Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Posts written by Vtx

view post Posted: 31/7/2021, 22:21     +12020 - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
"Iniziamo da qui".
Mi indica una bella sedia ginecologica.
Cuscini in pelle bianco panna e tubolari che sostengono le staffe modificati con un bell' anello saldato per poter ancorarci le cavigliere con un moschettone.
Mi fa accomodare e mi immobilizza le gambe. Sono totalmente aperto alle sue voglie.
Le braccia sono distese lungo i fianchi. Le polsiere vengono assicurate ad altri anelli posti sul fianco della sedia. Non si sta male. Poi abbassa la parte finale del cuscino, in modo che anche il mio culetto sia facilmente violabile.
"Comodo?" Mi dice con un sorriso.
"Non potrei stare meglio" ribatto tranquillo.
La situazione mi eccita tanto che in mezzo alle gambe l'alzabandiera è scattato da un pezzo.
"Adesso vediamo di renderti più confortevole". Pausa. "Prima di farti soffrire".
Afferra, da un pratico comodino di truciolato ricoperto di laminato bianco posto a lato della sedia, una bottiglia del più famoso olio per bambini di tutto il mondo e lo apre con un sorriso.
"Questo è il migliore per una bella sega a mani nude".
Ne versa un'abbondante quantità sulla punta del mio pene.
Poi comincia a muovere sapientemente la mano destra.
La sua espressione diventa distante e sognante.
Io mi perdo nella morbidezza del suo viso rilassato.
La sua mano percorre tutta la mia asta, prima stringendola tutta ma aprendosi quando arriva sulla cappella, poi improvvisamente cambia tecnica: si stringe bene sulla punta del glande.
Io sussulto per il godimento. Dopo pochi colpi così sento le pulsazioni tipiche dell'orgasmo.
"No, ferma. Ti prego, non farmi venire subito, voglio supplicarti tanto prima di venire".
Sorride mentre mi afferra e stringe saldamente la base dell'asta impedendomi di venire. Ho dei colpi come se stessi venendo ma la stretta è tale che la sborra non passa.
"Ma certo che supplicherai. Tanto. Sono piuttosto brava in questo."
Sorrido.
Lei mi sorride guardandomi negli occhi in un modo dolcissimo.
Sembra una bambina golosa con un sacchetto di caramelle morbide quando mi guarda e dice:"Sono capace di andare avanti così per ore senza farti venire. Ogni volta le palle saranno più piene e sarà sempre più doloroso. A volte i miei schiavi li porto al punto che non riescono neppure più a venire e si ammoscia. Devono andare a casa, aspettare un paio di ore e poi svuotarsi da soli. Ma con te non sarò così cattiva:tu sei un cliente ed hai espresso dei desideri. Voglio farti fare una sborrata da film hard".
Vede che in zona inguinale mi sono calmato.
Ricomincia un movimento languido.
Poi usa solo pollice ed indice sulla parte iniziale del glande.
All'improvviso cambia ancora tecnica e mi stimola solo con la punta dell'indice appena sotto il glande.
Io sto quasi per venire.
Lei interrompe. Stavolta non sembra necessaria la stretta. Mi lascia lì tranquillo.
"Ancora un pochino, poi ti sistemo delle pinze sui capezzoli e ti faccio il culetto".
"Oh, si, ti prego, portami sempre più al limite".
"Ma certo!"
Stavolta con la sinistra stringe bene l'asta e passa il palmo sulla punta, con movimenti lenti, sinuosi, circolari. Il sorriso è lascivamente sognante, quasi pregustasse il seguito. Si lecca le labbra con voluttà.
Adoro quelle labbra meravigliose. Il pensiero di baciarle e di violarle con la mia lingua mi eccita ancora di più.
Esprimo a voce i miei pensieri, guadagnandomi una serie di schiaffi sul glande che, seppur dolorosi, mi eccitano ancora di più.
Stimola l'uretra con la punta dell'unghia provocandomi una serie di spasmi a metà tra il godimento ed il fastidio.
Stavolta appena sente le pulsazioni, cambia tecnica.
Prende una sottile canna di bambù e mi rifila dei violenti colpi sulla punta. Sussulto per il dolore.
Purtroppo la situazione, non so perché ma mi eccita ancora di più e rischio di scappare.
"Guarda che se vieni, facciamo un orgasmo rovinato e poi ti punisco ancora peggio".
"No, ti prego," mugolo,"no, no,no, ti prego, bloccami. Non voglio un orgasmo rovinato. Ti prego. Voglio soffrire ancora per te".
Stringe fermamente ancora una volta la base del pene. Ancora una volta il mio orgasmo viene strozzato.
Sorride, dolcemente perfida. Lo so l'ho già detto ma che ci posso fare, quello è il suo sorriso standard in certe situazioni.
Quello ed passarsi la lingua in modo voluttuosamente osceno sulle labbra, percorrendo il labbro superiore dall'angolo sinistro al destro, con quel roseo triangolino a punta.
"Anch'io voglio che tu soffra per me".
"Stai qui, non ti muovere".
La sua espressione maliziosa non promette nulla di buono.
"Non me ne andrei neppure se fossi libero", ribatto, ormai perso in lei.
Annuisce seria.
Sparisce. Va verso il bagno . Sento scorrere l'acqua.
Torna con una sacca per clisteri da due litri colma di, quello che scoprirò, è un tiepido liquido.
"Adoro i clisteri. Mi piace praticarli. A volte me ne faccio qualcuno da sola. E poi è meglio per lo strapon. Non sarebbe necessario, ma se poi ho voglia di farti fisting, siamo già pronti e non devo fare in seguito."
Appende la sacca. Poi mi mostra una sonda da cinquanta centimetri.
"Prima però rendiamo il tutto più interessante".
Prende delle pinze d'acciaio per capezzoli. Sono di quelle legate con una catenella e dotate di una vite per regolare l'intensità della stretta.
Me le applica velocemente, incurante delle mie urla, anzi, sembra goderne.
Stringe le viti fino a che capisce che stanno facendomi molto male.
Scuote le spalle.
"Così meglio".
Le scappa l'occhio in mezzo alle gambe dove c'è il festival di Durazzo.
"E poi vedo che ti piace".
Lubrifica la punta della sonda.
La introduce.
Con la sinistra mi masturba leggermente mentre con la destra spinge la sonda all'interno del mio intestino. La sua destra esegue l'opera di introduzione in modo leggero, sicuro ma deciso.
Quando è tutta dentro, apre il rubinetto.
Sento il liquido tiepido fluire.
"Tranquillo, niente di cattivo, solo acqua con un goccio di camomilla e di olio d'oliva. Ma adesso aiutiamo un po' il liquido ad entrare respirando eh?".
E così dicendo si mette a giocare con la catenella delle pinze, tirandola e facendola oscillare. Le mie urla di dolore ed i respiri che prendo in effetti favoriscono l'entrata del liquido.
A due terzi sento la pancia gonfia e dolorante.
"È necessario? A me fa male"
"Due litri sono il minimo che faccio. Se sono particolarmente cattiva ne faccio anche quattro, poi metto un plug gonfiabile per chiudere e faccio aspettare legato un quarto d'ora."
Mi guarda interrogativa.
"Vuoi provare?"
Scuoto la testa.
"Allora zitto. E goditi il momento".
Detto questo ricomincia a tirare la catenella ed a farla oscillare per mettermi intensione dolorosamente i capezzoli mentre con l'altra mano mi fa una masturbata da manuale.
Anche questa volta arrivo quasi al culmine dell'orgasmo, ma lei si ferma molto prima del limite. Non spinge più di tanto.
Nel frattempo la sacca è sgonfia ed io avverto un pressante desiderio di andare in bagno.
Lo comunico alla mia padrona.
Lei estrae con calma la sonda.
Mi aspetto che mi liberi.
Invece tira fuori dal cassettino del comodino il famoso plug gonfiabile.
"No, ti prego no, non resisto, ti prego".
"Si che resisti.Devi".
La guardo supplicante.
Se fosse una telepates il suo cervello sarebbe saturato dai miei pensieri che manifestano l'urgenza di dare sfogo alla pressione idrica dell'intestino.
Ma lei non lo è.
Sfila la sonda ed infila il plug.
Lo gonfia fino ad essere sicura che faccia tenuta. A me fa male. Entrambe le cose: il plug ed il liquido nella pancia.
"Mi fa male" le dico con un filo di voce.
"Lo so. Adesso ti libero e poi andiamo in bagno".
Con calma mi libera le braccia e le gambe.
Faccio per alzarmi.
Mi guarda con uno sguardo da monella cattiva.
"E queste? Le vuoi tenere? Non ti fanno male?"
Me lo dice attorcigliando la catenella attorno all'indice della mano destra.
"In effetti ho i capezzoli in fiamme, non potresti togliermele?"
"Se fossi un mio schiavo no. Ma io obbedisco sempre ai desideri dei miei clienti".
E sorridendo dà uno strappo secco.

Nell'Artico un ad un Inuit si accappona la pelle ed alza la testa per capire cosa sia quell' acuto guaito che ha sentito, domandandosi da quale animale provenga e cosa gli sia successo di grave per emettere qualcosa di simile.

Io smetto di sudare e di vedere le stelle. Se non fosse stato per il plug e per la mano ferma di Irina che lo ha tenuto in posizione avrei rilasciato tutto, lordando ogni cosa nel raggio di un chilometro.

Penso una marea di bestemmie talmente articolate che al confronto il vincitore dello scorso anno all'annuale concorso toscano per il turpiloquio più arzigogolato sarebbe sembrato uno scarso principiante.
Lei mi guarda con aria innocente facendo roteare in aria le pinzette.

Si capisce che se l'è goduta come un riccio. Mi sorride mostrando i denti candidi e perfetti.
Non penso che abbia bisogno che traduca in parole i miei pensieri per comprenderli.
"Andiamo a svuotarci o preferisci aspettare ancora un po' ?" mi dice con un candore tale che se non la conoscesse penserei che fosse stato un errore.
Grugnisco nello sforzo di alzarmi mentre lei mi tira per il guinzaglio.
Appena in piedi mi passa il palmo della mano suo capezzoli doloranti, peggiorando la situazione.
"Adesso facciamo un massaggino che passa tutto".
Io tremo. Guardo i capezzoli abrasi e sanguinanti.
Ancora tremante la seguo, sempre tirato, in bagno.
Mi toglie il plug. Non faccio in tempo a sedermi che un fiotto non proprio profumato di rose esce dal mio posteriore.
Lei cerca di aumentare il mio imbarazzo stando sulla porta e commentando con delle smorfie di disgusto le mie emissioni.
Le va male. Noi telepates non ci imbarazziamo per così poco.
Poi sparisce. Torna con una pomata.
La spalma sui capezzoli, che quasi immediatamente smettono di far male ed iniziano a guarire.
"Così tornano come nuovi e sono pronti per dopo."
Ah, ecco. Ed io che pensavo fossero cure amorevoli.
All'improvviso, dopo che il fastidio principale, ovverosia la pancia piena di liquido ed i capezzoli doloranti, mi sovviene, stando appoggiato sulle chiappe, che io avrei anche un altro problemino.
"Ne potrei avere anche per le striature che ho sul sedere? Ricordi che avevi promesso..."
"Ho detto a fine sessione. Siamo a fine sessione?"
Schiacciato dal peso di cotanta inoppugnabile logica chino il capo.
Tra una scarica e l'altra la guardo, bellissima, appoggiata con noncuranza allo stipite, conscia ma fintamente ignara della sua bellezza. Le lunghe gambe bianche, impreziosite da quei meravigliosi sandali con tacco a spillo, spuntano da una minigonna nera a metà coscia. Il corsetto nero, che presenta i seni come due pesche mature ed evidenzia il vitino da vespa. Le braccia, bianche, lunghe, toniche ma sottili, femminili. Le mani morbide, nervose, con dita lunghe ed unghie rosse. Il viso, da angelo perverso, senza imperfezioni.
I capelli castano chiaro, lisci e lunghi, pettinati all'Ucraina, con quella strana frangetta davanti. Gli occhi da cerbiatta, ma azzurri, verdi, grigi. Si, i suoi occhi cambiano colore a seconda se dell'umore e del tempo, come ormai so bene. In quel momento sono azzurri. Le labbra con quel rossetto della giusta tonalità di "rosso saltami addosso e ricoprimi di baci", anche se so che è una pellicola di plastica e non è cremoso e morbido, ma gommoso e con attrito. E quell'espressione da ragazza finta ingenua ma vera perversa.
Bellissima ed intelligente: il tipo di donna più pericoloso che ci sia.
Eppure io ne sono innamorato perso.
"Ti amo" sussurro, involontariamente, riassumendo in due sole parole l'intrecciarsi dei miei pensieri.
Sussulta, come colpita da un urlo.
Mi guarda, scuotendo leggermente la testa, che tiene bassa, verso il seno. Giurerei di aver visto un sorriso, ma non ne sono sicuro.
Ah, come ti vorrei telepates, per capire cosa provi sul serio.
Alza la testa. Poi mi guarda e sorride: " Prenditi tutto il tempo che ti serve, non che poi sei di là con lo strapon nel culo e mi dici che ti scappa ancora. Preferisci che ti lego così non ti tocchi e poi quando hai finito ti lavo io o resisti e poi ti fai la doccia da solo?"
"Che ti leghi" la correggo in automatico.
"Ma perché hai esperienza di gente lasciata sola in bagno che si masturba? Con te di la?"
Scuote le spalle, leggera.
"Un paio di volte si. Inutile dire che ho poi punito severamente. Pensavano di venire e non soffrire per il mio T&D. Ma io mi accorgo se tu svuoti le palle".
"Non vuoi stare qui con me a controllare? In fondo è difficile resistere", le dico con un sorriso.
Sorride a sua volta.
"Allora ti lego e mi chiami quando hai finito".
"No, prometto che non mi tocco. È tutto tuo. A me piace essere nelle tue mani e venire quando lo vuoi tu."
Sorride. Si gira. Mi lascia solo, perso nei miei pensieri e nelle mie liquide scariche.
Un po' mi pento: se mi fossi fatto legare, poi mi avrebbe pulito lei.
Non posso fare a meno di pensare a quanto sia stato fortunato.
Quando sono ragionevolmente sicuro di aver terminato, mi pulisco accuratamente e mi faccio un bel bidet.
Poi sono pronto a rivarcar la soglia del mio paradiso, ossia ad uscire dal bagno e ritornare al dungeon.
Solo il pensiero di lei mi provoca un erezione terribile.
Per curiosità guardo e mi tasto i testicoli. Sono abbastanza duretti e doloranti. Si vede che sono gonfi di spermatozoi in attesa di essere sparato fuori per iniziare il loro viaggio.
In effetti la tentazione di dare un colpo di mano ci sarebbe.
Ma resisto. Non perché sia un bravo schiavo che esegue gli ordini della sua padrona. Semplicemente perché ho pagato e desidero che sia lei a faticare. Questo almeno è quello che mi racconto.
Faccio un bel respiro e novello Cesare varco il mio Rubicone, determinato non a vincere ma ad arrendermi tra le meravigliose quanto dolcemente crudeli mani di Irina.

Edited by Vtx - 1/8/2021, 09:04
view post Posted: 29/7/2021, 20:19     +42020 - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Già, cosa faccio?
Mi ha detto che devo parlare e dirle tutto. Ma devo dirle anche questo? Noi telepates non abbiamo problemi: ciò che pensiamo esiste, nella più pura tradizione cartesiana. Ma la mia lunga esperienza con i sapiens mi ha insegnato che spesso quello che dicono non è quello che pensano e che certe cose, soprattutto in certi casi sarebbe meglio non esternarle.
Grazie a mio padre ho un mimica facciale migliore e so leggere meglio i sapiens di quanto non faccia la maggior parte dei telepates. Ma non sono al loro livello, come Irina mi ha dimostrato nel corso delle ultime ore.
Memore anche dell'ultima punizione, divento loquace come una comare.
Inizio ad andare a ruota libera, confesso tutto, parlo talmente tanto veloce che sembro una mitragliatrice.

Lei mi guarda stupefatta. All'inizio, forse, non si rende conto del significato delle mie parole, ma dopo qualche istante mi pone le quattro dita delle mani unite con la punta rivolta verso l'alto sulle labbra.
"Shhhh. Zitto. Mi sa che è il caso di punirti, ancora più severamente, secondo me, anche se parli troppo e dici cose che non dovresti."
Preso alla sprovvista, mi taccio, perso.
Lei lo intuisce dal mio sguardo e mi fa un mezzo sorriso con un'espressione talmente dolce che mi fa innamorare ancora di più.
"Lo so che voi pensate e le vostre intenzioni sono chiare, ma con noi non funziona così. Pensavo lo sapessi. Spesso le parole non corrispondono ai pensieri. Se al posto mio trovavi un'altra rischiavi di essere approfittato".
La guardo, esprimendo uno sguardo interrogativo.
"Si, una che ti faceva credere chissà che cosa solo per prenderti i soldi. Mai dire una cosa del genere ad una puttana".
Mi sembra che anche tu ci vada giù duro con il definirti puttana. Naturalmente lo penso. Poi cerco di tradurlo in parole.
Sorride. Ho sempre pensato che le donne dell'est avessero tanti difetti,tra cui la scelta dei profumi stile postribolo, ma l'uso di un eufemismo per definire esattamente la loro professione quando vendono servizi legati al sesso non è tra quelli.
"Perché come pensi che mi definiscano? Preferisci prodomme? Tu come mi pensi?"
Poi sorride scuotendo la testa:"Ti ho appena minacciato di punirti se dici cose che non devi e poi ti chiedo cosa pensi".
"Io ti penso come Irina"
Mi guarda. Sa che è la verità.
Mi allunga una carezza sulla guancia.
"Sei un tipo troppo dolce e tenero. Ma anche un coglione fortunato."
"Perché? Perché ho trovato te e non un'approfittatrice? Non pensi che forse non sia un caso se sono qui da te? Che abbia fatto una scelta ponderata?"
Adesso è il suo turno di essere interrogativa.
"Cosa vuoi dire? Cosa è ponderata?"
"Una scelta con il cervello".
Scoppia in una risata e ripete:"Un coglione con il cervello fortunato. E pensare che eri più intelligente".
Le correggo d'abitudine la frase.
Mi guarda, a lungo. Od almeno così mi pare. Io mi perdo nell'azzurro dei suoi occhi. Non chiedetemi a cosa pensassi perché non lo so neppure io. So solo che stavo bene.
Sbuffa.
"O hai imparato a star zitto o forse sei davvero intelligente:non mi hai ancora chiesto come mai ho deciso di fare questo lavoro anziché continuare a fare la cameriera."
"Perché ti piace dominare gli uomini".
Rispondo di getto.
Mi scruta intensamente, un po' sorpresa, un po' di sbieco e con sguardo indagatore.
"Pensi che ti abbia mentito?"
Lei continua a fissarmi in silenzio, indecisa.
Poi scuote le spalle, leggermente.
"Cosa facciamo? Mi hai pagato per altre due ore abbondanti. Vuoi andartene e ti restituisco la quota o vuoi continuare?"
"Ovviamente vorrei continuare, se a te va bene."
Faccio una piccola pausa.
Poi sorrido:"Se si potesse evitare il pissing sarei più contento. Se proprio devi punirmi, preferisco una frustata in più."
Scoppia a ridere. Poi, repentinamente dà uno strattone al guinzaglio, di cui io mi ero dimenticato, ma lei, evidentemente no.
"Mettiti in ginocchio".
Obbedisco e ne approfitto per baciarle il collo del piede impreziosito da quei meravigliosi sandali con tacco a spillo ed il cinturino nero, sottile, che evidenzia ancora meglio la perfezione della sua caviglia ed il candore della sua pelle. Immediatamente tra le mie gambe si assiste ad una resurrezione più fisiologica che miracolosa.
Lei se ne accorge.
"Adesso voglio che ti tocchi e sborri sul mio piede. Svelto. Poi ripulisci con la lingua".
"Io veramente preferire che mi legassi come prima e ci pensassi tu. Mi piace quando la mia padrona ha il controllo della mia venuta".
Sorride perfida.
"Va bene. Ma ricorda che me l'hai chiesto tu. Dopo niente lamenti. Adesso ti lego e ti faccio soffrire per due ore. Supplicherai di venire come mai fatto in vita tua. Avrai le palle talmente piene e dure che sembreranno due arance di marmo. E quando ti farò venire ti farò fare sborrata da film porno. E poi mi pregherai di smettere di toccarti. Quello che hai subito prima era solo un antipastino."
Io le appioppo una serie di bacetti sia sulle liste di pelle del sandalo che sul collo del piede che sulle dita che sulle caviglie.
"Si, oh, si. Voglio essere tuo, tutto tuo, sotto il tuo controllo".
"Guardami".
Alzo lo sguardo su quello splendido e luminoso viso e leggo una scintilla divertita nei suoi occhi.
"Povero coglione con cervello. Sicuro che hai fatto una scelta ponderata? Ultima possibilità prima di essere legato, poi non si torna indietro. Sicuro di non volerti toccare tu e e venire?"
Sul termine "ponderata" ci piazza una chicca di sorriso che mi trafigge, se possibile, ancora di più il cuore.
Annuisco.
"Peggio per te. Andiamo"
E così dicendo mi invita, tirando il guinzaglio, a seguirla a quattro a zampe.
view post Posted: 27/6/2021, 08:58     +52020 - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
"Prima però, per rendere più divertente il tutto, leghiamo le manine così".
Mi lega i polsi all'anello del collare con due moschettoni.
"E poi evitiamo che tu possa chiudere le gambe. Aspetta qui, non ti muovere", mi dice con un sorriso.
"Tranquilla. Non mi muoverei neanche se potessi".
Ritorna poco dopo con una barra di metallo che, assicurata alle cavigliere sempre tramite moschettoni, mi impedisce di chiudere le gambe.
"Adesso ci divertiamo".
Inizia a toccarmi delicatamente tra gambe e testicoli.
Ed a me si irrigidisce, o meglio, ci prova, dato che è compresso. E provoca un certo male.
"Adesso iniziamo a fare sul serio".
Mi passa l'unghia nella fessura che la cintura lascia aperta all'altezza della cappella, in corrispondenza dell'uretra.
Questo mi provoca un misto di piacere e di brividi di dolore. Mi agito.
"Ahhh, buono" mi dice.
"Adesso arriva il bello".
Con un gesto delicato ma eccitante, degno degno delle migliori attrici di film hard core, si scosta la massa di capelli mentre china il viso verso il mio membro, di modo che io possa vedere le sue espressioni mentre mi stimola con la bocca.
Le labbra rosse ingoiano con voluttà la parte della cintura che racchiude il glande. L'espressione è da, perdonate il termine, consumata maiala come la più perversa delle pornomignotte. Gli sguardi che mi lancia bastano a provocare in me uno sconquasso tale che, anche senza l'uso della punta della lingua che sento sulla parte del glande scoperta, sarei ad implorarla di smettere dal male che mi provoca l'erezione compressa.
"Ti supplico, liberami, mi fa male".
"Lo so, è questo il bello", dice in un sussurro. Ed io mi eccito, se possibile ancora di più.
E meno male che non ha un rossetto di quelli cremosi, altrimenti sarei davvero impazzito.
Poi prende a massaggiarmi le palle gonfie.
"Qui bisogna svuotarle un po'', mi dice sorridendo con consumata malizia, "vediamo se ci riusciamo".
Ricomincia con il lavoro di bocca e di lingua.
Io all'improvviso, tra gli spasmi di dolore sento come una specie di orgasmo. Lei se ne accorge e si interrompe.
"Uhm, sei quasi pronto. Aggiungiamo questo, ti va?"
Come per magia ecco apparire nella sua mano un piccolo plug vibrante.
Lo lubrifica bene e poi, senza troppi complimenti me lo infila dove deve stare e lo accende.
È piccolo, ma potente.
"Vediamo se lo sento anch'io".
Lubrifica ben bene la cintura di castità ed all'improvviso, se la ingloba completamente tra le sue grandi labbra. Istantaneamente, forse frutto della mia immaginazione, sento un tempore umido, le vibrazioni che si diffondono dal mio ano alla sua vagina.
Lei mugola di piacere. O forse finge bene.

Inizio ad ansimare. Pur sembrando quasi impossibile, lei si muove in una specie di su e giù ridotto, facendo entrare ed uscire la parte della cintura che chiude la mia asta.
"Oh, si, si, non senti quanto è bello?"
Io sono indeciso se provo più dolore o più piacere.
Di botto si ferma, con tutto il mio capitano compresso in gnocca.
Anche se sembra impossibile, ho quasi la stessa sensazione di quando sto per venire, anche se molto dolorosa.
A tradimento mi prende i capezzoli tra le lunghe unghie rosse e li stringe senza pietà. Io inarco la schiena ed urlo di dolore.
"Ti prego basta, ti supplico".
Non faccio a tempo a dirlo che un fiotto caldo di sperma gorgoglia fuori.
Non è come quando si ha un orgasmo ma più una specie di pulsazioni che alleviano la pressione.
"Ma che bravo, sei venuto in castità. E senza dirmi nulla, senza chiedermi il permesso, mi hai insozzato la mia figa".
Non le faccio notare il pleonasmo,in certi momenti non sarebbe d'uopo.
Si alza, si mette in ginocchio di fianco a me.
Mi toglie il plug. Poi mi libera dalla cintura. Per quanto incredibile, il mio pene dopo tre secondi è alla sua massima estensione, duro ma sensibile come dopo un orgasmo normale.
E lei immediatamente, si siede sulla mia pancia e parte a stimolarmelo con la mano destra, insistendo bene, anche con le unghie a grappolo sulla cappella.
Io mi divincolo tentando, senza riuscirci, di sottrarmi a quello che più che un dolore è un enorme fastidio.
Il risultato sono tentativi di disarcionarla.
"Oh, si, mi piace provocarti questo dolore. Te la sei goduta la sborrata vero? Ed ora la paghi. Mi piace come ti agiti. Sembri quasi un cavallo da domare."
All'improvviso muove le ginocchia e mi piazza i tacchi a spillo con violenza nel costato.
"Basta, ti supplico, Irina".
"Ti supplico? È questo il modo di rivolgerti alla tua padrona, schiavo?"
E per meglio sottolineare il concetto, mi infilza ancora di più con i tacchi e con le unghie nella cappella.
Ti prego, ti prego, basta, ti supplico. Sei la prima che riesce a farmi provare questo fastidio così intenso. Poi mi rendo conto che sto proiettando. Lei, dandomi le spalle, per fortuna non si è accorta di nulla. Oppure un sospetto le è venuto e fa finta di niente per darmi una lezione.
Tra una specie di urletto, dato che non posso proprio chiamarle urla, e l'altro, parlo:"La prego, basta, padrona, è troppo insopportabile".
"Davvero?" E dicendo così cambia tecnica, massaggiandomi la punta della cappella con il palmo della mano destra, mentre stringe saldamente l'asta con la sinistra.
È altrettanto fastidioso. Strano perché di solito, dopo un po', la sensibilità scema. Qui invece dopo quella specie di orgasmo castrato la sensibilità non sembra calare, anzi. Sto quasi raggiungendo il punto di non ritorno per un'altra orgasmo. Sento l'asta pulsare. E la sente anche lei. Stringe saldamente la base del cazzo mentre mi tira, a tradimento, una pacca sui testicoli.
Si gira e mi guarda. A me scendono, non so perché, delle lacrime dagli occhi.
"Per un pelo. Fai il furbetto eh? Adesso aspetta che riprendiamo."
"No, ti prego Irina, basta, dammi un attimo di tregua".
"Non ci riesci proprio a darmi del lei ed a chiamarmi padrona?"
Lo dice sorridendo, di quei sorrisi che ricordano le bambine quando stanno per fare le marachelle.
"Va bene, ti sei smontato abbastanza. Vediamo di continuare il trattamento".
E così dicendo, riprende le sue manovre. Ma io non sono più così sensibile e reagisco meno.
Questo la sprona a darci dentro con le unghie ed a pizzicare con le punte la piccola porzione di pelle sotto il glande.
La strizza bene ed io urlo.
Sono eccitatissimo. Si toglie dal mio stomaco e cammina indietro fino a posizionarsi sopra il mio viso.
La vista delle lunghe gambe, con muscoli tonici e a fibra lunga, evidenziati dai sandali con tacco a spillo contribuiscono alla mia eccitazione ed al mio non capir più niente.
"Bellissime gambe" mi esce con voce strozzata.

Sotto la minigonna non ci sono barriere. La solleva e la luce inonda quella meravigliosa e paradisiaca fessura, turgida e depilata.
"Apri la bocca. Dovrai inghiottire solo quando io mi fermo. Chiaro?"
Annuisco.
Apro la bocca. Subito il fiotto caldo che fuoriesce da lei mi inonda con un sapore acre.

Lei si ferma. Io deglutisco.
Sta per riprendere quando all'improvviso ho dei conati di vomito.

Giro la faccia di lato per evitare di soffocare nel caso il contenuto dello stomaco risalisse.
Lei mi guarda preoccupata e mi fa un gesto con la mano destra, a sottolineare le parole che sta pronunciando in fretta: "Aspetta, aspetta, aspetta, resisti un secondo".
Si alza di corsa. Non riesco a non notare come sia agilissima e veloce anche sulle scarpe con tacchi a spillo vertiginosi. Sembra che appoggi solo la punta del piede per uscire dal bagno in un lampo e tornarci in un baleno armata di una bottiglietta di cola, che sta stappando.
Io ho rigurgitato parte della sua urina che, mescolata all'acido cloridrico del mio stomaco, non ha proprio deodorato l'ambiente e questo mi provoca altre convulsioni.
Mi libera le mani e mi porge la bottiglietta che nel frattempo ha aperto.
"Bevi, che anestetizza il sapore" mi dice pressante.
Trinco a canna, vorace, come un vagabondo dei vecchi film americani sugge dalla sua bottiglia di bourbon scadente. Entrambi lo facciamo per obnubilare i sensi e dimenticare le cose brutte.
Devo dire che la cola funziona.
Nel frattempo lei, con ampio uso di carta assorbente, ha fatto sparire ogni traccia di vomito dal pavimento della doccia e poi ha passato un mix di acqua e disinfettante per la casa al gradevole profumo di pino.
Mi ha anche liberato i piedi.
"Bevi ancora, poi sul lavandino c'è del colluttorio. Usalo, che toglie ancora meglio ogni traccia."

Mi alzo ed esco dalla doccia. Nel frattempo Irina impugna il manico della doccia a telefono e, per buona misura, fa scorrere l'acqua calda.

Nell'aria si sente ancora l'olezzo. O forse è un'impressione mia. Intanto uso il colluttorio.

All'improvviso sento uno sfregamento ed il rumore di un allegro crepitio. Mi giro e vedo che ha acceso un paio di fiammiferi svedesi e li agita in aria.
"Vecchio trucco che ci tramandiamo da generazioni: se vuoi togliere un cattivo odore da una stanza, accendi uno o due fiammiferi".
Agita elegantemente la mano per spegnerli. Ora si sente il classico odore di bruciato che si ha quando si soffoca il fuoco del legno che brucia.
"In realtà andrebbero spenti fuori...per non avere l'odore di bruciato, ma pazienza. Non so neppure se funziona perché il fosforo, accendendosi, inganna il naso o se perché davvero brucia i cattivi odori."

Poi mi guarda, un po' mortificata.
"Scusa" dice sommessamente.
Io la guardo. Mi esplode ancora di più la luce nel cuore. Se prima avevo un minimo dubbio, ora si è dissipato come la nebbia.
Mi limito a guardarla, incerto su cosa dire e cosa fare.
Se fosse telepates avrebbe già capito tutto. Ma per fortuna non lo è.
Adesso, che ti dico? Ti spavento confessandoti quello che mi passa per la testa o glisso e dico qualcosa d'altro? E come reagiresti? Non so nulla di te e non so come si comportano i sapiens in certe occasioni.
Cosa faccio?
view post Posted: 13/6/2021, 13:07     -3Sire del loto bianco - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
CITAZIONE (Gatto_gattone @ 13/6/2021, 13:27) 
Non esiste dire che le pro cessino di essere persone e diventino bene d’acquistare.
Non esageriamo e manteniamo un livello civile.

Perché Gatto, 1uabdontu vai a fare un colloquio di lavoro cosa sei? Una persona?
view post Posted: 13/6/2021, 13:02     +1Sire del loto bianco - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
CITAZIONE (LadySex. @ 13/6/2021, 12:54) 
Dopo questo VTX devo dare ragione a Biancaneve. Forse è meglio togliere il disturbo. E come dice lei le perle ai porci non si danno.

Addio.
Tra parentesi mi sembra che per una che se ne voleva andare e che aveva scritto l'ultimo post...che è Massimo Lopez nella famosa telefonata dello spot Telecom?
view post Posted: 13/6/2021, 11:51     -6Sire del loto bianco - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
CITAZIONE (Bi4nc4N3v3 @ 13/6/2021, 12:49) 
CESSIAMO DI ESSERE PERSONE?
GIUDICATE COME BENI DA ACQUISTARE??Fai schifo.

Amen. Sopravviverò lo stesso. D'altronde se per gli economisti siamo risorse, se per i datori di lavoro siamo salari da abbassare, non vedo perché non ti devo giudicare come un bene da acquistare con un suo rapporto qualità prezzo.
view post Posted: 13/6/2021, 11:47     Sire del loto bianco - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
CITAZIONE (LadySex. @ 13/6/2021, 12:46) 
Dai tante critiche sono pompate, come chi ha detto che hanno cercato a Roma tutte gli hanno chiesto 4 VU per un'ora, cazzate visto che qui ci sono recensioni con altri costi.

Beh, io ho raccontato quanto successo a Milano. Qualcuna che ci prova c'è.
view post Posted: 13/6/2021, 11:42     +1Logica tour Mistress - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
CITAZIONE (Francesca Catapano @ 13/6/2021, 12:33) 
Mi è piaciuta la strategia, era un complimento cmq.

L'avevo capito. Ma non è che occorra essere furbi od intelligenti. Ad esempio se vuoi viaggiare tranquillo, vuoi andare al ristorante non affollato o vuoi farti una bella sessione con calma e magari avendo anche lo sconto, basta andare quando c'è qualche partita di calcio "importante" o quando gioca l'Italia.
view post Posted: 13/6/2021, 11:31     Logica tour Mistress - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
CITAZIONE (Francesca Catapano @ 13/6/2021, 12:27) 
No è davvero un figlio di p.... (gran complimento dalle mie parti). 👍

Perché? Eravamo contenti in due: io le pagavo la sessione di due ore e quindi lei lavorava. E da quello che ho capito, visto che si divertiva e non aveva altri impegni, sforava con l'orario.
view post Posted: 13/6/2021, 11:29     -2Sire del loto bianco - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
No, nel momento in cui vi mettete in vendita cessare di esser persone, ma siete giudicate come beni da acquistare.

Se permetti, visto che pago, faccio quello che fai tu quando vai ad acquistare qualcosa.

CITAZIONE (Kirk @ 13/6/2021, 12:27) 
Ma chi critica chi?
Voi cosa è, il modo di rivolgersi degli anni 50?

Secondo loro noi dovremmo stare zitto e buoni, dire che sono tutte brave, che i rate sono onesti e via con le lodi sperticate.
view post Posted: 13/6/2021, 11:26     +1Logica tour Mistress - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
CITAZIONE (Burdon @ 13/6/2021, 12:24) 
Complimenti, sei un signore :D

(ovviamente in senso ironico)

Lo so, grazie.
view post Posted: 13/6/2021, 11:07     +2Logica tour Mistress - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
CITAZIONE (Francesca Catapano @ 13/6/2021, 12:05) 
No so se te lo hanno mai detto, ma sei da paccheri a mano piena! 😂
Basta muto !

Pfui. Io essendo cliente parlo quanto voglio. Ci vado apposta in sessione. Loro pensano di dominarmi ed io invece le torturo con la mia sgradevole voce.
view post Posted: 13/6/2021, 11:01     Logica tour Mistress - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
CITAZIONE (Francesca Catapano @ 13/6/2021, 12:00) 
E scusa allora pure loro possono fare il tour dei clienti nella stessa città gne gne gne...

Non lo ammetteranno mai. Perché poi diventano una catena di montaggio.
view post Posted: 13/6/2021, 11:00     +12020 - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Mi toglie il bavaglio e mi slega
"Non è proprio quello che piace a me e per cui sono venuto."
"Lo so. Ma è per il tuo, anzi, per il nostro bene. Mi hai chiesto tu di correggerti e di farti diventare un buon schiavo telepates per una sapiens. Ed io trovo che le punizioni corporali siano un ottimo mezzo correttivo."
Mi guarda in mezzo alle gambe.
"Inoltre ora possiamo anche utilizzare un altro giochino interessante".
Dà un lieve tiro al guinzaglio.
"Alzati."
Prende una gabbietta molto piccola e me la mostra.
Non mi ci entrerà mai lì dentro, penso.
Mi guarda.
"Capito. Mi sa che ti serve un'altra serie di colpi sulle natiche. Volevi forse dirmi qualcosa che hai solo pensato, vero?"
Chino il capo: colto in castagna.
Sospira teatralmente.
"L'ho detto che non avrebbe funzionato. Miseria che fatica! Va beh, dimmi quello che hai pensato, poi mettiamo la gabbietta."
Sorride.
"E naturalmente, dopo, la punizione."
"Non mi ci entrerà mai. E poi le gabbie non mi piacciono".
"Un'ottima punizione, quindi. Mi hai detto che anche il pissing non ti piace, vero?"
"No, aspetta. Ed i limiti?"
"Hai detto che non ti piace, ma non che non lo vuoi, come lo scat o gli aghi. Mi avevi detto al telefono, quando te l'ho chiesto che non ti piaceva, ma che se a me andava...ed a me scappa. Preferisci il frustino? Diciamo 20 colpi di frustino tra culo e piedi."
No, meglio il pissing. Lo penso. Ma questa volta lo dico anche...
"Dammi i polsi."
Mi mette due polsiere in cuoio nero, morbido ma solido.
Mi tira le mani dietro la schiena e me le blocca.
Poi mi guarda davanti. Sospira, con un mezzo sorriso.
"Lo sapevo". Indica l'alzabandiera che lentamente avviene tra le mie gambe.
"Mi eccita essere legato a tua disposizione".
Il sorriso si apre di più. Non so se perché ho parlato nello stesso tempo in cui ho pensato o se perché le piace quello che ho detto.
"Si, ma tanto questa la mettiamo lo stesso".
Mi tira per il guinzaglio fino ad un angolo della stanza dove c'è una piccola cucina con frigorifero, lavello e piastra cottura. Sarei curioso di chiederle cosa ci fa, ma sono anche timoroso di scoprirlo.
Apre il freezer e tira fuori una busta quadrata,di plastica, 15 cm di lato, contenente del gel blu rappreso.
La infila in un sacchetto di stoffa. Poi, usandolo come se fosse un guanto, inizia a tamponare palle e pene, lasciandolo abbastanza a lungo sulle varie zone.
A me da un fastidio pazzesco il gelo e mi divincolo.
Stringendo bene il guinzaglio con la sinistra, come i cowboy fanno con i cavalli recalcitranti nei film western, mi dice di stare fermo.
"La prossima volta ti lego alla croce che ti piaceva tanto prima."
Alla fine l'impacco ghiacciato me lo riduce a dimensioni infinitesime.
Si siede su un piccolo sgabello per avere il viso ad altezza inguine.
"Sarebbe bello se adesso anziché mettermi la gabbietta, ti mettessi in bel rossetto cremoso normale e poi"
Non finisco la frase che mi arriva una bella strizzata con torsione di palle da urlo.
"Non è che devi proprio dirmi tutto quello che ti passa per la testa!"
"A parte il fatto che mi hai detto tu di pensare ad alta voce, dovrebbe essere l'insegnante che istruisce l'allievo su cosa dire e cosa sia meglio tacere."
Sorride divertita.
"Preferisco che tu mi dica tutto. E poi la strizzata te l'avrei data lo stesso. Ne avevo voglia ed ho visto che aiuta il tuo cosone a rimanere cosino."
Me lo ingabbia con rapidità mentre è ancora in formato ridotto.
"Adesso iniziamo a divertirci. Vieni, che mi scappa."
Mi slega le mani e mi conduce in una porta lì vicino.
Il bagno è abbastanza stretto, ma lungo. Quello che impressiona è la doccia sul fondo tutta in piastrelle di gres porcellanato colore rossiccio deserto: una persona ci sta comodamente sdraiata.
"Mettiti qui."
Mi indica di sdraiarmi sul pavimento.
Mi eccita molto vedere una donna quando fa pipì, ma non mi piace berla:mi causa conati di vomito. E quando pago non voglio.
"Senti,Irina, visto che sono un cliente, io non la bevo. Non mi piace."
Si siede pesantemente sopra la mia pancia.
"Umphf"
Le sue gambe sono aperte sui miei fianchi, piegate all'indietro e sento il calore della sua zona intima, straordinariamente liscia.
Mi guarda con un sorriso lieve e poi comincia a giocare con i miei capezzoli. Prima piano, poi mi fa sentire le sue unghie rosse ed aguzze.
Io sussulto, sia per l'eccitazione che per il dolore, quando li pizzica forte.
Ma presto mi accorgo che il problema non sono i capezzoli. Infatti nella mia zona intima il risveglio è ostacolato dalla gabbietta che mi provoca un certo tipo di dolore, non permettendo il naturale sfogo dell'erezione.
Lei se ne accorge e sorride ancora di più.
"Nulla da dire?"
"Fino a qualche secondo fa, mi stavo godendo le tue cure ai miei capezzoli ed il tuo calore sul mio addome mentre guardavo il tuo bellissimo sorriso. Adesso mi fa un po' male la gabbia."
"E siamo appena all'inizio"
Mi strizza i capezzoli facendomi sussultare.
"Allora, caro cliente, facciamo così, adesso io inizio a divertirmi un pochino con il tuo uccellino ingabbiato, poi vediamo. Scommetto che dopo che ti avrò fatto la mia magia là sotto, sarai molto più accondiscente".
"Accondiscendente. Ma dove impari certi termini, che neppure quelli della mia specie conoscono."
"Leggo molto. Mi piace leggere i libri in italiano. E frequento sapiens di un certo livello. Non è che solo i telepates sono istruiti. Adesso ti lascio un attimo."
Sorride cattivella:"Vado a prendere da bere. Già faccio fatica a trattenermi, ma voglio proprio averne tanta."
Non la correggo sul congiuntivo.
Da un lato sono contento che si alzi: respiro meglio.Dall'altra parte sono un po' preoccupato dal male tra le gambe.
Torna con un capiente bicchiere colmo di acqua fresca.
All'improvviso sono assetato.
La guardo e mi viene quasi naturale parlare e non pensare:"Potrei averne anch'io?"
Beve un lungo sorso teatralmente.
"Ahhh, ottima. Sarebbe meglio tenerti un po' assetato. Sai, per dopo."
Beve un altro sorso.
"Sai perché adoro i rossetti cremosi? È sempre stato uno dei miei desideri bere dal lato del bicchiere dove la mia padrona ha lasciato il segno. E mi piace vedere il suo segno rosso sui miei capezzoli quando li morde. Ed adoro quando mi bacia. O quando..."
"Apri la bocca, ma non per parlare!" dice mentre si riempie la bocca con un enorme sorso d'acqua.
Faccio una specie di sorriso sghembo:"Te l'avevo detto che non ci sarebbero stati problemi per parlare una volta sbloccato!"
La mia smorfia le fa scattare qualcosa e nonostante ci provi, non si trattiene: le scappa una risata con sbruffata di liquido addosso a me.
Ridiamo entrambi di gusto.
Poi lei mi guarda seria.
"Contento? Quella era per te. Adesso stai zitto ed apri la bocca, se davvero hai sete."
Questa volta spalanco alla grande, manco fossi dall'otorino, lei prende una bella boccata d'acqua, si china sopra di me, con grande spettacolo di scollatura e la lascia colare nella mia bocca.
La ingoio.
"Si è scaldata. Meglio direttamente dal bicchiere."
La sberla sui testicoli arriva secca ma non troppo forte.
"Vorrà dire che piscio nel bicchiere e poi lo metto in frigorifero. Così la bevi bella fresca. Una sta quì a fare tutta la scena sensuale, il farti bere dalla mia bocca, quasi un bacio ed anziché sentirsi dire grazie padrona, si sente dire che era meglio dal bicchiere."
Ma non è arrabbiata. Si vede che è contenta.
"Adesso, basta, però. Adesso ti faccio soffrire sul serio. E con lo strumento di tortura più dolce."
view post Posted: 13/6/2021, 10:46     Logica tour Mistress - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
CITAZIONE (Francesca Catapano @ 13/6/2021, 11:27) 
U maronnn, ma oggi che avete?
I tour si fanno per aumentare il pacchetto clienti.
Le Miss hanno fans in tutta Italia, se vogliono gli schiavi conoscerle, pagare e sessionare, loro vanno.
Vanno in Italia, all estero e pure nelle province limitrofe.
Poi tour, vogliamo sindacare questa parola?
Voi a 18 anni avete fatto i puttan tour? E pure si chiamavano tour e giravate solo per una strada della città!
Relax😁👍.

Veramente si girava per mezza città. E poi il tour non era riferito luogo, ma al numero di signorine visitate.
7199 replies since 11/7/2012