| ||
Questo diario (penso sia più adatto che "storia"), lo trovo davvero fenomenale. È semplice da un lato, ma allo stesso tempo ben scritto, genuino e "psicologico". Stai delineando il personaggio di Julio con un'accuratezza davvero ottima, senza parlare in continuazione solamente di piedi spalmati in faccia. Complimenti davvero, è un piacere leggere questi piccoli episodi! Mi fa molto piacere che tu abbia colto la ratio che è alla base di questo scritto. Doveva essere proprio una sorta di diario nelle mie intenzioni; e non, in alcun modo, un racconto. L'ho intitolato "Cronache di un avventuriero" perché "Diario di un avventuriero" non mi suonava bene. Ma sono stato sul punto di intitolarlo "Diario" comunque. Riguardo alla componente psicologica delle cronache, che sommate al contesto generale - per forza di cose - sottraggono tempo alle pratiche in senso stretto, è stata una scelta deliberata. Ho voluto, e questo poiché semplicemente riflette molto meglio il mio modo di intendere Femdom e feticismo, dare un taglio del tutto realistico alle vicende. E nella realtà la componente psicologica è molto importante, perché quell'ora di sessione - a pagamento o meno - non è come una saracinesca che una volta terminata resta fuori dai tuoi pensieri e dalla tua vita sino alla sessione successiva. Ho indugiato sulla contraddizione che molto spesso gli aspiranti schiavi e i feticisti, più o meno consciamente, percepiscono tra le proprie azioni e le proprie pulsioni. E anche una volta superato questo scoglio, nel momento in cui prevale il desiderio di lasciarsi andare, a meno di orientarsi su continue sessioni a pagamento (e a volte nemmeno se si spende una fortuna sessionando), non è che i moti interiori si azzerino. Nella realtà di tutti i giorni non si presentano molte occasioni di vivere queste pulsioni e di costruire rapporti Femdom genuini. Quindi volendo dare al diario un taglio realistico, lo svolgimento delle pratiche in senso stretto difficilmente potranno mai rappresentare la parte preponderante della narrazione. Nel mentre ti ringrazio per l'apprezzamento e spero che i prossimi mesi possano piacerti quanto questi. Questo dimostra che ciò che c'è alla base dello scritto è quasi meglio dello scritto stesso: c'è testa. Continuerò a leggerti! |