Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Architetti

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view post Posted on 20/8/2022, 23:09     +4   +1   -1

Novizio

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Cap. 1
"Cazzo Elisa, nessuno ti aveva mai detto prima di oggi che il mondo è pieno di uomini il cui unico desiderio è quello di servire una donna e guardarla mentre scopa con i suoi amanti?" Roberta pronunciò quelle parole sgranando gli occhi e atteggiando la bocca in una eccessiva manifestazione di stupore. "La tua ingenuità mi ha sempre fatto impazzire". Dai tempi di scuola Roberta aveva preso parecchi chili che portava però con grande leggerezza coprendoli sotto una specie di tunica nera; una lunga collana di coralli si muoveva a ogni suo movimento su due tette esagerate. Elisa ribatté cercando di darsi un tono: "certo che lo so, che ti credi, ho anche visto a teatro la venere in pelliccia. Non credevo però che anche tuo marito…".
"Sei la solita teorica. Secchiona come ai tempi dell'università. Dovresti studiare di meno e sperimentare di più".
Quella conversazione così personale era giustificata da un'amicizia che durava da più di dieci anni ma anche dai due spritz che le due ragazze si erano prese praticamente a digiuno.


Elisa e Marco erano compagni di scuola e si erano fidanzati l'anno della maturità, avevano poi seguito insieme tutti i corsi della facoltà di architettura laureandosi Elisa nei tempi giusti e Marco con un anno di ritardo per colpa di alcuni esami che avevano rappresentato uno scoglio quasi insuperabile; appena uscita dall'università Elisa aveva aperto uno studio che, grazie soprattutto alla sua visione e ad alcune felici intuizioni, aveva avuto un immediato successo, tanto da portarla ad assumere dopo pochi mesi alcuni collaboratori. Anche Marco appena finiti gli studi iniziò a lavorare nello studio dove si comportò da subito come se fosse il padrone nonostante tutte le quote della società fossero a nome di Elisa che ricopriva anche il ruolo di presidente. Lo studio si trovava in una villetta a due piani che Elisa aveva ereditato alla morte dei genitori ed era sufficientemente grande per ospitare sia la loro casa che lo spazio per il lavoro.


Elisa e Marco si trovavano a un bivio classico: dopo più di 10 anni di fidanzamento, quattro di convivenza, il successo professionale e il conseguente benessere economico dovevano decidere se formalizzare la loro unione, indifferentemente con un bacio davanti a un pubblico ufficiale o con un figlio, oppure lasciarsi. Elisa era spaventata in egual misura da entrambe le ipotesi. Marco era il suo uomo, tolta qualche insignificante esperienza giovanile l'unico con cui era stata. L’uomo con cui aveva da sempre condiviso tutto. Vivere senza di lui le sembrava un'opzione da non prendere in considerazione. Allo stesso tempo le era però evidente che la passione iniziale si era trasformata in una routine che non le procurava più nessuna emozione. Anche il sesso, che all'inizio era stato entusiasmante e ogni volta diverso, ora si ripeteva sempre uguale con una frequenza sempre più bassa. Non a caso nell'ultimo periodo Elisa era tornata a masturbarsi immaginandosi a fare sesso con Anna e Matteo, due giovani architetti che aveva recentemente selezionato per lo studio. Per quella scelta si era anche sentita leggermente in colpa perché nella sua decisione aveva giocato un ruolo non trascurabile il fatto che entrambi fossero di una straordinaria bellezza. Lui era una specie di modello californiano mentre lei aveva dei tratti vagamente orientali con gli zigomi leggermente sporgenti e due occhi neri a mandorla che le garantivano uno sguardo magnetico. I due ragazzi si erano però immediatamente dimostrati capaci e competenti, oltre ad essere sempre disponibili, e questo le aveva consentito di rimuovere ogni senso di colpa


Quella sera Elisa rientrò cercando di non far rumore nonostante tutto le girasse intorno, si spogliò e si mise al fianco di Marco che dormiva pesantemente. Lo guardò e per una volta non si chiese se quella era la vita che voleva ma il pensiero ossessivo andò a quello che le aveva raccontato Roberta dopo aver bevuto anche un mojito. Se la immaginò con un top di pelle mentre Luca, suo marito, in ginocchio le leccava i piedi e la fica. Quando poi le aveva chiesto come fosse riuscita a sottometterlo in quel modo lei, con il tono di una professoressa, le aveva risposto "dopo qualche mese di astinenza forzata ogni maschio diventa estremamente servizievole e ubbidiente, te lo garantisco". All'inizio quella immagine le era sembrata ridicola e imbarazzante ma più tornava a pensarci e più quel pensiero diventava eccitante tanto che alla fine allungò una mano e con un tocco leggero si procurò un orgasmo decisamente più intenso di quelli che aveva provato negli ultimi mesi scopando con Marco.
Un'altra frase detta quella sera da Roberta le girava in testa: "secondo me è un sottomesso anche il tuo uomo, ormai io li riconosco al volo. Non ti aveva poi detto una volta che gli piacciono i tuoi piedi e quando indossi calze velate e tacchi alti?". Elisa le aveva risposto che sono cose che non significano niente e che è una cosa che attrae tutti gli uomini, i tacchi alti esaltano gambe e culo, ma una volta a letto, con il sonno che non voleva arrivare, si rese conto che il dubbio era legittimo. Passò al microscopio ogni comportamente di Marco per capire se, almeno in parte, lei potesse avere ragione, e più richiamava alla mente episodi del passato più gli indizi che confermavano una certa indole sottomessa di Marco aumentavano. Nulla di eclatante, anzi un'analisi generale avrebbe portato al risultato opposto. Per esempio nei confronti dei collaboratori dello studio i suoi comportamenti oscillavano tra l'autoritarismo e la stronzaggine e anche nella gestione dei clienti e dei fornitori dimostrava sempre grande sicurezza. Quello che però Elisa iniziò a valutare quella notte furono una serie di segnali deboli a cui fino a quel momento non aveva attribuito nessuna importanza. Mezze frasi, qualche commento ambiguo, immagini di alcune pubblicità esplicitamente femdom che commentava con lei con eccessiva frequenza. Ora che ci ripensava Elisa si ricordò che anche l'idea di andare a teatro a vedere "la venere in pelliccia" era stata di Marco che si era anche dimostrato particolarmente solerte nell'acquisto dei biglietti. Un'efficienza che di solito non gli apparteneva.
 
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view post Posted on 21/8/2022, 07:53     +1   -1
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"slave" Proprieta' di Severa Dolce

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Bello...!!!
 
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Novizio

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Cap. 2
La mattina successiva Elisa restò a letto accusando i postumi del dopo sbornia e ne approfittò per fare qualche ricerca su internet. Trovò così migliaia di pagine che la introdussero in un mondo di cui quasi ignorava l’esistenza. Passò così tutta la mattina navigando tra siti di psicologia e articoli di riviste femminili che descrivevano con tono vagamente professionale queste fantasie oppure su siti porno dove le stesse fantasie venivano esplicitamente rappresentate con foto e video. Scoprì siti di incontri da cui intuì che esistevano una moltitudine di uomini che si definivano schiavi, slave, servi, sguatteri o maggiordomi a fronte di un numero molto limitato di donne pronte a interpretare il ruolo di padrona o mistress. In questa sua analisi antropologica approfondì anche l’infinita galassia di pratiche e dinamiche che compongono questa sorta di universo parallelo. La cosa da cui però fu attratta principalmente furono i siti di racconti e la consapevolezza che trovava, quelli scritti in un italiano decente, estremamente eccitanti. Quando si presentò nello studio era ormai ora di pranzo, Marco l’accolse in modo brusco non nascondendo un certo disappunto nei suoi confronti: “la principessa si è svegliata dopo la notte di bagordi”. Erano nel grande spazio comune dove lavoravano tutti insieme; i cinque dipendenti, due ragazzi e tre ragazze, rimasero con lo sguardo fisso sul loro monitor simulando una grande concentrazione sul lavoro. Sapevano che quando Marco e Elisa discutevano la strategia migliore era quella di rendersi invisibili. Elisa ignorò quel commento acido, preparò un caffè alla nespresso e si mise a sedere alla sua postazione dove l’aspettava autocad già aperto sulla porzione di progetto che lei stava seguendo direttamente. Avevano vinto il bando per la sistemazione di una piazza nel centro di Roma superando studi di architettura molto più titolati del loro e questo grazie soprattutto alla originalità delle idee di Elisa. Ora avevano pochi giorni per consegnare i disegni definitivi e il piano esecutivo e come sempre in queste situazioni di stress Marco diventava intrattabile. Dopo un’ora di silenzio assoluto Matteo le si avvicinò “Elisa quando hai cinque minuti volevo discutere con te una soluzione che ho pensato per risolvere il problema della fontana, ho fatto qualche disegno che ti vorrei far vedere”. Matteo indossava jeans neri elasticizzati, una maglietta grigia scura attillata che metteva in evidenza i pettorali e una giacca nera di lino accuratamente sgualcita che a lei sembrava da donna. Un piccolo orecchino completava la sua uniforme da creativo. Anche Matteo, come tutti gli altri collaboratori dello studio, aveva pochi anni in meno rispetto a Elisa e Marco, ma la differenza di ruolo e il fatto che loro avevano acquisito nel settore una notevole notorietà faceva sembrare a tutti la differenza molto più marcata. Matteo una volta seduto alla sua scrivania iniziò con grande entusiasmo a descrivere il suo lavoro facendo scorrere il puntatore del mouse sullo schermo per evidenziare i dettagli più importanti. Elisa gli appoggiò entrambe le mani sulle spalle e per avvicinarsi al grande schermo del mac si piegò in avanti sfiorandogli con il seno la testa. Matteo era imbarazzato sia dal contatto che dai complimenti della sua capa: “ottimo, iniziamo ad esserci, hai trovato una soluzione elegante e funzionale, decisamente migliore rispetto a quella che avevo pensato io. Ora però sono le due, venite tutti a casa, ci facciamo un piatto di pasta”. Marco guardava quella scena con un misto di gelosia e di attrazione, sensazioni che non sfuggirono a Elisa che quella mattina era scesa nello studio con la ferma intenzione di provocare il suo compagno per capire quali fossero i suoi sogni e desideri segreti. L’invito di Elisa fu una sorpresa per tutti, fino a quel momento infatti mai i dipendenti dello studio avevano varcato la porta blu che separa lo spazio privato dallo spazio lavorativo. Elisa preparò una carbonara particolarmente unta che riscosse un notevole successo e la conversazione fu piacevole e leggera. Anche Marco, che all’inizio era infastidito da quella che gli sembrava una perdita di tempo a pochi giorni dalla scadenza del lavoro, alla fine si lasciò coinvolgere da quelle chiacchiere e anche dagli occhi e dal culo di Anna che si muoveva intorno all’isola della gigantesca cucina con estrema disinvoltura. Finito il pranzo Daniela, la segretaria e commercialista che tutti apprezzavano anche per una certa ironia anglosassone, si propose per lavare i piatti, ma Elisa la bloccò “non ti preoccupare, questa sera ci pensa Marco”.
La sera lavorarono fino a tardi, ma a tutti sembrò una cosa normale. Erano infatti consapevoli dell’importanza del progetto e poi la variante del pranzo li aveva messi di buon umore.
Rientrati a casa Elisa si lasciò cadere sul divano e con voce maliziosa disse “Marco mi porti un bicchiere di vino?” e poi mentre sorseggiava il vermentino freddo “è stata una giornata faticosa, mi faresti un massaggio ai piedi?” e senza aspettare la risposta allungò una gamba davanti a sé. La luce era bassa, in sottofondo la musica degli Smiths. Marco si mise seduto per terra incrociando le gambe, le sfilò le dr. martens e iniziò a massaggiare la pianta del piede facendo correre le dita sulle velatissime e trasparenti calze. Dopo qualche minuto Elisa gli disse “ho portato quelle scarpe chiuse tutto il giorno, ho i piedi che puzzano?”. Marco appoggiò la faccia sulla pianta, e inspirò profondamente; non era la sua fantasia ma quel contatto e quella situazione lo stavano eccitando “no, per niente, anzi è un odore che mi piace”. Elisa registrò mentalmente quella informazione, si alzò la gonna e allargò le gambe; dalla sua posizione Marcò poté vedere che sotto i collant non portava gli slip. L’eccitazione e il desiderio di Marco erano ormai evidenti ma raggiunsero il massimo quando Elisa si strappò le calze rendendo raggiungibile la sua figa e gli disse “vuoi che ti dia il permesso per leccarla?” Marco aveva evidentemente raggiunto un livello troppo alto e senza rispondere affondò la testa fra le sue cosce ruotando la lingua sul clitoride. Elisa era bagnatissima e dopo pochi minuti esplose in un orgasmo potente. Il resto della serata la passarono a letto scopando e Marco dimostrò una passione e un ardore che negli ultimi anni sembrava aver perso. Elisa anche in quella occasione continuò i suoi esperimenti e così mentre lui la penetrava gli chiese di dirle frasi del tipo: “io sono il tuo schiavo” oppure "farò tutto quello che mi chiederai di fare”, parole che procurarono una reazione immediata sul corpo e nella mente di entrambi.
Quando finalmente si abbandonarono sudati e appagati Elisa si ritrovò a pensare come sarebbe stato se quel gioco avesse invaso anche la loro vita reale.
 
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view post Posted on 21/8/2022, 10:00     +1   -1
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"slave" Proprieta' di Severa Dolce

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...mi piace...!!!
 
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view post Posted on 21/8/2022, 16:52     +1   -1

Professore/essa SM

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Un po lento ma niente male
 
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view post Posted on 21/8/2022, 22:49     +4   +1   -1

Novizio

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Cap. 3
I giorni che seguirono la consegna dei progetti furono di grande tranquillità tanto che Elisa decise di chiudere lo studio concedendo a tutti una settimana di vacanza come premio per il lavoro extra svolto nell’ultimo periodo. Marco era titubante, preoccupato per il lavoro ordinario che nell’ultimo periodo avevamo trascurato e dispiaciuto all’idea di non vedere Anna per una settimana, ma Elisa fu irremovibile; disse che era stato un successo e che come tale andava celebrato. Partirono così per la montagna dove alloggiarono in un albergo a conduzione familiare e da dove ogni mattina partivano per lunghe camminate rigeneratrici. Durante le cene Elisa sottopose Marco a dei veri e propri interrogatori cercando di fargli raccontare quali fossero le sue fantasie e desideri, domande a cui lui rispose sempre in modo reticente, alternando bugie e mezze verità. Elisa invece, forte di tutto quello che aveva imparato nelle ultime settimane, e grazie anche a qualche bicchiere di vino di troppo, nella conversazione diventava particolarmente esplicita descrivendo alcune pratiche che avrebbe voluto provare.
“mai sentito l’acronimo FLR?”. Marco rispose con una faccia stupita:
“no. cos’è?”
“un rapporto di coppia in cui la donna prende gran parte delle decisioni”.
“non è già così? si fa tutto quello che decidi tu. Io non avrei mai chiuso lo studio con tutto il lavoro che si è accumulato”.
“Pensavo che ti piacesse avere una donna autorevole e autoritaria?”.
“Non mi vorrai far diventare il tuo schiavo”.
“Si, mi dovrai portare il caffè a letto tutte le mattine e essere pronto a farmi godere ogni volta che ne ho voglia”
“E ti dovrei anche chiamare sua eccellenza?”
“scemo, mi prendi in giro”.
“comunque sulla parte del farti godere ne potremmo anche parlare”.
Questo era il tenore delle loro conversazioni serali sempre in equilibrio fra il gioco e qualcosa di più serio, entrambi attratti e spaventati all’idea di sovrapporre piani diversi.

Tornati a Roma e ripresa la routine quotidiana fatta di molto lavoro, un po’ di palestra, qualche cinema e rare serate con gli amici Elisa sentì il bisogno di capire meglio e lo fece mandando un messaggio a Roberta: “un aperitivo più cena al solito ristorante domani? ti devo chiedere delle cose che mi sono rimaste poco chiare dall’ultima volta che ci siamo viste”.
Il messaggio di risposta di Roberta non si fece attendere:
“hai forse capito che avevo ragione e che anche il tuo Marco vuole deresponsabilizzarsi lasciando tutto il potere alla sua donna?”
“forse …”
“vieni da me domani sera così parliamo con più calma e ti potrò anche dare qualche dimostrazione pratica”.

Il giorno dopo Elisa smise di lavorare prima del solito “questa sera vado a cena da Roberta, mi vado a preparare”.
Salita in stanza si fece una lunga doccia passandosi lo scrub e usando una lametta nuova per depilarsi. Si infilò le calze, un paio di pantaloni gessati che le lasciavano scoperte le caviglie, una camicia bianca e ai piedi un paio di scarpe da ginnastica di tela.

Sulla porta incontrò Marco che le accarezzò il sedere e disse “una dandy molto figa, quando torni se volessi soddisfare qualche tuo bisogno sono a tua disposizione".
“contaci, cerca di farti trovare sveglio”.

Arrivata a destinazione le venne ad aprire la porta Luca, il marito di Roberta. Come sempre fu sorridente ed accogliente “Roberta è in ritardo, sarà qui fra pochi minuti”.
A Elisa Luca era sempre stato simpatico, un uomo brillante, molto impegnato con la sua professione di medico, ma sempre disponibile e alla mano. Una buona posizione che aveva consentito a Roberta di confondere con grande leggerezza lavoro ed hobby. Nonostante al corso di architettura fosse fra le studentesse più promettenti appena conosciuto Luca lasciò lo studio dove aveva iniziato a lavorare, e dove era sfruttata da un archistar stronzo e di sinistra, per dedicarsi alla produzione di statue in ceramica, dai volti spesso inquietanti, che saltuariamente le capitava di vendere. Per il resto riempiva le sue giornate girando per il mondo, spesso anche da sola, e con la lettura di libri noir o splatter.
Luca le versò un prosecco mentre lei continuava a chiedersi che tipo di rapporto ci fosse fra loro. Il primo a rompere il silenzio fu Luca: “Mi ha detto Roberta che avete parlato e che fra voi non ci sono segreti”.
Elisa aveva preso posto sulla comoda poltrona, accavallò le gambe, lo fissò negli occhi e rispose: “ci conosciamo da tanto, è la mia migliore amica, ci raccontiamo molte cose ma per fortuna conserviamo anche qualche segreto”.
Una vibrazione del cellulare le segnalò l’arrivo di un messaggio da parte di Roberta “visto che vuoi capire ho pensato che una conversazione da sola con Luca sarebbe stata più utile. Gli puoi chiedere ed ordinare quello che vuoi, è a tua completa disposizione”. Rispose al messaggio di getto: “sei una stronza” ma subito dopo si rilasso sullo schienale e portò il bicchiere alle labbra continuando a fissare Luca che era rimasto in piedi davanti a lei “Cosa ti ha detto Roberta per questa serata?”
“che devo rispondere a ogni tua domanda e soddisfare ogni tua richiesta”.
Elisa allungò il bicchiere e Luca prese la bottiglia che aveva appoggiato sul tavolo e glielo riempì.
“E tu fai sempre quello che Roberta ti dice di fare?”
“Sì, ovvio. Lei è la mia padrona e io il suo schiavo”
“E tu sei felice così?”
“Si, è quello che ho sempre desiderato, sin da bambino, anche se l’ho capito in modo chiaro solo dopo aver incontrato Roberta, una donna da adorare e da servire”.
Il sistema di valori che Elisa si era costruita in una vita intera iniziava a vacillare. Sentiva crescere dei fremiti in mezzo alle gambe che cercava di ignorare. Non poteva però più ignorare il fatto che termini come padrona e schiavo la eccitavano.
“E quando non ubbidisci a un suo ordine cosa succede ?”
“Vengo punito”
“In che modo?”
“Roberta è molto fantasiosa e sa anche essere molto perfida, negli anni ha inventato in continuazione nuove punizioni. Però una delle più classiche è aumentare il numero di giorni di astinenza e quindi il numero di giorni che devo portare la cintura di castità”.
Prima di rispondere Elisa vuotò nuovamente il bicchiere e se lo fece riempire per la terza volta.
“La porti anche ora?”
“Sì, sono venti giorni. Ho le palle gonfie. E’ una tortura terribile. Roberta mi ha però detto che se questa sera tu sarai soddisfatta di me mi potresti dare il permesso di toglierla e di svuotarmi”.
"Voglio vedere come funziona questa famosa cintura di castità. Spogliati".
Elisa si stupì di quello che aveva appena ordinato a Luca, si era però resa conto che il tono della sua voce era diventato molto più deciso e che i capezzoli si stavano indurendo.
Luca al contrario trovò quella richiesta del tutto legittima e dopo pochissimo era completamente nudo se non si conta una piccola gabbia in acciaio chiusa con un lucchetto che gli costringeva il pene impedendogli anche il minimo accenno di erezione. Luca non aveva mentito, dalla base della gabbia spuntavano i testicoli gonfi e di un colore che tendeva vagamente al blu, una cosa che Elisa non aveva mai visto prima, era quasi ipnotizzata da quella immagine, si alzò e gli andò a toccare le palle alternando un tocco leggero a una stretta più decisa. Vide il cazzo di Luca che a quel contatto iniziava a gonfiarsi sfruttando lo spazio lasciato libero dalla cintura di castità “la prego signora, così mi fa malissimo, per favore”. La stava implorando però non aveva fatto nessun gesto per fermarla.
Gli girò intorno; nonostante Luca avesse quasi cinquant’anni era ancora un uomo piacente, i muscoli ben scolpito a dimostrazione delle ore passate in palestra. Elisa gli diede qualche sculacciata a mano aperta, poi tornò in poltrona, accavallò di nuovo le gambe e gli disse “mettiti in ginocchio, mi devi massaggiare i piedi”. Luca obbedì immediatamente e Elisa, con gli occhi chiusi, si rese immediatamente conto della differenza fra quel massaggio professionale e quella cosa che le faceva qualche volta Marco. A quel puntò Elisa, ormai eccitatissima, voleva verificare altre differenze fra le capacità di Luca e quelle di Marco. Si alzò, lasciò cadere a terra i pantaloni, le calze e gli slip e gli ordinò “ora leccami la figa, vediamo se sei così bravo anche con la lingua”. A Elisa bastarono pochi tocchi per capire che la differenza era abissale. Luca gli infilava la lingua nella figa e arrivava a toccare punti estremamente sensibili. Elisa, sempre con gli occhi chiusi, si immaginò che ai suoi piedi a muovere la lingua ci fosse Marco. Avrebbe dovuto mandarlo a lezione da Luca.
I fremiti dell’orgasmo si erano conclusi da poco quando le arrivò un nuovo messaggio da Roberta, sembrava quasi che avesse calcolato i tempi: “se sei soddisfatta di come si è comportato e vuoi fargli un regalo la chiavetta è nel primo cassetto del mobile blu”.
Elisa si alzò e aprì il cassetto, dentro c'era solamente una piccola chiavetta attaccata a un portachiavi a forma di cuore. La prese e tornò davanti a Luca, e gliela fece dondolare davanti agli occhi. Erano in piedi uno di fronte all'altra, Luca la superava in altezza di almeno venti centimetri, e in quella posizione lei iniziò a capire perché Roberta trovasse eccitante quella forma di potere assoluto. Negli occhi di Luca uno sprazzo di speranza.
"Gli vogliamo dare un quarto d'ora di libertà?"
"Sì signora, la prego, non resisto più". Appena aperto il lucchetto e tolta la gabbietta il cazzo di Luca si iniziò immediatamente a gonfiare e fu sufficiente una carezza di Elisa alle palle per fargli raggiungere la massima erezione. Aveva una lunghezza normale ma il diametro era notevole. Nel complesso molto più bello di quello di Marco.
"Perché un uomo come te, realizzato, ricco, brillante, ancora bello accetta queste umiliazioni?"
Luca non aveva nessuna voglia di parlare, aveva solo un pensiero ossessivo sul suo desiderio, sapeva però che Elisa non aveva ancora deciso e avrebbe potuto rinchiuderlo nuovamente senza dargli prima la possibilità di potersi svuotare e così disse “da quando ho conosciuto Roberta ho capito meglio qual è la mia vera natura e che questo è ciò che ho sempre desiderato. Soddisfare ogni sua richiesta mi rende felice. Lei si prende cura di me, decide tutto e io ora mi sento finalmente libero”.
 
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view post Posted on 22/8/2022, 05:36     +1   -1
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Maestro di Piedi

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Molto bello
 
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Cap. 4
…. Elisa lo guardò negli occhi e disse "voglio che tu mi faccia una doccia, spogliami e portami in bagno" Luca finì di spogliarla con movimenti disinvolti ma gentili e delicati, Elisa sorrise gradevolmente sorpresa del proprio intuito: Luca era addestrato anche per questo tipo di richiesta, le chiese di seguirlo e la portò in uno dei bagni della casa di Roberta. Il box doccia era capiente e Elisa vi si rinchiuse con Luca, aprì l'acqua calda e gli chiese di lavarla con una morbida spugna e un sapone agrumato. All'interno del box c'era un largo sedile per utilizzare il getto dell'idromassaggio. Lei lasciò che lui finisse di sciacquare la schiuma e si gustò la vista di quel meraviglioso cazzo che era prossimo ad una esplosione. "Ora rimani immobile soprattutto con le mani" ordinò Elisa. Lentamente girò alle spalle di Luca e iniziò a sfiorargli con le unghie la schiena; vide i brividi sulla pelle di Luca che era teso ed eccitato, con un rantolo di piacere fermo in gola e la bocca semichiusa. C'erano tante cose che Elisa voleva capire, tante domande da fare e cose da provare, Luca sarebbe stato la sua cavia per una sera "non voglio farlo godere scopando, voglio capire se può avere un orgasmo senza che il suo cazzo venga toccato ...ma quello che più vorrei sapere…sarà in grado di avere un orgasmo a un mio comando? Solo e soltanto quando io lo ordino?" Pensò che se l'esperimento non fosse riuscito lei non sarebbe neanche riuscita a convincere Marco a vivere in pieno le sue fantasie. L'umiliazione e il desiderio che vedeva negli occhi di Luca continuavano ad eccitarla. Non voleva rinunciare a questa sfida e se Luca non avesse risposto come lei si aspettava, l'avrebbe semplicemente ingabbiato di nuovo. Solo per avere queste risposte era disposta a rinunciare a una scopata epica con quel cazzo grandioso, ma confidava nella generosità di Roberta, sicuramente le avrebbe concesso altri incontri con Luca... incontri "formativi". Intanto aveva proseguito con le unghie sui fianchi di lui, risalendo fino alle scapole e le spalle, lo spinse in basso e lo fece inginocchiare rimanendo alle sue spalle. Si piegò leggermente avvicinando il suo seno alla testa di Luca e scese lentamente finché i suoi capezzoli raggiunsero le spalle, sfiorandole, i capezzoli erano durissimi, amava questo gioco e sperava che funzionasse su di lui. Con movimenti lenti si portò di fronte a lui e continuò a toccargli il viso e gli occhi con i capezzoli mentre le unghie correvano sulle spalle e il petto. Luca aveva piccole gocce di sudore sulla fronte… la vista del cazzo durissimo rassicurò Elisa, si, stava funzionando, lui era assolutamente in sua balìa. "Alzati!" mormorò. Voglio concederti l'orgasmo che desideri tanto, ma ti dirò io quando e quando inizierà dovrai girarti verso il cristallo della doccia e solo allora potrai anche toccarti per finire... Elisa si accomodò sul sedile avvicinò il viso a quella superba erezione, continuando a fare scorrere le unghie sui glutei di Luca, all'interno delle cosce, avvicinandosi con lenti movimenti concentrici all'inguine. I corti capelli di Elisa erano umidi e scompigliati, lei avvicinò la testa al cazzo di lui e iniziò a sfiorarlo con le punte dei capelli. Lui reagì con un brivido involontario e gli sfuggì un grugnito di piacere e desiderio ormai dolorosamente insopportabile. Elisa sentì esplodere dentro di sé una sensazione di trionfo" siii, posso dominarlo, è totalmente nelle mie mani" Sull'onda del piacere di questa nuova consapevolezza ordinò con voce beffarda "ora vieni!" Luca fu scosso da un fremito violento mentre si girava verso il cristallo, Elisa vide l'inizio della sua eiaculazione che poi esplose sul cristallo "Guarda cosa hai combinato" Elisa rise. Ora lei era in piedi con un piede appoggiato sul sedile e le gambe divaricate "Luca, ora devi dimostrarmi tutta la tua gratitudine, fammi godere come merito, ma non mi puoi scopare, fammi vedere di cosa sei capace, inginocchiati… incomincia leccandomi…"
 
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CITAZIONE (Perego @ 22/8/2022, 09:32) 
Cap. 4
…. Elisa lo guardò negli occhi e disse "voglio che tu mi faccia una doccia, spogliami e portami in bagno" Luca finì di spogliarla con movimenti disinvolti ma gentili e delicati, Elisa sorrise gradevolmente sorpresa del proprio intuito: Luca era addestrato anche per questo tipo di richiesta, le chiese di seguirlo e la portò in uno dei bagni della casa di Roberta. Il box doccia era capiente e Elisa vi si rinchiuse con Luca, aprì l'acqua calda e gli chiese di lavarla con una morbida spugna e un sapone agrumato. All'interno del box c'era un largo sedile per utilizzare il getto dell'idromassaggio. Lei lasciò che lui finisse di sciacquare la schiuma e si gustò la vista di quel meraviglioso cazzo che era prossimo ad una esplosione. "Ora rimani immobile soprattutto con le mani" ordinò Elisa. Lentamente girò alle spalle di Luca e iniziò a sfiorargli con le unghie la schiena; vide i brividi sulla pelle di Luca che era teso ed eccitato, con un rantolo di piacere fermo in gola e la bocca semichiusa. C'erano tante cose che Elisa voleva capire, tante domande da fare e cose da provare, Luca sarebbe stato la sua cavia per una sera "non voglio farlo godere scopando, voglio capire se può avere un orgasmo senza che il suo cazzo venga toccato ...ma quello che più vorrei sapere…sarà in grado di avere un orgasmo a un mio comando? Solo e soltanto quando io lo ordino?" Pensò che se l'esperimento non fosse riuscito lei non sarebbe neanche riuscita a convincere Marco a vivere in pieno le sue fantasie. L'umiliazione e il desiderio che vedeva negli occhi di Luca continuavano ad eccitarla. Non voleva rinunciare a questa sfida e se Luca non avesse risposto come lei si aspettava, l'avrebbe semplicemente ingabbiato di nuovo. Solo per avere queste risposte era disposta a rinunciare a una scopata epica con quel cazzo grandioso, ma confidava nella generosità di Roberta, sicuramente le avrebbe concesso altri incontri con Luca... incontri "formativi". Intanto aveva proseguito con le unghie sui fianchi di lui, risalendo fino alle scapole e le spalle, lo spinse in basso e lo fece inginocchiare rimanendo alle sue spalle. Si piegò leggermente avvicinando il suo seno alla testa di Luca e scese lentamente finché i suoi capezzoli raggiunsero le spalle, sfiorandole, i capezzoli erano durissimi, amava questo gioco e sperava che funzionasse su di lui. Con movimenti lenti si portò di fronte a lui e continuò a toccargli il viso e gli occhi con i capezzoli mentre le unghie correvano sulle spalle e il petto. Luca aveva piccole gocce di sudore sulla fronte… la vista del cazzo durissimo rassicurò Elisa, si, stava funzionando, lui era assolutamente in sua balìa. "Alzati!" mormorò. Voglio concederti l'orgasmo che desideri tanto, ma ti dirò io quando e quando inizierà dovrai girarti verso il cristallo della doccia e solo allora potrai anche toccarti per finire... Elisa si accomodò sul sedile avvicinò il viso a quella superba erezione, continuando a fare scorrere le unghie sui glutei di Luca, all'interno delle cosce, avvicinandosi con lenti movimenti concentrici all'inguine. I corti capelli di Elisa erano umidi e scompigliati, lei avvicinò la testa al cazzo di lui e iniziò a sfiorarlo con le punte dei capelli. Lui reagì con un brivido involontario e gli sfuggì un grugnito di piacere e desiderio ormai dolorosamente insopportabile. Elisa sentì esplodere dentro di sé una sensazione di trionfo" siii, posso dominarlo, è totalmente nelle mie mani" Sull'onda del piacere di questa nuova consapevolezza ordinò con voce beffarda "ora vieni!" Luca fu scosso da un fremito violento mentre si girava verso il cristallo, Elisa vide l'inizio della sua eiaculazione che poi esplose sul cristallo "Guarda cosa hai combinato" Elisa rise. Ora lei era in piedi con un piede appoggiato sul sedile e le gambe divaricate "Luca, ora devi dimostrarmi tutta la tua gratitudine, fammi godere come merito, ma non mi puoi scopare, fammi vedere di cosa sei capace, inginocchiati… incomincia leccandomi…"

Il sogno di moltissimi slave....!!! :)
 
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view post Posted on 22/8/2022, 16:53     +1   -1

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spero lo faccia anche con Marco, il suo schiavo è lui
 
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view post Posted on 22/8/2022, 21:21     +5   +1   -1

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Cap. 5
Marco aveva passato tutta la sera al computer ed era andato a letto da poco quando Elisa aprì con il telecomando il cancello della villa e parcheggiò la sua Fiat 500 davanti al box. Lì si rese conto che, in quella strana serata, aveva dimenticato le chiavi. Stava per chiamare Marco quando si ricordò che in borsa aveva una copia della chiave dello studio che le aveva restituito Anna il giorno prima. Attraversò il giardino gustandosi ancora la sensazione di piacere che la lingua di Luca le aveva procurato. Lo studio era illuminato da una serie di lucette colorate - PC, modem, antifurto, telecamere - che creavano una strana atmosfera. Elisa era stanca e si diresse alla porta che immetteva nella casa ma, passando davanti alla postazione di Marco, vide il suo laptop personale sulla scrivania. Anche quello aveva un piccolo led verde acceso, segno che non era stato spento ma che stava in stand-by. Avevano sempre avuto un grande rispetto per la privacy uno dell’altra, ma negli ultimi giorni la curiosità la stava divorando. Così tornò sui suoi passi, accese la lampada di design sulla scrivania e tirò su lo schermo del PC di Marco. Sullo sfondo di un’isola tropicale che faceva da screen saver apparve il rettangolo della password. Elisa rimase a pensare per qualche secondo, poi si ricordò che appena aperto lo studio aveva un solo computer sufficientemente potente su cui far girare autocad. In quel periodo Marco, non ancora laureato, andava il pomeriggio per aiutarla con i primi lavori ed era stato lui a impostare la password. Avevano da poco visto insieme Eyes wide shut e, con una scelta poco originale, Marco aveva impostato come password Fidelio, la stessa parola chiave che Tom Cruise usa per accedere alla festa privata che avrebbe stravolto la sua vita. Per rendere la password più robusta Marco aveva aggiunto il numero dei mesi in cui erano nati. Elisa digitò lentamente Fidelio0611 pensando che non poteva essere così stupido da continuare ad usare la stessa password dopo tutti quegli anni. Appena premuto il tasto invio il PC si aprì e come per il dottore protagonista del film quella parola stava per rovinare anche la vita di Marco. Sarebbe stata sufficiente un po’ più di accortezza e per lui le cose sarebbero potute andare in modo diverso. Sul browser c’erano aperte le pagine di numerosi siti porno con donne legate, seviziate e torturate da uomini. Questa scoperta la delusa. Era evidente che le sue congetture che l'avevano portata a vedere in Marco un’indole sessualmente sottomesso erano evidentemente sbagliate. Trovò poi delle chat aperte. In una Marco parlava con quella che era evidentemente una sua slave e nello scambio di messaggi i due commentavano una sessione che avevano avuto due giorni prima; lo stesso giorno che Marco le aveva detto che sarebbe andato a cena con dei vecchi compagni di scuola. Nella chat lei gli aveva inviato anche parecchie foto in pose oscene. Elisa trovò quella donna volgare e decisamente non bella. Inoltre i messaggi che si scambiava con Marco erano banali e stereotipati. Queste furono le cose che la ferirono di più. Probabilmente se l’avesse tradita per una donna figa e interessante sarebbe almeno riuscita a capire. Il peggio per Elisa doveva però ancora arrivare. In un forum di master Marco raccontava senza nessun filtro particolari dei loro rapporti sessuali e di quanto lei fosse brava nel succhiargli l’uccello. Con i suoi amici si lamentava però del fatto che la sua donna non avesse mai voluto ingoiare il suo sperma. Elisa era sempre più sconvolta ma non riusciva a fermarsi e così arrivò anche a scoprire che durante l’estate, nello stesso forum, Marco aveva postato delle foto che gli aveva rubato mentre dormiva nuda. Aveva almeno avuto il buon gusto di cancellare il suo viso con un brutto tratto viola. La scoperta peggiore doveva però ancora arrivare. Sul desktop campeggiava una cartella denominata pissing. Un brivido di terrore attraversò la schiena di Elisa ma ormai aveva deciso che voleva sapere tutto, scoprire fino a che punto aveva avuto il coraggio di spingersi. Nella cartella trovò decine di clip dei loro dipendenti che usavano il bagno dello studio. In maggioranza erano video che riprendevano Anna. Evidentemente Marco aveva nascosto una telecamera che salvava le immagini trasmesse sul suo PC. Elisa si vergognò per lui. Non riusciva a capacitarsi di come avesse condiviso per dieci anni vita e lavoro con lui senza non avere neanche il minimo sospetto. Dopo mezz’ora che continuava a guardare in modo compulsivo quelle immagini riconquistò parte della sua lucidità: salvò tutto quello che aveva visto su due hard disk si spogliò e si buttò sul divano dello studio. Dopo dieci minuti pensò però che aveva ancora due cose da fare così si alzò e andò prima in bagno e poi lavorò per 20 minuti al suo pc.


Marco allungò un braccio per cercare il corpo di Elisa ma il letto era vuoto. La cosa non lo stupì troppo. Spesso lei si svegliava nel cuore della notte con un’idea per qualche lavoro che stava portando avanti e scendeva di corsa allo studio per trasformare l’idea notturna in un disegno o in un progetto. Marco si rese però conto quasi subito che lei non era tornata e questo lo preoccupò. Controllò quindi sul cellulare se ci fossero messaggi o chiamate perse
e poi ispezionò tutta la casa. Prima di chiamarla decise di fare un passaggio anche allo studio.
Quando aprì la porta Elisa stava dormendo da non più di mezz’ora.
“Che ci fai qui? Stai bene? mi stavo preoccupando, non ti trovavo da nessuna parte”. La palpebra destra di Elisa si aprì in modo impercettibile, l’immagine di Marco le arrivò attraverso una fessura. Poi lentamente si tirò su e sbadigliò pesantemente. Marco iniziò ad intuire che qualcosa non andava e percepì il pericolo, anche se non riusciva ancora a razionalizzarlo. Continuò quindi a chiedere “Piccola, tutto bene? è successo qualcosa a casa di Roberta”. Elisa rimase in silenzio ma girò la testa verso la sua postazione di lavoro e lui istintivamente ne seguì lo sguardo. Quando vide il suo PC aperto e in un posto diverso da dove l’aveva lasciato gli fu tutto chiaro “Elisa, non so cosa hai visto ma ti posso spiegare tutto, sono solo dei giochi, nulla di importante”. Elisa sembrava non ascoltarlo, gli passò vicino e gli disse: “io ora vado a dormire nel mio letto qualche ora. Quando mi sveglio voglio parlare con te. Aspettami”. Marco rimase a guardarla mentre si allontanava con la sua tipica camminata. Appena sparì dalla sua visuale cercò di analizzare la situazione. Si trovava nella merda ma forse non tutto era perso. Il gioco con la slave era la cosa che lo preoccupava di meno. Era una umana debolezza, tutti sono affascinati dal proibito, questo Elisa lo sapeva e lo poteva capire. Quello che invece lo preoccupava erano le foto e i video che aveva rubato. Per lui erano state delle azioni inopportune, era però consapevole che un giudice le avrebbe anche potute equiparare a dei reati. Pensò con fastidio che oggigiorno se violi la privacy di qualcuno sei equiparato a un assassino. Allo stesso modo pensò che se quella storia fosse venuta fuori qualcuna delle ragazze che negli anni avevano lavorato nello studio e che lui aveva 'corteggiato' ne avrebbe potuto approfittare per denunciarlo per molestie sessuali. Probabilmente Elisa non aveva però trovato le cartelle dove aveva salvato le immagini e i video più compromettenti ma si era limitata a cercare nei messaggi e nelle mail. Si convinse che quella era l’ipotesi più probabile e che se fosse stato così tutto si sarebbe risolto con qualche giorno di broncio e un weekend in costiera dove lui, come sempre, avrebbe trovato il modo di farsi perdonare. Andò perciò di corsa in bagno e smontò la cam, Lo fece con un certo dispiacere. Renderla invisibile era stato un lavoro di cui andava fiero e inoltre le immagini di Anna in bagno che si trucca o che fa pipì lo eccitavano come poche altre cose. Aveva una specie di ossessione per quella ragazza, una delle poche che non aveva ceduto alle sue richieste.
Finito quel lavoro tornò al PC per rimuovere i file più compromettenti ma quando aprì la cartella pissing gli si gelò il sangue. C’era un video dal nome “guardami” ed era stato creato quella notte. Marco lo fece partire e vide Elisa che entra in bagno, si posiziona sotto la telecamera e lentamente si sfila gli slip. Poi si inizia a massaggiare la figa e con l’indice il medio l’allarga leggermente. Infine guarda dritta verso la cam, vede i suoi occhi scuri che lo inchiodano, e dice “sei un pezzo di merda, mi fai schifo. Guardala bene perchè è l’ultima volta che la vedrai”.
Quando Elisa scese in cucina erano quasi le 13. Marco era seduto su uno sgabello. Elisa lo fissò con occhi cattivi, uno sguardo che Marco non le aveva mai visto e che aggiunse alla sua vergogna e alla sua agitazione anche una dose di paura. Sensazioni ed emozioni che aumentarono quando lei iniziò a parlare: “abbiamo vissuto insieme 10 anni e io non ho mai capito quanto fossi una brutta persona, mi hai deluso. Ora ti riepilogo la situazione. La casa e lo studio sono di mia proprietà e anche la società è intestata a me. Quindi ora io mi vedo un film mentre tu ti prepari una valigia con i tuoi vestiti. Se alla fine del film sei ancora qui oppure se proverai a darmi fastidio in qualsiasi modo io porterò alla polizia le registrazioni che hai fatto di nascosto ad Anna. Quando esci ricordati di lasciare le chiavi di casa e della macchina” appena finito di parlare si girò e dopo essersi accucciata sul divano accese la TV. Marco rimase qualche minuto impietrito cercando le parole giuste da dire, ma la sua mente era completamente vuota. Sperò che Elisa si girasse per dirgli qualcosa ma lei sembrava presa dal film che aveva fatto partire e così, meccanicamente, andò nella camera da letto e riempì due borsoni con i suoi vestiti. Prima di uscire come gli aveva detto Elisa posò le chiavi sul tavolo del salotto con gesti lenti, sperando ancora che Elisa lo fermasse. Quando si chiuse la porta alle spalle gli fu chiaro che stava iniziando una nuova vita che sarebbe stata di gran lunga peggiore di quella che Elisa gli aveva tolto.
 
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view post Posted on 23/8/2022, 15:24     +1   -1

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Speravo nella sottomissione di Marco
 
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view post Posted on 23/8/2022, 15:39     +1   +1   -1

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ci sono ancora sette capitoli. Arriverà
 
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view post Posted on 24/8/2022, 10:59     +3   +1   -1

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Cap. 6
Dopo qualche giorno Elisa ricevette la telefonata di Franco, un loro amico anche lui socio in uno studio di architettura: "Ciao Elisa, ma cosa è successo? questa mattina mi ha chiamato Marco, mi ha chiesto se poteva iniziare a lavorare con noi, mi è sembrato sotto a un treno”. “Qualche diverbio personale e professionale, non lavora più con noi. Se vuoi un consiglio non lo prendere, è assolutamente inaffidabile”.
Nel mondo ristretto degli studi di architettura la notizia della loro separazione si diffuse abbastanza velocemente, così come si diffuse lo stigma su Marco, nessuno sapeva cosa fosse successo ma per tutti lui era colpevole, e così anche negli altri tentativi che fece per cercare un posto gli fu opposto un cortese ma fermo rifiuto.

Nello studio nessuno commentò con Elisa il licenziamento di Marco, divenne però il principale argomento di conversazione quando i dipendenti uscivano per la pausa pranzo. La notizia che era rimasto disoccupato e disperato iniziò a circolare anche fra il personale dello studio. Tutti erano però felici della sua scomparsa; Marco era un capo insopportabile, esigente e arrogante.
Da quando l’organizzazione del lavoro dipendeva solamente da Elisa il clima era notevolmente migliorato, Elisa aveva anche offerto una cena a tutti per festeggiare il successo dell’ultimo lavoro e soprattutto aveva distribuito un bonus extra.
Aveva inoltre dato a tutti maggiore autonomia nel gestire il proprio lavoro e aveva assegnato a Matteo incarichi di maggiore responsabilità e in virtù del nuovo ruolo aveva conquistato la postazione che era stata di Marco.

Quando Marco tornò a bussare alla porta di quella che era stata la sua casa aveva perso ogni sicurezza e ogni forma di arroganza. Non rispose nessuno e Marco rimase lì davanti deciso ad aspettare il ritorno di Elisa, le doveva assolutamente parlare, nei 40 giorni che erano passati da quando era stato cacciato aveva capito che senza di lei era perso; non valeva niente né come uomo né come architetto; l’unica cosa che desiderava è che lei lo riprendesse, avrebbe accettato ogni condizione, se solo fosse riuscito a parlarle avrebbe capito e forse gli avrebbe anche perdonato i suoi errori. Dopo mezz’ora Elisa arrivò, era stata a fare jogging, indossava dell'abbigliamento tecnico della nike, i pantaloni aderenti fino al polpaccio e il top da running che le sosteneva il seno e le lasciava scoperta la pancia dove correvano alcune gocce di sudore. Marco la trovò bellissima, gli sembrò quasi impossibile che potesse essere stata la sua donna. Lei non sembrò troppo stupita di trovarlo lì e lo guardò con un misto di disprezzo e di sufficienza che aumentarono il suo imbarazzo. “che cosa vuoi?”.
“Elisa, ti devo assolutamente parlare, ti prego”. Elisa non gli rispose, aprì la porta ed entrò senza richiuderla, Marco la seguì in cucina, non disse nulla mentre lei dal frigorifero prese una bottiglia di ACE da cui iniziò a bere in modo avido. Marco non si stupì che non gli offrì nulla. Dopo essersi asciugata la bocca con il dorso della mano gli disse “mi devo andare a fare la doccia quindi hai cinque minuti per dirmi la cosa così importante che mi devi dire” si tolse poi l’orologio e lo mise sul tavolo davanti a lei, segno inequivocabile che il tempo concesso a Marco iniziava a correre. “Lo so che sei incazzata con me e hai tutte le ragioni del mondo. Sono stato uno stupido. Ho capito che senza di te io non esisto, ti prego di perdonarmi, riprendimi con te, sono disposto a fare tutto quello che vorrai”. Nonostante volesse mostrare indifferenza Elisa fece un piccolo sorriso di soddisfazione che controllò immediatamente. Mentre Marco parlava si era tolta le scarpe e i calzini e Marco notò che alle unghie aveva messo uno smalto grigio che non le aveva mai visto prima. "Quello che posso fare ora per te è riprenderti allo studio, per il resto vedremo in seguito. Vieni domani a mezzogiorno così ho il tempo per far preparare il contratto. Ora vai via”. Si voltò e si diresse verso il bagno, il tempo a disposizione di Marco era finito.
 
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28 replies since 20/8/2022, 23:09   10561 views
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