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Ester: la storia di una donna in carriera

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view post Posted on 30/5/2022, 16:31     +1   -1
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Maestro di Piedi

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view post Posted on 1/6/2022, 09:15     +1   +1   -1

Maestro di Piedi

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XXV.
Gli esami non finiscono mai. Così recitava l’immortale maestro Eduardo De Filippo. E l’ansia da esame non mancava mai, constatò Pisani. Nonostante ne avesse dati tantissimi e avesse preso sempre bellissimi voti, ogni volta che doveva sostenere un esame si sentiva come se gli mancasse la terra sotto i piedi. Quella mattina però era un’ansia diversa dalle altre volte. Per lui l’esame di Lingue e Letterature Angloamericane aveva un simbolo molto particolare: Ester.
Nell’aula c’era la classica aria elettrizzata e nervosa dovuta all’attesa degli esami. Quando Pisani entrò, notò subito la sua amica Alessandra. Aveva chiesto a Giusy di andare ad assistere ma purtroppo quella mattina avrebbe dovuto lavorare. In verità, il suo rapporto con Giusy si era molto raffreddato da quando lui aveva acconsentito di lavorare con Ester per la tesi. L’amica non approvava minimamente che tra loro ci fossero contatti ravvicinati, perché riteneva Ester una donna molto stronza e pensava che avrebbe umiliato o ferito Pisani prima o poi.

Il Professor Ranieri ancora non era giunto in aula, e nemmeno Ester.
Pisani, mentre si apprestava a raggiungere Alessandra, improvvisamente sobbalzò. La sua attenzione fu catturata da una ragazza seduta in fondo all’aula, ed era l’unica ad essere da sola e a non parlare con nessuno. Era la ragazza eccentrica che aveva visto sulla panchina vicino al pub quando si era incontrato con Giusy. Era inconfondibile: i capelli biondi estremamente chiari a caschetto erano un marchio di fabbrica, così come il suo modo stravagante di vestire.
La tentazione di Pisani fu forte: andare a sedersi vicino a lei e chiederle chi fosse. La ragazza notò che Pisani la stava osservando, e quella volta, a differenza di quella precedente, aveva ricambiato il suo sguardo. I suoi occhi neri, ma soprattutto quei curiosi occhiali erano inconfondibili.
Pisani mandò un messaggio a Giusy per dirle di quella ragazza e chiederle consiglio. L’amica però doveva essere impegnata perché non rispose. Per il momento Pisani lasciò perdere e non si avvicinò alla ragazza eccentrica, nonostante a giudicare dai loro sguardi loro due si fossero riconosciuti.

Il Professor Ranieri entrò in aula. Non era accompagnato da Ester, ma da un’altra donna. Era una ragazza piuttosto giovane, era bionda e molto carina. Rispetto a Ester era leggermente più in carne e un po’ più bassa, e aveva un viso molto gentile. Pisani l’aveva già vista durante gli esami scritti di Lingua Inglese, ma non sapeva bene chi fosse. Si era limitata a sorvegliare gli studenti durante gli scritti per evitare che copiassero. Si stupì nel non vedere Ester e ne fu preoccupato. Iniziò a sentirsi seriamente nervoso.
Pisani osservò attentamente tutti durante l’appello, ma la ragazza eccentrica non rispose mai. Non doveva essere una studentessa, ma di questo doveva già esserne certo, perché non l’aveva mai vista all’università. Di questo era sicuro: quella ragazza era lì per lui. Notò anche che il Professor Ranieri la fissò e che lei ricambiò il suo sguardo come se fosse un segno di sfida. Forse erano tutte sue fantasie, ma dietro doveva esserci qualcosa. Il Professor Ranieri doveva aver capito che quella presenza era anomala, o peggio, poteva conoscerla. Ora o mai più: doveva sapere.
Si allontanò da Alessandra e si avvicinò alla ragazza eccentrica.
«Posso?» le chiese.
La ragazza lo guardò con aria diffidente e pensierosa.
«Come ti pare» rispose. «Se ci tieni. È un posto pubblico, ti puoi sedere dove vuoi».
«Grazie» disse educatamente Pisani.
La voce della ragazza era completamente differente da quella infantile che aveva usato quando aveva chiesto a Giusy se avesse da accendere. Il che non faceva che acuire i sospetti di Pisani. Quella ragazza faceva sicuramente parte di una messa in scena, ma non riusciva ancora a capire che ruolo avesse in tutta quella storia.

Pisani si sedette a fianco alla ragazza, la guardò e decise di fare lo gnorri, poi dopo un po’ le parlò.
«Che ansia» esordì lui, e in questo era sincero, ma la ragazza non disse nulla. Si limitò a increspare le labbra. «Tu anche devi sostenere l’esame o sei qui solo per assistere?» le chiese Pisani, conoscendo però già in anticipo la sua risposta.
La ragazza tolse via gli occhiali e lo guardò dritto negli occhi. Altro segnale che faceva intendere che quella era tutta una messa in scena.
«Per nessuno dei due motivi» disse la ragazza. «Avanti, cosa vuoi?».
«Io nulla. E tu cosa vuoi?» rispose Pisani con naturalezza.
«Sei tu che ti sei avvicinato e mi hai parlato» disse la ragazza eccentrica.
«Sei tu che mi hai seguito quella sera al pub» ribatté Pisani. «Sei tu che sei venuta vicino a me e alla mia amica chiedendo da accendere. Sei tu che sei venuta in quest’aula stamattina anche se non hai nulla da fare».
«Non mi sono avvicinata a te quella sera» lo corresse la ragazza. «Ma alla tua amica bruna, quella carina che ti ha dato quasi del matto».
«Sì, sì. Certo» rispose diffidente Pisani. La ragazza quindi aveva effettivamente ascoltato i loro discorsi, proprio come aveva ipotizzato Giusy, e dal momento che non era proprio vicinissima a loro due, questo voleva dire che aveva teso l’orecchio per sentire bene ciò che si dicevano. «Tu non me la conti giusta» le disse il ragazzo infine.
«Pensa a sostenere il tuo esame» disse la ragazza. «Non sono cose che ti riguardano».
«Io ho capito chi sei» fece Pisani alla fine. «E mi stupisco che Giusy non ci abbia fatto caso».
«E sentiamo, chi sarei?» chiese con uno strano sorriso la ragazza.
«Dopo l’esame ti dico chi sei» le rispose Pisani.
«E secondo te ho tempo da perdere?» fu la risposta della ragazza.
«Se non ne avessi, ora non saresti qui» osservò Pisani.
«Ti stupirai, ma non sono qui per perdere tempo». La ragazza poi fece una cosa del tutto inaspettata: avvicinò le sue labbra all’orecchio di Pisani e gli sussurrò: «Sono per dare una lezione a quell’infame che hai di fronte» e guardò il Professor Ranieri.
«Il Professor Ranieri?» chiese Pisani, fissandolo di sbieco.
«Sì, lui» confermò la ragazza. «Quel grandissimo traditore di me…».
La ragazza stava per dire una parolaccia, ma poi si fermò.

«Allora ragazzi» disse d’un tratto il Professor Ranieri, ridestando l’attenzione di tutti verso di lui e facendo caricare tutti gli esaminandi della classica adrenalina che precede un esame. Pisani sentì una fitta allo stomaco. «Oggi non andremo in ordine alfabetico come mio solito. Andremo in ordine di prenotazione, credo che sia più giusto dare la priorità a chi si è prenotato per primo piuttosto che a chi ha casualmente un cognome che inizi per A. Si accomodi alla cattedra il Signor Pisani Alessio». All’annuncio del professore ci fu un certo mormorio nervoso, ma che lui mise subito a tacere.
Pisani fu preso di sprovvista. Lui era sempre stato tra i primissimi a prenotare gli esami sulla piattaforma personale online, ma tutti i professori avevano sempre seguito l’ordine alfabetico, e lui che aveva un cognome che iniziava con la P era sempre stato tra gli ultimi a sostenere gli esami.
«In bocca al lupo» gli sussurrò la ragazza eccentrica. «Porta questo trenta a casa».
Pisani la guardò stupito, non aspettandosi una cosa del genere da quella ragazza strana, che gli sorrise e gli fece l’occhiolino.

Pisani andò a sedersi alla cattedra e il suo cuore prese a battergli molto forte. Fino a pochi mesi prima, si era sempre aspettato di sostenere quell’esame con una Ester che gli avrebbe dato filo da torcere. E invece si ritrovò faccia a faccia con la Dottoressa Salerno.
«Io mi assento un attimo» comunicò il Professor Ranieri. «Esaminerà lei i primi studenti, Dottoressa Salerno?».
«Ma certamente» rispose gentilmente la ragazza.
«La ringrazio» disse il Professor Ranieri, che guardò Pisani negli occhi. «In bocca al lupo, Signor Pisani».
«Grazie» rispose il ragazzo.
Il Professor Ranieri uscì dall’aula, e dopo pochi secondi fece lo stesso la ragazza eccentrica, che sembrava piuttosto di fretta.
«Dunque, Signor Pisani» disse la Dottoressa Salerno, cancellando dalla testa di Alessio Pisani qualunque altro pensiero che non avesse a che fare con quell’esame e con Ester. Anche se avrebbe di gran lunga preferito seguire quella ragazza per scoprire che ci facesse all’università quella mattina. Ora era chiaro che avesse qualcosa a che fare col Professor Ranieri, ma purtroppo non aveva tempo né modo per indagare. «Lei porta il programma di quest’anno?».
«Sì».
La Dottoressa Salerno si prese qualche istante per decidere da che argomento iniziare.
«Inizi pure a parlarmi di The Bell Jar» (il titolo originale de La campana di vetro). «Cominci col parlare brevemente dell’autrice, del romanzo in grosse linee, e poi mi dica nello specifico qual è il rapporto della protagonista con tutti gli altri personaggi femminili».

Non sembrò nemmeno un esame. Parlare della Esther del romanzo era, per Pisani, come parlare della Ester normale. Più che un esame, sembrò una conversazione informale con un’amica, come se lui e la Dottoressa Salerno stessero parlando di una loro amica e dicessero le loro considerazioni in merito al suo carattere e alla sua personalità. Come al solito Pisani fu impeccabile. La sua cultura e la sua preparazione erano notevoli, e la Dottoressa Salerno, che era una donna molto gentile, rimase estasiata dal modo di esporre del ragazzo. L’esame durò un po’ e verté solo sulla campana di vetro. Non volle nemmeno chiedergli altri argomenti. Pisani aveva esposto così bene da meritarsi un trenta e lode.
Rosso di gioia, Pisani tornò al proprio posto, vicino ad Alessandra, ed afferrò il cellulare. Alessandra gli diede i propri complimenti ma non fu molto espansiva, perché era ansiosa per l’esame che avrebbe dovuto affrontare di lì a poco.
Pisani notò che Giusy gli aveva finalmente risposto.
«Non badare a lei e pensa solo all’esame. Poi fammi sapere. In bocca al lupo 🍀».
Pisani sorrise. Dopotutto, Giusy era la sua migliore amica, e il rapporto che aveva con lei non ce l’aveva con nessuno, nemmeno con Alessandra. E poteva capirla benissimo quando lei era sospettosa di Ester, soprattutto di come la ragazza si era comportata all’inizio nei suoi confronti. Ma Pisani capì che il modo di comportarsi di Ester era il classico “chi disprezza compra”. E questo a Giusy prima o poi glielo avrebbe fatto capire. Immaginò un’uscita con Ester, Giusy e Claudia. Sarebbero stati un quartetto assai curioso.

Pisani decise di sgranchirsi un po’ le gambe, quindi uscì dall’aula e prese a camminare per il corridoio. Era assorto dai suoi pensieri, quando si ritrovò faccia a faccia con una ragazza dai lunghi capelli neri e dagli occhi azzurri: era Claudia, la migliore amica di Ester. Era piuttosto spettinata, aveva l’aria sconvolta e gli occhi leggermente lucidi.
La ragazza incredibilmente gli sorrise.
«Allora?» gli chiese. «Com’è andato l’esame?».
Pisani sorrise a sua volta.
«Proprio pochi minuti fa ti stavo pensando» le disse Pisani. Claudia lo guardò stupita. «Andiamoci a prendere un caffè» le propose. «Così ti spiego tutto. Ma hai anche tu un paio di cose da spiegarmi».

Un po' di minuti prima

XXVI.
La ragazza eccentrica entrò nell’ufficio del Professor Ranieri senza bussare e senza essere stata invitata. Una volta entrata chiuse la porta a chiave, che tolse dalla serratura e se la mise in tasca.
«Ma cosa… ma cosa fa? Cosa vuole?» chiese il Professor Ranieri.
La ragazza fece un gesto che lasciò il professore sbalordito.
Mise le mani in testa e tolse via quelli che tutti credevano fossero i suoi capelli, ma che in realtà era una parrucca bionda. Tolse poi la retina dalla testa, slegò i suoi capelli naturali che si rivelarono essere neri e lunghi. Si sfilò gli occhiali da vista finti e tolse le lenti a contatto nere, rivelando i suoi veri occhi che erano di colore azzurro: la misteriosa ragazza eccentrica era Claudia, la migliore amica di Ester.
«Tu!» esclamò sbalordito il Professor Ranieri. «Perché vai girando conciata in questo modo?».
«Perché non c’era Ester a sostenere gli esami?» chiese Claudia.
«È successo quello che è successo» rispose laconicamente il professore.
«Cosa è successo, Professor Ranieri?» chiese Claudia. «Nessuno eccetto me e lo studente Pisani ha saputo mai nulla di voi due, e nessuno dei due ha mai voluto rivelare nulla a nessuno. Se prima Ester era la sua assistente può esserlo anche ora. Sa invece secondo me qual è il motivo?».
«Quale?».
«Ester non ne vuole sapere più nulla di lei come schiavo e di quelle cose perverse che facevate insieme, e lei la molla. Cos’è questa, la sua punizione? La sua vendetta? Perché c’era quell’altra tipa biondina a sostenere gli esami e non Ester? Voglio saperlo! Lei non rovinerà la carriera di Ester solo perché non può più sfogare i suoi impulsi da sottomesso con lei».
«Non sono cose che ti riguardano, signorina» rispose il Professor Ranieri. «Non ti permetto di dirmi cosa devo fare. E non ti permetto di dire che io rovino la carriera di Ester. Senza di me Ester non sarebbe mai arrivata dov’è ora».
«Ma certo» convenne Claudia, «ma così sembra che lei lo facesse solo per farsi mettere i piedi in faccia o per farsele dare sul culo. Ora che Ester vuole stare con un ragazzo più giovane lei che fa, le toglie il posto?».
«Vai via» intimò il Professor Ranieri. «Sono cose che tu non puoi capire».
Claudia sorrise senza gioia.
«Ester non può più farlo, soprattutto all’università. Ma io…» gli diede uno schiaffo. «Posso eccome, Professor Ranieri».
L’uomo la guardò incredulo.
«Lo sai che ti becchi una bella denuncia?» disse il professore, portandosi una mano sulla guancia che gli era stata colpita da Claudia.
«Sì, bravo, mi denunci» disse Claudia. «Così esce fuori tutta la storia, e sa che bella figura ci fa con tutti quanti? Sarà lo zimbello dell’Ateneo, forse perderà anche il posto o sarà sospeso. Io dentro di me lo sapevo che lei era un pezzo di merda. Si mette ad inviare lettere anonime come i bambini. Si vergogni, Professor Ranieri».
«Se non hai altro da dire, quella è la porta» disse il professore, indicandogliela.
«Ha intenzione di confessare?» chiese Claudia.
Il Professor Ranieri si mise a ridere.
«Devi essere pazza per pensare una cosa del genere. Non confesserò. Non mi rovino la vita per una cosa del genere. E conviene che nulla salti fuori, altrimenti anche Ester sarà nei guai. E tu questo non lo vuoi».
«Certo che non lo voglio» disse Claudia, per poi dargli un altro schiaffo.
«Se ora non vai subito via giuro che…».
«Cosa giura?» disse Claudia. «Non le piace più prendere schiaffi? Lei ha detto bene, non conviene che questa cosa esca fuori. Ora chiami Ester e le dica che può aiutarla a sostenere gli esami».
Claudia si voltò e fece per andarsene.

«Signorina?» la chiamò il Professor Ranieri.
Claudia si fermò e si voltò a fissarlo interrogativa.
«Il motivo per cui Ester non è qui è perché lei è innamorata dello studente Alessio Pisani, e non volevo che questa cosa destabilizzasse il ragazzo» le disse il Professor Ranieri. «Ed è per questo che ho deciso di far iniziare gli esami in ordine di prenotazione, perché fortunatamente Pisani era il primo ad essere prenotato, gliel’aveva suggerito anche Ester. Mi sono già messo in contatto con lei e tra poco arriverà. Ma bisogna aspettare che Alessio Pisani finisca il suo esame».
Claudia guardò negli occhi il Professor Ranieri. Non sapeva quale fosse il motivo, ma improvvisamente iniziò a provare un po’ di compassione per quell’uomo.
«Perché non me l’ha detto prima?» gli chiese.
«Perché non mi hai dato nemmeno il tempo di parlare. Subito mi hai accusato senza sapere le cose».
«Mi dispiace per i due schiaffi» disse Claudia.
«Non ti preoccupare» disse il Professor Ranieri, poi sorrise amaramente. «Ne ho presi di peggiori, fidati».
Claudia sorrise a sua volta.
«Posso immaginare» disse la ragazza. «Come mai ha inviato quella stupida lettera anonima? È impazzito?».
«Semplicemente…» il Professor Ranieri si fermò un attimo, come se avesse quasi un nodo in gola, «semplicemente non volevo che Ester partisse. La volevo vicino a me. Tutto inutile, visto che comunque le cose sono andate come sono andate».
«Spero che lei si ravveda e che le cose con sua moglie tornino a posto» disse Claudia.
«Tra me e mia moglie nulla è compromesso. Io e lei abbiamo un rapporto anomalo» disse il professore. «Ci amiamo, ma è diventato un amore senza passione. Non c’è più attrazione sessuale tra di noi, e questo vale per entrambi. Ne siamo consapevoli e abbiamo agito da persone adulte e mature. Io quando voglio faccio una scappata, e lo stesso fa lei quando ha voglia. Questa è una cosa che nessuno ha mai saputo, nemmeno Ester».
«Mi dispiace» disse Claudia, «anzi, mi fa piacere. Non so nemmeno io che dirle, se essere dispiaciuta o no. Se siete contenti voi lo siamo tutti. Comunque vado a costituirmi». Il Professor Ranieri la guardò stupito. «Vado dal direttore di dipartimento e gli dico che sono stata io ad inviare la lettera anonima. Così lei ed Ester non avrete ulteriori problemi».
«Non te lo permetto» disse il Professor Ranieri.
«Ho preso la mia decisione» disse Claudia. «Non frequento l’università, il massimo che posso prendermi è una lezione di vita da parte del professore. E non mi ringrazi. Lo faccio solo per Ester. Come si chiama il direttore di dipartimento?».
«Carmine Pisani» disse il Professor Ranieri. «Ma davvero non credo che sia il caso».
«Lei crede eccome che sia il caso» sorrise Claudia. «Sta solo facendo finta, ma a lei fa piacere questo mio gesto. Altrimenti non mi avrebbe mai detto che il professore si chiama Carmine Pisani».
Dopodiché Claudia uscì dall’ufficio del Professor Ranieri e prese a cercare quello del Professor Pisani.

XXVII.
La ragazza dai lunghi capelli neri camminava lungo i corridoi dell’università, nel dipartimento di studi letterari e storici. Provava un certo nervosismo e sentiva una certa rabbia scorrerle dentro. L’università non era di certo il suo ambiente. Nessuno le levava di testa che fosse un mondo privo di meritocrazia, dove i fattori fortuna e raccomandazione avevano quasi sempre la meglio. Ma quello era semplicemente il suo parere personale.
Si trovava in un corridoio al terzo piano dove c’erano tantissime porte, e ognuna di esse conduceva all’ufficio di qualche professore. Quella zona era praticamente deserta e non si sentiva nessun rumore.
Ad un certo punto si ritrovò faccia a faccia con una professoressa bruna e piuttosto bassa che usciva da una stanza.
«Buongiorno» la salutò gentilmente Claudia, «avrei bisogno di vedere il Professor Pisani. È abbastanza urgente. Sa dove posso trovarlo?».
La professoressa squadrò la ragazza per qualche secondo.
«Proviamo a vedere se è nel suo ufficio» disse infine, senza fare domande e senza indagare sul motivo per cui quella ragazza volesse vedere con così tanta urgenza il direttore di dipartimento. Evidentemente aveva per la testa ben altri pensieri. Bussò ad una porta e si sentì dire: «Avanti!».
La professoressa aprì la porta e annunciò la ragazza al Professor Pisani, che era come al solito vestito con una giacca su una camicia. Forse il suo ruolo gli imponeva un certo tipo di vestiario. Ma non erano i vestiti del Professor Pisani che preoccupavano Claudia.

«Buongiorno» disse il Professor Pisani a Claudia. «Si accomodi. Sono di fretta, ma se non è una cosa lunga mi dica pure».
Claudia si schiarì la gola.
«Avrei bisogno di parlare col Rettore» disse Claudia senza tanti complimenti. Il Professor Pisani la studiò con fare sospetto.
«Col Rettore?» chiese, grattandosi la testa. «Posso chiederle lei chi è e per quale motivo vuole vedere il Rettore?». Sembrava molto pensieroso, anche se non voleva darlo a vedere.
«Io…» Claudia esitò. «Io sono la migliore amica di Ester. L’assistente del Professor Ranieri. Tiene presente, vero?». Si fermò, aspettando un cenno dell’uomo, ma il Professor Pisani si limitò a fissarla, rimanendo muto e sospettoso, allora la ragazza si costrinse a continuare a parlare. «Volevo semplicemente dire che sono stata io ad inviare la lettera anonima di reclamo contro Ester. Io… io non riuscivo ad accettare che lei partisse per l’estero, non potevo sopportare l’idea di tenerla lontana». Le scese una lacrima. «Quindi ho cercato di sabotare la sua carriera. Sono stata davvero molto egoista. Ne sono molto pentita… Ester ama il suo lavoro e credo che sia una persona estremamente talentuosa ed intelligente. Nessuno quanto lei merita di partecipare a quel progetto. Volevo dire questo al Rettore. Non c’è bisogno di prendere alcun provvedimento contro di lei. E volevo chiedergli scusa».
Il Professor Pisani fece un’espressione indecifrabile. Claudia lo guardava negli occhi senza aggiungere altro.
«Non c’è bisogno che lei veda il Rettore» le disse infine il professore. «Gli riferirò io della cosa. Posso comunque suggerirle di evitare di ripetere cose del genere in futuro. La sua amica potrebbe anche denunciarla».
«Lo so» disse Claudia, «e farebbe bene. Ma non lo farà. Mi ha perdonato».
«Bene» disse laconico il Professor Pisani. «Se non c’è altro…». Le fece un cenno con la testa completamente calva, indicandole la porta.

Claudia si alzò e lo fissò.
«Posso farle un’ultima domanda, professore?» gli chiese gentilmente.
«Dica» acconsentì il Professor Pisani, un po’ corrucciato e sempre sospettoso.
«Lei ed Alessio Pisani siete parenti? Curiosità» sparò Claudia.
Il professore la guardò senza capire. Sembrava non aver nemmeno capito chi fosse quell’Alessio Pisani.
«Okay, nulla» disse Claudia. «Buona giornata e grazie per il suo tempo».
«Signorina?» la chiamò il professore mentre Claudia si stava dirigendo verso la porta. Claudia si voltò e lo guardò.
«Mi dica, professore».
«Posso sapere per quale motivo è venuta da me per chiedere del Rettore? Lei ha già comunicato con lui in passato, come mai non l’ha rifatto?».
«Perché questa volta avevo troppa vergogna. Ci sto rimettendo la faccia» rispose Claudia con naturalezza.
I due si guardarono negli occhi. Quelli scuri del Professor Pisani stavano letteralmente studiando quelli chiari di Claudia, scannerizzando la sua anima.
«La ringrazio» le disse infine. «La ringrazio per aver avuto il coraggio di ammettere la cosa. Questo ci ha tolto da un grandissimo e fastidiosissimo imbarazzo».
«Ne sono felice» rispose Claudia. «Mi creda, se Ester diverrà la titolare della cattedra, l’università avrà solo da guadagnarci. Buona giornata Professor Pisani».
Claudia uscì dall’ufficio del professore e si diresse verso l’aula in cui Alessio Pisani stava sostenendo l’esame.
Il Professor Pisani guardò la porta che Claudia aveva appena chiuso, con uno strano sorriso e scuotendo la testa.
La professoressa bruna entrò nell’ufficio del Professor Pisani e lo fissò.
«Cosa voleva quella ragazza?» gli chiese.
«Ha detto che è stata lei ad inviare quella lettera anonima al Rettore. Ma non è stata lei. L’ho indotta a commettere un errore e ci è cascata subito. Lei non sa veramente come sono andate le cose. È stato solo un gesto carino da parte di un’amica».
 
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view post Posted on 2/6/2022, 09:59     +1   +1   -1

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Chi è il prof Pisani? E la prof bruna? E perché Claudia si travestiva? Ancora qualche piccolo mistero in questa storia di livello decisamente superiore.
 
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view post Posted on 2/6/2022, 10:21     +2   +1   -1

Maestro di Piedi

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Ed ora tutti i nodi verranno al pettine.

XXVIII.
Alessio Pisani passeggiava con Claudia in direzione del bar.
«L’avevo capito che fossi tu quella ragazza strana vicino al pub» le disse. «Certo, per chi non ti conosce era un po’ difficile riconoscere che fosse tutto un travestimento, perché la parrucca, le lenti a contatto, gli occhiali, il trucco e il modo di vestire erano impeccabili, hai davvero fatto un ottimo lavoro, ma una volta sei già venuta all’università con Ester e avevo messo a fuoco la tua faccia. Io ho la memoria fotografica».
«Sono contenta» rispose la ragazza.
«Com’è che ti chiami?» le chiese Pisani, immaginando però già la risposta. «Non voglio credere che ti chiami davvero Doreen».
La ragazza rise.
«No, non mi chiamo Doreen» rispose. «Mi chiamo Claudia. Piacere».
Claudia tese la mano a Pisani, che la strinse.
«Quindi sei la famosa Claudia, la migliore amica di Ester. Io sono Alessio».
«Lo so benissimo chi sei, Alessio» disse Claudia.
«Ecco, ti pareva» disse lui. «Credo comunque che mi devi un po’ di spiegazioni, non trovi? Comunque l’esame è andato bene. Ho preso trenta e lode».
Claudia sorrise.
«Non l’avrei mai detto» disse ironicamente, poi si fece un po’ più seria. «Cosa vuoi sapere?» gli chiese accendendo una sigaretta, poi ne offrì una a Pisani, che però rifiutò.
«Voglio sapere perché Ester ti chiama Doreen, perché mi hai seguito quella sera, e perché vai girando travestita da una ragazza bionda».

Claudia aspirò il fumo, poi lo cacciò via dalla bocca.
«Sono tante le cose che vuoi sapere». Sospirò. «Io non sono molto brava con le parole, ma proverò a spiegarti qualcosa. Lo sapevi che Ester ha sofferto di depressione?». Pisani la fissò stupito, ma non disse nulla. «Okay, dalla tua faccia si direbbe di no» continuò Claudia. «Ester ha sofferto di depressione. Ha rifiutato il supporto psicologico, cosa sbagliatissima, ma è troppo testarda. Però ha trovato sollievo in due cose: fare…» esitò, un po’ imbarazzata, «fare quelle cose col professore, e quel romanzo, la campana di vetro o come si chiama».
«Che ruolo ha la campana di vetro in tutto questo?» chiese Pisani.
«Non so che ruolo abbia avuto nella sua testa, detto sinceramente» rispose Claudia. «So solo che ho cercato di leggerlo, ma tranne un po’ il primo capitolo mi ha annoiato tantissimo. Credo che Ester invece si sia immedesimata tantissimo nella protagonista, che tra l’altro si chiama Esther, pura casualità. Anche Esther del romanzo soffre di depressione. E la nostra Ester in un certo senso si è voluta creare un mondo tutto suo. Diceva che io le ricordavo tantissimo l’amica di Esther del romanzo, Doreen. Per questo ogni tanto mi chiama Doreen. E spesso… no, è una cosa troppo strana da dire».
«Ormai dillo» disse Pisani.
«Spesso Ester ha voluto ricreare scene del romanzo nella vita reale».
«Eh? Non ho capito» disse Pisani.
«Ha voluto che impersonassimo i personaggi di quel romanzo, ha voluto anche ricreare delle scene, interpretarle, non so come farti capire. A volte mi voleva vedere come una ragazza stronza e trasgressiva. Come l’amica di Esther del romanzo. Ma alla fine non sono riuscita proprio uguale a quella del libro, e ci mancherebbe. Abbiamo ricreato delle scenette del libro con degli altri complici che hanno interpretato altre parti e ci siamo anche divertiti tutti, sono sincera. Ma ora ho voluto darci un taglio, e credo che anche lei l’abbia capito che mi ero stufata. Non poteva continuare in eterno quel teatrino. Non possiamo mica vivere nella campana di vetro».
Pisani sembrava sconcertato da quanto aveva appena appreso, e Claudia l’aveva notato.
«Non farti influenzare da queste cose che ti ho raccontato» gli disse, «Ester non è pazza. È stato solo un modo bizzarro per svagarsi e superare un periodo di stress e depressione. Ma ultimamente sta molto meglio. Spero l’abbia superata definitivamente, e se un giorno si dovesse ripresentare la cosa, spero che non rinunci ad una consulenza seria. Uno psicologo può anche semplicemente aiutarti a ritrovarti se ti senti smarrito».
«Che scena avete interpretato?» chiese Pisani curioso. Claudia rise.
«Hai letto il libro?» chiese la ragazza.
«Sì, era oggetto d’esame».
«E certo, ti pareva» disse Claudia. «La scena del taxi, ad esempio. Anche se è venuta un po’ diversa dal libro. È stata la sera in cui ho scoperto l’identità dello schiavo di Ester. Non mi aveva mai detto chi fosse in realtà».

Ma in quel momento i due ragazzi smisero di parlare: avevano avvistato Ester, che li stava raggiungendo.
«Com’è andata?» chiese immediatamente la ragazza a Pisani, con un po’ di apprensione negli occhi.
«E secondo te com’è andata?» disse Claudia. «Sto tipo è ancora più secchione di te».
«La lode te l’ha messa?» chiese Ester.
«Sì» rispose Pisani, un po’ emozionato.
«Bravissimo!» disse Ester felice. «Sto correndo in aula, ora posso andare ad aiutare a sostenere gli esami. Mi raggiungete?».
«Stiamo andando a prendere un caffè» disse Claudia. «Tu avviati pure, non lasciare l’altra biondina da sola. E boccia tutti, mi raccomando».
Pisani scoppiò a ridere.
«Comunque avevo ragione io, visto?» disse il ragazzo trionfale.
«In che senso?» chiese Ester.
«La ragazza che mi aveva seguito al pub… l’avevi mandata tu».
«Io non ho mandato nessuno» disse Ester, che poi guardò Claudia.
«Infatti non mi ha mandato Ester» disse Claudia. «Ti ho seguito per mia iniziativa».
«Ragazzi non sto capendo» disse confusa Ester.
«Tu vai a fare gli esami» disse Claudia. «Poi ne riparliamo».
Ester fece un cenno di saluto ai due e andò verso l’edificio.

«Ma perché mi hai seguito?» chiese Pisani a Claudia.
«Sapevo che piacevi ad Ester» disse Claudia, «ma esci sempre con quella ragazza bruna, quindi pensavo steste insieme. Volevo capire se stavate davvero insieme. Poi Ester mi disse che in aula ti aveva chiesto con una scusa se fossi fidanzato, e tu avevi detto di no».
«Certo che voi ragazze ne sapete una più del diavolo» disse Pisani. «Ma perché poi andavi in giro con la parrucca e le lenti?».
«Per non farmi riconoscere» disse Claudia. «So di non passare inosservata, quindi volevo rendermi irriconoscibile. Ora basta col terzo grado. Adesso voglio fartela io una domanda». Claudia fissò Pisani negli occhi e abbozzò un sorrisetto. Il ragazzo si sentì come se lei gli stesse facendo una RX. «Anche a te piace fare le cose che Ester faceva col professore?».
Pisani divenne tutto rosso.
«Perché vuoi impicciarti nelle nostre cose?» le chiese.
«Sono curiosa» disse semplicemente Claudia. «Cosa ci sarebbe di male ad ammetterlo?».
«Niente» convenne Pisani, «ma restano comunque cose private».
«Non per la migliore amica della tua ragazza» disse Claudia, facendogli l’occhiolino. «Comunque direi di muoverci. Offrimi un caffè e poi torniamo su da Ester. Altrimenti si ingelosisce».

XXIX.
Il Professor Ranieri era appena rincasato. Erano circa le 21 e la casa era in apparenza deserta. Si sentiva vuoto e non vedeva l’ora di farsi una bella dormita. Stava per dirigersi verso la sua camera da letto, quando sentì degli inconfondibili tacchi alle sue spalle.
«Vai da qualche parte?» chiese una voce femminile.
Il Professor Ranieri si voltò e si ritrovò faccia a faccia con sua moglie. Era una donna sui 45 anni d’età, ma per come era messa fisicamente poteva dimostrarne non più di 35. Era molto simile a sua figlia Aurora, tranne che per i capelli, che erano lunghi e castani. Ma d’altra parte, anche i capelli di Aurora erano in realtà castani: semplicemente amava tingerli.
L’uomo osservò sua moglie e fu sorpreso nel constatare che era vestita in modo maledettamente sexy: aveva indosso solo reggiseno, mutandine e delle scarpe coi tacchi. Era inoltre truccata e si era evidentemente spruzzata da poco il profumo.
«Cara, sei qui?» disse. «Pensavo fossi uscita».
«I tuoi occhi non ti ingannano» rispose la moglie. «Quelli ti funzionano ancora. Sì. Sono qui».
«Cos’è che non dovrebbe funzionarmi?» chiese il Professor Ranieri. Sua moglie gli si avvicinò e lo schiaffeggiò forte, cosa che non aveva mai fatto in vita sua. L’uomo rimase scioccato.
«È il cervello che non ti funziona» rispose la donna. «Sei stato così stupido da far scoprire ad Aurora il nostro segreto».
«Io sono sempre stato molto attento» disse l’uomo sulla difensiva.
La moglie per tutta risposta gli diede un altro schiaffo.
«Così attento che Aurora ha scoperto tutto. E io le ho dovuto spiegare per bene come stanno le cose, perché voleva che ti lasciassi. Ora in ginocchio».
«Cosa…?» balbettò il Professor Ranieri.
«In ginocchio!» ripeté con autorità la donna. «Lo so che ti piacciono queste cose. Perché non me ne hai mai parlato? Ti ho detto di metterti in ginocchio, o te ne arriva un altro».

Il Professor Ranieri obbedì e si mise in ginocchio, al cospetto di sua moglie.
«Baciami le scarpe» gli ordinò lei. Il Professor Ranieri fece quanto gli era stato ordinato e sentì una fortissima eccitazione. Erano anni che non si eccitava così tanto per mano di sua moglie.
«Mi piace tantissimo avere il potere tra le mani» confessò sua moglie. «Se fossi stato un uomo più coraggioso, forse avremmo vissuto meglio la nostra sessualità e non saremmo arrivati a tutto questo. Ora ti voglio tutto nudo».
L’uomo sgranò gli occhi e guardò sua moglie dal basso verso l’alto. Possibile che la donna con cui condivideva il letto tutte le sere fosse un’appassionata di dominazione? O era tutta una messa in scena per venire a scoprire la sua vera indole? Realizzò quanto la donna che credeva di conoscere di più fosse in realtà una di quelle che conosceva di meno.
«Davvero ti piace dominare?» le chiese l’uomo. La moglie però fu veloce nel mettergli un piede sulla fronte per spingerlo per terra.
«Non hai obbedito ad un mio ordine» gli disse con voce spietata. «E questo ti costa una punizione». Tolse via una scarpa e gli diede un calcio tra le palle. Non fu fortissimo, ma fu comunque dato con un certo vigore. «Ti avevo detto di denudarti. Obbedisci alla tua padrona, subito!».
E fu in quel momento che il Professor Ranieri non ebbe più nessun dubbio. Sua moglie aveva la vera stoffa per dominare, e lui in tutti quegli anni era stato cieco. E si rese conto solo in quel momento quanto fosse stato sciocco farsi assuefare solo da Ester. Ma forse non era tutto perduto…
«Le chiedo immensamente scusa, mia padrona» disse docilmente l’uomo.
«Bravo» disse la donna. «Stai iniziando a capire come ti devi comportare al mio cospetto. Ora mettiti tutto nudo e seguimi in camera da letto camminando a quattro zampe».

Il Professor Ranieri fu velocissimo: si spogliò, rimanendo completamente nudo. Aveva il pene in completa erezione, particolare che non sfuggì a sua moglie. Glielo toccò con un alluce e sorrise.
«È da parecchio che non me lo fai assaggiare» osservò la donna. «Ora sei tutto mio. In camera, muoversi!».
L’uomo si mise a quattro zampe e la donna gli diede un calcio sul culo.
«Muoviti, zampetta! Non ho voglia di aspettare, sono eccitatissima».
«Ma hai avuto altre esperienze?» chiese l’uomo.
La donna gli diede però uno schiaffo fortissimo.
«Quando parli alla tua padrona devi darle del lei!» urlò. «Non credere che stai avendo a che fare con quella ragazzina».
«Le chiedo scusa, padrona» disse il professore.
«Questa volta non sono accettate le scuse» disse lei. «Dopo ti dovrò punire. E comunque sì, ho avuto qualche esperienza. Di recente, con un ragazzo molto bello e dotato».
I due coniugi erano finalmente giunti in camera da letto.
«Mettiti steso per terra, ai piedi del letto» ordinò la donna all’uomo, che eseguì subito l’ordine. «Bravo. Ora apri la bocca».
L’uomo aprì la bocca e la donna vi sputò dentro.
«Ingoia» gli ordinò, e lui fece come gli era stato ordinato. «Molto bene. Questa era la prima punizione. Le prossime potrebbero essere più severe se mi fai incazzare».
«Questo per me somiglia più a un premio che a una punizione» ammise l’uomo, e la donna constatò quanto suo marito avesse ragione a giudicare dalla sua potente erezione.
«Mettiti sul letto» gli ordinò la moglie, e lui obbedì.

La moglie del Professor Ranieri si diresse quindi verso il suo armadio e tirò fuori un frustino. Il Professor Ranieri la guardò sbalordito.
«E da quanto hai una cosa del genere nell’arma… AHI!».
La donna gli aveva appena dato una frustata potentissima tra il fianco e il sedere.
«Non da molto» rispose la moglie, «ma la prossima volta che mi darai del tu piuttosto che del lei, te ne arriveranno cento».
«Mi scusi, padrona» disse mortificato il Professor Ranieri.
La donna si denudò completamente tranne che per le scarpe coi tacchi. Il professore non riusciva a capire. Aveva al suo fianco una donna che era in apparenza così tagliata e portata per la dominazione, perché non se n’era mai accorto? Questa cosa non riusciva a spiegarsela. Non lo si poteva negare, nonostante avesse superato i cinquant’anni d’età, lui continuava ad avere un debole per le ventenni. Le preferiva giovani, impacciate, incuriosite. Ma in quel momento sua moglie gli stava facendo ricredere il tutto. Era bella come non la vedeva da anni, anzi in quel momento gli sembrava che non fosse mai esistita una donna più bella di lei. Le sue tette erano ancora molto sode, nonostante l’età che avanzava, e così il suo lato B estremamente sexy.

La donna si mise sul letto accanto a suo marito, tolse via una scarpa e gli mise un piede sul collo, facendo una pressione lieve.
«Perché hai cercato questo in altre donne e non in me? Rispondi!».
«Io…» l’uomo esitò. Aveva anche difficoltà nel parlare a causa della pressione del piede della donna sul collo. «Pensavo che mi avessi dato del matto».
«Ma certo che sei un matto, anzi sei un pervertito».
«Ma tu… mi scusi, lei!» disse l’uomo. La donna gli schiaffeggiò la faccia piuttosto forte col piede, ma dal momento che l’uomo si era corretto subito, evitò di punirlo con le frustate, almeno per il momento. «Lei quando ha capito che le piacciono certe cose?».
La donna si mise a cavalcioni su di lui, in una posizione pericolosamente vicina al suo pene eretto.
«È stato un uomo più giovane di me a farmi capire che la cosa mi piace» gli spiegò la donna. «È stato Carlo, il posturologo. Ricordi quando ho avuto una distorsione alla caviglia e sono andata per un controllo?».
«Sì, ricordo».
«Carlo mi ha fatto i complimenti per lo smalto. Io sono stata un po’… stronza». La donna sorrise. «Gli ho chiesto: ti piace lo smalto o ti piacciono i miei piedi?».
«Ma va?» fu il commento del Professor Ranieri. «E poi cos’è successo?».
«Glieli ho fatti leccare».
«Davvero?».
La donna scoppiò a ridere.
«No, no, ovviamente no, stupido» disse. «Lui è diventato tutto rosso, poveretto. Secondo me l’ho imbarazzato tantissimo. Gli ho detto: dai sto scherzando, mi vergogno tantissimo dei miei piedi perché non mi piacciono, per me è sempre un problema tirarli fuori davanti a estranei e volevo solo sdrammatizzare, rompere un po’ il ghiaccio».
«Ah però» disse l’uomo. «Sei proprio furba».
«Lui era tutto sudato, si capiva che se avesse potuto se li sarebbe mangiati. Ma da quel momento ho usato quella cosa a mio vantaggio. Mi piace farmi trattare da reginetta. Mi piace quando voi maschietti non ci capite più un cazzo».

Il Professor Ranieri guardò la moglie negli occhi, e sembrava spaventato.
«È furba» si corresse.
«Tu invece no» disse la donna con un sorriso smagliante. «Nemmeno me n’ero accorta che mi avessi dato del tu. Ma tu sei un coglione. Oppure semplicemente non aspetti altro che farti punire».
«Può essere, padrona» rispose l’uomo, con l’eccitazione che aumentava sempre di più.
«Mettiti col culo all’aria» gli ordinò la donna.
L’uomo obbedì e subito arrivò la prima frustata sul culo.
«Ti piace, vero? Brutto stronzo».
«Oh sì, padrona».
E arrivò un’altra frustata, sempre molto forte.
«Perché non ti sei mai aperto con me?». Un’altra frustata. «Abbiamo rischiato di mandare a puttane un matrimonio». L’ennesima frustata. «Avevi dentro casa ciò di cui avevi bisogno». Ancora un’altra frustata. «Stai tenendo il conto delle frustate, coglione?».
«No… no… padrona».
«Nemmeno io» disse la donna. «Vuol dire che te ne beccherai più di cento».

Farsi sottomettere da Ester era stato fantastico. Ma il Professor Ranieri, mentre sua moglie continuava a frustarlo, rifletteva sulle parole di sua moglie, che si chiamava Cristina.
I primi anni di matrimonio erano stati fantastici. Scopavano come dei matti e avevano avuto due figli, Bernardo e Aurora. Nonostante le due gravidanze, la donna non aveva perso nemmeno un millesimo del suo fascino. Ma purtroppo la passione era un po’ svanita. Tra i due c’era sempre stato molto affetto, ma avevano deciso di concedersi delle scappate, senza tuttavia rinunciare all’affetto ed evitando di arrivare al divorzio. Il Professor Ranieri cercava sempre un rapporto di dominazione e sottomissione, cosa che aveva temuto di rivelare alla moglie per paura di essere deriso da lei. Non sapeva se sua moglie fosse davvero appassionata di dominazione o se fosse solo un escamotage per riavvicinarsi al marito e salvare il loro matrimonio. Non sapeva nemmeno come avesse scoperto certe cose, o come le avesse scoperte Aurora. Ma a questo ci avrebbe pensato in un altro momento.

«Allora, chi ti punisce meglio» chiese Cristina ad un tratto. «Io o quella ragazzina di vent’anni?».
«Lei, mia signora» disse affannato il Professor Ranieri. «Lei è la migliore dominatrice che si possa desiderare».
«Mi trovi sempre bella, schiavo?» chiese la donna.
«Lei è sempre bellissima. E sono stato solo un coglione a cercare il piacere fuori di casa, quando in casa avevo e ho il meglio».
«Nulla avviene per caso, amore mio» disse la donna. «Se non ci fossimo concessi qualche scappata, probabilmente ora non avremmo capito certe cose ed ora, pur non essendoci mai traditi, staremmo vivendo una vita infelice e senza passione. Ora leccamela».
Molto probabilmente la donna aveva ragione, ma non avrebbero potuto mai sapere come sarebbero andate le cose se si fossero comportati in un certo modo. L’unica cosa autentica era, in quel momento, la figa di sua moglie, che al contatto con la bocca del marito iniziò ad ansimare forte.
«Ora lo voglio tutto» disse lei, ansimando come non mai. «E sborrami dentro».

Fu la miglior scopata della loro vita fino a quel momento. La passione tra marito e moglie era tornata più forte che mai, e i due, esausti ma felici, si ritrovarono abbracciati sul letto.
«Da questo momento non tollererò più altre scappate. Riproviamo ad essere una coppia normale, Antonio».
«Non ho più bisogno di altro» disse il Professor Antonio Ranieri. «Ma solo di te e di noi due, amore».
La donna gli poggiò un piede vicino l’ombelico.
«Massaggia» gli disse. «Tanto, so che ti piace».
«Come l’hai scoperto, comunque?» chiese curioso il Professor Ranieri.
«Questo te lo dirò domani» disse Cristina, sbadigliando. «Ma quindi? Bernardo ed Ester non stanno più insieme».
«Questa è un’altra cosa che va cambiata» disse il professore. «Lascia vivere Bernardo, ormai è adulto».
Nella vita sessuale potevano recitare il ruolo di padrona e schiavo, ma alla fine, durante la vita di tutti i giorni, erano una normalissima coppia.

Quattro anni dopo

XXX.
Erano passati quattro anni dall’esame di Alessio Pisani di Lingue e Letterature Angloamericane. Ora lui aveva 29 anni, ed era fidanzato da quattro anni con Ester, che ne aveva 31.
Ester era diventata professoressa associata della cattedra di Angloamericane, mentre Alessio Pisani, dopo essersi laureato con 110 e lode alla magistrale con una tesi sul ruolo delle donne negli anni Cinquanta, era diventato l’assistente della Professoressa Giovannini, che insegnava Letteratura Inglese.
Il Professor Carmine Pisani era da poco stato nominato Rettore, mentre il Professor Ranieri era diventato il direttore di dipartimento degli studi umanistici e storici. L’omonimia tra Carmine e Alessio Pisani era una pura coincidenza. La professoressa bruna e bassina era invece la vicedirettrice di dipartimento.
Bernardo si era fidanzato con un’altra ragazza, con cui si trovava molto bene, e i due erano sempre stati fedeli. I coniugi Antonio e Cristina Ranieri erano tornati a scopare come dei matti, e il professore era lo schiavo segreto di sua moglie: questo sempre nella vita sessuale. Avevano ritrovato la vera passione ed entrambi avevano dato un taglio alle scappatelle.
Aurora, che era bisessuale, era fidanzata con una ragazza. Nel tempo libero suonava la chitarra con Claudia, la migliore amica di Ester. Claudia si era data scherzosamente un nome d’arte, che era Doreen. Non era fidanzata ufficialmente, ma quando le andava usciva con Leonardo, che in realtà si chiamava Edoardo: era il ragazzo che aveva interpretato il ruolo di Lenny Shepherd nella serata al Palazzo di Cristallo. Anche lui apparteneva al mondo della musica, e questa era una parte della sua personalità che era vera: era un abile pianista.
Ester, su stretto consiglio di Alessio Pisani, Claudia e del Professor Antonio Ranieri, era andata da uno psicologo che l’aveva aiutata a ritrovare sé stessa, e anche grazie soprattutto all’amore di Alessio, insieme alla bravura e professionalità dello psicologo, aveva definitivamente sconfitto la depressione.
Il Professor Ranieri aveva scagionato Claudia e aveva confessato al Rettore, il Professor Pisani, che era stato lui ad inviare la lettera anonima al Rettore precedente: la versione ufficiale era che non voleva tenere lontana Ester da suo figlio, perché erano fidanzati all’epoca. Il Professor Pisani si fece andare bene quella spiegazione e nessuno ne parlo più. Ma nessuno seppe mai se il Professor Pisani avesse davvero creduto a quella versione.
Il rapporto tra Ester e il Professor Ranieri, dopo le prime settimane di rabbia intensa di lei nei suoi confronti, era di molto migliorato. Ester aveva capito il motivo per cui lui aveva agito in un certo modo e l’aveva perdonato. E non aveva dimenticato che grazie a lui era diventata professoressa associata e aveva conosciuto Alessio Pisani.
Alessio Pisani ed Ester erano sessualmente molto attivi, ed ogni tanto anche loro si divertivano a giocare alla padrona e allo schiavo. Pisani era terribilmente intrigato da Ester quando indossava i panni della padrona, anche se praticavano la dominazione con meno frequenza rispetto ad Antonio Ranieri e Cristina, questo perché Alessio non era nato con quelle sensazioni ed Ester si era addolcita di molto.
La ragazza era una professoressa molto gentile e disponibile, al pari della Professoressa Salerno. Alessio Pisani invece era un assistente molto pignolo ed esigente, ed Ester spesso lo provocava scherzosamente, dicendo che prima o poi avrebbe ricevuto una lettera di reclamo autentica.
Il progetto dell’autenticazione della traduzione delle tre tavolette era stato poi incaricato ad una giovane professoressa di etnologia che affiancava il professore di antropologia. Ma questa è tutta un’altra storia.

FINE
 
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view post Posted on 2/6/2022, 19:29     +1   +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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Beh che dire? Davvero bello! Sono davvero contento del fatto che Pisani ed Ester si siano messi insieme e alla fine ho avuto la piacevole sorpresa della dominazione in ambito di coppia tra il professore e sua moglie che naturalmente mi hanno fatto immedesimare nella situazione. Anzi, direi che questa parte della storia avrebbe bisogno di uno spin-off che raccontasse meglio il loro percorso. Ti ho dato l'idea per un nuovo racconto. Guarda tu.
Tornando a questa storia, ogni tassello è andato al posto giusto. Devo dire che non avrei mai immaginato che la ragazza strana fosse Claudia che in fondo era meno stronza di quello che sembrava all'inizio. Adesso che siamo giunti al termine, credo che rimpiangerò questa lettura. Quindi, ti rinnovo i complimenti che sono strameritati. E pensaci su quello spin-off. Potrebbe venir fuori un bel racconto
 
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view post Posted on 2/6/2022, 20:29     +1   +1   -1
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Maestro di Piedi

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Bel racconto
 
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view post Posted on 3/6/2022, 05:59     +1   +1   -1
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Maestro di Piedi

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Complimenti davvero..è stato un piacere seguirlo dall’inizio alla fine
 
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view post Posted on 3/6/2022, 08:20     +1   +1   -1

Luminare BDSM

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Racconto che mi ha davvero emozionato.
Grazie
 
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view post Posted on 3/6/2022, 09:36     +1   +1   -1

Decano BDSM

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Bellissimo racconto. Personaggi ben delineati e una storia che prende dall'inizio alla fine. Difficile trovare un difetto in questa storia. Bravissimo. Ma non bravo come al solito.... Di più 👏
 
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view post Posted on 3/6/2022, 09:58     +1   -1

Maestro di Piedi

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È un piacere che questo racconto sia stato apprezzato, sia perché l’ho scritto con vero piacere, sia perché in alcuni tratti mi è costata un po’ di fatica, ma ne è valsa la pena :)
Comunque al più presto ci sarà un sequel, sono aperti degli scenari e saranno approfondite certe cose.
Grazie per i vostri feedback.
 
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view post Posted on 3/6/2022, 17:10     +1   +1   -1

Professore/essa SM

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Veramente godibile , anche per me che sono un lettore difficile da accontentare!
Grazie per averci lavorato e averlo condiviso con noi.
 
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view post Posted on 4/6/2022, 15:11     +1   +1   -1

Maestro di Piedi

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Grazie per avermi seguito. Appena possibile arriveranno altri racconti :)
 
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view post Posted on 23/6/2022, 12:24     +2   +1   -1

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Uno dei racconti più belli che abbia mai letto su questo forum.
Peccato che tu abbia lasciato il racconto "il praticantato" a metà perché anche quello sembrava meraviglioso.
Complimenti davvero.
 
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view post Posted on 24/6/2022, 07:49     +1   +1   -1

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CITAZIONE (Feetlove95 @ 23/6/2022, 13:24) 
Uno dei racconti più belli che abbia mai letto su questo forum.
Peccato che tu abbia lasciato il racconto "il praticantato" a metà perché anche quello sembrava meraviglioso.
Complimenti davvero.

Ti ringrazio per i complimenti :) è sempre un piacere quando un lavoro viene apprezzato.
Per quanto riguarda il praticantato, purtroppo ho perso dei file con dei racconti, però mi sono ripromesso di riscrivere tutti i racconti che erano rimasti in sospeso, infatti ho già completato "Dominazione consapevole" che era rimasto a metà come "Il praticantato". Tempo al tempo completerò tutti.
Grazie ancora :)
 
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view post Posted on 24/6/2022, 10:12     +1   +1   -1

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Vorrà dire che attenderemo con ansia 😂
 
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