccitazione, Ottavio riusciva a mentenersi sobrio e razionale, rispettando i limiti che Paola gli aveva imposto all'inizio della loro conoscenza.

Una mattina mentre Ottavio era all'ultima ora di scuola, gli arrivò un messaggio sul cellulare, prese il cellulare e lesse:

SMS: "Non ci credo neanche io ma sono riuscita a finire prima tutte le scartoffie che avevo da compilare in reparto, riusciamo a vederci per pranzo? Cosi facciamo due chiacchiere che ancora non mi hai detto come vanno le cose a scuola."

Ovviamente Ottavio rispose che sarebbe passato da Paola invece di consumare un pasto precotto a casa da solo.
Mentre Ottavio si dirigeva a casa di Paola pensava al loro splendido rapporto che si era creato, era cosi tanto felice che il suo entusiasmo lo sfogò sui libri riuscendo a recuperare qualche insufficenza in un paio di materie.

Sali' a casa di Paola ed a terra come apri' la porta vide quelle pantofole meravigliose, Paola usava i sandali estivi in casa, non resistette, si sdraiò a terra e pieno di imbarazzo iniziò a leccarle, venne subito come la maggior parte delle volte.
Ormai era chiaro che Paola lasciava in giro per casa pantofole e scarpe appositamente.
Nonostante tutto, Ottavio era ancora preso dall'eccitazione e non riusciva a calmarsi, per distrarsi iniziò ad apparecchiare ed a mettere la pentola per l'acqua sul fuoco.

Paola: "Ehi Lucrezia io scappo, mi aspetta Ottavio a casa cosi chiacchieriamo un pò."
Lucrezia: "Come va con lo schiavetto?" Disse ridendo.
Paola infastidita si guardò intorno e rispose: "Ma non è il mio schiavetto, ogni tanto gli faccio massaggiare i piedi o mi faccio mettere lo smalto, ma nulla di più."
Lucrezia: "Vuoi dirmi che non ti fa trovare la tavola apparecchiata? O che non ti manda la buonanotte?."
Paola: "Si lo fa, ma lui mi vuole bene come amica, sono attenzioni che fanno parte del suo carattere, lo conosco bene, non lo fa per avere un suo tornaconto personale."
Lucrezia: "Mh, ci credo poco. Me lo fai incontrare? Se tu non sei capace di realizzare i suoi desideri posso farlo io."
Paola: "Ma è un ragazzino, non sa quello che vuole.."
Lucrezia: "Invece secondo me è abbastanza maturo per sapere quello che vuole, comunque se non vuoi lo capisco, sei gelosa." Disse ridendo.
Paola rispose: "Va bene come desideri, passa per il caffè, ma niente esperienze e cose simili, te lo presento solamente, a dopo." Chiudendo la porta.

Paola arrivò a casa e quando apri' la porta trovò la tavola apparecchiata e Ottavio sul divano che vedeva la televisione, si sentiva nell'aria odore di pasta al sugo.

Paola: "Questa volta non mi metti le ciabatte?" Disse Paola ridendo.
Paola: "Ho una fame, mangiamo?"

In realtà Ottavio non si diresse verso la porta perché sapeva di non riuscire a frenare la voglia di leccare gli stivali.
I due iniziano a parlare del più e del meno fino a quando Paola chiese a Ottavio qualche informazione in più.

Paola: "Ottavio, dovrei parlarti di alcune cose."
Ottavio annui'.
Paola: "Sei un buon amico solamente perché vuoi qualcosa da me? Anche se sai che quel qualcosa non riuscirò mai a dartelo?"
Ottavio: "Non capisco."
Paola:"Ormai passiamo tanto tempo insieme, io ti voglio bene come amico ma non posso diventare la tua Padrona. Ogni tanto ti faccio giocare un pò, ma per me è solamente un gioco."
Ottavio: "Ma lo è anche per me. Ti voglio bene come amica e mi ferisci se pensi che sono cosi solamente per raggiungere un obiettivo."
Paola: "Vieni."

Paola si sdraiò sul divano, poi tolse gli stivali neri, ai piedi portava dei calzini bianchi molto sottili, Ottavio contemplò quella scena.
Paola: "Dai vieni a massaggiarmi i piedi." Disse ridendo, oggi mi sento buona. "Non capisco se oltre a questo, ah ovviamente toglimi i calzini. Dicevo, non capisco se vuoi provare oltre oppure se sei contento cosi."

Ottavio: "Non mi sono mai sentito cosi bene in vita mia. Ho trovato un'amica e ti giuro che per me l'amicizia vera è meglio dell'amore. Ho smesso anche di darti del Lei perché non ti vedo come la mia Padrona, ma come un'amica che mi permette di sfogare i miei desideri."

Mentre Ottavio parlava, Paola lo osservava, all'improvviso Paola mise un piede avanti alla bocca di Ottavio che istintivamente preso dall'eccitazione iniziò a baciare.

La situazione era questa: Paola era sdraiata sul divano con indosso i vestiti con cui era tornata, aveva un pantalone nero lungo e i piedi scalzi erano sul pouf, ai suoi piedi c'era Ottavio che li stava baciando con devozione.
Paola chiuse gli occhi stanca, all'improvviso qualcosa le venne in testa, lei si sentiva completamente a suo agio in quella situazione.
Paola si riposò un po', apri' gli occhi e Ottavio era ancora li a baciare quei piedi dalla caviglia alle dita, una ad una, nonostante l'odore di sudore a causa delle ore di lavoro.

Paola mosse il piede e disse ridendo: "Basta cosi Ottavio." accarezzandolo "Ora devo andare, te ne prego rimettimi i calzini e le scarpe, devo proprio andare. E grazie!"

Mentre Ottavio con estrema cura indossò a Paola gli stivali numero trentanove, qualcuno bussò alla porta.

Paola: "Oddio è Lucrezia, ma io devo proprio scappare, che scema."
Ottavio: "Diglielo, no?"
Paola: "Approposito, ma tua madre non si preoccupa che non rientri?"
Ottavio scosse il capo e rispose "No, la preoccupazione non fa del suo carattere e lavorano tutto il giorno."

Paola fece cenno di andare ad aprire la porta.

Ottavio apri' la porta e si trovò d'avanti una ragazza che dimostrava la stessa età di Paola nonostante avesse un anno in più,
Lucrezia è una bella ragazza, a differenza di tutti i giorni porta i capelli neri sciolti fino alla spalla, indossa delle scarpe con il tacco scamosciate che mettono in risalto le sue caviglie, sotto non si vedono calze.
Il modo di muoversi di Lucrezia è particolare, Paola è molto sicura di se ed è genuina, mentre Lucrezia è la classica ragazza che sa di essere bella ed è molto più snob, trucco sempre presente e pesante, calzature firmate Gucci.

Paola afferra la borsa: "Scusami ma devo scappare Lucre, il caffè te lo prepara Ottavio, mi sono dimenticata di un laboratorio, perdonami."
Lucrezia: "Non preoccuparti, se tu hai da fare ora vado anche io."

Lucrezia era entrata in casa ignorando completamente Ottavio.
Paola salutò Ottavio con la mano facendo cenno che dopo lo avrebbe telefonato e andò via scendendo di corsa.

La porta era ancora aperta.

Ottavio: "L'accompagno alla porta."
Lucrezia: "E' educazione questa? Ero venuta per il caffè e ora lo pretendo."
Ottavio: "Paola è andata via e io non la conosco."
Lucrezia si siede sul divano e guardando Ottavio scoppia a ridere: "Hai ragione scusami non mi sono presentata, io sono Lucrezia, amica di Paola."

Il tono tra i due tornò cauto.

Ottavio: "Mi scusi lei, sono stato troppo brusco." Si scusò, anche se non ne aveva motivo.
Lucrezia: "Non pensiamoci più, ma il caffè? Tic tac tic tac, il tempo scorre."

Mentre Ottavio preparò il caffè, Lucrezia si tolse il giubbotto e si sedette sul divano con aria disinvolta.

Lucrezia: "Paola mi ha parlato molto di te, lo sai?"

Ottavio sbiancò e il suo cuore iniziò a battere forte per la paura.

Lurezia: "Non aver paura, vieni qui dai."

Ottavio raggiunse Lucrezia vicino al divano.

Lucrezia: "Sei solo un ragazzino, non devi aver paura di me, è giusto che tu abbia dei gusti, sai quanti ragazzi ho sottomesso?"

Ottavio non rispose.
Lucrezia si alzò, andò al centro del salone e guardò Ottavio.

Lucrezia: "Non mi hai ancora accolto nella maniera giusta."

Ottavio: "Mi dispiace, se lo venisse a sapere Paola non mi parlerebbe più, lei non comprende queste cose e io non voglio."

Lucrezia nella sua vita aveva sempre ottenuto tutto e non accettò di certo il rifiuto di un ragazzino.

Lucrezia: "Conto fino a tre, poi urlerò e andrò via correndo, racconterò a Paola che mi hai buttato sul divano e ti garantisco che so come farmi credere. Uno.. due.."

Ottavio nonostante l'eccitazione era contrariato, non avrebbe mai voluto tradire la fiducia di Paola.
Si avvicinò a Lucrezia, si inginocchiò e baciò le scarpe di Lucrezia che guardando quell'essere per lei inerme ai suoi piedi, capi' di avere il controllo e scoppiò in una risata.

Lucrezia: "Abbiamo un'ora prima che rientri Paola, spogliati. Dai non farmelo ripetere."
Ottavio: "Ma io.."

Lucrezia tirò uno schiaffo in pieno volto di Ottavio.

Lucrezia: "Ascoltami, niente di personale, ma Paola deve capire che ragazzo sei e quanto è perversa la tua mente. Darò a Paola la dimostrazione che avevo ragione io come sempre, muoviti."

Ottavio capi' che era nelle mani di Lucrezia, era eccitato ma ormai consapevole di aver rotto il rapporto meraviglioso che si era formato tra lui e Paola, iniziò a lacrimare per poi togliersi i vestiti.

Lucrezia: "Rimani solo in mutande, ti prego non piagnucolare come un bambino, non ti farò mica del male, farò quello che hai sempre sognato." Fu quando Lucrezia vide la cintura a terra che ebbe un'idea. La prese e la mise al collo di Ottavio.

Lucrezia: "Peccato che non ho un guinzaglio, i cani non possono essere liberi." disse ridendo per poi replicare: "Iniziamo, scusami ma è fondamentale per il test, devo toglierti le mutande, non preoccuparti ne ho visti molti di quei cosi li. Prima sarai collaborativo prima finiremo e Paola non saprà mai nulla."

Ottavio annui' piangendo, si tolse le mutandine ed era ormai nudo, ai piedi di Lucrezia, voleva solo scoppiare a piangere e scappare, di inerzia e senza controllò baciò le scarpe di Lucrezia che nel frattempo dominava la scena.

Lucrezia prese la mano di Ottavio e la portò sul suo seno, nessun sengo di eccitazione. Passò la mano sul sedere, nessun segno; fece distendere allora Ottavio per terra e ci sali' sopra con le scarpe, qualche piccolo segno di eccitazione che poi svani', fece la stessa cosa senza scarpe a piedi nudi e li l'erezione fu forte.

Lucrezia: "Ti piacciono proprio i miei piedi." Tolse la cintura e iniziò a dare qualche leggera frustata, nessun segno di eccitazione.

Lucrezia: "Mi stai facendo stancare." Arrabbiata iniziò a stringere i testicoli ed il pene in maniera energica nella sua mano, non troppo forte per non provocare dolore, SICURISSIMA dela riuscita, non vide però segni di eccitazione.

Ottavio: "Basta la prego, la supplico. Non sono un masochista lo giuro." Disse Ottavio che iniziò a leccare le scarpe di Lucrezia implorando di smetterla.

Lucrezia: "Hai capito il tuo ruolo qual'è?"

Ottavio: "Si mia signora."

Lucrezia: "Sentiamolo."

Ottavio: "Renderle omaggio."

Lucrezia scoppiò a ridere, rimise la cintura al collo poi estrasse dalla borsa tre foulard a fiori, questa cosa fece capire ad Ottavio che era tutto premeditato; ordinò a Ottavio di mettersi a quattro zampe e legò le caviglie e i polsi di quest'ultimo.

Lucrezia: "Ti farei una foto, sei troppo buffo, la tua Padrona comunque è gentile, andrò via prima che arrivi Paola, non sei masochista purtroppo." disse poi "Anche se non capisco, come mai esegui i miei ordini come un cagnolino?"

Ottavio: "Lei non è la mia Padrona e lo faccio solo perché mi ha costretto. Piango perché se Paola scoprisse questo, non mi rivolgerebbe più la parola e io le voglio troppo bene, non posso perderla, lei per me è come..."

Lucrezia scoppiò a ridere, prese un foulard e lo mise intorno alla bocca di Ottavio imbavagliandolo, si sdraiò sul divano spostando il pouf e disse: "Mi hai stancata, sei una lagna. Ora sarai il mio schiavo poggiapiedi, finita questa esperienza giuro che ti lascerò stare, ma ora fammi vedere quanto resisti schiavetto."

Passarono un paio di minuti e Ottavio non mostrava segni di stanchezza, Lucrezia era fiera di se stessa, anche a lavoro non aveva mai mostrato segni di debolezza, non aveva mai pianto per la morte di nessuno, al contrario di Paola.

Lucrezia messaggiava tranquillamente al cellulare, ad un tratto osservò l'orologio e disse: "Schiavo, ora devo andare ma prima, dovrai fare un'ultima cosa per me, vuoi? Ah dimenticavo, non puoi rispondere."

Scoppiò a ridere in maniera cattiva, si tolse le scarpe, avvicinò il pouf e ci mise i piedi senza calze sopra, spostò il foulard dalla bocca di Ottavio e disse schiarendo ogni singola lettera:

"L"
"E"
"C"
"C"
"A"
"L"
"I"

"S"
"C"
"H"
"I"
"A"
"V"
"O"

Paolo era visibilmente eccitato ma iniziò a piangere. "Non piagnucolare dai, lo so che non vedi l'ora di passare le tue labbra, devi rimuovere tutto il sudore, M U O V I T I mica ho tempo da perdere con un cagnolino."

Paolo era nudo e legato, stava baciando con venerazione i piedi di Lucrezia, una sconosciuta che lo aveva completamente sottomesso, quest'ultimi erano leggermente più belli di quelli di Paola e più piccolini e le dita ben proporzionate, non indossava smalto e le piante invece presentavano qualche callo, l'odore non era fortissimo ma era comunque presente il classico odore misto tra sudato e cuoio, complice l'assenza delle calze.

Baciò ogni singolo millimetro con passione quasi come forma di ringraziamento per quel regalo unico, ormai era in un mondo a se stante.

Lucrezia iniziò a leggere un giornale, aveva ormai capito che Ottavio non era masochista ma voleva solamente venerare i piedi di una donna. Lo ignorò per tutto il tempo come se fosse normale che un diciassettenne baciasse i piedi di una donna.

Mentre tutto sembrava scorrere tranquillo, ignari del tempo che passava, all'improvviso si apri' la porta di casa.

La scena fu unica: Ottavio era impegnato a leccare le piante dei piedi di Lucrezia che leggeva con disinvoltura.

L'ilarità di Paola fu scatenata quando si accorse che Ottavio era nudo e legato, andò su tutte le furie
.
Chiuse la porta e si avvicinò ai due, Ottavio cercò di dare spiegazioni quando all improvviso Paola prese il foulard e lo mise alla bocca di Ottavio.

Paola: "Non voglio sentirti. Z I T T O tu, taci."

Paola: "Lucrezia che cazzo stai combinando?" Paola per arrivare a dire parolacce doveva essere realmente incazzata.

Lucrezia: "Dunque Paola quando tu sei andata via ho deciso di testare Ottavio, contro la sua volontà. L'ho ricattato che se non mi avesse obbidito avrei detto che mi voleva fare del male sbattendomi sul divano per poi farmi chissà cosa."

Paola: "Ma solo per avere ragione? Ti avevo detto di starne fuori, ma tu sei cosi, devi averla vinta. Ti ha chiesto lui di fare questo?"

Lucrezia: "Assolutamente no, ti spiego." Lucrezia ovviamente non chiese scusa.

Paola si sedette sul divano ed ignorò completamente Ottavio che piangeva ed era ancora nudo e legato.

Lucrezia: "Da come mi avevi parlato ero sicura fosse un masochista, allora ho fatto un pò di pratiche, l'ho preso a schiaffi, l'ho calpestato, ma nulla. Non ha mai goduto. Poi gli ho detto che o mi leccava i piedi o avrei urlato, come ti accennavo prima."

Paola: "E allora perché piange?" disse osservando per qualche secondo Ottavio.

Lucrezia: "Piange perché fin dal primo minuto di sottomissione ha avuto paura di perderti. Non è un masochista, non vuole essere picchiato o quello che credeva, certo potrà diventare un ottimo schiavetto, vuole solo i tuoi piedi e vuole solo te, sei tu la sua Padrona. Fosse stato per lui anche se ne aveva desiderio, non mi avrebbe mai ascoltata, ecco perché ho fatto ricorso al ricatto. Suvvia io non sono cattiva, l'ho fatto solo per te e per divertirmi un pò anche io." rispose ridendo.

Paola: "Si questo l'ho capito." poi perplessa rispose "Padrona? Ma io non voglio essere una Padrona e lo avevamo già messo in conto, lui lo sa perfettamente, mi vuole bene come un'amica."

Lucrezia: "Come vuoi credere tu."

Paola osservò Ottavio e disse: "Non posso essere la tua Padrona, se vuoi una Padrona che ti schiavizzi per la vita, prostati ai piedi di Lucrezia, ma non mi vedrai più, sappilo. Se invece vuoi me, sdraiati ai miei piedi."

Ottaviò non ci pensò due volte e si gettò ai piedi di Paola cercando di baciarli, non riuscendoci iniziò a mugulare. Paola soddisfatta poggiò le suole delle scarpe sul petto di Ottavio senza fare troppa pressione.

Lucrezia: "Credo sia ora di andare."

Paola: "Già, hai fatto abbastanza, ci vediamo domani, ciao Lucre."

Paola e Lucrezia si salutarono normalmente e quest'ultima se ne andò come se niente fosse, ignorando Ottavio che piangeva ancora.
Paola andò alle spalle di Ottavio e iniziò a dargli qualche calcio non troppo violento sul sedere.

Paola: "Sono arrabbiatissima, caccia il carattere e difenditi! Non farti sottomettere dalla prima donna che capita. Voi maschi per colpa di quel cosino la in mezzo, non capite più nulla a volte."

Si sdraiò sul divano sospirando a fondo, prese l'ormai famoso pouf, ci stese i piedi e tolse il bavaglio a Ottavio che piangendo disse: "Paola lo giuro lo giuro lo giuro! Non volevo essere sottomesso da lei, te lo giuro, ti prego non cacciarmi, ti voglio troppo bene sei la mia migliore amica, sei tutto per me. Ho provato a oppormi ma lei mi ha minacciato lo giuro, a me basta la tua amicizia e poi.."

All'improvviso Paola per la rabbia tirò un ceffone a Ottavio e con grande stupore vide che ebbe un'erezione.

Paola: "Allora Paola non aveva del tutto torto. Solamente che tu vuoi solo me. Ma come devo fare con te? Che dolce però che sei."
Si tolse le scarpe, accarezzò Paolo poi lo prese per i capelli e disse:

"Ora leccami un pò i piedi, è il tuo regalo come premio fedeltà." aggiunse "Non crederti che sarà cambiato qualcosa per me, ricordati: non sono la tua Padrona ma una tua amica, ti voglio bene e lo faccio solo per te."

Ottavio iniziò dunque a leccare le piante di Paola, contentissimo come non mai.
Si estraniò da tutto, iniziò dal tallone che puli' ripetutamente, poi passò alla pianta e dedicò gran parte del suo tempo alle dita dei pieid, una ad una. La cosa che Paola amava di più ma non voleva ammettere a se stessa, è che a lei piaceva essere trattata da Padrona ed era sicura del bene di Ottavio che dimostrava tramite l'accuratezza con cui svolgeva quel delizioso compito.

In realtà entrambi sapevano che ormai Ottavio era il suo schiavetto e che quel giorno rappresentava la sua iniziazione.

All'improvviso Paola si alzò rimise il bavaglio a Ottavio e disse: "Vado a fare dei servizi, ci vediamo stasera."

Indossò il giubbotto, la sciarpa poi i guanti, lo osservò nei dettagli e ridendo lo lasciò li nudo, a quattro zampe, legato e imbavagliato.

Ottavio scoppiò a piangere, ma questa volta non per tristezza: ma di gioia, non l'aveva persa.


"C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso... Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale..."
Christopher McCandless (Into the wild)
 
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poggiapiedi
view post Posted on 2/2/2015, 10:12     +1   -1




applausi!!!
 
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