Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Dominazione consapevole: il gruppo della selva

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view post Posted on 5/2/2021, 19:29     +1   -1

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CITAZIONE (Flover 991 @ 5/2/2021, 19:10) 
Perché dominazione consapevole l’avevo già pubblicato ma mai concluso perché avevo perso dei file.
Così lo sto ripubblicando copiandolo dall’originale ed aggiungendo altri capitoli anche

Non è colpa tua ma hai battuto il record del Sire: premiato due volte per lo stesso racconto!
 
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view post Posted on 5/2/2021, 19:31     +1   -1

Maestro di Piedi

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CITAZIONE (Vtx @ 5/2/2021, 19:29) 
Non è colpa tua ma hai battuto il record del Sire: premiato due volte per lo stesso racconto!

In realtà era tutto studiato a tavolino. Per questo non ho aggiunto gli episodi al vecchio 3D
Scherzo 😂
 
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view post Posted on 6/2/2021, 13:45     +1   +1   -1
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CITAZIONE (Vtx @ 5/2/2021, 19:29) 
Non è colpa tua ma hai battuto il record del Sire: premiato due volte per lo stesso racconto!

Stesso racconto? Bene, dimostralo. Trova due parti uguali. Ma come al solito non dimostrerai niente perchè come al solito dici scemenze.
Questo è un prequel che, da quello che ho capito, poi si intreccerà con il racconto originario. Quindi, NON E' LO STESSO RACCONTO. Forse, lo diventerà in seguito ma fino al momento della premiazione sono due racconti completamente diversi.
Usando un paragone azzardata, è' come dire che non si dovrebbe premiare con l'oscar il Padrino parte seconda o parte terza perché è lo stesso film del Padrino originale.
 
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view post Posted on 6/2/2021, 13:56     +1   +1   -1

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CITAZIONE (Davide Sebastiani @ 6/2/2021, 13:45) 
Stesso racconto? Bene, dimostralo. Trova due parti uguali. Ma come al solito non dimostrerai niente perchè come al solito dici scemenze.
Questo è un prequel che, da quello che ho capito, poi si intreccerà con il racconto originario. Quindi, NON E' LO STESSO RACCONTO. Forse, lo diventerà in seguito ma fino al momento della premiazione sono due racconti completamente diversi.
Usando un paragone azzardata, è' come dire che non si dovrebbe premiare con l'oscar il Padrino parte seconda o parte terza perché è lo stesso film del Padrino originale.

Le parole dell'autore stesso sono:

CITAZIONE (Flover 991 @ 5/2/2021, 19:10) 
Dominazione consapevole l’avevo già pubblicato ma mai concluso perché avevo perso dei file.
Così lo sto ripubblicando (tipo remake) copiandolo dall’originale ed aggiungendo altri capitoli anche, facendo un nuovo 3D perché quello era vecchiotto e molto probabilmente quasi nessuno dei nuovi utenti l’aveva letto

Come al solito Davide sei in torto, ma pretendi di aver ragione con la solita arroganza.

Hai bisogno che qualcuno ti spieghi che l'autore stesso ha detto che lo sta ripubblicando? Certo, con aggiunte ma il Padrino, da te citato come esempio erano libri diversi, il proseguimento di una storia.
 
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view post Posted on 6/2/2021, 14:06     +1   -1

Maestro di Piedi

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Nel momento in cui il racconto era stato premiato, non c’era nessun episodio in comune con quello che era stato già pubblicato.
Successivamente poi sono stati effettivamente aggiunti i capitoli ripresi da lì. L’universo è quello, con prequel, riaggiunta del finale e con alcune piccole modifiche.
Comunque non litigate 😭
 
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view post Posted on 6/2/2021, 14:08     +1   -1
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CITAZIONE (Vtx @ 6/2/2021, 13:56) 
CITAZIONE (Davide Sebastiani @ 6/2/2021, 13:45) 
Stesso racconto? Bene, dimostralo. Trova due parti uguali. Ma come al solito non dimostrerai niente perchè come al solito dici scemenze.
Questo è un prequel che, da quello che ho capito, poi si intreccerà con il racconto originario. Quindi, NON E' LO STESSO RACCONTO. Forse, lo diventerà in seguito ma fino al momento della premiazione sono due racconti completamente diversi.
Usando un paragone azzardata, è' come dire che non si dovrebbe premiare con l'oscar il Padrino parte seconda o parte terza perché è lo stesso film del Padrino originale.

Le parole dell'autore stesso sono:

CITAZIONE (Flover 991 @ 5/2/2021, 19:10) 
Dominazione consapevole l’avevo già pubblicato ma mai concluso perché avevo perso dei file.
Così lo sto ripubblicando (tipo remake) copiandolo dall’originale ed aggiungendo altri capitoli anche, facendo un nuovo 3D perché quello era vecchiotto e molto probabilmente quasi nessuno dei nuovi utenti l’aveva letto

Come al solito Davide sei in torto, ma pretendi di aver ragione con la solita arroganza.

Hai bisogno che qualcuno ti spieghi che l'autore stesso ha detto che lo sta ripubblicando? Certo, con aggiunte ma il Padrino, da te citato come esempio erano libri diversi, il proseguimento di una storia.

Tu hai torto. Sono due racconti completamente diversi FINO AL MOMENTO DELLA PREMIAZIONE. Questa storia si andrà poi a collegare con l'altra ed è quindi un prequel che poi verrà inserito con l'altra per rendere più semplice la lettura complessiva. Sai cosa significa prequel? Ti ho sfidato a trovare due parti uguali. Dai, hai l'occasione per dimostrarmi che sono un bugiardo. Altrimenti, dovrò prendere in considerazione l'ipotesi che hai detto una stronzata, ovvero che ti sei adeguato ai tuoi standard.
Trovami due pezzi anche solo simili come storia e io mi scuserò pubblicamente con te.
Fino al momento in cui io ho dato il premio. Dopo lo so anche io che si andrà a collegare con il racconto precedente
 
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view post Posted on 6/2/2021, 14:19     +1   -1

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E per smentirti, visto che dici trova due pezzi uguali prima della premiazione, mi permetto di riportare, scritto l'uno il 31 gennaio 2021:
CITAZIONE (Flover 991 @ 30/1/2021, 20:00) 
[Cut]

Il compleanno di Giada

Giada serrava le dita intorno al bicchiere semipieno di spumante con una tal forza che fu solo per miracolo che non si frantumò in mille pezzi. Era seduta sul tavolo della cucina e fissava dolorosamente il vuoto, come se stesse pensando a qualcosa di particolarmente distruggente.
La porta della cucina si spalancò ed entrò Stefano. Nei pochi istanti in cui la porta rimase aperta, provenne da fuori un sottofondo musicale molto alto, che si attenuò non appena la porta fu richiusa.
Stefano osservò Giada: era vestita in maniera elegante, ma qualcosa in quella eleganza era sfiatato.
I lunghi capelli castani erano puliti e lucenti, ma visibilmente spettinati. Aveva una modesta quantità di trucco in viso, rovinato però da alcune lacrime che scorrevano dagli occhi fino ai lati delle labbra.
Lo scuro ed elegante vestito era a tratti stropicciato, e le sue gambe penzolavano avanti e indietro senza una meta precisa. Un paio di decolté nere giacevano per terra, per nulla allineate tra loro.
Ed ovviamente, data l’altezza del tavolo, i piedi nudi di Giada erano ben distanti dal pavimento.
La ragazza aveva le unghie delle mani smaltate di rosso e perfettamente ordinate, mentre non portava alcuno smalto alle unghie dei piedi, che in un certo senso sembravano abbandonati a loro stessi.

«Bellissimo modo per festeggiare un ventesimo compleanno» osservò Stefano, fissando Giada. «Seduta sul tavolo in cucina, sconvolta, a bere spumante, mentre le tue amiche ascoltano musica in salotto, mezze ubriache, senza scambiare una parola tra loro».
Giada inarcò le sopracciglia e fissò Stefano con un’occhiataccia davvero velenosa.
«Non ti ci mettere anche tu!» sbottò, col tono di voce provato dall’alcol e dal dolore.
Stefano avanzò verso il tavolo e si sedette accanto a Giada, poggiandole un braccio sulle spalle. La ragazza non disse nulla, si limitò a chiudere gli occhi.
«Cosa è successo?» le chiese Stefano, immaginando malgrado la risposta.
«Il bastardo mi ha dato buca» rispose Giada.
Stefano tacque, e per alcuni istanti l’unica cosa che si sentiva era la musica proveniente dal salotto.
«Il… il bastardo?» chiese Stefano, guardando Giada furtivamente.
«Sì» confermò lei. «Il bastardo».
«Ti riferisci per caso a Domenico?».
Giada esitò. Sembrava le costasse la vita dare quella risposta.
«È Domenico il bastardo, Giada?» insistette Stefano.

In quel momento si spalancò la porta, il che mise a tacere Stefano e Giada. Nuovamente il forte frastuono della musica invase la cucina, dopodiché chi aveva aperto la porta si inoltrò dentro e la richiuse, facendo tornare tutto come prima.
«Sempre Domenico in bocca, vero?» disse il ragazzo che era appena entrato.
«Non sono stata io a nominarti!» urlò Giada.
«Non mi hai nominato a voce, ma mi stavi pensando. Oppure no? Questo complicherebbe le cose, a questo punto».
Giada osservò Domenico con una certa apprensione.
«Che intendi dire?» gli chiese.
Domenico avanzò verso il tavolo, avvicinandosi a Stefano e Giada.
«Voglio saperlo anche io: chi è il bastardo che ti ha dato buca?».
Giada non rispose. Un’altra espressione di dolore le attraversò il volto, facendole quasi tremare le guance. Bevve in un sol sorso il contenuto rimanente del suo bicchiere, che in uno scattò d’ira lanciò verso il lavandino, mancando però abbondantemente l’obiettivo, così il bicchiere cadde e si frantumò in mille pezzi.
Stefano sobbalzò e Domenico inarcò le sopracciglia.
«Come mai Stefano è qui?» chiese Domenico. «L’hai chiamato per farti consolare dopo che il bastardo ti ha dato buca? O c’è altro sotto?».
«Bada a come parli!» urlò Giada, puntando un indice contro Domenico. «Ma come osi!».
«Come non detto» commentò Domenico. «Comunque, io credo di sapere chi è il vero bastardo».
Giada spalancò gli occhi: la tensione in quella stanza divenne insostenibile. «Ma non lo dirò» concluse. «Ti farebbe troppo male sentirlo ad alta voce. Non vorresti mai accettarla come cosa».
Domenico si avvicinò a piccoli passi verso Stefano e lo fissò negli occhi.
«Se davvero ti sta tanto bene stare sotto lo schiaffo di Giada, fallo pure. Ma limitati ad ascoltare tutte le sue confidenze. Non farle domande che potrebbero far male al suo cuore infranto. Se poi vuoi rischiare di incappare nelle sue ire… beh, accomodati».
«Non permetterti di rivolgerti a lui in questo modo!» gli urlò contro Giada. «In realtà sei solo geloso che a lui voglio bene e a te no. E Stefano non incapperà mai nelle mie ire!».
«Questo è tutto da vedere» rispose Domenico. «Ah, dimenticavo: buon compleanno, Giada. Spero che il principe azzurro non ti faccia aspettare ulteriormente».
Poi si avviò a passo svelto verso la porta ed uscì.
«Non capisco come mai gli rivolgi ancora la parola» disse Stefano, a disagio, dopo alcuni minuti di un silenzio teso ed imbarazzante.

Con questo:

CITAZIONE (Flover 991 @ 9/8/2018, 23:40) 
[Cut]
Giada serrava le dita intorno al bicchiere semipieno di spumante con una tal forza che fu solo per miracolo che non si frantumò in mille pezzi. Era seduta sul tavolo della cucina e fissava dolorosamente il vuoto, come se stesse pensando a qualcosa di particolarmente distruggente.
La porta della cucina si spalancò ed entrò Stefano. Nei pochi istanti in cui la porta rimase aperta, provenne da fuori un sottofondo musicale molto alto, che si attenuò non appena la porta fu richiusa.
Stefano osservò Giada: era vestita in maniera elegante, ma qualcosa in quella eleganza era sfiatato.
I lunghi capelli castani erano puliti e lucenti, ma visibilmente spettinati. Aveva una modesta quantità di trucco in viso, rovinato però da alcune lacrime che scorrevano dagli occhi fino ai lati delle labbra.
Lo scuro ed elegante vestito era a tratti stropicciato, e le sue gambe penzolavano avanti e indietro senza una meta precisa. Un paio di decolté nere giacevano per terra, per nulla allineate tra loro.
Ed ovviamente, data l’altezza del tavolo, i piedi nudi di Giada erano ben distanti dal pavimento.
La ragazza aveva le unghie delle mani smaltate di rosso e perfettamente ordinate, mentre non portava alcuno smalto alle unghie dei piedi, che in un certo senso sembravano abbandonati a loro stessi.

“Bellissimo modo per festeggiare un ventesimo compleanno” osservò Stefano, fissando Giada. “Seduta sul tavolo in cucina, sconvolta, a bere spumante, mentre le tue amiche ascoltano musica in salotto, mezze ubriache, senza scambiare una parola tra loro”.
Giada inarcò le sopracciglia e fissò Stefano con un’occhiataccia davvero velenosa.
“Non ti ci mettere anche tu!” sbottò, col tono di voce provato dall’alcol e dal dolore.
Stefano avanzò verso il tavolo e si sedette accanto a Giada, poggiandole un braccio sulle spalle. La ragazza non disse nulla, si limitò a chiudere gli occhi.
“Cosa è successo?” le chiese Stefano, immaginando malgrado la risposta.
“Il bastardo mi ha dato buca” rispose Giada.
Stefano tacque, e per alcuni istanti l’unica cosa che si sentiva era la musica proveniente dal salotto.
“Il… il bastardo?” chiese Stefano, guardando Giada furtivamente.
“Sì” confermò lei. “Il bastardo”.
“Ti riferisci per caso a Domenico?”.
Giada esitò. Sembrava le costasse la vita dare quella risposta.
“È Domenico il bastardo, Giada?” insistette Stefano.

In quel momento si spalancò la porta, il che mise a tacere Stefano e Giada. Nuovamente il forte frastuono della musica invase la cucina, dopodiché chi aveva aperto la porta si inoltrò dentro e la richiuse, facendo tornare tutto come prima.
“Sempre Domenico in bocca, vero?” disse il ragazzo che era appena entrato.
“Non sono stata io a nominarti!” urlò Giada.
“Non mi hai nominato a voce, ma mi stavi pensando. Oppure no? Questo complicherebbe le cose, a questo punto”.
Giada osservò Domenico con una certa apprensione.
“Che intendi dire?” gli chiese.
Domenico avanzò verso il tavolo, avvicinandosi a Stefano e Giada.
“Voglio saperlo anche io: chi è il bastardo che ti ha dato buca?”.
Giada non rispose. Un’altra espressione di dolore le attraversò il volto, facendole quasi tremare le guance. Bevve in un sol sorso il contenuto rimanente del suo bicchiere, che in uno scattò d’ira lanciò verso il lavandino, mancando però abbondantemente l’obiettivo, così il bicchiere cadde e si frantumò in mille pezzi.
Stefano sobbalzò e Domenico inarcò le sopracciglia.
“Come mai il tuo sottone Stefano è qui?” chiese Domenico. “L’hai chiamato per farti consolare dopo che il bastardo ti ha dato buca? O c’è altro sotto?”.
“Bada a come parli!” urlò Giada, puntando un indice contro Domenico. “Ma come osi!”.
“Come non detto” commentò Domenico. “Comunque, io credo di sapere chi è il vero bastardo”.
Giada spalancò gli occhi: la tensione in quella stanza era davvero palpabile.
“Ma non lo dirò” concluse. “Ti farebbe troppo male sentirlo ad alta voce. Non vorresti mai accettarla come cosa”.
Domenico si avvicinò a piccoli passi verso Stefano e lo fissò negli occhi.
“Se davvero ti sta tanto bene fare il sottone di Giada, fallo pure. Ma limitati a farle da sottone ed ascolta tutte le sue confidenze. Non farle domande che potrebbero far male al suo cuore infranto. Se poi vuoi rischiare di incappare nelle sue ire… beh, accomodati”.
“Non permetterti di rivolgerti a lui in questo modo!” gli urlò contro Giada. “In realtà sei solo geloso che a lui voglio bene e a te no. E Stefano non incapperà mai nelle mie ire!”.
“Questo è tutto da vedere” rispose Domenico. “Ah, dimenticavo: buon compleanno, Giada. Spero che il principe azzurro non ti faccia aspettare ulteriormente”.
Poi si avviò a passo svelto verso la porta ed uscì.
“Non capisco come mai gli rivolgi ancora la parola” disse Stefano, a disagio, dopo alcuni minuti di un silenzio teso ed imbarazzante.

Prevengo altra obiezione: il primo pezzo è stato modificato il 31 gennaio 2021 e quindi era stato messo prima.
 
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view post Posted on 6/2/2021, 14:46     +1   -1

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CITAZIONE (Davide Sebastiani @ 6/2/2021, 14:08) 
Tu hai torto. Sono due racconti completamente diversi FINO AL MOMENTO DELLA PREMIAZIONE. Questa storia si andrà poi a collegare con l'altra ed è quindi un prequel che poi verrà inserito con l'altra per rendere più semplice la lettura complessiva. Sai cosa significa prequel? Ti ho sfidato a trovare due parti uguali. Dai, hai l'occasione per dimostrarmi che sono un bugiardo. Altrimenti, dovrò prendere in considerazione l'ipotesi che hai detto una stronzata, ovvero che ti sei adeguato ai tuoi standard.
Trovami due pezzi anche solo simili come storia e io mi scuserò pubblicamente con te.
Fino al momento in cui io ho dato il premio. Dopo lo so anche io che si andrà a collegare con il racconto precedente

Ti ringrazio, ma le tue scuse non servono: te la saresti potuta cavare semplicemente dicendo che visto che spesso le storie di questo autore si intrecciano, nessuno se n'era accorto prima,lui non l'aveva specificato etc. L'errore era comprensibile.

Invece ancora insisti, non pago della smentita dell'autore stesso.

In più insulti sempre, continuando a dire che dico stronzate quando più volte sei già stato smentito.

Tu ed altri continuate a dire che io sono intoccabile, ma qui il vero intoccabile sei tu: hai insultato più volte le persone, anche da moderatore. Hai negato l'evidenza più volte.
Davvero bravo.
 
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view post Posted on 6/2/2021, 14:50     +1   -1
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No, stavolta la stronzata l'ho detto io e ti chiedo scusa. Non mi ricordavo quella scena. Ma rimane il fatto che sono due racconti diversi che poi si vanno ad intrecciare fino a diventare un tutt'uno.
 
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view post Posted on 6/2/2021, 18:41     +1   -1

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CITAZIONE (Flover 991 @ 6/2/2021, 14:06) 
Nel momento in cui il racconto era stato premiato, non c’era nessun episodio in comune con quello che era stato già pubblicato.
Successivamente poi sono stati effettivamente aggiunti i capitoli ripresi da lì. L’universo è quello, con prequel, riaggiunta del finale e con alcune piccole modifiche.
Comunque non litigate 😭

Stai smentendo te stesso...mi spiace dirtelo.
 
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view post Posted on 6/2/2021, 19:07     +1   +1   -1
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L’importante è che non smetti con la prosecuzione... premio o non premio, diatriba o non diatriba...
adoro i tuoi racconti e il tuo modo di scrivere, mi spiacerebbe perderne il seguito
 
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view post Posted on 6/2/2021, 19:51     +1   -1

Maestro di Piedi

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CITAZIONE (tappeto @ 6/2/2021, 19:07) 
L’importante è che non smetti con la prosecuzione... premio o non premio, diatriba o non diatriba...
adoro i tuoi racconti e il tuo modo di scrivere, mi spiacerebbe perderne il seguito

È tutto scritto :) devo solo dare un'altra lettura e correggere (lo faccio sempre).
Faccio passare qualche giorno e pubblico il seguito, per evitare a chi si connette non quotidianamente di ritrovarsi con 2-3 episodi da leggere (cosa che potrebbe scoraggiare la lettura).
In ogni caso ti ringrazio per il complimento :)
Magari il caposezione Davide Sebastiani potrebbe fare una "ripulita" ed eliminare i commenti superflui? <3
 
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view post Posted on 6/2/2021, 20:23     +1   +1   -1

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CITAZIONE (Flover 991 @ 6/2/2021, 19:51) 
È tutto scritto :) devo solo dare un'altra lettura e correggere (lo faccio sempre).
Faccio passare qualche giorno e pubblico il seguito, per evitare a chi si connette non quotidianamente di ritrovarsi con 2-3 episodi da leggere (cosa che potrebbe scoraggiare la lettura).
In ogni caso ti ringrazio per il complimento :)
Magari il caposezione Davide Sebastiani potrebbe fare una "ripulita" ed eliminare i commenti superflui? <3

Non ti preoccupare ché lo farà certamente.Cosi cancellerà l'ennesima brutta figura.
 
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view post Posted on 7/2/2021, 09:46     +1   +1   -1

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Anche a me piacerebbe vedere la prosecuzione di questo splendido racconto, aldilà dal fatto che sia stato già pubblicato ed abbia già vinto un premio.
 
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view post Posted on 8/2/2021, 15:41     +1   -1

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“Molte persone sostengono che siano i pregi (o quelli che reputiamo tali) a farci amare le persone, ancor più dell’aspetto fisico, e che siano i difetti a farcele odiare, o almeno, amare poco.
Ma molte altre persone la vedono in una maniera un po’ differente: trasformano i pregi delle persone in difetti e viceversa, a seconda di quanto gli piaccia quella persona. I difetti di chi gli piace diventano pregi, mentre i pregi di chi non gli piace diventano automaticamente orribili difetti”.

Passarono alcuni giorni dalla gita in baita, ma la situazione non si smosse. Giada non ebbe il coraggio di dire un no categorico a Domenico, ma non riusciva in alcun modo ad accettare il suo lato da sottomesso. Una parte di lei sospettava ancora che Daniel fosse in realtà proprio Domenico: le psicologie dei due sembravano troppo simili per essere tutto una mera coincidenza, ed inoltre Daniel aveva taciuto per tutto il tempo in cui era stata in compagnia di Domenico. Il ragazzo aveva più e più volte negato, rimanendo per giunta molto infastidito da tanta mancanza di fiducia da parte di Giada.
Non successe nulla di rilevante per qualche giorno, fino a quando Domenico non ricevette un messaggio da parte di Veronica.
«Ciao Domi, sabato pomeriggio alle cinque hai da fare? Se sei libero passa da me».
«Ok» rispose freddamente lui.
Non aveva la minima idea di come mai Veronica volesse vederlo, nella sua testa ronzavano tutt’altre domande.

«Accomodati».
Veronica accolse Domenico con un bel sorriso il sabato successivo. Lui rimase sorpreso: Veronica sembrava decisamente elegante. Certamente non in maniera eccessiva stile cerimonia, ma di sicuro non era in tenuta casalinga. Era pettinata, ben truccata ed indossava vestiti adatti ad un’uscita serale.
«Ehm, stai per uscire?» le chiese istintivamente.
«E chi lo sa!» disse lei, sempre sorridendo. «Posso offrirti qualcosa?».
«No, no, grazie» rispose Domenico. «Come mai volevi vedermi?».
«Accomodiamoci in salotto» disse Veronica. «Tanto, oggi sono sola a casa, mettiamoci belli comodi. Camera mia è un disastro!».
«Uhm, okay» mormorò Domenico seguendo incuriosito Veronica, per poi sedersi di fronte a lei.
«Mi dispiace molto per come siano andate le cose con Giada» esordì lei.
«Il problema è che non sono andate, è diverso».
«Ma allora a te Giada piace seriamente?» chiese Veronica, divenendo man mano più seria ed apprensiva.
«Beh, sì» ammise Domenico.
Veronica parve riflettere qualche secondo.
«Sei stato tu a spingere per far fare il nome di Giada sulla tavoletta Ouija?».
«Io… no, credevo fossi stata tu».
«Io?» disse Veronica, incredula, scoppiando a ridere. «E perché mai avrei dovuto fare una cosa del genere?».
«E io che ne so. Comunque io non sono stato» disse Domenico. «Mi reputi stupido? Secondo te davvero avrei rivelato a Giada che mi piace tramite una tavoletta del cazzo? E poi dai, se non sono stato io e se non sei stata tu, chi sono stati, i fantasmi? Io non credo a queste cose, sarà stato anche divertente e suggestionabile giocarci al momento; sai, l’ambiente e l’atmosfera tra buio, freddo ed isolamento aiutavano pure, ma ora mi sembra una stronzata ritornare sull’argomento, siamo studenti universitari, non quattordicenni presi dalle prime cotte adolescenziali!».

Per una manciata di secondi calò un silenzio innaturale e carico di tensione tra i due. Veronica sembrava studiare Domenico centimetro per centimetro. Deglutì prima di ricominciare a parlare.
«Non ho mai detto che secondo me sono stati i fantasmi. Al momento per scherzo ci stava. Ma ora non li ho proprio menzionati. Ti ricordo che c’erano altre due persone con noi presenti: la stessa Giada, e Francesca».
Domenico rimase per qualche istante senza parole. Veronica non stava facendo altro che mettergli altre pulci nelle orecchie.
«Francesca? Non credo proprio» disse. «Un bambino si sarebbe spaventato meno di lei. Non sarebbe mai stata in vena di scherzi quella sera. A dire il vero, non so se lo sia mai. E a Giada gliel’ho chiesto, ma ha negato. Anzi, è stata lei stessa a chiedermi se fossi stato io a fare il suo nome».
Veronica scoppiò nuovamente a ridere.
«E tu le credi, vero? Secondo me è stata proprio Giada a spingere».
«E perché avrebbe dovuto farlo?» chiese Domenico, ormai esasperato.
«Chiaro, no?» disse Veronica. «Tu le piaci». Domenico ebbe un deja-vu. Sembrava che lei e Giada stessero giocando ad una partita perversa in cui passarsi reciprocamente una patata bollente. «E ci credo, sei un figo. Quale occasione migliore per provocarti e vedere la tua reazione?». Ma Domenico ne sembrava poco convinto. «E stava quasi riuscendo nel suo intento» continuò Veronica. «Ti è praticamente saltata addosso. Fino al momento in cui non le hai rivelato quell’aspetto di te».
Domenico divenne completamente rosso.
«Intendi…?».
«Sì, intendo proprio quello» confermò Veronica.
A Domenico iniziarono a sudare le mani per il nervosismo.
«Te l’ha detto lei?».
«No, non mi ha detto nulla» spiegò Veronica. «Ma vi ho sentiti. Ero nella stanza accanto e non stavo dormendo. Che avrei dovuto fare, tapparmi le orecchie?».
«Ma se abbiamo parlato a bassissima voce!» urlò Domenico, scandalizzato. «Hai origliato da fuori la porta?».

Veronica non rispose subito. Probabilmente aveva ben poco da discolparsi. Senza dire una parola, si alzò e si mise a sedere sul divano accanto a Domenico, mettendogli una mano sulla spalla, cominciando ad accarezzare con le dita. Aveva uno smalto rosso scuro alle unghie delle mani. Per la prima volta da quando era entrato, lo sguardo di Domenico si soffermò sui piedi di Veronica: indossava un paio di scarpette nere con un tacco non molto alto, che lasciava intravedere la parte iniziale delle dita, alle cui unghie aveva messo lo stesso smalto che aveva sulle unghie delle mani. Ed ora che ci faceva caso, anche il rossetto era dello stesso colore.
«Io posso darti quello che Giada non può e non vuole darti» gli sussurrò nell’orecchio. Aveva le labbra a pochissimi millimetri dal suo lobo, il che gli fece venire i brividi.
«Che intendi dire?» chiese lui, piuttosto tremolante, col cuore che iniziava a battere forte.
Veronica gli diede un bacio lento e caldo sul collo.
«Proprio quello che immagini» gli disse sensualmente, prima di scoccargli un altro bacio. «Adoro queste fantasie sporche. Ti do la possibilità di realizzarle qui, stasera, con me. In cambio ti chiedo solo una cosa: di rinunciare definitivamente a Giada. Dillo che rinuncerai a lei. Dillo, ed esaudirò ogni tuo desiderio erotico. Ti farò impazzire di piacere, te lo giuro».

Il cuore di Domenico pompava all’ennesima potenza. Si sentiva eccitato, ma era anche molto turbato.
«Ma scusami, tu non sei fidanzata con Alessandro?».
Veronica rise di gusto prima di baciare Domenico tra la clavicola e il petto.
«Quell’omuncolo può benissimo rimanere al suo posto se io ho te» gli disse. «Cos’è che ti piace? Baciare piedi? Leccarli, forse? Essere sculacciato? Schiaffeggiato?» e qui gli diede un leggero schiaffetto sulla guancia, tanto inatteso che lo fece sobbalzare. «Svelami le tue fantasie più perverse, e ti farò toccare il cielo con un dito».
«Senti, Veronica» disse Domenico, provato e in affanno, «apprezzo molto che tu voglia realizzare le mie fantasie, ma non puoi chiedermi di rinunciare a Giada».
«Oh, e perché no?» chiese Veronica, fingendo stupore. «La ami? Giada non accetterà mai questo tuo lato, fattene una ragione. Con lei non potrai mai vivere una cosa del genere».
E così dicendo, sfilò lentamente e sensualmente una scarpa, lasciandola cadere con un rumore sordo.
Mise il piede nudo tra le cosce di Domenico, senza toccarlo esplicitamente, sfiorando solo leggermente la parte interna della sua coscia sinistra.
Domenico era ipnotizzato, non riuscendo a distogliere lo sguardo da quel piccolo piede che a lui in quel momento sembrava perfetto.

«Cosa c’è?» chiese Veronica dopo un indefinito lasso di tempo. «Guardarlo non ti basta più? Vuoi farci altro? Prendilo tra le mani, forza».
Domenico la fissò negli occhi. Lei sorrise, per poi passarsi una mano tra i capelli.
Titubante come se stesse per afferrare una bomba ad orologeria, porse le mani verso il piede di Veronica e fece per afferrarlo. Ma Veronica un istante prima che lui potesse sfiorarle il piede, lo discostò.
«Eh no!» disse divertita. «Ancora non ti ho sentito dire che rinuncerai a Giada».
«Ma perché tieni così tanto che io dica di voler rinunciare a Giada?».
«Sarebbe carino pensare a Giada mentre dai sfogo alle tue perversioni con me?» gli chiese Veronica. «Non credo proprio. Rimuovi Giada dalle mente ed abbandonati a me».
«Ma perché?» chiese Domenico, stremato all’interno. «Perché fai tutto questo?».
Veronica per tutta risposta alzò il piede al quale indossava ancora la scarpa e lo poggiò sul membro di Domenico, facendo una leggera pressione.
«Perché tu mi piaci. A te piace essere sottomesso, ma sono solo fantasie erotiche. Tu sei un uomo con la U maiuscola. Non come Alessandro. Riuscire a dominare un uomo come te è il mio sogno, e credimi, ti piacerà da impazzire. Con Giada invece dovrai rinunciare a tutto questo, e un giorno ti peserà. Hai mai realizzato questo tuo sogno erotico, Domenico? L’intesa sessuale è fondamentale in una coppia. Ed ora fai la tua scelta».

Domenico rimase immobile e muto, e Veronica realizzò che era una preda più difficile del previsto. Decise quindi di calcare un po’ la mano. Poggiò il piede con indosso la scarpa sul membro di Domenico, facendo una pressione piuttosto forte col tacco.
Dopo un po’ Veronica tolse il piede dal membro di Domenico e glielo poggiò sul ginocchio.
«Baciami la punta della scarpa».
«Non mi pare di averti detto che ho accettato» le ricordò Domenico.
A quelle parole Veronica discostò il piede dal corpo di Domenico. Fece un piccolo sorriso che sapeva tantissimo di falso e lo fissò dritto negli occhi.
«Sai, solitamente non sono abituata ad essere rifiutata così» gli disse. «In genere sono i ragazzi che sbavano per me. Io gliela faccio solo annusare ma poi non gliela do. Vai, corri da Giada lurido feticista schifoso».
Domenico si sentì come trafitto da una lancia.
«Come mi hai chiamato?» le chiese, esterrefatto.
«Ti ho chiamato per quello che sei» disse Veronica. «Un lurido, viscido feticista schifoso».
«Ma sei seria o mi prendi per il culo? Prima fai tanto la comprensiva e quella aperta per i miei gusti e poi, dopo un rifiuto, ci spari merda su? La coerenza te la sei mangiata a cena?».
«Ma taci» disse lei.

Si mise comoda a sedere e sfilò l’altra scarpa, lasciandola cadere per terra.
«Come se a te non piacesse essere insultato da una bella donna».
«Mi dispiace, ma la risposta è no» disse Domenico, deciso.
Veronica sembrava davvero offesa, e questa volta non riuscì a nasconderlo per nulla.
«Non sai cosa ti perdi» gli disse. «Non sei abbastanza uomo da scoparmi e farmi godere, dici la verità. Non hai le palle».
Si alzò e si sfilò la maglia, rimanendo in reggiseno. Lo sguardo di Domenico si soffermò per alcuni istanti sulle sue tette, di gran lunga più piccole rispetto a quelle di Giada, ma comunque ben proporzionate.
«Per questo non vuoi scoparmi, vero?» insistette. «Ce l’hai piccolino? Non ti reputi in grado di soddisfarmi, vero? Alessandro mi ha scopata per ore. Tu invece accontentati di sperare di inginocchiarti a Giada, vai».
«Stai cercando di ferirmi nell’orgoglio?» le chiese lui.
«Orgoglio?» disse Veronica. «Perché, hai ancora un orgoglio? Dopo aver saputo quello che Giada pensa di quelli come te, ancora cerchi di avere una chance con lei. Lei ti rifiuterà e tu tornerai alle seghe. Perché non penserai di tornare da me e strisciare ai miei piedi dopo che Giada ti avrà dato un due di picche, vero? Non ti accetterò più».
Domenico fece uno strano sorriso, il che non contribuì a migliorare l’umore già nero di Veronica.
«Ma tu credi di essere l’unica donna sulla faccia della Terra? Se Giada mi dà buca non credere che ci metta chissà quanto a trovare un’altra ragazza. Le ragazze non mi sono mai mancate. Credevi che mettendomi i piedi sul cazzo mi avresti sedotto e reso automaticamente tuo schiavo? Non hai capito proprio niente di me».

Veronica rimase ammutolita. Deglutì ed abbassò lo sguardo, non tanto per evitare quello di Domenico, ma per nascondergli il fatto che le stavano diventando man mano sempre più lucidi. Ma Domenico se n’era accorto e si sentì pervadere dai sensi di colpa.
«Mi dispiace» le disse, mettendole una mano sulla spalla. «Non volevo arrivare a questo punto. Semplicemente mi ha dato fastidio che tu mi abbia trattato come un disperato morto di figa».
Veronica suo malgrado rise, mentre qualche lacrima scorreva lungo il suo volto.
«Non volevo dipingerti come un morto di figa» gli disse, con la voce un po’ alterata. «Sono stata io per prima a definirti un figo. Forse sono stati gli eventi a svilupparsi con la piega sbagliata. Scusami».
«Rimetti la maglia, che così prendi freddo».
«Ora fai anche il comprensivo» commentò Veronica, rinfilandosi la maglia.

I due rimasero un po’ in silenzio, poi a Domenico venne in mente una cosa.
«Una cosa non mi è piaciuta» disse d’un tratto lui, «come mai volevi che io dicessi ad alta voce di rinunciare a Giada?».
«Per sentirti tutto mio» disse Veronica. «In quel momento sarebbe stata una cosa carina, come se tu ti fossi sottomesso totalmente nei miei confronti».
Veronica comprese che in quel modo non avrebbe smosso Domenico più di tanto. Decise di calcare un altro po’ la mano. Gli poggiò un piede sulla guancia, massaggiandola.
«Ti piace così?» gli chiese. «Mi dispiace di averti chiamato schifoso feticista, ero delusa ed arrabbiata. Se ti va puoi baciarmi i piedi, voglio regalarti questa gioia».
Domenico era indeciso. L’idea di poterli baciare era molto intrigante.
«Lasciati andare» supplicò Veronica. «Non tradirai Giada se mi baci un po’ i piedi. In realtà non la tradiresti nemmeno se scopassimo perché voi due non state insieme, ed onestamente penso sia difficile che vi mettiate insieme. Quanto al concederti i suoi piedi, là non se ne parla proprio. Tanto, io mollerò sicuramente Alessandro. Ed anche se non lo mollassi, mi stai semplicemente toccando i piedi, una parte del corpo che per lui non è nemmeno erogena».
«Ma erogena lo è per me» disse Domenico. «Non fa differenza che a lui piacciano o no, a me piacciono e mi eccitano».
«Ma ti ho detto che lo mollerò» disse Veronica, decisa. Gli mise poi il piede sul viso. «Bacialo. Così ti ecciti ed il seghino serale sarà più esplosivo».
«E chi ti dice che mi farò una sega?» chiese Domenico, discostandosi il piede dal viso.
«Te lo dico io» incalzò Veronica, poggiando poi il piede sinistro sul suo membro. «O vuoi che sia io a fartela?».

Domenico era rimasto in bambola. Sentiva l’eccitazione crescere, e questa volta sentiva davvero l’enorme desiderio di abbandonarsi a Veronica.
«Lasciati andare» disse lei. «Calati i pantaloni e fammelo vedere».
«Io…» farfugliò Domenico affannato, con la voce che iniziava ad incrinarsi per l’eccitazione.
Veronica mise entrambi i piedi sul pene di Domenico e premette con forza, per poi massaggiarglielo con prepotenza.
Domenico sentì un’intensa fitta di eccitazione e per la prima volta iniziò a sentirselo veramente duro, della qual cosa si era accorta anche Veronica, che prese a sorridere soddisfatta.
«Vedi come piace questa cosa al tuo amichetto? Liberalo, mettilo da fuori. Prima che io ti faccia venire nelle mutande».
Finalmente Domenico si era deciso. Seppur non convinto al cento per cento si sentiva ormai troppo eccitato per tirarsi indietro. Si alzò e calò i pantaloni, rimanendo in mutande, che risaltavano di molto la sua ormai evidente e totale erezione.
«Wow!» esclamò Veronica. «Noto che qui abbiamo un bel risveglio! Lo sapevo! Ed è tutto grazie a me».
Cominciò quindi a toccare e tastare il suo membro e i suoi testicoli coi piedi, dandogli di tanto in tanto qualche calcetto. Domenico, ormai nel pieno dell’eccitazione, mugolava per il piacere.
«Tiralo fuori!» ordinò Veronica, tentando di sfilargli gli slip con le dita dei piedi. Domenico se li sfilò ed uscì il suo membro in tutta la sua erezione.
«Stenditi per terra».
«Co – cosa vuoi fare?» balbettò Domenico.
«Tu obbedisci» disse decisa Veronica. «Non te ne pentirai».

Guidato ormai da un’eccitazione sempre crescente, Domenico si mise per terra. Veronica gli poggiò il piede sul petto e premette forte.
«Segati» gli ordinò. Ormai quasi al culmine dell’eccitazione, Domenico iniziò a segarsi. Veronica prese a massaggiargli i testicoli con il piede destro.
Una serie di emozioni intense pervasero la mente di Domenico. Una piacevole sensazione di pressione e solletico ai testicoli, una fitta ed intensa percezione di piacere, dei brividi lungo i fianchi, schiena e poi tutto il corpo, una contrazione a gambe e piedi, e vari schizzi umidi che gli cadevano addosso, principalmente sulla pancia, e forti contrazioni dell’ano. La sensazione di pressione e solletico si trasformò in sensazione di fastidio, la percezione di piacere, che era durata vari secondi, iniziò a scemare. La pressione del piede di Veronica sui suoi testicoli iniziò ad essere sgradevole, per poi iniziare ad essere insopportabile.
Esausto, Domenico smise di smanettare.

«Finito?» chiese Veronica, dopo quelli che erano sembrati secoli, con un tono di voce del tutto differente dal suo solito tono seduttore e comprensivo.
«Sì» disse svogliatamente Domenico, pervaso da un senso di appagamento fisico, ma moralmente provava imbarazzo e vergogna, preoccupato inoltre da quel drastico cambio di tono di Veronica, che gli tolse entrambi i piedi dal corpo, si alzò e si diresse verso un punto imprecisato della casa, che Domenico da lì a terra non riuscì a scorgere.
«Ricomponiti!» gli urlò dall’altra stanza.
Stremato ed imbambolato, Domenico si alzò e cercò di rimettersi in sesto. Aveva la maglia completamente sporca di sperma.
Veronica, camminando scalza, tornò dov’era Domenico con uno straccio in mano.
«Pulisci per terra dove hai sporcato con lo sperma» gli ordinò senza troppi complimenti. Domenico la fissò incredulo. «Hai un bel cazzo, è vero, ma non ho intenzione di ripulire dove hai sborrato. Quindi non perdere tempo e ripulisci».
Già l’umore di Domenico non era alle stelle, nonostante l’orgasmo potentissimo, poi si ritrovò costretto a ripulire lì dove aveva sporcato: si sentiva umiliato e a disagio. Non proferì parola mentre in maniera impacciata ripuliva. Veronica si era messa nuovamente comoda, ed osservava divertita la scena.
«Sei soddisfatto?» gli chiese, infine.
«Sì, dai» mentì lui. «A tratti è stato strano» ammise, poi.
«Queste cose non potrai mai sperimentarle con Giada» disse Veronica. «E comunque, avresti potuto ottenere molto di più questa sera. Ma per come si stavano mettendo le cose, meglio così che niente».
Domenico non rispose. Si limitò a finire di pulire, per poi porgere lo straccio a Veronica.
«Benissimo» disse lei. «Puoi andare ora. Ho delle cose da sbrigare. Conosci la strada, è inutile che ti accompagni».
Sentitosi come scaricato, Domenico si avviò a passo svelto verso la porta. Aveva capito di essere stato congedato, e non aveva voglia di trattenersi ulteriormente con Veronica. Si sentiva come se fosse cascato in una perversa trappola, e i sensi di colpa salivano a dismisura.

Veronica prese il cellulare e compose un numero.
«Pronto?» rispose una voce maschile.
«Eccomi» disse Veronica. «Se n’è appena andato».
«Com’è andata?».
«Non come previsto» rispose Veronica. «Ma non male».
«Che intendi?».
«Intendo che non si è lasciato sedurre subito. Stava per rinunciare. Poi alla fine sono riuscito a persuaderlo. L’ho fatto venire coi piedi».
Ci fu una breve pausa.
«Ancora non ho capito perché stai facendo tutto questo» disse il suo interlocutore. «Se davvero ti piace, perché non dirglielo, invece di affidarsi a questi piani?».
«Ma non è neanche il fatto che mi piace. Non ci avrei messo due secondi a sedurlo. La soddisfazione sarebbe stata scoparmi il ragazzo che piace a Giada. Però okay, posso dire di averlo soddisfatto coi piedi. Umiliante per entrambi se si venisse a sapere, penso».
«Quindi ora vuoi dire a Giada di aver fatto venire coi piedi il ragazzo che le piace?».
«Sinceramente non lo so» ammise Veronica, e dal tono sembrava abbastanza irritata. «Non mi sento pienamente soddisfatta».
«In che senso?».
«Nel senso che Giada stava già automaticamente per rinunciare a lui solo perché è feticista» spiegò Veronica. «Però il lato positivo c’è. Giada sospetta fortemente che Domenico sia Daniel. Sai che scandalo ne uscirebbe fuori se si scoprisse che sono effettivamente la stessa persona?».
Qualche altro attimo di pausa.
«Ora cosa farai?» chiese lui.
«Ci dormirò su» disse Veronica. «Ma al momento vorrei aspettare: vedrò come andranno le cose tra di loro, poi deciderò sul da farsi. Mi terrò questa cosa come asso nella manica. Sarà il mio jolly».
«Non capisco cosa tu ne voglia trarre. Da quel poco che mi hai detto, Domenico non sembra un morto di figa da accettare immediatamente le tue avances. Se davvero farai la spia con Giada, non credo che lui voglia neanche rivolgerti più la parola, figurati se avrà voglia di scoparti».
«E a me cosa frega?» disse freddamente Veronica. «Se io non posso scoparmelo, almeno non se lo scopi Giada. Il cazzo non mi manca, se Domenico dovesse rifiutare potrei sempre scoparmi chi voglio».
 
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