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Ritengo questo tema molto delicato, perché penso che riguardi non soltanto una sensibilità personale nei confronti del rischio di contagiarsi, ma, più in generale, e quindi non soltanto nel BDSM, credo che tutti i cittadini debbano rispondere ad una responsabilità sociale che sospinga a limitare fortemente alcune attività non soltanto, come dicevo poc’anzi, per preservare sé stessi e i propri cari da rischi, ma soprattutto per evitare nuove crescite nella diffusione del contagio, le quali rispondono ad una tutela della collettività. Io penso che alla base di ogni azione debba esserci questo pensiero nei cittadini e, siccome stiamo parlando di salute pubblica, l’ideale sarebbe che questo scatto mentale in cui l’interesse collettivo venga prima di quello personale, dal momento che è proprio quello collettivo a tutelare gli stessi interessi personali, avvenisse nel mantenimento delle libertà personali. Tradotto in parole più semplici: se tutti rispettiamo le regole che ci sono state imposte in questi mesi, nonostante queste portino in taluni casi anche a duri sacrifici economici, prima usciremo dai gravi problemi che in questi mesi stiamo vivendo non soltanto dal punto di vista della salute pubblica, ma anche da quello economico. Fatte queste considerazioni, sessioni fetish e BDSM sono attività che, a mio modesto parere, andrebbero limitate per ancora un po’ di tempo, tuttavia la tecnologia può venire in soccorso e consentire di vivere delle esperienze telematiche che, pur essendo profondamente differenti, possono comunque rispondere ad alcuni desideri o impulsi e questo vale sia da un punto di vista sub che da quello Dom. Nonostante non mi ritenga un fanatico assoluto dei rapporti mediante mezzi tecnologici, questi ultimi sono la chiave per portare avanti tanti rapporti e interazioni tra propri cari, congiunti, amici e via discorrendo, quindi penso rappresentino una seria alternativa, per quello che è questo periodo, anche all’interno del panorama BDSM.
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