Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Le guardiane del tempo

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view post Posted on 10/9/2016, 16:33     +1   +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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Va beh, l'importante è che alla fine tu l'abbia trovato il racconto. E intanto ecco un altro episodio

Quarto episodio

Genevieve Boisson aveva terminato la sua visita a Montmartre e doveva tornare indietro. I suoi genitori erano moderni e le permettevano quelle passeggiate mattutine ma sapeva che non doveva esagerare. Era pur sempre una giovane fanciulla di diciannove anni e non stava bene che camminasse da sola per le strade di Parigi. Ma i tempi stavano cambiando e lei si sentiva una ragazza moderna ma sapeva anche che c’erano certe regole che dovevano essere rispettate e lei era una brava ragazza. Anche se certe idee…… No, meglio non pensarci e pensare invece a Jean Luc. Doveva decidersi e dare una risposta a quel giovane che l’aveva chiesta in moglie. Era ancora un po’ indecisa. Oh certo, Jean Luc aveva tutto quello che una ragazza dovrebbe cercare in un uomo. Era di buona famiglia ed aveva un lavoro assicurato che gli avrebbe permesso di mantenere agiatamente la sua eventuale nuova famiglia ed era anche un tipo affascinante, inutile negarlo. E forse ne era anche un po’ innamorata. Doveva riflettere ancora un po’ sui suoi sentimenti ma di sicuro i suoi genitori spingevano a favore di questo matrimonio e, tutto sommato, la cosa non le dispiaceva totalmente. Oh beh, aveva tempo per pensarci. Era ancora molto giovane e non sarebbe accaduto niente se Jean Luc avesse atteso ancora qualche altro giorno. Adesso doveva pero’ tornare a casa. Guardo’ il suo orologio e si accorse che aveva un po’ di tempo ed aveva ancora voglia di passeggiare. Si avvicino’ alla carrozza guidata da Philippe che l’aveva seguita come un ombra
“ Vai pure Philippe. Io faro’ ancora quattro passi a piedi”
“ Ma mademoiselle….. Si sta facendo tardi”
“ Dai Philippe, non fare come mio padre. E’ una bella giornata. Ha piovuto per cosi’ tanti giorni e non sono mai potuta uscire. Ho ricominciato ieri”
“ Se doveste arrivare in ritardo vostro padre mi rimproverera’. Ha ordinato a me di prendersi cura di voi ed io non voglio perdere il lavoro, vi prego”
“ Stai tranquillo Philippe, non ti faro’ perdere il lavoro. Camminero’ di buona lena ed arrivero’ con qualche minuto di anticipo rispetto all’orario che mi ha imposto mio padre”
“ Come volete, mademoiselle. Se non vi dispiace, io vorrei seguirvi. Sarebbe ottimale che rientrassimo contemporaneamente” La giovane sorrise. Non era stato complicato convincere quel buon diavolo di Philippe. Sapeva quanto le fosse affezionato ed un po’ se ne approfittava. Comincio’ quindi il breve viaggio di ritorno verso la sua bella villetta nel cuore di Parigi, seguita come un ombra dalla carrozza di Philippe.
Ma Philippe non era il solo a seguire Genevieve. Il giovane inglese non la perdeva di vista un solo istante. Aveva deciso che doveva essere lei. Lei e non una maledetta prostituta. Quelle, le prostitute, facevano parte della sua vita passata a Londra ma sentiva che doveva cambiare, doveva evolversi. Gli sorrideva quell’idea. Ma per metterla in atto doveva scoprire dove abitava quella fanciulla. La seguiva fingendo indifferenza e tutta la sua attenzione era rivolta a quella giovane e graziosissima fanciulla tanto da non accorgersi minimamente che c’era un’altra persona che seguiva tutti. La donna alta vestita da contadina si era accorta subito che qualcosa non quadrava ed i suoi sensi erano tutti tesi ed i suoi muscoli pronti a scattare non appena si fosse resa conto che la situazione fosse potuta degenerare. Per il momento sembrava tutto sotto controllo ma non si sentiva tranquilla. Al minimo errore, la sua vita e quella di milioni di persone sarebbe cambiata drasticamente se non addirittura scomparsa e improvvisamente senti’ il peso di quella situazione. Guardava Genevieve e ne osservo’ i passi lenti ma il suo sguardo era puntato soprattutto su quell’uomo con quello strano cappello. Sorrise. Sembrava quello di Sherlock Holmes. E quel sorriso stempero’ un pochino la tensione che l’attanagliava. Ma non doveva distrarsi. Continuo’ a camminare rallentando la sua andatura per stare dietro a Genevieve ed a quel tipo che dava l’impressione di seguire la ragazza. Forse era soltanto la sua impressione e quell’uomo stava semplicemente andandosene per i fatti suoi. No, non sembrava proprio. Era da quando la ragazza gironzolava per Montmartre che quel tipo si era incollato a lei e questo non era proprio normale.
Finalmente, la ragazza arrivo’ a casa. Saluto’ con la mano il fido Philippe e si fece aprire il cancello della sua dimora. La donna alta osservo’ attentamente che la giovane Genevieve varcasse il cancello e attese scrupolosamente alcuni secondi per poi entrare in una carrozza situata all’esterno dell’abitazione della fanciulla. Dentro c’era un’altra donna che le sorrise
“ Allora Elana, ha fatto una buona passeggiata la piccioncina?” esordi’ la donna che si trovava all’interno della carrozza. Elana la guardo’ a sua volta ma non ricambio’ il sorriso
“ E’ arrivata a casa?”
“ Si, tranquilla. Guarda tu stessa sugli schermi” Elana si avvicino’ ad uno degli schermi posizionati assurdamente sulla carrozza ed in stridulo contrasto con quel veicolo ottocentesco e noto’ la fanciulla che si era gia’ diretta in camera sua. Era china su un libro ed Elana tiro’ un sospiro di sollievo poi si rivolse alla sua compagna
“ C’e’ qualcosa che non va, Jedra. Vieni a vedere” la giovane fece convergere una delle telecamere abilmente nascoste all’esterno della carrozza che riprendevano tutta la parte esterna e la fece ruotare fino a che non incontro’ la figura del giovane inglese “Ecco, vedi quel tizio?”
“ Quello col cappello alla Sherlock Holmes?”
“ Si, proprio lui. Ha seguito la piccioncina da Montmartre”
“ Cazzo! Dobbiamo avvertire la comandante”
“ Si, credo proprio che sia necessario. Nel frattempo non perdiamolo di vista”
“ Non credo che possa azzardare qualcosa in pieno giorno” prosegui’ Jedra
“ Credo proprio di no ma e’ meglio stare attente”
“ Lo saremo. A chi tocca la notte?” Elana sorrise amara
“ E a chi vuoi che tocchi stanotte? Me la devo fare io, accidenti. Mira e Orla faranno il turno dalle 16 fino a mezzanotte e poi tocca di nuovo a me da sola” Jedra scoppio’ in una risata
“ E dai che tanto la notte tocca a tutte”
“ Gia’” sospiro’ Elana “Solo che io non ce la faccio piu’ e non vedo l’ora che tutto finisca. Altri sei mesi e poi torno alla mia vita normale. Mi manca tutto e soprattutto mi manca qualche bel maschio”
“ Ti capisco Elana. Manca anche a me, cosa credi?
“ Bah! Io vi vedo tranquille. Sembra che ce li abbia solo io gli ormoni che girano a mille. Un anno senza sesso e’ veramente assurdo”
“ E’ necessario. Non possiamo interagire con questi maschi”
“ Lo so, accidenti, lo so. Quando torno alla mia vita ne voglio tre o quattro insieme per almeno dieci giorni fino a sfinirmi” Jedra scoppio’ in un’ennesima risata
“ Hai proprio un chiodo fisso, amica mia. Ti rifarai, stai tranquilla. Ora mettiamoci in contatto con la comandante” Elana fece finta di acconsentire dando una pacca sulla spalla alla sua collega e si mise seduta davanti a quella moltitudine di schermi. Alcuni erano collegati con l’interno della casa di Genevieve e mostravano le stanze dove la fanciulla si muoveva, a cominciare ovviamente da quella in cui dormiva ed altre mostravano invece l’esterno della carrozza e quindi dell’abitazione. Elana guardo’ Genevieve muoversi leggiadramente e avvicinarsi alla finestra, quasi per prendere il suo ultimo spicchio di sole. Sembrava felice la ragazza e sospiro’ profondamente. All’esterno invece, il solito via vai ma gli occhi di Elana inquadravano soprattutto quell’uomo che aveva seguito Genevieve fin sotto casa che era appoggiato sorridente al muro e quel sorriso non le piaceva per niente. Mentre sentiva Jedra comunicare le novita’ alla comandante, lei senti’ uno strano brivido per tutto il corpo e non si trattava solamente del freddo di quella mattina di gennaio.

L’inglese era pienamente soddisfatto. Era stato fortunato. La ragazza si era persino fatta vedere dalla finestra. Probabilmente, era quella la sua stanza. Osservo’ l’abitazione ed il suo sorriso si allargo’ ulteriormente. La stanza si trovava al primo piano ma non sarebbe dovuto essere un problema per un tipo atletico come lui raggiungerla. Tra l’altro, c’erano degli appigli che sembravano creati ad arte per scalare quella parete e penso’ che gli sarebbero bastati soltanto pochi secondi per raggiungere quella stanza. Le sue mani si chiusero e gli sembro’ di vedere quella bellissima fanciulla sotto di lui, se la immaginava ed immaginava quel collo bianco, sottile e delicato e soprattutto il suo ventre piatto e ne percepiva il terrore mentre lui…… No, era meglio andare piano con la fantasia e attendere il momento in cui l’avrebbe avuta in pugno anche se la sua eccitazione mentale a quel pensiero era magicamente salita. Sembrava proprio felice di quella scelta. Al diavolo le prostitute. Che l’inferno le accogliesse tutte, inglesi o francesi che fossero. Quelle rappresentavano il passato. Non era detto che un giorno non ci fosse ritornato ma per adesso aveva deciso che al posto di quelle donnacce ci dovesse essere una ragazza normale, una come quella bella fanciulla che sorrideva spensierata da quella finestra al primo piano.
 
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view post Posted on 11/9/2016, 22:54     +1   -1

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Interessante! Se prosegue come da attese, potrebbe diventare uno dei miei preferiti!
 
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view post Posted on 12/9/2016, 15:31     +1   -1
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Spero che lo possa diventare comunque
 
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view post Posted on 13/9/2016, 15:35     +1   +1   -1
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Quinto episodio

Mira guardo’ l’orologio e sospiro’
“ Dai Orla, ancora dieci minuti e andiamo a dormire”
“ Uffa che noia. Speriamo che Elana sia puntuale. Non vedo l’ora di mettermi sotto le coperte”
“ Figuriamoci chi ti sente. Oggi poi e’ stato straziante. Ma pensi davvero che ci possa essere un tipo che ha seguito la piccioncina?”
“ Elana non e’ una stupida. Se l’ha detto significa che il pericolo e’ reale. E poi la comandante ci ha detto di triplicare l’attenzione e quindi massima allerta” concluse Mira proprio quando Elana apparve d’incanto dinanzi ai loro occhi. Non era vestita da contadina stavolta ma indossava una strana tuta nera aderente che terminava dentro a degli stivali senza tacco. Alla vita aveva una cinta dalla quale pendeva un’arma ed ora, vestita in quel modo, la bellezza della giovane veniva fuori in modo quasi prepotente. Il corpo era forte ed atletico, perfettamente proporzionato con la sua notevole statura ed i suoi seni rigogliosi sembravano quasi esplodere all’interno di quella tuta cosi’ aderente mentre il suo viso possedeva splendidi lineamenti regolari ed i suoi capelli neri e ondulati le scendevano finalmente liberi sulle spalle. La giovane saluto’ le due colleghe affettuosamente. Anche loro possedevano lo stesso tipo di abbigliamento ed anche loro erano fisicamente strutturate alla perfezione, alte, slanciate ma molto atletiche
“ Ciao Elana “ la saluto’ affettuosamente Mira mentre Orla le strinse la mano con forza “Sei pronta e riposata per trascorrere la notte?”
“ Diciamo di si anche se invece di essere teletrasportata in questa carrozza avrei preferito farlo in qualche altro luogo”
“ E dove di preciso?” domando’ Orla con curiosita’
“ Mah, ad esempio in un club per soli maschi. Purche’ siano giovani, belli e particolarmente focosi” rispose Elana sorridendo
“ Ancora con questa storia? Ma possibile che pensi soltanto ai maschi?”
“ Mi piacciono e sono sei mesi che non ne metto uno sotto di me. Che dite? Ce l’avro’ un po’ di desiderio?”
“ Parliamo di cose importanti, Elana” intervenne Orla “Il tuo tizio vestito come Sherlock Holmes non si e’ visto ed e’ tutto tranquillo ma adesso che sei da sola non pensare agli uomini altrimenti ci ritroviamo ad essere di nuovo le loro servette”
“ Sempre ammesso che noi ci saremo” fece eco Mira
“ Tranquille. Ho tutto sotto controllo” rispose Elana guardando sullo schermo la leggiadra figura di Genevieve che dormiva beata nel suo letto
“ Dall’altra parte ci sono notizie?” prosegui’ Orla “Con Jean Luc e’ tutto tranquillo?”
“ Si tutto tranquillo anche se col promesso sposo della piccioncina le cose sono un tantino piu’ complicate. Fa tardi la sera ed e’ molto piu’ difficile per le nostre colleghe seguirlo mentre quel coglione si va ad ubriacare”
“ Gia’. Ho sentito la nostra comandante che parlava con la sua collega addetta alla sorveglianza di Jean Luc e poi mi ha riferito che a turno una delle ragazze si deve travestire da uomo per potergli stare vicino anche in luoghi dove per le donne sarebbe sconveniente entrare”
“ Si, l’ho sentito anch’io. Per fortuna a noi tocca Genevieve, allora. Ok ragazze, andatevene pure a dormire. Chi mi da il cambio domattina?”
“ Io e Jedra” risponde Orla”
“ Bene. Allora il pomeriggio mi tocca con te, giusto Mira?”
“ Giusto. Fai buona guardia” Le due atletiche ragazze si posizionarono al centro della carrozza e dopo un secondo Elana le vide scomparire grazie al teletrasporto. Tempo dieci minuti e sarebbero state al calduccio nei loro letti. Elana sospiro’ e guardo’ gli innumerevoli schermi da controllare. Tutto era tranquillo ma sapeva che non poteva permettersi il lusso di rilassarsi nemmeno per un secondo. Otto ore erano lunghe e ad Elana, come al solito, sarebbero sembrate eterne ma la paga era dieci volte superiore rispetto a quella che prendeva ed al termine di quell’anno avrebbe potuto pensare a farsi un futuro. Se avesse incontrato il ragazzo giusto, ovviamente, uno in grado di farle dimenticare quegli impulsi violenti che ogni tanto facevano capolino dentro di lei. Sarebbe andato bene anche un marito tradizionale, uno tranquillo che fosse stato in casa ad aspettarla, che si fosse occupato di lei e della casa. Un ragazzo docile, servizievole, innamorato e che naturalmente non avrebbe osato alzare la testa nei suoi confronti. E magari un po’ focoso sotto le lenzuola. In fondo, cosa chiedeva di tanto anormale?

L’inglese non sentiva il freddo pungente della notte parigina. Tutti i suoi sensi erano tesi allo spasimo. Si era nascosto dietro un muretto ad un centinaio di metri dall’abitazione della fanciulla ma poteva vedere la sua finestra e se l’immaginava mentre dormiva e gli sembrava quasi di percepire il suo profumo. Il profumo della sua pelle, lieve e delicato e non quello pungente delle prostitute. Decise di attendere ancora qualche minuto anche se gia’ da diverse ore il silenzio era praticamente completo. La strada era deserta, a parte una carrozza senza cavallo che aveva gia’ notato quella mattina e che sembrava essere stanziata in modo permanente sotto la casa di quella deliziosa fanciulla. Ma quella carrozza scomparve presto dai suoi pensieri che erano concentrati unicamente sul suo obiettivo. Era giunto il momento. Si alzo’ e percorse quel breve tragitto in pochi secondi. Aveva memorizzato tutti i suoi movimenti e si muoveva velocemente. Scavalco’ agilmente il cancello e comincio’ a scalare il muro. Doveva stare attento ma non sembrava affatto complicato. Gli appigli sembrava che fossero stati messi li’ proprio per favorirlo e la sua andatura era veloce e abbastanza sicura. Pochi secondi ancora e sarebbe stato all’interno dell’abitazione.
Nel frattempo, dentro la carrozza, Elana guardo’ lo schermo dove Genevieve dormiva tranquilla il sonno dei giusti poi il suo sguardo si sposto’ all’esterno della carrozza dove tutto sembrava essere tranquillo poi sulla facciata del palazzo ed i suoi occhi si sgranarono
“ Oh cazzo!” esclamo’. L’uomo, quell’uomo che aveva gia’ notato quella mattina si stava arrampicando con agilita’ lungo il muro ed era ormai a pochi passi da Genevieve. Non fece nemmeno in tempo a maledirsi. Cerco’ con lo sguardo il suo teletrasporto ma avrebbe perso troppo tempo per inserire le coordinate della stanza della fanciulla. Doveva agire e farlo nella maniera tradizionale. Pochi secondi ed era gia’ fuori dalla carrozza e si stava inerpicando con un’agilita’ impressionante lungo il muro, facendo la stessa strada che l’uomo aveva appena fatto ma ad una velocita’ nettamente superiore. L’uomo pero’ era ormai gia’ dentro la stanza della giovane fanciulla. Aveva rotto il vetro della finestra con il gomito ma il rumore era stato sordo ed era riuscito ad entrare nella stanza senza svegliare la ragazza. Penetro’ lentamente. Sorrise sentendo la lama del suo coltello nella tasca del suo cappotto e lo tiro’ fuori. Era lungo e affilato e lo posiziono’ sulla gola della fanciulla e poi mise la mano sinistra sulla bocca della giovane che finalmente si sveglio’. Non ci volle molto per lei a capire che si trovava in una brutta situazione ed i suoi occhi si riempirono di terrore. Ma non riusciva a muoversi. La mano di quello sconosciuto era troppo forte per lei e senti’ il freddo della lama sfiorarle prima la gola e poi scendere lungo il corpo. L’inglese sorrise. Era giunto finalmente il momento. Si beo’ del terrore di quella fanciulla e avrebbe voluto imprimere nella sua mente quello sguardo. Era eccitato mentalmente e talmente preso da quello sguardo che noto’ solo all’ultimo secondo quella maestosa figura vestita di nero che aveva appena scavalcato agilmente la finestra e si stava dirigendo verso di lui. Non volle lasciare la presa e rimase fermo sopra la ragazza senza riuscire a percepire immediatamente il pericolo di quella statuaria figura femminile che si stava avvicinando. Quando lo capi’, era troppo tardi. Il pugno di Elana fu tremendo. Lo colpi’ in pieno volto e lo scaravento’ fuori dal letto di Genevieve. Aveva fatto a pugni diverse volte ma non aveva mai sentito in vita sua una potenza simile. La testa gli girava vorticosamente e faceva fatica a rialzarsi. Elana passo’ poi la sua attenzione a Genevieve. Le sorrise e con il dito sulla bocca le disse di fare silenzio. La fanciulla stranamente capi’ che poteva fidarsi e non urlo’ mentre la donna vestita di nero le si avvicino’. L’accarezzo’ e poi, rapidamente, con due dita le afferro’ il collo e glie lo strinse per una frazione di secondo. Genevieve reclino’ il capo. Non le aveva fatto del male ed ora la ragazza dormiva di nuovo tranquilla. Si sarebbe svegliata al mattino ed avrebbe avuto soltanto un forte mal di testa e forse tutto le sarebbe sembrato un sogno se non fosse per la finestra rotta. Elana volse poi lo sguardo di nuovo verso l’uomo avvicinandosi a lui che, nel frattempo, era riuscito ad alzarsi pur barcollando notevolmente. Era riuscito comunque a raccogliere il coltello col quale aveva minacciato Genevieve e lo brandiva nuovamente, stavolta contro quella strana donna vestita in modo assurdo. Malgrado la situazione, non pote’ fare a meno di ammirarla. Possedeva una bellezza particolare e totalmente diversa da tutte le donne che aveva conosciuto e incontrato. Il suo corpo, incredibilmente fasciato in quello strano vestiario, sembrava quasi nudo. Emanava fascino e potenza e quella potenza l’aveva appena sentita sul suo corpo. La donna continuo’ ad avanzare. Era incredibilmente sicura di se, malgrado fosse a mani nude ed il suo avversario stringeva invece un coltello di notevoli dimensioni. L’uomo tento’ una sortita ma Elana era incredibilmente agile e schivo’ abilmente il fendente afferrandogli il polso. Una lieve torsione ed il coltello scivolo’ in terra e l’uomo capi’ che per lui era finita. Non fece in tempo nemmeno a lanciare un urlo di dolore. Un solo colpo dato a mano aperta sul collo e l’uomo perse i sensi. La donna raccolse il coltello e se lo mise nella cintura e quindi sollevo’ l’uomo ormai svenuto. Non sembrava fare alcuna fatica mentre se lo metteva sulle sue spalle e mentre scivolava di nuovo lungo il muro con un’agilita’ degna di un artista del circo. Se qualcuno avesse visto quella scena non avrebbe creduto ai propri occhi ma fortunatamente nessuno sembrava essere nei paraggi e la sua tuta nera si mescolo’ con l’oscurita’ della notte. Rientro’ nella carrozza e scaravento’a terra il corpo inanimato dell’uomo. Quel tipo si sarebbe svegliato non prima che il sole fosse sorto su Parigi.
 
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view post Posted on 14/9/2016, 01:47     +1   -1

Professore/essa SM

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ora si ragiona xD
 
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view post Posted on 14/9/2016, 14:44     +1   -1
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CITAZIONE (mephistofele84 @ 14/9/2016, 02:47) 
ora si ragiona xD

E certo. Mica ho scritto un polpettone ottocentesco. ;) ;) ;) A questo punto, credo proprio che si capisca perfettamente dove sono andato a parare. Chi conosce, come te, tutti i miei racconti, potrà trovare alcune similitudini con <inferno o paradiso> ma lo svolgimento sarà completamente differente. Senza contare la sorpresa finale. Ancora nessuno si azzarda a dire quale possa essere?
 
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maxslave
view post Posted on 14/9/2016, 23:36     +1   -1




Dove posso trovare inferno e paradiso?
 
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view post Posted on 15/9/2016, 00:01     +1   -1

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Ma infatti mi ricorda Inferno o Paradiso, e conoscendo quello, fatico a immaginare un binario diverso. E per la verita', non vorrei indovinare e spoilerarmi il proseguimento della storia ;-)
In ogni caso auspico che il nostro amico inglese possa essere abusato ripetutamente, per espiare le sue colpe hehe
 
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GiuanDelSessantanoff
view post Posted on 15/9/2016, 00:55     +1   -1




Mi piace assai!
Sei invitato a continuare a scrivere mille altre racconti!
 
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view post Posted on 15/9/2016, 14:17     +1   -1
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CITAZIONE (maxslave @ 15/9/2016, 00:36)
Dove posso trovare inferno e paradiso?

Ti scrivo in pvt e te lo dico
CITAZIONE (lathebiosas @ 15/9/2016, 01:01)
Ma infatti mi ricorda Inferno o Paradiso, e conoscendo quello, fatico a immaginare un binario diverso. E per la verita', non vorrei indovinare e spoilerarmi il proseguimento della storia ;-)
In ogni caso auspico che il nostro amico inglese possa essere abusato ripetutamente, per espiare le sue colpe hehe
Con Inferno o paradiso ha in comune un paio di piccole cose. In primis, il fatto che ci sono uomini normali che hanno a che fare con donne più forti di loro ed estremamente dominanti provenienti da..... altri posti. In seguito vedremo anche l'altra rassomiglianza. Però, a parte questo, sono due racconti completamente diversi tra di loro.
Quanto all'inglese, diciamo che proverà sia il bastone che la carota

CITAZIONE (GiuanDelSessantanoff @ 15/9/2016, 01:55)
Mi piace assai!
Sei invitato a continuare a scrivere mille altre racconti!

Grazie. Comunque, ti basta andare indietro e ne troverai un bel po'. Se hai qualche dubbio, scrivimi pure in pvt

Comunque, sto correggendo il prossimo episodio e spero di postarlo entro stasera
 
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view post Posted on 15/9/2016, 17:20     +1   +1   -1
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Sesto episodio

L’uomo riapri’ gli occhi per scoprire con orrore che era legato mani e piedi ad un divano e che aveva qualcosa in bocca che gli impediva di emettere qualunque suono. Si guardo’ intorno e riusci’ a vedere soltanto che si trovava in una stanza molto grande arredata con gusto ma non era certo quello il momento di soffermarsi sull’arredamento di quella casa in quella situazione. Era terrorizzato. Quella donna…… Non riusciva a concepire cosa gli fosse accaduto. Era stato picchiato da una donna! E dove si trovava? Come era arrivato in quel luogo?
Il tempo trascorreva lento e l’uomo provo’ a riaddormentarsi per farlo trascorrere piu’ velocemente ma era maledettamente difficile farlo in quelle condizioni. Smaniava, si agitava, col respiro che gli mancava a causa di quel maledetto straccio in bocca e poteva respirare soltanto col naso. Un timido raggio di sole penetro’ dalla finestra e questo significava che era gia’ giorno. Era rimasto stordito per diverse ore. Quella donna lo aveva colpito con una violenza inaudita degna di un pugilatore. Oh no, molto di piu’. Con un pugilatore professionista sarebbe andato a terra ma forse non sarebbe rimasto svenuto quasi tutta la notte per un solo colpo. E come glie l’aveva dato quel colpo? Cerco’ di rammentare cio’ che era accaduto a casa di quella ragazza e gli venne in mente il momento topico, quando quella donna statuaria si trovava di fronte a lui, sorridente e sicura dei propri mezzi e ricordo’ il terrore provato mentre lei faceva scendere il suo braccio con la mano aperta. Aveva creduto che lo stesse per uccidere ed invece doveva averlo colpito alla base del collo che era ancora molto indolenzito ma solamente per neutralizzarlo.
Finalmente, senti’ un rumore provenire dalla stanza accanto. Altri rumori di passi, di voci femminili e quindi noto’ tre figure che entrarono in quella stanza. Una la riconobbe immediatamente ed era la donna che lo aveva picchiato. Anche le altre due erano donne. Una era molto giovane, probabilmente come colei che lo aveva messo al tappeto ed era vestita allo stesso identico modo mentre l’altra, pur giovane anch’ella, sembrava avere qualche anno in piu’ ed invece di una tuta nera ne indossava una grigia. Anche lei sembrava avere un corpo stratosferico, tonico e apparentemente molto forte. Portava i capelli biondi con una strana pettinatura mai vista prima nelle altre donne, con una frangetta che le scendeva vezzosa a coprire la fronte ed i capelli simmetricamente tagliati corti e che raggiungevano appena la base del collo. Non poteva fare a meno di definirla molto attraente anche se, anche lei, completamente differente dalle donne che aveva conosciuto finora. Anche questa donna era molto alta e forse lo superava di almeno una ventina di centimetri. Un’enormita’ considerando che lui aveva una stazza normale e raggiungeva il metro e settanta. La donna vestita di grigio mise una mano sulla sua pettinatura a caschetto per sistemarsela e poi fece un cenno a quella che lo aveva picchiato che si avvicino’ all’inglese e gli tolse il bavaglio. L’uomo fece un respiro profondo mentre la donna con la tuta grigia gli sorrise
“ Bonjour mon cher ami. Avez-vous bien dormi?” L’uomo cerco’ di strattonare inutilmente le corde che lo legavano
“ Non capisco. Non parlo francese. Non esiste nessuno in questo cazzo di paese che parli la mia lingua?”
“ Tranquillo caro. Noi parliamo perfettamente l’inglese”
“ Dio sia lodato. Chi siete? Come mai siete vestite in questo modo strano? Perche’ mi avete portato in questo posto? Come ci sono arrivato e perche’ mi tenete legato come un salame?”
“ Uh quante domande tutte insieme. Bene, credo che alcune risposte ti siano dovute. Io sono il comandante Thula Hendrick e tutte noi siamo le guardiane del tempo. Non sapevi che esistessero, vero? Pensavi che avremmo lasciato gli antenati di Paula Gibb da soli e senza protezione? In modo che quelli come te potessero ucciderli e cambiare il corso della storia?” L’uomo sgrano’ gli occhi. Non aveva la piu’ pallida idea di cosa la donna avesse detto
“ Non capisco. Le guardiane del tempo? Cosa significa? E chi e’ Paula Gibb?”
“ Significa che noi stiamo qui’ a proteggere il presente, il nostro presente. E non dirmi che tu non sai chi e’ Paula Gibb?”
“ Non lo so, lo giuro”
“ Ma davvero? Vuoi farmi credere che tu non conosci la donna che ha rivoluzionato il mondo? La donna che ha creato la sostanza che ha modificato il corpo e la mente di noi donne rendendoci superiori mentalmente e fisicamente a voi maschi?”
“ Io…… Io non capisco”
“ Ma certo. Non ha importanza. Ora tu hai terminato con le domande visto che da adesso in poi le facciamo solo noi. E cerca di fare meno il furbo. Voglio sapere come ti chiami, chi sono e dove si trovano i componenti della tua cellula. Ed infine come vi siete rimediati una macchina del tempo” L’uomo rimase con la bocca aperta, guardando quelle strane e maestose donne. Non riusciva a capire nulla di cosa avesse detto tranne del fatto che aveva parlato di una macchina del tempo. Cosa diavolo voleva intendere?
Intanto, la donna che si era presentata con il nome di Thula non sembrava affatto gradire il silenzio del suo prigioniero e si rivolse sorridendo ad Elana
“ Il nostro amico ha bisogno di essere convinto. Ci pensi tu Elana?”
“ Con molto piacere. Lasci fare a me e vedra’ che questo tipo cantera’ come un usignolo” La donna si avvicino’. L’inglese sentiva ancora sulla propria pelle il pugno che lo aveva quasi stordito, la facilita’ con la quale lei lo aveva disarmato e soprattutto il modo in cui l’aveva mandato nel mondo dei sogni. Un brivido di paura percorse il suo intero corpo
“ No, no, ferma, che cosa vuoi farmi?” urlo’ disperato senza che Elana si facesse commuovere da quel grido di autentico terrore. Lo afferro’ per il bavero del cappotto, ruppe con estrema disinvoltura le corde che lo tenevano legato e lo alzo’ facilmente con la mano sinistra portandolo alla sua altezza. L’uomo cerco’ disperatamente di togliere quella presa ma era tutta fatica sprecata e lo schiaffo che gli arrivo’ in seguito lo fece sussultare”
“ Non ti ripetero’ le domande una seconda volta. Come ti chiami?”
“ John. Mi chiamo John Terrence” balbetto’ terrorizzato l’inglese, assurdamente sollevato da terra per oltre venti centimetri da quella donna
“ Bene John. Un’altra domanda. Dove si trovano i tuoi compari?”
“ Non ho nessun compare. Lo giuro” Elana fece partire un altro schiaffo che fa girare la testa al giovane inglese. Il sangue cominciava a scendere piuttosto copiosamente dalla sua bocca e dal naso e la testa gli girava come se si fosse bevuto una decina di birre
“ Risposta sbagliata. Vogliamo sapere i nomi dei tuoi complici e dove si nascondono”
“ Vi giuro che non so di cosa state parlando” Stavolta Elana non si limito’ ad uno schiaffo. Poso’ l’uomo per terra e poi lo colpi’ con due violenti pugni che fecero quasi volare John per la stanza. L’inglese atterro’ dolorante. Non riusciva a capire in che situazione si fosse andato a cacciare e quella donna era troppo forte per lui. Era inspiegabile. Come era possibile che una donna potesse avere una forza nettamente superiore alla sua? Si guardo’ intorno. Non poteva lottare contro quella donna troppo piu’ forte di lui ma poteva fuggire, anche se sulla porta c’era una delle altre due donne, quella che si e’ presentata come Thula. Le ando’ addosso cercando di spingerla ma si rese ben presto conto che le sembrava di spingere un masso del peso di diverse tonnellate. La donna col caschetto biondo non si sposto’ di un millimetro e sorrise al vano tentativo di John.
“ Ma cosa vuoi fare, idiota” gli disse bloccandogli i polsi e trascinandolo di nuovo al centro della stanza. Anche quella donna sembrava essere fortissima, molto piu’ di lui. E adesso di fronte a lui si stanziava di nuovo Elana che sembrava provare un sadico divertimento nel picchiarlo. Un rapido movimento, ancora due pugni e l’inglese crollo’ di nuovo a terra, con la faccia sempre piu’ sanguinante
“ Vi prego, basta. Non so di cosa state parlando” piagnucolo’. Elana lo sollevo e preparo’ un altro pugno ma per sua fortuna quella che sembrava essere il capo la fermo’
“ Basta Elana, altrimenti lo ammazzi ed io lo voglio vivo. Almeno fino a che non mi ha detto tutto quello che voglio sapere”
“ Vi giuro che non capisco. E’ la verita’ dovete credermi”
“ Va bene, facciamo finta di crederti. Quindi tu sei di quest’epoca e non vieni come noi dal futuro?”
“ Ma certo che sono da quest’epoca”
“ Quando e dove sei nato?”
“ Nella campagna vicino a Preston, nel Lancashire, il 20 settembre del 1860 ma vivo a Londra da quando avevo dodici anni”
“ E ti chiami John Terrence?”
“ Si, esatto”
“ E veniamo alle domande piu’ complicate. Perche’ volevi uccidere Genevieve?” L’uomo si guardo’ intorno. Non aveva capito molto fino a quel momento ma non era certo uno stupido. Quella donna aveva detto che, da dove loro provenivano, le donne erano superiori agli uomini. Quella che sarebbe potuta sembrare un’eresia sembrava diventata improvvisamente plausibile, considerando il valore e la forza fisica di quelle donne che ora si trovavano di fronte a lui. E di conseguenza, lui stava correndo un grosso rischio. Soprattutto se avesse confessato. Doveva trovare una soluzione e trovarla al piu’ presto
“ Io…… Io non volevo ucciderla. Non sapevo nemmeno come si chiamasse. L’ho vista ieri mattina e l’ho trovata molto bella. Io volevo…… Volevo soltanto farci l’amore” riusci’ infine a dire
“ Dunque, volevi violentarla?” domando’ la donna presentatasi come Thula
“ Si, non volevo ucciderla”
“ E quindi tu non provieni dal futuro come noi e non hai cercato di ucciderla per cambiare il corso degli eventi?”
“ No, ve lo giuro. E come avrei potuto cambiare il corso degli eventi?”
Thula scoppio’ a ridere
“ Se tu avessi ucciso Genevieve, lei non avrebbe sposato Jean Luc e non avrebbe messo al mondo sei bambini tra cui l’antenato di Paula Gibb. Noi siamo qui’ per salvaguardare questi avvenimenti”
“ Oh mio Dio, voi provenite veramente dal futuro?”
“ E gia’. Noi veniamo dal 2457. Quello e’ l’anno del nostro presente” John scosse la testa
“ Sembra tutto cosi’ assurdo”
“ E quindi tu non hai dei complici che tentano di manomettere il passato e non hai usato una macchina del tempo per venire in quest’epoca?”
“ Noooo. Come ve lo devo dire?” Era stato costretto ad urlare. Tutto quanto gli sembrava assurdo, come se stesse in uno di quei romanzi di fantascienza che tanto sembravano piacere alla gente in quel periodo. Ma questa era la realta’, la sua realta’. Purtroppo per lui, la sua aguzzina non sembrava aver gradito troppo quell’urlo. Si avvicino’ e lo colpi’ con un violento pugno alla bocca dello stomaco. John si accascio’ per l’ennesima volta ed il suo volto si rigo’ di lacrime che si mescolarono al sangue dei colpi precedenti
“ Quando ti rivolgi alla comandante non urli e le porti rispetto. Anzi, il rispetto lo porti quando ti rivolgi ad una qualsiasi donna. Noi non siamo le donnine di questo secolo insulso ma femmine di livello superiore”
“ Basta Elana, credo che John abbia capito. Non e’ vero?” intervenne Thula
“ Si, ho capito. Come mi devo rivolgere?” biascico’ l’uomo
“ Beh, di solito i maschi si rivolgono ad una donna chiamandola signora. Sarebbe opportuno che anche tu facessi la stessa cosa quando interagisci con una di noi” rispose la comandante
“ D’accordo signora, ma dite a quest….. altra signora di non picchiarmi piu’” gemette John
“ Dai, fai attenzione, Elana, altrimenti questo poveretto ti rimane sotto le mani”
“ D’accordo comandante. Ma basta che lei mi dia un ordine e lo rivolto come un calzino. Mi piace mettere le mani addosso agli uomini”
“ Me ne ero accorta. Bene John, se tu fai il bravo impediro’ al tenente Elana di picchiarti, altrimenti ti lascero’ solo con lei e accada quello che accada”
“ No, vi prego signora, quella mi ammazza. Vi scongiuro, diro’ tutto quello che volete, mi prendero’ le colpe di tutto ma non lasciatemi nelle sue mani” Il comandante Thula sorrise
“ Io non voglio che tu mi dica quello che voglio e soprattutto non voglio che tu mi dica una bugia. Comunque vada, tu ti sei macchiato di un reato gravissimo che, nel nostro presente, potrebbe comportare molti anni di carcere. Se invece l’avessi uccisa……. Beh, ti attendevano anni di torture e la morte. Cosi’ ci comportiamo con quei temerari che osano uccidere una donna. E altrettanto spetta a chi prova a manomettere il passato per i propri tornaconti. Quindi, tu affermi di non venire dal futuro e di non essere entrato in possesso di una macchina del tempo?”
“ Si signora, ve lo giuro. Non immagino nemmeno come possa essere una macchina del tempo”
“ E allora caro John, cosa ci facevi a Parigi? Perche’ hai lasciato Londra?” L’uomo guardo’ sommessamente la donna. Sapeva che dalla sua risposta dipendeva la sua vita. Quelle donne non scherzavano affatto e possedevano una forza sovrumana. La sua risposta doveva quindi essere plausibile
“ Sono scappato”
“ Perche’?”
“ Avevo dei debiti di gioco e volevano farmi la pelle” rispose d’intuito
“ Perche’ avevi intenzione di violentare Genevieve?”
“ Perche’ lei e’ cosi’ dolce, cosi’ bella ed io una ragazza del genere non la potro’ mai avere”
“ Quando l’hai deciso?”
“ Stamattina, quando l’ho vista per la prima volta”
“ Bene John. Ah, dimmi, qual’era il tuo lavoro a Londra?”
“ Facevo l’inserviente di un medico, signora. Uno stipendio mediocre ma che mi permetteva di vivere”
“ In cosa consiste il tuo lavoro?”
“ Facevo tante cose ma soprattutto assistevo il medico durante le operazioni. Passargli gli attrezzi giusti, ad esempio. Sapete, un lavoro di molta responsabilita’”
“ E quel coltello col quale hai minacciato Genevieve e’ del medico?”
“ Esatto, signora”
“ Perche’ l’hai portato con te da Londra?” L’inglese riflette’ alcuni istanti sulla risposta da dare
“ Per potermi difendere. Non avevo mai visitato Parigi ma so che, come a Londra, puo’ capitare uno che ti pianta un coltello in gola per pochi spiccioli. Ed io mi sento meglio se ho una lama in tasca” rispose infine
“ Molto bene. Ora attendi qui’. Vieni Elana, fammi compagnia. E tu Mira guarda il nostro prigioniero. Se prova a scappare spezzagli una gamba, cosi’ quella voglia gli passera’ del tutto”
“ Vi prometto che non scappero’ ma non fatemi picchiare ancora. Avete una forza spaventosa”
“ Tutte le donne del mio tempo ce l’hanno. Grazie a Paula Gibb. E questo e’ uno dei motivi per il quale non vogliamo che il passato venga toccato. Ci piace il nostro presente, ci piace che da noi siano le donne a comandare e voi a servire”
“ E’….. E’ assurdo. Cioe’, non so spiegarmi”
“ Capisco, ma ti posso assicurare che ormai i maschi trovano la situazione molto gradevole. Probabilmente, si e’ ristabilito il giusto ordine gerarchico tra uomini e donne. Peccato che ci siano alcuni sparuti gruppi che tentano di insorgere” L’inglese fece un sorriso amaro
“ Ma davvero voi pensavate che io facessi parte di uno di quei gruppi?”
“ Si e ancora non mi sono fatta un’idea ben precisa anche se le tue risposte mi sembrano abbastanza coerenti” Thula usci’ dalla stanza seguita da Elana mentre l’altra donna rimase a guardare il prigioniero. Thula guardo’ la giovane tenente con aria interrogativa
“ Cosa ne pensi?”
“ Penso che se sta fingendo e’ un grande attore”
“ Gia’ lo penso anch’io, Elana”
“ Cosa ha intenzione di fare comandante?”
“ Non possiamo certo lasciarlo cosi’. Se anche fosse veramente di quest’epoca, gli abbiamo detto troppo di noi per poterlo lasciare libero e dobbiamo portarlo avanti nel tempo, nella nostra epoca”
“ E allora facciamolo”
“ Prima devo sapere veramente chi e’ questo tizio. Dovro’ fare delle indagini. Potremmo correre il rischio di alterare il futuro. Risulta qualche aggressione a Genevieve da ragazza?”
“ Non mi risulta, comandante”
“ Quindi, il tentativo di aggressione non ha inciso poi nel futuro e questo e’ gia’ un buon segno. Ma, come ho sostenuto prima, se noi portiamo questo John nel 2457, potremmo cambiare il corso della storia. In seguito, questo tizio potrebbe fare dei figli e poi avere dei nipoti e pronipoti che potrebbero aver fatto qualcosa di eclatante. Dobbiamo prima di tutto sapere chi sia veramente questo John Terrence e poi valutare i pro e i contro di qualunque eventuale decisione. Questa e’ la prima volta che interagiamo con gli abitanti dell’epoca e non voglio correre rischi”
“ Quindi?” Thula rimase pensierosa per alcuni istanti poi guardo’ Elana e sorride
“ Io continuo a fare quella buona e tu quella cattiva”
“ Vado dentro e lo percuoto, allora?” Thula sospiro’ nervosamente
“ No Elana. Violentalo” ordino’ infine alla sua soldatessa
Il tenente Elana guardo' la sua comandante ed un sadico sorriso si formo’ sulla bocca
“ Con molto piacere, comandante” rispose infine la statuaria soldatessa
 
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maxslave
view post Posted on 15/9/2016, 21:28     +1   -1




Adesso si che ci siamo. Mi da che l'inglese passerà un brutto momento
 
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view post Posted on 16/9/2016, 09:23     +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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CITAZIONE (maxslave @ 15/9/2016, 22:28) 
Adesso si che ci siamo. Mi da che l'inglese passerà un brutto momento

Qualche brutto momento di sicuro. Ma essere costretti a fare sesso con una donna bellissima non mi sembra poi un gran brurro momento. Non è così?
 
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view post Posted on 16/9/2016, 10:34     +1   -1

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e anche oggi ho imparato qualcosa...non sapevo che la parola pugilatore esistesse xD
 
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view post Posted on 16/9/2016, 14:45     +1   -1
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Pugilatore è la forma arcaica ormai in disuso di pugile. Ho preferito la prima in quanto, considerando che in quel momento descrivevo i pensieri di un uomo dell'ottocento, mi sembrava più adatta.
 
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