Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

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view post Posted: 30/7/2012, 17:50     Lallo - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
-_- è vero scusa....ora metto l'ultima parte


La mattina successiva, Sara uscì presto di casa e per poco non incrociò Katy che era da poco tornata a casa dalla serata e si era rifugiata in camera sua per dormire.
Sabina invece aveva alcune incombenze da svolgere in casa e per la prima volta dopo tanto tempo a Lallo fu lasciato del tempo libero senza essere calpestato o essere sotto i piedi di nessuna do loro.
Nelle condizioni in cui era, a Lallo quel poco tempo da solo serviva come l'aria che respirava, anche se Sabina gli aveva dato da pulire con la lingua la suola di alcune scarpe sue e delle sue figlie.
Mentre era a terra a svolgere il suo compito rifletteva seppur confusamente sul fatto che sperava di rimanere lì a riposarsi per tutta la mattina, temeva moltissimo entrambe le donne che erano rimaste a casa e sapeva che Sara sarebbe tornata non prima del primo pomeriggio.
Non passò invece nemmeno mezzora che sentì il collare tirare, si voltò e notò che Sabina lo stava trascinando verso il salotto.
Senza proferir parola, appena giunti in salotto, Sabina si sedette su una sedia, prese un giornale di moda, si tolse le zoccolette e appoggiò i piedi nudi pesanti su di lui.
Quel mattino Lallo li sentiva molto più pesanti del solito, e faticò moltissimo a non emettere nemmeno un lamento quando lei distrattamente gli schiacciò una delle molte ferite che aveva sul suo torace.
Era per lei un semplice appoggio per i piedi, era normale che non gli badasse minimamente ma che lo utilizzasse solamente per quello che era e lo tenne li sotto mentre leggeva il suo giornale per buona parte del mattino.
Quindi lo trascinò in cucina, lui manco si accorse che fosse cambiato qualcosa perchè si trovò sotto il tavolo con nuovamente i suoi piedi piantati in faccia.
Verso tarda mattinata sentì dei movimenti, Katy si stava alzando.
Lallo incominciò a sudare per il nervosismo, quella volta non c'era Sara che poteva difenderlo e certamente Sabina non si sarebbe minimamente opposta se lei lo avesse voluto in camera sua per 'giocare'.
Ciao mamma
Oh, Katy, tesoro...come va? Sono un po' di giorni che quasi non riesco a vederti...
Sabina spostò i suoi piedi sul torace, offendo una sedia e la faccia di Lallo a Katy.
Fai colazione?
No no, non c'ho fame....
Katy si sedette, ed ancora assonnata appoggiò le sue zoccolette distrattamente sulla faccia di Lallo.
Katy, le scarpe per favore...
Ma che palle....ma solo Sara può rovinarlo a piacimento?
No, vai tranquilla, ultimamente ci stiamo impegnando un po' tutte, a giudicar dal risultato!
Katy si tolse le zoccolette ed appoggiò con forza i piedi sulla faccia di Lallo.
Lallo incominciò ad aspirare il suo odore sudato, ammirando per una volta la bellezza delle sue lisce piante senza che lei gli facesse male.
Secondo me sto coso qua non ci finisce neppure l'estate...-disse Katy
Chissà, vedremo quanto durerà...ultimamente lo vedo, come dire...un po' sbattuto?
Cazzo che sfigato! Altro che sbattuto, si vede da qua che sta soffrendo e manco gli stiamo facendo qualcosa se non tenerlo semplicemente sotto i piedi.
Katy gli tirò una forte pedata in piena faccia. Lallo si lamentò per il colpo ma si sentiva troppo debole per cercare di ripararsi.
Com'è andata ieri sera?
Una merda...una festa più del cavolo non la poteva fare Stella. Pensa che appena dopo un ora avevamo già messo K.O tutti i tappetini. Secondo me si è fatta fregare quando ha acquistato quello che ha...
Sabina e Katy continuarono a parlare di altre cose, come non facevano ormai da troppo tempo.
Lallo sotto i loro piedi stava faticando a respirare. Katy sembrava a farlo apposta a chiudergli le vie respiratorie con entrambi i suoi piedi, mentre Sabina sembrava che pesasse una tonnellata quel mattino.
Cercò di far di tutto per resistere, sapeva che finché lo consideravano un oggetto, probabilmente non gli avrebbero fatto troppo male.
Riuscì nel suo intento fino a che una forte pedata data distrattamente da Katy che lo prese sul naso, lo riportò alla realtà e gli strappò un lamento.
Che c'hai, sfigato?
Forse gli hai spaccato il naso con il tallone, mi pare che sanguini un po'...
Katy gli toccò il naso con le dita dei piedi e lo sentì cedere mollemente.
Cazzo, mi sa di si. Peccato che non ci sia la mia sorellina amorevole a curarti, vero, sfigato?
Gli piantò un'altra pedata e poi si rivolse a Sabina:
Sai mamma che Stella mi dice che c'ho il 'tallone da killer'?
Ahaha, ma dimmi, dai! Ma una volta non c'era il tallone d'Achille?
Eh si, Stella è troppo simpatica, vedessi. Mi ha dato sto nomignolo perché gli ho spaccato il vecchio tappetino a tallonate e pedate
Cavoli, Katy sei una forza! Se continui così, come farai a far sopravvivere il tuo tappetino personale
Boh, che ne so. Magari un giorno o l'altro metterò la testa a posto e mi darò una calmata. Ma non ancora oggi! Intanto che mi dici se spacco a pedate anche questo? Dai, dimmi che posso farlo, non c'è quella tritapalle di Sara per una volta...
Lallo incominciò a tremare di paura. Dipendeva da Sabina la scelta sulla sua vita, temeva che non sarebbe riuscito a sopravvivere ad un altra sfuriata di Katy.
Con umiltà provò a massaggiarle i piedi di Sabina.
In effetti non è neppure in grado più di massaggiare i piedi decentemente, ed in quanto a leccare oramai, per quel che rimane della sua lingua...
Lallo provò allora ad impietosire Katy. Cercò di leccarle la pianta dei piedi ma lei gli tirò una pedata.
Tieni dentro sta cazzo di lingua!
Katy...che linguaggio, suvvia. Pestalo quanto vuoi ma non usare sto linguaggio in casa mia!
Scusa mamma. Ma allora gli posso dare qualche pedata?
Certo che si, fai pure!
Grazie, ma allora mi metto più comoda.
Katy spostò la sedia a cavallo di Lallo che oramai tremava in modo incontrollato.
Katy alzò il piede sulla sua faccia.
Ma guarda come trema sto sfigato...hai paura dei miei talloni da killer, vero?
Lallo gli fece cenno di si, osservava da li sotto la pianta dei suoi piedi nudi che presto si sarebbe abbattuta su di lui. Katy stava giocando con la sua paura, sapendo che lui non aveva nessuna possibilità di sottrarsi a quello che lei gli avrebbe fatto.
Ed improvvisamente partirono le pedate, prima solo forti ma poi via via sempre più forti, di pianta e di tallone. I suoi morbidi piedi gli stavano distruggendo la faccia, questa volta Lallo pensò seriamente di non sopravvivere. Fu un infinito susseguirsi di chiaro e buio e di dolore forte sul viso, fino a che Lallo smise ogni lamento e perse i sensi. Capì che Katy era pericolosa sempre, sia con i tacchi che a piedi nudi..

Si svegliò più tardi percependo un dolore tremendo su di lui.
Toh vedi che si risveglia?
Katy era salita sul suo corpo con un paio di scarpe col tacco alto. Lallo non riusciva a vederle ma sembravano quelle del giorno prima.
Beh è vero, allora non è ancora così mal ridotto...-disse Sabina.
E' quello che ti dicevo, va a finire che ci dura ancora un bel po' sto coso qua! E allora che dici di divertirti anche un po' te?
Ma dai, Katy, con i tacchi? Lo spacco, sono pesante!
Dai, pensa che è solo un tappeto, mica ti devi fare di questi problemi?
Si, si ma cosa dirà Sara...
Ma che ti frega, dopo lo medichiamo e tornerà a posto!
Mentre Lallo era svenuto, Sabina si era già portata lì vicino un paio di sandali col tacco alto.
Senza esitare se li infilò ai piedi, mentre Katy scendeva da Lallo.
Libero dai tacchi di Katy, Lallo si girò per osservare con terrore i tacchi di Sabina. Il suo pesante piede, pur liscio e piacevole al tatto, riempiva completamente il sandalo, dando l'impressione che da un momento all'altro i lacci avrebbero ceduto.
Ma non cedettero, Katy porse le mani a sua madre che prima un piede e poi l'altro salì su Lallo.
Lallo iniziò a contorcersi per il dolore, non ricordava di aver sentito così male come in quella piccola parte del corpo dove ora insistevano i tacchi di Sabina.
Guarda, mamma, non è divertente? Sta cambiando colore!
A me pare che stia per avere un coccolone...ahhaha però vero, è divertente!
Sabina incominciò a muoversi, affondando i suoi tacchi su altre parti del torace.
Lallo smise di contorcersi, svanirono le forze anche per quello, le mani caddero, desistendo dall'inutile tentativo di spostare il peso di Sabina dal suo corpo.
Poi, finalmente, scese.
Mi sa che per oggi lo abbiamo spaccato a sufficienza.
Distrattamente Sabina alzò le suole sulla sua faccia per farsele pulire ma Lallo non riuscì che a darle poche e deboli leccate.
Sabina si sedette, appoggiando i piedi ancora calzati sulla faccia di Lallo.
Certo che noi due messe assieme abbiamo fatto un bello sfacelo, eh?
Grande, mamma ma non ti sei divertita?
Eccome no, ma ora mi tocca ripulire, guarda come abbiamo ridotto la sua faccia- disse Sabina, spostando momentaneamente le suole che vi erano sopra.
Si, vero, ci siamo impegnate- disse Katy, osservando quello che era rimasto di lui nel breve lasso di tempo in cui Sabina aveva spostato le scarpe da sopra.
Dai, vai tranquilla, ci penso io, ora mi riposo ancora qualche minuto e poi ripulisco il casino prima che arrivi Sara.
Katy salutò sua madre, doveva nuovamente uscire ma promise che quella sera sarebbe tornata a casa per cena.
Dopo una sommaria pulizia, Lallo restò sotto i piedi nudi di Sabina per tutto il resto della mattinata e del primo pomeriggio, passando alternativamente tra stati di coscienza più o meno presenti, in base a quello che Sabina faceva.
Bastava anche una sola delle tante pedate che gli dava per farlo 'dormire' un breve sonno, salvo poi risvegliarsi e ritrovarsi subito senza respiro sotto le piante sudate di Sabina.
Fu durante uno di questi sonni che sentì trascinarsi via.
Non capiva cosa stesse succedendo, il collare che tirava e si attaccò alla prima cosa che aveva a portata di mano, ossia i piedi di Sabina che fino a quel momento erano stati su di lui.
Gli giunse in faccia una pedata. Invece di allontanarsi si avvicinò ulteriormente e gli arrivò un altra pedata. Mollò momentaneamente la presa ma poi si avvicinò, abbracciandoli e baciandoli.
Ma dai scemo, non vedi che è arrivata la tua padroncina preferita?
Lallo restò attaccato ancora ai piedi di Sabina e ancor più forte gli arrivò in faccia una terza pedata.
Cadde a terra e si mise a piangere, baciandole ancora la pianta dei piedi e non capendo il perchè delle pedate.
Lallo, staccati dai piedi di mamma che mi servi sotto la scrivania!
Finalmente in una parvenza di coscienza, Lallo riconobbe la voce di Sara e si staccò dai piedi di Sabina.
Ma che avete combinato voi due?
Niente, Sara, non preoccuparti...niente di eccessivamente grave, ci siamo divertite un po', ecco tutto...
Si, ma gli avete rotto il naso e tu ci hai camminato su coi tacchi...
Si e da cosa lo noti?
Hai ancora li le scarpe con cui ci hai camminato e poi i lividi sono molto più profondi!
Sosterrai mica che sono pesante?
Certo che si, hai rischiato di spaccarlo!
E con questo? E che vuoi che sia, si aggiusterà! Pensi che cambi qualcosa per lui? Il suo destino è segnato, permetti che almeno ogni tanto io e tua sorella ci divertiamo un po'.
Boh, chissà...forse alla fin fine avete ragione voi...mah...

Sara lo trascinò Lallo inerte con il collare fino alla scrivania e ce lo mise sotto, come al solito, senza però legargli le mani.
Pensò al fatto che, a prescindere da ogni cosa, li sotto lui sarebbe stato del tutto immobile ed inoffensivo.
Quindi senza quasi guardare giù, appoggiò i piedi sulla sua faccia di Lallo, che per la prima volta, sentendosi libere le mani, si sforzò e riuscì ad accarezzarle le caviglie, seppur debolmente.
Lei sorrise, era un segno che riusciva ancora a fare qualcosa, per cui chattò tranquilla in rete, ridendo alle stupide battute di una sua amica.
Dopo circa un' ora la linea cadde, c'era un temporale nell'aria, e lei allora decise di approfittare dell'inconveniente per tirare fuori Lallo dalla sua prigione ed accertarsi meglio delle sue condizioni.
Lo tirò su senza fatica e lo appoggiò al muro vicino alla scrivania.
Lo pulì dal sangue che aveva incominciato nuovamente a colare dal suo naso quando era sotto i suoi piedi e stava chattando, quindi senza volerlo toccare troppo con le mani, lo guardò bene, cercando di capire in che condizione fosse.
Cercò il suo sguardo sfinito e spento ma aveva la testa reclinata ed allora gli alzò la faccia con un piede, appoggiandoglielo poi sul torace per evitare che scivolasse giù a terra.
E allora Lallo? Come andiamo oggi?
Lallo non riuscì ad emettere altro che dei deboli suoni gutturali.
Sei sfinito, vero?
Lallo faticosamente fece cenno di si.
Beh, ci credo, non sei riuscito ad avere molto tempo per riposarti in queste ultime settimane e con quello che ti hanno fatto stamane...
Il piede stava rendendogli difficile la respirazione, Sara se ne accorse e lo sollevò un po' per farlo respirare meglio. Lallo riprese a scivolare giù, lei pensò anche di legarlo ma non aveva voglia di cercare le corde e allora lo fermò nuovamente con il piede sul torace, cercando di non premere troppo.
Ancora una volta notò che il suo piede 39 ricopriva buona parte del suo piccolo torace.
Lallo sembrò respirare meglio e riuscì con un fil di voce a dire:
allo....ura..
Che cosa? Ura...vuol dire che Lallo ha paura?
Lallo fece cenno di si.
Ma paura di cosa? Di tutte noi?
Lallo fece nuovamente cenno di si.
Certo che per come ti stanno trattando ultimamente...Hai paura che ogni pedata, ogni calcio sia per te l'ultimo, vero?
Lallo, confusamente gli fece di nuovo cenno di si.
E di me invece? Hai anche paura di me?
Lallo sembrò indeciso, avrebbe voluto dirle che non ce la faceva più, che necessitava di riposo, che aveva paura di lei perché anche lei lo usava senza nessuna pausa come tutte le altre ma erano concetti troppo complicati per lui e allora alzò lo sguardo a lei e riuscì a dire solamente:
ara...bea...pei bei...
In realtà voleva dichiararle che la trovava bella, che voleva essere suo, solo suo ma anche questo era un concetto complicato ed allora aggiunse:
-...ara pei....bei...- e lo ripetè ossessivamente e sempre più debolmente altre tre volte prima di terminare il fiato.
Sara sollevò un po' il piede per farlo respirare.
Anche se era affezionata a Lallo, aveva sempre adorato quel senso di potere, riuscire a controllare i suoi respiri.
Capì che nemmeno con il fiato che gli aveva concesso, avrebbe potuto fargli dire di più e allora si voltò verso il computer per vedere se era tornata la linea.
Notò che era tornata la chat e una sua amica la stava cercando.
Sara si girò di nuovo verso di lui e gli sorrise.
Per un istante lui sperò che lo lasciasse riposare qualche minuto o tutto il pomeriggio ma lei gli disse:
Grazie, Lallo, apprezzo veramente che tu usi il tuo poco fiato per dire che ho dei piedi belli. Allora, non ti dispiacerà affatto se ti chiedo di tornare li sotto a farmi da appoggia piedi che il pavimento è tanto freddo!
Lallo la guardò come deluso, abbassò lo sguardo e vide la prigione che lo aspettava, il pavimento sotto la scrivania, come sempre, come ogni giorno.
Gli mostrò le mani libere.
Si, Lallo hai ragione, ti ho sempre legato le mani ma adesso no, puoi tenerle libere, così se vuoi puoi anche fammi un bel massaggio. Lo so che ti ho sempre voluto fermo ma questo consideralo un piccolo premio.
Lallo reclinò il capo, guardò ancora i suoi piedi nudi che lo attendevano e si lasciò scivolare lentamente verso di loro.
Sara guardò il computer e quando lo sentì in posizione, appoggiò di nuovo e bene i piedi nudi sulla sua faccia.
In un istante, mentre aveva di nuovo i suoi piedi in faccia, Lallo pensò che anche per Sara lui non era altro che un qualcosa su cui appoggiare i piedi perchè non si freddassero sul pavimento.
Con questa ultima consapevolezza e senza più alcuna speranza, Lallo si lasciò andare, non prima di aver baciato con passione e per l'ultima volta i piedi di colei che adorava più di ogni cosa.

Una sera di quelle si compì per lui il suo destino da tappeto, mentre in un ultimo lampo di coscienza notò che un piede si era fermato a schiacciargli la gola, e l'altro era sulla faccia.
Avrebbe voluto provare ad attirare l'attenzione di colei che lo stava schiacciando, ma soprattutto voleva sperare che quei piedi che lo stavano schiacciando con la tv accesa, fossero quelli della sua amata Sara. Gli dette un ultimo debolissimo bacio prima di scivolare nell'ombra per l'ultima volta mentre la tv trasmetteva un programma idiota in prima serata. Forse non lo avrebbe mai fatto se avesse saputo che i piedi su di lui erano quelli di Katy, per la prima volta a casa dopo cena dopo tanto tempo e che lei se ne accorse molte ore dopo che il suo destino si era compiuto...

Un paio di giorni dopo, Sara, Katy e Sabina acquistarono un nuovo tappetino da piedi.
Mentre Katy prometteva che lo avrebbe trattato meglio (ma nessuno ci credeva), Sabina sperava che leccasse bene i piedi come faceva Lallo qualche anno prima.
Sara invece contava di provarlo subito quella sera stessa, aveva dovuto aspettare quasi due giorni senza qualcuno sotto di lei e quel giorno si era messa le scarpe più belle in modo che il nuovo tappetino potesse osservare ed ammirare meglio i suoi piedi. Guardando con insistenza la sua faccia, sperò che fosse comoda almeno come quella di Lallo.
view post Posted: 30/7/2012, 17:03     Lallo - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
La crisi

Mammaaa...Lallo non si muove!
Sara, giovane ragazza appena ventenne, carina, bionda ed in ottima forma fisica, stava chiamando sua madre. Era ora di cena e tutti avrebbero dovuto andare a tavola ma Lallo non voleva proprio saperne di muoversi da li dove era stato messo da circa un paio d'ore.
Lallo era lo schiavo tappetino di tutta la famiglia che comprendeva oltre che lei, Sara, anche sua sorella maggiore Katy di 24 anni e la loro madre, Sabina, di 47 anni.
Era una cosa abbastanza comune avere un solo schiavo tappetino in famiglia, soprattutto per i costi nell'acquistarne uno nuovo e veniva pertanto utilizzato a turno da una delle componenti della famiglia. Questo voleva in pratica dire che Lallo passava quasi tutta la giornata a fare da appoggiapiedi per una o più delle tre donne di famiglia e dedicava il pochissimo tempo libero, quando ne era in grado, a pulire le scarpe non indossate di una di loro.
In pratica viveva tutta la giornata sotto i loro piedi o al servizio di essi, il che era perfettamente naturale e questo, anche lui lo sapeva, sarebbe stato l'unico scopo della sua povera e (probabilmente) breve vita.
Gli schiavi tappetini venivano scelti ed educati sin dalla giovane età e questo star sempre sotto i piedi di qualcuno ed in continuazione, li rendeva inevitabilmente deboli e per lo più sotto sviluppati mentalmente e fisicamente, il che era un vantaggio per ogni donna che li avrebbe utilizzati, visto che il ribellarsi non entrava neppure lontanamente loro in mente: erano stati concepiti per stare sotto i piedi e lì rimanevano.
Lallo non faceva eccezione. Da che loro sapessero, ossia da quando lo avevano acquistato, probabilmente avrebbe dovuto avere poco meno di trent'anni ma appariva in realtà piuttosto minuto ed alquanto magro, il che le agevolava molto quando dovevano trascinarlo da una stanza all'altra per utilizzarlo.
Ed ora Lallo non voleva proprio saperne di muoversi da dove Sara lo aveva messo un paio di ore prima.
Sara lo aveva legato sotto la sua scrivania ed aveva passato le precedenti due ore a scambiare messaggi e a navigare su internet, appoggiando distrattamente i piedi nudi sulla faccia di Lallo, che tra l'altro era del tutto abituato a quella posizione. Lo aveva sentito muovere e ogni tanto leccare ma poi lo aveva sentito completamente fermo e non gli aveva più minimamente badato.
Il giorno precedente sua sorella Katy lo aveva allenato a lungo e duramente, utilizzando degli stivali i cui tacchi avevano scavato profondamente nel suo corpo e se ne erano sentite le urla in tutta la casa per diversi minuti, fino a che lui era diventato troppo debole anche solo per lamentarsi.
Katy era molto più sadica di lei, stava attraversando un periodo difficile e lo utilizzava quasi quotidianamente per scaricare ogni tensione, inventando ogni giorno un modo nuovo per farlo soffrire. Di norma lo calpestava con ogni tipo di calzatura fino allo sfinimento e poi si divertiva a prenderlo a pedate o ad osservare quante volte cambiava colore quando lo soffocava sotto i piedi.
Anche ieri aveva esagerato, come alcune altre volte nelle ultime settimane e lei e sua madre lo avevano poi dovuto medicare, dopo averlo fatto rinvenire e avevano poi deciso di utilizzarlo a piedi nudi per i prossimi giorni fino a che non si fosse ripreso. Avevano imposto quella risoluzione anche a Katy che però aveva fatto spallucce prima di andarsene nuovamente di casa per incontrare le sue amiche.
Sara lo osservò di nuovo: era del tutto immobile sotto la scrivania, si vedevano sul suo piccolo corpo i segni del calpestamento del giorno precedente e l'impronta sudata dei suoi due piedi sulla sua faccia. Ogni tanto provava un leggero senso di pena per lui, soprattutto per quanto soffriva a causa di sua sorella ma per nulla al mondo avrebbe rinunciato ad utilizzarlo, d'altronde lui serviva solo a quello.
Avrebbe dovuto slegarlo e tirarlo fuori ma si era già lavata le mani per la cena e non aveva voglia di toccare qualcosa che stava tutto il giorno sotto i piedi.
Provò quindi a toccarlo con un piede ma non ottenne risposta. Allora provò a toccargli una delle tante ferite che erano sul suo torace nudo e sempre con maggiore decisione ma nemmeno così riuscì a farlo muovere e decise ancora di attirare ancora l'attenzione di sua madre, la quale però stava finendo di cucinare con la tv accesa e probabilmente non sentiva.
Prendilo a calci!
Questa era stata Katy, da poco rientrata a casa, in tempo per la cena.
Eh si, brava, dopo tutto quello che gli hai già fatto te ieri!
Io? Ieri? Che cosa gli avrò poi fatto...l'ho solo usato per il tappeto che è!
Katy, una ragazza bionda e molto carina, era entrata nella stanza del pc. Vestiva in modo leggero ed elegante come sempre, compatibilmente con la stagione estiva ed aveva ai piedi dei sabot chiusi con la punta e poco tacco.
Guarda, basta fare così!
Detto questo gli appioppò un paio di forti pedate nel torace, dove c'erano le ferite che gli aveva fatto il giorno prima, utilizzando la punta del sabot, ma nemmeno lei ottenne risposta.
Piantala, Katy, va a finire che combinerai un guaio un giorno o l'altro e ne dovremo comprare uno nuovo!
Beh, a quanto pare, invece, il guaio lo hai combinato tu...
No, io non ho combinato proprio un bel niente, in tutto il giorno non gli ho neppure dato una pedata!
Questo non era vero e lei lo sapeva benissimo: era abbastanza comune per Lallo quando era lì sotto ricevere pedate più o meno involontarie e di norma ne riceveva molte nell'arco di una giornata.
Dai, su, tiriamolo fuori!- propose Sara, poco convinta.
Ma, no, che schifo, non mi va di sporcarmi le mani con lo sfigato.
Nemmeno a me....ma non vedo alternative: se non lo sleghiamo, non riusciremo nemmeno a trascinarlo via col collare.
In quel momento entrò Sabina, la loro madre.
Era una donna piacevole, leggermente sovrappeso ma che portava splendidamente i 47 anni che aveva.
Che succede?
Ehm...ecco, mamma...è che Lallo non si muove!
Come...non si muove...mica lo avrai soffocato?
Ma no...l'ho semplicemente usato li sotto mentre scrivevo al computer e chattavo con le mie amiche e...non so perchè non si muove!
E cosa sono quelle impronte sudate sulla faccia?
E cosa vuoi che siano...fa caldo!
Va bene va, tiriamolo fuori!
Contro volontà, anche Katy dette loro una mano, cercando però di toccarlo il meno possibile con le mani.
Gli slegarono i polsi e le braccia caddero mollemente lungo i fianchi.
Katy si levò una scarpa e senza esitazione gli appoggiò in faccia un piede nudo.
Tranquille, respira..anche se piuttosto debolmente.
Bene, allora portiamolo di la che facciamo cena e aspettiamo che si riprenda e tu, Katy, non gli farai niente per questa sera!
Ed io che c'entro, mica è colpa mia!
Non fa niente, trasciniamolo di là sotto il tavolo che è ora di cena.
Lo trascinarono inerte, come un sacco di patate e lo misero sotto il tavolo della cucina.
Sabina servì il pasto alle sue figlie, che sedendosi appoggiarono i piedi su di lui, nudi come avevano deciso di fare, poi lei si sedette e distrattamente, togliendosi le zoccolette, appoggiò i suoi sulla sua faccia, come ogni sera.
Mangiarono cena guardando la televisione e chiacchierarono, senza badargli minimamente e non percependo da lui alcun movimento o segno di vita.
Dopo cena si alzarono, riassettarono e Katy annunciò che sarebbe uscita nuovamente.
Sabina non le badò, rispondendole distrattamente. Sperava che il periodo difficile le passasse in fretta, ogni tanto aveva paura che avesse iniziato a frequentare brutte compagnie ma, vedendola uscire e tornare sempre elegante, pensava che si trattasse per lo più di una piccola crisi giovanile.
Per la prima volta dopo la cena, Sabina guardò sotto il tavolo.
Lallo era rimasto del tutto immobile durante la cena, facendo loro da tappetino inerte, le impronte del sudore dei loro piedi nudi che stavano svanendo su ogni parte del corpo.
Sara! Vieni qua, prenditi Lallo e fagli un bel bagno freddo, chissà che non si svegli!
Ma, uffa, perchè sempre io?
Se non sbaglio, la crisi l'ha avuta mentre era sotto i tuoi piedi, vero?
Ma io non c'entro.!...
Sara, sbrigati che se non si sveglia, non riuscirai ad avere da lui nemmeno un massaggio ai piedi con la lingua!
E va bene...
Sara gli mise il collare e lo trascinò inerte verso il bagno.
Mentre lo metteva nella vasca, osservò ancora una volta i mille segni che aveva su di lui, il corpo piccolo come fosse fragile, sentiva appena lieve il suo respiro.
Aprì l'acqua e vide che finalmente incominciava a muoversi, dapprima debolmente e poi sempre di più, quasi per sottrarsi al getto di acqua fredda, soprattutto quando glielo indirizzava apposta sulla sua faccia.
Finalmente, facendo appello alle sue poche forze rimaste, si mosse e faticosamente si alzò a sedere da solo, appoggiandosi ai bordi della vasca. Si guardò intorno con sguardo completamente istupidito, non riuscendo a capire in che situazione fosse.
Mamma, si è svegliato!
Ottimo, portalo allora in salotto che tra poco arrivo e ci guardiamo un po' di tele mentre ci lecca i piedi.
Prese il guinzaglio e, visto che si muoveva, lo portò in salotto, facendosi seguire a quattro zampe.
Non gli era permessa la stazione eretta e da che ce l'avevano, lei non si ricordava di averlo mai visto in piedi ma sempre a quattro zampe o steso sotto i loro piedi, come era naturale.
Appena giunta in salotto, Sara si sedette sul divano e gli porse i piedi da leccare.
Lui cercò di afferrarle i piedi con le mani per poterglieli massaggiare mentre li leccava.
Lei per un momento lo stette ad osservare, notò che faticava a stare su e aveva iniziato a tenersi ai suoi piedi per non cadere sul tappeto. Era davvero debole e allora lei decise di prendere la cavigliera.
Se la assicurò alla caviglia ed assicurò poi la breve catena al suo collare.
In questo modo non sarebbe caduto e, bloccato esattamente con la faccia sotto la pianta, avrebbe potuto agevolmente leccarle i piedi senza sosta e per tutta la sera.
La sua lingua era quasi del tutto consumata dall'utilizzo, ma riusciva ancora a procurarle del piacere mentre la leccava con brevi linguate su tutta la pianta e tra le dita.
Provò a rilassarsi ma poi decise di voleva capire meglio cosa era successo quel giorno.
Per la prima volta dopo tanti giorni, Sara le rivolse la parola.
Ehi, Lallo, come va?
Lui la guardò, mentre le accarezzava i nudi polpacci per rilassarla mentre leccava i piedi.
Per un istante non le rispose continuando nel suo lavoro solito ma poi una piccola lacrima gli si formò negli occhi, smise di leccare ed affondò la faccia nei suoi piedi nudi, iniziando a lacrimare sempre di più e poi a piangere, quasi cercando conforto nel contatto con le sue nude piante.
Lei attese che si calmasse e godette del massaggio umido della sua faccia sotto i suoi piedi.
Quando si calmò, sembrò perdere di colpo le forze, sarebbe caduto ma la cavigliera gli impedì ogni movimento e si trovò comunque bloccato a pochi millimetri dai suoi piedi.
Alzò le mani e provò ad accarezzarglieli, e poi di nuovo vi affondò la faccia.
allo..olo...e...
Lallo ha dolore?
Sara sapeva che avrebbe dovuto provare ad indovinare quello che lui diceva, da molto tempo le poche parole che riusciva a dire, erano di difficile comprensione.
ti..tittiva..
Katy è stata cattiva?
Lui fece cenno di si, ed intanto prese a leccarle nuovamente e debolmente i piedi, baciandole la pianta ed accarezzandogli il morbido dorso affettuosamente.
Visto che faticava a stare su, decise di mettersi anche l'altra cavigliera, bloccandolo seduto con la faccia sotto i suoi piedi.
allo....ire...
Non ho capito? Cosa vuol dire Lallo...ire?
Spostò i suoi piedi in modo da poterlo vedere, la sua piccola faccia tra entrambi i suoi piedi pianta 39.
Lui fece salire nuovamente le mani verso i polpacci, traendo un forte respiro tra le sue dita.
allo...ire
Ma...non ti capisco!
Allora Lallo si girò verso il suo piede destro, aspirò forte sotto la sua pianta e poi appoggiò con forza il naso sotto i suoi piedi e trattenne il fiato.
Lo osservò e poi vide che non spostava la faccia, cercando di trattenere ora con le mani il piede nudo su di se, con tutte le forze che aveva.
Lei ebbe un intuizione, lo liberò dalle cavigliere e gli dette una pedata in faccia, allontanandolo e facendolo cadere a terra.
Si alzò a sedere, appoggiando di nuovo i piedi su di lui.
Lui cercò di strisciare e andò a posizionarsi di nuovo con la faccia sotto i suoi piedi.
Ma...Lallo....piantala!
Gli dette altre pedate.
Lallo si fermò, smise di cercare di strisciare sotto di lei e stette immobile, senza forze.
Sara lo guardò, allarmata.
Ma...allora vuoi dirmi che....che sei stato volontariamente fermo con la faccia sotto i miei piedi, sperando che ti soffocassi?
Lallo la guardò, ed esitando un po' gli fece cenno di si.
Pei...ara...bei...
Stava dicendo che Sara aveva dei bei piedi ed iniziò ad accarezzarli con volontà.
allo...ire
Mamma...puoi venire un momento?
Sabina arrivò subito e Sara le raccontò quello che aveva saputo da Lallo.
...e quindi il suo di oggi sotto di me è stato un gesto volontario!
Si, lo avevo immaginata, piccola mia...tu sei giovane, non lo sai ancora ma a volte capita...
Sabina si sedette, appoggiando anche lei i piedi su di lui, e, stringendo a sé Sara, incominciò a raccontare quello che sapeva. Lallo riprese ad accarezzarle i piedi.
Di norma tutti i tappetini da piedi soffrono chi più, chi meno, soffocati o calpestati sotto i piedi di noi donne. In generale cercano di far di tutto per sopravvivere, cercano di sottrarsi alle torture e alle pedate, a volte con successo e a volte no. Però a volte sono talmente deboli e istupiditi che non riescono a sottrarsi e rischiano seriamente conseguenze molto gravi, mentre altre volte semplicemente non vogliono.
Ma...come? Non vogliono?
Esattamente quello che ho detto: soffrono troppo e non hanno nessuna volontà di sottrarsi alle torture e vogliono...come dire...porre fine alle proprie sofferenze. Come ben sai, ieri Katy ha esagerato e anche la settimana scorsa e quella precedente e probabilmente esagererà ancora e molto anche nei prossimi giorni. Lui lo sa benissimo e ne ha paura, ma non potendo evitare di finirle sotto i piedi, sta cercando...ebbene si...di smettere di soffrire per sempre.
Mi pare molto strano...ma io cosa c'entro, perchè proprio io? Se glielo dicesse mai a Katy sono certo che lei si divertirebbe e molto ad accontentarlo!
Sabina le offrì un altro abbraccio. Distrattamente Sara appoggiò nuovamente i piedi sulla faccia di Lallo, interrompendo i suoi baci adoranti e le leccate.
Sara, forse Lallo si è preso una piccola infatuazione per te...e ha scelto te per smettere di soffrire..
Sara percepì la faccia di Lallo sotto i suoi piedi, li spostò via subito, quasi con paura, sperando non fosse soffocato, mettendoglieli sul torace. Lui non si sarebbe mosso perchè i piedi di Sabina lo tenevano bloccato a terra.
Sara, tu lo sai, sei una bella ragazza, anche se dubito lui riesca ancora a vedere molto oltre i tuoi piedi. Tu sei sempre stata buona con lui, a differenza di tua sorella che ultimamente..beh....si sta divertendo forse un po' troppo a massacrarlo...
Ma io gli do sempre un sacco di pedate...e lo calpesto...e pulisco le suole delle mie scarpe sulla sua faccia e sulla sua lingua...come ha potuto prendersi una cotta per me?
Sara, tu lo usi come tutte noi, è vero, ma alla fine non lo torturi mai troppo o troppo duramente...
Ma...io...
Hai già notato che sta sotto di te molto più volentieri che sotto di me o, peggio, sotto tua sorella?
No..ma ..a dire il vero...non capisco ancora: perchè vuole farla finita? Katy è un molto cattiva con lui ultimamente ed esagera spesso...ma è sempre attenta a non combinare guai, si ferma sempre prima di far troppi danni..
Nuovamente i piedi di Sara erano saliti sulla sua faccia, appoggiandosi distrattamente come sempre.
Si lo so è vero anche questo ma , come dirti: forse è giunto ad un punto in cui sa benissimo che, a prescindere da ogni cosa, non avrà più molto da vivere. Lo vedi tu stessa: nemmeno stasera ha mangiato qualcosa, beve solo più e deperisce lentamente ma inesorabilmente. E' normale perchè lo abbiamo già da qualche anno ed è durato ben di più di molti altri tappetini miei o delle mie amiche.
Ma allora cosa dovremmo fare...smettere di utilizzarlo?
Assolutamente no, piccola mia. Solo fare un pochetto più di attenzione quando gli appoggiamo i piedi in faccia, in particolare te...e se capiterà...capiterà! Non te ne farò una colpa, se capiterà sotto di te...
Ma...allora posso continuare ad usarlo?
Certo che si e anche più di prima....ma non per questo devi finirlo proprio adesso!
Sara si alzò, notò che Lallo stava di nuovo smettendo di respirare. Spostò subito via i piedi dalla sua faccia, e lui istantaneamente andò a cercarli.
allo....ire...
Tranquillo, Lallo...tranquillo....un giorno di questi capiterà e, se vorrai, sarà proprio sotto i miei piedi!
Per la prima volta la bocca di Lallo si aprì in quello che sembrava una specie di sorriso, Sara ne approfittò per metterle in bocca le dita dei piedi e lui iniziò a succhiarglieli con devozione prima l'alluce e poi lentamente ogni altro dito.
Il peso di Sabina lo stava schiacciando e faticava a respirare ma non per questo smise nemmeno per un istante di leccare e baciare con somma adorazione i suoi piedi nudi preferiti...

Il giorno successivo a quello della chiacchierata di Sara con sua madre, fu un giorno del tutto normale.
Lallo rimase sotto i piedi di Sabina per buona parte della giornata. Lei passò gran parte del pomeriggio a stirare una montagna di roba, non capacitandosi di quanti vestiti indossavano le proprie figlie, camminando continuamente a piedi nudi avanti ed indietro sul corpo disteso di Lallo.
Dopo circa tre ore ed alcune pause, finalmente considerò di aver fatto la maggior parte del lavoro e ritenne di essere stanca abbastanza da meritarsi un po' di tv sul divano.
Lallo era molto più sfinito di lei, aveva subito, tra molte crisi di respiro e senza pietà alcuna, un infinito calpestamento sempre a piedi nudi e appariva appiattito ed arrossato.
Sabina era più pesante sia di Sara che di Katy e, pur rendendosi conto delle condizioni fisiche un po' critiche di Lallo, gli aveva senza esitazione fatto assumere la posizione per lui più consona, ossia quella del tappeto e senza sosta né prestandogli più di tanto attenzione lo aveva calpestato per tutto il tempo.
Appena terminato, lo trascinò fino al divano e mettendosi la cavigliera, accese la tv, godendosi le deboli leccate di Lallo.
Era ancora assorta nel suo personale relax quando rientrò Sara.
Ciao mamma, come va?
Sono distrutta, ho stirato per tutto il pomeriggio e riesco a riposarmi solo ora. Ti serve Lallo?
Si grazie, se non serve a te...
No, no, prenditelo pure, tutto tuo, io devo andare di là a finire il lavoro.
Sara lo slegò dalle cavigliere, lui crollò subito a terra, si voltò e le baciò i piedi.
Notò che faticava a respirare e che tutto il suo corpo era arrossato, Sabina se ne accorse.
Stai tranquilla, gli passerà anche quello. Non sarà certo un po' di calpestamento che lo ucciderà!
Beh probabilmente no, ma magari ora lo faccio riposare un po' sotto di me.
Buona idea ma tu sai che tra poco tornerà tua sorella e...lo vorrà!
Già, lo so! Spero solamente che non me lo distrugga! Come vorrei che lo lasciasse riposare almeno oggi.
Eh, vero ma sai è un suo diritto utilizzarlo, fa anche lei parte della famiglia.
Si, si, ma un giorno o l'altro a forza di esagerare...combinerà un bel guaio, ne sono sicura...
Sara salutò sua madre e poi iniziò a trascinarlo con la catena per fargli assumere la sua personale concezione di riposo per lui, ossia quella sotto la scrivania a fargli da appoggia piedi con la faccia. Ogni tanto lui provava a mettersi a quattro zampe ma poi faticava troppo e lei allora lo dovette trascinare fino a sotto la scrivania (per fortuna pesava poco) e legargli le mani dietro la schiena prima di accendere il computer.
In un istante ricordò gli accadimenti del giorno prima e decise che non voleva rischiare di soffocarlo un'altra volta. Notò però che nemmeno volendo, sarebbe riuscita ad appoggiare i piedi se non sulla sua faccia, d'altronde quella era sempre stata la sua posizione preferita e la più comoda.
Restò indecisa un istante cosa fare e poi decise di tenersi le scarpe.
Aveva ai piedi un paio di ballerine dalla suola di cuoio ed era ovviamente senza calze.
Accese il computer ed iniziò a navigare in rete. Distrattamente sentì lieve la protesta di Lallo che si era trovato in faccia le sue dure suole invece dei suoi piedi nudi che tanto amava ma non ci badò e continuò a chattare fino a che, circa un'ora e mezza dopo, rientrò sua sorella.
Ciao, Sara, dov'e lo sfigato?
E' qua sotto i miei piedi.
Ok, dai, prestamelo che ne ho bisogno.
Nemmeno un giorno lo lasci riposare?
Se questo lo chiami riposare....guarda quello che hai combinato te sulla sua faccia!
Solo in quell'istante Sara distolse lo sguardo dallo schermo del computer.
Spostò i piedi dalla faccia di Lallo e notò che vi aveva lasciato due profonde impronte quasi parallele e che sanguinava un po' dal labbro.
Oh, cavoli, mi sono distratta!
Ah ah, e poi dici a me! Non vuoi che lo usi e poi tu ti tieni le scarpe mentre gli usi la faccia come appoggia piedi?
L'ho fatto perché che non volevo soffocasse come ieri...
Si, si ma intanto guarda come l'hai ridotto!
Sara si inginocchiò per guardarlo meglio e poi, cosa insolita, lo accarezzò con le mani sulle guance ferite.
Povero Lallo, che cosa ti ho fatto...
Lallo aveva cercato di accennare un sorriso, pur con il labbro spaccato, contento di quell'unica carezza con le mani dopo tanto tempo.
Katy la guardò.
Ma sei scema! Adesso ti metti a parlare con il tuo appoggia piedi?
Sara si girò verso di lei, ironica.
Hai ragione, scusa se ogni tanto mi dimentico di trattarlo come un oggetto da piedi come fate tutte voi. Dammi un minuto e poi te lo porto.
Katy uscì dalla stanza.
Sara era ancora inginocchiata vicino a Lallo, lo slegò e poi prese il kit di medicazione e gli asciugò il sangue dal labbro.
...cape...due...
Eh si, povero Lallo., non mi ero accorto che le mie scarpe erano così dure...
Katy la chiamò dall'altra stanza.
Sara, hai finito di parlare con lo sfigato? Portamelo di qua che devo provare le scarpe che mi sono appena comprata.
Un minuto!
Guardò ancora Lallo.
Hai sentito? Ora ti tocca mia sorella, spero che oggi non ti faccia troppo male. Se vuoi provo ad insistere e magari oggi ti lascia in pace..
No...allo...deve...pei...Katy
Sapeva anche lui che, pur avendone terrore non esisteva nessuna possibilità che potesse evitare di finire sotto i piedi di Katy, quello era suo compito e Katy, come Sara e Sabina, era sua padrona.
Utilizzando il collare, Sara si accinse a trascinarlo verso la camera da letto di sua sorella.
Giunti nella camera da letto, Sara notò che Katy aveva delle decolletè di colore scuro con il tacco alto
Katy, si era detto per un paio di giorni che non dovevamo usare le scarpe su di lui
Ed io dovrei forse rinunciare ai miei pochi minuti di divertimento? E poi, proprio te parli!
Dai, almeno oggi...
Nemmeno per idea, ora lasciamelo qua. Se vuoi partecipare con me, nessun problema, se no vieni a riprendertelo più tardi.
Lallo non si era nemmeno voltato, guardava i piedi di Sara come se loro lo potessero salvare ma poi baciò con devozione e terrore le scarpe di Katy.
Quindi, obbediente, prese la sua posizione solita e attese che come al solito lei gli salisse addosso.
Dal salotto la voce di Sabina.
Su, ragazze, fate silenzio, che ho finito e adesso voglio riposare qualche minuto! Portatemi qua Lallo che mi serve.
No, dai, mamma ora tocca a me!
Va bene, Katy ma quando hai finito portamelo qua ed assicuralo con la cavigliera. E non fare troppo casino, fatti aiutare da tua sorella per farlo stare zitto.
Katy guardò prima Lallo e poi sua sorella.
Hai sentito? Devi aiutarmi a farlo stare zitto.
Niente da fare, hai solo da toglierti le scarpe!
Se non mi aiuti, vorrà dire che ci penserò io a farlo stare zitto, per sempre!
Che cosa intendi?
Quante pedate secondo te mi servono per farlo tacere per sempre?
Sara la guardò con fastidio.
Sei crudele!
Eh dai su, sorellina, rilassati! Siediti, mettigli i piedi in faccia e goditi lo spettacolo! Stai tranquilla, oggi ho solo pochi minuti che poi vado dalla mia amica Stella. Sai lei ha il tappetino nuovo che è mille volte più resistente di sto sfigato!
Ok, va bene, spicciati allora e cerca di non esagerare!
Sara si sedette controvoglia, si tolse le scarpe e si accorse solo allora di aver sudato molto ai piedi ma senza esitazione appoggiò i suoi piedi nudi sulla faccia di Lallo.
Lallo sembrò tranquillizzarsi ma Katy salì subito su di lui e Sara lo sentì irrigidirsi sotto i suoi piedi. Vide Katy iniziare ad affondargli i tacchi nelle ferite che gli aveva fatto il giorno prima. Lallo iniziò a contorcersi, ma Sara lo bloccò meglio sul pavimento, schiacciandogli la faccia.
Si distrasse un secondo e scappò un urlo.
Tiragli una pedata!
D'istinto Sara gli appioppò una pedata in faccia.
Brava, sorellina, vedi che ci stiamo divertendo tutte e due!
Sara gli schiacciò ancora di più la faccia sul pavimento, mentre Katy continuò a torturarlo sotto i suoi tacchi. Si stava divertendosi a fargli male, Lallo si stava agitando e stava piangendo e Sara faticava sempre più a tenerlo fermo.
Grandi! Yu—huu...le due sorelle sopra lo sfigatooo!...
Dai, Katy, scendi che oggi non ho voglia di medicarlo di nuovo!
E che ti frega di medicarlo, lascialo così com'è, tanto deve morire!
Continuò a calpestarlo duramente sotto i tacchi, lasciandogli nuove ferite.
Dai, Katy, ora per favore scendi che non lo sento di nuovo più.
Ma come, lo avrai mica di nuovo soffocato?
No, penso sia solo svenuto.
Katy scese.
Sara spostò i piedi dalla faccia di Lallo.
Oltre ai segni delle scarpe, ora aveva due segni sudati su di lui, gli occhi chiusi, come svenuto.
Avrebbero dovuto fargli riprendere il fiato qualche secondo, ma Katy era di tutt'altra idea.
Fanculo, sfigato di merda, ora ti risveglio io a calci!
Katy stava per avere una crisi di rabbia, Sara sapeva che stava diventando pericolosa.
Iniziò subito a colpirlo con le scarpe sul fianco.
Lallo si risvegliò e prese istintivamente una posizione fetale, cercando debolmente di ripararsi dai calci.
Katy continuò a colpirlo, nonostante Sara cercasse di fermarla. Erano calci forti, di punta e iniziò a colpirlo ovunque, eludendo le sue inutili difese, incurante dei suoi lamenti. Non si fermò fino a che non si fu sfogata abbastanza, sfinita, dopo averlo preso a calci dappertutto, non risparmiandogli nemmeno la testa.
Quando si fermò, Lallo era tutto un lamento, altri lividi nuovi sul torace e sulle gambe.
Bravo, sfigato, mi hai fatto sfogare ed ora sto meglio. Ora vieni qua e ringrazia i miei piedi per il lavoretto che hanno fatto su di te
Lamentandosi più debolmente, Lallo allungò la mano verso le sue scarpe ed iniziò ad accarezzargliele.
Muoviti, sfigato! Leccami le scarpe e anche le suole!
Lallo strisciò verso le sue scarpe ed allungò la lingua sulla punta della sua scarpa, leccandogliela, osservando il dorso del piede nudo, percependo un leggero odore sudato.
Katy alzò le scarpe e la lingua di Lallo le leccò le suole. Poi Katy si sedette sul letto, togliendosele.
Vieni qua!
Strisciando debolmente, Lallo prese posizione sotto i suoi piedi e come un'automa iniziò a leccarle la pianta sudata dei piedi.
Sara la osservava, vedeva Lallo provare a succhiargli le dita e a leccarle la pianta.
Katy aveva dei piedi molto belli, un 38 e ½ a pianta larga ma arcuata.
Lui glieli provò a continuare a leccarglieli ma poi lei iniziò a strusciarglieli in faccia con violenza
Un giorno o l'altro ti farò provare il mio 'tallone da killer'
Ma che dici, Katy?
Mi sono guadagnata questo nomignolo prendendo a tallonate il vecchio tappetino di Stella. Non puoi immaginare quanto mi sono divertita! L'ho spaccato tutto a tallonate e a pedate ahahah!
Tu sei tutta matta.
Katy non la ascoltò.
E tu, Lallo, lo vuoi provare, il mio 'tallone da killer', eh? Vorresti, vero?
Lallo iniziò a guardare con sempre maggiore paura i suoi piedi nudi che si strusciavano in faccia, le dita e quello che lei chiamava il suo 'tallone da killer'.
Che ne diresti se ora ti spacco la faccia a tallonate?
ti...bbata...pie...tà...
Lallo incominciò a piangere, inumidendo le piante dei suoi piedi.
Sara cercò di farla ragionare ma Katy sembrava intenzionata a compiere altri danni.
Iniziò a spandere le lacrime sulla sua faccia con sempre maggiore forza e violenza e poi iniziò a colpire.
Per fortuna di Lallo, irruppe la voce di Sabina.
Katy, hai finito di utilizzarlo? Dai che ho i piedi stanchi!
Si, mamma, solo più un minuto.
Katy gli strusciò ancora e con violenza i piedi sulla faccia, umida per le lacrime.
Ok, tranquillo, sfigato. Il momento è solo rimandato!
Finalmente, dandogli un ultimo calcio, si alzò e si rimise le scarpe.
Tutto vostro. Portalo alla mamma e dille che esco. Questa sera non tornerò per cena.
Sara non provò nemmeno a chiederle a che ora sarebbe tornata, sarebbe stato inutile e la salutò.
Poi osservò quello che era rimasto di Lallo dopo il trattamento di Katy, era a terra tremante di paura, debolissimo e con ferite di tacco e lividi.
Su, Lallo, alzati, che andiamo dalla mamma.
Lallo allungò le sue mani verso i piedi di Sara.
Pei...ara....bei...pei ara bei...allo...ire!
No, Lallo, non è questo il momento, alzati che devi andare da mamma!
Facendo appello alle sue poche forze, Lallo si lasciò trascinare verso il divano del salotto dove lo aspettava Sabina.
Sara mise la cavigliera a sua madre che sembrava addormentata e poi la assicurò al collare di Lallo.
Le forze nuovamente lo abbandonarono e la testa di Lallo ricadde mollemente di lato trovando un piede nudo di Sabina ad attenderlo.
Si voltò e iniziò a leccarlo con poche e deboli linguate.
Ogni tanto il piede cui era legato strettamente reclamava le sue attenzioni con qualche pedata e lui cercava di girarsi per leccare anche quello.
Passò circa un'ora incollato ai piedi sudati di Sabina, leccandoli debolmente e con devozione, pensando a quanto lo avevano calpestato quel giorno, senza alcuna interruzione e pietà.
Verso sera cenarono tenendolo sotto il tavolo e poi, nuovamente digiuno, lo utilizzarono a turno per leccare i piedi mentre guardavano la tv.
Sara notava quanto era malmesso e cercò di evitare di infierire, lasciando che le leccasse i piedi, provando a non dargli pedate per tutta la sera. Poi fu assorbita dalla televisione, appoggiò i suoi piedi nudi sulla sua faccia, interrompendo le leccate, dandogli distrattamente delle pedate.
Lallo ci era abituato, anche se quella sera sentiva ogni pedata più difficile da sopportare del solito.
Però ce la mise tutta e riuscì a non lamentarsi, subendole passivamente.
Poi finalmente Sara stette ferma, iniziò a deformargli la faccia con il peso dei suoi piedi e soffocandolo sotto le sue dita.
Nemmeno questa volta però Lallo fu così fortunato da riuscire nell'intento di smettere di soffrire...
view post Posted: 30/7/2012, 16:14     Lallo - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Sara ricordava abbastanza bene quando Lallo aveva perso la capacità di parlare con chiarezza.
A dire il vero non era mai stato particolarmente chiacchierone, non era necessario ed anzi gli era vietato dire qualsiasi cosa, a meno di essere interrogato direttamente e passavano giorni interi in cui nessuna di loro gli rivolgeva parola.
Utilizzava molto più spesso la lingua per leccar loro i piedi o per pulire le suole delle scarpe che avevano indossato e Sara pensava che la lingua se la fosse rovinata anche a causa delle dure suole di gomma del paio di scarpe da ginnastica che utilizzava più spesso, visto che erano comode o nel cercare di pulire a fondo il carro armato sotto gli anfibi che sia lei che Katy utilizzavano in inverno.
Ma lo stato della lingua non c'entrava con la sua capacità di parlare e anche se spesso non pronunciava bene alcune parole, a causa della lingua affaticata, in realtà riusciva ancora a formulare frasi complesse.
Il suo declino fu rapido quando lei dovette affrontare la maturità.
Era per lei un periodo di forte nervosismo e sia Sabina che Katy avevano accettato di rinunciare a buona parte del loro diritto di utilizzare Lallo, per lasciarlo a Sara durante le lunghe ore di studio.
Lallo dal canto suo sapeva che se non altro sarebbe stato poco calpestato ed inoltre adorava i piedi di Sara, più di ogni altra cosa.
Iniziò quindi a passare molte ore con la faccia sotto i suoi piedi nudi, ogni tanto li leccava o le cercava di massaggiare i polpacci e il dorso del piede con le mani libere per tranquillizzarla, sentiva dal suo sudore quanto fosse nervosa.
Lei faceva poche pause, di norma durante la pausa mangiava qualche cosa, dando qualche briciola a Lallo.
Un giorno di quelli Sara lo osservò con maggiore attenzione, durante una pausa, lui era seduto a terra vicino alla sedia.
Notò le impronte dei suoi piedi sudati sulla sua faccia e sul torace ed alcuni lividi dovuti alle pedate che più o meno volontariamente gli dava.
Povero Lallo, è un periodo un po' duro anche per te
No, Sara. Hai dei piedi molto belli, mi piace molto stare sotto di te.
Sottolineò la frase prendendole in mano i piedi e baciandoglieli con devozione.
Sei davvero gentile a dirlo, anche io sono molto contenta di avere un tappetino come te.
Lallo le prese in bocca le dita dei piedi, succhiandogliele una ad una e poi iniziò a massaggiarle la pianta con le mani e poi con ampie linguate.
Andiamo di là, la pausa è stata breve e mi sa che è già finita.
Lallo la seguì e riprese la solita posizione sotto la scrivania, accarezzando e baciando con devozione i piedi che erano sopra di lui.
In quei giorni però il nervosismo andò aumentando e Sara iniziò a trovare sempre meno sopportabile ogni cosa, compreso i tentativi di Lallo di tranquillizzarla, massaggiandole i polpacci o il dorso del piede.
Un giorno di quelli Sara era impegnata in uno studio di funzione molto più complicato della media e non riusciva a venirne a capo, mentre Lallo le accarezzava dolcemente il dorso del piede.
Stai fermo, Lallo, mi deconcentri!
Lallo stette fermo ma dopo pochi minuti, incominciò nuovamente a massaggiarle il collo del piede.
Basta, Lallo, ti ho detto!
Sottolineò la frase con un paio di forti pedate sulla faccia.
Lallo allora stette fermo ma dopo pochi istanti non riuscì a trattenere la mano, che quasi per istinto salì nuovamente sul suo piede.
Sara gli dette altre due forti pedate.
Se non la smetti, Lallo, mi sa che per te finirà male oggi. Piantala!
Lallo stette fermo ma poi fece salire le mani, voleva solo massaggiarsi la faccia che Sara aveva preso a pedate ma senza volerlo, toccò ancora il piede di Sara.
Basta Lallo, mi hai rotto le palle, è l'ultimo avvertimento! Non riesco a fare sta merda di funzione e tu non la smetti di toccarmi i piedi, non sei capace a startene lì fermo con i miei piedi in faccia, senza far nulla?
Scusa, Sara, non volevo...
Sei avvertito: tra poco parte la punizione per te, se non la smetti!
Lallo iniziò a tremare, era raro che Sara fosse volgare e capì che l'unica cosa era stare fermo come un oggetto inanimato.
Senza volerlo, lei spostò un piede di punta sul suo naso ed iniziò a premere, impedendogli di respirare.
Avrebbe dovuto attirare la sua attenzione toccandola come ogni volta ma temeva di irritarla e allora iniziò ad emettere dei piccoli lamenti, sperando che lei capisse. Non cspì nulla, era concentrata e Lallo iniziò ad avere seri problemi di respirazione. Con timidezza allora le sfiorò il piede con la mano.
Adesso mi hai davvero stufato, esci da li sotto e preparati a subire la punizione!
No, ti prego, mi soffocavi e....
Non me ne frega di un cazzo! Ti ho avvertito almeno una decina di volte. Esci e appoggiati con la schiena al letto, mani dietro la schiena!
Lallo capì che Sara lo voleva prendere a calci, era tanto che non lo puniva, veniva punito molto più spesso da Katy o da Sabina ma di norma con calpestamenti violenti, più che con calci.
Lallo temeva i calci, non sapeva ancora dove lo avrebbe colpito, ma sapeva che avrebbero potuto danneggiarlo.
Provò ad impietosirla, fece un po' di resistenza prima di arrivare al letto.
Non me ne frega un cazzo dei tuoi lamenti, eri stato avvertito! Per ogni secondo che tardi a metterti lì, ti arriva un calcio in più. 1...2....3...
Lallo provò a baciarle i piedi.
Mettiti subito lì! 30...31...32...
Lallo esitò ancora qualche istante ed intanto lei arrivò a contare prima i 50 poi i 60.
Benissimo, spaccaballe, ora sono cavoli tuoi. 70 pedate, più le 50 che già volevo darti, fanno 120. Forse è meglio che mi metta le scarpe da ginnastica che se no mi rovino i piedi!
Lallo osservò i suoi piedi nudi sparire nelle scarpe da ginnastica, aveva paura, il suo cuore a mille in attesa della punizione. Per non innervosirla ulteriormente, decise di cercare di tenere ferme le mani dietro la schiena.
Sara si avvicinò e subito partì un calcio di collo verso la parte destra della testa. Era forte ma fu subito seguito da un altro con l'altro piede, che gli impedì di cadere. Quindi fu una scarica continua di altri calci, dovunque ma soprattutto in testa.
Sara cercò di evitare di colpirgli direttamente la faccia per non danneggiarlo troppo ma fu praticamente impossibile e vide dei lividi formarsi sui suoi zigomi e un po' di sangue scendere dal naso.
Dopo una lunga scarica di pedate, si fermò.
Lallo lacrimava dolorante.
Ok, i primi 50 sono andati, ti sei divertito?
B...bbb....basta, ti prego...
Aveva il capo reclinato e osservava i suoi piedi, incredulo di come fossero cattivi quel giorno ed iniziò a scivolare verso di essi.
Rimettiti in posizione! Guarda che se no ti prendo a calci nello stomaco o nelle palle.
Visto che non si rialzava, Sara prese a dargli delle pedate nello stomaco. Lui cercò di ripararsi ma poi lei lo prese a pedate nelle palle. Facendo appello alle poche forze, Lallo si tirò di nuovo appoggiato al letto.
Sara gli appoggiò la scarpa sulla spalla, lui si voltò per baciarla.
Perfetto! Dove eravamo rimasti? A quaranta calci, se non sbaglio, vero?
No...ci...ci....cinquanta...
Secondo me a quaranta. Un terzo è andato, dovresti essere contento ed io sono ancora molto lontana dall'essermi sfogata, tappeto sfigato!
Lallo faticava a ricordarsi Sara così cattiva ma prima ancora che riuscisse a fare altre riflessioni, ripresero i calci.
Alla successiva pausa, Lallo non riuscì a sollevare la faccia.
Lei gliela sollevò con un piede ed osservò altro sangue che colava dal naso, forse un colpo fortuito che gli aveva dato.
Forza Lallo, le ultime quaranta pedate, su con la testa!
Senza sapere più molto cosa faceva, Lallo alzò la testa, la osservò con sguardo spento e attese.
Arrivò l'ultima scarica di forti pedate ma Lallo non arrivò cosciente alla fine. Solo dopo l'ultima pedata, Sara si accorse che non era più cosciente.
Te lo sei voluto tu, stupido tappeto!
Si tolse le scarpe, senti che aveva molto sudato e si pulì il sudore sulla faccia di Lallo che intanto era caduto a terra. Quindi lo trascinò e lo mise nuovamente alla scrivania sotto i suoi piedi.
Si sentiva stanca ma finalmente si era sfogata.
Lallo si svegliò più tardi che era ancora li sotto.
Lei lo sentì lamentarsi e lo accarezzò sulla bocca col piede,
Bentornato!
Lallo non riuscì a dire nulla, solo si mosse molto debolmente, quasi per sottrarre la faccia dai suoi piedi ma lei non glielo permise, allora lui stette fermo e quasi per istinto iniziò a leccarle i piedi.
Giunti all'ora di cena, un paio d'ore dopo, gli disse che aveva il permesso di uscire da sotto la scrivania ma sembrava che non ce la facesse a muoversi.
Sabina arrivò nella sua camera.
Ti spicci a portare di là Lallo!
Non si muove!
Sabina lo vide contorcersi debolmente, non riusciva ad uscire da sotto la scrivania.
Ma cosa gli hai fatto?
Io..nulla...beh...cioè...
E allora?
Arrivò anche Katy.
Sara ha picchiato Lallo, lo ha punito a pedate! Guarda come lo ha fracassato!
Fatti i cavoli tuoi!
Sara, non ti permettere!- la riprese Sabina- E allora si può sapere?
Ecco...non stava fermo ed allora l'ho tirato fuori e l'ho preso a calci...
Allora capisco....avrai un po' esagerato, ecco tutto!
Sara lo guardò, notando solo in quel momento come era conciato, i molti lividi, di nuovo immobile.
Si forse ho un po' esagerato ma non pensavo di averlo picchiato tanto da ridurlo così...
Non fa niente, a volte capita, si riprenderà ma ora portalo di là e mettilo sotto il tavolo che è ora di cena
Sara lo tirò fuori di peso da sotto la scrivania.
Aspetta un secondo, Sara- disse Katy.
Appena Lallo fu fuori, Katy salì sul suo corpo con le zoccolette.
Due minuti, lo voglio usare un po' io, vatti a lavare le mani.
Katy affondò i tacchi delle zoccolette su di lui, che tra l'altro non riuscì nemmeno a lamentarsi.
Dopo avergli lasciato dei nuovi segni, ci pensò lei a portarlo in cucina e a metterlo sotto il tavolo dove lo utilizzarono tutte come appoggia piedi.

Lallo restò in quelle condizioni ancora un paio di giorni, poi sembrò riprendere lentamente le forze, anche se nessuna di loro gli aveva concesso un minuto di riposo: non se lo meritava ed era tanto comodo tenerlo sotto i piedi, tant'è che, essendo in tre, dovevano fare i turni per averlo.
Quando si fu finalmente ripreso ed aveva incominciato di nuovo a nutrirsi, Sara decise di parlargli.
Era in cucina in pausa studio, la faccia di Lallo sotto di lei come al solito, ed era finalmente soddisfatta di quanto aveva studiato in quei giorni.
Sara gli porse un piede a massaggiare, togliendolo momentaneamente dalla faccia.
Ti sei ripreso, finalmente...
...allo...meglio...
Come hai detto?
...allo...bene...
Boh, non ti ho capito...che cosa vuoi dire?
Lallo si alzò a sedere, senza smettere di massaggiarle i piedi. Gli venne un capogiro, dovette tenersi alle gambe della sedia e allora decise di stendersi di nuovo mentre Sara gli porgeva prepotentemente il piede nella mano perché glielo massaggiasse.
...allo....strano...
Scosse la testa, come incredulo anche lui del fatto che non riusciva a parlare con chiarezza.
...allo...non riesce...parlare...
Sara lo osservò con preoccupazione, lo vedeva faticare a formulare ogni singola parola.
Mamma, Katy, potete venire per favore?
Accorsero entrambe in cucina.
Che c'è, Sara?
E'...E' Lallo che oggi mi sembra strano...
...allo...parla...
Strano?- disse Katy- Mi sa che sto qua si è rimbambito più del solito, non vedi lo sguardo ebete che ha?
Ma...non so cosa sia successo, non riesce a parlare. La scorsa settimana invece...
Sabina la guardò.
Si, lo so, cara mia. Ma la settimana scorsa non lo avevi ancora punito!
Ma...allora sono io che...Ma io non volevo ridurlo così! Tornerà come prima?
E chi lo sa? Vedremo...ma ti sembra così importante?
Sara ha preso a calci Lallo e lo ha rincretinito, ahahah! -disse Katy.
Piantala, Katy, lo sai che ti odio quando fai così!
E dai, Sara, che ti frega se parla o no, basta che sappia leccare i piedi come si deve, no?- disse Sabina.
Giusto, rimbambito o no, basta che serva ancora a qualcosa!- disse Katy.
Si, va bene così...forse avete ragione.
Certo che ce l'abbiamo-disse Katy- anzi quando finisci di fare merenda portamelo di la che mi serve!
Sabina e Katy uscirono dalla cucina.
Sara lo guardò ancora, Stava continuando a guardarsi attorno stranito.
Mettiti a sedere.
..allo...testa..
Faticando, Lallo si alzò a sedere.
Sara si alzò, si inginocchiò e lo abbracciò, vincendo la repulsione dell'odore di piedi che aveva addosso.
Oh. Lallo mi dispiace....spero che tu ti riesca a riprenderti e a tornare come prima...
Lallo non riuscì a trattenere le lacrime, commosso di quell'abbraccio che non riceveva da tantissimo tempo.
allo...bene...
No, non stai bene, ti ho dato troppi calci in testa...
Avrebbe voluto che l'abbraccio continuasse ma Sara si alzò, si sedette sulla sedia e, pensierosa, gli porse nuovamente i piedi che lui prontamente baciò.
allo...bene...ara bei piei..
Con infinita devozione, prese a baciare e leccare i piedi che lo avevano punito forse con troppa severità appena qualche giorni prima. Lallo lo sapeva, lei sapeva essere cattiva e crudele come tutte le altre ma i suoi piedi erano bellissimi e morbidi al tatto e li adorava più di ogni altra cosa.

Per tutti i giorni successivi, né Katy né Sabina rivolsero più parola a Lallo con la scusa che tanto non avrebbero capito cosa diceva e utilizzarono la sua lingua esclusivamente per infinite leccate ai piedi.
Solo Sara gli rivolse sporadicamente parola. Quando proprio non lo capiva, gli cacciava con rabbia i piedi in bocca, quasi che succhiandole i piedi, potesse tornare a parlare normalmente, ma poi ricordava che era stata lei a ridurlo così e allora iniziò a sforzarsi ed in breve iniziò a capire quasi tutto quello che lui cercava di dire.
Smise di sentirsi in colpa per quello che aveva fatto, sua madre gli aveva detto che ben di peggio era capitato ad altri tappetini che aveva visto e conosciuto e così Lallo seppure danneggiato, sopravvisse alla maturità di Sara...

Passò il periodo della maturità di Sara e passarono le giornate estive ed arrivò la brutta stagione e con essa anche le giornate piovose.
Lallo odiava la pioggia anche se raramente era riuscito a vedere il mondo esterno.
Odiava tutto il fango che si appiccicava alle calzature di Sara o di Katy e che lui doveva continuamente asportare con la lingua. Capitavano giorni in cui Sara e Katy uscivano più volte ed ogni volta gli imponevano le loro scarpe a pulire appena tornate a casa, ordinandogli di asportare ogni piccola traccia di fango.
Dopo un periodo particolarmente piovoso, Lallo iniziò ad avere dolori alla pancia, non come quelli che aveva tutte le volte in cui veniva calpestato ma erano dolori che sentiva dentro e, sapeva, erano dovuti al fango e allo sporco che aveva dovuto asportare con la lingua.
Un giorno di quelli Sara era appena tornata a casa, era andata in cucina e mentre Sabina lo teneva sotto, i suoi piedi sulla sua schiena, gli aveva imposto i suoi stivali a pulire per la terza volta in quel giorno.
C'era un po' di fango sulla parte superiore ma soprattutto ce n'era sulla suola, anche se per fortuna non troppo, visto che, pur non liscia, essa aveva poche increspature, il tacco largo di circa 7 cm.
Senza dir nulla, parlando con sua madre, Sara gli porse con insistenza gli stivali da pulire.
Lallo non ce la faceva, era la quinta leccata di stivali cui era sottoposto di quel giorno e, da sotto il tavolo, provò ad impietosire Sara.
Appoggiò la faccia sotto le suole, sporcandosela e iniziò a baciare la parte superiore, accarezzandogli gli stivali.
Lecca, Lallo! Forza che tra poco più di mezzora devo uscire!
Lallo cercò i suoi occhi, non vi trovò la comprensione che cercava, ma solo uno sguardo severo che non ammetteva disobbedienza.
Senza dir nulla, allora allungò per l'ennesima volta di quel giorno la lingua sugli stivali di Sara ma dopo poche leccate, non riuscì a contenere dei conati.
Senza pietà. Sara continuò a porgergli gli stivali da leccare.
Ma che ha mangiato oggi?
Sabina ci pensò su.
Non mi ricordo. Mi pare che non abbia mangiato nulla, a parte il vostro fango.
Uhmmm...ma allora non mi spiego, dovrebbe essere abituato a inghiottire fango, son due settimane che non fa altro che piovere...
Lallo proseguì qualche istante nella sua pulizia ma quando si trovò ad affrontare la seconda suola, si perse in ulteriori conati, interrompendosi.
Su forza Lallo, ti rimane la seconda suola e poi hai finito per ora. Ti rimane solo più Katy quando tornerà e io più tardi quando tornerò a casa.
Lallo provò a pulirle la seconda suola sporcandosi la faccia, sperando di riuscire così ad asportare in questo modo la maggior parte dello sporco, ma non ci riuscì.
Sara lo osservò, la faccia sporca di fango che aveva raccolto dalle sue suole, la lingua nera che ogni tanto provava ad uscire dalla bocca ma che subito si ritraeva, i conati insistenti.
Sbrigati, Lallo! Non te lo far ripetere! Leccami via il fango e non far storie!
Sara si stava innervosendo. Intervenne Sabina.
Hai notato anche te, Sara, che ultimamente il nostro tappetino obbedisce un po' troppo lentamente?
Lentamente, dici? Cazzo se non è lento! Tra poco devo uscire e le mie scarpe non sono ancora pronte!
Sono d'accordo con te. Non pensi che allora sia giunto il momento di punirlo un po'? E' passato fin troppo tempo da quando l'hai fatto l'ultima volta.
Ma, mamma, mi pare di averlo punito e non poco quando ho fatto la maturità..
E che c'entra? Mica solo per il fatto di aver esagerato una volta, devi privarti del piacere e del dovere di farlo? Se non lo punisci, finirà che ti ubbidirà sempre di meno!
E cosa pensi che dovrei fare? Calpestarlo?
Non so, fammi un po' vedere i tacchi degli stivali?
Sabina osservò i tacchi, erano larghi ma non troppo alti, non male per il fatto che il suo peso avrebbe insistito sul tallone e quindi sui tacchi.
Si, quelli potrebbero andar bene per un po' di calpestamento. L'ideale sarebbero però le scarpe rosse col tacco che hai di là.
Sara pensò alle decolletè rosse ed eleganti col tacco alto che aveva.
Ma, mamma, non ho tempo, tra pochi minuti mi tocca uscire...
Nessun problema, inizia a punirlo con quelle che hai e poi stasera gli darai la seconda parte che si merita.
Sara sollevò con un piede la faccia sporca di Lallo, guardandolo negli occhi, con irritazione.
Mi dispiace, ma mi sa che stavolta te lo sei proprio meritato..
Sara si alzò e trascinò via Lallo da sotto il tavolo, Sabina glielo permise spostando i piedi da lui.
Girati!- disse Sara, dandogli un calcio nei reni.
Lallo si girò, esponendo a Sara il torace.
Sara gli piantò un tacco nello stomaco e poi salì con tutto il peso con l'altro stivale sul suo corpo.
Fagli sentire i tacchi!
Tranquilla, mamma, so come fare...
Sara iniziò ad affondare i tacchi nel suo stomaco e poi salì sul torace, mentre lui iniziò a dimenarsi per il dolore.
Lo guardava soffrire sotto il suo peso ma non scese dal suo corpo, facendo attenzione a dove metteva i tacchi per fargli un po' di male.
Che ne dici, Sara, se per tutto oggi lo utilizziamo con le scarpe? Secondo me si impigrisce se non lo facciamo soffrire un po', ogni tanto.
Cioè?
Cioè invece di viziarlo con i piedi nudi, lo utilizziamo con le scarpe per tutto il giorno. Anche a cena, invece di stare a togliersi le scarpe, potremo utilizzarlo con un po' di tacchi...
Intanto Lallo cercava di ripararsi inutilmente dal dolore provocato dai tacchi di Sara, dimenandosi e toccandogli gli stivali, sperando che scendesse.
Si, mamma, si potrebbe fare...E smettila Lallo di lamentarti sempre!- disse Sara, dandogli un pestone. Lallo si piegò per il dolore ma Sara non scese.
Quando scendi, Sara, per favore vai a prendermi le scarpe nere, quelle che sai...
Le decolletè scure col tacco?
Si, esatto quelle. Pensavo di torturarlo anche un po' io, mentre sono in salotto ad annoiarmi davanti alla tv.
Va bene, tra un paio di minuti mi tocca scendere e vado a prendertele!
Sara insistette ancora qualche minuto e poi scese dal corpo di Lallo Lui cercò di assumere una posizione fetale per massaggiarsi le ferite ma Sabina glielo impedì, appoggiandogli i piedi nudi addosso.
Ora tocca a me, Lallo, mi sa che io e te ci divertiremo un sacco, oggi pomeriggio.
Lallo strisciò con la faccia sotto i suoi piedi, aspirandone il sudore e leccandoglieli, nella speranza che ci ripensasse ma ovviamente Sabina non ci ripensò.
Sara gli porse le scarpe che aveva preso e Sabina le indossò appoggiandole su Lallo.
Avevano un tacco molto appuntito ed erano molto eleganti.
Se decidi di calpestarlo con quelle mi sa che lo buchi tutto!
Si, davvero ma per il momento...non lo farò...forse!
Grande, mamma! Ci vediamo più tardi. Stasera dovrò dare la seconda parte di punizione a Lallo!
Certo, cara, intanto io son qua, tra poco arriverà tua sorella e scommetto che sarà entusiasta all'idea di fargli un po' di male!
Eh eh, non esagerate però, che poi stasera io e lui abbiamo ancora un appuntamento o meglio lui ha ancora appuntamento con le mie scarpe rosse.
Certo, ci vediamo più tardi!

Lallo restò per tutto il pomeriggio sotto i tacchi di Sabina.
Sebbene lei restasse sempre seduta, soffriva come quando Sara era in piedi su di lui,
Distrattamente con la tv accesa, i suoi tacchi insistettero sul suo torace, scavando delle ferite anche profonde, ma poi andarono a provocar dolore anche sui suoi testicoli, schiacciandoglieli senza pietà.
Sabina non ci fece caso e come sempre si dimenticò di lui, anche quando i suoi tacchi gli finirono in faccia, rischiando di accecarlo alcune volte. Era abituata ad averlo sotto, così come era abituata a sentirlo lamentare.
Sempre distrattamente lo legò alle caviglie col collare e lo issò a sedere presso il divano con la sola forza delle sue gambe, imponendogli le suole delle scarpe a leccare.
Lallo si trovò legato stretto con le sue scarpe sulla faccia, cercò inutilmente di sottrarsi alla tortura del suo tacco ma poi si rese conto che era inutile e non ci riusciva, così lasciò che penetrasse nelle sue guance, sperando ancora che non glielo facesse entrare negli occhi.
In quello stato lo trovò più tardi Katy, rincasando.
Ciao, mamma, me lo presti qualche istante?
Certo, Katy. Slegalo pure.
Lallo crollò ai piedi di Katy, la faccia sui suoi stivali.
Perchè hai quelle scarpe?
Oh, dici queste? Beh è in punizione. Ti va di camminarci su anche un po' te?
Certo che si ma prima volevo farmele pulire per benino.
Katy notò la faccia sporca di Lallo, aveva ancora il fango di Sara appiccicato e sembrò notare qualche ferita. Senza pensarci su, pulì le suole degli stivali su di lui, sulla maglietta ormai sporca e sulla faccia e poi iniziò a calpestare un Lallo oramai sfinito.
Sara rincasò pochi minuti dopo, notò le condizioni di Lallo e si tolse gli stivali.
Te li tengo li per il dopo cena, come dessert. Se me li pulisci bene, può darsi che non ti farò neppure troppo male con le mie scarpe rosse.
Lallo fu trascinato sotto il tavolo, ancora sporco di fango ed ognuna di loro si mise un paio di scarpe per evitare di sporcarsi i piedi.
Sara utilizzò un paio di scarpe da ginnastica, Sabina invece preferì gli zoccoletti mentre Katy, al solito non rinunciò ad un paio di tacchi appuntiti.
Nessuna di loro fece caso ai movimenti di Lallo, lui stava facendo di tutto per sottrarsi ai tacchi di Katy, tutt'al più ricevette distrattamente qualche pedata in più, visto che non stava fermo.
Dopo cena. Sara lo trascinò in camera sua.
Per prima cosa Lallo vide gli stivali che lei aveva indossato quel giorno.
Eccoti il dessert, caro Lallo. Penso che tu possa pulirmeli con tranquillità mentre chatto on line, vero?
Lallo sperò che lo lasciasse fare senza metterlo sotto la scrivania, ma Sara si tolse prima le scarpe da ginnastica e subito indossò gli stivali.
Gli dette qualche piccolo calcio perché si mettesse sotto e, appena in posizione, gli impose le suole degli stivali da pulire.
Sono buona, ti concedo un'ora per pulirmele ma se al termine dell'ora sono ancora così, scatta la punizione, sei avvertito!
Lallo osservò a lungo le suole sporche degli stivali, provando ogni tanto ad allungare la lingua.
Dopo l'ennesimo conato però restò immobile, mentre Sara distrattamente glieli appoggiò sulla faccia.
Come va la pulita?- disse ad un certo punto Sara, strusciando la suola sulla sua faccia- Metà tempo è passato, volevo solo avvertirti...
Lallo restò fermo ancora ad osservare le mille macchie di fango e di sporco. Provò ancora ma poi gli venne su il gusto del fango che aveva già leccato quel giorno e rinunciò.
Passarono i minuti e Lallo restò fermo immobile.
Arrivato a cinque minuti dallo scadere, Sara lo tirò fuori.
Ma come? Non hai fatto niente? Ma allora te le vai proprio a cercare!
...ango...omaco...
E cosa pensi mi interessi se hai male allo stomaco? Secondo te chi mi deve pulire le scarpe?
I...io...
E allora lecca via ed in fretta tutto lo sporco, se no saranno guai per te
Sara gli impose per l'ennesima volta la suola sporca alla lingua.
Lo guardò un istante, era pieno di fango, la lingua nera, sporche la sua maglietta e la sua faccia.
Facendo appello alle ultime forze, lecco via in fretta tutto lo sporco che riusciva dalla prima suola ma poi Sara gli porse la seconda.
In quel momento però suonò il timer.
Mi spiace, tempo scaduto, ci hai messo troppo tempo ed avevi un'intera ora per svolgere il lavoro. Ora avrai le mie scarpe rosse su di te.
Lallo si rese conto di quello che voleva dire, ossia altri tacchi in quella lunghissima giornata e con la forza della disperazione, mentre già Sara si stava togliendo gli stivali, provò a gettarsi sotto di lei per leccarglieli. Lei lo allontanò con un calcio.
Tempo scaduto, mi spiace.
Sara si tolse stivali e calze. Restò ferma un secondo a piedi nudi.
Lallo desiderava avvicinarsi ai suoi piedi nudi.
Lei lo cacciò via con un altro calcio per non sporcarsi i piedi.
Oppure in alternativa potrei prenderti a calci
Si...ca...cci...
Eh, no mi spiace. Già una volta ti ho preso a calci e ti ho mezzo rincretinito.
Lallo ebbe un moto quasi di delusione, quasi avrebbe preferito altri calci con i rischi che comportavano, piuttosto che altri tacchi ma Sara prese le scarpe rosse e se le mise.
Era incredibilmente sexy ed elegante con quelle scarpe nei piedi nudi.
Lallo ebbe un moto di eccitazione e sentì il desiderio di leccarle ma Sara salì subito su di lui.
Con crudeltà lo guardava dall'alto, mentre affondava i tacchi su di lui.
Lallo si lamentò ma smise in fretta di contorcersi, era parecchio stanco e decise di lasciar fare, sperando che fosse veloce.. In quel momento entrò Sabina.
E allora niente?
No, niente, non me li ha puliti ed ora...eccoti i miei tacchi, stupido tappeto!
Forse allora non gli è bastato oggi...
Che cosa intendi dire?
Che oggi non gli è bastato. Magari basta tacchi, visto che mi pare abbastanza bucherellato.
Sara scese, mantenendo però una scarpa su di lui.
E quindi?
Stasera niente bagno. Rimarrà nel fango e si nutrirà solo con quello fino a che non avrà imparato la lezione. Stanotte avrà le scarpe da pulire, domani uscirò a far spesa, magari chiamo qualche mia amica a prendere caffè e anche tu, se hai qualche amica che ti vuol venire a trovare. Avrà fango e sporco da leccare fino a che non diventerà nuovamente veloce ad ubbidire. Che ne pensi?
Beh mi pare un po' crudele ma se è necessario, va bene! E tu che ne dici Lallo, della tua nuova dieta?
Lallo non rispose ma sentì peggiorare il suo mal di stomaco...

2.1: Nuova dieta.

Il giorno successivo a Lallo non venne concessa la colazione, dovette leccare le suole delle scarpe di Katy e di Sara e poi quelle di Sabina, anche se erano tutte pulite.
Sabina uscì a far spesa, mentre sia Katy che Sara uscirono, lasciando qualche istante Lallo da solo.
Aveva appetito, nonostante il fango che aveva inghiottito il giorno precedente, ma per essere sicure, lo avevano legato sotto il tavolo in modo che non potesse alzarsi.
La prima a rientrare fu Sabina che però non era sola.
Tappetino, ti presento Maria, una mia cara amica.
Lallo non poteva muoversi, sarebbe stato suo dovere andarle a salutare, baciandole i piedi.
No, tranquillo, veniamo noi lì!
Lallo iniziò a vederle meglio.
Maria era un po' più giovane di Sabina, anche se era anche lei un po' sovrappeso.
Accomodati pure che preparo il caffè. Lallo intanto si potrà occupare delle tue scarpe.
Ma, no, dai, Sabina, con tutto lo sporco che hanno sotto, vista la pioggia...
Non preoccuparti, Lallo è un vero goloso di fango, non è vero?
Lallo non rispose.
Oh bene, se è così allora..-Maria si sedette e porse la suola dei suoi stivali a Lallo- Buon appetito!
Lallo non conosceva Maria ma conobbe presto il gusto dei suoi stivali. Erano stivali da tutti i giorni, non particolarmente eleganti ma comodi a portare, con un po' di tacco e lui iniziò a leccare via con deboli linguate lo sporco dalle suole.
Per essere un golosone, mi pare che non ci metta troppo impegno...-osservò Maria, guardando i suoi timidi tentativi di pulirle gli stivali.
No, vai tranquilla, ora incomincia, va solo un po' stimolato...
Sabina si sedette e appoggiò i suoi tacchi sul braccio di Lallo, affondandoli.
Lallo fu subito 'stimolato' ed iniziò a leccare con maggiore volontà le scarpe di Maria e presto tornò ad essere ignorato, mentre loro parlavano delle loro cose.
Distrattamente Maria porse a Lallo anche la seconda suola e poi le osservò.
Si un discreto lavoro, però è anche vero che erano piuttosto infangate...
Si, lo so, deve migliorare, ma sono certa che troveremo presto la quadra!
Lallo passò alle scarpe di Sabina ed era ancora lì quando suonarono alla porta.
Sabina andò ad aprire e trovò Katy con la sua amica Stella.
Ma perchè diavolo avete suonato? Non ce le hai le chiavi?
Si, ma vedi mamma...
Sabina guardò le scarpe di entrambe, erano in condizione pietose. Katy aveva un paio di stivali mentre Stella aveva delle scarpe da ginnastica alte alla caviglia.
Ma che diavolo avete fatto, siete cadute nel fango?
Eh, bè ecco...-disse Stella.
E' un test! Ho detto a Stella che Lallo è un mago a pulire le scarpe! Puoi farlo venire qua e magari portare un paio di sedie? Non volevamo sporcare casa...
Sabina tornò in cucina e slegò Lallo da sotto il tavolo, approfittando del fatto che anche Maria doveva andare via.
Uscendo Maria osservò: -Certo che se riesce a pulire queste, è un mago si!
Lallo fu buttato ai loro piedi, loro si sedettero e fu subito accolto dalla sensazione bagnata del fango su di lui. In breve fu sepolto dal loro sporco e per quanto cercasse di fare, non riuscì a pulirle abbastanza o abbastanza in fretta per evitare di ricoprirsi a sua volta di fango. Crollò inerme sotto di loro pochi minuti dopo.
Ma non dirmi che si è già guastato!- disse Stella
No, penso di no, lasciamolo lì che poi riprende.
Stella appoggiò le suole ancora sporche sulla faccia ed in breve tutto il suo corpo divenne indistinguibile sotto di loro.
Sara rientrò qualche istante dopo.
Dov'e Lallo?
E' qua sotto- rispose Katy
Ma dove?
Qua sotto, guarda meglio- disse Stella spostando le sue scarpe dalla faccia.
Sara si accucciò e gli sembrò di notare sotto i piedi di Stella sotto il fango la faccia sporca di Lallo.
Aveva la bocca aperta e nera era anche la sua lingua e tutta la bocca, respirava a fatica e solo dal naso, anche se Stella glielo aveva schiacciato.
Lo state soffocando...
Ma che dici, abbiamo le scarpe...
Vi dico che lo state soffocando. Ha la faccia e la bocca piena di sudiciume e se gli schiacciate il naso, soffocherà
Vuol dire che soffoca se faccio così?-Stella gli schiacciò il naso con la scarpa e subito Lallo incominciò a soffocare.
Esatto, piantala, Stella!
E allora che facciamo?
Andate nel bagno, vi lavate le scarpe e mentre che ci siete lavate pure lui...
Visto che era sporco, nessuna delle due voleva toccarlo.
Si alzarono ed iniziarono a prenderlo a calci.
Muoviti, sfigato,vai in bagno e mettiti nella vasca!
Lallo arrancò verso il bagno e ogni volta che si fermava, gli arrivavano altri calci.
A fatica entrò nella vasca, entrambe gli furono immediatamente sopra e aprendo l'acqua si lavarono le scarpe, lavando anche il loro tappetino.
Lallo iniziò ad annaspare per l'acqua e per il fatto di essere schiacciato da due ragazze. Entrambe fecero attenzione a pulirsi bene le scarpe, facendo cadere l'acqua sulla faccia di Lallo, ma così riuscirono anche a pulirlo e, appena chiusa l'acqua, Lallo si accorse che riusciva a respirare meglio.
Appena terminato, Sara andò a prenderlo, temendo che le due ragazze facessero altri danni,
Notò che aveva su di se ancora le ferite dei tacchi del giorno precedente e che alcune erano arrossate, forse per un principio di infezione.
Con calma, mentre Katy gli urlava con rabbia che era un incapace, Sara pulì le ferite di Lallo, poi lo fece uscire dalla vasca da bagno, gli dette una maglietta nuova e poi lo portò in camera e gli porse le sue scarpe da leccare.
Lallo si stupì di questo improvviso passaggio da gentile come gli era sembrata, a nuovamente dura.
Non stupirti. La tua punizione non è ancora finita, vedi di darti una mossa che oggi pomeriggio passerai il tempo a leccarmi le scarpe.
Lallo con rassegnazione si accinse nuovamente a pulire le scarpe di Sara.

Le giornate passarono, a volte pioveva, a volte no ma la punizione di Lallo non si interruppe e si trovò spesso sotto i loro piedi a pulire sporco e fango, senza aver altro da mangiare in tutta la giornata.
Questo lo portò giorno per giorno allo sfinimento. Ora non era solo più il mal di stomaco ma anche il digiuno forzato che lo rendeva sempre più debole.
Un giorno di quelli, ne erano passati cinque dall'inizio di tutto, Lallo provò a chiedere aiuto all'unica donna di famiglia che ogni tanto sembrava meno crudele verso di lui, ossia Sara.
Tanto per non cambiare, le stava leccando gli stivali che per fortuna quel giorno non erano molto sporchi. Per un istante si interruppe, cercando i suoi occhi ma lei gli porse con ancora maggior forza le suole da leccare. Continuò a leccare e andò avanti fino a che lei non fu soddisfatta, poi vide che si accingeva a metterlo sotto la scrivania e a legarlo.
...allo...finito....fame...
Sara lo guardò. Era molto raro che fosse lui a rompere il silenzio, sapeva che era vietato e poteva parlare solo se interrogato.
Lo sai che adesso dovrei punirti? Il tuo compito è restare li sotto, zitto e fermo fino a che qualcuna di noi non ti parla. Te lo sei dimenticato? Vuoi delle pedate per ricordartelo?
Lallo guardò i suoi piedi, gli baciò la punta degli stivali quasi per chiederle scusa.
Secondo te cosa dovrei fare? Calpestarti o prenderti a calci?
...allo...fame...
E cosa vuoi che me ne importi? Sei in punizione e fino a che non decideremo che per te è abbastanza, non mangerai nulla se non quello che trovi sotto le nostre scarpe
...ma...allo fame...
Non mangi abbastanza sporco? Vuoi che mi sporchi un po' le scarpe per te?
..no...prego...cibo...
Sara si avvicinò, inginocchiandosi.
Senti, Lallo: mamma ed io abbiamo deciso di punirti per qualche giorno ancora, si tratta solamente di resistere ed iniziare a fare quello che ti diciamo con più volontà. Ieri hai quasi sboccato sulle mie scarpe nuove, come pensi che possa finire oggi la tua punizione?
Lallo la guardò, una lacrima negli occhi.
..allo mal stomaco...allo...fame...
Va bene, Lallo, facciamo così. Ora vado di là, prendo una fetta di pane e te la do, va bene?
Lallo fu felice ed appena Sara si alzò corse a baciarle gli stivali.
Sara uscì e tornò con una fetta di pancarrè e la buttò a terra.
Lallo fece per afferrarla ma lei lo allontanò con una pedata.
Aspetta che prima devo condirtela un po'.
Provò a camminarci sopra ma le suole erano asciutte. Allora prese la fetta, ci sputò sopra un paio di volte e quindi vi si pulì le scarpe sopra, lasciandola finalmente sporca come voleva. Quindi la schiacciò per bene per farla aderire alle suole degli stivali.
Eccotela, Lallo, ora è più gustosa, non trovi?
Con la fame che aveva, Lallo si precipitò ai piedi di Sara, leccando via e velocemente ogni briciola di pane prima sulle suole e poi sul pavimento.
Bravo Lallo...ed adesso mettiti lì sotto al tuo posto!
Lallo avrebbe ancora avuto fame ma Sara era di idea diversa e lo spinse sotto la scrivania, appoggiandogli gli stivali sulla faccia. Erano giorni che non lo usavano a piedi nudi e la faccia portava in se i segni delle loro scarpe. Ciò nonostante Lallo si assopì sfinito ma poco dopo fu preso da strani conati, si mosse e scacciò via i piedi di Sara dalla sua faccia.
Stai giù, scemo!- disse dando una pedata in faccia a Lallo.
Lallo non riuscì a trattenersi e buttò fuori quello che aveva mangiato.
Ma fai schifo, lo sai? Ora mi tocca pulire! Non ti è piaciuta la fetta di pane?
Lallo restò immobile e fermo, mentre Sara puliva con lo straccio.
Niente da fare, te le vai proprio a cercare, mi sa che non mangerai ancora per un bel po'. In fondo in fondo vai meglio come lecca-fango-dagli stivali.
Sara si sedette alla scrivania.
Leccami le suole e guai a te se smetti!
Lallo rassegnato incominciò nuovamente a leccare le suole dei suoi stivali e passò così tutto il resto del pomeriggio, risvegliato da qualche pedata ogni tanto solo quando si fermava e lei se ne accorgeva.

Sara e Sabina evitarono ancora di nutrirlo per quattro giorni. Katy era diventata parte periferica della loro famiglia e non badava alle condizioni del tappetino, né prendeva parte alle decisioni.
Al nono giorno decisero di riprendere gradualmente a nutrirlo con qualcosa altro che non fosse sporco o fango in quanto era diventato molto debole e febbricitante, nonostante l'antibiotico che gli facevano assumere quotidianamente. Sara era dell'idea di andare ancora avanti e di terminare almeno con il decimo giorno di dieta forzata o anche un po' oltre, d'altronde era sempre stata abituata a trascinarlo dappertutto e un po' di caldo che lui aveva addosso andava bene a scaldarle i piedi quando si toglieva gli stivali. Sua madre invece la convinse diversamente, in quanto le spiegò che non avrebbero avuto soldi per un tappetino nuovo e se avessero continuato ancora qualche giorno, rischiavano di rovinarlo troppo (NdS: qualche volontario tra voi?). Pertanto gradualmente Lallo tornò a mangiare, pur dovendo pulire ogni giorno le loro scarpe e tornò ad essere usato più spesso a piedi nudi
In meno di una settimana si riprese completamente. Per un certo periodo lo videro molto più attivo del solito. Probabilmente si era imposto di obbedir loro più celermente, temendo di non sopravvivere ad un ulteriore punizione come quella cui era appena fatto fronte...
view post Posted: 16/6/2012, 12:04     MARCO LECCA STIVALI - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
grandissimo! una delle storie più belle mai lette
:boia:
view post Posted: 12/1/2012, 20:04     richiesta video - VIDEO STRANIERI FETISH / BDSM
si lo visto anche io ma purtroppo non so dirti il titolo, mi dispiace :(

Qualcuno di voi invece ha qualche video di Shefight.net?
view post Posted: 11/1/2012, 19:38     La principessa - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
La scorsa estate in vacanza al mare conobbi una ragazza che a prima vista non mi suscitò nessun pensiero particolare ma con il passare dei giorni e dopo lunghe chiaccherate mi colpì la sua voglia di riscatto nel rapporto con un suo ipotetico lui,
Infatti stando ai suoi racconti era una ragazza che aveva sofferto molto a causa della sua timidezza e dal fatto che i ragazzi con cui stava ne approfittassero per fare i comodi loro.
Scavando giorno dopo giorno nei suoi pensieri mi confessò pregandomi di non ridere che gli sarebbe piaciuto avere un uomo che la facesse sentire come una principessa.
A quel punto ragazzi, come avrete già capito, mi si accese la lampadina.
La sera stessa organizzai con lei una cenetta nella mia villetta chiaramente con la doppia figura di compagno e di cameriere.
Lei rimase molto stupita e all'inizio molto imbarazzata ma col passare dei minuti e qualche bicchiere di vino bianco mi accorsi che cominciava a prenderci gusto...nel modo in cui speravo.
Dopo averle servito un piatto con della frutta mista fece per spostare il tovagliolo che cadde irrimediabilmente ai suoi piedi.
Ovviamente mi chinai a raccoglierlo ma come feci per prenderlo mi posò la sua scarpa sulla mano (un sandalo bianco con lacci fino al polpaccio e 10 centimetri di tacco).
Alzai lo sguardo verso di lei e scorsi un sorriso a dir poco malefico..."Che bellezza vederti così carponi di fronte a me" mi disse "penso di poterti chiedere di fare qualsiasi cosa per me stasera o mi sbaglio?"
"E'giusto che una principessa pretenda tuttociò che vuole" le risposi "soprattutto se ha un umile servo a disposizione".
[Da questo momento in poi sarà dialogo aperto, tra la Dea che chiamerò A e lo schiavo (io) B].
A - "Bene bene è proprio quello che volevo sentire...slacciami i sandali verme"
B - "Subito mia principessa"
A - "Bravo...come sei ubbidiente, adesso odorali come meritano e ringraziami di questo privilegio che ti concedo"
B - "Mmmm grazie mia Principessa è il profumo più buono che abbia mai sentito in vita mia, non merito tante attenzioni da voi, ne sono indegno"
A - "E'vero ma oggi mi sento buona...ho voglia di stiracchiarmi sul divano, seguimi e bacia il pavimento dove cammino verme"
B - "Smack...smack...smack...smack...smack..."
A - "Molto bene, ora che sono comoda leccami per bene i piedi che me li sento bollenti...SBRIGATI!"
B - "Si Principessa...lick...che buon sapore hanno...lick...non la ringrazierò mai abbastanza per questo onore"
A - "Ti stai comportando proprio bene verme...continua così e forse ti permetterò ancora di farlo"
B - "Non chiedo altro alla mia miserabile vita mia Principessa"
A - "Mi fa piacere sentirtelo dire...apri la bocca ora"
B - "Umpfff...mmmm...umpfff"
A - "Ti piace il mio piede che ti raschia la gola schiavo?
B - "Umpff...mmmm..."
A - "Ah ah ah che faccia da idiota che hai...mi piace un sacco umiliarti in questo modo, ora stenditi a terra a pancia in su"
B - "Si Principessa"
A - "Oplààà hai un bel petto regolare...fa piacere rimanerci sopra"
B - "Grazie mia Dea mi usi per tutto il tempo che desidera"
A - "So già che posso farlo, preparati perchè sto per salirti sulla faccia"
B - "Attendo con ansia mia Dea"
A - "Ecco fatto...prima un piedino e poi l'altro, come và li sotto essere inutile?"
B - "MMM Benissimo...mia Dea...siete leggerissima"
A - "Molto bene perchè ho intenzione di starci un bel pò"
B - "Ssssi ppadrona"
A - "D'ora in poi sarai il mio servo tuttofare, sarai a mia completa disposizione 24 ore su 24"
B - "Sempre ai suoi ordini Principessa"
A - "Bene per oggi ti risparmio e scendo anche perchè mi stà venendo sonnolenza, seguimi in camera da letto"
B - "Subito mia Dea"
A - "Benissimo adesso io mi coricherò in questo bel lettone bella stiracchiata e tu andrai sotto le lenzuola a baciarmi i piedi per tutta la notte, quando non ne avrò più bisogno ti congederò con un calcio in faccia"
B - "Grazie padrona per essere così premurosa con me"

Rimasi tutta la notte a baciare quei piedi meravigliosi per tutta la notte aspettando con timore il suo calcione...che non arrivò mai.
view post Posted: 11/1/2012, 19:29     richiesta - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
io leccavo di nascosto le scarpe di mia zia :fonzie:
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