Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Rumene

« Older   Newer »
  Share  
ofetish
view post Posted on 4/4/2021, 09:06 by: ofetish     +1   -1
Avatar

Professore/essa SM

Group:
Member
Posts:
119
Location:
italia

Status:


racconto travato su legami

Quando bevo un bicchiere di troppo tendo a fare il simpatico.
La cameriera mi guardava sorridendo appoggiata al bancone mentre avevo cominciato a raccontarle storielle divertenti ma poi si ricompose la scollatura e vedendo che le ammiravo troppo il davanzale disse scherzando: "vuoi prendere una sberla?" con accento est-europeo.
E io per pronta battuta risposi ridendo:"...potrebbe anche piacermi"
"Ah sì?" Disse lei "Allora aspetta...chiamo mie amiche"...io stetti al gioco e mi misi a ridere. Un paio di allusioni dopo che le reggevo il gioco sempre in tema, mi disse:"Ma sei sicuro che ti piace questo genere di cose? Davvero?" E io, complice l'alcool. Anuii. E lei fece davvero una telefonata, di cui però non capii l'esatto significato, subito dopo mi porse la mano e mi disse:" Andiamo, vieni." E io complice la naturalezza,la bellezza e la simpatia la seguii in macchina, dove mi sedetti al lato passeggero.

Arrivammo dopo poco al parcheggio dell'Ikea, dove c'era un'altra macchina ad aspettarmi con altre ragazze: c'erano tre rumene. La prima fumava nervosamente, in piedi, con i capelli castani lunghi e mossi, i jeans e le ballerine. La seconda aveva i capelli nero corvino, era anch'essa in piedi vicino alla macchina impaziente e portava stivali neri alti alla coscia, calze nere e gonna nera.
La terza invece era seduta in macchina, aveva i capelli chiari raccolti e riuscivo a malapena a vederla.
Nel parcheggiare le guardavo sorridendo compiaciuto di tante donne che mi stessero aspettando.
Cominciarono a parlare tra di loro e decisero di spostarsi da quel parcheggio, troppo pieno di gente.

Noi due arrivammo per primi in una sorta di cantiere edile deserto, scendemmo dalla macchina e andammo verso l'altra macchina che stava arrivando nel frattempo. Lei camminava dietro di me mentre le altre parcheggiarono poco lontano quasi sbarrandoci la strada e le due davanti scesero subito.
"mettiti giù" mi sospirò all'orecchio con tono che infondeva fiducia.
Così mi inginocchiai e guardai le altre incedere con decisione, mentre sentivo distintamente il suono della ghiaia del cantiere che si schiacciava come sabbia ad ogni passo degli stivali.
La donna con i capelli corvini si fermò a pochi centimetri da me e mi fece cenno di baciarle gli stivali. Così feci. Qualcuna sghignazzò, poi la ragazza dietro di me si accovacciò alle mie spalle, con una mano mi teneva e stringeva il petto, mentre con l'altra mi sollevava la testa tenendola per i capelli.
La ragazza nero corvina mi tirò una sberla, non troppo forte e allora l'altra cominciò a darmi calci sui fianchi, mentre quella dietro cercava in qualche modo di darmi dei pugni come meglio riusciva.
Belle e statuarie, con lo sguardo fiero e ricco di rabbia presero man mano confidenza col mio corpo e ,vedendo la mia sottomissione, rincararono piano piano la dose, dandomi schiaffi sempre più potenti, calci sempre più forti, alzando sempre di più il tono della voce.
Il mio respiro aumentava, il dolore si faceva insopportabile, mi chiedevo come mai ero finito lì e volevo andarmene. Non so cosa mi tenesse lì a subire, forse la paura di fare una figuraccia chiedendo pietà dopo la prima sberla seria. Sentii una goccia sul viso e io sperai nella pioggia.
Le mie paure erano anche il fatto che potesse restare qualche segno, visto che ogni tanto pioveva qualche pugno sulla faccia. La ragazza castana allora mi prese per i capelli e mi premette forte contro il pube, poi mosse più volte il bacino come nell'atto di scoparmi in bocca.
Allora l'altra ragazza chiamò quella che era rimasta in macchina , seduta con la portiera aperta a guardare, invitandola ad approfittare.
Arrivò anche lei, la più giovane, con poca convinzione, a darmi qualche schiaffetto leggero con le dita morbide e fini, quasi piacevole al confronto. E qualche piccolo calcio con le adidas bianche che forse aveva paura di sporcare. Allora la più grande le suggerì di provare una cosa: fu così che si tolse una scarpa e, sorretta dalle altre due, mi passò il piede sulla faccia più volte, dicendomi qualcosa nella sua lingua.
Adesso cominciava a piovere serio, decisero di andarsene e mi guardarono un'ultima volta prima di salire in macchina, fumandosi una sigaretta in piedi sotto l'ombrello aperto.
Ce ne andammo anche noi, finalmente mi alzai, le gambe mi facevano male e sotto le ginocchia sentivo la fastidiosissima ghiaia.

In macchina regnava il silenzio, poi la cameriera mi guardò dispiaciuta e sorridendo mi disse:" Non pensavo che le mie amiche fosserò così violente..." poi tornammo fuori dal bar, "aspetta" mi disse e con un fazzoletto di carta mi tolse un po' di sporco dalla faccia.
Scesi dalla sua vettura e entrai finalmente nella mia comoda, calda, auto.
Accesi il motore e l'autoradio e mi diressi a casa, verso una dolce doccia restaurante.
 
Top
1 replies since 4/4/2021, 09:06   3377 views
  Share