Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

2020

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Vtx
view post Posted on 20/8/2021, 18:11 by: Vtx     +4   +1   -1

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Mi aspetta in piedi, accanto alla famosa sedia ginecologica, battendo leggermente il piede, come se fosse spazientita.
La parte finale della seduta è stata di nuovo alzata, per permettermi di sedermi più facilmente.
Poi noto anche che ha indossato una cintura con un nottolino di legno chiaro con delle scanalature a spirale, proprio dove si trova la vulva.
Le chiedo, mentalmente, a che serva.
Poi ricordo e chiedo a voce.
"Porta strapon. Ne monto sopra di diverse misure senza star lì a cambiare cintura ogni volta. Inoltre i cazzi finti che si avvitano sull'affare qui davanti possono essere anche usati a mano" .
Con il braccio mi fa l'universale gesto del "prego si accomodi".

In men che non si dica mi ritrovo legato come prima, con le gambe bene aperte e bloccate.
Le braccia sono ancorate ai lati della sedia.
Di nuovo abbassa la parte terminale della seduta, cosa che le permette di aver pieno e facile accesso alla mia porta posteriore.

"Vedo che tra le gambe siamo già quasi in tiro. Adesso lo portiamo al punto giusto".
Mi massaggia leggermente i testicoli, prendendoli nel palmo della mano, chiudendo leggermente e poi facendo scorrere le dita con tocco lieve.
"Uh, senti come sono pieni. Belli duri e carichi proprio come piacciono a me. Vedrai che tra poco lo saranno ancora di più. Ti fanno un po' male?"
"Un po' si, lievemente"
"Vedrai dopo. Facciamo un orgasmo rovinato per svuotarli un po'? "
Sarei quasi tentato di dirle di si, ma poi mi ricordo della sua promessa.
Scuoto la testa.
"No, vorrei il trattamento completo, supplicarti tanto per venire e finale con sborrata da film porno".
Sorride divertita con espressione golosa.
"Poi non ti lamentare, eh!"
Nel frattempo con il suo massaggio non solo le palle si sono indurite, ma anche l'asta ha raggiunto una certa erezione.
"Quasi perfetta" mi dice accarezzandola con la mano. Poi si concentra sulla cappella, pizzicandola leggermente con le lunghe unghie rosse.
Io vengo percorso da fremiti.
Si mette di fianco a me, sempre tenendolo per mano.
Si china e mi sussurra con tono di voce roca:"Adesso ci divertiamo".
Sento il suo respiro lieve e caldo nel mio orecchio.
Lei si scosta, atteggia il viso in un espressione seria e severa, afferra e stringe saldamente l'asta turgida con la sinistra.
Con un frustino apparso come per magia nella sua mano destra, prima che capisca cosa sta succedendo, mi tira un colpo violento e deciso sulla cappella rosea.
Il dolore mi fa sobbalzare sulla sedia, le catene si tendono con un allegro tintinnio di contrasto al mio urlo.
"Se vieni prima senza il mio permesso, ti rifilo dieci colpi così. Te lo faccio diventare duro ogni volta che si ammoscia fino a che non raggiungiamo il numero. Non avrò alcuna pietà. Una punizione è una punizione, come tu hai capito ormai".
Se fosse una telepates sadica l'esplosione del mio dolore l'avrebbe fatta godere.
Ma mi sa che anche così, l'effetto del colpo le ha fatto piacere.
Rinuncio a correggerle l'italiano, visto che devo ancora riavermi e fatico a parlare.
"Però non ti è dispiaciuto più di tanto, pensavo calasse di più.Ti piace vero essere colpito lì".
"No, mi piace essere nelle tue mani e sapere che puoi farlo. Ma ti prego, Irina, non così forte."

Molla l'asta, che rimane bella ritta e mi colpisce leggermente ma decisa cappella, asta e, purtroppo, testicoli.
Quando arriva lì mi fa male,anche se il colpo è leggero.
"Li no, ti prego, mi fai male".
Scuote le spalle, li afferra con la mano sinistra e li torce, ma molto leggermente. Poi alza la mano destra come se volesse lasciar partire un feroce colpo. Io tremo e cerco, istintivamente, ma inutilmente, di allontanarmi.
Ride.
"Non ti preoccupare, lì basta. Sono troppo pieni. E poi non ti piace, me ne sono accorta".
Lascia le palle per prendere, ancora una volta, saldamente, l'asta.
Alza la frusta.
Mi guarda.
Espressione seria e severa.
"Ma tu non venire, d'accordo? Se stai per venire e senti che non ce la fai mi avvisi prima. Parlare e non pensare, d'accordo? Non fare il furbo, o sai cosa ti aspetta. E niente sconti".
Io le sorrido.
"Niente sconti."
Indico con un gesto del mento in direzione delle mie parti intime.
"Ma mi devi dare una mano tu".
Rido di gusto per la battuta un po' scontata.
È buffa mentre tenta di rimanere severa non ce la fa: le si gonfiano le gote, cerca di trattenersi ma poi, inesorabilmente, si unisce a me.
È bellissima quando ride.
"Sei bellissima quando ridi. Se non fossi legato, ti avrei già baciato mentre lo fai".
Si ricompone.
"Allora è un bene che tu sei legato e non puoi."
Posa il frustino.
"Adesso basta scherzare. Inizio a farti il culetto sul serio."
Sogghigna, ma elegantemente, gentilmente, come solo lei, con la sua classe e bellezza sa fare.
Con un gesto lento e teatrale si infila un guanto in nitrile, nero. Sempre di fronte a me, da un bottiglione formato famiglia di lubrificante, preleva due dosi premendo l'apposito dosatore.
Lo sparge bene sulla punta delle dita dei guanti, sfregandole tra loro.
Poi, sento il suo indice sul mio sfintere.
Preme per un attimo ed è subito dentro.
Velocemente lo spinge a fondo e lo toglie per tre o quattro volte, poi, sempre senza pensarci un attimo, ci infila anche il medio.
"Non mi sembri proprio vergine qui".
A me l'anale ha sempre dato un po' di fastidio, sia farlo che riceverlo.
Una telepates pro avrebbe percepito il mio non essere confortevole ed avrebbe fatto tre cose: interrompere la digitazione e provare, dopo avermi proiettato le sue intenzioni, ad usare un piccolo strapon, andare avanti a stimolare la prostata con l'indice, smettere.
In genere le pro telepates quando sentono il mio essere a disagio, interrompono. Poche avevano provato gli altri due metodi.
Irina, invece, ignara di ciò ma fidandosi delle sue dita prosegue, con più cautela, a stimolarmi l'ano con tre dita e la base delle palle con il pollice.
La mano sinistra invece passa dallo stimolarmi l'asta e la cappella, anche con grattini fatti con le unghie, allo strizzarmi i capezzoli.
Ma sta bene attenta a non portarmi troppo al limite.
Ad un certo punto si ferma.
Mi scruta, indagatrice, con gli occhi azzurri ghiaccio messi ancora più in risalto dal trucco.
"Non ti sta piacendo. Stai pensando ma non parli".
Fa un sospiro esasperato e grande quanto una casa.
Provo a negare, a spiegarle del lieve fastidio che mi dà l'anale. Ma le dico che se le piace,nessuno le impedisce di andare avanti.
"Ma come hai fatto ad accorgertene?"
"Non è che bisogna essere telepates. Non è bello rigido come prima!"
Distrattamente ravana ancora nel mio buchino con le dita, pensierosa. Poi estrae le dita, prende il famoso fallo finto da avvitare sul nottolino della cintura. Non è di silicone o di finta pelle umana. È nero. Sembra molto duro.
Le chiedo di cosa sia fatto.
"Ebano. Prodotto artigianale.
All'inizio non ero convinta, poi l'ho provato su me stessa. Rende di più la sensazione di essere penetrato da un corpo duro ed estraneo che non ha pietà rispetto ad un molle cazzo finto. Un bel cazzone di un negro che ti sfonda per bene".
Vorrei correggerla, non vorrei che qualcuno pensasse che si sia razzisti, ma sono troppo preso a vedere come l'aggeggio si avvita sul nottolino in legno. Adesso capisco le spirali!
Me lo piazza vicino alla mano legata.
"Toccalo.Accarezzalo.Senti come è liscio e perfetto? Senti la sua durezza? Tra breve l'apprezzerai per bene".
In effetti è duro e liscio, ma non freddo. Ha quel calore che solo il legno ti da. Immaginavo che ballasse invece rimango stupito dall'assenza di gioco tra il filetto del nottolino e quello interno. Inoltre le lunghezze sono state perfettamente calibrate perché stesse esattamente diritto. È scolpito e levigato a forma di fallo scappellato.
Mi guarda. Poi ci infila sopra un preservativo e ci sparge abbondante lubrificante.
Con la sinistra mi massaggia ancora l'asta che nel frattempo è diventata meno rigida, per non dire semirigida. Anzi, per la precisione, più sul semimolle.
"Paura, eh?" Dice indicando con il mento la mia quasi non più erezione.
Se fosse telepates percepirebbe un ventaglio di emozioni...ma sono convinto che se ne renda conto lo stesso.
"Com'è che dice uno sui forum? Bando alle ciance, adesso ti sfondo" e così dicendo appoggia la dura punta sul mio sfintere.
Mi guarda.
Io un po' tremo.
Sorride, ma non sadicamente. Ha un sorriso dolce.
"Se fa male, parla che smetto e facciamo altro".
Annuisco.
Poi diventa seria.
E spinge.
 
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