| PILLOLA NUMERO 4
Proprio oggi l’emicrania. Una fitta lancinante tra occhio e tempia che già so non mi abbandonerà prima di tre giorni. Tra due ore ho appuntamento in hotel con il mio “narciso” (sì...sento profumo di narcisista overt...decisamente uno dei miei “giocattoli” preferiti). Prendo la “non” sana, ma consapevole decisione, di infilare Toradol e miorilassante nella Chanel...è fuori discussione. Parto. Dai, che sarà mai? Un’ ora e mezza di autostrada e ci sei. Mezz’ora prima dell’hotel c’è il tuo Autogrill preferito, e lì, la chimica che tieni nella borsa, ti aiuterà ad essere ugualmente al top.. anche se ora vorresti solo sfasciare il parabrezza con una testata. “Buonasera Signora! Bentornata! E’ un piacere rivederla! Come sta?” (devo ritagliarmi un attimo, prima o poi, per rivelare alla proprietaria che questo tappeto di saliva non è assolutamente necessario, ma che, al contrario, i suoi lacchè della reception mi urtano con queste odiose e fasulle formalità...oggi più che in altre occasioni, oggi tutto mi dà noia, oggi io stessa mi do noia). Respiro. Così non va bene. Tra emicrania e irritazione il mio viso è già contratto. Mi dirigo infastidita e rilassata come un rottweiler in fase di attacco verso il cocktail bar in fondo all’ampia zona relax ma, eccolo...E’ Lui. Sta osservando, assorto e lontano da tutti noi, attraverso le ampie vetrate, i giochi di luce e i vapori termali che generano strane falene notturne danzanti sulla piscina esterna. Mi vede. Mi guarda. Mi riconosce. Ricambio un informale sbirciata con la coda dell’occhio e continuo rapida e militare in direzione cocktail bar. Cerco di non trasferire sul mio volto quella che dentro di me è una risata a pieni polmoni. Giungo a destinazione. Ordino il mio amato Margarita Mezcal e, continuando a fingere di non averlo riconosciuto, viro verso di lui che, nel frattempo, è rimasto immobile, pietrificato. Il suo essere confuso e smarrito gli dona un espressione di bimbo che mi commuove per la sua assurda purezza. Sono di fronte a Lui. Mi arresto di colpo. Lo guardo gelida dritto negli occhi. Silenzio disumano… Scoppio a ridere. Rido come non ridevo da troppo tempo. E non riesco a fermarmi. Lui mi segue ...ride…” ma dai! Ma mi è venuto il dubbio che non fossi tu! Ma sei terribile!!” (quante volte negli anni a seguire quel suo “ma sei terribile!” mi avrebbe costretta a ridere anche nei momenti in cui avrei voluto solo sbranarlo!)
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