Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Posts written by Mr.teef

view post Posted: 22/11/2012, 23:47     schiavo di una mia compagna di liceo - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Molto probabilmente posterò un nuovo racconto nel fine strimana o al più tardi settimana prossima
view post Posted: 21/11/2012, 23:44     VITA DA SCHIAVO - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Secondo me i primi tre quarti della storia se fissero stati scritti con uno stile migliore sarebbero stati apprezzabili decisamente...peccato per il finale decisamente raffazzonato e di brutto gusto (per intenderci dalla parte degli annunci in poi)
view post Posted: 21/11/2012, 07:14     schiavo di una mia compagna di liceo - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
CITAZIONE (BOMBERROMA @ 21/11/2012, 00:57) 
Bellissimo! merita di essere continuato :)

Continuato direttamente non credo perchè è un racconto abbastanza chiuso però posso scrivere di altri episodi sia veri sia prodotti della mia immaginazione che vorrei si realizzassero con lei...se vi farebbe piacere scrivetemelo in un commento
view post Posted: 20/11/2012, 19:59     +1schiavo di una mia compagna di liceo - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Salve a tutti sono Maxxy95 e ho 17 anni. E’ il mio primo racconto e volevo parlarvi di come sono diventato lo schiavo di una mia coetanea bellissima (so che siamo giovani ma ci siamo scoperti entrambi partecipi di questa passione). Il racconto si basa su una vera esperienza che ho avuto l’anno scorso anche se alcune parti qui sono un po’ accentuate o in piccola parte inventate.
Federica è una mia compagna di liceo per la quale ho sempre avuto un debole. Eravamo a casa sua una sabato sera con dei nostri amici, lei aveva un paio di shorts e una canottiera ed era scalza (un 37 di piede). Ad un certo punto abbiamo iniziato a fare la lotta con i cuscini, dopo la cosa è andata avanti senza i cuscini facendo delle prese in stile lotta libera per gioco, Lei mi ha preso e ha iniziato a colpirmi finché alla fine mi sono lasciato atterrare, mi è salita sul petto e ha appoggiato uno dei suoi piedi sulla mia faccia in segno di vittoria. Io ero eccitatissimo perchè adoro i piedi delle ragazze ed essere sottomesso da loro, quindi senza farmi notare da Lei e dagli altri le baciai leggermente la pianta del piede. Fece finta di niente fino a quando verso le 23.00 i miei amici non se ne andarono e, quando feci per andarmene anch'io, Lei mi fermò e mi disse con un sorrisetto malizioso e insinuante:” sai comunque me ne sono accorta prima che eri eccitato e mi hai baciato un piede! ma perchè? ti piacciono forse?” io all'inizio cercai di negare, ma lei si accorse che mentivo e allora le dissi la verità. A quel punto, con un tono misto tra lo scherzo e una leggera vena di sadismo, mi disse che sarei diventato il suo schiavetto, ma prima dovevo dimostrargli la mia sottomissione e allora le baciai i piedi per una decina di minuti ringraziandola. Dopodiché lei mi scostò la faccia con un piede e me la sollevò per parlare. Mi disse che voleva andare in camera sua perchè in taverna non c’era nulla con cui divertirsi, io La seguii in piedi, ma subito mi ordinò di mettermi a quattro zampe quando a un certo punto si fermò e disse: sono stanca di camminare e poi voglio vedere quanto è forte il mio schiavetto! (premetto che non ho un fisico da palestrato ma nemmeno da rammollito)” così si lasciò cadere sulla mia schiena abbastanza violentemente e si posizionò a cavalluccio ordinandomi prima di fare un paio di giri della taverna attorno ai vari tavoli e divani, mi fece fare qualche flessione, rigorosamente tenendo il suo dolcissimo peso sulle mie spalle e infine mi ordinò di portarla in camera sua che stava al primo piano. io feci le prime scale che portavano fino al piano terra ma subito la implorai di fare una pausa perchè ero sfinito. Lei per due volte fece finta di non sentire, anzi mi diede una leggera tallonata sullo sterno come per dirmi di sbrigarmi, ma alla terza mi ordinò di fermarmi, smontò dalla mia schiena con un aria decisamente seccata e si buttò sul divano del soggiorno dicendo:”sono molto delusa dal tuo comportamento” io mi prostrai davanti a lei e le dissi che mi dispiaceva tantissimo e che mi sarei fatto perdonare. Allora mi ordinò di andare nello stanzino e prenderle le sue scarpe: delle decoltè nere con tacco a spillo da dodici arrotondate in punta(erano meravigliose, veniva voglia di leccarle solo a vederle). GlieLe portai, se le infilò e disse:” con queste scarpe sono andata a ballare ieri e sono tutte sporche, per farti perdonare dovrai pulirle per bene con la tua lingua altrimenti ti arriverà una dolorosa sorpresa che di certo non farà del bene alle tue parti basse”. Intuendo che sicuramente se le avessi disobbedito mi avrebbe colpito proprio lì in mezzo (conoscendola ne sarebbe stata capace perchè non era la prima volta che prendeva a calci nell'inguine un maschio e anche perchè i calci nelle palle non mi eccitano come molti feticisti, anzi fanno decisamente male) iniziai subito a leccarle con dei colpi di lingua ampi e veloci, puntò addirittura il tacco sul pavimento alzando la suola e ordinandomi di pulirla completamente. In quel momento mi sentii totalmente sottomesso alla mia Dea, ero contento di poterla finalmente servire come meritava capii che avrei fatto qualsiasi cosa per lei. Ad un tratto mi fermò e mi disse che era troppo facile per essere una punizione allora andò a prendere nel ripostiglio un filo per i panni poi mi ordinò di togliere i pantaloni. La guardai perplesso, ma prontamente mi disse: “non sarà la prima volta che ti fai vedere nudo da una ragazza e poi tu da ora sei il mio schiavo e fai tutto quello che ti ordino” (la conoscevo dal molto e quindi avevo già una gran confidenza con lei e lei con me). Levai i pantaloni e subito lei mi prese lo scroto e mi legò alle palle un cappio fatto con una parte del filo e l’altra estremità la fissò al piede del divano. Si mise davanti a me e mi ordinò di ricominciare a lustrarle le scarpe con la lingua, ma subito iniziò ad indietreggiare lentamente fino a che io non potei più arrivarci. Il mio corpo e la mia lingua completamente tesi riuscivano solo a sfiorare la punta della sua scarpa senza però riuscire a toccarla. Mi disse che dovevo continuare a leccare e che piuttosto avrei dovuto lasciarmi lacerare le palle dal filo, ma sarei assolutamente dovuto arrivare alla sua scarpa. Mi sentivo un incapace perché non riuscivo a soddisfarla e avrei fatto di tutto per poterLe togliere anche solo un grammo di sporcizia in più dalle scarpe. Alla fine non ci riuscii e la supplicai di avvicinarsi ma lei di tutta risposta mi piantò il tacco in mezzo alle scapole e mi disse:” questa era la tua unica opportunità di farti perdonare ma l’hai fallita”. Allora mi slegò dal calorifero, mi mise la corda intorno al collo come guinzaglio e con la parte di filo che avanzava mi legò le mani dietro la schiena così che dovevo stare con le mani ferme e la testa dritta. Poi mi ordinò di finire il lavoro con le suole delle sue scarpe fino a che non fossero tornate come nuove. Leccai circa un quarto d’ora poi ad un certo punto mi sollevò la testa, mi rimise in ginocchio e in un lampo mi tirò un calcio nelle palle che mi fece quasi vomitare e disse:” hai fatto un buon lavoro con le scarpe e per questo te ne tirerò solo un altro” non fece in tempo a finire la frase che ero di nuovo faccia a terra piegato dal dolore del secondo calcio. Si alzò dal divano e mi disse che per quella sera sarebbe finita perchè era stanca e sapeva che io non sarei potuto tornare a casa troppo tardi, ma mi assicurò con un tono diventato ora decisamente sadico, che non sarebbe stata l’ultima volta. Pretese però come ultimo compito che la portassi fino in camera sua a cavalluccio, anche se questo voleva dire fare un altro piano di scale. Le dissi che ero sfinito poichè era stata una giornata intensa e in più avevo dovuto subire le sue angherie, ma non volle sentire ragioni e mi fissava dall’alto con una grazia imperiale. A quel punto mi gettai subito a quattro zampe e lei salì senza troppi complimenti. La portai su per le scale, si vedeva che da piccola aveva fatto equitazione perchè era molto composta nonostante io fossi così stanco da barcollare leggermente e ogni tanto mi dava dei colpetti con le caviglie come quando si sprona un cavallo vedendomi rallentare il passo per riprendere fiato. Arrivati finalmente davanti alla porta di camera sua mi vide tutto affannato e rosso in viso per lo sforzo e a quel punto disse:" voglio essere buona con te e ti farò un regalo. Aspetta qui fuori un attimo e quando te lo ordinerò entra e striscia fino al mio letto e quando dico strisciare intendo proprio con la faccia per terra perché ora stai per entrare in una stanza nella quale non sei degno di mettere piede". Obbedii senza controbattere e appena mi chiamò strisciai come un verme fino al suo letto. Nel frattempo si era cambiata, indossava un pigiamino corto grigio ed era a piedi nudi. Stava seduta in una posa decisamente regale che avrebbe indotto ad inchinarsi a lei pure il re dell’universo. Quando le arrivai vicino posò delicatamente i piedi sulla mia schiena calcando poi leggermente con il tallone destro poichè aveva appena accavallato le gambe e iniziò a parlare: “d’ora in poi io sarò la tua padrona, quando saremo in pubblico ti comporterai normalmente ma non dovrai mai mancarmi di rispetto e quando saremo da soli ti prostrerai davanti a me, non potrai camminare in piedi ma solo a quattro zampe o strisciando a seconda del mio volere e se non mi stai trasportando a cavalluccio dovrai baciare il suolo su cui cammino, ti rivolgerai a me chiamandomi padroncina o principessa e dovrai eseguire tutti i miei ordini qualunque essi siano. Ora visto che ti piacciono così tanto i miei piedi ti concedo di leccarmeli ora che non indosso le calze visto che sarà una delle rare volte che da ora potrai farlo e adesso schiavo cerca di farmi rilassare e conciliarmi il sonno leccando come un bravo cagnolino”. Stavo per esplodere dall’eccitazione perché finalmente avevo trovato una ragazza bellissima che mi trattava come avevo sempre sognato. Non persi nemmeno un secondo, la ringraziai, lei si sdraiò pancia in giù e iniziai a leccarle le piante dei piedi cercando di massaggiarglieli con la lingua per farla rilassare il più possibile. “ora bacia una volta la pianta di ogni piede ringraziandomi come un umile servo e poi striscia fuori da camera mia, vai all’ingresso dove troverai un paio di All Star viola che dovrò mettere domani mattina, leccane ogni millimetro fino a farle tonare nuove. Se troverò anche solo un granello di terra la pagherai la prossima volta.” Striscia fuori andai all’ingresso e feci il mio lavoro in ginocchio, senza nemmeno sollevare le scarpe dal suolo per ribadire la mia sottomissione, come se la mia dea potesse vedermi. Finito le rimisi al loro posto, le baciai sulle punte e me ne tornai a casa consapevole di essere il ragazzo più fortunato della terra.
Spero sia piaciuto anche se un po’ lungo , è il mio primo lavoro e non so che reazioni susciterà. Lasciate qualche commento e vedrò se scrivere ancora qualche cosa
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