allora...è difficile rispondere in maniera organica ed esauriente, quindi cercherò di fare qualche fotografia della situazione.
La colpa è sicuramente rintracciabile nella giunte comunali degli anni '60, che hanno permesso l'instaurarsi di quartieri ghetto come falchera-barriera di milano-vallette-eccetra, tutti quartieri ben poco vivibili (chi ha detto bronx?), che non sono mai stati rivalutati. Le giunte comunali dell'ultimo decennio inoltre hanno rincarato la dose, permettendo l'instaurarsi di senegalesi-marocchini e compagnia bella in un quartiere come san salvario, uno dei più belli della città, delegandolo alla prostituzione e allo spaccio in orari notturni. C'è da segnalare però, che da quando fassino è "salito al potere" la situazione è anche peggiorata, la zona di porta nuova (stazione centrale e "porta" della città") è ridotta ad uno schifo, con barboni e gentaglia che occupa il bel parco in p.za carlo felice, e anche nei salotti della città come piazza castello, vi è uno sporco per terra che è inaudito.
Alle cose sopra citate, aggiungete anche che torino è sede di una delle più numerose e pestifere comunità anarchiche dello stato, che si divertono ad imbrattare muri di palazzi vecchi 300 anni per scrivere le loro stronzate da sinistroidi, e che il crimine organizzato rappresentato soprattutto da 'ndrangheta e nigeriani "spopola" alla grande.
La colpa è anche dei torinesi però, le iniziative imprenditoriali non mancano, ma alcune di esse danno fastidio...da fastidio quando si aprono dei locali notturni in san salvario, anche se questi fanno "sloggiare" gli spacciatori (dove c'è luce gli scarafaggi scappano, è risaputo). Un altro esempio è il metodo suicida con cui si è cercato di risolvere il problema murazzi: chiudendo tutti i locali e destinando la zona al degrado.
La colpa è anche da rintracciare nella fiat e in tutte le microaziende sorte al capezzale di questa, aziende non peggiori di quelle brianzole o venete, ma che hanno sicuramente pagato lo scotto del cambiamento del target commerciale dell'azienda "torinese e nazionale". Queste piccole aziende sono spesso formate da pochi dipendenti, non operano investimenti e sono troppo piccole per affacciarsi su un mercato internazionale, facendosi una concorrenza spietata tra di esse, un po' come i vecchi stati italiani del XV secolo, per capirci.
In questo contesto, non si deve dimenticare che Torino è (o è stata) la terza città meridionale d'italia, ciò ha implicato un aumento della manodopera poco specializzatata che non ha sicuramente aiutato alla creazione di una classe imprenditoriale dinamica, ma bensì ha condotto ad avere una enorme fetta di popolazione (ora 50enne, figlia dei migranti) con un livello culturale piuttosto basso (l'istruzione è sempre stata un costo che moltissimi non potevano permettersi).
Per concludere queste fotografie, si deve aggiungere che le amministrazioni operanti nella città hanno da sempre mal operato nella gestione della città sabauda, ad esempio con la pubblicizzazione di torino: basti pensare che soltanto con le olimpiadi è stato avviato il processo di riqualificazione dell'enorme patrimonio culturale e architettonico sabaudo. Non si devono inoltre scordare i grandi sprechi della città, o le varie concessioni alle mafie... un esempio della cattiva gestione del denaro, può essere la decisione presa dall'ateneo dell'università degli studi di torino d'investire 80 mln di euro per la costruzione del nuovo campus einaudi, un nuovo palazzo che pare uno stadio (non sborsati solo dall'italia, ovvio) costruito per essere la sede dei corsi di giurisprudenza e scienze politiche (roba che serve, insomma), lasciando nello sfacello facoltà scientifiche come chimica, fisica o farmacia...oppure, sempre rimanendo nella grande e lungimirante UniTo, non si deve dimenticare del grosso investimento di capitale volto alla costruzione del "centro dell'innovazione", una cattedrale nel deserto in una zona periferica e mal servita, in cui si sarebbe dovuta trasferire la facoltà di farmacia (peccato che questa non abbia mai accettato il trasferimento e vegeti ancora in san salvario). Inutile dire che non vi sono i soldi per mandare gli studenti in erasmus, aprire dei corsi e addirittura (cosa scandalosa in facoltà scientifiche) fare i laboratori e fare ricerca.
Questi sono esempi che non sono volti a dare molte spiegazioni, poiché ci si potrebbe scrivere un libro, ma secondo me fanno ben comprendere lo stato di incuria e mal gestione della città.
Dopodiché, dire che torino è una città "vecchia e stantia" ce ne passa, è stata uno dei motori culturali del paese per oltre un secolo, sicuramente è meglio di milano, con la sua architettura deprimente, i suoi palazzoni insulsi (addirittura in centro, non solo in periferia) e la sua urbanistica "a cerchi e raggi", degna di un architetto in preda alla pura demenza...sinceramente, preferirei vivere a san benedetto del tronto piuttosto che a milano
Edited by cagnlino(a)90 - 26/8/2013, 17:14
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