Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

School Princess

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view post Posted on 30/5/2020, 07:17     -1   +1   -1

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Racconto molto bello e speriamo continui. Non capisco invece i commenti di marcoz57. E' solamente un racconto femdom, non deve necessariamente come vorrebbe marco, essere un racconto di vita reale. Puo' darsi che a marco dia fastidio il fatto che in questo racconto la donna comandi sull'uomo.
 
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Virgilio1994
view post Posted on 30/5/2020, 07:23     +1   -1




CITAZIONE (Goraion71 @ 30/5/2020, 08:17) 
Racconto molto bello e speriamo continui. Non capisco invece i commenti di marcoz57. E' solamente un racconto femdom, non deve necessariamente come vorrebbe marco, essere un racconto di vita reale. Puo' darsi che a marco dia fastidio il fatto che in questo racconto la donna comandi sull'uomo.

bhe è proprio questa la parte che fa indurire il pisello
 
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view post Posted on 30/5/2020, 08:51     +1   -1

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concordo :)
 
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view post Posted on 31/5/2020, 11:15     +1   -1

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Guarda che siamo in attesa eh :)
 
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view post Posted on 31/5/2020, 11:30     +1   -1
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Maestro di Piedi

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racconto carino
 
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view post Posted on 3/6/2020, 16:20     +1   -1
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Novizio

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Davvero BELLISSIMO! Speriamo che continui per molto molto ancora
 
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view post Posted on 15/6/2020, 18:00     +1   +1   -1

Professore/essa SM

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uno dei pochi racconti per cui mi collego sul sito ...davvero interessante !! spero in un seguito
 
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view post Posted on 16/6/2020, 01:14     +1   -1

Professore/essa SM

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CITAZIONE (Virgilio1994 @ 30/5/2020, 08:23) 
CITAZIONE (Goraion71 @ 30/5/2020, 08:17) 
Racconto molto bello e speriamo continui. Non capisco invece i commenti di marcoz57. E' solamente un racconto femdom, non deve necessariamente come vorrebbe marco, essere un racconto di vita reale. Puo' darsi che a marco dia fastidio il fatto che in questo racconto la donna comandi sull'uomo.

bhe è proprio questa la parte che fa indurire il pisello

Proprio vero,una donna autoritaria che mi da ordini me lo fa rizzare di colpo come quelle sadiche quando le vedo impugnare qualche strumento di punizione e che mi si avvicinano tutte eccitate con un sorriso crudele perchè stanno pensando già a come infliggermi dolore dicendomi che mi faranno soffrire e proveranno piacere a farlo mi fanno impazzire
 
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view post Posted on 16/6/2020, 01:44     +1   +1   -1

Professore/essa SM

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Tutte le donne comandano,anche le vanilla e comprese quelle che non sono Mistress e se qualcuno crede che comanda lui è perche la donnagli lascia l'illusione che sia lui a comandare mentre alla fine fa sempre comunque quello che vuole lei! Per fare un un'esempio stupido,prima di avvicinarmi a questo mondo,fanti anni fa andavo al mare con la mia ragazza,a me piaceva andare dalla parte dove c'era sassi e rocce perchè non mi sporcavo con la sabbia e l'acqua era bella limpida e subito alta,a lei una 30ina di km. dalla parte opposta dove c'era acqua bassa,torbida e sabbia ma c'erano i lettini,ci siamo messi d'accordo che andavamo un fine settimana dove volevo io e quello successivo dove voleva lei,è finita che ho passato tutta l'estate in palude! Le volte che dovevamo andare dove volevo io,appena si alzava cominciava a perlare a monosillabi,quando montavamo in macchina mi rispondeva a malapena,le chiedevo cosa aveva,se stava male e lei:niente amore,dopo i primi km.le chiedevo se era cosi perchè andavamo dove volevo io e lei:ma no amore,questa settimana tocca a te,è giusto cosi,non sono mica egoista,sai che ti voglio bene,mi dava un bacio e poi scena muta,dopo un po'mi giravano i coglioni e le dicevo che me li aveva scassati e che cambiavo direzione per andare dove piaceva a lei perchè se dovevo passare tutto il giorno con lei che aveva il muso lungo avrei sclerato,cambiavo direzione e dopo i primi km.che teneva il broncio facendo finta di essere arrabbiata perchè le avevo detto che mi aveva scassato i coglioni,come per magia le ritorna il sorriso e ritrova la parola parlando come se avrebbe dovuto fare un comizio! Alla fine ha comandato lei facendomi fare quello che voleva ma dicendomi che avevo deciso io di tornare dove piaceva a lei perchè non mi ha mica obbligato a cambiare direzione sono stato io a cambiare idea

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view post Posted on 16/6/2020, 15:47     +1   +1   -1
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Maestro di Piedi

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tutte le donne comandano , verissimo , e molte non lo ancora lo capiscono
 
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view post Posted on 17/6/2020, 10:11     +1   +1   -1
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Novizio

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Cap 3 - Blackmail



“...lei non sa quello che sta rischiando professore! Non presentarsi ad un richiamo ufficiale è intollerabile! Soprattutto considerando la gravità dei suoi comportamenti! Se mi giunge ancora voce, che lei professore continua a dedicare attenzioni indesiderate alle sue alunne, lo giuro su dio mi assicurerò personalmente che lei perda il suo posto di lavoro! Sono stato chiaro?!!” il telefono gracchiava, trasmettendo le grida del preside furente ed il povero Augusto mentre ascoltava, sudava freddo, terrorizzato, riflettendo sull'enormità di ciò di cui era accusato. A che cosa si riferiva il direttore quando diceva: attenzioni alle studentesse non desiderate!? Lui non aveva mai fatto nulla di tutto questo, in tutta la sua carriera! Certo, spesso il suo sguardo aveva indugiato, per più di quanto fosse opportuno, sui bellissimi, deliziosi piedini di Cristiana, costantemente smaltati con i colori più accesi e provocanti ma lo aveva sempre fatto con grande rispetto e circospezione; qualche volta, invece, si era azzardato ad inoltrare la sua vista lungo quelle meravigliose, sinuose gambe affusolate, dalla pelle liscia e perfetta ma non era mica l'unico a farlo, come si poteva resistere ad uno spettacolo di quel tipo? Oltretutto quando la ragazza scavallava e riaccavallava c'era da farsi venire un infarto e lui doveva per forza volgere lo sguardo altrove se non voleva morire di frustrazione, ammirando ciò che non avrebbe mai potuto ottenere; certe altre volte, ancora, si era soffermato su quel culetto, da mordere, sodo e compatto, più del marmo di carrara, ma solo quando era certo che nessuno lo notasse; in altri rari casi aveva sbirciato nel concavo abbisso immerso tra le morbide rotondità di quel rigoglioso decoltè naturale così giovane e prominente da risultare quasi inverosimile, da quanto era consistente e voluminoso, allo tesso tempo, ma solo per meno di istante, perché Augusto era sempre stato troppo timido e pudico per farsi sorprendere a sbavare sulle tette di una sua alunna ed infine, in uno o due casi, vincendo con grandissimo sforzo, la sua timidezza cronica, si era sospinto fino ad ammirare quel viso, per lui, tanto stupendo da superare ogni immaginazione, da prevaricare la rappresentazione della bellezza umana e trascendere il divino; in quei casi si era perso nella gloriosa fattezza ed ampiezza di quelle labbra tumide e incantevoli ma, anche in questo caso, non si era mai potuto intrattenere a fissarla per più di un secondo per il timore di annegare nella profondità e nel misticismo di quei magnifici occhioni blu. Mai, neppure per un istante, il professore si era anche solo lontanamente sognato di proporre nulla di scandaloso a nessuna delle sue alunne; figuriamoci con Cristiana; con lei era anche più timido e riservato di quanto già non fosse con tutte le altre, pochissime donne che avesse mai frequentato in vita sua.
Augusto, infatti, aveva sempre avuto un carattere mite e schivo e, per questo, era sempre stato talmente remissivo ed impacciato con il gentil sesso che era rimasto solo, senza uno straccio di una donna, da molti anni ormai. Allora perché veniva redarguito ingiustamente in quel modo!? Era ovvio: quella sgualdrina spudorata era già andata a spiattellare tutto al preside, travisando, come al solito, la realtà a suo piacimento e a suo favore, per farlo apparire come un stalker, un molestatore seriale e per poterlo quindi ricattare ed ottenere da lui tutto ciò che desiderava, quando invece era lui che stava subendo molestie e ricatti! E chissà a chi altri aveva raccontato quelle fandonie? la sua era un'innocente passione voyeuristica che si limitava all'ammirazione e all'immaginazione nei confronti di Cristiana ed adesso alla luce di questi sviluppi, quell'ingenua passione, meramente platonica stava assumendo dei contorni da rotocalco di cronaca nera! Lui che mai si sarebbe sognato di provarci con una ragazza giovane come Cristiana, essendo ben conscio che una come lei sarebbe rimasta irraggiungibile per uomo della sua età, della sua levatura sociale e del suo aspetto fisico; Augusto capiva, perfettamente di esserle inferiore in tutto e per tutto e, per questo, mai si sarebbe permesso di importunarla. Ora invece, a causa di quelle calunnie, la verità distorta, decantata e trasformata a piacimento da Cristiana aveva assunto contorni deplorevoli e criminosi e, per di più, tutto ciò stava rapidamente diventando di dominio pubblico; a questo punto Augusto non avrebbe mai più potuto scrollarsi di dosso una tale onta “Quella sciacquetta!! Quella spudorata!!” sbottò, al telefono, il professore non riuscendo a soffocare la collera ma fu quasi un riflesso involontario ed infatti si morse subito la lingua. Ormai, però, il preside aveva sentito tutto.
“come osa parlare così della signorina Cristiana!!??” ribatté, immediatamente, il direttore, evidentemente imbestialito dal commento, fuori luogo, del professore.
Augusto era sempre più paranoico: “nessuno ha citato Cristiana e allora come diavolo fa a sapere che mi stavo riferendo a lei?! Allora è vero che gli è andata a spifferare tutto!!!” realizzò tra se e se. Doveva cercare di recuperare la situazione: “senta signor preside: lei ha ragione; non è corretto che io parli così di una mia studentessa ma lei deve sapere che, se si riferisce a Cristiana, non stiamo parlando di un'innocente scolaretta! Mi creda signor preside quella ragazza è tutto fuorché innocente! al contrario è una persona estremamente dissoluta! Una spudorata seduttrice! Ha visto come viene vestita a scuola?! Si atteggia come una spogliarellista e io sono un uomo solo, signor preside! E lo sa anche lei quanto sia debole la carne, quando si è soli come me! È normale che io, talvolta, sia tentato di guardarla! Disinibita e seducente com'è! Sembra una pornostar, santo cielo! E di altissimo livello, per giunta! Ma le giuro su tutto cò che ho di più caro: io non ho mai fatto alcuna proposta sconveniente a Cristiana, non mi permetterei mai! Glielo giuro su quello che vuole, signor preside!” implorava disperato Augusto e già sentiva il pianto in gola, terrorizzato all'idea che il suo peggior incubo si stesse realizzando, per davvero.
Ma il preside non sentiva ragioni “ma si è bevuto il cervello! La signorina Cristiana è una studentessa modello ed in più è una celebrità di internet che gode di fama internazionale!. Sa a quanto è arrivato il conteggio dei suoi follower su instagram oggi?! 1,3 milioni!!! Sono molti più seguaci di quanto ne abbiano certi partiti politici!! Immagina, da una popolarità del genere, quale potere ne possa derivare!? lo scandalo che potrebbe far scoppiare nella nostra scuola, con un semplice post sulla sua pagina social ?!! Noi dobbiamo avere un occhio di riguardo per lei! Dobbiamo tenercela buona, ad ogni costo! La sua presenza tra gli alunni da lustro e popolarità alla nostra scuola e se lei si azzarda a rovinare questa opportunità, mi assicurerò personalmente che sia definitivamente destituito! Le garantisco che non solo perderà il lavoro e che non verrà mai più accettato come insegnante in nessun istituto di questo paese ma la farò andare dritto in galera, quanto è vero iddio! Qui ci sono gli estremi per molestie sessuali aggravate! Lei deve stare molto attento professore!” Sbraitava nella cornetta, sempre più infuriato il dirigente scolastico.
Augusto non riusciva a credere alle sue orecchie; aveva creduto di metterlo in ragione ed invece aveva solo peggiorato la situazione; già sapeva di essere in una posizione spiacevole con la sua tanto celebre, quanto crudele alunna ma ora le cose stavano davvero precipitando in una maniera che non avrebbe potuto immaginare neppure nei suoi peggiori incubi.
“Oddio! No signor preside la prego! Il lavoro è tutto quello che mi rimane, la prego mi dia un'altra possibilità, non la deluderò! Farò tutto quello che mi chiede! Quella Cristiana mi ha preso di mira e mi sta rovinando la vita! Che cosa vuole che faccia signor preside!? Vuole che non la guardi più?! Non la guarderò mai più! Vuole che la favorisca?! Le farò fare tutto quello che vuole in classe e le darò i voti più alti! Mi dica lei cosa devo fare signor preside! Sono disposto a tutto...” continuava a disperarsi Augusto al telefono, ormai completamente nel panico.
“Ora si calmi professore!” gli intimò il dirigente “Fortunatamente la signorina Cristiana è una persona estremamente ragionevole e magnanima e non ha piacere di essere coinvolta in uno scandalo all'interno della scuola, anche se potrebbe darle ulteriore fama e popolarità. Le ho parlato e dopo averla dovuto implorare a lungo, la ragazza ha acconsentito di far cadere la vicenda, a condizione che lei le presenti le sue più umili e sincere scuse. Mi ha capito professore?! umili e sincere scuse! La signorina ha preteso di avere un colloquio con lei oggi stesso; perciò ora lei viene subito qui e non mi importa se dovrà supplicarla in ginocchio o mettersi a piangere o fustigarsi davanti a lei! Farà tutto ciò che è necessario per placare la collera di quella ragazza e poi alla fine dell'anno chiederò il suo trasferimento e non voglio mai più sentire parlare di questa storia! Mi ha capito!??”
Il professore non poteva vederlo ma il preside mentre sbraitava, così infoiato, al telefono non era solo; infatti, quella filippica in favore di Cristiana non era proprio tutta farina del suo sacco; al contrario le parole precise gli erano state “suggerite” proprio da Cristiana in persona, che in quel momento era esattamente davanti al preside, nel suo stesso ufficio ad imbeccare parola per parola, l'arringa accusatoria che il dirigente scolastico stava sciorinando nei confronti del suo sottoposto.
Più precisamente la ragazza seduta dirimpetto alla scrivania del proprio preside, mentre lui parlava al telefono, aveva introdotto uno dei suoi delicati piedini smaltati nel grembo dell'uomo seduto davanti a lei e con la suola di una delle sue costosissime calzature gli pompava il cazzo rigonfio, attraverso la patta dei pantaloni, mungendo il di lui organo sessuale con grande maestria e sensualità. Il preside, stimolato in quel modo, era come un burattino nelle mani della bella e voluttuosa Cristiana ed avrebbe fatto o detto qualunque cosa affinchè la ragazza non smettesse; egli si godeva le sublimi sensazioni che il trattamento del grazioso piedino della sua studentessa più attraente gli stava regalando ed allo stesso tempo si perdeva sempre di più nella contemplazione della straordinaria bellezza della giovane diva; guardandola, l'uomo sentiva il suo cazzo, così sapientemente coccolato da quel delizioso piedino, sul punto di esplodere, trattenuto al limite dell'eiaculazione solo dalla volontà di Cristiana stessa. Contro la capacità seduttiva di quel fisico giovane e tonico, le cui forme squisite e procaci erano così sapientemente valorizzate da un succinto quanto costoso completino firmato e contro il fascino stordente di quel volto angelico, impreziosito da un'irresistibile bocca carnosa e sensuale e da quei grandi occhioni da cerbiatta, cinti da lunghe e folte ciglia e decorati sui contorni dall'eyelier, come un'imperatrice egizia del passato, nelle cui iridi azzurre c'era da perdersi; contro l'incantevole fluenza di quella folta chioma corvina e setosa il cui aroma squisito si diffondeva come un'aurea intorno a lei, ogni tentativo di non perdere la testa di fronte a tutto questo era futile perché, anche uno solo, di quei preziosissimi e curatissimi dettagli dell'aspetto di Cristiana, era più di quanto un uomo ordinario, come il preside, fosse capace di sopportare ed infatti egli era completamente sedotto, in balia di cotanto sex appeal e di una così prosperosa e giovane bellezza. Ma c'era di più. Non era soltanto l'innegabile grazia e leggiadria della ragazza e del suo meraviglioso fisico statuario ad aver completamente sedotto il direttore; la sicurezza e l'arroganza nell'atteggiamento di lei, tipica delle donne più belle, consce del proprio potere seduttivo che le loro straordinarie ed irresistibili caratteristiche fisiche sono capaci di esercitare su qualunque maschio eterosessuale e che nel caso specifico stavano consentendo ad una ragazzina appena maggiorenne di dominare e rovinare completamente, un uomo di 50 anni, uno stimato professore, istruito e stimato da tutti, così, per un capriccio e senza il minimo sforzo; tutto ciò rendeva la situazione ancora più eccitante oltre ogni immaginazione. Dimenticati moglie e figli, che avrebbero potuto anche non essere mai esistiti per quello che riusciva ad intendere il dirigente scolastico, al momento tutto il suo mondo, anzi tutto il suo universo, per quel preciso istante, iniziava e finiva con il magnifico, attraente, irresistibile volto di Cristiana.
Il professore si scusò innumerevoli con il suo preside ma lui non lo ascoltava più, perso com'era nell'estasi di ammirare così da vicino la spettacolare bellezza di Cristiana sublimata dal sontuoso lavoro di “piede” che lei gli stava amministrando sotto alla scrivania. Il professore continuava ormai da diversi minuti con la sua disperata cantilena ma nessuno più lo ascoltava, se non Cristiana che udendo l'afflizione del suo insegnante rideva di gusto sotto i baffi, tronfia che il suo piano stesse andando in porto senza il minimo sforzo e quando Augusto scoppiò a piangere, la ragazza decise che era giunto il momento anche per il preside di “scoppiare” ed aumentando impercettibilmente il ritmo della sua manipolazione con il suo delicato piedino, in brevissimo tempo fu in grado di mungere fino all'ultima goccia di sperma dal cazzo del suo direttore, il quale rapidamente perse il controllo, riversando immediatamente tutto il suo denso liquido seminale, accumulato da mesi all'interno alle sue gonadi, all'interno delle sue mutande, inzuppando completamente la parte anteriore dei suoi pantaloni.
In quello stesso momento si concluse brutalmente la telefonata ed il professore che ancora sproloquiava di scuse e di pentimento si riscoprì a parlare da solo con la linea morta del telefono. A quel punto, sempre più in paranoia si precipitò a cambiarsi per raggiungere la scuola il più in fretta possibile.
Dopo tre seghe e quasi 48 ore senza sonno, l'ultima cosa che avrebbe voluto fare il povero Augusto, sarebbe stata proprio quella di tornare al proprio posto di lavoro per incontrare la sua ricattatrice, la giovane donna che aveva scatenato tutte le sue più deplorevoli pulsioni e che gli stava rovinando la vita, prosciugandolo della sua energia vitale e del suo raziocinio ma, purtroppo, non aveva altra scelta se non quella di ottemperare, il più in fretta possibile alle richieste di quella sadica puttanella se non voleva perdere il suo lavoro e la sua reputazione.
Mentre il prof si dava l'ultima sistemata davanti allo specchio, notò come gli effetti della mancanza di sonno e dell'onanismo compulsivo causato dalla sua sexy studentessa fossero evidenti sul suo volto: occhiaie nere solcavano le sue orbite, le rughe di espressione del viso erano ormai diventate rughe di vecchiaia, ulteriormente scavate dall'ansia, dalla preoccupazione e dalla mancanza di sonno; gli sembrava di essere invecchiato di dieci anni in soli due giorni. Così lo aveva ridotto quella diabolica tentatrice, in appena 48 ore e non c'era niente che lui potesse fare per sottrarsi a questo martirio.
Uscito di casa, mentre si incamminava verso l'edificio scolastico, Augusto presentava sintomi di paranoia, tachicardia e iperventilazione sempre più preoccupanti; non poteva fare a meno di pensare alla strana telefonata del suo datore di lavoro; era innegabile: c'era qualcosa di molto strano. Lui e il preside erano sempre andati d'accordo, fino a quel momento e questo cambio repentino di atteggiamento nei suoi confronti era inspiegabile. Doveva esserci sicuramente lo zampino di Cristiana! possibile che i due fossero amanti e che quella ninfetta tenesse in pugno anche il preside?! Tutto considerato era più che probabile; qualunque uomo avrebbe fatto carte false per andare a letto con una bomba del sesso del calibro di Cristiana.
Augusto era rimasto talmente scombinato dalla telefonata intrattenuta con il suo preside che, durante la conversazione, più di una volta, gli era parso di udire quella infantile ed odiosa risatina di Cristiana, che ormai gli ronzava nelle orecchie anche nei suoi sogni ed il preside, gli sembrava stesse ansimando mentre stava parlando con lui, come se gli mancasse il fiato. Tutto ciò era estremamente insolito ed Augusto non riusciva a trovare una spiegazione plausibile; doveva, per forza, essere tutto frutto della sua immaginazione; come avrebbe potuto essere altrimenti!?
Ad ogni modo avrebbe dovuto essere molto cauto in quella situazione; se era vero che quei due si erano coalizzati contro di lui, egli non avrebbe avuto scampo.
Perso nei suoi pensieri disfattisti, senza quasi accorgersene, in pochi minuti Augusto era già davanti l'uscio dell'ufficio del preside.
Fece un bel respiro per distendere i nervi, si fece forza ed entrò: “B-buongiorno..” farfugliò timidamente ma nessuno gli rispose.
All'interno vi erano il preside e Cristiana che lo stavano aspettando; rispettivamente seduti l'uno di fronte all'altra alla grande scrivania in legno massello, sistemata al centro della stanza.
Cristiana indossava lo stesso abito del mattino: minigonna e top da infarto e la sua solita espressione strafottente e menefreghista tipica dei giovani che sanno di avere tutta la vita davanti mentre al contrario il preside sembrava estremamente nervoso e tribolato come dimostrava il suo aspetto trafelato e il suo sguardo vacuo. Curiosamente la ragazza aveva le gambe innalzate e quei meravigliosi piedini, che da mesi ormai infestavano i sogni del professore, cinti da costosissimi sandaletti dorati, erano arrogantemente poggiati, senza il minimo riguardo, sul piano del tavolo proprio in faccia al suo preside; situazione davvero insolita se si pensava che si trattava, pur sempre, di una studentessa a colloquio nell'ufficio della più alta carica presente all'interno dell'istituto scolastico. Una tale mancanza di rispetto non era mai stata tollerata da nessuno ma, evidentemente, Cristiana poteva permettersi questo e tanto altro.
Non appena il professore fu entrato, i due interruppero la loro conversazione, fissando i loro sguardi severi su di lui.
Fu Cristiana la prima a parlare: “non si avvicini professore, non sono a mio agio ad avere un pervertito come lei troppo vicino, resti a distanzi per cortesia.” gli disse con la sua vocina acuta e fanciullesca, guardandolo e contemporaneamente, inarcando verso il basso le sue belle carnose labbra imbellettate di lipgloss, in segno di disgusto.
“faccia quello che le dice professore; è meglio per lei!” aggiunse il preside mostrando un espressione altrettanto indignata.
“ora come le ho detto al telefono, la signorina Cristiana, da persona estremamente magnanima e benevola qual è, mi ha chiesto di poterle parlare, prima di decidere quali provvedimenti prendere nei suoi confronti. Come sa, lei è in una posizione estremamente scomoda e, per inciso, fosse stato per me, lei sarebbe già stato licenziato, denunciato, fuori da questo edificio scolastico per sempre ma la signorina Cristiana che qui, non dimentichiamoci, è la parte lesa, la vittima delle sue deplorevoli pulsioni, vuole darle l'opportunità di fare ammenda per i suoi peccati e di evitarle le spiacevoli conseguenze del caso. Perciò adesso ascolterà quello che la signorina ha da dire senza fare un fiato, intesi?” aggiunse il preside e la minaccia nel suo tono di voce era chiara ed esplicita, benché al professore parve che l'uomo fosse estremamente nervoso, quasi fosse costretto ad affermare quello che stava dicendo.
Le congetture di Augusto però furono subito interrotte quando Cristiana prese la parola, adocchiando il suo professore con quello sguardo schifato che ormai lui conosceva fin troppo bene e che non mancava mai di farlo sentire estremamente a disagio. Il modo in cui lo squadrava sprezzante gli dava l'impressione del reale, immenso sdegno che la ragazza nutriva per lui e ciò lo feriva mortalmente; oltretutto benché lei stesse parlando rivolgendosi chiaramente al direttore, nel mentre, i suoi occhi glaciali, disgustati rimasero fissi su Augusto, aumentando esponenzialmente il suo disagio: “grazie signor preside per la sua introduzione e per i suoi complimenti: è vero sono troppo buona e clemente ma su una cosa si sbaglia. Ci tengo a precisare che il professore non rappresenta affatto una minaccia per me. Semplicemente non sopporto la sensazione di disgusto e schifo che mi assale in presenza di questo essere viscido ed insulso; con tutta la palestra che faccio, un debosciato del genere non avrebbe alcuna possibilità in uno scontro fisico contro di me; al contrario io potrei sottometterlo fisicamente con grande facilità vista la mia infinita superiorità fisica e mentale rispetto ad un inetto come lui. Per questo non intendo, ancora, procedere con la denuncia, tuttavia rimane il fatto che sono molto arrabbiata nei suoi confronti perché, parliamoci chiaro signor preside, le persone dovrebbero saper stare al loro posto e trovo offensivo che un omuncolo viscido e patetico come questo non capisca che dovrebbe stare a debita distanza da una strafiga del mio calibro; è offensivo anche solo che si azzardi a guardarmi! Non lo tollero! Ma evidentemente il professore è davvero troppo stupido per capire persino una cosa tanto banale! Troppo demente per capire che in mia presenza dovrebbe solo abbassare la testa e subire, uno come lui non lo riterrei neppure degno di baciarmi il culo!” Sentenziò Cristiana spocchiosa; sempre sfoggiando sul suo meraviglioso viso, regalmente truccato, quell'espressione truce e sdegnata verso il proprio insegnante. Augusto si sentiva ribollire dentro di se, anche perché a quei commenti vili ed offensivi il preside non aveva battuto ciglio ma che cosa poteva fare se non mordersi la lingua e somatizzare. Che tempi erano mai questi che una ragazzina ignorante e megalomane poteva rivolgersi in quel modo strafottente al suo insegnante, passandola completamente liscia! Era una situazione surreale! Eppure Augusto doveva fare buon viso a cattivo gioco e rimase zitto e con lo sguardo basso.
Ma anche in questo caso le introverse recriminazioni dello sfortunato professore giunsero rapidamente ad un alt perché Cristiana, nel frattempo, si era alzata in piedi e Augusto, notando che lei incedeva sinuosa e minacciosa verso di lui, ne fu fortemente allarmato. La ragazza, cinta nel suo costosissimo abitino firmato, innalzata dai preziosi e vertiginosi tacchi dei suoi sandali gioiello, arrivò a pararsi a pochi cm dal viso spaventato di Augusto per afferrarlo e strattonarlo per la cravatta. La mera prossimità con una femmina alfa come Cristiana era più che sufficiente a far dimenticare al professore qualsiasi tipo di rimostranza; colto dallo stesso genere di terrore che può provare un topolino braccato da una leonessa.
Augusto infatti era pietrificato. Da quella distanza la dirompente aura di sensualità Cristiana lo tramortiva. Osservandola così vicina l'uomo ragionò, suo malgrado, che la sontuosità delle fattezze del bellissimo viso di Cristiana, così sapientemente valorizzato dal trucco applicato sugli occhi e sulla bocca carnosa e sensuale le donavano un aspetto più che regale; era talmente ammaliante da rasentare il divino. Oltretutto memore delle minacce del suo capo, l'uomo si sentiva completamente inerme nei confronti di lei. Nessuno lo aveva mai fatto sentire tanto impotente, in tutta la sua vita, al punto che, se anche lei gli avesse ordinato di buttarsi dalla finestra, lui lo avrebbe fatto senza alcun indugio; almeno avrebbe finito di sentirsi sempre così mortalmente terrorizzato e depresso. Non poteva neanche guardare verso il basso; sarebbe stato ancora peggio; con la sua visione periferica Augusto poteva percepire a pochi cm dal suo petto, i puntuti capezzoli dei voluttuosi seni di Cristiana, che nonostante la loro grandezza e pesantezza parevano sfidare ogni legge di gravità ergendosi arroganti ed impertinenti con una sodezza innaturale; Augusto ne era estasiato come fosse al cospetto di una meraviglia della natura, emozionante alla stregua del gran canyon o delle cascate del niagara.
Augusto, incredibilmente, percepì il suo cazzetto indurirsi nuovamente, nonostante lui stesso lo avesse martoriato facendolo eiaculare per ben tre volte di fila, neache un'ora prima ma la carica erotica di quella ragazza era tale che avrebbe potuto resuscitare anche i morti.
“Apra la bocca professore” gli ordinò dolcemente con la sua vocina acuta Cristiana ed era talmente vicina che il suo alito caldo, profumato al mentolo gli lavò e gli avvolse completamente il volto.
Augusto si riscoprì ad aspirare a pieni polmoni quel afflato divino ed obbedì alla richiesta della giovane senza pensarci, ipnotizzato com'era dal movimento delle carnose, luccicanti labbra di quella seducente manipolatrice “Uuuaaaccptttuuu!” Cristiana, gli sputò dritto in bocca un grosso medaglione di saliva e poi gli richiuse la bocca strizzandogli le guance con la sua manina ingioiellata, delicata e perfetta, pungulandogli le gote con le sue lunghe e affilate unghie laccate fluo, il tutto senza farsi vedere dal preside, al quale dava le spalle, passandola, come al solito, completamente liscia. Augusto, senza neppure accorgersene e senza che gli fosse richiesto, richiuse la bocca deglutendo lo sputo della sua fascinosa alunna, gustandolo come se fosse un nettare prelibato, arrivando persino con un riflesso involontario a leccarsi le labbra, assaporandone il gusto fino all'ultima goccia. Guardando di nuovo verso la ragazza vide di nuovo quelle magnifiche labbra carnose che attanagliavano i suoi sogni più inconfessabili dischiudersi di nuovo e questa volta non per sputargli addosso ma per far fuoriuscire il suono melodioso della sua vocina acuta e bambinesca che tanto riusciva a pungolare il sistema nervoso del povero insegnante: “Lei mi schifo professore!” gli sussurrò ammaliante, lavando, ancora una volta, il viso del prof col suo alito profumato e detto questo, la bocca si dischiuse in un sorriso compiaciuto e smagliante, che gli trafisse il cuore per quanto era meraviglioso e crudele allo stesso tempo.
“ehm, ehm!” il preside, che aveva fatto finta di niente fino a quel momento, capì che sarebbe stato meglio levare e tende per non rischiare di ritrovarsi immischiato nel diverbio tra alunna e professore, ed infatti si era schiarito la voce proprio per richiamare l'attenzione di Augusto, che, da parte sua, frastornato com'era dalla vicinanza di Cristiana si era persino dimenticato della presenza di una terza persona all'interno della stanza.
“ora vi lascio soli, affinché possiate dirimere le vostre controversie. Ma stia attento professore se mi arriva alle orecchie anche solo una lamentela da parte della signorina Cristiana, quanto le ho detto prima resta sempre valido: farò di tutto affinché lei sia completamente rovinato. Con permesso signorina.” si congedò il direttore, uscendo, il più in fretta possibile dalla stanza e richiudendo la porta alle proprie spalle.
Non appena il preside fu uscito, Augusto, stremato, sentì il suo sistema nervoso cedere, probabilmente in preda ad un esaurimento, le ginocchia gli cedettero e l'uomo cadde in ginocchio, prostrandosi a terra, ai piedi di Cristiana, scoppiando a piangere, come una ragazzina: “Perché signorina Cristiana?! Perché mi sta facendo questo?! Che cosa mai le ho fatto di male?! Perché è così crudele con me?! Buaaahhh!” frignava Augusto, senza alcun contegno, senza alcuna dignità, scosso da violenti singhiozzi.
Il professore non poteva vederlo ma quella scenata isterica rese il sorriso sardonico della ragazza; ancora più smagliante, beato dalla miseria inflitta al povero insegnante.
“semplicemente perchè posso, professore.” rispose la ragazza tranquillamente.
“ma perché proprio io?” insistette il professore non riuscendo, per quanto si scervellasse a venire a capo di quella situazione surreale.
Cristiana, benché non fosse tenuta a farlo, fu lieta di concedere quella spiegazione ad Augusto, sarebbe stata l'ennesima per umiliarlo e deriderlo: “E' vero lei non ha fatto nulla di male, anzi è sempre stato un gentiluomo con me, sempre educato e servizievole. L'unica sua colpa, se mai, sarebbe stata quella di ammazzarsi di seghe alle mie spalle ma, a me, sinceramente, della sua vita privata non interessa minimante. Vede: io volevo dimostrare alle mie amiche che la mia straordinaria bellezza e sensualità avrebbe potuto, senza alcun sforzo, piegare e distruggere anche l'uomo più rigoroso e direi che ci sono riuscita alla grande, non è forse vero professore?!” lo interrogò Cristiana con tono malizioso.
Veramente quella ragazzina era tanto spietata e senza cuore da rovinare un uomo per un semplice capriccio!? Augusto, stupito da quel commento, alzò il suo volto deformato dal pianto e dalla disperazione verso Cristiana, sperando di aver frainteso quanto gli era stato detto ma quello che vide, invece di fugare i suoi dubbi ansiogeni, gli fece mancare, ancora una volta, il fiato: lunghe gambe, dalla pelle così tesa e lucida da sembrare di plastica scomparivano all'interno di quella succinta e cortissima gonna; più in alto il ventre piatto e scolpito era completamente scoperto e dove rincominciava il tessuto dello scandaloso top del completino che la ragazza indossava, morbidi e dolci declivi di carne si innalzavano maestosi dal petto formoso, tanto grandi ed alti da celare, parzialmente, il volto della loro proprietaria, strizzati dal tessuto elasticizzato ma allo stesso liberi dalla costrizione di un reggiseno, erano sormontati da invitanti, turgidi capezzoli che affioravano, invitanti, attraverso la stoffa. Augusto deglutì amaro e sentì il suo cazzetto sussultare violentemente, perdendo, nuovamente e del tutto, il filo dei suoi cupi ragionamenti.
L'uomo non riusciva a seguire a quello che la sua crudele interlocutrice gli stava dicendo, sconvolto com'era dall'eccitazione ma la ragazza, imperterrita, continuava a parlare: “ma sappiamo che lei non è affatto un uomo rigoroso professore, perché se così fosse, allora questo patetico bozzetto insignificante non dovrebbe svettare in quel modo tra le sue gambe, dovrebbe stare al suo posto, rintanarsi all'interno del grasso molle e disgustoso della sua orribile pancia, sapendo che uno scarto dell'umanità come lei non ha nulla a che spartire con una femmina della mia levatura.” gli disse Cristiana, saggiando la durezza dell'erezione del povero professore , assestando un paio di calcetti, con la suola della sua preziosissima scarpa e per quanto la pressione fosse minima e fugace ci mancò poco che Augusto non si venisse nelle mutande, stimolato al limite delle sue capacità dal lieve contatto con la sofisticata calzatura di Cristiana. Alla faccia dell'eiaculazione precoce, pensò, amaramente, tra se e se il professore digrignando i denti nello sforzo di ricacciare l'orgasmo imminente, all'interno della sua uretra.
Prostrato fisicamente e mentalmente ai piedi della sua ricattatrice, ormai si sentiva completamente sconfitto, svuotato di ogni spirito combattivo, se mai ne aveva avuto uno.
“che cosa vuoi che faccia? ” sussurrò pateticamente con la voce rotta dal pianto.
Cristiana non aspettava altro e con il suo tronfio sorriso smagliante sempre stampato sul suo volto avvenente, cominciò ad elencare le sue richieste: “Prima di tutto esigo delle sincere scuse ma questo non le eviterà una punizione esemplare: credo che cento cinghiate, a culo nudo, siano la punizione minima per un essere patetico e disgustoso come lei; magari il dolore riuscirà farle entrare in quella stupida testa vuota che è estremamente irrispettoso nei miei confronti continuare a sbavarmi dietro, per tutto il tempo, davanti a tutta la classe e masturbarsi come un ladro a casa sua, quando pensa che nessuno la stia guardando! Anche se dubito fortemente che nella sua testa bacata possa entrare qualcosa di sensato”
Augusto ascoltava rimanendo in ginocchio e rifletteva sulla sua miseria. 100 cinghiate erano una punizione severissima, le cui ripercussioni sul suo fisico già debilitato dall'età e dalla vita sedentaria potevano essere catastrofiche e protrarsi molto a lungo prima di ottenere una completa guarigione ma se sopportare un tale martirio avrebbe significato risvegliarsi, finalmente, dall'incubo che stava vivendo da ormai due giorni, allora lo avrebbe fatto volentieri.
Ma purtroppo per il professore, Cristiana non aveva finito con le sue richieste; anzi aveva appena cominciato.
“Secondo!” la vocina di Cristiana che cominciava a descrivere la seconda condizione della sua estorsione fu come una stilettata al cuore, per il povero professore; egli, però, restò comunque, stoicamente, in ginocchio e con lo sguardo a terra ad ascoltare buono e zitto quel crudele elenco, disposto a tutto, pur di farla finita; Cristiana continuò: “esigo un pagamento per tutte le nefandezze e le mancanze di rispetto che ho dovuto subire in questi mesi di insegnamento! 250 euro all'ora, per ogni ora in cui ho dovuto sopportare la sua sgradevole presenza ed in cui sono stata costretta a guardare la sua brutta faccia. Avrei dovuto chiedere molto di più ma voglio essere generosa! 250 euro l'ora, per 28 ore di insegnamento mensili, moltiplicati per dieci mesi di scuola sono su per giù settantamila euro e li voglio in contanti! Ha tempo una settimana per reperire tale somma e consegnarmela!”
Involontariamente gli occhi di Augusto si sgranarono di stupore udendo una tale cifra; si sentiva mancare: 70000 euro erano una somma assurda, enorme anche solo a pensarla ed in contanti per di più! Il professore neanche li aveva mai visti tanti soldi, tutti insieme! dove diavolo avrebbe recuperato una cifra simile! Ma depresso com'era non emise neppure un fiato.
Cristiana rimase alcuni istanti in silenzio, affinché il professore potesse realizzare la grandezza del sacrifico che gli veniva richiesto ma non sentendo alcuna protesta ,continuò con l'ultimo e più terribile punto della sua lista.
“terzo: visto che non posso fidarmi della sua parola perché, anche se mi giurasse di smettere di masturbarsi pensando a me, io so perfettamente che sarebbe più forte di lei e se la lasciassi libero continuerebbe a martoriarsi di seghe sbirciando i miei profili social o sognandomi la notte per il resto della sua inutile, tristissima vita; non mi lascia altra scelta se non quella di imporle una cintura di castità maschile. In questo modo potrò stare tranquilla che manterrà la parola e la smetterà di trastullare quel suo patetico, disgustoso cazzetto pensando, tutto il tempo a me!” concluse la ragazza.
Augusto era sempre più pietrificato, l'enormità di quello che gli veniva richiesto andava oltre ogni sua più cupa immaginazione. Allora perché, anche dopo tre eiaculazioni, benché pensasse di essersi svuotato di ogni desiderio, benché quella sadica, viziata, deplorevole ragazzina lo stesse tiranneggiando, gli stesse rovinando la vita, gli stesse prosciugando il conto in banca e stesse minacciando, senza alcuna remora, persino la sua integrità fisica; per quale assurdo, inspiegabile motivo sentiva il suo cazzetto continuare a pulsare, irrigidendosi al massimo della sua durezza dentro ai suoi pantaloni mentre assisteva inerme alla propria completa disfatta; eccitazione causata proprio da colei che era la sola artefice della sua completa rovina. Doveva esserci qualcosa di estremamente sbagliato in lui; non c'era altra spiegazione.
Il professore, ancora una volta, non proferì un alito di protesta e siccome si sa: chi tace acconsente, Cristiana non perse tempo, smaniosa di cominciare subito a realizzare la sua crudele lista dei desideri
“Coraggio professore, direi che, per prima cosa, possiamo cominciare con la punizione corporale e con le sue scuse; forza si cali le brache e le mutande e poi si rimetta in ginocchio, fronte a terra, davanti a me!” gli ordinò, con la sua snervante vocina carina e fanciullesca, dalla quale trapelava trepidazione ed entusiasmo per il brutale trattamento che stava per infliggere al suo sfortunato insegnante.
Lo stato d'animo di Augusto, ovviamente, era tutto il contrario. Il pover uomo era mortificato: da quanto tempo era che non si spogliava davanti ad una donna? con le misure sottodimensionate del suo ridicolo equipaggiamento maschile era imbarazzante calarsi i pantaloni a prescindere dalla situazione disperata in cui si trovava. L'uomo evitava persino di mostrare il suo vergognoso apparato genitale, financo negli spogliatoi maschili, da quanto era imbarazzato delle sue dimensioni striminzite; figurarsi doversi spogliare davanti ad una ragazzina, per giunta sua alunna, per giunta estremamente disinibita come Cristiana; una come lei, sicuramente, si era scelta un ragazzo estremamente virile, con un bel cazzone largo e vigoroso, una dotazione da vero uomo e non provvisto di un appendice gracile e patetica come la sua e chissà quanti cazzi aveva già visto e manipolato quella sadica sgualdrina impudente; non c'era dubbio che lei fosse completamente a suo agio con la sua sessualità ed una tale sicurezza poteva derivargli solo dall'aver intrattenuto innumerevoli rapporti sessuali con altrettanti partner; certamente molti più di quanti lui ne avesse avuti in tutta la sua vita, nonostante lei avesse meno della metà dei suoi anni. Tutto ciò era estremamente imbarazzante. Il professore, però, ormai aveva perso ogni speranza e quel poco di forza di volontà che aveva in circostanze normali; era esausto e completamente sconfitto; perciò, anche se terribilmente imbarazzato, ancora una volta, obbedì agli ordini della sua sexy, sadica studentessa.
Con riluttanza si alzò in piedi e, sempre a sguardo basso e senza proferire parola, prese a slacciarsi prima la cinta, poi i bottoni ed infine la zip dei pantaloni, per poi calarli fino alle caviglie, rivelando il suo minuscolo cazzetto ai crudeli occhi, sogghignanti di Cristiana.
“hihihihihihihi! O mio dio! Questo è davvero il più ridicolo, microscopico, patetico, disgustoso cazzetto che abbia mai visto! Ho visto bambini alle elementari più dotati di lei professore! Hihihihihi! O mio dio ed è tutto duro ed eccitato! Lo vede professore che è più forte di lei! Per quanto io la possa maltrattare, umiliare, punire, lei rimarrà per sempre un lurido pervertito e non perderà mai il vizio di segarsi sognando il mio corpo! Mio dio quanto mi fa schifo!”
“Stomp!!!” un potente calcio nei coglioni, a tradimento, da parte di Cristiana lo fece ricadere a terra, in ginocchio, nel punto in cui Augusto si trovava sino a pochi istanti pima, esattamente prostrato ai piedi della bella e sadica studentessa, la quale senza perdere tempo, schiacciò, ulteriormente contro il pavimento, la testa del povero professore pestandola, crudelmente, con il tacco del suo preziosissimo sandalo dorato, contro il pavimento. La pressione esercitata dalla sua alunna con il piede era talmente forte che il professore dovette girare la testa, poggiando la guancia a terra, anche perché lei roteava il tacco puntuto, come se stesse spegnendo una sigaretta, producendo un potere di penetrazione tale da scalfire prima il cuoio cappelluto, poi la pelle del viso del pover uomo, creando piccole ferite nei punti in cui il tacco affilato, poggiava sul viso dello sfortunato individuo.
In quella posizione, la suola del sandaletto di Cristiana era proprio sopra al suo sguardo e Augusto poteva notare la sigla incisa su di essa: D&G; constatando tristemente che, con ogni probabilità, quelle scarpe costavano almeno quanto un mese del suo stipendio ed ora lui avrebbe dovuto contribuire a rendere ancora più ricca e agiata la vita di quella ragazzina viziata e capricciosa e non c'era nulla che potesse fare per evitarlo. L'altro delizioso piedino con le unghie laccate dalla french pedicure di Cristiana, cinto dalla costosissima calzatura glamour, era poggiato a terra, proprio a pochi millimetri dal suo naso e Augusto da lì poteva apprezzarne la delicatezza, la proporzione e financo l'odore; persino da così vicino la pelle del piede della ragazza era assolutamente perfetta, priva della benché minima irregolarità, talmente liscia e lucida che sembrava la carnagione di una bambola; come un riflesso condizionato il professore si ritrovò, senza neppure volerlo ad aspirare a pieni polmoni il profumo di quel magnifico piedino, sentendo, per questo, il suo cazzetto rinvigorirsi, nonostante il calcione di pochi istanti prima che ancora gli faceva dolore i testicoli.
“è il momento professore; forza mi dia la cintura dei suoi pantaloni.” gli ordinò Cristiana, tendendogli la mano aperta attendendo che il suo interlocutore le consegnasse la sua cinghia di cuoio.
Per l'ennesima volta il professore ottemperò alla richiesta in silenziosa, ossequiosa obbedienza ma per farlo dovette volgere lo sguardo verso l'alto e lottare contro la pressione del piede e della gamba tonica e vigorosa di Cristiana. Anche in quell'occasione ammirare tutta la sinuosa eleganza e lunghezza di quell'arto perfetto, dalla carnagione d'ebano era uno spettacolo da togliere il fiato; guardando verso l'alto poi il prof poteva intravedere tra le cosce divaricate di Cristiana lo striminzito tanga di pizzo rosa che la ragazza indossava, attraverso il cui tessuto si percepivano, chiaramente, le squisite fattezze delle grandi labbra e del monte di venere della deliziosa, profumata, fichetta di Cristiana. Per quanto la situazione fosse disperata una tale visione era più che sufficiente a stimolare enormemente la libido del povero Augusto, trascinandolo al limite di un orgasmo imminente.
La ragazza notando lo sguardo indiscreto del suo insegnante strappò la cinghia dalle mani dell'uomo e senza alcun preavviso assestò una potente cinghiata sulle natiche scoperte del povero Augusto, con tutta la forza di cui era capace e, per di più, dalla parte della fibbia di metallo. La cinta sibilò, tagliando l'aria per abbattersi con un suono sordo sulla pelle nuda del malcapitato professore. “Sccciafff! Sccciafff! Scciaffff!!” “come osa brutto maiale, pervertito, schifoso, indegno! anche in una situazione come questa lei mi sbircia sotto la gonna! Lei mi fa schifo! E' inaudito, intollerabile, disgustoso!” Cristiana per punire l'azzardo del professore che si era permesso di guardare la sua lucente fichetta da sotto la gonna, impartì, in rapida successione, diverse, potenti frustate sulla schiena dell'uomo, provocandogli immensa sofferenza ma ormai era troppo tardi, trattenuto com'era al limite dell'eiaculazione Augusto anziché essere placato dal dolore delle scudisciate fu quasi spronato dai violenti colpi ricevuti e, contro la sua volontà, un colpo dopo l'altro, l'orgasmo abbandonò il suo corpo, estirpato dal suo cazzo dalla virulenza della frusta, per la quarta volta, in quel giorno ed insieme all'eiaculazione un mugolio di dolore soffocato fuoriuscì dalle labbra di Augusto. Ognuno di quei quattro orgasmi, sperimentati nel giro di poche ore, era stato causato da Cristiana, alla stregua di ogni orgasmo che aveva sperimentato l'uomo negli ultimi mesi, come sempre accadeva da quando aveva incontrato la ragazza per la prima volta, ogni sua eiaculazione l'aveva dedicata a lei o forse più correttamente era stata causata da lei.
Mentre un debole fiotto di sperma si depositava flebilmente sul pavimento le scudisciate non si arrestavano. La scena era surreale una giovanissima ragazzina, appena maggiorenne, esile e proporzionata, agghindata come dovesse andare ad una sfilata di moda ed altrettanto truccata, si ergeva, in piedi, sul corpo prono di un uomo in giacca e cravatta, vecchio più del doppio degli anni della ragazza. L'uomo inginocchiato, prostrato con la faccia a terra era calpestato dal grazioso piedino della ragazza stessa, il cui tacco acuminato gli schiacciava e gli lacerava impietosamente il volto. La stessa giovane fanciulla, mentre lo calpestava, nello stesso tempo lo frustava senza pietà. Sembrava di osservare una grottesca rappresentazione storica dei tempi degli antichi egizi, dove veniva mostrato come il faraone trattasse il più umile e inutile dei suoi schiavi; solo che al posto del faraone c'era una studentessa all'ultimo anno di liceo e nei panni dello sfortunato schiavo vi era un 50enne professore di matematica e fisica, fino a quel giorno stimato e temuto da tutti i suoi studenti.
“sccciafff!! Sccciafff! Sssccciafff!” diversi colpi si abbatterono ancora in rapida successione sulle natiche scoperte e sulla schiena nuda del povero professore, martoriandolo crudelmente.
“hihihihihi! Queste erano le prime, per scaldarsi, professore, ancora 80 frustate e abbiamo finito hihihihihi!” lo derise Cristiana, completamente insensibile al dolore immenso che stava infliggendo al povero individuo ma non le bastava infliggere punizioni e provocare immenso dolore; la sadica studentessa, come espressamente dichiarato in precedenza, pretendeva umili e sentite scuse da parte del povero insegnante, per ogni scudisciata ricevuta.
“sccciafffff!!” Professore non sento le sue scuse, forza, voglio sentirla implorare perdono, se non vuole che raddoppi la sua punizione!”
“Ahia! le chiedo perdono signorina Cristiana!” piagnucolò Augusto, con la voce distorta dall'acuminato tacco a spillo che gli premeva contro la guancia.
“sccciaffff!” “ Non mi basta professore! Voglio che ammetta di essere un lurido pervertito ed esigo che mi chieda scusa per tutte le innumerevoli volte che si è masturbato quel patetico cazzetto pensando a me!”
“ahia! Mi scusi signorina Cristiana per tutte le volte che ho masturbato il mio patetico cazzetto pensando a lei!” piangeva a dirotto ora Augusto.
“sccciaffff!” “Da ora in avanti per lei io sarò Principessa Cristiana! Ha capito professore!?”
“Ahiii! Imploro perdono per le mie ignobili perversioni, Principessa Cristiana!”
“Scccciaffff!” “Non basta! Voglio che sia un po' più creativo professore! Lo so che può fare meglio! Si ricordi che il suo destino è nelle mie mani! Deve convincermi di essere realmente pentito se vuole avere una minima speranza di ottenere la mia grazia!”
“Ahiiiiia! Ahhhh! Imploro perdono Principessa Cristiana! Sono troppo inferiore rispetto a lei, lei è la donna più bella e perfetta che su cui abbia mai posato il mio sguardo indegno! La prego mi punisca affinché capisca i miei errori!”
“Sccciafff!” “hihihihihihi! Va meglio ma non ci siamo ancora, deve essere più convincente professore! Più creativo! Forza si impegni un po' di più”
“ahiiiiaaaa! Al suo cospetto valgo meno di una merdaccia mia Principessa! mia Padrona! mia Dea! Farò tutto quello che lei desidera, tutto quello che lei vuole mia Padrona ora e per sempre! Ma la prego abbia un po' di Pietààààà!”
“Scccciaffff!!!” “Meglio professore! Ma so che può fare di più professore!”
“Ahhhiiiiiiaaa! Mi scusi per quanto faccio schifo mia Principessa! E' più forte di me, sono un mini dotato, pervertito e merito ogni punizione che la mia Principessa vorrà infliggermi! Grazie per le sue punizioni mia Divina Padrona!”
Per diversi minuti il conteggio andò avanti e le scuse di Augusto furono sempre più patetiche e sempre più supplichevoli ma la violenza delle frustate non diminuì neppure per un istante; nel frattempo le carni del povero professore lacerate dalle cinghiate cominciarono a sanguinare copiosamente ed anche il movimento del tacco del sandalo sempre più pressante sulla fronte, e sulle guance del povero insegnante aveva fatto breccia nella pelle, aprendo diversi tagli in più di un punto del suo viso, anche perché l'uomo non riusciva a rimanere fermo mentre le cinghiate gli dilaniavano le tenere carni delle natiche.
Finalmente il conteggio arrivò alla fine e nel frattempo non c'era cosa che Augusto non avesse promesso e spergiurato a colei che ormai lui stesso considerava la sua Principessa, nella vana speranza affinché lei gli mostrasse anche il più piccolo gesto di clemenza, che, purtroppo, però non venne minimamente concesso. Sul finire della punizione il professore era praticamente incosciente, avendo perso le sue capacità cognitive, sconvolte ed infine annullate dall'immenso dolore causato dalle ineluttabili cinghiate amministrate da Cristiana e dal suo spietato tacco a spillo che ormai era penetrato ampiamente all'interno delle carni della guancia dell'uomo, sfregiandolo a vita, come un marchio di dominio e di possesso.
Terminata la spietata punizione, Cristiana, senza il minimo rimorso e senza sollevare il suo piede dalla faccia dell'uomo recuperò il suo telefono cellullare con l'intento di immortalare quella scena raccapricciante. La ragazza, sollevò il telefono in aria, sopra alla sua testa e si scattò un selfie mandando un bacio con i suoi voluminosi labbroni, splendenti di lucida labbra protesi verso la fotocamera, inarcando il braccio in modo che l'obiettivo potesse inquadrare tutta la scena: in primo piano la sua bocca carnosa, poi il suo viso regale, la sua mise griffata e irresistibilmente provocante ed infine “lo schiavo” dilaniato e sanguinolento ai suoi piedi, completamente schiacciato sotto ai suoi tacchi.
“faccia un bel saluto ai miei follower professore, hihihihihi!!” lo derise la ragazza.
Cristiana scattò più di una foto, cambiando, di volta in volta, l'espressione del suo bel viso e variando l'angolatura della fotocamera e poi con calma, sempre con il tacco conficcato nella gota del povero Augusto, controllò la qualità della messa fuoco e scelse l'immagine che le pareva fosse venuta meglio, prima di pubblicarla sul suo profilo social ma non sulla sua pagina pubblica, bensì su quella, per la quale, lei utilizzava il suo pseudonimo da mistress e al quale si accedeva solo a pagamento. I suoi conoscenti nella vita reale, non sapevano dell'esistenza di quel sito, si trattava di indirizzo ip del dark web dove le mistress torturavano i loro schiavi per davvero e senza alcun limite e sul quale Cristiana era una celebrità tanto quanto sul web ordinario.
Augusto per tutto il tempo, mentre Cristiana faceva con tutta calma, i suoi comodi, rimase in una condizione di semi incoscienza, estraneo a quello che accadeva intorno a lui, l'enorme dolore lo aveva davvero sfiancato ma, purtroppo, non era ancora finita.
Cristiana si era finalmente allontanata da lui, sollevando il tacco insanguinato dalla guancia del professore e dopo aver indossato il suo capotto di Cristian Dior ed aver rovistato nella sua borsetta, rigorosamente di Chanel, si riavvicinò alla sua vittima per accovacciarsi al suo fianco, pronta a congedarsi da lui. Prima, però, c'era un ultima cosa da fare.
“la vede questa professore?” lo interrogò la procace studentessa ma era una domanda retorica perché Augusto non era assolutamente nelle condizioni di rispondere; ciò non di meno l'uomo aprendo un occhio scorse la preziosa manina di Cristiana che impugnava un piccolo e contorto artefatto metallico, sulla qui sommità era montato un piccolo display. Augusto non aveva mai visto un aggeggio come quello.
“questa è una cintura di castità maschile.” precisò Cristiana, roteando quell'arnese tra le dita e soppesandolo sul palmo della mano. Augusto ebbe l'impressione che quel coso, di cui ignorava il funzionamento, sicuramente, fosse estremamente solido e pesante, se rapportato alle piccole dimensioni, che misurava.
“tuttavia non si tratta di una normale cintura di castità” continuò Cristiana totalmente indifferente al fatto che il suo interlocutore potesse capirla o meno “prima di tutto è della misura più piccola in commercio; la misura giusta per lei professore, hihihihihi! anche se forse, questa è talmente piccola, che penso andrà un po' stretta, persino a lei ma non è tutto! Le vede queste punzonature all'interno? Queste sono uno strumento di tortura, perché ogni volta, che si azzarderà a guardarmi o anche solo a pensarmi, l'inevitabile erezione che deriverà dai suoi pensieri perversi, sarà martoriata da questi punzoni che si conficcheranno nel suo cazzetto e la aiuteranno a raffreddare i suoi bollenti spiriti hihihihihi! Ora,vede questo piccolo schermo? qui dentro è montata una batteria al litio, una sim ed un antenna gps, proprio come un normale telefono cellullare. In questo modo, ogni volta che io contatterò il numero collegato alla sim contenuta all'interno, una scarica elettrica verrà rilasciata sui suoi patetici testicoli ed io potrò convocarla e disporre di lei a mio piacimento, sicura che non batterà la fiacca e si sbrigherà a raggiungermi per esaudire ogni mio desiderio, se non vorrà che le frigga le palle con il voltaggio della batteria. Non è contento professore?! Ora ha finalmente un collegamento diretto con me o meglio sono io che ho un contatto diretto con il suo patetico cazzetto! Non è questo, sempre stato il suo sogno più proibito, professore?! Hihihihihi!”
Cristiana non perse tempo e dopo aver indossato un paio di guanti in lattice, sospinse Augusto a pancia in su; stando bene attenta a non sfiorare con le mani, comunque coperte, appositamente, dai guanti, il disgustoso scroto del professore e concluse imponendo la cintura di castità richiudendo la serratura elettronica attorno al suo piccolo pene, a quel punto definitivamente ammosciato dall'immenso dolore causato dalle crudeli punizioni impartite dalla tanto perfida, quanto sensuale studentessa.
“Ci vediamo la settimana prossima professore e non dimentichi di portarmi il mio compenso altrimenti saranno guai per lei. Ora devo lasciarla prof, il mio ricchissimo, bellissimo, dotatissimo fidanzato mi sta aspettando per una romantica di sesso sfrenato ed un toro come lui non merita di aspettare, giusto prof?. Bye, bye professoreeee!” “smack” Cristiana mandò un ultimo bacio di commiato al corpo inerme e macilento del povero insegnante, per poi allontanarsi, stretta nel suo cappotto griffato, ondeggiando vistosamente le natiche, innalzata sui suoi tacchi vertiginosi, per sparire definitivamente dalla vista di Augusto, lasciandolo solo e dilaniato a rimuginare sul suo destino crudele.
 
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view post Posted on 17/6/2020, 17:12     +1   -1

Professore/essa SM

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view post Posted on 17/6/2020, 17:32     +1   +1   -1
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W Cristiana!!!! Meravigliosa!
 
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Sissy felice

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Continua? Bellissimo
 
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