2 - LA PRIMA VOLTA
Era un mercoledì pomeriggio di primavera. I genitori di Elena non sarebbero tornati entrambi prima delle 20.00, così i due ragazzi potevano stare tranquilli per i fatti loro. Subito dopo aver mangiato Marco si avviò verso la casa della sua ragazza, eccitato all'idea di ciò che avrebbero fatto a momenti, ma al tempo stesso un po' preoccupato (si sa che l'ansia da prestazione è una brutta rogna).
Mentre Marco era in cammino, Elena si stava preparando per lui, e dopo essersi depilata per bene, scelse il suo completo intimo migliore per l'occasione, indossandolo assieme ad un vestitino nero attillato ed alle sue ballerine scure che spesso in quei giorni primaverili calzava.
Vi ho già accennato prima che Elena non era proprio quella che si possa definire una bellissima ragazza, ma dal punto di vista del fisico non aveva pecche: un bel paio di tette ed un sedere sodo della giusta misura, tutto ciò che serve ad attirare l'attenzione dei ragazzi della sua età.
"Ciao bellissimo!" disse Elena aprendo la porta a Marco, "Avanti, entra. Non startene lì imbambolato!". Marco era quasi scioccato: aveva visto di rado la ragazza messa bene come quel pomeriggio, e sapere che l'aveva fatto solo per lui stavolta, lo rendeva davvero gioioso (ed un poco imbarazzato). "S-Sei bellissima Ele!" le disse varcando la soglia con il viso un po' rosso. Lui, un ragazzo così sicuro di sé che si trovava ora in uno stato confusionale? Elena non se lo aspettava, ma divertita dalla cosa prese in mano le redini della situazione: prese Marco per mano, sorridendogli, e lo portò con sé in camera sua, dove lo fece sdraiare sul letto.
L'istante dopo si posizionò sopra di lui, avvicinando le proprie labbra alle sue per baciarlo, cosa che fece con molta passione. Poco alla volta Marco iniziò a sciogliersi, cominciando a muovere le mani lungo tutto il corpo della morosa, stringendole i glutei ed i seni con forza. "Te lo sei ricordato?" gli chiese Elena di punto in bianco, al che Marco estrasse dalla tasca un profilattico, e mostrandoglielo le rispose "Certo! Come avrei potuto dimenticarmi di una cosa così importante?". Elena sorrise e lo baciò ancora ed ancora, cominciando nel mentre a levargli di dosso i vestiti, togliendogli la maglietta e slacciandogli i pantaloni. Una volta rimasto con solo gli slip addosso, Marco pensò a lei, sfilandole con grazia quel bel vestito nero e le ballerine, lasciandola in intimo. Mentre fece ciò accadde una cosa un po' strana: subito dopo averle tolto dai piedi le scarpe, si levò nell'aria un lieve odore pungente di sudore, non tanto forte, ma sufficiente da essere notato.
Voi vi chiederete "Ma cosa c'è di strano? Si sa che le ballerine non siano tra le scarpe più profumate in circolazione." ed avete perfettamente ragione. Vedete, il punto è un altro: a Marco quell'odore non dispiacque, ma lì per lì non fece troppo caso alla cosa, e tornò subito ad interessarsi ad Elena.
Eccitato come non mai, portò le mani dietro la schiena di lei per slacciarle il reggiseno, e dopo esserci riuscito passò subito alle sue mutandine. Elena lo lasciò fare, dopodiché, si girò di 180°, restando sempre sopra di lui, ed avvicinandogli il suo bel culetto alla faccia lo incitò "Ti va di leccarmela un po' prima di iniziare?". La risposta era scontata, e dopo averle osservato per qualche secondo il sesso già bagnato, lui si avvicinò ulteriormente, affondando il viso tra i suoi glutei. Elena cominciò a gemere. La lingua di Marco scorreva in lungo e in largo tra le labbra della vagina di lei, soffermandosi di frequente sul suo clitoride, facendola godere come mai prima di quel giorno. La ragazza, dopo qualche minuto passato a pensare solo a sé stessa, si decise a sfilare le mutande di Marco, liberando all'aria un membro duro e voglioso di dimensioni più che soddisfacenti, sul quale si buttò con la bocca senza remore. Di pompini Marco ne aveva provati già abbastanza, ma fra tutti, questo era il primo fatto davvero bene. Elena succhiava il suo sesso con avidità, muovendo contemporaneamente la lingua sul frenulo ed accarezzandogli con una mano i testicoli. Più lui ci dava dentro con la lingua, più lei si eccitava e godeva, mettendoci più perizia anche nel suo compito.
Passati un po' di minuti, i due decisero di cominciare a fare sul serio, così Elena si mise sdraiata di schiena mentre Marco le si posizionò tra le gambe, per iniziare da una classica posizione del missionario. Infilato il preservativo sul suo sesso duro, il ragazzo iniziò a spingerlo tra le labbra della vagina di lei, entrando con sua sorpresa senza alcuna difficoltà. Di colpo l'ansia che gli era salita negli istanti prima a quel momento scomparve, lasciando il posto solo all'enorme voglia di possedere Elena, di violare il suo corpo e di godere. "Oddio Marco, che bella sensazione." gli disse lei "Dai, fammi godere. Fammi sentire tua! Avanti, voglio sentirlo tutto dentro di me!". Così incitato, iniziò ad aumentare il ritmo della penetrazione, perdendosi nel limbo del piacere.
Nessuno riesce ad immaginare quanto possa essere bello far sesso senza averlo mai provato, e così Marco si stupì di tutte quelle bellissime sensazioni che lo pervadevano ogni secondo di più. Purtroppo, come ogni cosa, anche quelle belle hanno un inizio e una fine, ed anche quel momento stava per concludersi.
Marco era così spaesato dalla situazione che di lì a poco non riuscì più a controllare il suo piacere, lasciandosi andare in un orgasmo mai provato prima. I due si tranquillizzarono e Marco estrasse il suo sesso facendo attenzione a non rompere il profilattico, poi andò a buttarlo via, mentre Elena restò sdraiata sul letto per riprendersi un attimo. Mentre però lui era completamente appagato, lei invece non era ancora del tutto soddisfatta, ma consapevole che quella fosse la prima volta per lui, e che non sarebbe stata di sicuro l'ultima, non disse niente che potesse rovinare quel momento. Rimasero accoccolati per un po' di tempo sul letto, fino a quando Elena non ricevette una chiamata inaspettata da parte di un'amica.
"Pronto, Monica, tutto bene?" rispose al telefono "No, no, tranquilla. Dammi solo un attimo." le disse portando il cellulare su una spalla, poi rivolgendosi a Marco "Scusa un attimo. C'è Monica che ha un problema col fidanzato, vedo se riesco a tirarla un po' su, poi arrivo." disse prima di uscire dalla stanza per dirigersi in cucina, dove sarebbe stata più tranquilla a parlare. Marco restò lì sdraiato ad aspettarla, poi, dopo qualche minuto di noia, si alzò per curiosare in giro per la camera della ragazza. Nella stanza c'erano molte foto di Elena, oltre a libri, dvd e varie cianfrusaglie tipiche delle ragazze, ma ciò che attirò maggiormente l'attenzione di Marco furono le sue ballerine.
Tutti i feticisti hanno delle preferenze quando si parla di scarpe, calze o banalmente di piedi. Marco però era ancora vergine da questo punto di vista, non si era mai fatto domande a riguardo, e quelle ballerine per lui erano un paio di scarpe come un altro, né più né meno di un paio di decolleté o di un paio di anfibi.
Buttate lì sul pavimento vicino al letto stavano le calzature con cui Elena l'aveva accolto in casa, ed osservandole gli tornò in mente l'odore e la sensazione piacevole di poco fa. Non si spiegava come mai, ma era attratto da quelle scarpette nere in una maniera strana, come non aveva mai provato prima. "Possibile che... sia un po' feticista?" si domandò, incuriosito più che mai da ciò che gli stava succedendo. Non aveva mai pensato ai piedi di una ragazza come ad un qualcosa di attraente prima di allora, ma adesso pensare alle scarpe ed ai piedi di Elena, gli procurava un certo desiderio. Erano passati almeno dieci minuti da quando la sua ragazza era uscita dalla camera, ed ancora non accennava a tornare. Stando attento riusciva a sentire la sua voce a distanza, e spinto dalla curiosità e dal desiderio si decise ad assecondare questa sua nuova pulsione: con circospezione esagerata si avvicinò agli oggetti responsabili del suo sbandamento, così da poterli analizzare meglio. Si chinò con calma ed afferrò una delle ballerine in mano, alzandola da terra per osservarla meglio: l'interno era decisamente consumato, probabilmente Elena le utilizzava molto spesso quelle calzature, e si riusciva chiaramente a vedere sulla suola l'impronta lasciata giù dal piede della ragazza. Strano: la cosa non gli dava fastidio, e neppure era neutra per lui, bensì lo eccitava.
"Proviamo. Non ho niente da perdere. Elena non mi vede neppure, quindi è tutto a posto." pensò portando verso il viso l'interno della scarpa, affondandoci quindi il naso dentro. Oramai l'odore non era più forte, ma quel caratteristico aroma di piedi che si riusciva a cogliere, bastò a Marco per verificare la sua pulsione: già dal primo respiro si sentì pervaso da una nuova e sconosciuta sensazione di piacere, e dopo pochi altri si ritrovò eccitato e con una possente erezione. Non stava capendo più niente, e continuò semplicemente ad annusare prima l'una e poi l'altra calzatura con avidità, non rendendosi conto che Elena aveva smesso di parlare al telefono. Era come se avesse trovato un altro mondo e ci fosse caduto dentro in pieno, alienandosi da quello reale, tanto da non accorgersi di ciò che nel frattempo gli succedeva intorno.
Tutti noi prima o poi viviamo un'esperienza imbarazzante, chi più e chi meno, ma ciò che capitò a Marco quella volta è una cosa che solo in pochi hanno avuto il dispiacere di vivere.
Era accovacciato ai piedi del letto completamente nudo, il sesso era duro e svettante mentre si teneva premute sul viso le scarpe di Elena, nelle quali aveva immerso il naso. Non si accorse di niente, finché "Mi spieghi cosa stai facendo?" disse una voce alle sue spalle. Marco sbiancò sentendosi quasi svenire dall'umiliazione che stava provando tutto ad un tratto, e con le poche forze che non gli erano state prosciugate dall'imbarazzo, appoggiò le scarpe della ragazza per terra, girandosi lentamente verso di lei. Elena stava in piedi davanti all'ingresso della camera, e lo fissava stupita e seriosa, senza però avere l'aria di una incattivita o schifata. Comprendendo pienamente la situazione, Marco non si sognò minimamente di tentare di prendere in giro la ragazza, così le disse semplicemente "Scusa, non so nemmeno io cosa mi sia successo. Mi spiace tu mi abbia trovato in questo stato.". Vedendogli il volto Elena si accorse subito che Marco era pallido e sconvolto, e non essendo una ragazza stronza né tantomeno una stupida, fece di tutto per risolvere la situazione senza infierire su di lui. "Tranquillo Marco, non è mica la fine del mondo." gli disse avvicinandosi a lui con uno sbieco sorriso "Dai, vieni qui e calmati. Voglio solo parlare un attimo di questa cosa per capire cosa significhi. Non voglio metterti in difficoltà, davvero!".
Marco si alzò da terra e si mise seduto vicino a lei sul letto. Non riusciva a guardarla in faccia, e teneva lo sguardo fisso per terra. "Non mi è mai capitato prima d'ora." cominciò lui, "Cosa non ti è mai capitato Marco?" gli chiese lei. Era davvero in imbarazzo, ma grazie al comportamento di Elena iniziava a sentirsi leggermente più tranquillo e a suo agio, così si buttò: "Non so cosa mi sia successo, davvero! Non sono mai stato attratto dai piedi di una ragazza prima d'ora, ma prima, quando ti ho levato le ballerine io…" era un po' confusionario nel modo di parlare, ma Elena lo lasciò continuare "…io ho sentito un lieve odore di… piedi… così ho pensato che… boh… magari… io…". "Tu cosa Marco? Dai, fammi capire. Non ti mangio mica sai?" cercò lei di tranquillizzarlo. Il ragazzo fece un respiro profondo per calmarsi, poi buttò fuori tutto d'un fiato "L'odore dei tuoi piedi mi eccita Ele!" e si zittì.
Non è affatto facile ammettere a qualcun altro una cosa così tanto intima, soprattutto se lo conosci da poco più di una settimana, e se ti ha colto in flagrante in una situazione imbarazzante. Ma parliamoci chiaro: Marco aveva forse qualche alternativa?
Tra i due scese il silenzio per qualche secondo. Elena cercava le parole migliori da dire in quel momento, mentre Marco pensava a quanto fosse stato stupido a fare una cosa del genere: "Ecco, adesso mi lascerà di sicuro, e magari parlerà di questo mio problema con le sue amiche, e mi prenderanno in giro, e… ma quanto sono stato idiota, ma come si fa a fare una cazzata del genere, ma io…". I suoi pensieri carichi d'ansia furono interrotti a breve dalle parole di lei, "Vorrai dire la puzza dei miei piedi semmai." disse guardandolo con un sorriso molto affettuoso. "Dai scemo, ti sto prendendo in giro." continuò poi prendendogli la testa tra le mani, e portandosi verso di lui lo baciò per confortarlo e rassicurarlo. Marco non si aspettava niente di tutto ciò, probabilmente perché non conosceva da molto Elena e l'aveva sottovalutata, ma se lo scopo di lei era quello di tirarlo su di morale, ci riuscì perfettamente. "Grazie Ele, sei fantastica. Non pensavo avresti reagito così bene." le disse in tono affettuoso. "Evidentemente mi credevi più irragionevole di quanto io sia realmente, ma mi fa piacere averti fatto ricredere. Adesso vedi di parlarmi liberamente di questa cosa, che se mi spieghi cosa ti è successo, potremmo trarne beneficio entrambi." rispose lei ammiccando "Dai, schietto e sincero. Cosa ti piace dei miei piedi e cosa desideri da loro? Non mi è mai capitata una cosa del genere, perciò non so nemmeno io bene come comportarmi, ma magari poi potrei riuscire ad accontentarti!".
Marco fu contentissimo di quelle parole, e ritrovato finalmente un po' di coraggio le disse tutto: "Allora, come ti ho già detto prima non mi era mai capitata una cosa del genere prima di oggi. È come se di colpo fossi diventato feticista e mi interessassero i tuoi piedi. Quando ti ho spogliata il loro odore mi ha eccitato, così quando ti sei allontanata per parlare al telefono, ho deciso di verificare la cosa provando ad annusare le tue scarpe.". Fece un attimo di pausa, poi continuò "Adesso ciò che so è che mi piacciono i tuoi piedi ed il loro odore, e ciò che vorrei fare…" ancora una pausa "…vorrei baciarli, annusarli e leccarli Ele. So che è strana la cosa, e non ti chiedo di assecondarmi in queste mie pulsioni malate, ma era giusto che ti dicessi tutto.". La ragazza lo lasciò finire, poi, senza smettere di sorridergli, gli disse "Senti Marco, a me questa cosa non crea nessun problema. Certo, non dico che non sia strano questo tuo istinto, ma il mondo è bello perché è vario, e visto che il tuo desiderio non fa male a nessuno, penso sia più che lecito accontentarti un po'.".
Se tu che leggi sei feticista, puoi comprendere molto bene ciò che Marco stava passando in quel momento. Chiunque scoprendo di possedere un desiderio così particolare agli inizi non può fare altro che pensare di avere un problema, di essere malato magari, ma con il passare del tempo si comprende che semplicemente si è diversi, e che attribuire alla cosa un aspetto positivo o negativo non ha alcun senso.
Giocosamente Elena diede uno spintone a Marco, facendolo sdraiare di schiena sul letto, poi tirò su i piedi da terra e li appoggiò su di lui, sul suo torace. L'erezione di Marco fu immediata. In pochi secondi il suo sesso passò da floscio a marmoreo, senza alcun motivo all'infuori del contatto con le estremità della sua ragazza. "Wow, ti eccita proprio tanto questa cosa Marco!" gli disse, " Senti, facciamo una bella cosa: adesso te li faccio avere per un po' in maniera tranquilla, poi nei prossimi giorni mi informo meglio su questa cosa e ci confrontiamo con qualche messaggio, così poi possiamo provare a fare qualche esperimento per comprendere meglio di cosa si tratta. Ti va bene?". Marco non poteva chiedere di meglio, e le rispose solo "Sei fantastica Elena!" con gli occhi lucidi dalla soddisfazione e dalla gratitudine. "Sciocco! Se posso farti felice con così poco, ne sono solo contenta!" gli disse lei, e posandogli improvvisamente entrambi i piedi sul viso continuò "Divertiti un po' ora. Fai ciò che vuoi con i miei piedini e dimmi se ti piacciono!".
Marco non aveva neanche avuto il tempo di osservarli bene. Aveva visto solo che erano due piedini graziosi, abbastanza piccoli (probabilmente un 36 o un 37), affusolati e senza smalto. Divenne tutto buio: le estremità della sua morosa gli coprivano il volto, e così anche gli occhi, impedendogli di vedere. Il naso però continuava a funzionare, e respirando poté finalmente cogliere l'aroma dei piedi di Elena direttamente dalla fonte. L'odore non era molto forte, ed in parte si dispiacque della cosa, ma era sufficiente da farlo eccitare in una maniera mai provata prima di allora. Il sesso gli iniziava a fare quasi male tanto era possente l'erezione, ma lui non se ne curò minimamente, e portando le mani sul dorso dei piedi di Elena, se li premette con più forza sul viso, inspirando affannatamente e gemendo ad ogni espirazione. Vedendolo così tanto estasiato ed eccitato, la ragazza decise di dargli ulteriormente piacere, così, prendendogli con decisione il sesso tra le mani, iniziò a masturbarlo con foga. Marco iniziò ad urlare dal piacere, e più lui godeva più lei si eccitava, consapevole che ciò era solamente merito suo. Non ci volle molto per portare il ragazzo al suo limite, "Vengo! Vengo! Oddio, sto venendo!" esclamò lui ancora nascosto dai piedi di lei. Elena fece appena in tempo ad indirizzare il suo sesso verso la pancia del ragazzo, prima che un copioso getto di sperma iniziasse a fuoriuscire dall'uretra di Marco. La quantità dell'eiaculazione era spropositata, e colpì tanto lei quanto lui, "Ti deve essere piaciuto davvero tanto per schizzare fuori una cosa del genere Marco!" gli disse ridendo Elena.
Si guardarono ed iniziarono a ridere entrambi felici, lei per aver fatto contento il suo ragazzo, e lui per essere riuscito ad assecondare questo suo desiderio celato. Marco si ripulì la pancia con dei fazzoletti, poi abbracciò Elena con forza, sbaciucchiandole affettuosamente il collo. Rimasero sdraiati sul letto per un po', parlando in maniera felice e tranquilla, poi ad una certa ora Marco si rivestì ed andò via. Si sentiva appagato e leggero, gaio di essersi liberato di un peso che aveva acquistato quello stesso pomeriggio. Per la prima volta iniziò a vedere una ragazza con occhi più maturi ed amorevoli, consapevole che Elena lo avrebbe accontentato ed assecondato al meglio, si sentì di doverle ricambiare la cosa con il tempo.
Con questo si conclude la prima esperienza del nostro protagonista. Marco scoprì quindi all'età di 18 anni di essere feticista, grazie alla sua prima ragazza un po' seria, Elena. Da quel mercoledì in poi la sua vita sessuale cambiò, avendo scoperto il sesso, ma anche i piedi femminili. Non vi racconterò ora di tutte le singole volte che successe qualcosa, ma solo di quelle volte in cui quel qualcosa fu interessante e particolare.
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