| Arrivò quel giorno, finalmente, che tanto avevo sperato, anelato, e successivamente atteso, oltre ogni simile esperienza precedente. Un lungo viaggio seguì una notte "disturbata" da piacevoli pensieri, eccitazione ed emozioni di forte intensità; mai viaggio in treno fu così piacevole e mai ritardo fu così odiato, tanto era il desiderio, misto a curiosità, di dare forma tridimensionale a quei momenti sognati e in qualche modo vissuti fino al destinato martedì di gennaio. Giunto nella capitale un pallido sole sorse dopo giorni di pioggia intensa, il pomeriggio prometteva bene. Mi incamminai verso la meta con passo veloce, sul viso si dipinse un ebete sorriso, tale da destare curiosità ad ogni anima che incrociavo; voglia, imbarazzo, un vortice di sensazioni difficile da definire e descrivere. l'inusuale situazione, almeno per me, da cui ebbe origine questo incontro, ovvero l'amicizia creatasi nel tempo prima che si materializzasse nella mia mente qualunque possibilità di poter trovarmi, in carne e ossa, innanzi a coLei che nei pensieri rappresentava lo stile Femdom per eccellenza, e la Femmina a cui poter dedicare adorazione, anima, e corpo, ammetto, aiutò a fronteggiare l'imbarazzo che la timidezza spesso mi crea. Arrivai alla portone, davanti a me il campanello, 10 minuti di ritardo, 10 minuti che suonano come come un bel sogno che si interrompe a metà; entro, salgo le scale, la fila di porte lungo il corridoio, l'ansia di scoprire quale si apre, la curiosità di un bimbo che sotto l'albero guarda i regali cercando di capire quale sarà il suo. Vedo la porta, vedo Lei, finalmente! Francamente non credo di aver pronunciato molte parole intelligenti e neanche credo lo fossero le mie espressioni, mi uscì una stupida presentazione, come se non sapesse il mio nome; chissà che avrà pensato. A questo punto 2 sentimenti contrastanti si mescolavano in egual misura nella mia mente: la voglia di chiacchierare, di conoscere meglio la Padrona più attesa, e la consapevolezza che da li a 3 ore dopo, avrei dovuto lasciare quelle emozioni uniche per riprendere la via del ritorno, e quindi non voler perdere neanche un istante di quella Dominazione e di quel desiderio di soddisfare un minimo i capricci, le voglie, le necessità della Lei che mi si parava davanti col fascino, l'autorevolezza, e il sorriso di chi, oltre che incuriosito, è consapevole di iniziare qualcosa che ama e che la diverte. Il breve scambio di parole a cui seguì l'inizio di ciò che reputo un' esperienza molto più ampia di una sessione, si svolse con estrema naturalezza, qualche risata, qualche sguardo. La mera cronaca delle ore successive non fa per me, le sensazioni provate e le esperienze vissute, credo debbano rimanere disegnate come un dipinto fluido e dinamico nella mia e, chissà, nella Sua mente (così mi piace pensare); mi limiterò a dire che i minuti sono sono trascorsi come secondi, che vi sono stati momenti di sana ilarità, come un bellissimo gioco vuole, e momenti, sempre restando nella sfera del personale, di coinvolgimento totale, di stupore, di orgoglioso compiacimento nello strappare un sorriso di soddisfazione alla Padrona, nel divertirla, nell'illusione di essere, pur per poco tempo, il giocattolo con cui trastullarsi, la tavola su cui cui dipingere, il corpo su cui scolpire i segni, il giullare che diverte la Regina, traendo il proprio piacere dal solo sapere che, anche un minimo, sono servito a tali scopi. Dopo, non nego, la malinconia; avrei potuto fare di più, avrei potuto fare meglio; troppo rapida la fuga, ma il treno alla partenza non è mai in ritardo, inesorabile bastardo sei tu, tempo, che scorri rapido sui momenti felici.
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