PIEDI, IPNOSI E PADRONI
Parte dodicesima:
SESSO.
Magda fini’ di gustare gli ultimi sorsi che la bottiglia di vino ancora le concedeva.
La prese in mano e rigirandola nella livida luce della lampada (che cominciava a darle sempre più fastidio) ne contemplo’ l’etichetta:
Un putto, provvisto delle classiche alette e faretra, sembrava farle scherno guardandola con un sorriso sibillino, era raffigurato nell’azione di incoccare la freccia ma questa, curiosamente, sembrava puntare lontano, assai distante dalla sua direzione...
Il nome del vino non le disse nulla, ne avrebbe fatto particolare differenza non essendo un’esperta.
Il sapore era ottimo.
Come sempre e Come tutte le cose che gli riusciva di mettere mano in quella maledetta villetta, era fonte di un piacere che non apparteneva alla consuetudine dei suoi standard!
Quella considerazione, più che innescare in lei l’ennesima sensazione di trionfo, che la pervadeva a ogni piccola o grande appropriazione a scapito dei suoi odiosi benefattori, le rimase impastata nel palato, lasciandosi dietro un sapore agrodolce.
Lascio’ che a quello ci pensasse il rosso intenso,
Lo senti’ dall’interno, sciacquarla, traversando le sue forme decise e solleticandole lo sterno mentre avvertiva l’accendersi delle gote.
Poi con l’alluce ruvido e carnoso si trovo’ a percorrere i tratti delicati del ragazzo che giaceva riverso a terra.
Ai suoi piedi.
Lo schiaffeggio’ appena sugli zigomi usando gli alluci, senza ottenere nessuna reazione:
Il respiro calmo e regolare di Marco seguiva indisturbato, accompagnato dai movimenti del suo ventre concavo e invitante.
“Il confine dei ruoli che spettano a entrambi era stato finalmente varcato!”
Penso’ Magda per distrarsi.
-Eh si’!-
“E senza bisogno di dirlo, tutto e completamente a beneficio mio!”
Guardo’ il piatto di Marco lasciato sul tavolinetto basso, in cui fra i grumi della minestra le sembrava quasi di riconoscere le scaglie di pelle che si era grattata dai talloni per poi aggiungere durante la preparazione.
Sapeva fin troppo bene perché aveva usato l’ipnotico.
E il miserabile era andato giu’ pateticamente, come previsto, poco dopo averlo ingerito.
Presto avrebbe avuto due docili schiavi alla sua merce’.
Si ma perché quel gesto coi piedi?
Si scopri’ a poggiare la pianta sul petto del ragazzo.
Il contrasto fra la carne viscida e molle della sua estremità
contro il cotone fermo, piacevolmente inamidato della camicia di Marco, la turbo’.
Poteva sentire che sotto il vestito, lui era in perfetta forma fisica e senza un minimo filo di grasso.
Ritrovo’ il corso dei suoi pensieri.
Sicuramente doveva essere stato per umiliarlo...
-Esatto!-
E la parte più bella era stato preparare l’attimo, la seduzione, il calore, il contatto!
Si...!
Avrebbe dovuto esserne tutta orgogliosa!
Infatti lo era!
L’avergli avvicinato le labbra per tutto quel tempo, offerto i suoi seni e porto le cosce pur sapendo che l’ipnotico avrebbe fatto effetto sul più bello...
Gia’!
Che maestria!
Le pupille del giovane già larghe per l’atmosfera soffusa e il desiderio erano quasi implose con gli effetti della droga...
E lei aveva parlato per umiliarlo.
Per distruggendolo.
Giochicchio’ nervosamente col bicchiere:
Ormai vuoto del suo contenuto, rimaneva solo il colore dei piccoli aloni cremisi lasciata da qualche goccia sul fondo.
Si chiese con una punta di fastidio se Marco fosse stato ancora in se mentre lei metteva in chiaro che fra loro oltre quella carezza sulle cosce nulla sarebbe stato.
Lo avrebbe svegliato!
Avrebbe sfruttato quella docilità farmacologicamente indotta per ridefinire anche i rapporti con lui!
...E poi era sicura che avesse sentito!:
Che non se ne fosse svenuto beato!
Un’ espressione che tradiva una infinita tristezza e fatale rassegnazione aveva tirato i lineamenti del Maritino.
Cosi’ le era parso.
No non le era parso: Era cosi’!
Cosi’... E Basta!
Con crescente fastidio comincio’ a cercare di raschiare le tracce rubizze sul fondo del bicchiere.
Che stupida!
Aveva scelto quegli strani affusolati bicchieri da spumante e adesso le sue dita arrivavano appena a sfiorarne il fondo!
-Perché non ho preso gli altri?-
Si trovo’ a chiedersi a bassa voce.
Una sensazione esasperante di indefinibile insoddisfazione sembrava avvinghiarla con crescente insistenza.
Doveva essere l’effetto del vino.
“Davvero Cara?! Io pensavo che invece avessi cominciato proprio per quello!”
Fu come se una voce interiore si fosse accesa in lei con spietata pacatezza.
“Vuoi sapere perché hai scelto quei bicchieri idioti? O perché ti senti uno schifo?”
“Perché sei una donna Patetica.”
Magda Scaglio’ con rabbia il bicchiere contro il muro facendolo finire in mille pezzi.
Marco emise un gemito e la Matrona percepii il movimento della sua palpebra premuta contro la carne tenera dell’arco plantare.
Nonostante la sua rabbia, quasi senza pensarci, aveva continuato a premere con delicatezza il piede sul viso addormentato del giovane.
“Sei una donna Patetica. Hai voluto prendere quei bicchieri perché nella tua mente semplice, da pezzente, quelli sono i bicchieri “chic”.
Come tutti i gli infimi, non hai guardato allo scopo, al tuo benessere, ma hai lasciato che fosse un suggerimento inconscio a farti vedere, nel mezzo, l’oggetto!”.
La voce parlava chiaramente dentro di lei, imperterrita di fronte alla sua scenata e senza tentennare:
Parlando con un tono e una verbosità... familiare.
Era lei.
Piu’ giovane.
più idealista,
più magra.
Quando aveva appena cominciato a insegnare psicologia, e l’idea che sarebbe bastato quello a cambiare il mondo le sembrava molto più realistica di quella di compiere quarant’anni!
-Gia’... ai tempi avevo carattere!-
Si trovo’ a tentare di rassicurarsi, alzando la voce quasi dovesse farsi udire da qualcuno li con lei.
“Si ma non c’era invidia nelle tue condanne.
Non eri indecisa e non lo sei mai stata... ma non basavi il tuo giudizio chiedendoti se sarebbe stato ricambiato o meno!”
Di nuovo ebbe percezione del viso del ragazzo sotto di lei, il triangolino del suo naso espirava e inspirava piccoli sbuffi di aria tiepida che le solleticavano il tallone.
Era giovane.
Bello di una bellezza delicata e fresca, cosi’ come la sua consorte che tanto odiava.
-Odio entrambi!-
“Li odi perché hanno ciò che tu vorresti avere o semplicemente hai avuto e perso...”
“E’ un odio che palesato lusinga Sai?!”
Fece per alzarsi e andare in cucina ad aprirsi un’altra bottiglia di vino.
Sconvolta.
Si sentiva cosi’.
E anche furente.
Eppure si limito’ a sporgersi in avanti a osservare l’espressione di Marco che riposava beato.
Cosi’ come l’aveva fatto con le piante dei piedi, percorse i tratti del viso carezzandolo con lo sguardo.
“Sfrutti la situazione? Brava! Poi quando riaprirà gli occhi dovrai essere Regina. Tanto vale godersi l’attimo.”
Magda chiuse gli occhi immediatamente cominciando a premersi sulle tempie convulsamente.
L’alcol e il tessuto di viscosa l’avevano resa grondante.
Avrebbe voluto che qualcuno le togliesse il blazer...
-Basta!-
...L’aiutasse a sfilarsi il dolcevita...
-Basta! Basta! Basta!-
...E premesse su di lei il suo corpo asciutto e definito nei punti in cui sentiva di essere piu’ umida e vulnerabile.
-Basta! Basta! Basta! Basta! Basta!-
Rimase cosi’ un poco, lasciando che l’affermazione diventasse cantilena, avvertendo il picchiettare delle lagrime sul dorso delle cosce.
Temeva che il fermarsi, il silenzio avrebbe ri-innescato quel doloroso battibecco contro il formidabile avversario interiore su cui nessuno vince mai.
Non si accorse che a un certo punto il peso sotto i suoi piedi non c’era più, finche’ non avverti le punte degli alluci intirizzirsi appena:
Fuori la pioggia batteva, L’effetto dell’alcol la stava abbandonando, lasciandola stanca e infreddolita.
Apri’ gli occhi:
Lui si era seduto li sul tappeto, vicino alle estremità che fino a poco prima avevano languito comodamente sul suo viso e petto.
Non sapeva dire per quanto fosse rimasto li ad osservarla.
La guardava in silenzio, con un’espressione indecifrabile negli occhi.
Poi, dopo un momento che sembro’ eterno, in cui nessuno disse nulla, si alzo’ e con gentilezza si sedette affianco a lei.
Le prese la mano ruvida nelle sue più chiare senza proferire una parola.
Sorresse il dorso con delicatezza, ruotandolo, esponendo il palmo rosato e morbido che contrastava con la pelle olivastra del resto della carnagione cosi’ singolarmente.
Rimase a contemplarlo incantato per qualche attimo, poi lo porto’ alle labbra, lasciando piccoli baci, ma decisi e, dall’intensità con cui la sua bocca si soffermava sulla pelle prima di schiudersi, carichi di significato.
La guardo’ negli occhi.
Magda avrebbe potuto interpretare la sua espressione con
“Va tutto bene?”
O
“Va tutto bene!”
In entrambi i casi le sarebbe piaciuto.
Marco sempre reggendole il palmo, con l’altra mano le avvicino’ il viso al suo.
La donna inspiro’ e lo lascio’ fare.
Si baciarono in silenzio tenendosi per mano.
Le bocche schioccavano producendo fili di saliva lucenti, solo per riavvolgerli nuovamente e lasciare languire le labbra in nuovi, morbidi, contatti.
Marco non faceva il minimo tentativo di infilarle la lingua in bocca, ma anzi si muoveva con crescente smania su tutto il suo viso, esplorando i tratti di cui tanto rendeva manifesta adorazione e raccogliendo l’umidità di quelle lacrime navigate per poi gustarne il sapore salato.
Il ragazzo sfilo’ la giacca alla donna con una delicatezza tale che pareva quasi un’ intima cortesia che il principio di quello che stava per venire, e si trovo’ avvolto dal calore frustrato in cui le forme convolute di Magda avevano marinato per tutto quel tempo, esasperate e ansiose che qualcuno le liberasse.
Lei lo accarezzo’, poi abbandono’ il suo viso solo per torcere leggermente il busto e suggerirgli la prossima mossa.
Marco aiutandola la alleggerì anche del dolcevita che senza il suo aiuto sarebbe venuto via ingloriosamente, deformandosi.
Quando torse il busto di nuovo verso di lui, il reggiseno accompagno’ l’enorme porzione abbronzata sotto gli occhi ammaliati del ragazzo.
Sorridendo Magda si godette l’espressione graziosa del ragazzo distorcersi per un attimo:
deglutì un poco mentre la resistenza ad incollare le labbra su quei seni immensi fu palesemente visibile.
Poi bacio’ la porzione esposta, ma con dolcezza e rapidità, ringraziando formalmente la Dea per quel simbolo di fertilità tanto esplicito e incantevole.
Quando il suono di un lampo esplose, il giovane fece per alzarsi, come memore di qualcosa di importante.
-Marco aspetta... tua moglie... e’ di la, l’ho chiusa nella stanza degli ospiti, non ci disturberà, ma sta bene... possiamo rimanere qui e non essere disturbati.-
E le loro labbra si unirono di nuovo.
Lei con naturalezza, porto’ le mani dietro la schiena e slaccio’ il reggiseno, lasciando che la sua carne morbida fosse libera di investire il corpo asciutto del giovane.
Carezzo’ il viso di Marco, lo prese fra le sue.
Stacco’ le labbra e si fece guardare negli occhi.
Allora indico’ al di sotto:
i pantaloncini di lino che rappresentavano l’ultima zona candida di un corpo sudato che altrimenti, sotto il riflesso delle luci, sarebbe stato di rame e d’oro.
Lui obedì alzandosi e tendendole i lembi del tessuto.
Lasciando ai polpacci vigorosi e ai fianchi esotici della donna lo sforzo di conquistarsi la libertà da se, da quell’attillata prigionia con movimenti decisi e sensuali.
Marco si godette lo spettacolo per poi rimanere in piedi con i lembi dell’indumento floscio a pendergli in grembo, mentre la fissava in trance:
Nuda, bagnata con solo gli slip addosso, Magda sembrava un bronzo greco che riportato alla luce dopo migliaia di anni, fuga col suo aspetto qualsiasi dubbio sulla validità di dell’attesa.
Quei fianchi immensi e le cosce voluminose portavano lo sguardo in un’unico, indiscutibile, punto.
E lo facevano con un assurda unione di lasciva malizia e solenne severità, fra l’invito sensuale e il comando perentorio!
Divertita, la Donna, gli dette una leggera pedata con la pianta sulla gamba, per svegliarlo dall’ipnosi in cui sembrava caduto.
Poi mentre osservava le mani del ragazzo sfilarle gli slip con la tipica delicatezza che lo contraddistingueva, fu colta da una nuova riserva.
L’elastico le solletico’ l’interno coscia per poi carezzarle la gamba e la caviglia.
Tutti i rapporti che Magda aveva sempre prediletto, violenti e rudi avuti con uomini altrettanto violenti e rudi (e possibilmente scuri!) avevano completamente cambiato la percezione del suo corpo, deformandolo come d’altronde avevano fatto tutti gli altri piaceri carnali in cui aveva indugiato nella vita!
Non era abituata a preliminari lunghi e affettuosi.
Era una donna che aveva bisogno di mani forti che a tirarle i capelli e dita avide a ghermirle i seni rivendicandone il possesso.
L’idea di una lunga sequenza di baci, in cui non si era ritrovata la bocca reclamata dalla lingua del compagno, l’aveva turbata:
Non era stata assolutamente un’esperienza sgradevole fino a quel momento, e Marco aveva compensato con una serie di gesti che erano piacevoli sia fisicamente che spiritualmente essendo stata quella sequenza una continua, dolce e premurosa lusinga.
Ma La Donna si chiese, osservando che la larghezza della sua coscia era tre volte la mano del ragazzo, se sarebbe stato fisicamente possibile un rapporto sessuale soddisfacente.
E con ulteriore confusione si rese conto che più che personale, l’apprensione era rivolta verso Marco.
A ciò che avrebbe potuto dire o pensare, ora che la Matrona si era liberata di tutte le sue difese.
Lei era sicura di volerlo.
Marco procedette con gesti calmi e spontanei.
Si sedette fra le sue gambe divaricate e poso’ le mani ai lati dell’inguine morbido:
Era perfettamente depilato e essendo più chiaro rispetto al resto del corpo, aveva una bellissima colorazione caramellata che andava a scurirsi avvicinandosi alla vagina.
Marco premette con i pollici rilassando e tendendo la carne intorno e le labbra dell’utero che si schiusero con un rumore colloso e grossolano.
Fu un contrasto delizioso con il suono delle labbra del giovane.
Che la bacio’ premendo con dolcezza sui contorni frastagliati di quell’organo tanto inclementemente manipolato nel tempo.
-Mi piacerebbe poter essere io a rasarti la prossima volta che fai il bagno.-
Sussurro’ il giovane per la prima volta da quando si era svegliato.
Magda senti’il bisogno di attirarlo a se, di baciarlo, di usare il suo fisico giovane e asciutto per detergere tutta la stanchezza di quegli anni e dei suoi fallimenti.
Incrocio’ le gambe dietro la schiena di Marco e lo attiro’ a se con improvvisa impazienza.
Lui si levo’ la camicia, si slaccio’ i pantaloni e con il bacino a contatto con il ventre della donna, comincio a strofinare la punta del sesso sull’ l’ingresso:
Penetro’ con delicatezza senza iniziare subito pero’.
Le sorresse la nuca, (approfittando di quell’occasione per baciarla) e infilo la camicia fra il poggia braccio del divano e il suo collo di modo stesse piu’ comoda.
Si sollevo’ con una gamba e con l’altra punto’ il ginocchio contro il divano trovando cosi’ da avere l’equilibrio giusto per poter reggere il polpaccio di Magda e la sua caviglia robusta.
Col suo piede odoroso e largo premuto contro il viso, comincio’
ad esplorare quel corpo nuovo, inconsueto, a differenza sua esperto, lasciando che l’essenza acre della parte più vile di lei lo inondasse:
L’odore era severo, pungente, in alcuni punti addirittura insopportabile.
Lascio’ che fossero queste le sensazioni a dettare il movimento del suo bacino.
Il suo pene si allargo’ come mai in vita sua mentre le sue labbra veneravano gli alluci che avevano calpestato senza riguardo il pavimento di casa sua.
Magda sia pura abituata ad altri volumi gioii di quella penetrazione, dolce e sufficientemente decisa, come pure il sentirsi il piede venerato e il polpaccio stretto tanto intensamente.
Lascio’ che le sue apprensioni evaporassero, mentre i primi gemiti si libravano dalla sua bella bocca.
Quando furono sul punto di venire lui si tolse di scatto ed eiaculo’ nel piatto che era rimasto sul tavolinetto.
La donna lo guardo’ con aria interrogativa.
Poi capii.
Uscendo dai loro precedenti, si erano semplicemente calati in due ruoli nuovi a loro, ma gia’ precostituiti.
E Marco aveva accettato la parte che gli sarebbe toccato recitare.
La donna sorrise soddisfatta e lo attiro’ a se... rimanendo ad ansimare al suo fianco.
CONTINUA!