Buongiorno a tutte e a tutti, anche se non frequento attivamente il forum, mi capita, a cadenza settimanale, di leggerne i contenuti, un po' per farmi l'idea delle nuove "direzioni" che sta prendendo la scena BDSM (pro) italica, un po' per cercare distrazione dalla quotidianità e ritagliarmi qualche minuto per me. A spingermi a scrivere questo interminabile pensiero è stata la lettura di un 3d ad oggi ancora abbastanza attivo in quanto "infuocato" da una discussione intavolata da Evafetish, la quale ha detto semplicemente che il video oggetto del 3d prodotto da Mistress Gaia non è di suo gradimento...e a quel punto, apriti cielo, tra i soliti insulti e rimbrotti che, periodicamente, mi fanno alzare gli occhi al cielo e allontanare dal forum. Per dovere di cronaca e di curiosità (ma anche per sano onanismo), ho visto i video oggetto di questa contesa che ha raggiunto livelli “Achei Vs. Troiani” e devo dare ragione ad Evafetish, con la quale, sottolineo, sicuramente non ho dei bei trascorsi (su questo forum troverete ancora la litigata tra lei e me). Evafetish non ha soltanto il sacrosanto diritto di esporre la propria opinione senza essere tacciata di essere invidiosa di una collega (un’invidia a mio parere inesistente visto che le due professioniste esercitano in zone d’Italia ben diverse e, a quanto so, esercitano in modi e tempi diversi), ma ha anche ragione nel definire questi video "non di suo gradimento". E' inutile girarci intorno, i video di Gaia, seppur di elevata qualità rispetto ai (pochi) video della maggior parte delle altre prodomme italiane, costituiscono soltanto una fonte di reddito marginale rispetto all'attività principale svolta dalla professionista, quindi non possono essere curati nei dettagli. Praticamente tutti i video prodotti in Italia dalle prodomme non sono video belli, sono al massimo funzionali per essere venduti su piattaforme online e per far fare una sega al compratore facendosi al contempo un po’ di pubblicità. Ora, lungi da me elaborare critiche cinematografiche/artistiche sull'estetica della pornografia BDSM ma, per spiegare il concetto, mi rifarò ad un video che guardai qualche mese fa. Questo film porno giapponese sottotitolato in inglese, della durata di 60-70 minuti, vedeva protagonista una lolita (tema molto amato dai japu) che veniva “educata” da una mistress per diventare la schiava di una coppia di mezza età. La particolarità del film non è tanto la trama, esile ma pur sempre funzionale ai diversi cambi di scena presenti, quanto l'incredibile bravura degli attori e del personale cinematografico, i quali sono riusciti a catapultare "lo spettatore" all'interno della situazione. La sofferenza della ragazza mentre veniva esaminata dalla mistress-dottoressa era palpabile perché le si leggeva distintamente in volto, così come si "respirava" il sadismo della stessa mistress nel percuotere ripetutamente la slave con un asciugamano bagnato durante una favolosa sessione di shibari svolta in uno stage riproducente la classica casa giapponese in legno...e queste sensazioni continuavano anche durante la scena finale di dominazione "classica" Ff, seppur rovinata dalla pixelosità dei genitali del Sol levante. Tutto ciò mi ha portato a sviluppare una fantasia irrealizzabile, in quanto in Italia il BDSM è affossato da una cultura bigotta e conservatrice e, se possibile, forse è addirittura danneggiato dalla risonanza data dai mass media a seguito di alcuni scandenti libri (e pellicole) prodotte sull’argomento. Nel Bel Paese non esiste una casa di produzione che riesca a reggere il confronto con le aziende americane e orientali, una casa che produca film porno con una trama e una buona estetica discostandosi così dalla volgarità e ripetitività delle produzioni americane, con attori (pro o meno) amanti del BDSM che vengono pagati per “girare” in italiano e a volto scoperto in modo da risaltare l’espressività del corpo e aumentare l’empatia con i personaggi, con una troupe che abbia almeno una conoscenza base di regia e fotografia. E poi sceneggiatori in grado di mettere in scena storie, anche concatenate fra loro, che vadano oltre la classica leccatina di piedi, che sappiano legare in modo sensato le varie pratiche BDSM, proponendo anche scenari nuovi e inusuali. Insomma, mi piacerebbe una casa di produzione che sappia legare il bello dell’oriente (espressività, tecnica) con la “pragmaticità” delle produzioni yankee, che produca film italiani sottotitolati in inglese in modo da vendere il prodotto all’estero (strada già battuta da produzioni dell’Est europa). Mi rendo benissimo conto che ciò non accadrà, per mancanza di mezzi economici, per il basso margine di guadagno e per la reticenza culturale riguardo il BDSM esistente in Italia. Però davvero, non diciamo che i video delle prodomme italiane sono belli perché, a parte qualche debita eccezione, trattasti di materiale amatoriale, ripetitivo e utile al massimo a far godere il feticista di turno, ma, da persona che ha visto “nascere” ed evolvere la pornografia su internet, posso solo dirvi: che noia!
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