Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Posts written by femdom lover

view post Posted: 22/3/2017, 15:02     +2Ora ci sono anche io - PRESENTAZIONE
Confermo. Anche io ho contattato la tipella ieri, e dopo una risposta coincisissima, ora mi risulta impossibile contattarla.
"Ha scelto di non essere contattabile con MP" dicit mea.
view post Posted: 21/3/2017, 17:05     Ora ci sono anche io - PRESENTAZIONE
Benvenuta anche da parte mia!
Molto intrigante :)
view post Posted: 19/3/2017, 17:46     Jessica domino - INFO NORD ITALIA
Azz.. Avevo una seria intenzione di incontrarla, ma letto questo topic mi è in parte passata la voglia! :unsure:
Qualcuno di voi che l'ha provata, saprebbe (e sarebbe così gentile da) dirmi se quantomeno è in grado di accontentare una richiesta di piedi realmente odorosi? :)
view post Posted: 15/3/2017, 13:40     +1fare da cavia per fare imparare alle donne per fare le mistress - DISCUSSIONI FORUM BDSM & FETISH
Ed io che mi credevo cattivo.. in confronto ad alcuni di voi sono proprio un buon samaritano! :D

Ps: Io una virgola la comprerei ogni tanto, Servodevoto
view post Posted: 23/2/2017, 01:19     Angelica di nome e di fatto...? - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Un bel raccontino! Complimenti, intriga.. continualo se ti va! :)
view post Posted: 30/1/2017, 10:31     Nancy Milano - LOMBARDIA
No, ha solo facebook e telefono che da in privato!
:)
view post Posted: 30/1/2017, 02:22     +4Nancy Milano - LOMBARDIA
Nome: Nancy Milano
Contatto: Contattata su Facebook (https://m.facebook.com/profile.php?id=100013073640827)
Città: Milano (Sabato e Domenica) / Monza (in settimana)
Pratiche richieste: Foot worship odoroso
Età: 25
Durata incontro: 1 ora (Approssimativa)
Rate: VU
Aspetto: Una bella ragazza, un po' alternativa come genere. Magra, bel fisico e con un bel piede affusolato (38-39 direi)
Rispetto accordi: Vedi dopo
Luogo incontro: Macchina mia
Attrezzature: Lei dice di essere abbastanza ben attrezzata, ma con me non c'era bisogno di niente
Pulizia: Più che buona

Seconda recensione, signori. Allora, direi che complessivamente è andata bene. Lei è una bella ragazza, un po' alternativa e particolare, non anonima di sicuro. Le avevo chiesto come al solito dei piedi belli puzzolenti e sudati, e devo dire che stavolta ne sono rimasto abbastanza soddisfatto: le sue estremità sono magre ed affusolate, e per quanto riguarda la mia richiesta l'ha rispettata al 70% direi (che al giorno d'oggi, per di più in inverno, non è affatto male). I piedi erano abbastanza sudaticci, mentre l'odore non era fortissimo, anche se presente. Mi ha assicurato che sa fare di meglio, e probabilmente in estate con il caldo afoso sperimenterò nuovamente per verificare. La sessione è stata piacevole, ci siamo messi sui sedili posteriori della macchina in un parcheggione non molto frequentato, poi ha iniziato a giocare con i suoi piedi sul mio viso, facendomeli annusare e leccare a lungo, prima con e poi senza calzini. Lei ci sa fare, parla in continuazione incitando ed umiliando un po' secondo i limiti e le richieste. Fa anche footjob, ma a me non intriga per niente e ho preferito andare di manovella in solitaria. Insomma, una piacevole esperienza, ci ha saputo fare di brutto, anche se speravo (come al solito) che i suoi piedi fossero messi peggio. Alla fine ci siamo fumati una siga assieme scambiando quattro chiacchiere, poi l'ho riaccompagnata e sono tornato alla solita realtà. Ho notato però che è un po' limitata nel pensare agli altri, nel senso che pensa che gli orari siano elastici in base ai fatti suoi. Io sono stato in ballo per due ore prima di incontrarla, e mi stava anche facendo arrabbiare parecchio la cosa. Alla fine avevo il pallino in testa ed ho cercato in tutti i modi di adattarmi per poterla comunque incontrare, ma se siete irritabili e puntuali, cercate altrove. Infine c'è da dire che fa un po' la mangiona per quanto riguarda il regalo, in quanto parte da numeri elevati, per poi però scendere tranquillamente alle offerte decise. Nota positiva però a riguardo è che alla fine della sessione sono stato io a darle il pegno, e lei nel tempo passato assieme non mi ha mai chiesto niente.
P.S. (detto bisbigliando): Forse se siete degli eruditi amanti della cultura, non fa proprio al caso vostro.

Riassumendo:
Incontro positivo che mi ripropongo di rifare in futuro.
Lei piacevole e ben disposta, ma ritardataria.
Piede a mio dire bello, e ben sfruttabile.

Dovrebbe essere più o meno tutto gente, se avete domande, sapete come contattarmi!

FL
view post Posted: 29/1/2017, 01:44     La storia di Marco - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
CITAZIONE (Flover 991 @ 28/1/2017, 19:42) 
Scrittura nel complesso descrittiva e questo mi piace. I capitoli singoli sono abbastanza brevi ma va bene così. La tua Elena mi ricorda una ragazza con cui ho parlato tempo fa, peccato che abbiamo perso i contatti, è stata una delle poche ad avermi regalato piccole gioie in cambio di nulla, ma solo per il piacere di farlo. Bello il riferimento a Lessing :D
Piccolo suggerimento, non spoilerare troppo col titolo. Con "finalmente appagato" mi hai fatto già capire cosa sarebbe successo alla fine, invece un po' di suspense non avrebbe fatto male, ma è solo un'osservazione. La storia è la tua e sarai tu a decidere come continuare.
Pretendo il copyright sull'Alessia bionda :P scherzo ovviamente, al prossimo episodio :)

Grazie per il sostegno Flo! Ascolterò il tuo consiglio; per Alessia invece non ci ho proprio fatto caso al momento, per fortuna di bionde ce ne son tante, e di Alessia pure!
La prossima avrà un nome molto più alternativo, per andare sul sicuro! ;)
view post Posted: 28/1/2017, 15:03     La storia di Marco - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
4 - FINALMENTE APPAGATO

Come tutti i giorni, esclusa la domenica, Elena si svegliò alle 7.00 quel sabato mattina, per andare a scuola. Dopo una doccia tonificante iniziò a prepararsi, scegliendo i vestiti che avrebbe indossato e preparando lo zaino in base alle lezioni del giorno. Finito di fare ciò fece colazione, per essere in forze e seguire bene le spiegazioni degli insegnanti: i bei voti non si scrivono da soli sul registro. Era molto metodica, come la maggior parte delle persone al mattino, e concluso il suo rito si infilava le scarpe ed usciva di casa. Quella volta decise di indossare le Converse, cosa che non faceva spesso, ma non avendo orribili scarpe da ginnastica, pensò fossero quelle le più adatte a prepararla per la serata. "Devo proprio lavarle!" pensava ogni volta che le indossava, ma poi come quasi tutte le giovani ragazze, se ne dimenticava nel levarsele. In realtà non erano particolarmente conce quelle scarpe, perché non le metteva molto spesso, ma avendole da più di un anno il bianco originale si era inscurito qua e là.

Arrivava sempre in anticipo di 10 minuti a scuola, ed anche questo rientrava nel rito mattutino, visto che ne approfittava per farsi un caffè e due chiacchiere con le sue amiche prima di cominciare le lezioni. Capitava che incrociasse anche Marco, mentre lui saliva al piano di sopra per andare in classe, ma quel giorno non successe. La campanella suonò alle 8.00, ed assieme alle sue compagne si diresse in aula. Il sabato mattina non era particolarmente pesante, fortunatamente, essendo l'ultimo giorno della settimana scolastica: iniziava con un'ora di matematica, poi ne aveva una di scienze, due di disegno tecnico, per finire con l'ultima ora di italiano. "Se solo avessi avuto educazione fisica oggi sarebbe stato perfetto!" pensò avendo in mente Marco, ma purtroppo le due ore di ginnastica le aveva al giovedì la sua classe.

Spesso ciò che ci succede attorno sembra frutto di un progetto o di un disegno più grande di noi, che non possiamo comprendere fino in fondo, ma che allo stesso tempo possiamo immaginare esserci. Elena si ritrovò a pensarlo la seconda ora, durante scienze, quando entrò la bidella del piano nella sua classe con un annuncio.

"Scusate ragazzi, un attimo di attenzione!" disse il professore lasciando la parola alla donna appena entrata "La professoressa di storia dell'arte è assente oggi, verrà sostituita per quelle due ore dal prof Marieri. Ha detto di dirvi che vi aspetta in palestra, e di non farlo salire a prendervi." disse quella, suscitando la gioia dei ragazzi. Elena da un lato era dispiaciuta, in quanto disegno tecnico le piaceva molto, ma osservando la situazione dall'altro punto di vista "Che coincidenza!" pensò, essendo felice di poter fare un po' di attività fisica per il suo Marco.

Finita l'ora si avviò in palestra con i suoi compagni di classe, ma essendo stata una novità dell'ultimo momento, nessuno di loro si era portato dietro il cambio. Il professor Marieri era un tipo molto tranquillo, e lasciò la scelta di cosa fare ai ragazzi, dopo averli fatti correre un po' come riscaldamento. Alcuni non vollero fare attività, essendo magari vestiti meglio o in maniera più impediente di altri, mentre un gruppetto di ragazzi si dedicò al calcio ed uno di ragazze alla pallavolo. Elena faceva parte di questo secondo gruppo, ed assieme alle sue amiche si mise a giocare senza trattenersi troppo. Furono due ore abbastanza toste, durante le quali lei sudò molto, senza pensare al fatto che alla fine non avrebbe potuto cambiarsi, e che sarebbe dovuta rimanere ancora un'ora in classe. Poco prima del suono della campanella della seconda ora, prima di risalire in aula per la lezione di italiano, passò dagli spogliatoi per darsi una ripulita. Si lavò le mani, le braccia e la faccia, asciugandosi come possibile da acqua e sudore con le salviettine che c'erano in bagno, poi se ne andò.

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8.20. "Come le 8.20?!" si domandò Marco svegliandosi di soprassalto. Non si era minimamente accorto del suono della sveglia quella mattina, ed aveva continuato a dormire sino a quell'ora, quando destandosi vide il display dell'apparecchio sul suo comodino. Non c'era tempo per farsi troppe domande: era molto tardi, ed a questo punto doveva almeno riuscire ad entrare alla seconda ora. Si buttò giù dal letto correndo in bagno a sistemarsi. "Doccia? Macché, non faccio mica in tempo!" pensò lavandosi al volo il viso, vestendosi subito dopo. Anche Marco come Elena e molti altri aveva il suo rito mattutino, ma quella volta non poté seguirlo, ed invece che la sua solita colazione abbondante, ingurgitò al volo qualche biscotto, dopo aver preparato lo zaino in pochi minuti. Uscì di casa alle 8.50, prese la bici, ed iniziò a pedalare come un forsennato per arrivare a scuola entro le 9.00.

Per esperienza vi dico: c'è chi arriva sempre in orario e non sgarra mai, e chi invece è recidivo nell'arrivare sempre in perfetto ritardo. Le vie di mezzo esistono, ma sono ben rare. Marco, un ragazzo sveglio e laborioso, aveva un debole per il letto, ed era per questo solito fare ritardo a scuola. Non che entrasse sempre per la seconda ora, ma i suoi 5 o 10 minuti bonus se li prendeva quasi sempre.

Fortunatamente da quando era diventato maggiorenne non aveva più bisogno di rendere conto ai suoi quando non entrava alla prima ora, e così, appena in tempo, firmò la giustificazione per poter accedere alla classe alle 9.00. "Motivi personali" scrisse come sempre, ma tanto lo sapevano tutti che non si era semplicemente alzato dal letto. La sua mattinata il sabato era più impegnativa di quella di Elena, avendo lui due ore di latino, due di italiano ed una di fisica, ma quantomeno quel giorno era involontariamente riuscito a saltarsi una delle due ore di latino. Fisica era la materia che gli pesava di meno, e finite quindi le due ore di italiano uscì dalla classe con dei suoi amici per prendere una boccata d'aria. Era sceso al piano di sotto per prendersi alle macchinette le Croccantelle al bacon che gli piacevano tanto, visto che quelle del suo piano non le avevano, quando vide Elena salire le scale per andare in classe. Sembrava sudata, come se avesse appena finito di fare educazione fisica, "Che strano." pensò quindi "Non mi risultava avesse ginnastica il sabato mattina.". Per un attimo incrociarono gli sguardi. Lui le sorrise, lei gli fece l'occhiolino. "Hai visto come mi sto preparando bene per stasera?" si immaginò di dirgli Elena mentre tornava in classe.

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Suonata la campanella dell'ultima ora, i ragazzi di tutte le classi si riversarono all'uscita della scuola. Come sempre Marco ed Elena si aspettarono a vicenda all'uscita, vicino alla statua memoriale per i carristi caduti in guerra, per poi fare assieme quel pezzo di strada che avevano in comune per arrivare a casa. Dopo essersi salutati con un bacio si avviarono, raccontandosi le rispettive giornate strada facendo. "Sai Marco, oggi la mia prof di storia dell'arte era assente, così l'ha sostituita Marieri, l'insegnante di educazione fisica. Purtroppo non avevo dietro il cambio e adesso non vedo l'ora di farmi una doccia, ma magari questa cosa potrebbe far contento qualcuno qui presente!" disse Elena sorridendo maliziosa, punzecchiando un po' il ragazzo. Marco sorrise di rimando, e stando al gioco le disse "Sì, effettivamente me ne ero accorto che tu fossi sudata, ma scusa, non vedo come potrei trarre vantaggio dalla situazione, se tu hai già deciso di correre a farti una doccia appena rientrata in casa.". Elena rise divertita: finalmente il suo moroso era più sciolto a parlare dell'argomento, e riusciva addirittura a scherzarci sopra. "Stai tranquillo! Lascia fare a me! Ho già pensato a tutto, non c'è bisogno che ti preoccupi tanto!" cercò di rassicurarlo lei avvicinandosi poi per dargli un bacio.

Inizio a diventare noioso, lo so, per questo da ora cercherò di aumentare il ritmo del mio racconto, così da giungere in fretta ai fatti successi quella sera. Alcune cose importanti però, non posso fare a meno di farvele presenti.

Quel pomeriggio i due ragazzi non si sarebbero visti, e mentre Marco aveva in programma di uscire a farsi un giro con degli amici sul tardi, dopo aver studiato un poco, Elena era decisa a passare un pomeriggio in solitaria, approfittandone per farsi una bella corsetta stancante. Dopo aver pranzato con la madre, che per sua grande comodità tornava sempre a casa in pausa pranzo, Elena andò in bagno per farsi una doccia. Sapeva che dopo, correndo, avrebbe faticato nuovamente, ma adesso aveva proprio bisogno di togliersi il sudore stantio di dosso. Ciò che le premeva di più però, era di far contento Marco, e quindi sapeva di non doversi lavare i piedi. Facendo ricorso a tutto il suo ingegno riuscì a trovare un modo: si spogliò completamente senza togliersi le scarpe ed i calzini neri che aveva indosso da tutta la mattina, aprì la porta del box doccia e ci si sedette dentro, dopo aver preso in mano il soffione (che per fortuna non era di quelli fissi). Iniziò quindi a lavarsi tenendo la porta del box aperta, stando attenta a non bagnare troppo in giro regolando direzione e forza del getto d'acqua. Riuscì in questa maniera a darsi una ripulita più che soddisfacente, senza infierire però sui suoi piedini, che rimasero sudati ed odorosi. La parte dell'insaponamento fu la più ostica, ma alla fine si sa: di necessità virtù!

Terminata la doccia Elena si preparò per la corsa, e dopo essersi asciugata e vestita sportiva, si prese una mezzoretta per pianificare bene il percorso. In realtà non correva spesso, e preferiva giocare a tennis un paio di volte la settimana, ma le poche volte che lo faceva, correva sul serio. Programmò un giro di 10 km circa, terminato il quale sarebbe ritornata a casa, avrebbe fatto nuovamente la doccia evitando ancora di lavarsi i piedi, e si sarebbe preparata per uscire poi con Marco. Fece esattamente così. Inutile dire che l'idea di cambiarsi le scarpe non le passò nemmeno per un attimo per la testa, e che corse quindi con le Converse ai piedi, usando poi quelle stesse calzature per uscire con il suo ragazzo. Dopo aver cenato, conclusi gli ultimi preparativi femminili, aspettò le 9.30 per uscire: a quell'ora sarebbe passato Marco a prenderla in macchina.

Alcune volte l'attesa sa essere davvero snervante, non lasciandoti un attimo di tregua fino al giungere del momento tanto agognato. Il ragazzo di Elena si trovava in quello stato da due giorni ormai, e al solo pensiero dei piedi odorosi della morosa, gli partiva un'erezione improvvisa.

Il giro che avevano programmato di fare in centro non durò molto, poiché entrambi avevano voglia di giocare (in particolare Marco non ce la faceva più ad aspettare), così, dopo essersi presi un gelato, si avviarono verso casa di lui. Il tragitto in macchina fu silenzioso, ma per fortuna non durò molto, e dopo 5 minuti di strada arrivarono a destinazione. "Finalmente!" pensava Marco andando verso la sua camera con Elena appresso. "Speriamo di non aver esagerato!" pensava invece Elena, immaginandosi quanto potessero puzzare i suoi piedi dopo così tanto tempo passato nelle scarpe. Non le aveva tolte nemmeno un istante quel giorno, per cui neppure lei sapeva realmente in che condizione fossero i suoi piedi, ma poteva facilmente immaginarli sudati ed odorosi.

"Co-Come facciamo Ele?" chiese Marco imbarazzato, chiudendosi la porta della camera alle spalle. C'erano troppe cose che gli sarebbe piaciuto provare, cose che in parte immaginava ed in parte aveva visto fare in diversi video in internet, ma in quel momento non sapeva cosa dire alla ragazza, non sapeva come avrebbe preferito avere quei piedini provati dalla giornata appena passata. Fu lei come al solito a venirgli in aiuto "Mmmh… non so, potremmo metterci sul letto per esempio, o magari potrei mettermi io sul letto, mentre tu… tu potresti stare per terra davanti a me. Cosa preferisci?". Marco diventò rosso immaginandosi la scena umiliante, ma sapeva che nonostante fosse la scelta più impegnativa, sarebbe stata anche quella più gratificante per lui, così le rispose con lo sguardo basso che avrebbe preferito stare giù dal letto. "Ok! Dai, avvicinati ed inginocchiati allora!" gli disse Elena andando a sedersi sul letto, tenendo entrambi i piedi appoggiati per terra. Una volta che il ragazzo fu in posizione continuò ridacchiando "Ti vedo un po' in imbarazzo! Dai che hai scelto tu di startene lì per terra in ginocchio davanti alla tua principessa, non farti troppi problemi ora!". Marco faceva fatica anche ad alzare lo sguardo tanto si sentiva misero in quel momento, ma effettivamente Elena aveva ragione: era lui a volersi sentire umiliato da lei in quella situazione, lo doveva solo accettare. "Senti, prima di iniziare voglio raccontarti cosa ho fatto passare oggi ai miei piedini per te, così poi sai esattamente cosa ti aspetta!" gli disse lei, sapendo che così facendo l'avrebbe fatto eccitare ancora di più. Gli raccontò delle due ore di ginnastica a scuola, dei 10 km di corsa che aveva fatto nel pomeriggio, di come si era dovuta fare la doccia per accontentarlo, e gli confessò alla fine di non essersi mai tolta le scarpe per un istante, da quando le aveva indossate quella mattina poco prima delle 8.00. "Vedi Marco, non so nemmeno io in che condizioni possano essere ora, visto che non ho mai fatto una cosa del genere prima." gli disse per limitare la sorpresa che avrebbe potuto trovare levandole le scarpe "Immagino però che siano caldi, sudati e puzzolenti, e molto probabilmente saranno anche un po' sporchi. Sei sicuro di voler continuare?". Sapeva già la risposta, ma glielo propose ugualmente, quantomeno per avere la coscienza pulita. Marco non esitò neppure un momento "No! Ti prego, non ce n'è bisogno. Andranno sicuramente bene così!" le disse abbassando la testa fino a raggiungere i piedi di Elena. "Va bene, va bene! Come vuoi tu, tranquillo!" rispose lei mentre il ragazzo le baciava le scarpe. Notò poco dopo che Marco aveva già portato la mano sul sesso, ancora nascosto dai vestiti, ma evidentemente già duro e voglioso.

Alcune volte aspettiamo con così tanta ansia un determinato momento, che quando questo arriva non è più sufficiente a soddisfarci completamente. "L'attesa del piacere è essa stessa il piacere" scriveva Lessing, e forse tutti i torti non li aveva.

"Va bene dai, cominciamo adesso!" decise Elena allontanando un poco Marco da sé, "Alzati e spogliati completamente. Voglio vedere il tuo sesso esprimere il piacere che ti farò provare tra non molto." gli ordinò poi. Marco eseguì senza indugio, ed in pochi secondi rimase nudo davanti alla sua ragazza, mostrando il membro già marmoreo. "Torna in ginocchio!" continuò lei. Aveva compreso che Marco era attratto anche dall'idea di essere sottomesso oltre che da quella di avere i suoi piedi, perciò cercò di accontentarlo, per quanto si sentisse di farlo. In realtà un po' si sentiva in imbarazzo anche lei, ma data la situazione era tutto normale, così cercò comunque di dare il meglio di sé per Marco. Si fece dare ancora qualche bacio sui piedi, poi diede l'ordine che il ragazzo bramava da tanto tempo: "Levami le scarpe. Fallo con calma, e dopo avermele tolte entrambe, voglio che affondi il naso in una delle due, inspirando a pieni polmoni. Muoviti!". Nell'udire tali parole, a Marco sfuggì un gemito di piacere psicologico, cosa che fece sorridere Elena, poi, senza farselo ripetere una seconda volta, si fiondò sulle Converse della ragazza. Slacciò le stringhe e… prima una, poi l'altra… le sfilò dalle estremità della morosa, liberando finalmente i piedi di lei all'aria, celati da due calzini neri umidicci. Marco rimase catatonico, non riusciva nemmeno a muoversi, ipnotizzato dall'odore forte ed acre che si era liberato nel togliere le scarpe ad Elena. Fu lei a riportarlo dopo qualche secondo alla realtà, spingendogli la faccia dentro ad una delle sue calzature. Un aroma paradisiaco pervase tutti i sensi di Marco, facendogli girare la testa sin dal primo respiro. Quell'odore caldo ed intenso di piedi, di sudore, di fatica, lo faceva letteralmente impazzire. Marco iniziò a gemere, riempiendosi i polmoni dell'aria contenuta nelle scarpe di Elena fino a far perdere loro qualsiasi odore. Lei, intanto, lo incitava con parole decise, ed accarezzandogli la nuca con i piedi, portando la sua eccitazione ad un livello ancora più elevato.

Passarono 10 minuti, dopo i quali Elena decise di passare allo step successivo: con una delle due estremità spinse via le calzature da sotto il naso di Marco, poi gli porse un piede tra le mani, ordinandogli di annusarlo. Lui, prima di fare quanto gli era appena stato detto, si prese un attimo di tempo per contemplare ciò che aveva davanti: il calzino nero era molto umido, ed in più punti presentava macchie fresche più scure. Appoggiò il naso al tallone, ed iniziando da lì ad annusare, risalì per tutto il piede, fino ad arrivare alle dita.

"Che schifo!" è ciò che direbbe la maggior parte delle persone normali. Marco però non era normale, lui era speciale, un feticista, e per questo l'odore che molti definirebbero come puzza, per lui era uno dei profumi più buoni ed eccitanti in circolazione.

La sensazione di piacere che provò era la stessa di prima, ma più intensa, in quanto l'odore preso a contatto con il calzino era più marcato di quello all'interno delle scarpe. "Annusa forte, dai!" lo incitava Elena ripetutamente "Ti piace molto, non è vero?". Marco non rispondeva, ma si eccitava ancor di più a sentire la ragazza pronunciare certe frasi nei suoi confronti. Dal canto suo lei ce la stava mettendo tutta per soddisfarlo, ed anche se non le usciva troppo normale fare la padrona, in quella situazione si sforzò il più possibile, per regalare a Marco non solo i suoi piedi, ma anche un po' di sottomissione. Di tanto in tanto Elena cambiava l'estremità che Marco doveva tenere sotto al naso, alternandole per altri 5 minuti buoni; finalmente si fece poi togliere i calzini sudati.

Rimasta a piedi scalzi fece sdraiare Marco per terra, di schiena, così da essere più comoda nello spalmargli le sue estremità sul viso. Prima di far ciò però, avendo imparato da quello che il ragazzo aveva fatto prima togliendole le scarpe di dosso, tenne i suoi piedi in aria, sopra la faccia di lui per farglieli osservare e desiderare. "Guardali bene!" disse muovendo le dita con fare provocatorio "Come li trovi? Che cosa vedi? Dimmi questo e saranno tutti tuoi!". Il respiro di Marco era affannoso, e prima di dirle ciò che lei voleva sentirsi dire, portò la mano destra al sesso, cominciando a scuoterlo lentamente per provocarsi piacere, poi "Sono fantastici. Hai dei piedi bellissimi Elena, non li avevo mai osservati così bene e da vicino." le disse eccitato. Lei sorrise contenta. "Sono molto sudati, e lo si vede dal fatto che sono lucidi ovunque. Sono anche sporchi, pieni di pelucchi lasciati giù dai tuoi calzini, ma la cosa anziché darmi fastidio, mi eccita ancora di più!" rimase zitto a masturbarsi per un attimo, "Ti prego… li voglio annusare e… leccare! Voglio ripulirteli completamente dal sudore e dallo sporco!" concluse poi tentennando un poco. "Ti accontento subito! Inizia annusandomeli un po', poi potrai leccarli e pulirli per bene!" gli rispose maliziosamente Elena, premendogli di colpo entrambi i piedi sul viso. "Dio… mio!" urlò quasi Marco per il piacere, e senza smettere di masturbarsi iniziò a riempirsi i polmoni di quell'odore così forte che emanavano le estremità della sua ragazza. Non riusciva a smettere di gemere, e continuò per svariati minuti a respirare tra le dita dei piedi della morosa. "Dio, Marco… ma come fa a piacerti… sta puzza?! La trovo insopportabile sin da qua sopra!" gli disse Elena tirando un po' indietro la testa. Lui non le rispose, perso nel suo paradiso della goduria, e si limitò a continuare ad inspirare con quanta più forza poteva il suo aroma preferito.

Parlando un attimo di piedi, ci sono diversi tipi di donne: ad alcune puzzano di più e ad altre di meno. Ci sono quelle che nonostante fatichino e sudino non ottengono un odore considerevole, e ci sono anche quelle a cui basta invece una breve camminata per farsi puzzare i piedi. Elena era una via di mezzo, nel senso che non possedeva due bombe chimiche, ma sicuramente due estremità in grado di odorare a dovere.

A Marco il tempo non passava più stando sotto ai piedi della ragazza, ma a lei invece sì, perciò, dopo un periodo considerevole, lo incitò a passare oltre. "Voglio che ti rimetti in ginocchio per leccarmeli." lo incitò lei "Continua pure a masturbarti, basta che prima di venire finisci il tuo lavoro!". Lui fece quanto gli era appena stato ordinato, e mentre con la mano destra continuava a stimolarsi il sesso, con la sinistra aiutava Elena a tenere un piede sollevato, davanti alla sua faccia. Iniziò dal sinistro, quello che pareva leggermente meno sporco, e con una gioia incommensurabile, appoggiò per la prima volta la lingua all'estremità della ragazza. Mentre l'odore era particolarmente forte quella volta, il sapore non era paragonabile, ma ciò che faceva impazzire Marco era più che altro l'idea di ripulire la pelle dal sudore e dallo sporco. A partire dal tallone, leccando in lungo ed in largo ed aiutandosi con i denti qualora fosse necessario, rimosse ogni schifezza dalla pianta sinistra di Elena. La parte più difficile, durante la quale si dovette fermare più volte per riprendere saliva, fu quella di pulizia delle dita: alla base e tra di queste si erano accumulati svariati pasticci neri, che con un po' di fatica Marco riuscì infine a rimuovere completamente. "Wow!" esclamò Elena osservando il risultato del lavoro del moroso "Non pensavo avresti ingoiato tutta quella roba! Dai, dai, che ti manca ancora questo!", concluse mettendogli in mano il piede destro. Il membro di Marco era duro da almeno tre quarti d'ora, i testicoli gli facevano male per il bisogno di venire, e la saliva iniziava a mancargli; insomma, nonostante gli piacesse da morire quella situazione, desiderava concluderla a breve, perciò, dopo aver dato le ultime annusate in attesa di recuperare la saliva, ricominciò a leccare. Con pazienza e perizia riuscì in altri 10 minuti buoni a far brillare anche il piede destro di Elena, ingoiando con gioia sudore e sporcizie varie. "Non ce la faccio più Ele, ti prego, lasciami venire!" la implorò senza smettere di masturbarsi. "Va bene, hai fatto un buon lavoro e te lo meriti. " gli rispose lei strofinandogli entrambi i piedi sul viso "Vieni! Vieni per me e per i miei piedini!". Marco non se lo fece ripetere un'altra volta, ed ormai arrivato al capolinea si lasciò andare del tutto, eiaculando copiosamente per terra. Fu un orgasmo pauroso, ed imbrattò il pavimento con una grande quantità di sperma, che si apprestò poi a ripulire con dei fazzoletti.

Marco si sentiva finalmente appagato, mentre Elena era davvero felice di averlo accontentato. I due si ricomposero e stettero sul letto di lui per una mezzoretta, accoccolati a parlare in maniera tranquilla, poi, verso mezzanotte, Marco portò a casa la ragazza. Quella sera non fecero sesso, avendo già speso sufficiente tempo per giocare con i piedini di Elena, ma di lì a breve avrebbero sicuramente rimediato.

Caro lettore, ciò che successe i giorni seguenti tra i due ragazzi non val la pena di narrarlo; ciò che invece ti racconterò con il prossimo capitolo non riguarda Elena, bensì una compagna di classe di Marco, Alessia, una biondina tanto carina quanto antipatica.
view post Posted: 26/1/2017, 17:30     La storia di Marco - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
3 - COMPRENSIONE

Per la prima volta in vita sua, Marco si trovava davvero bene ed in sintonia con una ragazza. Elena era sveglia, a differenza di molte altre della sua età, aveva la mente aperta, ed esteticamente era più che piacevole. Dopo quel fatidico mercoledì entrambi cercarono in internet informazioni riguardo al feticismo, a ciò che poteva interessare e piacere a Marco, scoprendo di conseguenza un nuovo pianeta. In rete c'era davvero di tutto a riguardo: siti pornografici, offerte di incontri a pagamento, racconti erotici ed informazioni di ogni genere. Elena (ed anche Marco prima di diventarlo) pensava che feticista fosse colui che è attratto dai piedi delle ragazze, ma non si immaginava minimamente ci fossero così tante sfaccettature delle preferenze a riguardo.

Il termine feticista effettivamente è come un grande contenitore al cui interno si trovano differenti tipi di adoratori non convenzionali, spesso molto differenti tra di loro. Si potrebbe dire che sia una definizione forzata oramai, visto che va sempre accompagnata da una o più specificazioni.

Elena lesse di gente che li preferiva puliti e profumati, di altri che li volevano odorosi e sudati. Ce n'erano alcuni che li amavano sporchi di terra, e certi altri che preferivano leccare le scarpe che le estremità nude di una donna. "Speriamo che il mio Marco non sia in una categoria esagerata." pensava scorrendo le pagine del web, non essendo sicura di poterlo accontentare in certe cose.

Marco negli stessi giorni faceva le sue ricerche, scoprendo anche lui cose che non si aspettava minimamente. "Sarò l'unico idiota attratto dalla puzza dei piedi!" pensava agli inizi, ma si dovette ricredere a breve, constatando quanti altri uomini avessero una pulsione simile alla sua, se non più estrema. Iniziò col tempo a guardare sempre più video pornografici feticisti, interessandosi soprattutto a quelle situazioni nelle quali l'adoratore si trovava ad annusare e leccare dei piedi sudati. Confrontò vari tipi di calze e scarpe, iniziando a farsi delle idee più precise su ciò che desiderasse maggiormente, parlandone di tanto in tanto anche con la ragazza, curiosa tanto quanto lui.

Per chi vive una pulsione poco convenzionale come l'attrazione per i piedi delle donne, soprattutto se in condizioni particolari o estreme, non è affatto facile aprirsi a riguardo e parlarne liberamente con qualcuno. Marco fece una grande fatica ad iniziare il discorso con Elena, nonostante lei fosse ben disposta e curiosa a riguardo, speranzosa di poterlo aiutare.

Nei messaggi che si inviavano in quei giorni comunque, le fece capire che ciò che lo attraeva di più era l'odore dei piedi, e che situazioni estreme invece non lo attiravano per niente. Elena ne fu sollevata, "Meno male!" pensava, "Fargli trovare i miei piedi puzzolenti ogni tanto non è una cosa così difficile o faticosa!". "Ci proveremo, tranquillo!" lo rassicurava lei nei messaggi, "Ti accontenterò per quel che posso Marco, tanto non mi costa nulla.". Il ragazzo non si era mai sentito così tanto contento, soddisfatto ed appagato come allora, e ringraziava in continuazione Elena, scusandosi di tanto in tanto imbarazzato dai suoi desideri.

Come tutti i feticisti nostrani anche il nostro Marco diventò di lì a breve un buono smanettone, finendo sempre più spesso sui notissimi siti pornografici per cercare di placare la sua voglia. Si sentiva travolto da un'impetuosa ondata di desiderio tutto ad un tratto, favorita dalla curiosità dovuta alla novità, e per questo con un po' di coraggio chiese un aiuto ad Elena. "Ele, senti, io… non vorrei pressare, ma… insomma, mi piacerebbe un sacco provare ciò di cui abbiamo parlato un po' in questi giorni. Non è che per caso… tu… forse… ti andasse di accontentarmi?" le disse un pomeriggio che erano fuori a fare un giro. Era appena passata una settimana dall'inizio di tutta questa storia, ed era giovedì. Elena sorrise e lo guardò maliziosa, poi replicò "Va bene Marco, ma ad una condizione." il ragazzo si sentì mancare dalla gioia, poi lei continuò "Voglio che ora mi dici esattamente cosa vuoi che io faccia per te, senza limitarti nei dettagli. Se ne sarò soddisfatta allora ti accontenterò, altrimenti dovrai aspettare ancora.". "No dai, mi vergogno!" le disse Marco spaventato, "Non posso scrivertelo dopo per messaggio? Per favore!" ma Elena fu categorica. Non chiedeva molto in effetti, e lo faceva anche per il bene del suo moroso, per aiutarlo a sciogliersi riguardo all'argomento, ma lui comprensibilmente faceva davvero fatica ad accontentarla in questo. "Vedi tu." gli disse Elena "Hai tempo fino a quando non torniamo a casa, poi avrai perso l'occasione!".

Vi sarà capitato: avere un pensiero fisso in testa che vi martella, volerlo dire a qualcuno ma non riuscirci. La situazione non è bella, verissimo, ma spesso siamo noi che ci facciamo molti più problemi di quanti in realtà ce ne siano, e così fece anche Marco quel giorno.

Marco diventò silenzioso, non riuscendo a pensare ad altro se non a come uscire da quella situazione. Voleva i piedi di Elena, e sapeva anche esattamente come li desiderasse, ma allo stesso tempo non voleva essere così esplicito con lei; non voleva umiliarsi davanti a lei. Da questo punto di vista Elena era più forte di Marco: capiva esattamente cosa angosciasse il suo ragazzo in quella situazione, ma desiderava che lui si sbloccasse. Non voleva minimamente umiliarlo, ma solo fargli capire che le avrebbe potuto dire con tranquillità qualunque cosa (o quasi), senza farsi tutte quelle paturnie.

Passò una mezzoretta ed i due si sedettero su una panchina in un parchetto della città. Finalmente, in un momento di silenzio, Marco si decise a buttarsi. Era teso, e lo si vedeva chiaramente dalla sua espressione e dal sudore che gli imperlava la fronte. Aveva lo sguardo perso per terra quando lo disse, mentre Elena lo fissava divertita, sorridendo "Elena, ti prego, non mi giudicare. So che sono strano, ma non lo faccio apposta. Se non ti va…". "Smettila subito Marco!" lo interruppe bruscamente lei facendosi seria di colpo "Non sono una stronza né un'idiota, perciò se vuoi dirmi qualcosa fallo e basta, senza farti tutte queste seghe mentali. Se non ti senti ancora in grado di parlarmi liberamente, allora io non mi sento in grado di accontentarti. Non c'è problema: se tra noi le cose vanno bene di tempo per rimediare ne avremo in abbondanza!". Marco non si aspettava minimamente una reazione del genere, ma capendo che lei aveva ragione, alzò la testa per un attimo per chiederle scusa, poi la riabbassò mestamente. Cercò di radunare un po' di coraggio nei minuti che seguirono, finché non sopportò più l'idea di portarsi dentro quel peso: "Ti prego Elena, mi piacerebbe da morire poter annusare e leccare i tuoi piedi sudati!" buttò fuori tutto d'un fiato, respirando solo alla fine della frase. "Ecco, ho fatto la cazzata!" pensò, ma la ragazza sorrise e lo abbracciò con foga, sorprendendolo dicendogli "Era ora stupido! C'era bisogno di metterci così tanto tempo?!" fece un attimo di pausa, poi continuò "Certo che ti accontento, non mi costa nulla! Però dimmi Marco, come dovrei fare secondo te per avere i piedi come desideri tu? Cioè: vorrei accontentarti per bene, ma non vorrei farmi trovare in uno stato esagerato per te.".

Forse alcuni di voi penseranno che io stia esagerando leggendo questo capitolo, ma vi assicuro che non è così: immedesimarsi nella situazione di Marco non è poi così difficile, basta solo avere un segreto che si custodisce gelosamente dentro di sé. Liberarsi di un peso così grande non è affatto facile, e spesso crea una situazione che se osservata dall'esterno sembra vista tramite una lente d'ingrandimento, anche se questa vi assicuro non esserci.

Marco non aveva parole. Era euforico ed eccitato solamente all'idea di quel "Sì!" così deciso che gli aveva appena detto Elena. Ci volle un attimo prima che si riprendesse, poi finalmente ricominciò a ragionare e ad osservare con oggettività la situazione nella quale si trovava. "Non saprei nemmeno io dirti quali siano i miei limiti Ele, essendo una pulsione che ho scoperto essere in me da poco tempo, però mi piacerebbe capirlo assieme a te, visto che ti vedo ben disposta." le disse "Non saprei... se dovessi pensare a come mi piacerebbe trovare i tuoi piedi, ti direi che li vorrei avere dopo un'intera giornata passata al chiuso nelle scarpe, o magari dopo una bella corsetta affaticante, o dopo essere andata a ballare la sera. Non so... insomma... tutte quelle situazioni che rendano le tue estremità belle sudate ed odorose. Saprai tu come fare una cosa del genere, no? Sono una tua parte del corpo in fondo!". Lo disse in tono scherzoso, sperando così di toccare i tasti giusti per conquistare il favore di Elena, e così fu. Lei gli rispose "Sì, sì Marco, ho capito. Dai, allora visto che tu sei un po' vago sperimenterò io qualcosa che ti possa accontentare. Nei prossimi giorni penserò a come farmi trovare perfetta da te, sotto questo punto di vista, poi... non saprei... magari sabato potremmo trovarci e giocare un pochettino. Che ne dici?". Marco era così eccitato che avrebbe voluto risponderle, "No! Li voglio ora. Subito!" ma ebbe il buon gusto di controllarsi e di chiederle semplicemente in che momento della giornata avrebbe preferito fare questa cosa. Voleva in parte metterla alla prova, perché se lei gli avesse risposto, "Di pomeriggio." gli avrebbe lasciato ad intendere di non aver capito molto del suo desiderio, dato che voleva i suoi piedi molto provati. Elena però, non era affatto stupida, ed aveva compreso benissimo: "Mmmh… direi che potremmo vederci la sera, sempre che tu non abbia già preso impegni. Possiamo fare un giretto in centro prima, e poi andare a casa tua a divertirci, tanto i tuoi escono con amici al sabato sera, no?". L'idea era perfetta, e Marco fu davvero contento di aver trovato una ragazza così tanto perspicace e sveglia per una volta. Le disse che andava benissimo, e che avrebbe aspettato con ansia quel momento. "Sono le 17.15 di giovedì. Ipotizzando che sabato usciremo per le 21.30, direi che mancano 52 ore circa di agonia prima di allora!" le disse ridendo ma non scherzando.

Il pomeriggio giungeva al termine, fortunatamente per Marco che si ritrovava con una forte erezione nei pantaloni, dovuta al discorso appena concluso. Lui non vedeva l'ora di tornare a casa per potervi dar rimedio, ma non sentendosi di dire questo ad Elena, le disse che gli mancava ancora qualcosa da studiare per il giorno successivo, e che preferiva farlo prima di cenare. Verso le 18.00 i due ragazzi erano quindi ritornati ognuno a casa propria, pensando chi in un modo e chi in un altro, al sabato sera che sarebbe arrivato di lì a breve. Marco non vedeva l'ora di provare questa esperienza che nella sua testa appariva così tanto paradisiaca, mentre Elena era decisa a fare tutto il possibile per accontentare il suo ragazzo, ma doveva pensare ad un modo efficiente per farlo. "Ancora un paio di giorni di attesa e poi finalmente avrò la mia soddisfazione!" pensò Marco poco prima di cenare "Solo ancora un po' di pazienza… ancora un poco di pazienza.".

Si sa come possa esser forte il desiderio di un feticista; se poi consideriamo il fatto che per Marco era ancora tutto una novità, diventa ancora più comprensibile questa sua impazienza snervante. Avrà quello che vuole? Sarà soddisfatto dei piedi di Elena, o questo suo divinizzare quel momento gli si ritorcerà contro deludendolo?
view post Posted: 26/1/2017, 12:09     La rappresentazione teatrale - STORIE - RACCONTI FETISH / BDSM
Carino anche questo Flo! Mi sono piaciuti di più gli altri tuoi racconti, ma anche questo è niente male!
:)
view post Posted: 26/1/2017, 01:05     Kasai da Bo - PRESENTAZIONE
Benvenuto Kasai! Spero troverai ciò che cerchi qui, anche se da quanto ho capito il forum fa più per le situazioni inverse alla tua!
In bocca al lupo! ;)
153 replies since 4/3/2016