Io derubricherei la nozione di maschio alfa o beta.
È una deformazione concettuale dovuta alla necessità di catalogare, misurarsi, etichettare, nemmeno fossimo nelle caste indiane.
Esistono diverse caratteristiche che si combinano e fanno avvicinare le persone: avvenenza fisica, età, cura di sé, facilità nel parlare, serenità, ispirare fiducia, mettere a proprio agio, e perché no anche ricchezza o posizione sociale o ambiente frequentato.
Poi è chiaro che la combinazione di tutti questi fattori viene semplificata nel concetto di maschio alfa o beta, ma in parte si tratta di fattori che dipendono anche dal modo in cui abbiamo lavorato su noi stessi.
Ad esempio, se quando converso scherzo in modo sgradevole, se quando parlo suono insincero, se mi vesto in un certo modo, se ascolto o quando una parla mi giro dall'altra parte, e se non sono interessato ad altro che a sfogarmi sessualmente, magari in modo che non mi aiuta a creare una relazione disinteressata e spontanea, se mi interesso solo a strafighe e non a donne meno appariscenti, insomma ci sono mille componenti che dipendono anche da noi, per sucitare reazioni più o meno soddisfacenti.
Poi certo può anche accadere che dipenda dal destino, da problemi fisici, da altre limitazioni su cui non possiamo in alcun modo agire, ma credo che spesso ci siano elementi che dipendono da noi o dalla chimica misteriosa delle relazioni umane e delle relazioni tra uomini e donne.
Come è già stato scritto, persone brutte e anche senza un soldo talvolta riscuotono più successo di persone più carine fisicamente e più benestanti.
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