CITAZIONE (O Mega @ 4/6/2017, 10:26)
Recentemente ho riflettuto su una questione che pare andare per la maggiore. La carità. Non voglio, qui, pronunciarmi sul concetto cristiano. Solo riflettere sull'idea corrente che abbiamo della carità e del soccorso ai c.d. bisognosi. Mi è nota, ovviamente, l'esistenza di un dibattito storico importante al riguardo. Il punto è che, attualmente, per motivi nenache troppo reconditi, si tende a insistere molto su quanto sia importante "aiutare il prossimo". Ora, posto che un'etica della cooperazione tra singolo e singolo è una mera petizione di principio, e che in genere questa incombenza viene effettivamente scaricata sul genere femminile (ancora!); ma non vi puzza questa insistenza mediatica su quanto siamo gretti e insensibili, pur essendo l'attuale società fondata su unità minime e puramente convenzionali (famiglia nucleare ridotta)? Se volessimo porre domande sensate e cariche di significato dovremmo fare almeno una disamina del contesto in cui si va a porle. Tale contesto è quello di una società totalmente meccanizzata in cui l'individuo è ridotto a nient'altro che un consumatore condizionato (eteronomo proprio, direi). I modelli di riferimento imposti, poi, sono tra i più stucchevoli per banalità e tendenziosità: Madre Teresa, le ONG, questo o quel soggetto tanto carico di buone intenzioni, e così via. A me tutto questo disgusta. Mi sembra Medioevo, Inquisizione, Stato etico. Il bene più prezioso, oggi come oggi, è l'indipendenza economica e l'agio, la facoltà non di fare quel che si voglia, bensì di volere (desiderare) quel che si fa in quanto deliberatamente scelto. Una delle condizioni di questa facoltà è che il rapporto di cooperazione sia cercato e voluto. È ovvio dunque, per via del contesto in cui ciò avviene, che tale cooperazione sia privilegio di un individuo non oppresso e liberamente orientato. Il potere, tuttavia, prevede altro. E in una società corrosa da disoccupazione e marginalità, esortare al volontariato sociale (perché di ciò si tratta) è davvero squallido e bestiale, per come la vedo io.
Nella nefasta logica consumistica sotto la quale siamo schiacciati e dalla quale siamo costantemente bombardati,converrai con me che il primo modo per liberarsene sarebbe quello di accorgersi e prendere coscienza di quello a cui si è sottoposti...
Facile a dirsi,difficilissimo a farsi,poichè il paradigma dal quale si nutre il potere è in continuo cambiamento e diviene sempre più sottile e di difficile individuazione-perciò molto più pericoloso...
Alchè i fasulli e svianti slanci moralistico-assistenziali di cui tu parli rientrano in quel ventaglio di strategie,intrise di ipocrisia,volte alla costruzione di una sorta di simulacro della coscienza mondiale,dentro la quale ci vien data l'illusione di fare un qualcosa di "buono" tutti insieme,di renderci parte di una collettività eticamente forte e guidata da nobili principi,in modo tale la notte si possa finire nelle braccia di Morfeo acquisita la pace dei sensi.
La strategia ed il fine ultimo di questo, è l'evitare che le genti si accorgano essere dei semplici burattini che vengono manovrati sul grande palcoscenico che non è altro che questo marcio mondo
Permettimi di consigliarti una lettura,penso appropriata.