Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

La Dea di Hermione Granger

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falcos1970
view post Posted on 18/7/2018, 10:19     +1   -1




Fai come ti pare a me piace anche quello, ma vai avanti ti prego
 
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view post Posted on 18/7/2018, 15:26     +1   -1
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Professore/essa SM

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La storia non è finita tranquilli, sto solo finendo la sessione estiva con gli ultimi esami. Non appena posso, mi dedico al nuovo capitolo
 
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view post Posted on 26/7/2018, 17:02     +3   +1   -1
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Professore/essa SM

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Parte 7 : Una nuova casa




L’anziana signora Walker si alzò presto come al suo solito e dopo aver cercato invano di svegliare suo marito, la donna si diresse in cucina per preparare del tè. Uno strano rumore attirò quasi subito la sua attenzione e la donna sbirciò fuori dalla finestra, incuriosita. Due grandi furgoni erano parcheggiati davanti la casa dei signori Granger e numerose persone stavano lavorando alacremente per portare via dalla casa decine e decine di scatoloni.

“ I Granger stanno traslocando ?” si domandò la donna, che moriva dalla voglia di saperne di più. Lei conosceva la famiglia Granger da numerosi anni e trovò decisamente strano quel trasloco improvviso

Avrebbero potuto avvertirci che presto avremmo avuto dei nuovi vicini- bofonchiò la donna ritornando al suo tè, immaginandosi già dei fastidiosi bambini giocare per la strada e rovinare le sue preziose piante con un pallone.

————————————————————————————————————

Mentre la signora Walker andava a svegliare il marito per informarlo degli ultimi avvenimenti, una ragazza si allontanava velocemente da quella che era stata la sua casa fin da quando era bambina. Il sole splendeva nel cielo e, stranamente per quella zona del Regno Unito, c’era un caldo incredibilmente torrido, ma la giovane Hermione Granger non riusciva a smettere di tremare mentre continuava a trascinare con fatica la valigia che aveva incantato affinché potesse contenere al suo interno tutti i suoi averi. La ragazza non poteva ancora credere a quello che aveva fatto, non poteva credere di aver lasciato per sempre la sua famiglia solo perché Pansy le aveva ordinato di farlo.

Non era stato affatto semplice organizzare il trasferimento dei suoi genitori in Australia e non era stato semplice non scoppiare a piangere davanti a loro mentre fingeva di essere solo una ragazza a cui i due dentisti avevano affittato una stanza per qualche settimana. Hermione avrebbe preferito di gran lunga modificare la memoria dei suoi genitori e fuggire via, ma Pansy le aveva detto che sarebbe venuta a prenderla dopo una settimana e lei non poteva fare il difficile incantesimo di memoria all’ultimo istante, così aveva dovuto inventare quella bugia. Ma quella mattina non era più riuscita a fingere, Hermione sapeva che sarebbe potuta scoppiare a piangere in qualsiasi momento ed aveva quindi deciso di uscire presto di casa ed aspettare Pansy nel piccolo parco in cui avevano appuntamento.

La ragazza Grifondoro non aveva ancora pensato a quello che l’aspettava, era stata troppo impegnata ad organizzare la futura vita dei suoi genitori…o forse una parte di lei temeva troppo la nuova vita in catene, alla mercé di quella crudele ragazza che avrebbe fatto di tutto per farle rimpiangere il giorno in cui era nata. Arrivata nel piccolo parco, a quell’ora deserto, la ragazza si sedette su un’altalena e scoppiò a piangere, libera finalmente di tirare fuori tutte quelle emozioni che quella settimana aveva dovuto tenere nascoste all’interno della sua anima.

- Oh non fare così Granger, le tue lacrime mi spezzano il cuore - disse una voce beffarda all’improvviso.

Pansy era in anticipo, la ragazza Serpeverde aveva bramato quel momento per una settimana intera e la notte precedente quasi non aveva chiuso occhio. La mattina aveva fatto un’abbondante colazione e con un ampio sorriso sul volto si era seduta in giardino a godersi quella meravigliosa giornata di sole, in attesa che si facesse l’ora stabilita. Poi però Pansy non era più riuscita a resistere e dopo aver guardato il cielo per un istante, si era smaterializzata, ricomparendo quasi nello stesso istante a centinaia di chilometri di distanza, in una piccola cittadina abitata solo da babbani.

“Un essere inferiore come la Granger non poteva che nascere in questo posto” pensò Pansy mentre avanzava lungo le strade deserte della cittadina, scrutando nella mappa che aveva tra le mani, in cerca del piccolo parco nominato dalla Granger, il posto in cui avrebbe finalmente rimesso le mani sulla sua preda.

Sentendo quella voce, Hermione si voltò di scatto e la sua perfida rivale le sorrideva diabolicamente, anche in quel momento così triste la ragazza Serpeverde sembrava non provare nemmeno un briciolo di pietà. Hermione si asciugò le lacrime che le rigavano il viso, non voleva mostrarsi debole di fronte a Pansy che sembrava pronta a scagliarsi su di lei come un serpente si fionda verso un topolino. Per un attimo cadde il silenzio tra le due ragazze, ma un istante dopo il rumore di un grosso camion si diffuse per il parco. Hermione si voltò e vide lungo la strada adiacente uno dei due grossi Tir, con dentro tutti i beni della famiglia Granger, voltare un angolo e scomparire, seguito un istante dopo da una piccola utilitaria che Hermione conosceva fin troppo bene. La ragazza allora non lo sapeva, ma avrebbe rivisto quell’immagine centinaia di volte nei suoi sogni, sperando ogni volta che l’auto si fermasse improvvisamente e che i suoi genitori corressero ad abbracciare la loro amata figlia. Ma nei sogni di Hermione l’auto continuava nella sua marcia, proprio come nella realtà, e le due persone che più amava a mondo uscivano per sempre dalla sua vita. Pansy rimase in silenzio, se anche lei era stata toccata da quel triste momento, la giovane non lo diede a vedere e dopo aver concesso qualche minuto alla sua nuova schiava per riprendersi, la ragazza disse :

- Va bene, è tempo di muoversi. C’è troppa puzza di babbano in questo posto e non vorrei che si attaccasse nei vestiti. Dammi la mano Granger, faremo la materializzazione congiunta, hai fatto l’esame vero ? Sei già maggiorenne se non sbaglio -

- Sì - rispose Hermione ripensando al signor Twycross, l’istruttore di Materializzazione, e le sue tre D ( Destinazione, determinazione, decisione) che tanto erano state derise dagli studenti.

Per un attimo un piccolo sorriso comparve sulle labbra della giovane Grifondoro, che lentamente avanzò verso Pansy, trascinandosi dietro la sua valigia. La Serpeverde sembrò rabbrividire quando Hermione le strinse la mano, quasi come se il solo contatto con la mano di una sanguemarcio potesse maledirla. Poi, dopo aver controllato che nessuno le stesse osservando, le ragazze scomparvero con un sonoro Pop. La solita spiacevole sensazione di claustrofobia colpì Hermione che accolse con gioia l’arrivo in quella che sarebbe stata d’ora in avanti la sua nuova casa. La ragazza osservò il piccolo castello con la bocca spalancata, non credeva che Pansy fosse così ricca, ma se la sua famiglia era la proprietaria delle Bertie Bott's Every Flavor Beans (gelatine tuttigusti) non poteva che essere così.

- Cosa c’è nella valigia ? - domandò all’improvviso Pansy, costringendo Hermione a distogliere lo sguardo dal castello.

- Tutta la mia roba, i libri e le uniformi della scuola e… - cominciò a dire la ragazza

- Ok ok e la bacchetta ? - chiese la ragazza Serpeverde interrompendo la sua schiava.

- È nella tasca dei mie pantaloni, perché ? -

- Dammela e non fare domande - disse Pansy innervosita

Hermione tirò fuori la sua bacchetta con estrema lentezza, non voleva che Pansy mettesse le mani su di essa, inoltre nel mondo magico essere senza bacchetta significava essere indifesi. Pansy afferrò rudemente la bacchetta di vite e la osservò per alcuni secondi. Poi, dopo essersela messa in tasca, la ragazza Serpeverde puntò la sua contro la valigia di Hermione e disse :

- Incendio -

- Noooo - urlò Hermione mentre la sua valigia prendeva fuoco all’istante, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa per impedire che tutte le sue cose venissero distrutte, Pansy le puntò contro la bacchetta e con un incantesimo la scaraventò a parecchi metri di distanza.

- Stai giù Granger. Questo è un ordine, se non vuoi cominciare la tua nuova vita con una punizione è meglio che non cerchi di disobbedire.
Hermione obbedì e rimase a quattro zampe ad osservare la sua roba diventare cenere, il petto che le faceva male nel punto in cui era stata colpita dall’incantesimo di Pansy.

“ Perché ? Perché fa tutto questo ? Perché deve essere così crudele ?” pensò la giovane ricominciando a piangere, sapendo che sarebbero andate perdute anche le foto di famiglia che aveva portato via dalla sua casa.

- Non preoccuparti Granger, era roba di cui non avevi bisogno - disse Pansy con un sorriso malvagio quando l’incantesimo aveva ormai distrutto ogni cosa. - Avanti, ti faccio vedere la mia casa. Ah…questo castello è solo temporaneo, in futuro erediterò quello dei miei genitori che è tre volte più grande -

“ Questo castello è solo per lei ?” si domandò con stupore Hermione mentre seguiva con fatica la sua nuova Padrona, cercando di non pensare ai suoi beni andati in fumo.

Prima di entrare nel castello, Hermione vide poco lontano delle scuderie, forse aveva trovato qualcosa che poteva consolarla un po’, lei amava i cavalli e l’unica cosa negativa di frequentare Hogwarts era che non aveva avuto più tempo per fare equitazione, se non qualche breve giro a cavallo durante l’estate.

- Tinky ! - esclamò all’improvviso Pansy ed immediatamente dopo si udì un Pop ed un vecchio esemplare femmina di elfo domestico comparve davanti alle due ragazze, inchinandosi così tanto davanti a Pansy che le sue lunghe orecchie sfiorarono il pavimento.

- Bentornata Padrona - disse l’elfa con la sua voce stridula e per un secondo i suoi grossi occhi si posarono su Hermione che per un attimo pensò di aver visto un espressione di disgusto nella faccia dell’elfa, che come qualsiasi elfo domestico indossava dei luridi stracci bianchi.

- Tinky fai vedere velocemente il castello alla mia nuova schiava, ci vediamo tra mezz’ora alle scuderie -

- Sì padrona - rispose l’elfa che prese delicatamente la mano di Hermione, dicendole con un sorriso - Seguitemi -

Hermione seguì in silenzio l’elfa che le mostrò velocemente il castello, soffermandosi nell’enorme cucina. Fu lì che Hermione decise di fare alcune domande a Tinky per conoscerla meglio, l’elfa sarebbe potuta diventare una preziosa amica.

- Ti trovi bene qui ? Ci sono altri elfi o devi occuparti di tutto tu ? È un castello grande, dovresti dire a Pansy di lavorare di men… -

- Lavorare di meno ? - squittì l’elfa che sembrava essersi decisamente offesa - Lavorare di meno dice la sanguemarcio, certo così può rubare il lavoro alla povera Tinky -

- Ma no, io non intendevo… -

- Cosa è venuto in mente alla Padrona di portare questa feccia qui ? Tinky è più che sufficiente per prendersi cura della cara Padrona, Tinky non permetterà a questa umana di prendere il suo posto, no no - continuò a ripetere l’elfa parlando con se stessa un po’ come faceva Kreacher, l’elfo domestico a Grimmauld Place.

Hermione rimase in silenzio mentre l’elfa continuava a borbottare ed ad insultarla, ma la ragazza non era arrabbiata, lei sapeva che non era colpa di Tinky. La vecchia elfa era sempre stata a servizio di una famiglia che disprezzava i babbani ed i maghi le avevano fatto il lavaggio del cervello con la loro mania per i purosangue.

“ La poverina pensa addirittura che io voglia rubarle il posto, come se fosse una mia scelta essere qui a servire la sua stupida Padrona” pensò Hermione provando pietà per Tinky e già pensando ad un modo per coinvolgerla nel suo C.R.E.P.A ( Comitato per la riabilitazione degli elfi poveri e abbruttiti), così da dimostrare a Harry e Ron che anche gli elfi domestici in fondo vogliono la libertà.



Il tempo passò veloce ed infine l’elfa guidò la giovane Grifondoro fuori dal castello fino alle scuderie dove li attendeva Pansy con il suo solito sorriso beffardo.

- Allora, ti piace la mia casa ? - domandò la ragazza, prima di ordinare a Tinky di tornare alle sue faccende domestiche. L’elfa fece uno dei suoi soliti inchini e sparì con un Pop

- Sembra quasi di essere di nuovo ad Hogwarts - confessò Hermione

- Ora non esagerare Granger, se fossimo stati nel castello dei mie genitori avresti avuto ragione, questo è niente al confronto e la solo Tinky è sufficiente per tenerlo pulito, o almeno era sufficiente fino a poco tempo fa. Come hai visto è vecchia e non è più in grado di fare quello che faceva in passato, avevo chiesto ai miei di darmi un’altro elfo…ma sembra che per mia madre venti servi non siano sufficienti. Comunque non devo più preoccuparmi, ora ci sei tu - e così dicendo Pansy fece un altro dei suoi sorrisi diabolici.

Hermione dopo aver ascoltato attentamente le parole di Pansy, si mise ad osservare le scuderie dal cui interno non sembrava provenire però alcun rumore.

- Non ci sono più cavalli, se è questo che ti stai domandando Granger - disse Pansy come se le avesse letto nel pensiero

- Allora perché siamo qui ? - chiese Hermione incuriosita.

- Perché c’e una cosa che voglio farti vedere, seguimi -

Le due ragazze entrarono dentro le scuderie che, proprio come Pansy aveva annunciato, erano vuote. Hermione non trovò nulla di interessante mentre si guardava in giro cercando di capire cosa avesse architettato la sua diabolica rivale. Solo quando Pansy si fermò davanti l’ultimo box, Hermione capì. All’interno vi era una grande cuccia per cani ed una pesante catena appesa ad una trave di legno. La ragazza Grifondoro non ci mise molto a capire, giusto il tempo di leggere il nome “Sanguemarcio” inciso sulla cuccia, troppo perfetto per essere stato fatto a mano da Pansy che doveva aver usato la bacchetta.

- Non pensavi davvero che avrei permesso ad una sanguemarcio di dormire in casa mia, vero ? -

Hermione non sapeva cosa rispondere, la sua mente era annebbiata, non poteva credere che da quel momento in poi avrebbe dovuto dormire in una cuccia per cani, probabilmente incatenata. Pansy non voleva solo comandarla a bacchetta e trattarla come una serva, la malvagia ragazza voleva addirittura privarla della sua umanità, riducendola ad essere una bestia. Hermione pensava che non ci potesse essere umiliazione più grande ma ancora una volta non aveva fatto i conti con l’astuta Serpeverde.

- Avanti, entra nella tua nuova casa, vediamo se stai comoda - disse Pansy ridacchiando

Quello era un ordine ed Hermione lo sapeva. La ragazza si fece coraggio per mettere da parte l’ultima briciola di orgoglio che le rimaneva e si mosse lentamente per mettersi a quattro zampe.

- Aspetta ! - intervenne Pansy, che poi aggiunse - Togliti i vestiti prima, dentro la tua nuova casa troverai qualcosa di più consono al tuo nuovo status -

- Rassegnata, Hermione si tolse lentamente tutti i suoi vestiti, sapendo bene che avrebbero presto fatto la stessa fine della sua valigia e degli averi all’interno di essa. Dopo essersi messa a quattro zampe, la ragazza cominciò a muoversi cercando di tenere lo sguardo fisso per terra, sarebbe stato troppo umiliante vedere l’espressione di trionfo sulla faccia della Serpeverde. La cuccia era più grande di quanto pensasse e dentro si poteva muovere abbastanza facilmente, non filtrava la luce però, quindi ci mise un po’ a trovare i suoi nuovi vestiti. Il cuore di Hermione si fermò un attimo quando capì di cosa si trattava…dei luridi stracci bianchi identici ( a parte la misura) a quelli indossati dall’elfa Tinky. Hermione si era battuta tanto per i diritti degli elfi ed ora era finita ad essere trattata come una di loro.

“Anche peggio” pensò la ragazza con amarezza, Tinky poteva dormire dentro il castello e non in una cuccia per cani ed indossare…un collare !

- Ti aiuto io a metterlo - disse Pansy sorridendo e chinandosi vicino alla cuccia. Mentre la ragazza le strappava il collare dalle mani, Hermione ebbe alcuni secondi per esaminare quell’oggetto che più di ogni altra cosa certificava la sua schiavitù.

“ È solo un pezzo di cuoio” si disse Hermione ma sapeva bene che nulla poteva cancellare la valenza simbolica di quel “pezzo di cuoio”

- Ecco qui, ti sta proprio bene cagnolina mia - disse Pansy dandole un colpetto sulla testa come se lei fosse un vero cane - Ovviamente quel collare dovrà sempre rimanere attorno al tuo collo, solo io posso rimuoverlo. Hai capito, schiava ? -

- Sì…Padrona - rispose Hermione dopo un attimo di esitazione

Pansy sembrò molto soddisfatta dalla sua risposta, la sua schiavetta si era ricordata di portarle il giusto rispetto.

- Molto bene schiava, adesso però rispondimi come avrebbe fatto un cane -

Hermione si chiese se Pansy si sarebbe stancata prima o poi di umiliarla, ma la risposta che si diede non fece altro che peggiorare la situazione. Sempre più umiliata, la ragazza si fece forza per obbedire all’ordine della sua Padrona, cercando, senza riuscirci, di distogliere lo sguardo dagli occhi di Pansy.

“Perché non posso abbassare gli occhi ?” si domandò Hermione, continuando a fissare quelli di Pansy come se fosse attratta da un potente magnete.

Passarono diversi secondi, la ragazza Serpeverde aprì la bocca per ripetere il suo ordine ma all’improvviso dalla bocca di Hermione Granger uscì un suono inconfondibile.

- Bau -

Pansy scoppiò a ridere e la faccia della sua schiava arrossì violentemente, ma la ragazza non smise di abbaiare. Pansy non poteva credere di aver piegato l’orgogliosa Granger così facilmente e quasi senza rendersene conto, la ragazza Serpeverde cominciò ad accarezzare dolcemente la faccia della sua schiava che rimase stupita da quel gesto.

- Brava cagnolina, mi sa che ti meriti proprio una bella ricompensa - disse Pansy continuando ad accarezzare la faccia di Hermione, che intanto scrutava la sua Padrona con curiosità, chiedendosi quale fosse la ricompensa che Pansy aveva in mente. Ancora una volta la Serpeverde sembrò leggerle nella mente, perché un attimo dopo disse:

- Ti concederò la cosa che più ti piace al mondo…i miei piedi - e Pansy scoppiò a ridere

Il cuore di Hermione sprofondò, doveva capirlo che era una trappola, la diabolica ragazza non le avrebbe mai dato un vera ricompensa. Mentre Hermione continuava a pensare a quanto era stata ingenua nel credere che Pansy potesse aver avuto un po’ di pietà per lei, la giovane Serpeverde si era seduta per terra e si stava togliendo le scarpe.

- Avanti, annusa per bene - ordinò la Padrona avvicinando rudemente la sua scarpa al naso della schiava.

Ancora una volta Hermione non potè che obbedire e subito le sue narici furono investire da un odore fortissimo che causò alla giovane sensazioni contrastanti. Da una parte Hermione si sentiva sul procinto di vomitare, dall’altra non poteva negare di aver avvertito fremere il suo basso ventre.

“Non può essere…questa puzza mi sta eccitando ?” si chiese Hermione, continuando ad annusare senza sosta le scarpe di Pansy che si godeva la scena con espressione trionfale.

- Queste te le lascio così potrai divertiti dopo - disse Pansy togliendosi le calze e lanciandole dentro la cuccia - Ora cagnolina, tira fuori la lingua e mostrami quanto sei ansiosa di leccare i piedi sudati della tua Padrona -

Gli occhi di Hermione si posarono sui piedi nudi di Pansy e la ragazza rimase quasi paralizzata ad osservare quelle soffici estremità, quelle eleganti dita, come sempre smaltate di nero. Senza volerlo Hermione obbedì agli ordini della sua Padrona, ansimando con la lingua di fuori, proprio come un vero cane.

- Sei così desiderosa di leccarmi i piedi…adoro questa parte di te - affermò Pansy avvicinando un piede alla faccia della sua schiava ma allontanandolo subito non appena Hermione aveva cercato di leccarle la pianta.

Solo con la fragorosa risata della Serpeverde Hermione si rese conto di quello che stava accadendo, come se la vista di quei piedi bellissimi l’avesse fatta cadere in una specie di trance.

“Quella maledetta pozione non ha ancora esaurito del tutto i suoi effetti” si disse Hermione, sapendo che non poteva esserci altra spiegazione a quella voglia folle di lanciarsi verso quei piedi meravigliosi e leccarli fino alla fine dei tempi.

I pensieri della giovane furono spazzati via non appena la punta della sua lingua toccò la suola di Pansy che questa volta non aveva allontanato il suo piede. Con la mente annebbiata, Hermione cominciò a leccare quei piedi stupendi come una vera furia, muovendo la sua lingua su e già per le morbide piante di Pansy, assaporando ogni goccia di sudore che ricopriva la candida pelle della sua Padrona.

“Non posso credere che la pozione stia ancora avendo effetto su di lei” pensò Pansy mentre osservava la Granger leccare i suoi piedi con incredibile ardore e rischiando più di una volta di scoppiare a ridere quando la sua schiava fece guizzare la sua lingua in mezzo alle dita dei suoi piedi.



Pansy avrebbe voluto che la Granger le adorasse i piedi ancora per delle ore, però non voleva renderle le cose troppo facili, in fin dei conti quella si era rivelata una vera ricompensa per la sanguemarcio. Dopo aver ordinato alla sua schiava di rimetterle le scarpe, Pansy prese la catena che era fissata ad una trave e la agganciò al collare di Hermione.

- La catena è abbastanza lunga da permetterti di arrivare alla mangiatoia dove troverai le gelatine che ami tanto - e così dicendo Pansy se ne andò.

La mente di Hermione ritornò a lavorare correttamente e presto la ragazza fu assalita da mille pensieri, il collare ed il sudicio vestito da elfo domestico che pesavano su di lei come macigni. La ragazza scoppiò a piangere in preda alla disperazione ed ancora a quattro zampe ritornò dentro la sua cuccia dove sperava di chiudere gli occhi e liberarsi almeno nei suoi sogni da quella catena. Mentre la giovane cercava una posizione comoda per dormire, la sua faccia toccò qualcosa di caldo ed i suoi occhi ormai adeguatisi al buio riuscirono a distinguere le calze di Pansy.

“ Le avevo completamente dimenticate” pensò Hermione che senza potersi frenare avvicinò le calze al suo naso e cominciò ad annusare profondamente .

- Eh già, gli effetti della pozione non si sono affatto esauriti - disse la ragazza facendo scivolare la sua mano sotto il suo nuovo lurido vestito.
 
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maybe next time
view post Posted on 27/7/2018, 12:27     +1   -1




Sempre più curioso di leggere il seguito:) bello!
 
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falcos1970
view post Posted on 27/7/2018, 16:21     +1   -1




si sempre bello
 
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view post Posted on 27/7/2018, 16:53     +1   -1
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bellissimo!
 
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maybe next time
view post Posted on 17/8/2018, 15:23     +1   -1




a quando la prossima parte?:)
 
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view post Posted on 18/8/2018, 06:05     +1   -1
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Professore/essa SM

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CITAZIONE (maybe next time @ 17/8/2018, 16:23) 
a quando la prossima parte?:)

Purtroppo mi sa che non potrò scrivere prima di Ottobre a causa di un piccolo problema fisico. Se possibile ci provo prima
 
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davek81
view post Posted on 6/9/2018, 10:09     +1   -1




Bel racconto complimenti
 
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view post Posted on 12/9/2018, 22:06     +1   -1
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Maestro di Piedi

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L'inizio non mi era piaciuto quando lessi il racconto qualche mese fà , ora l'ho riletto tutto e devo die che sono all'altezza degli altri 2 racconti
 
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view post Posted on 15/10/2018, 17:36     +3   +1   -1
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Eccomi di nuovo qui





Parte 8 : Oscurità, un piano malvagio ed un piccolo favore



- Hermione sei qui ? -

- Hermioneee -

Due voci familiari ruppero il silenzio della notte, la ragazza destandosi dal sonno ci mise qualche istante per riconoscere le voci dei suoi migliori amici che diventavano sempre più forti. Hermione non sapeva come Harry e Ron avessero fatto a trovarla, a scoprire quello che le era successo in quelle ultime settimane, quando da miglior studentessa di Hogwarts era diventata l’elfo domestico della sua odiata rivale. Hermione pensò per un attimo al voto infrangibile ma poco dopo decise di correre il rischio e disobbedire agli ordini di Pansy… chissà forse i suoi amici avevano scoperto un modo per liberarla da quella antica magia che la teneva al guinzaglio della giovane Serpeverde.

- Hermione ! -

La ragazza sentì chiamare il suo nome ancora una volta e, senza più nessuna esitazione, rispose gridando con tutta la forza che aveva in corpo.

- Ragazzi sono qui ! -

Immediatamente un forte rumore di passi riecheggiò nell’oscurità che fu illuminata dalle luci di due bacchette. Il cuore della ragazza si riempì di gioia nel vedere i volti dei suoi migliori amici che gioirono quando la trovarono. Ron l’abbracciò calorosamente ed Hermione si sentì subito al sicuro tra le forti braccia del ragazzo che sembrava addirittura più alto del solito. Harry invece si guardò attorno con attenzione, quasi come se si aspettasse di essere attaccato da un momento all’altro.

- Come avete fatto a trovarmi ? Come sapeva.. -

- Non è il momento per parlare - disse Harry serio, interrompendo la ragazza e facendo segno a Ron di muoversi.

Il trio avanzò lentamente, circondati dall’oscurità, la luce delle bacchette era infatti appena sufficiente a permettere loro di vedere dove mettere i piedi. Hermione non capiva cosa stesse succedendo ma non se ne curò e continuò ad avanzare insieme ad i suoi amici, stringendo ancora il braccio di Ron con forza, come se temesse di perdere l’amico per sempre. Ad un certo punto i tre Grifondoro si imbatterono in un ostacolo ed Hermione realizzò con stupore che si trattava della vecchia Ford Anglia con cui una volta Harry e Ron erano andati a sbattere contro il Platano Picchiatore al secondo anno, quando l’elfo Dobby aveva impedito ad Harry di prendere il treno per Hogwarts chiudendo il portale d’accesso al binario 9 3/4, costringendo i ragazzi a raggiungere il castello con “mezzi alternativi”.

Le portiere dell’auto si aprirono da sole all’improvviso ed i ragazzi salirono sulla Ford Anglia mentre il ruggito del motore si propagava nell’oscurità. Ron premette il piede sull’acceleratore e l’auto si mosse di pochi metri prima di decollare. Hermione aveva solo sentito parlare di quell’auto su cui il Signor Weasley aveva scagliato diversi incantesimi, uno per farla volare ed uno per renderla invisibile… ma, dalla loro precedente avventura, i ragazzi sapevano bene di non poter fare molto affidamento su quell’ultimo optional. L’oscurità finalmente si dissolse e, mentre l’auto si alzava sempre più nel cielo, la luna sembrava diventare sempre più vicina. Quello strano senso di paura abbandonò Hermione che, dopo aver osservato i suoi salvatori per qualche istante, chiese ancora una volta :

- Come avete fatto a trovarmi ? -

- Beh - cominciò a dire Ron ma fu subito interrotto da un forte boato.

Hermione vide lo specchietto laterale dell’auto volare via dopo essere stato colpito da un incantesimo.

- Mangiamorte ! - gridò Harry tirando fuori la bacchetta ed invitando calorosamente Ron a spingere sempre più il piede sul pedale per seminare gli inseguitori che, a bordo dei loro manici di scopa, cercavano di circondare l’auto.

“ Cosa sta succedendo ?” si chiese Hermione, nulla sembrava avere più alcun senso.

Alcuni incantesimi mandarono in frantumi il lunotto posteriore, altri colpirono le fiancate dell’auto che non riusciva a seminare i nemici. Harry riuscì a colpire un Mangiamorte con uno schiantesimo e l’uomo, colpito da un raggio rosso, cadde dalla scopa e svanì. Hermione non sapeva cosa fare, non aveva la bacchetta e non poteva aiutare in alcun modo i suoi amici che stavano rischiando la vita a causa sua. All’improvviso uno schiantesimo colpì Ron che si accasciò sullo sterzo e la Ford Anglia cominciò a precipitare. La ragazza lottò con tutte le sue forze per spostare il corpo dell’amico svenuto e prendere il controllo dell’auto, mentre Harry cercava di tenere a bada i Mangiamorte rimasti. Quando l’auto riprese quota, il cuore di Hermione riprese a battere e la ragazza cercò invano di svegliare l’amico. Dopo altri cinque minuti di inseguimento, Harry riuscì finalmente ad abbattere l’ultimo Mangiamorte e sfinito si accasciò nel sedile di fianco ad Hermione.

- Sei stato grande Harry - disse la ragazza

Harry la guardò intensamente per un secondo e poi Hermione vide la sua mano avvicinarsi alla sua faccia, come se la volesse accarezzare. Harry invece le afferrò il naso con forza e muovendole la testa da una parte all’altra, le disse :

- Anche tu non sei stata male, pur essendo una sporca sanguemarcio -
Il dolore al naso divenne sempre più forte e la ragazza cercò di gridare.



- Cosa c’è Granger ? Non ti piace questa sveglia ? -

Hermione sentì il mondo attorno a lei vorticare paurosamente ed all’improvviso Harry, lo svenuto Ron e la Ford Anglia svanirono, sostituiti dalla visione parziale delle dita dei piedi di Pansy che stringevano con forza il suo naso. Ci vollero diversi secondi per capire che si era trattato solo di un sogno e che lei era ancora incatenata nelle scuderie di Pansy Parkinson, che era ancora la schiava di quella perfida ragazza che si era alzata prestissimo solo per tormentare la sua vecchia rivale.

Quando la Serpeverde lasciò la presa sul suo naso ed allontanò il suo piede nudo dalla sua faccia, Hermione si rese conto che si trovava fuori la cuccia per cani che sarebbe stata d’ora in poi la sua nuova, umiliante casa.

“Probabilmente mi sono addormentata qui quando sono uscita per prendere un po’ d’aria” pensò la ragazza, ricordando il senso di claustrofobia che aveva provato quando si era svegliata nel cuore della notte.

- Ehi Granger ? Ci sei ? Ti ricordo che non sei in vacanza, sebbene questo posto sia mille volte meglio di quella fogna babbana che tu chiamavi casa. Sono parecchio impegnato stamattina, quindi sbrigati a pulirmi i piedi così posso uscire - Pansy batté nervosamente i piedi sul pavimento polveroso della scuderia.

Solo in quel momento Hermione osservò con attenzione i piedi della giovane Serpeverde che, con un ghigno perfido, le mostrò per un attimo le sue suole luride. La povera ragazza ancora in catene deglutì ansiosamente, quel nuovo giorno sarebbe cominciato anche peggio di come era finito il precedente e rassegnata ad obbedire agli ordini della sua nuova Padrona, Hermione strisciò ai piedi di Pansy che si era appoggiata con la schiena ad una trave di legno e con le braccia incrociate guardava divertita quel misero essere che avanzava verso di lei già con la lingua di fuori.

- Mi raccomando Granger, fai un buon lavoro o dovrò pensare tutto il giorno ad un modo per punirti e ciò mi distrarrebbe dai miei impegni, cosa che farebbe aumentare ancor più la tua punizione - disse Pansy mettendo il piede sinistro in faccia alla sua schiava ed usandola come uno zerbino per pulirsi dallo sporco.

Hermione sapeva bene che Pansy stava solo aspettando un occasione per poterla punire e lei non aveva alcuna intenzione di permettere alla perfida strega di riuscire nel suo intento. La giovane Grifondoro tirò fuori la lingua e cominciò a leccare la suola della sua Padrona, cercando di non pensare a quanto fosse umiliante e dannoso per il suo corpo quell’atto disgustoso. Inutile dire che fu tutto inutile ed Hermione, mentre la sua lingua si muoveva senza sosta sù e giù lungo la suola di Pansy, non smise nemmeno un secondo di pensare :

“ Si può morire per aver ingerito questa robaccia ? ”

A prescindere da quale fosse la risposta, lei sapeva di non aver altra scelta che continuare, d’altronde disobbedire ad un ordine di Pansy l’avrebbe probabilmente uccisa lo stesso a causa del voto Infrangibile. Mentre Hermione continuava a ripulirle i piedi, Pansy osservava la giovane senza troppa attenzione, infatti la sua mente era troppo occupata ad elaborare una scusa da poter usare con i suoi genitori qualche ora dopo. Pansy odiava stare con i suoi genitori, odiava la mania per l’igiene di sua madre (a cui bastava la vista di un solo granello di polvere per dare di matto), Pansy odiava quel babbeo di suo padre che non aveva niente della classe e della nobiltà di un vero purosangue, non c’era da stupirsi se suo nonno l’aveva quasi cacciato via di casa dopo l’ennesimo disastro combinato insieme a quel folle di Xenophiulius Lovegood, tutto per cercare chissà quale creatura magica che esisteva ovviamente solo nella mente di quei due squilibrati.

- Tra le dita, schiava - Pansy disse all’improvviso, tornando a concentrarsi su Hermione che si affrettò per eseguire l’ordine della sua Padrona.

La ragazza infilò la sua lingua nel mezzo delle dita dei piedi della giovane Serpeverde e con dei precisi movimenti cercò di raccogliere tutto lo sporco che lì si era accumulato. Come sempre Hermione ebbe qualche esitazione prima di deglutire, però fu così breve che Pansy non se ne accorse. In breve tempo i piedi della purosangue divennero sempre più puliti ed Hermione quasi si vergognò di se stessa per essersi sentita orgogliosa di aver saputo pulire così bene un paio di piedi con la sua sola lingua.

“ Che cosa sono diventata ? Sono ormai solo uno strumento per pulire i piedi della mia Padrona ? ” si chiese la ragazza senza smettere di lavorare sui piedi della Serpeverde ed Hermione quasi sobbalzò quando si rese conto che anche nei suoi pensieri ormai definiva Pansy “Padrona”

Incurante di quello che stava avvenendo nella mente della sua giovane schiava, Pansy si guardò la pianta del piede sinistro e fu stupita dall’ottimo lavoro che la Grifondoro aveva fatto. Pansy era originariamente convinta che sarebbe comunque dovuta tornare in casa per lavarsi i piedi per bene, ma in quel momento la giovane si rese conto che non ce n’era affatto bisogno.

“ Forse ho finalmente trovato il miglior utilizzo di un sanguemarcio” Pansy pensò ridacchiando, prima di tirare addosso alla sua schiava un paio di scarpe nere.

- Basta leccare. Hai già mangiato abbastanza per questa mattina, disgustosa scrofa -

Gli occhi di Hermione si riempirono all’istante di lacrime e, come in risposta a Pansy, il suo stomaco cominciò a brontolare.

“ A quanto pare era questa la mia colazione” la ragazzo si disse tristemente, pensando però alle gelatine al gusto dei piedi di Pansy che si trovavano poco distante e che avrebbero potuto riempire un po’ il suo stomaco. Cercando di non pensare troppo a come si era ridotta, Hermione mise con attenzione le scarpe ai piedi della sua Padrona che con un piede spinse in alto il mento della giovane per poterla guardare negli occhi.

- Quindi ? Come si dice ? - Pansy chiese con un ghigno.

Hermione la guardò confusa per alcuni secondi, poi comprese quello che la giovane voleva.

- Grazie Padrona per la meravigliosa colazione che avete offerto alla vostra umile schiava, grazie per l’onore di poter ripulire i vostri divini piedi - ed oltre quelle parole umilianti Hermione decise anche di sbaciucchiare senza ritegno la scarpa di Pansy che era a pochi centimetri dal suo viso.

La ragazza Serpeverde osservò con soddisfazione la grande e potente Hermione Granger che sembrava oramai aver accettato il suo vero posto, aver compreso che per una sanguemarcio come lei era solo un onore poter servire e leccare i piedi di una nobile Purosangue. Poi, ancora sorridendo, Pansy disse :

- Mentre sono via dovrai pulire il castello con Tinky. Lei ti dirà quello che devi fare e come lo devi fare, ti consiglio di non battere la fiacca perché Tinky mi riferirà tutto -

- Sì oh mia Padrona, non mi riposerò un istante fino a che non sarà tutto perfettamente pulito, fino a che non sarà tutto come una Dea come voi si merita - disse Hermione che aveva ormai deciso di mettere da parte l’ultima briciola di orgoglio rimasto e comportarsi come una serva umile ed adorante…d’altronde una Pansy felice non poteva che essere un bene per lei.

Hermione continuò a ricoprire di baci la scarpa della sua Padrona, senza poter fare a meno di pensare che quelle parole, che aveva quasi recitato, l’avevano stranamente eccitata. Pansy permise alla sua schiava di baciarle i piedi per altri cinque minuti, poi a malincuore la Serpeverde allontanò la sua serva con un leggero calcio e, pensando irritata alla sua prossima destinazione, lei sparì con pop. Quando la sua Padrona si smaterializzò, Hermione tirò un sospiro di sollievo ed essendo stata precedentemente liberata dalla catena, la ragazza senza fatica si alzò in piedi e si avvicinò alla mangiatoia dove mangiò alcune gelatine con quel gusto che ormai lei avrebbe riconosciuto tra mille, quel gusto che ormai stava cominciando ad amare…





Quando la ragazza giunse all’entrata del castello, non ricordando quasi nulla del posto, cominciò a chiamare a gran voce l’elfa Tinky che comparve dietro di lei facendola sobbalzare per la paura. L’elfa la guardò ancora una volta con disprezzo ma la povera Hermione non sembrava ancora capire quanto odio covasse verso di lei quella creatura che si sentiva minacciata dalla nuova arrivata ed avrebbe fatto di tutto per far allontanare quella sudicia sanguemarcio da quel nobile castello e dalla sua nobile Padrona. Mentre l’elfa le spiegava dove trovare il necessario per pulire i pavimenti, Hermione non potè fare a meno di osservare quel sudicio vestito che tanto assomigliava a quello che indossava lei al momento. La ragazza era così distratta che non capì alcune parole e quando chiese gentilmente all’elfa di ripetere ciò che aveva appena detto, Tinky cominciò a borbottare al suo solito.

“ Ecco, la sudicia sanguemarcio non è nemmeno capace di comprendere poche parole, povera Tinky cosa ha fatto di male per doversi occupare di questa bestia immonda ? ”

Ancora una volta Hermione fece finta di non sentire le offese che l’elfa le aveva appena rivolto, scaricando le colpe di quelle parole ai padroni di Tinky che le avevano inculcato quell'ideologia malsana. La ragazza fu felice tuttavia di cominciare a pulire i pavimenti nell’ala ovest del castello e liberarsi dell’elfa per qualche minuto. Mentre la ragazza lavorava senza sosta non poteva fare a meno di pensare a quanto umiliante fosse lavorare come una sguattera per la sua vecchia rivale, prima di pensare però che aveva fatto molto di peggio, l’umiliazione di quella mattina era infatti ancora fresca nella sua brillante mente.

“ Conoscendo Pansy c’è da stupirsi che non mi abbia costretto a pulire i pavimenti con la lingua” si disse la ragazza che per un attimo ebbe la visione di se stessa a quattro zampe che avanzava sù e giù per il castello leccando i pavimenti di pietra come un cane. Quell’immagine la fece bagnare e la ragazza disse ad alta voce :

- Ma che diavolo ? Come posso eccitarmi per una cosa del genere ? -

Hermione non ebbe il tempo per rispondere a quella domanda che l’assillava perché un rumore di piccoli passi le annunciò l’arrivo di Tinky che le diede un’altro compito e la spedì dalla parte opposta del castello. L’elfa osservò con attenzione il lavoro della ragazza, poi con un sorriso malvagio Tinky schioccò le sue ossuta dita ed un grosso secchio contenente quello che sembrava fango, apparve a mezz’aria.

“Finalmente Tinky riavrà la sua adorata Padrona tutta per se”




Mentre l’elfa metteva in atto il suo malefico piano, Pansy assisteva alla noiosa partita a scacchi magici tra i suoi genitori. Quando la signora Parkinson fece la sua mossa, spingendo il Re nemico in un angolo, il signor Parkinson si grattò la testa pensando ad una contromossa efficace.

Aahhh - gridò all’improvviso la donna in preda al panico - Tesoro, così rischi di sporcare tutto con la tua forfora -

- Ma cara, io non ho la forfora - rispose l’uomo mentre la figlia sbuffava annoiata per quei soliti discorsi senza senso - Ah Pansy, stavo pensando…ehm perché non inviti Luna per un paio di giorni ? - disse poi l’uomo volgendo il suo faccione verso la figlia.

- Cosa ?? Ma Papà la scuola è finita da pochi giorni e… - cominciò a protestare Pansy

- Lo so lo so, è che Xen mi ha scritto che Luna si sente sola e gli ho detto che lei poteva passare alcuni giorni da te. Fammi solo questo piccolo favore Pansy, lo sai che Xenophilius mi ha… -

- Ti ha salvato la vita…lo so, me lo hai detto solo un migliaio di volte - lo interruppe Pansy sempre più nervosa, sapendo che suo padre aveva ormai deciso e che presto si sarebbe ritrovata quella matta di Luna Lovegood tra i piedi.

“ E adesso come faccio con la Granger ? Dovrò tenerla nascosta nelle scuderie tutto il tempo ?” si chiese la giovane Serpeverde mentre sua madre faceva scacco matto e saltava in piedi per la gioia di quella rara vittoria... per poi strillare perché aveva toccato inavvertitamente una piantina con la scarpa, rischiando che i germi nascosti nella pianta potessero “contagiarla”.

“Quelle due si conoscono troppo bene, non posso far indossare alla Granger una parrucca o una cosa del genere per non farla riconoscere Pansy si disse, rassegnata a dover fare a meno della sua nuova schiava per un paio di giorni. Poi però le venne in mente un idea geniale e la ragazza sorrise pensando che sarebbe dovuta passare un attimo da casa del suo caro zio e prendere in prestito una delle sue pozioni.
 
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view post Posted on 15/10/2018, 20:29     +1   -1
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Maestro di Piedi

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il grande ritorno , stupendo :D
 
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view post Posted on 16/10/2018, 13:25     +1   -1
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Sempre meglio :D
 
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view post Posted on 23/10/2018, 19:46     +1   -1




Grande:) riesci sempre a lasciare una grande curiosità sul finale!
 
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maybe next time
view post Posted on 1/4/2019, 23:58     +1   -1




Prossima parte?:)
 
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52 replies since 23/4/2018, 23:10   45287 views
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