Sara ricordava abbastanza bene quando Lallo aveva perso la capacità di parlare con chiarezza. A dire il vero non era mai stato particolarmente chiacchierone, non era necessario ed anzi gli era vietato dire qualsiasi cosa, a meno di essere interrogato direttamente e passavano giorni interi in cui nessuna di loro gli rivolgeva parola. Utilizzava molto più spesso la lingua per leccar loro i piedi o per pulire le suole delle scarpe che avevano indossato e Sara pensava che la lingua se la fosse rovinata anche a causa delle dure suole di gomma del paio di scarpe da ginnastica che utilizzava più spesso, visto che erano comode o nel cercare di pulire a fondo il carro armato sotto gli anfibi che sia lei che Katy utilizzavano in inverno. Ma lo stato della lingua non c'entrava con la sua capacità di parlare e anche se spesso non pronunciava bene alcune parole, a causa della lingua affaticata, in realtà riusciva ancora a formulare frasi complesse. Il suo declino fu rapido quando lei dovette affrontare la maturità. Era per lei un periodo di forte nervosismo e sia Sabina che Katy avevano accettato di rinunciare a buona parte del loro diritto di utilizzare Lallo, per lasciarlo a Sara durante le lunghe ore di studio. Lallo dal canto suo sapeva che se non altro sarebbe stato poco calpestato ed inoltre adorava i piedi di Sara, più di ogni altra cosa. Iniziò quindi a passare molte ore con la faccia sotto i suoi piedi nudi, ogni tanto li leccava o le cercava di massaggiare i polpacci e il dorso del piede con le mani libere per tranquillizzarla, sentiva dal suo sudore quanto fosse nervosa. Lei faceva poche pause, di norma durante la pausa mangiava qualche cosa, dando qualche briciola a Lallo. Un giorno di quelli Sara lo osservò con maggiore attenzione, durante una pausa, lui era seduto a terra vicino alla sedia. Notò le impronte dei suoi piedi sudati sulla sua faccia e sul torace ed alcuni lividi dovuti alle pedate che più o meno volontariamente gli dava. Povero Lallo, è un periodo un po' duro anche per te No, Sara. Hai dei piedi molto belli, mi piace molto stare sotto di te. Sottolineò la frase prendendole in mano i piedi e baciandoglieli con devozione. Sei davvero gentile a dirlo, anche io sono molto contenta di avere un tappetino come te. Lallo le prese in bocca le dita dei piedi, succhiandogliele una ad una e poi iniziò a massaggiarle la pianta con le mani e poi con ampie linguate. Andiamo di là, la pausa è stata breve e mi sa che è già finita. Lallo la seguì e riprese la solita posizione sotto la scrivania, accarezzando e baciando con devozione i piedi che erano sopra di lui. In quei giorni però il nervosismo andò aumentando e Sara iniziò a trovare sempre meno sopportabile ogni cosa, compreso i tentativi di Lallo di tranquillizzarla, massaggiandole i polpacci o il dorso del piede. Un giorno di quelli Sara era impegnata in uno studio di funzione molto più complicato della media e non riusciva a venirne a capo, mentre Lallo le accarezzava dolcemente il dorso del piede. Stai fermo, Lallo, mi deconcentri! Lallo stette fermo ma dopo pochi minuti, incominciò nuovamente a massaggiarle il collo del piede. Basta, Lallo, ti ho detto! Sottolineò la frase con un paio di forti pedate sulla faccia. Lallo allora stette fermo ma dopo pochi istanti non riuscì a trattenere la mano, che quasi per istinto salì nuovamente sul suo piede. Sara gli dette altre due forti pedate. Se non la smetti, Lallo, mi sa che per te finirà male oggi. Piantala! Lallo stette fermo ma poi fece salire le mani, voleva solo massaggiarsi la faccia che Sara aveva preso a pedate ma senza volerlo, toccò ancora il piede di Sara. Basta Lallo, mi hai rotto le palle, è l'ultimo avvertimento! Non riesco a fare sta merda di funzione e tu non la smetti di toccarmi i piedi, non sei capace a startene lì fermo con i miei piedi in faccia, senza far nulla? Scusa, Sara, non volevo... Sei avvertito: tra poco parte la punizione per te, se non la smetti! Lallo iniziò a tremare, era raro che Sara fosse volgare e capì che l'unica cosa era stare fermo come un oggetto inanimato. Senza volerlo, lei spostò un piede di punta sul suo naso ed iniziò a premere, impedendogli di respirare. Avrebbe dovuto attirare la sua attenzione toccandola come ogni volta ma temeva di irritarla e allora iniziò ad emettere dei piccoli lamenti, sperando che lei capisse. Non cspì nulla, era concentrata e Lallo iniziò ad avere seri problemi di respirazione. Con timidezza allora le sfiorò il piede con la mano. Adesso mi hai davvero stufato, esci da li sotto e preparati a subire la punizione! No, ti prego, mi soffocavi e.... Non me ne frega di un cazzo! Ti ho avvertito almeno una decina di volte. Esci e appoggiati con la schiena al letto, mani dietro la schiena! Lallo capì che Sara lo voleva prendere a calci, era tanto che non lo puniva, veniva punito molto più spesso da Katy o da Sabina ma di norma con calpestamenti violenti, più che con calci. Lallo temeva i calci, non sapeva ancora dove lo avrebbe colpito, ma sapeva che avrebbero potuto danneggiarlo. Provò ad impietosirla, fece un po' di resistenza prima di arrivare al letto. Non me ne frega un cazzo dei tuoi lamenti, eri stato avvertito! Per ogni secondo che tardi a metterti lì, ti arriva un calcio in più. 1...2....3... Lallo provò a baciarle i piedi. Mettiti subito lì! 30...31...32... Lallo esitò ancora qualche istante ed intanto lei arrivò a contare prima i 50 poi i 60. Benissimo, spaccaballe, ora sono cavoli tuoi. 70 pedate, più le 50 che già volevo darti, fanno 120. Forse è meglio che mi metta le scarpe da ginnastica che se no mi rovino i piedi! Lallo osservò i suoi piedi nudi sparire nelle scarpe da ginnastica, aveva paura, il suo cuore a mille in attesa della punizione. Per non innervosirla ulteriormente, decise di cercare di tenere ferme le mani dietro la schiena. Sara si avvicinò e subito partì un calcio di collo verso la parte destra della testa. Era forte ma fu subito seguito da un altro con l'altro piede, che gli impedì di cadere. Quindi fu una scarica continua di altri calci, dovunque ma soprattutto in testa. Sara cercò di evitare di colpirgli direttamente la faccia per non danneggiarlo troppo ma fu praticamente impossibile e vide dei lividi formarsi sui suoi zigomi e un po' di sangue scendere dal naso. Dopo una lunga scarica di pedate, si fermò. Lallo lacrimava dolorante. Ok, i primi 50 sono andati, ti sei divertito? B...bbb....basta, ti prego... Aveva il capo reclinato e osservava i suoi piedi, incredulo di come fossero cattivi quel giorno ed iniziò a scivolare verso di essi. Rimettiti in posizione! Guarda che se no ti prendo a calci nello stomaco o nelle palle. Visto che non si rialzava, Sara prese a dargli delle pedate nello stomaco. Lui cercò di ripararsi ma poi lei lo prese a pedate nelle palle. Facendo appello alle poche forze, Lallo si tirò di nuovo appoggiato al letto. Sara gli appoggiò la scarpa sulla spalla, lui si voltò per baciarla. Perfetto! Dove eravamo rimasti? A quaranta calci, se non sbaglio, vero? No...ci...ci....cinquanta... Secondo me a quaranta. Un terzo è andato, dovresti essere contento ed io sono ancora molto lontana dall'essermi sfogata, tappeto sfigato! Lallo faticava a ricordarsi Sara così cattiva ma prima ancora che riuscisse a fare altre riflessioni, ripresero i calci. Alla successiva pausa, Lallo non riuscì a sollevare la faccia. Lei gliela sollevò con un piede ed osservò altro sangue che colava dal naso, forse un colpo fortuito che gli aveva dato. Forza Lallo, le ultime quaranta pedate, su con la testa! Senza sapere più molto cosa faceva, Lallo alzò la testa, la osservò con sguardo spento e attese. Arrivò l'ultima scarica di forti pedate ma Lallo non arrivò cosciente alla fine. Solo dopo l'ultima pedata, Sara si accorse che non era più cosciente. Te lo sei voluto tu, stupido tappeto! Si tolse le scarpe, senti che aveva molto sudato e si pulì il sudore sulla faccia di Lallo che intanto era caduto a terra. Quindi lo trascinò e lo mise nuovamente alla scrivania sotto i suoi piedi. Si sentiva stanca ma finalmente si era sfogata. Lallo si svegliò più tardi che era ancora li sotto. Lei lo sentì lamentarsi e lo accarezzò sulla bocca col piede, Bentornato! Lallo non riuscì a dire nulla, solo si mosse molto debolmente, quasi per sottrarre la faccia dai suoi piedi ma lei non glielo permise, allora lui stette fermo e quasi per istinto iniziò a leccarle i piedi. Giunti all'ora di cena, un paio d'ore dopo, gli disse che aveva il permesso di uscire da sotto la scrivania ma sembrava che non ce la facesse a muoversi. Sabina arrivò nella sua camera. Ti spicci a portare di là Lallo! Non si muove! Sabina lo vide contorcersi debolmente, non riusciva ad uscire da sotto la scrivania. Ma cosa gli hai fatto? Io..nulla...beh...cioè... E allora? Arrivò anche Katy. Sara ha picchiato Lallo, lo ha punito a pedate! Guarda come lo ha fracassato! Fatti i cavoli tuoi! Sara, non ti permettere!- la riprese Sabina- E allora si può sapere? Ecco...non stava fermo ed allora l'ho tirato fuori e l'ho preso a calci... Allora capisco....avrai un po' esagerato, ecco tutto! Sara lo guardò, notando solo in quel momento come era conciato, i molti lividi, di nuovo immobile. Si forse ho un po' esagerato ma non pensavo di averlo picchiato tanto da ridurlo così... Non fa niente, a volte capita, si riprenderà ma ora portalo di là e mettilo sotto il tavolo che è ora di cena Sara lo tirò fuori di peso da sotto la scrivania. Aspetta un secondo, Sara- disse Katy. Appena Lallo fu fuori, Katy salì sul suo corpo con le zoccolette. Due minuti, lo voglio usare un po' io, vatti a lavare le mani. Katy affondò i tacchi delle zoccolette su di lui, che tra l'altro non riuscì nemmeno a lamentarsi. Dopo avergli lasciato dei nuovi segni, ci pensò lei a portarlo in cucina e a metterlo sotto il tavolo dove lo utilizzarono tutte come appoggia piedi.
Lallo restò in quelle condizioni ancora un paio di giorni, poi sembrò riprendere lentamente le forze, anche se nessuna di loro gli aveva concesso un minuto di riposo: non se lo meritava ed era tanto comodo tenerlo sotto i piedi, tant'è che, essendo in tre, dovevano fare i turni per averlo. Quando si fu finalmente ripreso ed aveva incominciato di nuovo a nutrirsi, Sara decise di parlargli. Era in cucina in pausa studio, la faccia di Lallo sotto di lei come al solito, ed era finalmente soddisfatta di quanto aveva studiato in quei giorni. Sara gli porse un piede a massaggiare, togliendolo momentaneamente dalla faccia. Ti sei ripreso, finalmente... ...allo...meglio... Come hai detto? ...allo...bene... Boh, non ti ho capito...che cosa vuoi dire? Lallo si alzò a sedere, senza smettere di massaggiarle i piedi. Gli venne un capogiro, dovette tenersi alle gambe della sedia e allora decise di stendersi di nuovo mentre Sara gli porgeva prepotentemente il piede nella mano perché glielo massaggiasse. ...allo....strano... Scosse la testa, come incredulo anche lui del fatto che non riusciva a parlare con chiarezza. ...allo...non riesce...parlare... Sara lo osservò con preoccupazione, lo vedeva faticare a formulare ogni singola parola. Mamma, Katy, potete venire per favore? Accorsero entrambe in cucina. Che c'è, Sara? E'...E' Lallo che oggi mi sembra strano... ...allo...parla... Strano?- disse Katy- Mi sa che sto qua si è rimbambito più del solito, non vedi lo sguardo ebete che ha? Ma...non so cosa sia successo, non riesce a parlare. La scorsa settimana invece... Sabina la guardò. Si, lo so, cara mia. Ma la settimana scorsa non lo avevi ancora punito! Ma...allora sono io che...Ma io non volevo ridurlo così! Tornerà come prima? E chi lo sa? Vedremo...ma ti sembra così importante? Sara ha preso a calci Lallo e lo ha rincretinito, ahahah! -disse Katy. Piantala, Katy, lo sai che ti odio quando fai così! E dai, Sara, che ti frega se parla o no, basta che sappia leccare i piedi come si deve, no?- disse Sabina. Giusto, rimbambito o no, basta che serva ancora a qualcosa!- disse Katy. Si, va bene così...forse avete ragione. Certo che ce l'abbiamo-disse Katy- anzi quando finisci di fare merenda portamelo di la che mi serve! Sabina e Katy uscirono dalla cucina. Sara lo guardò ancora, Stava continuando a guardarsi attorno stranito. Mettiti a sedere. ..allo...testa.. Faticando, Lallo si alzò a sedere. Sara si alzò, si inginocchiò e lo abbracciò, vincendo la repulsione dell'odore di piedi che aveva addosso. Oh. Lallo mi dispiace....spero che tu ti riesca a riprenderti e a tornare come prima... Lallo non riuscì a trattenere le lacrime, commosso di quell'abbraccio che non riceveva da tantissimo tempo. allo...bene... No, non stai bene, ti ho dato troppi calci in testa... Avrebbe voluto che l'abbraccio continuasse ma Sara si alzò, si sedette sulla sedia e, pensierosa, gli porse nuovamente i piedi che lui prontamente baciò. allo...bene...ara bei piei.. Con infinita devozione, prese a baciare e leccare i piedi che lo avevano punito forse con troppa severità appena qualche giorni prima. Lallo lo sapeva, lei sapeva essere cattiva e crudele come tutte le altre ma i suoi piedi erano bellissimi e morbidi al tatto e li adorava più di ogni altra cosa.
Per tutti i giorni successivi, né Katy né Sabina rivolsero più parola a Lallo con la scusa che tanto non avrebbero capito cosa diceva e utilizzarono la sua lingua esclusivamente per infinite leccate ai piedi. Solo Sara gli rivolse sporadicamente parola. Quando proprio non lo capiva, gli cacciava con rabbia i piedi in bocca, quasi che succhiandole i piedi, potesse tornare a parlare normalmente, ma poi ricordava che era stata lei a ridurlo così e allora iniziò a sforzarsi ed in breve iniziò a capire quasi tutto quello che lui cercava di dire. Smise di sentirsi in colpa per quello che aveva fatto, sua madre gli aveva detto che ben di peggio era capitato ad altri tappetini che aveva visto e conosciuto e così Lallo seppure danneggiato, sopravvisse alla maturità di Sara...
Passò il periodo della maturità di Sara e passarono le giornate estive ed arrivò la brutta stagione e con essa anche le giornate piovose. Lallo odiava la pioggia anche se raramente era riuscito a vedere il mondo esterno. Odiava tutto il fango che si appiccicava alle calzature di Sara o di Katy e che lui doveva continuamente asportare con la lingua. Capitavano giorni in cui Sara e Katy uscivano più volte ed ogni volta gli imponevano le loro scarpe a pulire appena tornate a casa, ordinandogli di asportare ogni piccola traccia di fango. Dopo un periodo particolarmente piovoso, Lallo iniziò ad avere dolori alla pancia, non come quelli che aveva tutte le volte in cui veniva calpestato ma erano dolori che sentiva dentro e, sapeva, erano dovuti al fango e allo sporco che aveva dovuto asportare con la lingua. Un giorno di quelli Sara era appena tornata a casa, era andata in cucina e mentre Sabina lo teneva sotto, i suoi piedi sulla sua schiena, gli aveva imposto i suoi stivali a pulire per la terza volta in quel giorno. C'era un po' di fango sulla parte superiore ma soprattutto ce n'era sulla suola, anche se per fortuna non troppo, visto che, pur non liscia, essa aveva poche increspature, il tacco largo di circa 7 cm. Senza dir nulla, parlando con sua madre, Sara gli porse con insistenza gli stivali da pulire. Lallo non ce la faceva, era la quinta leccata di stivali cui era sottoposto di quel giorno e, da sotto il tavolo, provò ad impietosire Sara. Appoggiò la faccia sotto le suole, sporcandosela e iniziò a baciare la parte superiore, accarezzandogli gli stivali. Lecca, Lallo! Forza che tra poco più di mezzora devo uscire! Lallo cercò i suoi occhi, non vi trovò la comprensione che cercava, ma solo uno sguardo severo che non ammetteva disobbedienza. Senza dir nulla, allora allungò per l'ennesima volta di quel giorno la lingua sugli stivali di Sara ma dopo poche leccate, non riuscì a contenere dei conati. Senza pietà. Sara continuò a porgergli gli stivali da leccare. Ma che ha mangiato oggi? Sabina ci pensò su. Non mi ricordo. Mi pare che non abbia mangiato nulla, a parte il vostro fango. Uhmmm...ma allora non mi spiego, dovrebbe essere abituato a inghiottire fango, son due settimane che non fa altro che piovere... Lallo proseguì qualche istante nella sua pulizia ma quando si trovò ad affrontare la seconda suola, si perse in ulteriori conati, interrompendosi. Su forza Lallo, ti rimane la seconda suola e poi hai finito per ora. Ti rimane solo più Katy quando tornerà e io più tardi quando tornerò a casa. Lallo provò a pulirle la seconda suola sporcandosi la faccia, sperando di riuscire così ad asportare in questo modo la maggior parte dello sporco, ma non ci riuscì. Sara lo osservò, la faccia sporca di fango che aveva raccolto dalle sue suole, la lingua nera che ogni tanto provava ad uscire dalla bocca ma che subito si ritraeva, i conati insistenti. Sbrigati, Lallo! Non te lo far ripetere! Leccami via il fango e non far storie! Sara si stava innervosendo. Intervenne Sabina. Hai notato anche te, Sara, che ultimamente il nostro tappetino obbedisce un po' troppo lentamente? Lentamente, dici? Cazzo se non è lento! Tra poco devo uscire e le mie scarpe non sono ancora pronte! Sono d'accordo con te. Non pensi che allora sia giunto il momento di punirlo un po'? E' passato fin troppo tempo da quando l'hai fatto l'ultima volta. Ma, mamma, mi pare di averlo punito e non poco quando ho fatto la maturità.. E che c'entra? Mica solo per il fatto di aver esagerato una volta, devi privarti del piacere e del dovere di farlo? Se non lo punisci, finirà che ti ubbidirà sempre di meno! E cosa pensi che dovrei fare? Calpestarlo? Non so, fammi un po' vedere i tacchi degli stivali? Sabina osservò i tacchi, erano larghi ma non troppo alti, non male per il fatto che il suo peso avrebbe insistito sul tallone e quindi sui tacchi. Si, quelli potrebbero andar bene per un po' di calpestamento. L'ideale sarebbero però le scarpe rosse col tacco che hai di là. Sara pensò alle decolletè rosse ed eleganti col tacco alto che aveva. Ma, mamma, non ho tempo, tra pochi minuti mi tocca uscire... Nessun problema, inizia a punirlo con quelle che hai e poi stasera gli darai la seconda parte che si merita. Sara sollevò con un piede la faccia sporca di Lallo, guardandolo negli occhi, con irritazione. Mi dispiace, ma mi sa che stavolta te lo sei proprio meritato.. Sara si alzò e trascinò via Lallo da sotto il tavolo, Sabina glielo permise spostando i piedi da lui. Girati!- disse Sara, dandogli un calcio nei reni. Lallo si girò, esponendo a Sara il torace. Sara gli piantò un tacco nello stomaco e poi salì con tutto il peso con l'altro stivale sul suo corpo. Fagli sentire i tacchi! Tranquilla, mamma, so come fare... Sara iniziò ad affondare i tacchi nel suo stomaco e poi salì sul torace, mentre lui iniziò a dimenarsi per il dolore. Lo guardava soffrire sotto il suo peso ma non scese dal suo corpo, facendo attenzione a dove metteva i tacchi per fargli un po' di male. Che ne dici, Sara, se per tutto oggi lo utilizziamo con le scarpe? Secondo me si impigrisce se non lo facciamo soffrire un po', ogni tanto. Cioè? Cioè invece di viziarlo con i piedi nudi, lo utilizziamo con le scarpe per tutto il giorno. Anche a cena, invece di stare a togliersi le scarpe, potremo utilizzarlo con un po' di tacchi... Intanto Lallo cercava di ripararsi inutilmente dal dolore provocato dai tacchi di Sara, dimenandosi e toccandogli gli stivali, sperando che scendesse. Si, mamma, si potrebbe fare...E smettila Lallo di lamentarti sempre!- disse Sara, dandogli un pestone. Lallo si piegò per il dolore ma Sara non scese. Quando scendi, Sara, per favore vai a prendermi le scarpe nere, quelle che sai... Le decolletè scure col tacco? Si, esatto quelle. Pensavo di torturarlo anche un po' io, mentre sono in salotto ad annoiarmi davanti alla tv. Va bene, tra un paio di minuti mi tocca scendere e vado a prendertele! Sara insistette ancora qualche minuto e poi scese dal corpo di Lallo Lui cercò di assumere una posizione fetale per massaggiarsi le ferite ma Sabina glielo impedì, appoggiandogli i piedi nudi addosso. Ora tocca a me, Lallo, mi sa che io e te ci divertiremo un sacco, oggi pomeriggio. Lallo strisciò con la faccia sotto i suoi piedi, aspirandone il sudore e leccandoglieli, nella speranza che ci ripensasse ma ovviamente Sabina non ci ripensò. Sara gli porse le scarpe che aveva preso e Sabina le indossò appoggiandole su Lallo. Avevano un tacco molto appuntito ed erano molto eleganti. Se decidi di calpestarlo con quelle mi sa che lo buchi tutto! Si, davvero ma per il momento...non lo farò...forse! Grande, mamma! Ci vediamo più tardi. Stasera dovrò dare la seconda parte di punizione a Lallo! Certo, cara, intanto io son qua, tra poco arriverà tua sorella e scommetto che sarà entusiasta all'idea di fargli un po' di male! Eh eh, non esagerate però, che poi stasera io e lui abbiamo ancora un appuntamento o meglio lui ha ancora appuntamento con le mie scarpe rosse. Certo, ci vediamo più tardi!
Lallo restò per tutto il pomeriggio sotto i tacchi di Sabina. Sebbene lei restasse sempre seduta, soffriva come quando Sara era in piedi su di lui, Distrattamente con la tv accesa, i suoi tacchi insistettero sul suo torace, scavando delle ferite anche profonde, ma poi andarono a provocar dolore anche sui suoi testicoli, schiacciandoglieli senza pietà. Sabina non ci fece caso e come sempre si dimenticò di lui, anche quando i suoi tacchi gli finirono in faccia, rischiando di accecarlo alcune volte. Era abituata ad averlo sotto, così come era abituata a sentirlo lamentare. Sempre distrattamente lo legò alle caviglie col collare e lo issò a sedere presso il divano con la sola forza delle sue gambe, imponendogli le suole delle scarpe a leccare. Lallo si trovò legato stretto con le sue scarpe sulla faccia, cercò inutilmente di sottrarsi alla tortura del suo tacco ma poi si rese conto che era inutile e non ci riusciva, così lasciò che penetrasse nelle sue guance, sperando ancora che non glielo facesse entrare negli occhi. In quello stato lo trovò più tardi Katy, rincasando. Ciao, mamma, me lo presti qualche istante? Certo, Katy. Slegalo pure. Lallo crollò ai piedi di Katy, la faccia sui suoi stivali. Perchè hai quelle scarpe? Oh, dici queste? Beh è in punizione. Ti va di camminarci su anche un po' te? Certo che si ma prima volevo farmele pulire per benino. Katy notò la faccia sporca di Lallo, aveva ancora il fango di Sara appiccicato e sembrò notare qualche ferita. Senza pensarci su, pulì le suole degli stivali su di lui, sulla maglietta ormai sporca e sulla faccia e poi iniziò a calpestare un Lallo oramai sfinito. Sara rincasò pochi minuti dopo, notò le condizioni di Lallo e si tolse gli stivali. Te li tengo li per il dopo cena, come dessert. Se me li pulisci bene, può darsi che non ti farò neppure troppo male con le mie scarpe rosse. Lallo fu trascinato sotto il tavolo, ancora sporco di fango ed ognuna di loro si mise un paio di scarpe per evitare di sporcarsi i piedi. Sara utilizzò un paio di scarpe da ginnastica, Sabina invece preferì gli zoccoletti mentre Katy, al solito non rinunciò ad un paio di tacchi appuntiti. Nessuna di loro fece caso ai movimenti di Lallo, lui stava facendo di tutto per sottrarsi ai tacchi di Katy, tutt'al più ricevette distrattamente qualche pedata in più, visto che non stava fermo. Dopo cena. Sara lo trascinò in camera sua. Per prima cosa Lallo vide gli stivali che lei aveva indossato quel giorno. Eccoti il dessert, caro Lallo. Penso che tu possa pulirmeli con tranquillità mentre chatto on line, vero? Lallo sperò che lo lasciasse fare senza metterlo sotto la scrivania, ma Sara si tolse prima le scarpe da ginnastica e subito indossò gli stivali. Gli dette qualche piccolo calcio perché si mettesse sotto e, appena in posizione, gli impose le suole degli stivali da pulire. Sono buona, ti concedo un'ora per pulirmele ma se al termine dell'ora sono ancora così, scatta la punizione, sei avvertito! Lallo osservò a lungo le suole sporche degli stivali, provando ogni tanto ad allungare la lingua. Dopo l'ennesimo conato però restò immobile, mentre Sara distrattamente glieli appoggiò sulla faccia. Come va la pulita?- disse ad un certo punto Sara, strusciando la suola sulla sua faccia- Metà tempo è passato, volevo solo avvertirti... Lallo restò fermo ancora ad osservare le mille macchie di fango e di sporco. Provò ancora ma poi gli venne su il gusto del fango che aveva già leccato quel giorno e rinunciò. Passarono i minuti e Lallo restò fermo immobile. Arrivato a cinque minuti dallo scadere, Sara lo tirò fuori. Ma come? Non hai fatto niente? Ma allora te le vai proprio a cercare! ...ango...omaco... E cosa pensi mi interessi se hai male allo stomaco? Secondo te chi mi deve pulire le scarpe? I...io... E allora lecca via ed in fretta tutto lo sporco, se no saranno guai per te Sara gli impose per l'ennesima volta la suola sporca alla lingua. Lo guardò un istante, era pieno di fango, la lingua nera, sporche la sua maglietta e la sua faccia. Facendo appello alle ultime forze, lecco via in fretta tutto lo sporco che riusciva dalla prima suola ma poi Sara gli porse la seconda. In quel momento però suonò il timer. Mi spiace, tempo scaduto, ci hai messo troppo tempo ed avevi un'intera ora per svolgere il lavoro. Ora avrai le mie scarpe rosse su di te. Lallo si rese conto di quello che voleva dire, ossia altri tacchi in quella lunghissima giornata e con la forza della disperazione, mentre già Sara si stava togliendo gli stivali, provò a gettarsi sotto di lei per leccarglieli. Lei lo allontanò con un calcio. Tempo scaduto, mi spiace. Sara si tolse stivali e calze. Restò ferma un secondo a piedi nudi. Lallo desiderava avvicinarsi ai suoi piedi nudi. Lei lo cacciò via con un altro calcio per non sporcarsi i piedi. Oppure in alternativa potrei prenderti a calci Si...ca...cci... Eh, no mi spiace. Già una volta ti ho preso a calci e ti ho mezzo rincretinito. Lallo ebbe un moto quasi di delusione, quasi avrebbe preferito altri calci con i rischi che comportavano, piuttosto che altri tacchi ma Sara prese le scarpe rosse e se le mise. Era incredibilmente sexy ed elegante con quelle scarpe nei piedi nudi. Lallo ebbe un moto di eccitazione e sentì il desiderio di leccarle ma Sara salì subito su di lui. Con crudeltà lo guardava dall'alto, mentre affondava i tacchi su di lui. Lallo si lamentò ma smise in fretta di contorcersi, era parecchio stanco e decise di lasciar fare, sperando che fosse veloce.. In quel momento entrò Sabina. E allora niente? No, niente, non me li ha puliti ed ora...eccoti i miei tacchi, stupido tappeto! Forse allora non gli è bastato oggi... Che cosa intendi dire? Che oggi non gli è bastato. Magari basta tacchi, visto che mi pare abbastanza bucherellato. Sara scese, mantenendo però una scarpa su di lui. E quindi? Stasera niente bagno. Rimarrà nel fango e si nutrirà solo con quello fino a che non avrà imparato la lezione. Stanotte avrà le scarpe da pulire, domani uscirò a far spesa, magari chiamo qualche mia amica a prendere caffè e anche tu, se hai qualche amica che ti vuol venire a trovare. Avrà fango e sporco da leccare fino a che non diventerà nuovamente veloce ad ubbidire. Che ne pensi? Beh mi pare un po' crudele ma se è necessario, va bene! E tu che ne dici Lallo, della tua nuova dieta? Lallo non rispose ma sentì peggiorare il suo mal di stomaco...
2.1: Nuova dieta.
Il giorno successivo a Lallo non venne concessa la colazione, dovette leccare le suole delle scarpe di Katy e di Sara e poi quelle di Sabina, anche se erano tutte pulite. Sabina uscì a far spesa, mentre sia Katy che Sara uscirono, lasciando qualche istante Lallo da solo. Aveva appetito, nonostante il fango che aveva inghiottito il giorno precedente, ma per essere sicure, lo avevano legato sotto il tavolo in modo che non potesse alzarsi. La prima a rientrare fu Sabina che però non era sola. Tappetino, ti presento Maria, una mia cara amica. Lallo non poteva muoversi, sarebbe stato suo dovere andarle a salutare, baciandole i piedi. No, tranquillo, veniamo noi lì! Lallo iniziò a vederle meglio. Maria era un po' più giovane di Sabina, anche se era anche lei un po' sovrappeso. Accomodati pure che preparo il caffè. Lallo intanto si potrà occupare delle tue scarpe. Ma, no, dai, Sabina, con tutto lo sporco che hanno sotto, vista la pioggia... Non preoccuparti, Lallo è un vero goloso di fango, non è vero? Lallo non rispose. Oh bene, se è così allora..-Maria si sedette e porse la suola dei suoi stivali a Lallo- Buon appetito! Lallo non conosceva Maria ma conobbe presto il gusto dei suoi stivali. Erano stivali da tutti i giorni, non particolarmente eleganti ma comodi a portare, con un po' di tacco e lui iniziò a leccare via con deboli linguate lo sporco dalle suole. Per essere un golosone, mi pare che non ci metta troppo impegno...-osservò Maria, guardando i suoi timidi tentativi di pulirle gli stivali. No, vai tranquilla, ora incomincia, va solo un po' stimolato... Sabina si sedette e appoggiò i suoi tacchi sul braccio di Lallo, affondandoli. Lallo fu subito 'stimolato' ed iniziò a leccare con maggiore volontà le scarpe di Maria e presto tornò ad essere ignorato, mentre loro parlavano delle loro cose. Distrattamente Maria porse a Lallo anche la seconda suola e poi le osservò. Si un discreto lavoro, però è anche vero che erano piuttosto infangate... Si, lo so, deve migliorare, ma sono certa che troveremo presto la quadra! Lallo passò alle scarpe di Sabina ed era ancora lì quando suonarono alla porta. Sabina andò ad aprire e trovò Katy con la sua amica Stella. Ma perchè diavolo avete suonato? Non ce le hai le chiavi? Si, ma vedi mamma... Sabina guardò le scarpe di entrambe, erano in condizione pietose. Katy aveva un paio di stivali mentre Stella aveva delle scarpe da ginnastica alte alla caviglia. Ma che diavolo avete fatto, siete cadute nel fango? Eh, bè ecco...-disse Stella. E' un test! Ho detto a Stella che Lallo è un mago a pulire le scarpe! Puoi farlo venire qua e magari portare un paio di sedie? Non volevamo sporcare casa... Sabina tornò in cucina e slegò Lallo da sotto il tavolo, approfittando del fatto che anche Maria doveva andare via. Uscendo Maria osservò: -Certo che se riesce a pulire queste, è un mago si! Lallo fu buttato ai loro piedi, loro si sedettero e fu subito accolto dalla sensazione bagnata del fango su di lui. In breve fu sepolto dal loro sporco e per quanto cercasse di fare, non riuscì a pulirle abbastanza o abbastanza in fretta per evitare di ricoprirsi a sua volta di fango. Crollò inerme sotto di loro pochi minuti dopo. Ma non dirmi che si è già guastato!- disse Stella No, penso di no, lasciamolo lì che poi riprende. Stella appoggiò le suole ancora sporche sulla faccia ed in breve tutto il suo corpo divenne indistinguibile sotto di loro. Sara rientrò qualche istante dopo. Dov'e Lallo? E' qua sotto- rispose Katy Ma dove? Qua sotto, guarda meglio- disse Stella spostando le sue scarpe dalla faccia. Sara si accucciò e gli sembrò di notare sotto i piedi di Stella sotto il fango la faccia sporca di Lallo. Aveva la bocca aperta e nera era anche la sua lingua e tutta la bocca, respirava a fatica e solo dal naso, anche se Stella glielo aveva schiacciato. Lo state soffocando... Ma che dici, abbiamo le scarpe... Vi dico che lo state soffocando. Ha la faccia e la bocca piena di sudiciume e se gli schiacciate il naso, soffocherà Vuol dire che soffoca se faccio così?-Stella gli schiacciò il naso con la scarpa e subito Lallo incominciò a soffocare. Esatto, piantala, Stella! E allora che facciamo? Andate nel bagno, vi lavate le scarpe e mentre che ci siete lavate pure lui... Visto che era sporco, nessuna delle due voleva toccarlo. Si alzarono ed iniziarono a prenderlo a calci. Muoviti, sfigato,vai in bagno e mettiti nella vasca! Lallo arrancò verso il bagno e ogni volta che si fermava, gli arrivavano altri calci. A fatica entrò nella vasca, entrambe gli furono immediatamente sopra e aprendo l'acqua si lavarono le scarpe, lavando anche il loro tappetino. Lallo iniziò ad annaspare per l'acqua e per il fatto di essere schiacciato da due ragazze. Entrambe fecero attenzione a pulirsi bene le scarpe, facendo cadere l'acqua sulla faccia di Lallo, ma così riuscirono anche a pulirlo e, appena chiusa l'acqua, Lallo si accorse che riusciva a respirare meglio. Appena terminato, Sara andò a prenderlo, temendo che le due ragazze facessero altri danni, Notò che aveva su di se ancora le ferite dei tacchi del giorno precedente e che alcune erano arrossate, forse per un principio di infezione. Con calma, mentre Katy gli urlava con rabbia che era un incapace, Sara pulì le ferite di Lallo, poi lo fece uscire dalla vasca da bagno, gli dette una maglietta nuova e poi lo portò in camera e gli porse le sue scarpe da leccare. Lallo si stupì di questo improvviso passaggio da gentile come gli era sembrata, a nuovamente dura. Non stupirti. La tua punizione non è ancora finita, vedi di darti una mossa che oggi pomeriggio passerai il tempo a leccarmi le scarpe. Lallo con rassegnazione si accinse nuovamente a pulire le scarpe di Sara.
Le giornate passarono, a volte pioveva, a volte no ma la punizione di Lallo non si interruppe e si trovò spesso sotto i loro piedi a pulire sporco e fango, senza aver altro da mangiare in tutta la giornata. Questo lo portò giorno per giorno allo sfinimento. Ora non era solo più il mal di stomaco ma anche il digiuno forzato che lo rendeva sempre più debole. Un giorno di quelli, ne erano passati cinque dall'inizio di tutto, Lallo provò a chiedere aiuto all'unica donna di famiglia che ogni tanto sembrava meno crudele verso di lui, ossia Sara. Tanto per non cambiare, le stava leccando gli stivali che per fortuna quel giorno non erano molto sporchi. Per un istante si interruppe, cercando i suoi occhi ma lei gli porse con ancora maggior forza le suole da leccare. Continuò a leccare e andò avanti fino a che lei non fu soddisfatta, poi vide che si accingeva a metterlo sotto la scrivania e a legarlo. ...allo...finito....fame... Sara lo guardò. Era molto raro che fosse lui a rompere il silenzio, sapeva che era vietato e poteva parlare solo se interrogato. Lo sai che adesso dovrei punirti? Il tuo compito è restare li sotto, zitto e fermo fino a che qualcuna di noi non ti parla. Te lo sei dimenticato? Vuoi delle pedate per ricordartelo? Lallo guardò i suoi piedi, gli baciò la punta degli stivali quasi per chiederle scusa. Secondo te cosa dovrei fare? Calpestarti o prenderti a calci? ...allo...fame... E cosa vuoi che me ne importi? Sei in punizione e fino a che non decideremo che per te è abbastanza, non mangerai nulla se non quello che trovi sotto le nostre scarpe ...ma...allo fame... Non mangi abbastanza sporco? Vuoi che mi sporchi un po' le scarpe per te? ..no...prego...cibo... Sara si avvicinò, inginocchiandosi. Senti, Lallo: mamma ed io abbiamo deciso di punirti per qualche giorno ancora, si tratta solamente di resistere ed iniziare a fare quello che ti diciamo con più volontà. Ieri hai quasi sboccato sulle mie scarpe nuove, come pensi che possa finire oggi la tua punizione? Lallo la guardò, una lacrima negli occhi. ..allo mal stomaco...allo...fame... Va bene, Lallo, facciamo così. Ora vado di là, prendo una fetta di pane e te la do, va bene? Lallo fu felice ed appena Sara si alzò corse a baciarle gli stivali. Sara uscì e tornò con una fetta di pancarrè e la buttò a terra. Lallo fece per afferrarla ma lei lo allontanò con una pedata. Aspetta che prima devo condirtela un po'. Provò a camminarci sopra ma le suole erano asciutte. Allora prese la fetta, ci sputò sopra un paio di volte e quindi vi si pulì le scarpe sopra, lasciandola finalmente sporca come voleva. Quindi la schiacciò per bene per farla aderire alle suole degli stivali. Eccotela, Lallo, ora è più gustosa, non trovi? Con la fame che aveva, Lallo si precipitò ai piedi di Sara, leccando via e velocemente ogni briciola di pane prima sulle suole e poi sul pavimento. Bravo Lallo...ed adesso mettiti lì sotto al tuo posto! Lallo avrebbe ancora avuto fame ma Sara era di idea diversa e lo spinse sotto la scrivania, appoggiandogli gli stivali sulla faccia. Erano giorni che non lo usavano a piedi nudi e la faccia portava in se i segni delle loro scarpe. Ciò nonostante Lallo si assopì sfinito ma poco dopo fu preso da strani conati, si mosse e scacciò via i piedi di Sara dalla sua faccia. Stai giù, scemo!- disse dando una pedata in faccia a Lallo. Lallo non riuscì a trattenersi e buttò fuori quello che aveva mangiato. Ma fai schifo, lo sai? Ora mi tocca pulire! Non ti è piaciuta la fetta di pane? Lallo restò immobile e fermo, mentre Sara puliva con lo straccio. Niente da fare, te le vai proprio a cercare, mi sa che non mangerai ancora per un bel po'. In fondo in fondo vai meglio come lecca-fango-dagli stivali. Sara si sedette alla scrivania. Leccami le suole e guai a te se smetti! Lallo rassegnato incominciò nuovamente a leccare le suole dei suoi stivali e passò così tutto il resto del pomeriggio, risvegliato da qualche pedata ogni tanto solo quando si fermava e lei se ne accorgeva.
Sara e Sabina evitarono ancora di nutrirlo per quattro giorni. Katy era diventata parte periferica della loro famiglia e non badava alle condizioni del tappetino, né prendeva parte alle decisioni. Al nono giorno decisero di riprendere gradualmente a nutrirlo con qualcosa altro che non fosse sporco o fango in quanto era diventato molto debole e febbricitante, nonostante l'antibiotico che gli facevano assumere quotidianamente. Sara era dell'idea di andare ancora avanti e di terminare almeno con il decimo giorno di dieta forzata o anche un po' oltre, d'altronde era sempre stata abituata a trascinarlo dappertutto e un po' di caldo che lui aveva addosso andava bene a scaldarle i piedi quando si toglieva gli stivali. Sua madre invece la convinse diversamente, in quanto le spiegò che non avrebbero avuto soldi per un tappetino nuovo e se avessero continuato ancora qualche giorno, rischiavano di rovinarlo troppo (NdS: qualche volontario tra voi?). Pertanto gradualmente Lallo tornò a mangiare, pur dovendo pulire ogni giorno le loro scarpe e tornò ad essere usato più spesso a piedi nudi In meno di una settimana si riprese completamente. Per un certo periodo lo videro molto più attivo del solito. Probabilmente si era imposto di obbedir loro più celermente, temendo di non sopravvivere ad un ulteriore punizione come quella cui era appena fatto fronte...
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