Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Sogno ad occhi aperti

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 10/1/2022, 19:44     +1   -1
Avatar

Tappeto per Signora

Group:
Member
Posts:
65

Status:


Grazie a tutti, mi fate venire voglia di proseguire se c'è chi segue 😬 Tra pochissimo la quinta parte

Inviato tramite ForumFree Mobile

 
Top
view post Posted on 10/1/2022, 20:00     +2   +1   -1
Avatar

Tappeto per Signora

Group:
Member
Posts:
65

Status:


5-INCHIODATO AL PAVIMENTO

"Aiutami" disse porgendomi due splendide scarpe décolleté color bordeaux come il vestito, chiuse sulla punta, con laccio alla caviglia e con tacco a spillo.
Mi posi all'opera con autentica devozione, eccitato come non mai, e le infilai le calzature con estrema delicatezza, aiutandomi col petto contro il quale le premetti una per volta, baciandole poi la suola, il cui sapore di cuoio mi fu nuovo e mi eccitò oltre le aspettative.

A questo punto lei si alzò e fece qualche passo e io la osservai a bocca aperta nel suo splendore, Dea che sfilava al mio cospetto, ipnotizzato dal suono del tacco che ritmicamente mi faceva sobbalzare il cuore.

Mi osservò con fare di attesa, poi si spazientì: "Beh che aspetti?". Lo ammetto, nella mia sciocchezza non capivo e non colsi che cosa dovessi fare. Si alterò.
"Ho detto poco fa che voglio che mi guardi bene e dal basso"
Come uno stupido, inginocchiato come ero rimasto, considerai che la stavo guardando dal basso.
Fummo al limite: "Dov'è il mio zerbino?"

Trasalii sul serio. Non avevo considerato la possibilità che volesse calpestarmi indossando i tacchi. Tacchi a spillo. Ma accadeva tutto così velocemente. Avevo paura, ma sapevo di non potermi permettere un diniego, pertanto l'istinto mi aveva già guidato a stendermi nuovamente.
"Padrona Nicole, non sono sicuro di essere all'altezza". Gli occhi di Lei fiammeggiavano.
Non parlava. "Padrona non le direi mai di no, ma non sono sicuro di poter reggere"
Mi guardò ancora in silenzio.
Poi proferì: "Via la camicia". Il tono non ammetteva repliche. E nemmeno stupidi ulteriori piagnistei. La camicia fu rimossa e così la maglietta che avevo sotto. Sentii il freddo del pavimento sotto la schiena, e Lei fu a un millimetro da me. Sentivo le punte delle scarpe sfiorarmi la pelle, e impazzivo di paura, di eccitazione, e di amore.

Sì, era una forma di amore, e decisi di non pensare più e di concentrarmi solo su quest'ultimo sentimento. Lei poggiò una scarpa sul mio torace; sentivo la suola sfiorare il collo e il tacco tra petto e addome.
"Hai detto che non c'è posto al mondo dove vorresti essere se non sotto ai miei piedi. Ora poni delle condizioni? Vuoi tornare a fare il ragazzino sgangherato e chiudere per sempre? Decidi ora."
Piangevo. "La prego Padrona Nicole no, chiedo perdono, sono uno stupido, non porrò mai alcuna condizione. Fosse anche l'ultima cosa che faccio, non ve n'è altra che valga la pena. Presi con due mani il suo piede così calzato e lo portai sulla mia bocca.

Baciando la scarpa avidamente, così le dissi: "La imploro soltanto di una cosa. Quando mi calpesterá con questi tacchi non si preoccupi di me. Potrei gemere, muovermi involontariamente; ma non scenda finché non sarà Lei a desiderarlo. La prego, mi permetta di osservarla dal basso"

Ero incredulo di quanto avevo detto, ma le parole erano sgorgate in un fiume di amore e devozione. La amavo davvero.

La vidi un istante prima che salisse: sorrise raggiante, e dolce, di quel sorriso materno che aveva mostrato la sera prima. Un momento dopo, i suoi tacchi mi inchiodarono al suolo senza pietà, e Lei, splendida e spietata, camminò sul mio corpo, offertole ormai senza difese, bilanciandosi e posizionandosi poi a pochi centimetri dal mio viso.

Subito per un istante non vidi e non udii nulla; un sordo dolore mi fece pensare che non avrei potuto farcela e mi spinse a dimenarmi, ma repressi questo istinto e mi limitai a gemere sommessamente. E la vidi: splendida Venere sul suo piedistallo, e davvero ne valeva la pena. Mi sorrideva ancora di quel sorriso e mi parlò come si parla a un bambino "Oh che c'è, ti fa molto male? Perché gemi, che c'è?" mi chiedeva, mentre 11 cm di tacchi acuminati affondavano nella mia carne.

Con mia enorme sorpresa, sentii l'aria che tornava nei polmoni, come nel primo calpestamento senza scarpe. Incredibile ma vero: lo potevo fare. Un'euforia incontrollabile mi inondò e riuscii a parlare "È meravigliosa Padrona Nicole, la prego, si vesta così alla cena".
Stavo imparando a resistere; imparai a distinguere la sopportazione del peso da quella del dolore. Per il peso è questione di abitudine, fisica, ed è lo stesso con i tacchi o senza; per il dolore inflitto dai tacchi è questione più mentale, di concentrazione, e di sottomissione. Mi sentii sprofondare sotto di Lei e a quel punto il desiderio fu più forte di ogni dolore, e desiderai che non scendesse più.

"Sono felice mio caro Guido" disse "che il mio vestito ti piaccia. Allora abbiamo scelto! Ma dimmi" sorridendo ancora con tenerezza "Non ti fa molto male vero? Ti calpesto ancora un po'? Vuoi che ti cammino sul petto? O sulla faccia, zerbino caro?"
E così dicendo andava camminando con una padronanza dei movimenti che non credevo possibile; non era poi molto lo spazio eppure sembrava letteralmente sfilare trovando sempre dove condurre i suoi passi senza scendere mai. Mi ritrovai completamente senza fiato; se ne accorse, ma spinse ancora sul posto qualche passo "Devi resistere.. devi resistere per Me.."

Poi d'un tratto strofinò energicamente le scarpe su di me come si fa su uno zerbino per pulirle e scese.

Mi guardò ancora un istante dall'alto mentre le sfilava, con quel sorriso di sadica benevolenza. Nel frattempo ero tornato a respirare a pieni polmoni e ripresi colore; ma non avevo mai smesso di sorridere. Lei si accorse che, sebbene non parlassi, ero tornato a respirare meglio e disse: "Che c'è sei di nuovo pronto?" E mi salì nuovamente sul petto ma questa volta con i collant, e mi strofinò i piedi, generoso premio, sul viso. Con le ultime forze tirai fuori la lingua per sfiorarli.

"Lo so, non ne hai abbastanza.." disse mentre metteva nuovamente alla prova il mio respiro camminando sul posto sul mio addome "Lo so che vorresti che passeggiassi ancora un po'.. sulla mia passerella.. ma è quasi ora di cena. Cerca di ricomporti"

Scese e scalcio la mia camicia verso di me.

Ero oltre il limite. Ma era vero: ero dispiaciuto che fosse scesa. Che cos'ero diventato dunque?

Inviato tramite ForumFree Mobile

 
Top
view post Posted on 10/1/2022, 23:40     +1   -1
Avatar

Luminare BDSM

Group:
Member
Posts:
1,184
Location:
Italiana

Status:


bellissimo continua
 
Top
view post Posted on 11/1/2022, 10:31     +1   -1

Professore/essa SM

Group:
Member
Posts:
222

Status:


bellissimo complimenti veramente, spero proprio ci sia un seguito e si evolva la situazione....
 
Top
view post Posted on 11/1/2022, 10:32     +1   -1
Avatar

Tappeto per Signora

Group:
Member
Posts:
65

Status:


Grazie mille! Sì ci sto lavorando, me ne occupo sempre intorno a mezzanotte, quando tutti dormono 😁

Inviato tramite ForumFree Mobile

 
Top
view post Posted on 11/1/2022, 14:24     +1   -1
Avatar

Professore/essa SM

Group:
Member
Posts:
305

Status:


Racconto veramente stupendo
 
Top
view post Posted on 11/1/2022, 15:10     +1   -1
Avatar

Decano BDSM

Group:
Member
Posts:
1,548
Location:
Roma

Status:


Rinnovo i miei complimenti. Anche il quinto capitolo è molto bello. Racconto sempre più interessante.
 
Top
view post Posted on 11/1/2022, 15:12     +1   -1

Novizio

Group:
Member
Posts:
17

Status:


Spero di poter leggere il seguito di alcuni racconti sono molto interessanti e mi fanno venire un sacco di idee
da proporre alla mi padrona
 
Top
view post Posted on 11/1/2022, 15:24     +1   -1
Avatar

Tappeto per Signora

Group:
Member
Posts:
65

Status:


Grazie ancora per il supporto ragazzi, sono in fase di ultimazione stasera con altri 2 episodi

Inviato tramite ForumFree Mobile



CITAZIONE (antarit @ 11/1/2022, 15:12) 
Spero di poter leggere il seguito di alcuni racconti sono molto interessanti e mi fanno venire un sacco di idee
da proporre alla mi padrona

Ne sono felice, e se vuoi farlo leggere alla tua Padrona sarà un onore 🎩
 
Top
view post Posted on 11/1/2022, 20:05     +2   +1   -1
Avatar

Tappeto per Signora

Group:
Member
Posts:
65

Status:


6 - VESTITA DA SERA

Mi osservavo allo specchio: erano passati diversi giorni e su tutto il petto e l'addome fiammeggiavano ancora i segni del passaggio di Nicole, in piccoli circoli ora rossi, ora quasi neri, alternati a veri e propri lividi violacei e gialli. Non c'è che dire, aveva fatto sul serio, e quella marchiatura che mi portavo addosso mi riempiva di orgoglio e di felicità, resa ancora più preziosa dal fatto che nessuno, esclusi Lei e io, avrebbe compreso, là fuori, in quel mondo esterno che per me si faceva sempre più ovattato e contava sempre meno.

Nei giorni a seguire non si era ripetuta una situazione come quella di quel pomeriggio, ma questa volta la magia non era stata bruscamente interrotta da Nicole come in precedenza. Gli sguardi e le occhiate erano espressivi, e in qualche occasione quando ci eravamo trovati da soli mi aveva concesso spesso di baciarle i piedi come segno di immensa devozione, che non mancavo di dimostrarle, ma non si era più spinta oltre a questo. Pur assecondando il tributo, mi congedava quasi subito con un delicato "Ora vai". Persisteva il suo mistero, ma il legame non era reciso, e pertanto attendevo sempre con rinnovata speranza ogni occasione di incontro in casa e l'imminente partenza di papà per il weekend in Lussemburgo.

E arrivò il giorno di quella cena prevista in casa nostra. Avevamo una domestica e cuoca, che però veniva solo la mattina dei giorni feriali, perché papà non amava troppo "avere gente per casa", ma in occasione della cena si trattenne per occuparsi di tutto e furono ingaggiati a ore addirittura due camerieri per l'occasione. Papà sarebbe arrivato con gli ospiti per l'orario di cena, e nel primo pomeriggio telefonò che c'era un cambio di programma per la partenza. Mi sentii venire meno. Non sarebbe più partito? Non proprio: si scusava con noi, ma sarebbe dovuto partire subito dopo la cena. Una volta terminata si sarebbero recati immediatamente all'aeroporto.

Mi sentivo trasecolare, non provavo quella sensazione di attesa impaziente ed euforica da quando ero bambino e mi promettevano qualche cosa di speciale. Nicole girava per casa e sembrava felice che fosse in programma la cena, chiacchierava con la domestica, sempre a suo modo, mai rumorosa, mai sopra le righe, ma decisamente allegra. Si preoccupò di come mi sarei vestito e scelse per me un abbinamento con cravatta; poi la sentii chiudersi nel bagno e prepararsi.

Poco prima delle 18:00 apparve chiamandomi sulla porta e la seguii nella sua stanza. Nel suo ambiente, ricolmo dei suoi profumi, la vista di Lei pronta per la serata, con il trucco che ne esaltava ogni dettaglio, fu letteralmente come un fendente, che mi lasciò tramortito. "Fammi vedere, come ti sei conciato" sorrise nella sua versione "materna", mentre cercava di raddrizzarmi la camicia e la cravatta, che avevo in qualche modo tentato di vestire alla meno peggio.
"Che disastro! Bisogna aiutarti a vestirti come i bambini.. come sei messo però non si può aggiustare, aspetta, bisogna rimetterla.." Mi fu dietro e armeggiò con la cravatta.

Il suo profumo mi avvolgeva completamente e confondeva tutti i miei sensi. Si muoveva lentamente e sentivo la sua bocca, così rossa, estremamente vicina al mio collo. "Un vero disastro.." disse ancora, e invece che sciogliere il nodo della cravatta la sentii ritrarla verso sé e avvolgerla con gesto fulmineo attorno alla gola, provocandomi un'improvvisa e completamente inattesa sensazione di soffocamento. Come riusciva ogni volta a sorprendermi, era davvero indescrivibile. Volli accennare un sorriso per quello scherzo, ma la dolce, allegra dama che si stava prendendo cura di me in quel momento in modo addirittura materno, non allentava la presa. La vidi riflessa nello specchio e colsi il suo sguardo, che non era più quello di scherzosa confidenza.

Iniziai ad accasciarmi abbassandomi e Lei seguì il movimento spingendomi leggermente, e in contemporanea allentando leggermente la stretta, in modo che potessi tornare a respirare, il giusto da consentirmi di tossire furiosamente appoggiato su un fianco. Lei mi osservò sedendo su una poltrona accanto e sollevò leggermente una gamba, carezzandomi il viso dalla fronte alla bocca con un piede velato. "Su piccolo, torna in camera tua e sistemati per bene, che è quasi ora. Se hai bisogno di una mano per la cravatta, chiamami pure".

Ero incredulo, non sapevo che provare, al cospetto di quella donna, per la millesima volta trasformata sotto i miei occhi, più bella che mai. Annuii e ancora una volta, afferatole il piede, con il respiro ancora spezzato, me lo strofinai sul viso baciandolo con inspiegabile gratitudine, e sparii nella mia stanza, dove con molto maggiore impegno mi ricomposi più adeguatamente.

Che cosa dovevo aspettarmi da Nicole? Ormai non mi erano nuovi questi pensieri. Giocava con me come il gatto con il topo e in alcuni momenti sembrava davvero non avere alcuna pietà nei miei confronti. Avrebbe anche potuto uccidermi? Ma che sciocco, ero proprio un bambino ad avere questi pensieri, mi dicevo. E quella tenerezza che mostrava nei miei confronti che cos'era? Dove andava a finire, in un battito di ciglia, quando si trasformava in una Dea tanto spietata? E tutto questo mi faceva male? Quanto male? La verità era sempre la stessa. Non importava; non importava assolutamente nulla fin tanto che mi era concesso anche solo un istante tra le sue mani o sotto ai suoi tacchi.

Giunsero gli ospiti e la cena fu servita; non fu certo un divertimento per me, tra conversazioni stucchevoli e formali alle quali non partecipavo minimamente, e nelle quali non venivo certo invitato a partecipare. Per tutto il tempo osservavo Nicole, così bella come mai l'avevo vista prima, attendendo uno sguardo di intesa in quella situazione o uno spunto di conversazione. E per tutta la serata, Lei non ricambiò un singolo sguardo. Non lo fece mai: nemmeno per sbaglio.

In alcuni momenti quasi disperai, mi sentii pieno di ridicolo, non mi preoccupavo nemmeno che qualcuno potesse notare quanto la fissavo. Se anche mi avesse rivolto il più fuggevole sguardo, a rassicurarmi sulla mia esistenza, non avrei voluto perderlo. Anzi, nel corso della serata bevve del vino rosso e, pur nella sua magistrale compostezza, mai sguaiata, mai eccessiva, era evidentemente più disinvolta e allegra del solito, nell'interpellare ora l'uno, ora l'altro commensale, con il suo inglese naturale o con il suo italiano con quel lieve accento così irresistibile. Alla fine della cena, sentivo le mie vene drenate di ogni fluido, e la più nera disperazione aveva invaso la mia mente.

Nessuno sembrava averlo notato.

Mio padre e gli ospiti si prepararono a partire; l'ora si avvicinava. Mi abbracciò e mi salutò con le solite raccomandazioni e con una rassicurazione, "tranquillo, non preoccuparti, con Nicole sii a tuo agio, ormai per lei sei quasi un figlio". Io ero molle e passivo come non mai, ma anche questo passò inosservato.

La casa tornò quasi silenziosa, con i soli rumori dei domestici che terminavano il lavoro, mentre Nicole fumava in veranda. Non passò molto tempo che tutto fu sistemato e restammo soli a casa. Ancora del tutto impossessato da quel sentimento puerile, restai sulle mie ma senza perdere di vista la porta della veranda. Quando Nicole sarebbe rientrata, l'avrei quasi ignorata salutandola freddamente e andando a dormire, come Lei aveva ignorato me. Ma ecco il rumore della porta e il mio cuore sobbalzare fino alla gola.

Il rumore dei suoi tacchi ed eccola davanti a me; pochi secondi per decidere il da farsi, cosa dire e come accomiatarmi immediatamente. Non mi concesse tutto quel tempo. Con quello sguardo nuovo, corroborato anche dal vino, con il viso ancora splendidamente incorniciato dal trucco, non ritenne necessario dire alcunché: mi afferrò per la cravatta trascinandomi verso di sé mentre si voltava in direzione del divano. Fui in ginocchio in un istante, mentre la seguivo gattonando, preso al guinzaglio. Pochi centimetri davanti a me, le sue gambe, i suoi collant beige, le sue scarpe décolleté con tacco a spillo che mi avevano straziato qualche giorno prima. E di nuovo ci eravamo: semplicemente, nient'altro importava.



Inviato tramite ForumFree Mobile

 
Top
view post Posted on 11/1/2022, 23:05     +4   +1   -1
Avatar

Tappeto per Signora

Group:
Member
Posts:
65

Status:


7-IL POSTO CHE MI SPETTA

Fui in ginocchio al suo cospetto, mentre lei troneggiava sul divano, e ancora non mollava la presa del mio guinzaglio, che trasse a sé energicamente. "Mi gira un po' la testa" disse "Meno male che ho qui il mio servetto pronto a tutto per aiutarmi". Dentro di me dirompeva un contrasto di sentimenti, ma ancora una volta a vincere era Lei. "Vieni qui sotto, dai" disse ancora traendomi verso il divano, che aveva una struttura rialzata, che permetteva, stringendosi un po' di sdraiarcisi sotto fino alla vita. Naturalmente non era concepito per questo e per assecondarla praticamente mi ci incastrai.

L'allegria di Nicole diventava incontenibile, e trovava estremamente divertente quella mia situazione goffa come non mai. "Bene bene", disse poggiando entrambi i piedi, ancora calzati nelle scarpe, sul mio petto. "Ho proprio bisogno di togliere queste scarpe ma prima fammi divertire ancora un po'.." Sorrise mostrandomi gli splendidi denti, mentre spingeva sadicamente i tacchi alternandoli ovunque sul mio corpo bloccato alla sua mercé. Mi ordinò di togliere la camicia e mi adoperai per riuscirci costretto in quella posizione. La cravatta la prese lei e mi osservò una volta a petto nudo. "Hai ancora dei bei segni.. hai la pelle delicata cucciolo" poi un lampo: "Dobbiamo irrobustirla un po'". Riprese la sua tortura sulla pelle nuda e già segnata, tormentando da seduta il mio torace e il mio addome con quei tacchi acuminati, finché i miei gemiti diventarono una sorta di grugnito, quando non potei sopportare oltre, che la fece ridere di gusto.

Sì fermò, alzando le gambe e appoggiandole sul divano, non smettendo di osservarmi divertita. Respiravo profondamente con il petto che mi pareva un autentico incendio, e non riuscivo a pensare più a niente, se non a riprendermi fisicamente.

Passò qualche istante, e Lei si slacciò le scarpe. "Beh, sei vivo?" Domandò tra il divertito e lo spazientito. Le scarpe caddero sul pavimento con rumore e lei mi fece segno di alzarmi per quanto potevo. Forzai sugli addominali e riuscii a sollevarmi, con le gambe sempre bloccate sotto al divano. Lei mi si fece vicina, la testa quasi contro la mia, come non era mai accaduto, e mi legò nuovamente la cravatta, questa volta proprio come un collare. "Massaggiali" mi disse quindi, appoggiando le estremità velate sul mio basso ventre e facendole scorrere su tutto il torace martoriato fino a toccarmi il viso. Non posso descrivere l'aroma che si sprigionava. Un'essenza intensa, corposa, maledettamente femminile, che apriva il portale di mondi lontani, dove volevo perdermi per mai più tornare. Inutile mentire. Che importava della dignità, dell'amor proprio? Parole vane, fatte per chi non conosce questa estasi.

Li massaggiavo da circa venti minuti, cercando il più possibile di non muovermi, vedendo Nicole che aveva socchiuso gli occhi e si abbandonava a un sonno leggero. Mi inarcavo con sforzo, cercando il più possibile di posizionarmi né troppo in alto, né troppo in basso, in linea con il divano, a sostenere i Suoi piedi sul mio petto nel modo più comodo che potessi per Lei, massaggiandoli con le mani e con la lingua.

Iniziavo a pensare a che cosa fare se si fosse addormentata. Restare così fino al mattino? Oppure adagiarla sul divano e dormire accanto sul pavimento? Ma a un tratto, ad occhi chiusi, mi parlò: "Tu che cosa vuoi da me, Guido?" Un suo piede in mezzo al petto, l'altro sulla bocca, mi colse completamente di sorpresa e mi spaventò.
Non risposi.
Aprì gli occhi: "Che cosa ti aspetti che io sia per te Guido?"
Lo sentivo, tornava a trasformarsi ed io nuovamente del tutto alla sua mercè - del resto bastava guardare la posizione in cui mi trovavo. Di che cosa stupirsi?

"Sono la tua migliore amica?" Chiese, facendo scorrere a ritroso i piedi in direzione del mio ventre e iniziando a muovere dei lenti pestoni sul posto, all'altezza dell'ombelico.
Sì spinse con le mani sul divano per agevolare il movimento; seduta, mi pestava con un movimento lento e inesorabile sul posto: "SONO LA TUA MIGLIORE AMICA IO?"

Non sapevo cosa rispondere, all'enigma della mia splendida Sfinge, e balbettai: "Nicole io non.."
Si alzò d'un colpo, con tutto il peso sul mio addome, mentre con le gambe continuavo a restare sotto al divano. Il calpestamento si fece energico e a peso pieno, e ogni pestone mi spezzava il respiro. "Tu vuoi che io sia la tua fidanzata? La tua mamma che ti riempie di attenzioni?" Completamente sconfitto, mi abbandonavo agli eventi, scegliendo di non parlare. Ora stava pestando sul petto, sfiorando a ogni passo il mento, quindi premette un piede per metà sul collo. "Vuoi che sia la tua puttana?"

Scese dal mio corpo e si allontanò brevemente, per poi ritornare nella mia direzione. "Esci di lì sotto e appoggiati al divano". Ordinò.

Un dolore nuovo mi strappò un urlo e il fiato. Non potevo crederci, Nicole mi stava percuotendo! Non sapevo come, ma ritmicamente sentivo la mia schiena sferzata mentre Lei riprendeva: "Io non sono la tua puttana, non sono la tua mamma, non sono la tua fidanzata e non sono la tua migliore amica".
"Lo so Padrona Nicole, la prego, perché mi dice tutto questo?"

Mi affibbiò ancora una serie di colpi, poi mi afferrò per i capelli e mi sollevò, suggerendomi il movimento di lasciarmi cadere prostrato sul pavimento, questa volta parallelamente al divano.
Quindi, con la naturalezza che le era propria, mi salì sull'addome e si sedette, posando nuovamente i piedi velati dove loro spettava, sul mio petto, a sfiorare il collo. Tra le sue mani un frustino di cuoio nero da fantino, con la cui punta prese a carezzarmi la bocca.

"Caro il mio Guido" riprese a parlare in modo suadente e confidenziale, mentre anche i suoi piedi velati si muovevano impercettibilmente a carezzarmi il collo e il petto "Cerca di liberarti da certi pensieri, da certe gelosie... infantili. Non è così che mi fai felice. E tu vuoi farmi felice. Perché non vuoi che sparisca tutto questo"
"No Padrona Nicole, no davvero"
"Tu non vuoi che questi segni" premette un piede sul torace, sui lividi lasciati dai tacchi, "scompaiano senza venir rinnovati.. e allora impara la tua lezione, e ricordati il tuo posto"
Detto questo si alzò un'ultima volta e dondolò il suo peso su di me.
"Le marchiature che porti addosso, ti siano di buona memoria"

Detto questo mi lasciò sul pavimento. Dovevo davvero imparare. Pur adorandola, ancora una volta mi ero trovato a sottovalutarla. Dunque anche il più piccolo dei miei pensieri, delle mie reazioni, non le restava nascosto e non mi era perdonato facilmente.

Mi addormentai stremato così, accanto al divano.

Inviato tramite ForumFree Mobile



Edited by VelvetCarpet - 11/1/2022, 23:48
 
Top
view post Posted on 11/1/2022, 23:24     +1   +1   -1
Avatar

Luminare BDSM

Group:
Member
Posts:
1,184
Location:
Italiana

Status:


sempre meglio
 
Top
view post Posted on 12/1/2022, 12:14     +1   -1

Professore/essa SM

Group:
Member
Posts:
222

Status:


bellissimo si legge tutto di un fiato e non è mai scontato!
Complimenti
 
Top
view post Posted on 12/1/2022, 12:45     +1   -1
Avatar

Cavaliere BDSM

Group:
Member
Posts:
746
Location:
Milan

Status:


Bravissimo VelvetCarpet e veramente coinvolgente il carattere (intendo il personaggio) di lei. Credo che un'esperienza, se vissuta, ti faccia polarizzare completamente il cervello su di lei durante tutto il giorno; da parderci la testa!!!

Continua ti prego
 
Top
view post Posted on 12/1/2022, 14:23     +1   -1
Avatar

Tappeto per Signora

Group:
Member
Posts:
65

Status:


CITAZIONE (Alex Bresso @ 12/1/2022, 12:45) 
Bravissimo VelvetCarpet e veramente coinvolgente il carattere (intendo il personaggio) di lei. Credo che un'esperienza, se vissuta, ti faccia polarizzare completamente il cervello su di lei durante tutto il giorno; da parderci la testa!!!

Continua ti prego

Grazie ragazzi

Io nell'andare avanti a scrivere intanto mi sto prendendo una mezza cotta per il personaggio di Nicole pur avendola inventata io 😂😂 Che dite, è possibile? 😬
 
Top
81 replies since 8/1/2022, 12:30   42530 views
  Share