giuro, ce l'ho fatta!
Ho letto quasi tutti i commenti scritti finora... Ammazza se siete logorroici!
(ha parlato quello che per fare la lista della spesa ha bisogno di 3 fogli!!)
Dunque, eccomi qui in byte e circuiti integrati. Sono il masterone kattivone che è anche il padrone di maria.
Se avete dubbi o domande a cui non risponderò in questo messaggio iniziale, fatele con educazione e cercherò di rispondere nel modo più esaustivo e prima possibile.
Non conosco ancora tutti i vostri nomi/nick e quindi faccio fatica a ricordarmi chi ha detto cosa... ma vorrei fare alcune precisazioni che reputo importanti per aiutarvi ad inquadrare meglio quello che è andato in onda. Non voglio certo modificare i vostri giudizi ed opinioni, ma semplicemente darvi modo di formularli conoscendo meglio antefatti e dettagli.
Prima di tutto devo dirvi che io, maria e Dea Selvaggia siamo stati invitati a parlare della nostra visione del BDSM e del nostro modo di viverlo. Non siamo stati chiamati "a parlare di BDSM". Sinceramente, con il senno di poi, sarebbe stato utile che la redazione stessa avesse preparato un cappello iniziale per introdurre meglio l'argomento BDSM e quindi anche poter inquadrare le nostre diverse posizioni all'interno dello spettro di possibilità.
Quindi io non sono andato in quanto ex-gestore di un negozio fetish, di istruttore di shibari o organizzatore di feste ed eventi BDSM. Sono andato lì come praticante esperto e ho messo in piazza i punti salienti della mia relazione con Maria. La stessa cosa vale per maria (che è organizzatrice di eventi, modella fetish e di shibari e -anche- Prodomme) o Dea Selvaggia stessa. Nessuno di noi ha sentito la necessità di farsi pubblicità (cosa che sarebbe stata comunque probabilmente censurata in fase di montaggio finale). Oltretutto, nel caso del Prodomming è probabile (ma non mi sono mai posto il problema e quindi non ho affrontato la questione in dettaglio) che parlare apertamente in una trasmissione del fare sessioni a pagamento potrebbe non essere del tutto legale. Ma a prescindere, eravamo tutti lì come BDSMer, ovvero come persone (capaci e preparate) che lo praticano, in un modo o nell'altro. L'obiettivo era parlare di approcci diversi, di presentare due modi di viverlo, non certo "gli unici due modi di viverlo". Come ho detto prima, su questo la trasmissione avrebbe potuto (ma non necessariamente dovuto) fare di più.
Tenete presente che, prima di accettare, sia io che maria abbiamo fatto lunghe chiacchierate telefoniche (parlo di un'ora e mezza a botta...) con la redazione. Anche l'intervista con maria è durata più di 90 minuti e da quella hanno estrapolato solo gli inserti che sono serviti a "lanciare" gli argomenti in studio: il collare e gli altri a seguire. Ma in quelle lunghe chiacchierate e nell'intervista siamo ovviamente andati molto più a fondo, molto più in dettaglio su tante cose: chi siamo, come siamo arrivati ad essere chi siamo oggi, che cosa c'è intorno a noi e come ci relazioniamo con gli altri bdsmer e non, etc...
Non c'era quindi modo di poter parlare in termini generali, di spiegare tutte le varie differenze all'interno del mondo BDSM per quanto riguarda ruoli, approcci, modi di vivere, etc.
L'intero blocco è durato 45minuti ed eravamo in 7 persone a dover/poter intervenire.
Io ritengo di essere una presona preparata ed in grado di saper comunicare. Per mia scelta, non sapendo (fino a poco prima di registrare) chi fossero gli altri ospiti, avevo deciso di seguire due punti fermi per quanto riguarda la mia presenza: non lasciarmi prendere dal controbattere ad ogni singola cazzata/battuta a meno che non fosse davvero necessario per non rischiare di passare il tempo a discutere di un singolo dettaglio e trasformare tutto in una rissa verbale alla Sgarbi (l'unico momento in cui sono intervenuto in modo deciso è stato per chiarire che "schiava" non è usato in modo dispregiativo come poteva pensare Diaco). Il secondo punto era di evitare temi generici, perchè su quei temi è più facile che gli altri -anche se non preparati- possano pensare di avere qualcosa da dire e finire nuovamente invischiati in discussioni semantiche, sterili o, peggio, ideologiche. In pratica li ho voluti far giocare su un terreno a loro non familiare, parlando di protocolli, di relazione D/s, etc. Per lo più ascoltavano in silenzio, magari annuendo o scuotendo la testa ma di certo non mi ritrovavo qualcuno a dire "eh, ma il collare non dovrebbe essere usato in questa maniera..." etc etc. Questa strategia sarebbe stata ancora più utile nel caso mi fossi trovato di fronte gente di ideologie completamente contrarie ad una sessualità libera. Per fortuna (e questo va fatto notare), la redazione ha scelto di non creare un dualismo di posizioni, ma ha invitato comunque ospiti abbastanza neutrali, se non addirittura favorevoli.
Capisco che molte persone possano non essersi sentite rappresentate da me/maria o da Dea Selvaggia. Non tutti vivono un rapporto 24/7, non tutti sono sessionisti, etc.
Vi assicuro che quelli della redazione avrebbero voluto parlare ed avere in studio anche altre persone e hanno chiesto più volte se conoscevamo qualcuno disposto a "metterci la faccia".
Ora, qui si è aperto un grande dilemma: la stragrande maggioranza delle persone che reputo preparate e capaci di comunicare un pensiero sul BDSM che non sia solo frutto di wikipedia, sono anche persone che tengono molto alla propria privacy e che non vogliono/possono apparire così pubblicamente. L'ultima cosa che io voglio è continuare a vedere trasmissioni sul BDSM in cui gli esponenti si nascondono manco fossero dei pentiti di mafia.
Dea Selvaggia stessa ha deciso, contrariamente ad una sua iniziale decisione, di presentarsi in trasmissione a viso scoperto (cosa che è stata fatta notare anche da Giletti stesso). Ne sono stato estremamente contento.
Se qualcuno si arroga il diritto di parlare di BDSM -a titolo personale o no- DEVE avere il coraggio di metterci almeno la faccia (io ci metto pure il nome...), altrimenti può scrivere libri, saggi ed essere comunque utile alla Comunità BDSM in altro modo (un esempio brillante è Ayzad, che per motivi personali, non ama la pubblicità mediatica così ampia).
Sinceramente non sono riuscito a trovare nessuno che non rischiasse di essere una macchietta o che dovesse nascondersi. Se qualcuno qui vuole candidarsi, sarò ben lieto di fare la sua conoscenza (possibilmente di persona) per situazioni future. Infatti non sono d'accordo con l'approccio giornalistico del "vado ad un evento ed intervisto il primo che capita", perchè spesso quello è un* coglion* che non ha mai letto un libro e che a malapena sa parlare in italiano. Non tutti devono avere il microfono. Mi spiace, ma è così.
Io, maria e Selvaggia non rappresentiamo la totalità dell'universo BDSM, ma solo una parte. Se qualcuno si aspettava il documentario sull'universo BDSM mi spiace, ma non era questa l'occasione per parlarne. Non che io non ne sia capace!! Anzi... dopo questa esperienza sto davvero pensando di realizzare qualcosa di più strutturato del mio blog e di creare anche dei video tematici (anche qui... volontari a me!). Però credo che io, maria e Selvaggia sappiamo parlare, sappiamo esporre un concetto e, soprattutto, abbiamo un concetto da esporre che non è stato formulato nei 2 secondi tra la fine della domanda e l'inizio della risposta.
Dai miei quasi 4 lustri di esperienza nella comunità e da quasi 15 anni in cui sono -appunto- un membro particolarmente attivo (grazie al negozio, ma anche ad eventi, viaggi, conferenze, corsi in giro per il mondo) e con un punto di vista privilegiato (sfido chiunque ad essersi confrontato così a lungo con vanilla curiosi che entrano in negozio, giornalisti e rompipalle in genere) posso dire che ognuno di noi tende a pensare che il mondo BDSM assomigli al nostro modo di vederlo più di quanto succeda nella realtà.
I sessionisti vedono solo quello, chi fa 24/7 tende a pensare che quelli che giocano ogni tanto siano pochi, etc.
Mi spiace, ma devo deludere un po' tutti.
Se pensate che le "macchiette" descritte da Dea Selvaggia non esistano, dovete ricredervi. Ci sono eccome. Il fatto è che voi non vi ci rispecchiate e vi sentite in qualche modo offesi.
Ci sta.
Ci sono quelli che vivono il BDSM in modo costruttivo e quelli che lo vivono con disagio (e su dove si debba tracciare la linea di confine tra BDSM ludico e patologico ci sarebbe da fare lunghissime discussioni), ci sono quelli che lo vivono all'interno di un rapporto d'amore e quelli che l'amore ammazza il bdsm. E così via.
Se non vi siete sentiti rappresentati, poco male: vuol dire che semplicemente pensavate di essere voi il centro dell'universo BDSM ma non è così. Per altri voi magari siete una minoranza o -addirittura- un'eccezione.
Infine, non capisco perchè ancora nel 2018 c'è chi dice cose del tipo "ah, io con quella Mistress non ci andrei mai perchè poi fa la schiava di X o perchè ha una relazione vanilla, etc".
Ora, non so chi siate, ma davvero voi siete così monolitici e rigidi? Cavolo, pensavo io di essere uno cazzuto, ma voi mi fate impallidire!!
Semplicemente le persone sono più complesse del (unico) ruolo che a voi interessa: maria, ad es, è una persona dolcissima con i suoi amici, molto determinata nel suo lavoro di organizzatrice/gestionale, sadica quando c'è da menare, stronza quando c'è da umiliare, sottomessa quando c'è da lucidarmi gli stivali, cagna quando c'è da fare zozzate.
Anche Dea Selvaggia è una persona con cui è piacevolissimo trascorrere il tempo libero, che mi sembra stra-innamorata di sua moglie, che vive un rapporto D/s intenso con il suo schiavo e che si diverte a giocare agli eventi quando e con chi le ispira, perchè le piace fare una serie di pratiche.
Sia Maria che Selvaggia fanno anche le Prodomme? E quindi? E' un problema? E' sminuente? E' l'unico modo con cui voi volete etichettarle?
Entrambe sanno scindere i ruoli ed i momenti in cui essere Prodomme, Mistress, amante, moglie, schiava, amica, etc. La reputo una gran cosa!!
Io ad i miei eventi ho sempre accolto anche le Prodomme, a patto che non venissero lì per procacciarsi clienti. Ma una Prodomme con la P maiuscola, per me, è anche una lifestyler che ha fatto di una sua passione la sua professione. Il problema è, semmai, nella preparazione che queste persone possono millantare, nonchè nella loro etica. Ma questo è un altro discorso.
Alla Rome BDSM Conference, ci sono state spesso Prodomme provenienti da mezzo mondo che hanno tenuto workshop interessantissimi. Una persona preparata e capace è una risorsa per la Comunità. Non esistono paria o persone da evitare per via della loro professione. Si può imparare da chiunque.
Oltretutto, le critiche alle Prodomme sono spesso frutto di un atteggiamento retrogrado e maschilista: perchè non si criticano allo stesso modo i rigger di professione (giusto per parlare di qualcosa in cui sono coinvolto?). Il sexworking si declina in molti modi.
Ricapitolando e tornando a bomba sul tema iniziale: si poteva fare di più durante quella trasmissione? Sicuramente la redazione poteva fare uno sforzo in più per contestualizzare cose così particolari ed aiutare gli spettatori a comprendere meglio. Sarebbe bastato un servizio di un paio di minuti per coprire i temi principali.
Io sono un'ottimista e voglio guardare il bicchiere mezzo pieno: nessuno dei presenti ha ridicolizzato il BDSM o lo ha presentato come una malattia o un qualcosa di negativo.
Il messaggio è comunque che "diverso non vuol dire necessariamente sbagliato".
Concentriamoci e lavoriamo per fare ancora meglio la prossima volta, per creare occasioni migliori in cui poter parlare con cognizione e con maggiore approfondimento.