4 - FINALMENTE APPAGATO
Come tutti i giorni, esclusa la domenica, Elena si svegliò alle 7.00 quel sabato mattina, per andare a scuola. Dopo una doccia tonificante iniziò a prepararsi, scegliendo i vestiti che avrebbe indossato e preparando lo zaino in base alle lezioni del giorno. Finito di fare ciò fece colazione, per essere in forze e seguire bene le spiegazioni degli insegnanti: i bei voti non si scrivono da soli sul registro. Era molto metodica, come la maggior parte delle persone al mattino, e concluso il suo rito si infilava le scarpe ed usciva di casa. Quella volta decise di indossare le Converse, cosa che non faceva spesso, ma non avendo orribili scarpe da ginnastica, pensò fossero quelle le più adatte a prepararla per la serata. "Devo proprio lavarle!" pensava ogni volta che le indossava, ma poi come quasi tutte le giovani ragazze, se ne dimenticava nel levarsele. In realtà non erano particolarmente conce quelle scarpe, perché non le metteva molto spesso, ma avendole da più di un anno il bianco originale si era inscurito qua e là.
Arrivava sempre in anticipo di 10 minuti a scuola, ed anche questo rientrava nel rito mattutino, visto che ne approfittava per farsi un caffè e due chiacchiere con le sue amiche prima di cominciare le lezioni. Capitava che incrociasse anche Marco, mentre lui saliva al piano di sopra per andare in classe, ma quel giorno non successe. La campanella suonò alle 8.00, ed assieme alle sue compagne si diresse in aula. Il sabato mattina non era particolarmente pesante, fortunatamente, essendo l'ultimo giorno della settimana scolastica: iniziava con un'ora di matematica, poi ne aveva una di scienze, due di disegno tecnico, per finire con l'ultima ora di italiano. "Se solo avessi avuto educazione fisica oggi sarebbe stato perfetto!" pensò avendo in mente Marco, ma purtroppo le due ore di ginnastica le aveva al giovedì la sua classe.
Spesso ciò che ci succede attorno sembra frutto di un progetto o di un disegno più grande di noi, che non possiamo comprendere fino in fondo, ma che allo stesso tempo possiamo immaginare esserci. Elena si ritrovò a pensarlo la seconda ora, durante scienze, quando entrò la bidella del piano nella sua classe con un annuncio.
"Scusate ragazzi, un attimo di attenzione!" disse il professore lasciando la parola alla donna appena entrata "La professoressa di storia dell'arte è assente oggi, verrà sostituita per quelle due ore dal prof Marieri. Ha detto di dirvi che vi aspetta in palestra, e di non farlo salire a prendervi." disse quella, suscitando la gioia dei ragazzi. Elena da un lato era dispiaciuta, in quanto disegno tecnico le piaceva molto, ma osservando la situazione dall'altro punto di vista "Che coincidenza!" pensò, essendo felice di poter fare un po' di attività fisica per il suo Marco.
Finita l'ora si avviò in palestra con i suoi compagni di classe, ma essendo stata una novità dell'ultimo momento, nessuno di loro si era portato dietro il cambio. Il professor Marieri era un tipo molto tranquillo, e lasciò la scelta di cosa fare ai ragazzi, dopo averli fatti correre un po' come riscaldamento. Alcuni non vollero fare attività, essendo magari vestiti meglio o in maniera più impediente di altri, mentre un gruppetto di ragazzi si dedicò al calcio ed uno di ragazze alla pallavolo. Elena faceva parte di questo secondo gruppo, ed assieme alle sue amiche si mise a giocare senza trattenersi troppo. Furono due ore abbastanza toste, durante le quali lei sudò molto, senza pensare al fatto che alla fine non avrebbe potuto cambiarsi, e che sarebbe dovuta rimanere ancora un'ora in classe. Poco prima del suono della campanella della seconda ora, prima di risalire in aula per la lezione di italiano, passò dagli spogliatoi per darsi una ripulita. Si lavò le mani, le braccia e la faccia, asciugandosi come possibile da acqua e sudore con le salviettine che c'erano in bagno, poi se ne andò.
-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-
8.20. "Come le 8.20?!" si domandò Marco svegliandosi di soprassalto. Non si era minimamente accorto del suono della sveglia quella mattina, ed aveva continuato a dormire sino a quell'ora, quando destandosi vide il display dell'apparecchio sul suo comodino. Non c'era tempo per farsi troppe domande: era molto tardi, ed a questo punto doveva almeno riuscire ad entrare alla seconda ora. Si buttò giù dal letto correndo in bagno a sistemarsi. "Doccia? Macché, non faccio mica in tempo!" pensò lavandosi al volo il viso, vestendosi subito dopo. Anche Marco come Elena e molti altri aveva il suo rito mattutino, ma quella volta non poté seguirlo, ed invece che la sua solita colazione abbondante, ingurgitò al volo qualche biscotto, dopo aver preparato lo zaino in pochi minuti. Uscì di casa alle 8.50, prese la bici, ed iniziò a pedalare come un forsennato per arrivare a scuola entro le 9.00.
Per esperienza vi dico: c'è chi arriva sempre in orario e non sgarra mai, e chi invece è recidivo nell'arrivare sempre in perfetto ritardo. Le vie di mezzo esistono, ma sono ben rare. Marco, un ragazzo sveglio e laborioso, aveva un debole per il letto, ed era per questo solito fare ritardo a scuola. Non che entrasse sempre per la seconda ora, ma i suoi 5 o 10 minuti bonus se li prendeva quasi sempre.
Fortunatamente da quando era diventato maggiorenne non aveva più bisogno di rendere conto ai suoi quando non entrava alla prima ora, e così, appena in tempo, firmò la giustificazione per poter accedere alla classe alle 9.00. "Motivi personali" scrisse come sempre, ma tanto lo sapevano tutti che non si era semplicemente alzato dal letto. La sua mattinata il sabato era più impegnativa di quella di Elena, avendo lui due ore di latino, due di italiano ed una di fisica, ma quantomeno quel giorno era involontariamente riuscito a saltarsi una delle due ore di latino. Fisica era la materia che gli pesava di meno, e finite quindi le due ore di italiano uscì dalla classe con dei suoi amici per prendere una boccata d'aria. Era sceso al piano di sotto per prendersi alle macchinette le Croccantelle al bacon che gli piacevano tanto, visto che quelle del suo piano non le avevano, quando vide Elena salire le scale per andare in classe. Sembrava sudata, come se avesse appena finito di fare educazione fisica, "Che strano." pensò quindi "Non mi risultava avesse ginnastica il sabato mattina.". Per un attimo incrociarono gli sguardi. Lui le sorrise, lei gli fece l'occhiolino. "Hai visto come mi sto preparando bene per stasera?" si immaginò di dirgli Elena mentre tornava in classe.
-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-:-
Suonata la campanella dell'ultima ora, i ragazzi di tutte le classi si riversarono all'uscita della scuola. Come sempre Marco ed Elena si aspettarono a vicenda all'uscita, vicino alla statua memoriale per i carristi caduti in guerra, per poi fare assieme quel pezzo di strada che avevano in comune per arrivare a casa. Dopo essersi salutati con un bacio si avviarono, raccontandosi le rispettive giornate strada facendo. "Sai Marco, oggi la mia prof di storia dell'arte era assente, così l'ha sostituita Marieri, l'insegnante di educazione fisica. Purtroppo non avevo dietro il cambio e adesso non vedo l'ora di farmi una doccia, ma magari questa cosa potrebbe far contento qualcuno qui presente!" disse Elena sorridendo maliziosa, punzecchiando un po' il ragazzo. Marco sorrise di rimando, e stando al gioco le disse "Sì, effettivamente me ne ero accorto che tu fossi sudata, ma scusa, non vedo come potrei trarre vantaggio dalla situazione, se tu hai già deciso di correre a farti una doccia appena rientrata in casa.". Elena rise divertita: finalmente il suo moroso era più sciolto a parlare dell'argomento, e riusciva addirittura a scherzarci sopra. "Stai tranquillo! Lascia fare a me! Ho già pensato a tutto, non c'è bisogno che ti preoccupi tanto!" cercò di rassicurarlo lei avvicinandosi poi per dargli un bacio.
Inizio a diventare noioso, lo so, per questo da ora cercherò di aumentare il ritmo del mio racconto, così da giungere in fretta ai fatti successi quella sera. Alcune cose importanti però, non posso fare a meno di farvele presenti.
Quel pomeriggio i due ragazzi non si sarebbero visti, e mentre Marco aveva in programma di uscire a farsi un giro con degli amici sul tardi, dopo aver studiato un poco, Elena era decisa a passare un pomeriggio in solitaria, approfittandone per farsi una bella corsetta stancante. Dopo aver pranzato con la madre, che per sua grande comodità tornava sempre a casa in pausa pranzo, Elena andò in bagno per farsi una doccia. Sapeva che dopo, correndo, avrebbe faticato nuovamente, ma adesso aveva proprio bisogno di togliersi il sudore stantio di dosso. Ciò che le premeva di più però, era di far contento Marco, e quindi sapeva di non doversi lavare i piedi. Facendo ricorso a tutto il suo ingegno riuscì a trovare un modo: si spogliò completamente senza togliersi le scarpe ed i calzini neri che aveva indosso da tutta la mattina, aprì la porta del box doccia e ci si sedette dentro, dopo aver preso in mano il soffione (che per fortuna non era di quelli fissi). Iniziò quindi a lavarsi tenendo la porta del box aperta, stando attenta a non bagnare troppo in giro regolando direzione e forza del getto d'acqua. Riuscì in questa maniera a darsi una ripulita più che soddisfacente, senza infierire però sui suoi piedini, che rimasero sudati ed odorosi. La parte dell'insaponamento fu la più ostica, ma alla fine si sa: di necessità virtù!
Terminata la doccia Elena si preparò per la corsa, e dopo essersi asciugata e vestita sportiva, si prese una mezzoretta per pianificare bene il percorso. In realtà non correva spesso, e preferiva giocare a tennis un paio di volte la settimana, ma le poche volte che lo faceva, correva sul serio. Programmò un giro di 10 km circa, terminato il quale sarebbe ritornata a casa, avrebbe fatto nuovamente la doccia evitando ancora di lavarsi i piedi, e si sarebbe preparata per uscire poi con Marco. Fece esattamente così. Inutile dire che l'idea di cambiarsi le scarpe non le passò nemmeno per un attimo per la testa, e che corse quindi con le Converse ai piedi, usando poi quelle stesse calzature per uscire con il suo ragazzo. Dopo aver cenato, conclusi gli ultimi preparativi femminili, aspettò le 9.30 per uscire: a quell'ora sarebbe passato Marco a prenderla in macchina.
Alcune volte l'attesa sa essere davvero snervante, non lasciandoti un attimo di tregua fino al giungere del momento tanto agognato. Il ragazzo di Elena si trovava in quello stato da due giorni ormai, e al solo pensiero dei piedi odorosi della morosa, gli partiva un'erezione improvvisa.
Il giro che avevano programmato di fare in centro non durò molto, poiché entrambi avevano voglia di giocare (in particolare Marco non ce la faceva più ad aspettare), così, dopo essersi presi un gelato, si avviarono verso casa di lui. Il tragitto in macchina fu silenzioso, ma per fortuna non durò molto, e dopo 5 minuti di strada arrivarono a destinazione. "Finalmente!" pensava Marco andando verso la sua camera con Elena appresso. "Speriamo di non aver esagerato!" pensava invece Elena, immaginandosi quanto potessero puzzare i suoi piedi dopo così tanto tempo passato nelle scarpe. Non le aveva tolte nemmeno un istante quel giorno, per cui neppure lei sapeva realmente in che condizione fossero i suoi piedi, ma poteva facilmente immaginarli sudati ed odorosi.
"Co-Come facciamo Ele?" chiese Marco imbarazzato, chiudendosi la porta della camera alle spalle. C'erano troppe cose che gli sarebbe piaciuto provare, cose che in parte immaginava ed in parte aveva visto fare in diversi video in internet, ma in quel momento non sapeva cosa dire alla ragazza, non sapeva come avrebbe preferito avere quei piedini provati dalla giornata appena passata. Fu lei come al solito a venirgli in aiuto "Mmmh… non so, potremmo metterci sul letto per esempio, o magari potrei mettermi io sul letto, mentre tu… tu potresti stare per terra davanti a me. Cosa preferisci?". Marco diventò rosso immaginandosi la scena umiliante, ma sapeva che nonostante fosse la scelta più impegnativa, sarebbe stata anche quella più gratificante per lui, così le rispose con lo sguardo basso che avrebbe preferito stare giù dal letto. "Ok! Dai, avvicinati ed inginocchiati allora!" gli disse Elena andando a sedersi sul letto, tenendo entrambi i piedi appoggiati per terra. Una volta che il ragazzo fu in posizione continuò ridacchiando "Ti vedo un po' in imbarazzo! Dai che hai scelto tu di startene lì per terra in ginocchio davanti alla tua principessa, non farti troppi problemi ora!". Marco faceva fatica anche ad alzare lo sguardo tanto si sentiva misero in quel momento, ma effettivamente Elena aveva ragione: era lui a volersi sentire umiliato da lei in quella situazione, lo doveva solo accettare. "Senti, prima di iniziare voglio raccontarti cosa ho fatto passare oggi ai miei piedini per te, così poi sai esattamente cosa ti aspetta!" gli disse lei, sapendo che così facendo l'avrebbe fatto eccitare ancora di più. Gli raccontò delle due ore di ginnastica a scuola, dei 10 km di corsa che aveva fatto nel pomeriggio, di come si era dovuta fare la doccia per accontentarlo, e gli confessò alla fine di non essersi mai tolta le scarpe per un istante, da quando le aveva indossate quella mattina poco prima delle 8.00. "Vedi Marco, non so nemmeno io in che condizioni possano essere ora, visto che non ho mai fatto una cosa del genere prima." gli disse per limitare la sorpresa che avrebbe potuto trovare levandole le scarpe "Immagino però che siano caldi, sudati e puzzolenti, e molto probabilmente saranno anche un po' sporchi. Sei sicuro di voler continuare?". Sapeva già la risposta, ma glielo propose ugualmente, quantomeno per avere la coscienza pulita. Marco non esitò neppure un momento "No! Ti prego, non ce n'è bisogno. Andranno sicuramente bene così!" le disse abbassando la testa fino a raggiungere i piedi di Elena. "Va bene, va bene! Come vuoi tu, tranquillo!" rispose lei mentre il ragazzo le baciava le scarpe. Notò poco dopo che Marco aveva già portato la mano sul sesso, ancora nascosto dai vestiti, ma evidentemente già duro e voglioso.
Alcune volte aspettiamo con così tanta ansia un determinato momento, che quando questo arriva non è più sufficiente a soddisfarci completamente. "L'attesa del piacere è essa stessa il piacere" scriveva Lessing, e forse tutti i torti non li aveva.
"Va bene dai, cominciamo adesso!" decise Elena allontanando un poco Marco da sé, "Alzati e spogliati completamente. Voglio vedere il tuo sesso esprimere il piacere che ti farò provare tra non molto." gli ordinò poi. Marco eseguì senza indugio, ed in pochi secondi rimase nudo davanti alla sua ragazza, mostrando il membro già marmoreo. "Torna in ginocchio!" continuò lei. Aveva compreso che Marco era attratto anche dall'idea di essere sottomesso oltre che da quella di avere i suoi piedi, perciò cercò di accontentarlo, per quanto si sentisse di farlo. In realtà un po' si sentiva in imbarazzo anche lei, ma data la situazione era tutto normale, così cercò comunque di dare il meglio di sé per Marco. Si fece dare ancora qualche bacio sui piedi, poi diede l'ordine che il ragazzo bramava da tanto tempo: "Levami le scarpe. Fallo con calma, e dopo avermele tolte entrambe, voglio che affondi il naso in una delle due, inspirando a pieni polmoni. Muoviti!". Nell'udire tali parole, a Marco sfuggì un gemito di piacere psicologico, cosa che fece sorridere Elena, poi, senza farselo ripetere una seconda volta, si fiondò sulle Converse della ragazza. Slacciò le stringhe e… prima una, poi l'altra… le sfilò dalle estremità della morosa, liberando finalmente i piedi di lei all'aria, celati da due calzini neri umidicci. Marco rimase catatonico, non riusciva nemmeno a muoversi, ipnotizzato dall'odore forte ed acre che si era liberato nel togliere le scarpe ad Elena. Fu lei a riportarlo dopo qualche secondo alla realtà, spingendogli la faccia dentro ad una delle sue calzature. Un aroma paradisiaco pervase tutti i sensi di Marco, facendogli girare la testa sin dal primo respiro. Quell'odore caldo ed intenso di piedi, di sudore, di fatica, lo faceva letteralmente impazzire. Marco iniziò a gemere, riempiendosi i polmoni dell'aria contenuta nelle scarpe di Elena fino a far perdere loro qualsiasi odore. Lei, intanto, lo incitava con parole decise, ed accarezzandogli la nuca con i piedi, portando la sua eccitazione ad un livello ancora più elevato.
Passarono 10 minuti, dopo i quali Elena decise di passare allo step successivo: con una delle due estremità spinse via le calzature da sotto il naso di Marco, poi gli porse un piede tra le mani, ordinandogli di annusarlo. Lui, prima di fare quanto gli era appena stato detto, si prese un attimo di tempo per contemplare ciò che aveva davanti: il calzino nero era molto umido, ed in più punti presentava macchie fresche più scure. Appoggiò il naso al tallone, ed iniziando da lì ad annusare, risalì per tutto il piede, fino ad arrivare alle dita.
"Che schifo!" è ciò che direbbe la maggior parte delle persone normali. Marco però non era normale, lui era speciale, un feticista, e per questo l'odore che molti definirebbero come puzza, per lui era uno dei profumi più buoni ed eccitanti in circolazione.
La sensazione di piacere che provò era la stessa di prima, ma più intensa, in quanto l'odore preso a contatto con il calzino era più marcato di quello all'interno delle scarpe. "Annusa forte, dai!" lo incitava Elena ripetutamente "Ti piace molto, non è vero?". Marco non rispondeva, ma si eccitava ancor di più a sentire la ragazza pronunciare certe frasi nei suoi confronti. Dal canto suo lei ce la stava mettendo tutta per soddisfarlo, ed anche se non le usciva troppo normale fare la padrona, in quella situazione si sforzò il più possibile, per regalare a Marco non solo i suoi piedi, ma anche un po' di sottomissione. Di tanto in tanto Elena cambiava l'estremità che Marco doveva tenere sotto al naso, alternandole per altri 5 minuti buoni; finalmente si fece poi togliere i calzini sudati.
Rimasta a piedi scalzi fece sdraiare Marco per terra, di schiena, così da essere più comoda nello spalmargli le sue estremità sul viso. Prima di far ciò però, avendo imparato da quello che il ragazzo aveva fatto prima togliendole le scarpe di dosso, tenne i suoi piedi in aria, sopra la faccia di lui per farglieli osservare e desiderare. "Guardali bene!" disse muovendo le dita con fare provocatorio "Come li trovi? Che cosa vedi? Dimmi questo e saranno tutti tuoi!". Il respiro di Marco era affannoso, e prima di dirle ciò che lei voleva sentirsi dire, portò la mano destra al sesso, cominciando a scuoterlo lentamente per provocarsi piacere, poi "Sono fantastici. Hai dei piedi bellissimi Elena, non li avevo mai osservati così bene e da vicino." le disse eccitato. Lei sorrise contenta. "Sono molto sudati, e lo si vede dal fatto che sono lucidi ovunque. Sono anche sporchi, pieni di pelucchi lasciati giù dai tuoi calzini, ma la cosa anziché darmi fastidio, mi eccita ancora di più!" rimase zitto a masturbarsi per un attimo, "Ti prego… li voglio annusare e… leccare! Voglio ripulirteli completamente dal sudore e dallo sporco!" concluse poi tentennando un poco. "Ti accontento subito! Inizia annusandomeli un po', poi potrai leccarli e pulirli per bene!" gli rispose maliziosamente Elena, premendogli di colpo entrambi i piedi sul viso. "Dio… mio!" urlò quasi Marco per il piacere, e senza smettere di masturbarsi iniziò a riempirsi i polmoni di quell'odore così forte che emanavano le estremità della sua ragazza. Non riusciva a smettere di gemere, e continuò per svariati minuti a respirare tra le dita dei piedi della morosa. "Dio, Marco… ma come fa a piacerti… sta puzza?! La trovo insopportabile sin da qua sopra!" gli disse Elena tirando un po' indietro la testa. Lui non le rispose, perso nel suo paradiso della goduria, e si limitò a continuare ad inspirare con quanta più forza poteva il suo aroma preferito.
Parlando un attimo di piedi, ci sono diversi tipi di donne: ad alcune puzzano di più e ad altre di meno. Ci sono quelle che nonostante fatichino e sudino non ottengono un odore considerevole, e ci sono anche quelle a cui basta invece una breve camminata per farsi puzzare i piedi. Elena era una via di mezzo, nel senso che non possedeva due bombe chimiche, ma sicuramente due estremità in grado di odorare a dovere.
A Marco il tempo non passava più stando sotto ai piedi della ragazza, ma a lei invece sì, perciò, dopo un periodo considerevole, lo incitò a passare oltre. "Voglio che ti rimetti in ginocchio per leccarmeli." lo incitò lei "Continua pure a masturbarti, basta che prima di venire finisci il tuo lavoro!". Lui fece quanto gli era appena stato ordinato, e mentre con la mano destra continuava a stimolarsi il sesso, con la sinistra aiutava Elena a tenere un piede sollevato, davanti alla sua faccia. Iniziò dal sinistro, quello che pareva leggermente meno sporco, e con una gioia incommensurabile, appoggiò per la prima volta la lingua all'estremità della ragazza. Mentre l'odore era particolarmente forte quella volta, il sapore non era paragonabile, ma ciò che faceva impazzire Marco era più che altro l'idea di ripulire la pelle dal sudore e dallo sporco. A partire dal tallone, leccando in lungo ed in largo ed aiutandosi con i denti qualora fosse necessario, rimosse ogni schifezza dalla pianta sinistra di Elena. La parte più difficile, durante la quale si dovette fermare più volte per riprendere saliva, fu quella di pulizia delle dita: alla base e tra di queste si erano accumulati svariati pasticci neri, che con un po' di fatica Marco riuscì infine a rimuovere completamente. "Wow!" esclamò Elena osservando il risultato del lavoro del moroso "Non pensavo avresti ingoiato tutta quella roba! Dai, dai, che ti manca ancora questo!", concluse mettendogli in mano il piede destro. Il membro di Marco era duro da almeno tre quarti d'ora, i testicoli gli facevano male per il bisogno di venire, e la saliva iniziava a mancargli; insomma, nonostante gli piacesse da morire quella situazione, desiderava concluderla a breve, perciò, dopo aver dato le ultime annusate in attesa di recuperare la saliva, ricominciò a leccare. Con pazienza e perizia riuscì in altri 10 minuti buoni a far brillare anche il piede destro di Elena, ingoiando con gioia sudore e sporcizie varie. "Non ce la faccio più Ele, ti prego, lasciami venire!" la implorò senza smettere di masturbarsi. "Va bene, hai fatto un buon lavoro e te lo meriti. " gli rispose lei strofinandogli entrambi i piedi sul viso "Vieni! Vieni per me e per i miei piedini!". Marco non se lo fece ripetere un'altra volta, ed ormai arrivato al capolinea si lasciò andare del tutto, eiaculando copiosamente per terra. Fu un orgasmo pauroso, ed imbrattò il pavimento con una grande quantità di sperma, che si apprestò poi a ripulire con dei fazzoletti.
Marco si sentiva finalmente appagato, mentre Elena era davvero felice di averlo accontentato. I due si ricomposero e stettero sul letto di lui per una mezzoretta, accoccolati a parlare in maniera tranquilla, poi, verso mezzanotte, Marco portò a casa la ragazza. Quella sera non fecero sesso, avendo già speso sufficiente tempo per giocare con i piedini di Elena, ma di lì a breve avrebbero sicuramente rimediato.
Caro lettore, ciò che successe i giorni seguenti tra i due ragazzi non val la pena di narrarlo; ciò che invece ti racconterò con il prossimo capitolo non riguarda Elena, bensì una compagna di classe di Marco, Alessia, una biondina tanto carina quanto antipatica.
|