Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

IL PASSATO DI HANNAH

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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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Ottavo episodio

General Medical Center Florida Boulevard Baton Rouge, Louisiana Giovedi’ 20 novembre 2008. Ore 17.22


Hannah Kolb passeggiava nervosamente nel corridoio dell’ospedale. Il suo bellissimo volto rigato dalle lacrime faceva tenerezza e Mark Jennings si alzo’ per andare a consolarla
“ Devi smetterla, Hannah. Non e’ cosi’ che migliorerai le cose”
“ Cosa dovrei migliorare? Cio’ che non e’ migliorabile? Fammi sfogare Mark. Fammi piangere tutte le lacrime di questo mondo”
“ Ma cosi’ ti farai del male anche tu. Ascolta, sono molto piu’ vecchio di te e so quello che dico. Lo so che adesso sembra che per te la vita sia terminata ma non e’ cosi’. Sei giovane e bella. Soffrirai, ma poi pian piano ricomincerai ad assaporare la vita”
“ No, la mia vita non sara’ piu’ la stessa. Senza Simon io non posso vivere”
Mark Jennings si rimise seduto. Era inutile cercare di far ragionare una giovane donna innamorata che sta per perdere il suo amore. Povero Simon. Morire a nemmeno quarant’anni, nel pieno della vita, con a fianco una ragazza cosi’ bella era veramente una disgrazia. Si rialzo’ vedendo il medico che usciva dalla stanza di Simon e gli ando’ di fronte, subito imitato da Hannah
“ Allora dottore?” L’uomo col camice bianco scosse la testa
“ E’ un uomo molto forte e sopporta il dolore stoicamente ma ormai siamo entrati nella fase discendente. Purtroppo, il suo corpo e’ completamente invaso dalle metastasi che hanno persino contagiato il cuore e il pericardio attraverso il flusso sanguigno e linfatico e questo e’ il motivo dei suoi continui mancamenti. Ora comunque vuole vedervi e dopo che sarete usciti gli daremo della morfina per alleviargli un po’ il dolore. Adesso ha detto che vuole essere lucido” A capo chino, i due acconsentirono ma prima che entrassero nella stanza il medico prosegui’ “Mi raccomando, signorina. Eviti di farsi vedere in quelle condizioni. Si dia una lavata al viso e si stampi un sorriso falso prima di entrare” Hannah obbedi’. Si diede una rinfrescata e poi entro’ insieme a Mark Jennings nella stanza dove era sdraiato Simon che li accolse con un sorriso decisamente inopportuno
“ Allora? Quanto tempo mi e’ rimasto?” Hannah si chino’ su di lui. Prese una salviettina umidificata e gli puli’ la fronte ed i bordi delle labbra
“ Sempre con questa tua ironia fuori luogo”
“ Oh, andiamo. Lo so benissimo che mi restano pochi giorni e quindi voglio approfittarne per parlare con voi” Osservo’ Jennings. L’uomo era sulla cinquantina, tozzo e con un considerevole adipe che non ne facevano certo un uomo attraente. I suoi capelli erano ormai un ricordo del tempo che fu e solo pochi esemplari gli davano una parvenza di capigliatura. L’uomo contraccambio’ il sorriso e Simon prosegui’ “Mark, ne abbiamo gia’ parlato. Tu sei l’unica persona al mondo che conosce il mio segreto fin dai tempi di mio padre e mi rimetto a te. Sei il solo di cui possa fidarmi e ti chiedo di avere un occhio di riguardo nei confronti di Hannah. Se lei dovesse avere bisogno di aiuto, tu sei l’unico al quale puo’ rivolgersi”
“ Non c’e’ problema, Simon. Sai che su di me puoi sempre contare”
“ Ti ringrazio Mark. Ora puoi lasciarmi con la mia piccola?” Jennings diede una piccola pacca sulla spalla di Simon ed usci’ lasciando soli Hannah e Simon. La ragazza prese la sua mano dolcemente
“ Ti prego, Simon, riposati. Non ti sforzare”
“ Non posso, piccola. Non prima di averti parlato. Hai sentito quello che ho detto a Mark?”
“ Certo. Se dovessi avere bisogno di aiuto lo contattero’”
“ Si ma, al contrario di quello che ho detto a lui, non fidarti mai completamente. Mark non mi tradisce perche’ sa che con me puo’ guadagnare un sacco di soldi, come ha fatto prima ancora con mio padre”
“ Perche’? Cosa c’e’ tra voi due?”
“ Tra noi due niente. C’era qualcosa tra lui e mio padre. Jennings conosceva il suo segreto e di conseguenza il mio”
“ Ed ora anche il mio”
“ Esatto”
“ Perche’ hai detto che ci guadagna un sacco di soldi? Ti ricatta?”
“ Non e’ proprio un ricatto. Lui salvo’ la vita di mio padre, mio padre lo ricompenso’ ed io ho continuato a farlo per un debito di riconoscenza”
“ Ed io? Dovro’ continuare a farlo anch’io quando tu…..”
“ Quando io non ci saro’ piu? No, piccola. Perche’ era Sciarada ad aver un debito con quell’uomo, non tu”
“ Ma io sono….Io saro’ Sciarada”
“ E’ proprio questo il punto. Ascoltami bene Hannah. Vorrei che tu mi facessi una promessa. Per anni io e mio padre ti abbiamo addestrata per farti diventare Sciarada ma adesso non sono piu’ convinto che questa sia la strada che tu devi percorrere. Ci ho pensato bene e sono certo che tu hai diritto ad una vita normale” Hannah trasecolo’
“ Ma Simon…..”
“ Niente ma, piccola. Io sto per morire e tu mi seguirai se non cambi vita. E questa e’ l’ultima cosa che voglio. Il mondo e’ cambiato, lo spionaggio e’ cambiato. Tu sei intelligente, sei forte ma non sei invulnerabile. Prima o poi troverai qualcuno che ti piazzera’ una pallottola in mezzo a quei tuoi stupendi occhi. E questo non deve accadere. Tu sai dove io tengo i soldi e tutto il resto. Hai denaro a sufficienza per tutta la vita. Finisci gli studi e poi trovati un bravo ragazzo e vivi una vita normale. Questa vita non e’ adatta a te. Non e’ adatta a nessuno” Gli occhi di Hannah cominciarono a riempirsi di lacrime
“ Ma come faro’? Per anni sono cresciuta pensando di diventare Sciarada. Era questa la mia missione”
“ Mia piccola Hannah, le cose cambiano e sta a noi adeguarsi a quei cambiamenti. Io voglio per te una vita felice, una famiglia, dei figli. Quello che ho fatto io finora regala solo il brivido, l’adrenalina ma non la felicita’ e ancor di meno la tranquillita’. Io la felicita’ l’ho trovata solo in quei pochi momenti accanto a te, non andando in giro ad uccidere terroristi. Questa mia condizione, sapere di dover morire, mi ha fatto riflettere, mi ha fatto vedere la situazione dal verso giusto. Ti prego, Hannah, metti Sciarada in naftalina. Fallo per me e soprattutto per te” La ragazza ormai piangeva come una fontana. Simon alzo’ con difficolta’ la mano per asciugare qualcuna di quelle lacrime che scendevano copiosamente
“ Sono cosi’ confusa…..”
“ E’ normale che tu lo sia. Ma vedrai, e’ per il tuo bene. Promettimelo Hannah. Promettimi che farai del tuo meglio per essere felice e per vivere una vita lontano dai pericoli”
“ E tutti quegli uomini che fanno del male? Tutta quella gente che Sciarada toglieva dal mondo per crearne uno migliore?”
“ Quelli ci saranno sempre ma non deve toccare a te questa responsabilita’”
“ Io sento di avere dei doveri. Non posso nascondere la testa sotto la terra come gli struzzi”
“ No, amore mio. Tu non hai nessun dovere verso nessuno. Siamo stati noi ad inculcartelo nella testa come un ritornello ma la verita’ e’ un’altra e cioe’ che tutti noi abbiamo diritto di scegliere nella vita e tu non hai scelto. Involontariamente, ti abbiamo manipolato per farti diventare quella che sei”
“ Ma io….Io sento di essere nata per fare cio’ che faccio”
“ E’ quello che pensi tu. Troviamo una terza via, allora. Tu finirai il college senza rimetterti al lavoro e solo allora, se il tuo istinto dovesse essere cosi’ forte, allora e solo allora resusciterai Sciarada. Ma se invece tu non ne sentirai il bisogno, se la tua vita nel frattempo avra’ preso quel percorso che io spero possa prendere, Sciarada sara’ seppellito per sempre. Fammi almeno questa promessa” Hannah prese la mano di Simon e glie la strinse dolcemente
“ Te lo prometto, amore mio. Ti prometto che quando tu non ci sarai piu’, Sciarada smettera’ di esistere almeno fino alla fine dei miei studi” La ragazza si chino’ sull’uomo baciando la sua bocca
“ Ora va. Non voglio che tu trascorra tutto il tuo tempo nella stanza di un malato. Tanto ho ancora alcuni giorni davanti a me e avrai del tempo per venirmi a trovare” Hannah si alzo’ allontanandosi di qualche metro ma poi ritorno’ vicino al letto
“ E con Jennings? Cosa dovro’ fare io con lui?”
“ Ho gia’ tutto risolto io. Gli ho dato una cifra considerevole estorcendogli la promessa che non dovra’ chiederti altri soldi”
“ E se non mantenesse la promessa?”
“ La manterra’. Conosce le tue potenzialita’ e sa che non ci metteresti molto a toglierlo di mezzo. Il debito si e’ estinto con me. Tu non hai piu’ nessun obbligo verso di lui” La ragazza si volto’ di nuovo. Le lacrime erano ormai troppo copiose. Usci’ dalla stanza ed incrocio’ lo sguardo di Mark Jennings
“ Cosa aveva di tanto importante da dirti?”
“ Le solite cose tra due innamorati in una situazione del genere” glisso’ la ragazza
“ Gia’. Beh ascolta, Hannah. Io devo andare a Los Angeles ed ho un aereo tra un paio d’ore. Tu sai dove e’ il mio locale e se dovessi passare per la citta’ degli angeli sai che puoi sempre contare su di me, proprio come ha detto Simon”
“ Si, lo so, Mark. Vai pure. So come rintracciarti” Jennings abbraccio’ la fanciulla per alcuni interminabili secondi e poi si dileguo’ seguito dal suo sguardo attento. Mark Jennings era senza dubbio un tipo particolare e, dopo la confessione di Simon, sapeva perche’ non si era mai fidata del tutto di lui. Lo conosceva da bambina e pensava che la sua fosse una paranoia in quanto Simon sembrava invece fidarsi del tutto di quell’uomo. Ma le parole del suo innamorato, pochi istanti prima, smentivano questa sensazione. Jennings possedeva un locale a Los Angeles, il <frankie’s>, ma questo poteva essere considerato solo uno specchietto per le sue vere attivita’ che erano di ben altro tipo oltre che per portarsi a letto un nugolo di belle ragazze. Gia’, le vere attivita’ di Mark. Aveva notizie per tutti, probabilmente a causa dei suoi contatti ramificati e le vendeva a prezzi salatissimi anche se difficilmente Simon usava tali informazioni. Dopo la confessione di Simon, molti tasselli sullo strano rapporto tra Jennings e Sciarada erano andati a posto e la ragazza capiva ormai perfettamente per quale motivo esisteva quella specie di tacito accordo e poi ognuno di loro proseguiva per la propria strada senza intralciare quella dell’altro. In quel momento pero’, Hannah aveva poca voglia di pensare a Mark Jennings. Aveva appena dato una parola a Simon e sapeva che avrebbe dovuto rispettarla. Ma aveva barato e chissa’ se Simon se ne era accorto. Gli aveva promesso che, appena lui non ci fosse stato piu’, avrebbe abbandonato Sciarada almeno fino al momento della sua laurea. Ma c’era un problema. Sciarada doveva compiere ancora un altro lavoro. Le era pervenuta un’offerta ed aveva appena dato il suo assenso. Avrebbe voluto far vedere a Simon che poteva farcela da sola, voleva rassicurarlo sul suo futuro e sulle sue capacita’ ed invece quelle parole, quella volonta’ espressa dal suo uomo l’avevano spiazzata. Ma Simon era ancora in vita, anche se gli mancavano ormai solo pochi giorni. Il tempo di compiere l’ultimo lavoro senza infrangere quella promessa fatta. Anche perche’ Sciarada aveva una sola parola e l’aveva appena data all’uomo che le aveva offerto quel lavoro.
Asciugo’ le lacrime, che riempivano in continuazione i suoi occhi, col dorso della mano ed usci’ dall’ospedale cercando di respirare quell’aria autunnale a pieni polmoni. Era ora di muoversi.
 
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Nono episodio

Due giorni prima. Martedi’ 18 Novembre 2008. Langley, contea di Fairfax in Virginia. Sede della C.I.A.
Ore 10.00 a.m.

Samuel Baustein entro’ nella grande sala dove nove persone lo attendevano, sette uomini e due donne, una delle quali era seduta dinanzi ad un computer mentre gli altri erano tutti in piedi ad attenderlo
“ Buon giorno signori” esordi’ “Vedo che siete tutti presenti e puntuali. Molto bene, possiamo cominciare. Hellen, per favore” disse poi rivolta alla giovane esperta informatica. Questa smanetto’ alcuni secondi e, quasi come se ci si trovasse al cinema, apparve sullo schermo bianco posto sul muro la figura di un uomo alto e snello, con i capelli brizzolati che gli davano un’aria interessante e che dimostrava forse meno dei suoi sessant’anni, pur con i capelli sale e pepe
“ Signori, questo personaggio e’ ben conosciuto dalla maggioranza di voi. Si tratta di Nicolas Carrière ed alcuni mesi fa, per colpa sua, abbiamo fatto una figura barbina a Roma. Se lo ricorda, vero Lawrence?”
“ Signore….Noi non sapevamo…” balbetto’ uno dei presenti
“ Lasci stare. Non sono venuto qui’ per accusarla dopo tutto questo tempo. Dicevo di Carrière. Lo chiamano <il commerciante> e c’e’ il suo zampino su parecchie delle transazioni che si svolgono tra i paesi dell’ex Unione Sovietica e zone scottanti come il Medio Oriente, i Balcani, l’Africa equatoriale e via discorrendo. Il suo sistema e’ semplice: viene contattato dai trafficanti di qualsiasi cosa ma soprattutto di armi e tecnologia non convenzionale, si mette in contatto con l’acquirente e, nel giro di pochi giorni, grazie alle sue conoscenze ramificate in ogni parte del globo, riesce a vendere l’oggetto ricavandone un guadagno immenso e soprattutto senza rischiare. Sono anni che le polizie di mezzo mondo cercano delle prove per incriminarlo ma finora non sono riuscite a nulla. Il bello e’ che il signor Carrière non si era mai nascosto. Dico bene agente Connor?” concluse Baustein rivolgendosi ad uno degli uomini presenti
“ Assolutamente si. Carrière ha sempre vissuto alla luce del sole. Gli piace il lusso e soprattutto ama le belle donne e, fino allo scontro di Roma, ha sempre fatto la bella vita”
“ E continua a farla, non e’ cosi’?”
“ E si” riprese Connor
“ Andiamo per ordine, pero’. Dunque, bisognava trovare un modo non ortodosso per eliminare Carrière ed i suoi traffici ed a suo tempo presi la decisione che ancora rimpiango ovvero di eliminarlo fisicamente ed affidai l’incarico a Lawrence. Sappiamo tutti come e’ finita ovvero con un nostro agente morto, gli amici italiani incazzati come iene e Nicolas Carrière scomparso. A quel punto, siccome non amo lasciare le cose a meta’, ho affidato a Connor l’incarico di ritrovare <il commerciante>. Vuole proseguire lei, Connor?”
“ Certo, signore. Sono partito dal presupposto che un uomo del genere difficilmente avrebbe rinunciato al lusso ed ho cercato tra i personaggi che negli ultimi tempi erano venuti alla ribalta in vari paesi del mondo ed abbiamo trovato un certo Nicola Zardo ad Amsterdam che altri non e’ che Carrière. Gli anni trascorsi a Roma ed una notevole intelligenza hanno fatto in modo che lui parlasse l’italiano perfettamente e quindi si e’ creato un alias di lingua italiana. Zardo alias Carrière e’ dunque diventato un ricco antiquario, si e’ comprato una meravigliosa villa nei pressi di Marken, a 25 chilometri da Amsterdam ed ha un via vai continuo di bellissime donne, prostitute e non, ma soprattutto ha rafforzato i suoi sistemi protettivi. Entrare nella villa e’ praticamente impossibile, a meno che non mandiamo i marines, si muove solo dentro una vettura blindata con i vetri anti proiettili ed ha quadruplicato le guardie al suo servizio. Si tratta di ben sedici uomini addestratissimi. Otto di loro seguono Carrière anche quando va al bagno e non fanno entrare nemmeno uno spillo nella casa mentre i restanti otto si dedicano al servizio notturno. Li abbiamo ripresi. Hellen, per favore fai scorrere le immagini” Il volto di sedici uomini dalla faccia da duro e dal corpo che sembrava essere d’acciaio riempirono lo schermo, dopodiche’ quelle facce e quei corpi scolpiti lasciarono il posto ad una villa immersa nel verde
“ E questa e’ l’abitazione di Carrière” riprese Baustein.
“ E’ possibile entrarci?” chiese uno dei presenti
“ Se non sei invitato da Carrière in persona? Assolutamente no. Scatterebbe subito l’allarme”
“ Ed il personale?” Obietto’ un altro dei presenti “Una casa del genere deve avere del personale di servizio”
“ Ottima osservazione” condivise Baustein “Ci sono due cuoche e quattro cameriere che servono a tavola sia Carrière che i suoi uomini e che puliscono le camere ma e’ impossibile sostituirsi a loro. Sono tutte donne dell’Europa dell’est, come la maggior parte degli uomini che lavorano per <il commerciante> e sono state scelte proprio tramite quegli uomini che le conoscono di persona. Impossibile quindi spacciarsi per una delle donne di servizio. Tra l’altro, non pernottano nella villa, forse per avere meno testimoni sugli incontri di Carrière, ma ad Amsterdam dove dormono in una pensioncina pagata proprio da lui”
“ Generoso” osservo’ con spirito un altro dei convenuti
“ A modo suo, si. Ma proseguiamo. Questo signore ha pero’ un lato debole che e’ la sua vanita’. E cosa fa un uomo vanitoso? Si mette in mostra. Sapere che noi lo vogliamo morto non gli ha fatto minimamente cambiare vita e, a parte il falso nome e qualche ovvio accorgimento, prosegue tranquillamente nella sua vita di ricco imprenditore. Domenica sera dara’ addirittura una festa di presentazione dove ci sara’ il fior fiore della ricca borghesia olandese. Ci mancano solo i reali d’Olanda e poi ci saranno tutti. Ma questa per noi e’ un’occasione piu’ unica che rara per mettere le mani addosso a quel trafficante. Il problema e’ come fare. Qualcuno di voi ha un’idea?” Per alcuni secondi la grande sala piombo’ in un silenzio assoluto poi intervenne di nuovo Connor
“ Avevamo pensato di approfittare della sua mania per le donne molto belle ed inviare una nostra agente. I problemi pero’ sono tanti. Per l’ingresso non c’e’ problema. Un mio uomo e’ riuscito a rimediare un biglietto comprandolo da uno squattrinato conte olandese che lo aveva ricevuto e, anche se l’ingresso e’ nominale, possiamo facilmente sostituire il nome e siamo quindi in grado di entrare nella casa. Pero’ non abbiamo modo di far entrare armi in quella villa”
“ Abbiamo agenti femminili molto belle e abili nella lotta corpo a corpo in grado di uccidere un uomo” intervenne un altro dei presenti
“ Si, presumo di si anche se Carrière non e’ uno sprovveduto ed e’ un uomo che allena il suo corpo in modo regolare. Il problema e’ che un’eventuale lotta e soprattutto l’eventuale uccisione di Carrière non passerebbe inosservata e la nostra agente avrebbe subito addosso le guardie di Carrière che, non dimentichiamolo, sono almeno otto e tutte molto addestrate, come abbiamo appena detto. Ed io non voglio mandare una giovane agente incontro a morte certa. Ma, ammesso che l’agente riuscisse ad eliminare Carrière e poi a darsela a gambe, quale potrebbe essere il piano di fuga? Non dimentichiamo che basterebbe che uno solo degli uomini a disposizione del <commerciante> desse l’allarme e ci ritroveremmo tutte le guardie del corpo rimanenti addosso a lei o a lui. E naturalmente, non possiamo dimenticare che a quella festa ci sara’ un sacco di gente importante che non vorrei proprio coinvolgere in una sparatoria. E questo e’ forse il punto piu’ intricato dell’intera faccenda” Ancora silenzio. I cervelli delle otto persone presenti erano in funzione, il meglio dell’Intelligence americana cercava di trovare una soluzione ad un quesito e questa soluzione sembrava non esserci. Per vari minuti si fecero ipotesi assurde e fantascientifiche che furono ovviamente scartate, quindi Baustein riprese di nuovo la parola
“ Non abbiamo molto tempo, signori. Se entro domani mattina a quest’ora non abbiamo trovato una soluzione, io contattero’ Sciarada. E sono certo che lui, o dovrei dire loro, non e’ vero Baines? trovera’ il modo di toglierci Nicolas Carrière dalle nostre preoccupazioni. Costera’ un bel po’ all’amministrazione ma non avro’ sulla coscienza la vita di una nostra agente e soprattutto non avro’ grane. Andate, signori. L’appuntamento e’ per domattina. Stessa ora. Scusate ma altri importanti problemi da risolvere mi attendono”

Whitehall, Londra. Ministero della difesa britannico Venerdi’ 21 novembre 2008 Ore 12.43 am.

L’uomo entro’ nella grande sala e si diresse verso la persona che l’attendeva, gli strinse la mano e solo quando questi gli fece cenno di accomodarsi si sedette sulla sedia di fronte a lui
“ Mi ha fatto chiamare, signor ministro?”
“ Abbiamo ricevuto la richiesta di riscatto per il <decriptor>”
“ Quanto?”
“ Cinquanta milioni di dollari, pari a venti milioni di sterline”
“ Cosa intende fare?”
“ Cosa dovrei fare secondo lei? Ha presente cosa significa per noi il <decriptor> ?
“ Purtroppo si, signor ministro. E’ l’unico mezzo che abbiamo per decifrare tutti i codici che ci arrivano dai nostri agenti in tutto il mondo. Senza di quello siamo praticamente monchi”
“ E quindi e’ inutile rammentarle che la sicurezza del nostro Paese deriva in parte dal <decriptor>?”
“ Ne sono perfettamente consapevole”
“ E questa consapevolezza non ha impedito che questo importante documento ci sia stato rubato sotto i nostri occhi?” L’uomo di fronte al ministro abbasso’ gli occhi
“ Non capisco come sia potuto accadere. E’ probabile che il gruppo o la persona che abbia agito avesse una spia nel nostro ordinamento e stiamo facendo indagini capillari”
“ E intanto io debbo far fronte ai vostri errori, agli errori dell’ M.I.5, di quello che viene considerato il miglior servizio segreto al mondo. Piuttosto, siamo sicuri che il <decriptor> non possa essere usato da altri?”
“ Assolutamente impossibile che possa accadere senza l’ausilio dei nostri mezzi e delle nostre informazioni. Il <decriptor> e’ di importanza basilare ma solo nelle nostre mani”
“ E a coloro che l’hanno rubato, considerando la cifra che hanno richiesto. Comunque, il fatto che non possa essere utilizzato da altri e’ gia’ qualcosa. Ma rimane il fatto che dobbiamo assolutamente tornare in possesso del <decriptor> ed ho deciso quindi di pagare il riscatto. Credo che la cifra sia abbastanza accessibile, considerando l’importanza che ha il <decriptor> per noi”
“ Credo che la sua sia una saggia scelta”
“ Sono felice di avere la sua approvazione”
“ E’ tutto, signor ministro?”
“ No. Voglio che lei si metta in azione per lo scambio che avverra’ secondo quanto mi verra’ comunicato in seguito. Voglio il <decriptor> prima di tutto, ma voglio anche i colpevoli. Questa azione non deve rimanere senza un colpevole da punire”
“ Faro’ del mio meglio, signor ministro”
“ Spero che basti. Adesso puo’ andare. E’ tutto” L’uomo si alzo’ e strinse di nuovo la mano al ministro ma appena fece per voltarsi fu richiamato “Ah, lei sa che al termine di questa faccenda cadranno molte teste all’M.I.5 e all’M.I.6?”
“ Si, signor ministro. E’ logico che accadra’. Buona giornata, signor ministro”
 
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Decimo episodio

Carlton hotel, Amsterdam. Sabato 22 novembre 2008 Ore 20.54

La giovane donna usci’ dall’ascensore destando l’ammirazione dei tre ragazzi appena arrivati in cerca di avventure con l’altro sesso. Alcune frasi ammiccanti, sorrisi, ma Hannah
Kolb decise di non rispondere. L’uomo alla reception la saluto’ cordialmente
“ Buona sera, signorina Coughlin. Ma lo sa che lei ha lo stesso nome e cognome di una famosa nuotatrice del suo paese?”
“ Me l’hanno detto diverse volte ma non siamo parenti” rispose Hannah sorridendo
“ Chissa’ quante Nathalie Coughlin esistono al mondo”
“ Gia’, chissa’” fece enigmatica la ragazza avviandosi poi verso l’uscita. Se era abitudine di Sciarada usare nomi di atleti famosi, lei avrebbe proseguito quella tradizione. Almeno fino a quando sarebbe stata Sciarada. Afferro’ dal suo giubbetto i guanti ed il cappello di lana per ripararsi dal freddo pungente di Amsterdam e si avvio’ voltando a sinistra lungo la Voorgburgvall fino a giungere a Piazza Dam, in pieno centro. Prosegui’ lungo la Damrak e poi giro’ di nuovo a destra. Era entrata nel Red Light District, il quartiere a luci rosse, brulicante di migliaia di persone. Alcuni semplicemente incuriositi ed altri, ovviamente di sesso maschile, alla ricerca di pochi minuti di passione con una delle tante ragazze che mostravano le loro grazie nelle vetrine. Malgrado fosse intabarrata in un caldo giubbetto ripieno di piume d’oca e malgrado tutte quelle ragazze quasi nude in bella vista, Hannah non passava inosservata. La sua altezza, prima di tutto, che anche con quelle comode scarpe senza tacco la facevano risaltare una spanna sopra la maggior parte dei passanti. I jeans aderenti le fasciavano il bel sedere che faceva sgranare gli occhi alla maggior parte dei ragazzi che incontrava durante il suo percorso, nonostante facesse del tutto per non camminare con l’ausilio di movenze sinuose. E poi quel suo viso delizioso con quelle gemme fluorescenti al posto degli occhi. Era difficile per Hannah non far provare desiderio anche senza offrire agli sguardi alcune delle sue parti piu’ desiderabili. Come il seno, ad esempio, ben nascosto dal giubbetto. Hannah pero’ non si curo’ di quegli sguardi. Percorse alcuni di quei vicoli e quindi oltrepasso’ il canale che divideva in due la zona a luci rosse. Alcuni coffee shop richiamavano, al pari delle prostitute, diversi clienti alla ricerca non certo del caffe’ ma della droga leggera che questi locali offrivano, per la beatitudine di gente in cerca di un po’ di sballo ed Hannah li oltrepasso’ senza curarsene, trovando infine cio’ che cercava entrando in un portone buio e fatiscente, risalente probabilmente ad almeno due secoli prima. Si guardo’ intorno. C’erano ben poche abitazioni, la maggior parte delle quali erano abitate proprio dalle donne che si stavano offrendo in vetrina in quel momento e non fu difficile trovare la casa che cercava.

Leonard Baines aveva cercato in tutti i modi di evitare di essere scelto per dover di nuovo incontrare Sciarada ma il suo capo non aveva voluto sentire ragione e lui non poteva certo dirgli i motivi per cui voleva evitare tale incontro. Sperava almeno che fosse solo l’uomo, quel Carl Lewis, a partecipare a quella specie di riunione e non la ragazza. Quel maledetto Baustein! Aveva detto che avendolo gia’ incontrato era preferibile lui ad altri agenti. Ma stavolta aveva preteso di essere da solo. Avrebbe fatto meno fatica a sostenere il peso di quell’incontro. Il lieve bussare alla porta lo fece trasalire come se fosse un pivellino alla prima missione. Ando’ ad aprire e si accorse che tutte le sue paure erano diventate di colpo realta’. Era di nuovo la ragazza ed era da sola. Hannah sorrise nel vederlo
“ Ci si rivede, agente Baines”
“ Lei sa il mio nome?”
“ Io so molte cose che tu non sai. Non vado ad un incontro se prima non so chi ho di fronte. Lo sapevo pure la volta scorsa” rispose togliendosi i guanti ed il cappello
“ Ed io invece come devo chiamarla?”
“ Evita pure di chiamarmi per nome oppure fai come hai fatto l’altra volta, dopo il nostro piccolo scontro. Ti ricordi?” Baines sembro’ cadere dalle nuvole
“ Non capisco”
“ Ti rinfresco la memoria. Mi chiamavi <signora> ed eri diventato piuttosto timoroso nei miei confronti. Oppure ti da fastidio dimostrarmi un certo rispetto a causa della mia eta’?”
“ Non mi faccio di questi problemi. Credo che lei meriti il mio rispetto considerando il modo brillante con il quale ha risolto il problema a Barcellona” ammise l’agente
“ Me ne compiaccio, Baines”
“ E quindi, mi atterro’ alle sue regole, signora” rispose l’agente respirando nervosamente. Gli sembrava che tutto quel tempo che aveva trascorso cercando di dimenticare quella che considerava la piu’ brutta avventura della sua vita non fosse mai trascorso e si ritrovava di nuovo con i suoi incubi. Hannah, nel frattempo, comincio’ a togliersi anche il giubbetto
“ Fa caldo qui’” disse e Baines fece di si con la testa. Ora la bellezza della ragazza era ancora piu’ visibile. I suoi seni, stretti nel maglioncino molto aderente a collo alto, sembravano quasi esplodere e l’uomo cerco’ di non guardare nella paura di urtare la sua suscettibilita’. Quei muscoli nascosti che erano pronti ad esplodere, come era accaduto la volta scorsa, erano magnifici e terrificanti allo stesso tempo e non aveva affatto voglia di vederli in azione contro di lui anche se non poteva nascondere a se stesso che sarebbe stato un bello spettacolo vedere in azione quella ragazza. Non contro di lui, comunque. Aveva ancora negli occhi la scena della villa di Barcellona, i quattro morti, tre a mani nude ed uno con un coltello alla gola e si chiedeva quali di quei quattro quella ragazza avesse fatto fuori. Intanto, Hannah accenno’ ad un sorriso. Era piacevole vedere quell’uomo che aveva forse il doppio della sua eta’ intimidito di fronte a lei. Era sicura che qualunque cosa gli avesse ordinato, lui l’avrebbe fatta e questa sensazione era quasi afrodisiaca ma subito dopo si penti’ di quel piacere provato. Era dalla sua parte, non era uno di quelli che lei e Simon avevano il dovere di togliere dal mondo e prosegui’ addolcendo il suo sguardo
“ Credo che sia meglio parlare di lavoro” disse infatti e Baines accondiscese immediatamente. Non vedeva l’ora che quella ragazza se ne andasse. Lo metteva in soggezione, cosa che lui non aveva mai provato in vita sua. Racconto’ tutto cio’ che sapeva ad Hannah, costellando il racconto con le fotografie raccolte dai suoi colleghi ed infine le porse il biglietto d’ingresso alla festa che si sarebbe svolta il giorno seguente
“ Questo e’ per lei. Se accetta l’incarico” Hannah rimase qualche secondo pensierosa. Era un lavoro altamente pericoloso. Otto uomini addestrati e armati fino ai denti e che potevano diventare anche il doppio a seconda delle circostanze piu’ il cliente principale, l’uomo da uccidere. Cerco’ di pensare a cosa avrebbe fatto Simon, a come avrebbe risolto questa situazione. Questa volta non poteva prendere subito una decisione. Afferro’ il biglietto e lo rigiro’ tra le mani
“ Dovro’ valutare la situazione sul posto. Questa volta non posso assicurare niente. Mi sembra molto complicato”
“ Lo e’” sostenne Baines, stranamente rassicurato dallo sguardo addolcito e pensieroso di Hannah. L’uomo cerco’ stavolta di guardarla in viso. La sua bellezza era veramente sbalorditiva
“ Cosa c’e’? Perche’ mi guardi in quel modo?” L’uomo sospiro’ ma poi si lascio’ andare
“ Mi promette di non darmi altre dimostrazioni come quella della volta scorsa?” La ragazza scoppio’ in una risata cristallina
“ Promesso”
“ Lei e’ molto bella ed e’ molto giovane. Ho capito a mie spese che la sua giovane eta’ non e’ assolutamente in contrasto con le sue capacita’ che sono straordinarie ma rimane l’interrogativo. Perche’ fa questo?”
“ Potrei risponderti per soldi ma non sarebbe la verita’. Forse per un senso di giustizia, forse per l’adrenalina o forse semplicemente perche’ sono nata per fare questo”
“ Grazie per avermi risposto, signora e se dovesse accettare, stia attenta. Quella gente non scherza”
“ Grazie, agente Baines”
“ Ed il suo collega? L’altra meta’ di Sciarada?”
“ Questi non sono problemi tuoi”
“ Non puo’ farcela da sola” si preoccupo’ l’agente
“ Ho detto che questi non sono affari che ti riguardano” taglio’ corto Hannah
“ Da sola e’ un suicidio”
“ Ti preoccupi per me?”
“ Io….Io volevo solo metterla in guardia della pericolosita’ della situazione. Comunque, e’ lei che deve decidere. Piuttosto, come faremo per contattarla?”
“ Non ce ne sara’ bisogno. Dalle foto che avete scattato posso evincere che controllate l’edificio rimanendo ben nascosti. Bene, continuate a farlo. Se mi vedrete uscire entro mezzanotte sara’ a significare che ho deciso di non accettare il lavoro. Altrimenti, se dovessi uscire tranquillamente dopo quell’ora, vuol dire che il lavoro e’ stato portato a termine. C’e’ anche una terza ipotesi e cioe’ che io non esca per niente”
“ Speriamo che non accada” disse l’uomo, stranamente preoccupato di tale ipotesi
“ Speriamo che non accada” fece eco la giovane rimettendosi il giubbetto. Strinse poi la mano a Baines che ricambio’. Era una stretta di mano forte, eppure stranamente piacevole per l’uomo che la vide poi uscire dalla casa e dalla sua vista, sedendosi poi pensieroso. In fondo, non era male la compagnia di quella giovane donna, malgrado all’inizio di quell’incontro non la pensasse cosi’ e fosse particolarmente agitato. Oltre ad essere molto attraente, era decisamente intelligente e si trovo’ incredibilmente dispiaciuto che la sua presenza era stata cosi’ breve e soprattutto preoccupato per quella missione che sembrava fuori dalla portata di chiunque, forse anche di quella ragazza dalle doti incredibili.
 
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maxslave
view post Posted on 13/4/2016, 07:58     +1   -1




Sembra di leggere uno di quei libri di spionaggio
 
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view post Posted on 15/4/2016, 19:33     +1   +1   -1
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Undicesimo episodio

Jsselmeer, North Holland 2Km ad est di Marken. Domenica 23 Novembre 2008. Ore 21.13

La zona era deliziosamente tranquilla. Hannah ammirava il paesaggio avvolto nell’oscurita’ che scorreva veloce mentre il taxi la accompagnava a destinazione. L’uomo al volante osservava quella deliziosa fanciulla avvolta in uno splendido abito da sera mentre guardava incuriosita la zona circostante
“ Dovrebbe vederlo di giorno, signorina, Le posso assicurare che e’ magnifico”
“ Ne sono convinta” rispose Hannah
“ E la parte piu’ bella e’ oltre il punto dove devo accompagnarla. C’e’ mai stata a Marken?”
“ No”
“ E’ assolutamente da vedere. Fino ad una trentina di anni fa’ era un’isola che adesso e’ collegata con la terraferma. Si tratta di un villaggio di pescatori che e’ rimasto al 1700. Ce l’ha presente? Le ragazze con il classico abbigliamento di quell’epoca, con le famose calzature olandesi……Insomma, un posto che sembra uscito da un film in costume”
“ Beh, allora dovro’ assolutamente recarmi a Marken” fece sorridendo la ragazza. Un sorriso di circostanza mentre, al contrario, non aveva niente per essere allegra. Inutile nascondere a se stessa che sentiva terribilmente la mancanza di Simon e la tranquillita’ che lui le regalava. Era il suo primo e forse ultimo incarico da sola e forse uno degli lavori piu’ complicati che Sciarada avesse mai avuto e questo, ovviamente, non la faceva stare affatto tranquilla. Il taxi intanto rallento’ vistosamente e si immise all’interno di una specie di parco superando un cancello guardato da due uomini che diedero il permesso di entrare solo dopo la visione del biglietto d’invito. La villa era illuminata a giorno e gli ospiti si susseguivano quasi continuamente. Il tassista si fermo’ all’ingresso, prese i soldi di Hannah e torno’ indietro in direzione del cancello per uscire poi definitivamente dalla vista della ragazza che invece avanzo’ verso la porta d’ingresso, non prima di aver dato un’occhiata intorno. Pote’ notare altri uomini, oltre ai due che stazionavano davanti al cancello. Due si trovavano ad est e due ad ovest e ci avrebbe scommesso qualunque cosa che ce ne erano almeno un altro paio alle spalle della villa per un totale di otto uomini posizionati all’esterno. E quindi, in occasione di questa festa, Nicolas Carrière aveva impiegato tutti i suoi uomini in quanto, appena entrata, Hannah si rese subito conto che almeno altrettanti ce ne erano all’interno. Troppi, decisamente troppi. Un uomo in smoking ed una giovane donna con un abito da sera nero e lungo la accolsero
“ Signorina, prego” fece la ragazza invitando Hannah a venire verso di lei, quindi aziono’ il metal detector portatile che teneva in mano controllando sullo schermo posto alla sua destra “Mi dispiace, signorina ma e’ per la sicurezza di tutti” prosegui’ la donna
“ Capisco. Non si preoccupi, faccia il suo lavoro anche se ritengo improbabile che noi donne, con questi vestiti cosi stretti, possiamo nascondere qualcosa” fece Hannah ironicamente suscitando un sorriso dell’addetta alla sicurezza che poi pretese di vedere all’interno della pochette che pero’ conteneva soltanto poche banconote ed il cellulare
“ Tutto a posto, signorina. Buona serata e buon divertimento” concluse la donna dedicando poi la sua attenzione ad una nuova arrivata. Un’altra giovane donna le chiese se avesse intenzione di lasciare il suo cappotto ed Hannah naturalmente acconsenti’ rimanendo col suo delizioso abito rosso e lungo, maliziosamente aperto con uno spacco che lasciava intravvedere le sue bellissime gambe tornite. La parte superiore era praticamente inesistente, a parte un filo esile di stoffa che collegava la parte inferiore dell’abito a due coppe che cercavano, senza riuscirci, di comprimere i suoi splendidi seni, senza nemmeno riuscire a contenerli per la loro interezza. Il suo bellissimo viso aveva richiesto pochi accorgimenti ed aveva raccolto i suoi capelli e truccato i suoi occhi di verde per far spiccare l’iride dello stesso colore. Pochi ed essenziali i gioielli. Un bracciale d’oro, una collana di perle e degli splendidi orecchini pendenti, tutti regali di Simon che quasi mai aveva avuto la possibilita’ di indossare e ai quali aveva aggiunto una maliziosa collana d’oro al piede destro. Un cameriere arrivo’ con un vassoio dal quale la ragazza trasse un bicchiere di champagne e subito dopo un altro con delle tartine al caviale. Di certo, il padrone di casa non badava a spese. Mentre addentava la tartina e sorseggiava lo champagne, Hannah continuo’ a guardarsi intorno. Tutti gli uomini di Carrière erano posizionati nei punti strategici. Aveva visto le loro fotografie e non era stato complicato riconoscerli. Ne aveva gia’ scovati sei ed era alquanto probabile che i due mancanti marcassero strettamente il padrone di casa che ancora non aveva fatto il suo ingresso nel salone. Scosse la testa. Decisamente troppi. Troppi pure per le sue capacita’. Senza contare tutte le altre difficolta’, a cominciare ovviamente dal personale che prestava servizio e che naturalmente non doveva essere messo in pericolo. Guardo’ il suo orologio. Erano ormai le 21.30 e la festa stava entrando nel suo vivo ma la sua presenza era ormai inutile. Aveva deciso di rinunciare a quell’incarico e voleva andarsene. Si sentiva spaesata senza Simon e voleva rientrare al piu’ presto a Baton Rouge per stare vicino a lui in quegli ultimi giorni che lo attendevano. Gli sguardi di ammirazione che riceveva non la gratificavano del tutto e non le bastavano certo per farle cambiare idea e per farle continuare quella serata in modo piacevole. Oh si, avrebbe amato una vita del genere ma l’avrebbe amata solo a fianco dell’uomo che amava. Poso’ il bicchiere vuoto su un vassoio. Si, forse era meglio andarsene.

Nicolas Carrière, nel suo impeccabile smoking, si era affacciato dal primo piano della sua dimora per osservare compiaciuto le riuscita della festa. Di fianco a lui, due delle sue guardie del corpo guardavano invece tutti i movimenti degli ospiti cercando di notare qualche anomalia o qualche comportamento non adeguato. Tutto filava liscio come l’olio. Il salone era pieno di uomini d’affari e di bellissime donne che sorseggiavano lo champagne di prima qualita’ che lui aveva offerto. Tra pochi minuti, sarebbe sceso per stringere la mano agli uomini e per osservare bene le splendide donne in abito lungo. Chissa’ che fra quelle bellezze non poteva individuarne una per trascorrere al meglio anche la notte. Quella ad esempio. Quella bellezza mora con il vestito rosso. Sembrava elevarsi fra tutte, sia per il colore del vestito che per la sua altezza. Dalla sua visuale, non poteva vedere bene il viso ma il resto sembrava proprio di primissima qualita’ e quella scollatura era quanto mai invitante. Sorseggiava anche lei champagne e si guardava intorno quasi spaesata. Si avvicino’ ad una delle sue guardie del corpo e gli sussurro’ qualcosa all’orecchio
“ Subito, signor Car…Ehm, signor Zardo” L’uomo scese di corsa e si avvicino’ alla fanciulla che ormai si stava avviando verso l’uscita
“ Signorina!” Hannah si volto’ e riconobbe subito l’uomo come uno degli scagnozzi di Carrière che si stava rivolgendo a lei in inglese
“ Dice a me?”
“ Si, signorina. Il padrone di casa, il signor Nicola Zardo, vorrebbe conoscerla e mi chiede di dirle se e’ disponibile anche lei a fare la sua conoscenza” Hannah si blocco’. Forse quello era un segno del destino. Poteva appartarsi con Carrière e poi trovare un’idea che le potesse permettere di mettersi all’opera
“ Io, veramente…..” balbetto’ la ragazza fingendo un’emozione che non provava “Davvero il signor Zardo vuole conoscere me?”
“ Si. Mi ha detto anche di dirle che la reputa la piu’ affascinante tra le sue ospiti e condivido perfettamente questa sua opinione. Ecco, vede, e’ quell’uomo affacciato alla balconata, quel signore con i capelli brizzolati” Hannah sorrise
“ Beh, non so, lui e’ un uomo maturo ed affascinante ed io sono solo una studentessa. Non so cosa possa provare un uomo del genere nel conoscermi”
“ Mi creda, ne sara’ compiaciuto. Venga” L’uomo le fece cenno di seguirlo. Hannah finse un ulteriore tentennamento e poi si lascio’ guidare. Con grazia ed eleganza, sali’ le scale sotto l’occhio attento di Carrière e quando la ragazza si trovo’ al suo cospetto le bacio’ la mano che lei gli presentava. Ora che poteva vederla meglio, poteva anche rendersi conto di come anche gli altri aspetti che prima gli sfuggivano fossero eccellenti. Il viso, ad esempio, era qualcosa di incantevole ed il suo corpo, strizzato in quell’abito rosso, era decisamente eccitante e dovette ammettere con se stesso che quell’eventuale conquista sarebbe stata il fiore all’occhiello della sua carriera di seduttore
“ E’ un piacere per me conoscerla miss……”
“ Nathalie, Nathalie Coughlin”
“ Americana, suppongo”
“ Si, di Seattle” menti’ la giovane
“ Io invece sono Nicola Zardo. Italiano” menti’ a sua volta il franco-algerino
“ E’ un piacere conoscerla”
“ Posso offrirle dello champagne?”
“ Oh no, grazie. Ne ho gia’ bevuto due bicchieri ed io non sono abituata all’alcool”
“ E mi dica. Cosa ci fa un’americana giovane e bellissima come lei ad una festa del genere?”
“ Oh, mi e’ capitata l’occasione di venire ad una festa del genere e….Beh, mi vergogno un po’ a dirlo”
“ Suvvia, una bella ragazza come lei puo’ dire qualunque cosa senza vergognarsi. Le dispiace se me lo dice in un posto piu’ appartato?”
“ Io veramente…..”
“ Non sono l’orco cattivo, mi creda. Voglio soltanto godermi la sua compagnia per alcuni minuti prima di scendere nel salone per salutare tutti i miei ospiti” Carrière prese la mano della giovane e la condusse in una stanza, sempre seguito dalle sue guardie del corpo. Prima di entrare diede l’ordine ai due uomini di rimanere fuori e Hannah si guardo’ intorno. Quello poteva essere il momento giusto. Avrebbe potuto uccidere Carrière. Non sarebbe stata una cosa molto complicata. Sarebbe bastato avvicinarsi a lui maliziosamente e poi sferrargli un colpo di taglio alla gola e l’uomo sarebbe morto sul colpo senza alcun rumore. Ma poi? Appena fosse uscita senza Carrière, le guardie del corpo se ne sarebbero subito accorti ed uscire indenne da una situazione simile sarebbe stato impossibile. Poteva eliminare quei due ma sarebbe riuscita a farlo senza farsi accorgere dagli altri? Piuttosto complicato. Era troppo lontana dall’ingresso e c’era tutta quella gente. Avrebbe rischiato di causare una strage se gli uomini di Carrière l’avessero inseguita armi alla mano, come era probabile. Si avvicino’ alla finestra, fingendo una giustificata inquietudine per quell’incontro ravvicinato e cerco’ di osservare il paesaggio sottostante. Non c’era modo di scappare da quel lato. Non notava alcun appiglio e, malgrado la sua straordinaria agilita’, se si fosse buttata avrebbe corso il rischio di rompersi l’osso del collo e a quel punto sarebbe stata alla merce’ degli uomini del trafficante, due dei quali stazionavano tranquillamente proprio sotto quella camera. Doveva trovare una soluzione migliore e sicuramente attendere che la festa fosse terminata per non creare scompiglio e mettere a repentaglio vite innocenti. L’uomo intanto, si stava avvicinando a lei
“ Si metta seduta, miss Coughlin. Mi sembra molto nervosa” Hannah degluti’ . Era veramente nervosa, anche se per altri motivi rispetto a quelli ipotizzati dall’uomo. Doveva stare comunque attenta ad ogni suo comportamento. Quell’uomo non era certo uno stupido e la stava studiando per bene
“ Sono nervosa infatti, mister Zardo. Non sono abituata ad appartarmi con un uomo…”
“ Non dica vecchio, la prego”
“ Oh no, lei non e’ affatto vecchio. Forse sono io ad essere fuori luogo in una festa del genere”
“ Lei non e’ assolutamente fuori luogo” disse l’uomo sedendosi ed invitando la giovane a fare altrettanto. “Su, mi dica, Perche’ si vergogna a dirmi il motivo della sua presenza in questa mia umile dimora?” prosegui’ dopo averla ammirata mentre accavallava le sue magnifiche gambe
“ Beh, vede, io sono una studentessa. Dopo il diploma sono venuta qui’ ad Amsterdam per studiare belle arti. Mi piace tutto cio’ che sa di antico e l’Europa e’ l’ideale per questa mia passione. Ma ho anche un’altra passione che e’ la moda. Negli Stati Uniti avevo fatto alcune cose, sa, book fotografici e anche qualche lavoro per cataloghi e volevo abbinare le due cose: studiare e diventare una vera modella. Arrivata ad Amsterdam, mi sono iscritta ad un’agenzia ma non riesco a combinare molto e pensavo che venire ad una festa del genere sarebbe stato comodo per conoscere delle persone importanti che mi potessero dare un aiuto. Cosi’ quando ho saputo di questa festa ho chiesto aiuto all’agenzia e mi hanno rimediato un ingresso. Dicevano che oltre a gente importante, cercavano anche ragazze giovani e carine ed io mi sono proposta. Insomma, dicendo questo, posso passare per una ragazza in cerca di qualcosa pur di fare carriera mentre non e’ affatto cosi’ e questo e’ il motivo della mia vergogna” L’uomo sorrise
“ Mia cara, non si deve vergognare di questo. E’ la cosa piu’ normale di questo mondo. Ma forse Amsterdam non e’ la citta’ adatta. In Europa si va a Londra, a Milano e a Parigi se si vuole diventare modella. Io, ad esempio, ho qualche nome di importanti agenti a Milano. Mi piacerebbe esserle utile”
“ Davvero? Davvero lei potrebbe aiutarmi”
“ Se lei vuole, si. Sarebbe un peccato che una ragazza bellissima come lei non possa calcare le passerelle piu’ importanti del mondo”
“ Magari. Io pero’ non credo di poter diventare una modella da sfilata. Mi accontenterei di fare servizi fotografici”
“ E perche’ mai?”
“ Oh beh, a causa del mio fisico. Come le ho detto prima, ho delle difficolta’ ad inserirmi in questo mondo. Ho l’altezza giusta ma sono un po’ troppo in carne per sfilare. Ed ho anche una muscolatura troppo tonica a causa dei miei trascorsi di nuoto. E poi queste…..Sono troppo grosse per una modella da passerella. Quelli della mia agenzia me l’ha detto che per le sfilate di moda ci vogliono altri fisici” termino’ indicando i suoi seni prorompenti
“ Quelle sono una meraviglia della natura, se posso permettermi. Ma in effetti, cio’ che lei sostiene e’ del tutto vero. Gli stilisti vogliono solo ragazze magrissime. Secondo me, non sanno riconoscere la vera bellezza femminile, quella che i veri uomini adorano, le donne con le curve al punto giusto e posso assicurarle che una come lei e’ assolutamente in grado di far girare la testa a qualunque uomo”
“ Oh grazie” si scherni’ Hannah “Lei e’ molto galante”
“ Sono solo molto sincero” concluse Carrière osservando Hannah. Aveva detto la verita’, era troppo diversa da una di quelle modelle scheletriche che si vedono nelle sfilate. Era magra ma sinuosa e le sue braccia erano di ben altro spessore rispetto alla maggior parte delle ragazze. Braccia da sportiva, probabilmente da nuotatrice, come lei aveva appena sostenuto e altrettanto dicasi per le gambe che quella ragazza mostrava in modo disinvolto grazie a quello spacco da infarto, anche per uno come lui abituato alla compagnia di donne molto belle. Sorrise. Se quella ragazza aveva accettato di appartarsi con lui significava che, malgrado cio’ che lei aveva appena sostenuto, cercava qualcosa e lui si stava facendo un certo nome ad Amsterdam. Senza contare che lui non era affatto un vecchio incartapecorito e quella bella fanciulla poteva unire l’utile di una spintarella, che era cio’ che lei cercava, al dilettevole di una notte di sesso con un uomo maturo ma dotato di un certo charme. E quello andava benissimo a lui. Si alzo’ prendendo la mano di Hannah ed invitandola a fare altrettanto “Starei con lei per ore. E’ veramente una piacevole e deliziosa compagnia ma adesso il mio dovere di ospite mi chiama. Ho l’obbligo di scendere e salutare coloro che sono intervenuti a questa mia festa”
“ Capisco. Vada pure”
“ Io pero’ vorrei continuare poi questo discorso e darle quegli indirizzi che potrebbero essere utili alla sua carriera. A patto poi che quando lei diventera’ piu’ famosa di Claudia Schiffer si ricordera’ di me”
“ Puo’ giurarci, mister Zardo”
“ Quindi, posso contare che lei non vada via e mi attenda anche dopo che la festa sara’ terminata?”
“ Dopo la festa? Ma veramente……”
“ Non le chiedo troppo. Come le ho detto prima, avrei piacere di continuare questa conversazione anche dopo. Se non ha una macchina, la faro’ accompagnare”
“ Io….”
“ La prego” insistette l’uomo e Hannah cerco’ di ragionare velocemente. Quello che voleva Carrière era abbastanza logico ma lei non aveva nessuna intenzione di acconsentire alle sue brame. Certo, era un uomo affascinante ma il solo pensiero di farsi sfiorare da lui le dava ribrezzo. Se avesse accettato l’invito, doveva poi fare il suo lavoro. Continuava a pensare che gli uomini di Carrière fossero troppi ma con un po’ di fortuna avrebbe potuto farcela. Con un po’ di fortuna ma soprattutto con la sua bravura e con la sua forza fuori dal comune. Possedeva doti che ben poche persone al mondo avevano, forse nemmeno il suo amato Simon. Non aveva un piano preciso ma avrebbe dovuto aspettare gli eventi e valutare la situazione volta a volta. L’unica cosa sicura era che Sciarada stava per mettersi in azione e la cosa non sarebbe stata indolore.
 
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view post Posted on 19/4/2016, 15:22     +2   +1   -1
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dodicesimo episodio

Nicolas Carrière, alias Nicola Zardo, aveva salutato l’ultimo dei suoi ospiti. Guardo’ l’ora e si rese conto che era appena trascorsa la mezzanotte. Molti di quegli ospiti avrebbero tirato fino a mattina in qualche locale di Amsterdam ma la sua intenzione era ben diversa. Non che avrebbe provato dispiacere ad unirsi a quei libertini e a quelle donne affascinanti e ben disposte ma doveva prendere delle precauzioni dopo l’accaduto di Roma. Quei bastardi americani lo volevano morto ma lui era tutt’altro che intenzionato a nascondersi come un topo di fogna per tutto il resto della sua esistenza e voleva continuare a fare la bella vita come aveva sempre fatto negli ultimi anni. Doveva solo mettere in pratica alcuni accorgimenti ed evitare di farsi trovare in posti dove potesse diventare una facile preda. E quanto alle belle donne, ce n’era una al piano di sopra che l’attendeva. Certo, doveva ancora sedurla ma la cosa non sarebbe dovuta essere di una difficolta’ enorme. Era giovane ma non sembrava affatto una ragazza ingenua, malgrado avesse provato a farsi passare per tale. Lei voleva sfondare come modella, lui voleva lei e l’accordo si poteva trovare. I suoi contatti di Milano erano reali e avrebbero potuto far lavorare veramente quella ragazza nel mondo della moda. Bella lo era e quindi sarebbe stata una spintarella supportata da fatti concreti. Era giunto il momento di andare da lei. Fece avvicinare uno dei suoi uomini
“ Manda via tutta la servitu’ e di loro che continueranno domani mattina. Fra un paio d’ore attendo un cliente e non ho nessuna voglia che possano vederlo in faccia. E’ per la loro sicurezza”
“ Subito, signor Zardo” Carrière affronto’ poi la rampa delle scale che lo avrebbe portato al primo piano, in compagnia di quella bella fanciulla che lo attendeva. Quella che lo aspettava era da potersi considerare una notte veramente proficua. Sesso con una giovane e bellissima ragazza e poi un cliente che gli avrebbe fatto guadagnare venticinque milioni di dollari. Non male per una sola notte.

Leonard Baines continuava ad osservare, senza mai interrompersi, l’evolversi della situazione alla villa. Il posto che avevano scelto era da considerarsi sicuro. Si trovavano ad oltre settecento metri di distanza dalla villa, in un posto completamente isolato ed immerso nella campagna, abbastanza lontano per essere scoperti ma relativamente vicino per il visore notturno monoculare con illuminatore all’infrarosso con una gittata superiore al chilometro che stava usando e che gli permetteva una buona visione di cio’ che accadeva fuori dalla villa. Mezzanotte era ormai trascorsa ed era a questo punto ovvio che lei, Sciarada, avesse accettato l’incarico e si chiedeva come diavolo avrebbe fatto ad uscire indenne da quel bunker che era la villa. Anche lui si era reso conto ovviamente che gli uomini di Carrière erano molti di piu’ rispetto agli otto preventivati e questo aumentava la complicazione di una missione gia’ difficilissima. Tutto comunque sembrava essere calmo. Le luci erano ancora quasi tutte accese. Accanto a lui, Connor ed altri quattro uomini, anche loro intenti a guardare cosa accadeva. L’arrivo di una Mercedes nera all’interno della villa spezzo’ la monotonia di quella situazione. Per un istante Baines e Connor si guardarono smarriti e poi fu il secondo a rompere il silenzio quando vide uscire prima due uomini e poi un terzo che conosceva bene
“ Cazzo, Baines, lo sai chi e’ il biondo?”
“ No. Chi cavolo e’?”
“ Quello e’ Nurbol Kolopenko ed e’ il braccio destro di Sergei Baltyfiev, il kazako”
“ Baltyfiev? Cosa c’entra il kazako con Carrière?”
“ Ragiona, Baines. Baltyfiev si occupa di grossi furti internazionali di armi, tecnologia avanzata e cose del genere che Carrière immette poi nel mercato e quindi Kolopenko sta vendendo qualcosa al <commerciante>. Semplice no?”
“ Si, cazzo, semplice ma ora per Sciarada il pericolo e’ aumentato. Come puo’ venir fuori da una situazione del genere?”
“ E che c’importa? Quei tipi vengono pagati profumatamente per questo”
“ Quei tipi? E’ una ragazza di nemmeno vent’anni. Ma tu l’hai vista, Connor? Hai visto chi e’ Sciarada?”
“ Si, me l’hai mostrata quando e’ entrata nella villa. E’ una donna ma non me ne frega un cazzo di chi e’”
“ Devo aiutarla. Non posso lasciare che la uccidano. Voi aspettate qui’. Devo far qualcosa per lei”
“ Baines, non fare fesserie. Torna qui’. Baines, per l’amor di Dio….” Ma ormai Leonard Baines non poteva piu’ sentire il suo collega. Solo una cosa contava per lui in quel momento. Doveva fare qualcosa per quella ragazza.

Nicolas Carrière osservava Hannah che gli sorrideva a sua volta. Aveva avuto innumerevoli donne nella sua vita ma quella giovane aveva qualcosa che nelle altre non aveva mai trovato e si chiedeva cosa fosse. Non era una questione di bellezza. Nella sua vita aveva avuto donne bellissime e pur se quella giovane era notevolmente attraente, di sicuro al livelli delle sue migliori conquiste, cio’ che lo attirava era qualcos’altro. Qualcosa che non riusciva a mettere a fuoco. Si avvicino’ a lei e le porse la mano
“ Allora, miss Coughlin, finalmente posso essere a sua completa disposizione. O forse posso chiamarla Nathalie?”
“ Certo che puo’ chiamarmi Nathalie, mister Zardo”
“ E allora chiamami Nicola e abbandona quel <mister Zardo>. Per le belle ragazze preferisco abbandonare certi conformismi”
“ D’accordo, Nicola”
“ Perfetto, mia dolce Nathalie. Vieni, ti faccio vedere alcune parti della villa che non ho aperto al pubblico” Carrière, sempre seguito da due delle sue guardie del corpo, fece vedere alcune sale e quindi ne apri’ un’altra. Una camera da letto. Hannah sospiro’ nervosamente
“ Suvvia, Nathalie, non dirmi che non sapevi che ti avrei portato fin qua’”
“ Ma tu mi prometti che se vado a Milano posso ottenere dei lavori da modella?” chiese la giovane stando al gioco e cercando di prendere tempo
“ Oh, su quello ti do la mia parola”. L’uomo chiuse la porta della sua camera mentre le due guardie del corpo rimasero diligentemente di fuori. Sapevano che quando il capo si portava in camera una donna, il loro lavoro finiva per il tempo necessario alle sue esigenze. Ora erano da soli. Hannah fece un rapido calcolo. Doveva uccidere Carrière in quel momento e poi eliminare le sue guardie. Giravano sempre in coppia e doveva quindi affrontarle ed ucciderle in silenzio, senza che gli altri se ne accorgessero. Difficile da attuare ma non impossibile. Si avvicino’ quindi a Carrière in modo malizioso. Lui pensava che lei fosse una ragazzetta senza scrupoli che avrebbe fatto del tutto pur di fare carriera nel mondo della moda ed evidentemente la storiella che si era preparata aveva funzionato a meraviglia e quindi doveva proseguire su quel binario. Se voleva farla franca, dalla bocca di Carrière non doveva uscire un solo grido. Gli prese le mani per metterle sui suoi fianchi
“ Chiudi gli occhi, Nicola” gli disse con voce suadente e quando l’uomo le obbedi’ stava per partire con un colpo di taglio alla gola che l’avrebbe ucciso all’istante quando la voce di uno dei suoi uomini lo desto’ da quel torpore erotico
“ Signore, signor Zardo, posso entrare?”
“ Che cosa c’e’?. Sai che non voglio essere disturbato in situazioni del genere”
“ E’ piuttosto urgente”
“ Entra, allora” l’uomo entro’ e poi parlotto’ con il suo capo. Alla fine, Carrière si rivolse ad Hannah con un tono piu’ che dispiaciuto
“ Mi dispiace, mia cara Nathalie, ma gli affari mi chiamano. Aspettavo un cliente fra un paio d’ore ma e’ venuto in anticipo e non posso non riceverlo. Purtroppo, sono un uomo d’affari e a volte il dovere viene prima del piacere. Se vorrai attendermi, la mia riconoscenza sara’ enorme, altrimenti ti capiro’ e ti faro’ accompagnare a casa” Hannah sorrise in modo malizioso
“ Ti aspettero’ Nicola, ma non farmi attendere troppo”
“ Faro’ l’affare piu’ veloce della mia vita”

Hannah attese qualche minuto. Voleva dar modo a Carrière di ricevere il suo cliente e di non farsi vedere quando avrebbe agito. E ormai era arrivato il tempo dell’azione. Appoggio’ l’orecchio alla porta e pote’ sentir chiacchierare due uomini. Carrière aveva lasciato quei due a far da guardia a lei. Era ovvio che non voleva che potesse curiosare in giro. Apri’ la porta e si trovo’ di fronte quei due che prontamente le si misero di fronte per non farla uscire. Uno dei due prese la parola
“ Miss Coughlin, per favore. Il signor Zardo si e’ raccomandato di farla rimanere comoda in camera. Se vuole qualcosa puo’ dirlo a noi e noi provvederemo al suo bisogno”
“ Uffa, mi sto annoiando” rispose la ragazza con un tono infantile che poco si addiceva al suo corpo e all’abito sexy che indossava
“ Abbiamo degli ordini. Cerchi di capire”
“ Ma certo, capisco. E allora fatemi compagnia in camera” I due si guardarono stupiti. Era stato ordinato loro di sorvegliarla e avrebbero potuto farlo meglio dentro la camera. Entrarono ammirando quella splendida ragazza che con i tacchi era addirittura piu’ alta di loro, due colossi da un metro e novanta ed invidiando il loro capo che da li’ a poco se la sarebbe portata a letto. Una bellezza unica, pensarono i due. Uno chiuse la porta e poi si mise in piedi accanto al suo compagno attendendo qualcosa da Hannah che si tolse le scarpe con fare malizioso sotto lo sguardo quasi ipnotizzato delle due guardie. L’intenzione della ragazza non era pero’ sedurli ma semplicemente godere di quella liberta’ di movimenti che quei tacchi altissimi le impedivano di avere. Toltasi le scarpe, Hannah agi’. Sapeva che non poteva sbagliare. Si giro’ su se stessa e colpi’ il primo in pieno volto con uno straordinario calcio al volo che lo mando’ lungo per terra, trovandosi poi in modo da dare le spalle all’altro che non ebbe nemmeno il tempo di sillabare una parola di senso compiuto che stramazzo’ al suolo colpito da una tremenda gomitata in faccia infertale dalla ragazza. Hannah si chino’ su di loro. Li aveva colpiti violentemente ma non li aveva uccisi e fece una smorfia di disapprovazione. Era stata addestrata ad uccidere con un solo colpo ma quei due erano troppo robusti per essere ammazzati in quel modo. Avrebbe dovuto saperlo e colpirli con maggiore violenza. Si ripromise che, nel prosieguo di quella notte, non avrebbe piu’ fatto quell’errore. Ma intanto, doveva terminare il lavoro con quei due. Afferro’ la testa del primo girandola in senso orario fino a sentire il crac del collo che si spezzava inesorabile e ripete’ la stessa operazione col secondo. I primi due erano sistemati ma ne rimanevano ancora tanti e soprattutto c’era ancora il suo obiettivo:Nicolas Carrière. Rimase a piedi nudi ma doveva liberarsi di quel vestito troppo ingombrante per farle compiere dei movimenti come quelli di cui aveva bisogno e strappo’ quel bell’abito da sera rosso fino all’altezza dello spacco che in quel modo divenne scandalosamente corto ma sicuramente la sua agilita’ ne avrebbe guadagnato. Usci’ dalla stanza. Nel primo piano dove lei si trovava non c’era nessun’altro e si affaccio’ alla balaustra. Altre due coppie di guardie del corpo agli ordini di Carrière si trovavano al piano terra e non poteva affrontarli contemporaneamente. Una coppia si trovava quasi al centro dell’immenso salone proprio a ridosso del tavolo ancora imbandito con la grossa tovaglia bianca ricamata mentre gli altri due erano vicino all’ingresso principale. Ne mancavano altri due che forse erano con Carrière. Doveva, per forza di cose, mettersi in mostra e contare sull’effetto sorpresa. Scese le scale fingendo di piangere sommessamente
“ Aiutatemi. Quei due mi vogliono violentare. Mi hanno strappato il vestito” disse quando si ritrovo’ al piano terra
I quattro si radunarono intorno alla ragazza, increduli che due dei loro compagni avessero osato mettere le mani addosso ad una donna che era destinata al loro capo
“ Bisogna avvertire immediatamente il signor Zardo” fece uno di loro
“ Dopo” disse ironicamente la giovane donna che agi’ con una velocita’ impressionante. Due di loro furono colpiti al volto con dei poderosi calci che ebbero effetti devastanti sulla loro faccia ma che soprattutto, ebbero il potere di ucciderli all’istante. Anche il terzo non ebbe il tempo di reagire e venne colpito ancora con un calcio, questa volta alla bocca dello stomaco che lo fece piegare in due e quindi con un pugno di straordinaria potenza ed efficacia alla carotide. L’uomo stramazzo’ al suolo con un rumore sordo, ucciso anche lui sul colpo. Il quarto rimase con gli occhi sbarrati per la sorpresa e cerco’ di prendere la pistola dalla giacca senza pero’ riuscirci in quanto Hannah, con una mossa degna di un’acrobata, mise le mani sul tavolo e prese lo slancio per afferrare la testa dell’uomo con i suoi piedi, atterrando poi sul pavimento, sempre con la testa saldamente tra i suoi piedi. Un rapido movimento del busto accompagnato dalle gambe e per la guardia del corpo fu la fine. Il suo collo era stato spezzato dalle poderose gambe della ragazza. Erano trascorsi solo pochi secondi. Il silenzio era stato quasi totale e nessun grido si era levato. La giovane si chino’ per accertarsi che i quattro fossero effettivamente morti ed in effetti stavolta la sua azione era stata micidiale. Nessun errore, nessun tentennamento ed ora mancavano solo gli ultimi due, il loro capo e l’ospite inatteso.
 
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Tredicesimo episodio

Hannah torno’ al piano superiore cercando tra le varie stanze quella in cui si trovasse Carrière per la sua seduta di affari. Affari? Sicuramente si trattava di qualche losco traffico internazionale che avrebbe ulteriormente destabilizzato il mondo. Finalmente, trovo’ la stanza. Era appena socchiusa. Era ovvio che Carrière si sentiva completamente al sicuro con tutte le sue guardie del corpo. Hannah apri’ leggermente di piu’ la porta per rendersi conto della situazione e si rese conto che non era affatto rosea. Con Carrière c’erano gli ultimi due uomini ma c’erano anche un tipo biondo con due scagnozzi. Non si vedevano armi ma era facile da intuire che sia le guardie di Carrière che quelle dell’uomo biondo fossero armate. Ad ogni modo, la situazione sembrava piuttosto calma e tutto faceva pensare ad una pacifica transazione di affari. Il biondo diede una pacca sulle spalle al franco-algerino
“ Hai gia’ deciso come vendere il decriptor?”
“ Lo rivendero’ ai legittimi proprietari”
“ Piuttosto rischioso” fece il biondo
“ Sono gli unici che possono sborsare una cifra ragionevole. Lo sai meglio di me che il decriptor e’ monco senza le altre informazioni che solo i britannici possiedono. Di conseguenza, solo loro possono esserne interessati. Piuttosto, devo ammettere che te e Baltyfiev siete stati veramente in gamba a venirne in possesso. Posso chiederti come avete fatto?” Kolopenko sorrise pieno di se
“ Ma si, perche’ no. Tutto risale ai tempi della guerra fredda, mio caro amico. Oltre vent’anni fa’ si faceva a gara a mettere agenti sotto copertura cercando di inserirli nelle file nemiche, possibilmente in posizione di prestigio”
“ Beh, questo lo sanno tutti”
“ Gia’. All’epoca, io ancora ero un bambino o quasi ma si dice che il K.G.B. abbia trovato decine di agenti inglesi e americani tra le proprie file e i sovietici facevano altrettanto. Alcuni di questi agenti sotto copertura hanno continuato a lavorare tranquillamente in occidente inseriti in posti chiave. Tra questi agenti ce n’era uno, inserito addirittura nel M.I.5 che ha continuato per tutti questi anni a trasmettere informazioni ai russi finche’ si e’ rotto le palle. Ha raggiunto una certa eta’ ed ha deciso di mettere a frutto il suo lavoro mettendosi in proprio, contattando le vecchie conoscenze e dicendo che poteva mettere le mani su un importante documento britannico. Aveva voglia di una pensione integrativa” disse Kolopenko scoppiando a ridere per la sua battuta
“ E voi glie l’avete concessa. Dico bene?”
“ Perfettamente. Le vecchie conoscenze di quell’agente hanno a loro volta contattato noi, visto che i russi del decriptor non ci fanno niente. Lui ha rubato il decriptor e ce lo ha consegnato. Fine della storia”
“ E perche’ non glie lo avete rivenduto voi ai britannici?”
“ Troppo audace. E poi ad ognuno il suo lavoro. E tu sei il migliore in queste transazioni”
“ Troppo gentile. Bene, sul tavolo ci sono 25 milioni di dollari, come stabilito, e per me l’affare e’ completato”
“ E tu ne farai altrettanti. Non e’ cosi’?”
“ Non sono certo il tipo che lavora gratis”
“ Per noi va bene cosi’. E’ sempre un piacere fare affari con te. Presumo che non debba contarli”
“ Se vuoi….”
“ No, no, mi fido” L’uomo biondo prese la valigia dal tavolo e strinse la mano a Carrière. Hannah continuava ad osservarli di nascoso. Probabilmente, stavano per uscire visto che la seduta d’affari sembrava terminata e, appena lo avessero fatto, si sarebbero resi conto di tutti i gorilla di Carrière che lei aveva eliminato e sarebbe stato dato l’allarme col risultato di richiamare anche gli altri uomini che stazionavano all’esterno. Cerco’ di ragionare freddamente sulla situazione e si rese conto che un attacco improvviso non era consigliabile. Gli uomini stazionavano al centro della stanza che era decisamente grande e lei, pur con la sua rapidita’, non avrebbe fatto in tempo a fare molto. Il tempo di raggiungere il centro della stanza con aria bellicosa e sicuramente uno dei gorilla le avrebbe piantato una pallottola in testa. Da escludere. Doveva avvicinarsi a loro e poteva farlo soltanto nel modo piu’ semplice possibile. Apri’ la porta, tra lo sguardo esterrefatto dei presenti, e s’incammino’ verso il gruppo
“ E tu che ci fai qui’?” disse Carrière osservandola mentre la ragazza camminava tranquillamente verso di loro
“ Chi cazzo e’ questa?” rincaro’ Kolopenko, indeciso se osservare quella stupenda ragazza che avanzava a piedi nudi e con un vestito rosso strappato che le copriva a malapena le parti intime oppure allarmarsi per quell’imprevisto
“ Chi e’? Credevo che fosse una puttanella che mi sarei scopato ed invece debbo ricredermi. Non e’ cosi’, miss Coughlin?”
“ Gia’. Non sono quella che dicevo di essere”
“ Come sei entrata? Perche’ i miei uomini non ti hanno fermata?”
“ i tuoi uomini? Puff, volatilizzati”
“ Vuoi farmi credere che li hai eliminati?”
“ Proprio cosi’. Ed ora tocca a voi”
“ Beh, devo ammettere che il coraggio non ti manca. Siamo sei uomini armati e tu sei sola. Non ti sembra di esagerare?” Hannah sorrise mostrando una sfrontatezza che in quel momento non le apparteneva. Se uno di loro avesse chiamato i rinforzi, altri otto uomini armati sarebbero intervenuti e per lei sarebbe stata la fine. Forse poteva lottare con tutti loro ma difficilmente avrebbe potuto evitare una pallottola. Le sembrava di risentire la voce di Simon quando le diceva che, continuando questa vita, prima o poi sarebbe accaduto
“ Gia’ siete solo sei. Forse dovreste chiamare qualcun altro per lottare alla pari contro di me”
“ Basta! Ho sentito pure troppo. Prendete questa stronza e toglietemela dalla vista. Anzi, sparatele all’istante e cosi’ terminiamo questa faccenda” Era il momento. Da quel preciso istante, Hannah non avrebbe potuto piu’ sbagliare o avrebbe pagato quell’errore con la propria vita. Tutti quegli anni di severi ed estenuanti allenamenti fatti allo scopo di sviluppare un fisico perfetto come il suo, sarebbero dovuti essere sfruttati alla perfezione. Il primo che affronto’ fu quello che stava gia’ prendendo la pistola. Un calcio allo stomaco per farlo piegare e poi un violento e mortale pugno alla tempia. Il secondo, che era circa un metro dietro quello appena ucciso, cerco’ di colpirla con un pugno che la ragazza fermo’ quasi in scioltezza con la sua mano aperta e poi, prima ancora che potesse urlare dal dolore per la leva che Hannah stava effettuando su di lui, fu colpito da due calci alla testa in rapida successione che lo fecero crollare a terra come se fosse stato colpito da un fulmine. Hannah non si giro’ nemmeno a guardare l’esito dei suoi colpi. Sapeva di aver colpito per uccidere e doveva solo guardare in avanti coloro che erano rimasti. Quei tre, ad esempio. Quello chiamato Kolopenko e i suoi due gorilla. Meritavano di essere giustiziati? Non li conosceva ma aveva potuto capire che facevano affari sporchi con Carrière e questo a lei era sufficiente. Si getto’ verso le due guardie del kazako, quelle che riteneva piu’ pericolose considerando la loro mole ed il fatto che fossero armati. Anche loro pero’ non ebbero il tempo di estrarre le armi. La velocita’ della giovane donna era impressionante e la sua precisione quasi scientifica. Il primo fu spazzato via da due calci che lo sollevarono di peso mandandolo a sbattere contro il muro mentre il secondo riusci’ invece a colpire la ragazza con un pugno che si infranse contro il fisico di Hannah abituato a ben altro. La reazione della giovane fu di tutt’altra levatura e la sua mano destra tenuta aperta ando’ a cozzare contro il petto dell’uomo all’altezza dello sterno spezzandoglielo. Un urto tremendo reso possibile grazie alla muscolatura eccezionale della ragazza e per la guardia del corpo del kazako fu notte fonda. Sarebbe morto a breve per emorragia interna. Erano rimasti in due: Kolopenko e Carrière. Il primo indietreggio’ impaurito alla vista di tanta potenza mentre Il finto Nicola Zardo capi’ che l’unica via di salvezza era chiamare gli altri suoi uomini. Si getto’ vicino ad uno dei due gorilla uccisi dalla giovane con l’intento di prendere il suo auricolare e chiamare i rinforzi che stazionavano ancora all’esterno della villa ma Hannah fu ancora una volta piu’ veloce e con un primo calcio getto’ lontano l’auricolare mentre con un secondo colpi’ alla testa il franco-.algerino con il preciso intento di stordirlo senza ucciderlo. In piedi era rimasto solo Kolopenko. Non era un tipo avvezzo alla lotta ma era considerato un uomo senza scrupoli e non per niente era la mente del gruppo di Baltyfiev, uno degli uomini piu’ pericolosi esistenti sul pianeta. Era un quarantenne biondo, magro ed alto circa un metro e ottanta e quasi scompariva di fronte alla perfetta muscolatura della ragazza, ora resa piu’ evidente dal vestito quasi ridotto a brandelli e dalla posizione di combattimento. I suoi bicipiti adesso erano evidenziati in modo stupendo ed incutevano terrore nel kazako che continuava ad indietreggiare
“ Io non c’entro niente, ti prego” piagnucolo’
“ Non c’entri niente? Fare affari con quel verme e’ niente, secondo te?”
“ Non mi uccidere. Io sono solo un uomo d’affari. Guarda, in questa valigia ci sono 25 milioni di dollari e quella chiavetta che e’ sul tavolo ne vale almeno il doppio. E’ tutto tuo ma abbi pieta’”
“ Nessuna pieta’” fece la ragazza continuando ad avanzare verso di lui
“ Ti prego, non farlo” prosegui’ Kolopenko inginocchiandosi di fronte ad Hannah che invece lo rialzo’ di peso. Lo guardo’ negli occhi. Erano occhi che emanavano terrore, occhi di chi sa che sta per morire e non puo’ far nulla per evitarlo ed Hannah decise di prolungare ad arte quell’agonia. Ancora una volta, le sembrava di sentire nella sua testa la voce di Simon <certa gente non merita solo di morire ma merita di soffrire per tutto il male che fanno. Ecco perche’ io uccido, ecco perche’ faccio questo lavoro ed ecco perche’ un giorno lo farai anche tu>. Il suo pugno lo prese scientificamente sul pomo d’Adamo causandone la rottura ed il conseguente blocco del passaggio dell’aria. Kolopenko, con gli occhi sbarrati, striscio’ sul muro fino a cadere a terra col sedere mentre i suoi polmoni ricevevano sempre meno aria. Era vivo e lo sarebbe stato ancora per alcuni minuti, in un agonia che per lui sarebbe sembrata terribilmente eterna. Carrière intanto era rimasto visibilmente intontito dal calcio ricevuto ma ancora vivo e vegeto. Provo’ a rialzarsi aiutandosi con il tavolo posto alla sua destra. Era ancora incredulo. Quello che aveva appena visto non era vero, non poteva essere vero. Una ragazza non poteva aver fatto tutto quello. Nessuno avrebbe potuto farlo. Intanto, il suo respiro si stava regolarizzando e cominciava a risentirsi bene
“ Chi cazzo sei?” le chiese pieno d’odio
“ Non ha importanza il mio nome. Sono colei che ti uccidera’”
“ Perche’?”
“ Perche’ lo meriti. Non e’ sufficiente?”
“ E tu chi sei per giudicarmi? Chi sei per decidere se devo vivere o morire? Sei Dio forse? Oppure credi di esserlo per le tue doti?” Hannah sorrise
“ No, Carrière, non sono Dio. E nemmeno penso di sostituirmi a Lui. Credo che Dio non s’intrometti nelle nostre faccende da umani e allora qualcuno che giudichi ci deve essere. Guardati attorno. In tutto il mondo ci sono giudici e giurie. Ma purtroppo quelli come te a volte la fanno franca e non esistono giurie in grado di condannarli e allora ci deve essere qualcuno che lo faccia. Ed io mi sostituisco a quelle giurie, non certo a Dio”
“ E allora uccidimi. Dai, fallo”
“ Sto arrivando, Carrière” fece Hannah mettendosi di fronte all’uomo che pero’ non era affatto intenzionato a farsi uccidere senza reagire. Si tolse la giacca e si mise anche lui in posizione di combattimento. Non era un profano e la ragazza se ne accorse immediatamente dal modo in cui si era posizionato ma sapeva anche che difficilmente avrebbe potuto essere alla sua altezza. Attese senza apparente fretta l’attacco di Carrière che arrivo’ dopo alcuni secondi in modo violento cercando il suo volto sia con dei calci che con i pugni, tutti colpi che lei evito’ con classe o paro’ senza scomporsi. L’uomo provo’ allora cercando il bersaglio medio con pugni diretti allo stomaco ed Hannah lascio’ fare. Uno, due, tre pugni ben assestati si infransero miseramente sugli addominali di ferro della ragazza e Carrière si ritrasse incredulo, guardando le sue mani doloranti
“ Non e’ possibile” balbetto’
“ Cosa non e’ possibile, Carrière? Che tu mi abbia fatto male?” Afferro’ un lembo di cio’ che era rimasto del suo bel vestito lacerandolo del tutto e rimanendo solamente con un minuscolo slippino, sotto l’occhio esterrefatto del trafficante “ Allora, Carrière, cosa non e’ possibile? Guardami. Volevi fare sesso con me, non e’ vero?”
Nicolas Carrière osservo’ la splendida figura dinanzi a lui. Il corpo di quella ragazza era quanto di piu’ maestoso avesse visto nella sua vita ed ora capiva il motivo per cui i suoi pugni avessero solamente solleticato il corpo di quell’amazzone ma soprattutto capi’ cosa lo avesse attirato fin dall’inizio, cosa lo avesse colpito e cosa non aveva mai trovato in tutte le altre donne che aveva avuto. Tutto era perfetto in lei e la potente muscolatura ne amplificava il fascino. Prima sorrise nervosamente e poi scoppio’ a ridere, in una risata nervosa e isterica
“ Buffa la vita. Sono perennemente andato alla rincorsa di donne bellissime e ne ho avute a centinaia senza mai trovare quella che mi appagasse totalmente. Oh non da un punto di vista sessuale ma da quello estetico, puramente estetico, di appagamento totale della vista. Quell’appagamento che adesso la tua visione mi regala. Beh, adesso posso morire sapendo che quella perfezione che ho sempre cercato esiste” Anche Hannah sorrise
“ Sapevo che tu eri un vero seduttore ma non m’immaginavo che tu potessi arrivare fino a questo punto. Belle parole. Peccato che sia l’uomo sbagliato a dirmele” Arrivo’ a ridosso di Carrière afferrandogli il polso con la sua mano sinistra. L’uomo non si difese nemmeno. Aveva ormai capito come ogni difesa fosse impossibile contro quella creatura e lascio’ fare. Il colpo di taglio alla base del collo decreto’ la fine di uno degli uomini piu’ importanti che ruotavano intorno a certi affari illeciti. Hannah si guardo’ intorno. Quattro uomini morti e due agonizzanti che avevano ormai pochi secondi di vita e che nessuno ormai poteva salvare. Il suo lavoro era completato ma si era trattata di una carneficina ed improvvisamente capi’ cosa volesse intendere Simon quando le aveva chiesto di cambiare vita. Si sentiva male. La consapevolezza di aver fatto la cosa giusta c’era ancora ma si chiedeva se fosse stata in grado di convivere con quella bruttissima sensazione che la attanagliava. Si guardo’ intorno di nuovo. Doveva andare via al piu’ presto. A terra, a fianco a Kolopenko, c’era ancora la valigia piena di soldi e sul tavolo quella pennetta che non sapeva cosa contenesse ma che valeva tantissimo, come le aveva appena detto il kazako. Soldi….Tutto si fa per i soldi e lei ne aveva in abbondanza. Il capitale di Simon era tale che le avrebbe permesso di vivere con tranquillita’ per tutto il resto della sua vita e non glie ne servivano altri. Ma lasciarli li’ era pericoloso. Cerco’ di riflettere freddamente. Prima o poi gli uomini che facevano la guardia all’esterno della villa sarebbero saliti ed avrebbero scoperto tutti i loro compagni morti ma avrebbero anche trovato tutti quei soldi. 25 milioni, aveva detto Kolopenko, 25 milioni di dollari che sarebbero stati di nuovo immessi sul mercato del crimine e del contrabbando di armi, in un modo o nell’altro. Senza contare il valore di quella misteriosa pennetta. Doveva evitarlo. Afferro’ la valigia, la apri’ e si rese conto che era veramente piena di soldi. Ci mise la pennetta, richiuse la valigia ed usci’ da quella stanza che sapeva di morte.
 
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ergo
view post Posted on 24/4/2016, 18:16     +2   +1   -1




È sempre un piacere leggerti
 
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BelleDameSansMerci
view post Posted on 24/4/2016, 19:15     +1   -1




bello, continua...
 
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view post Posted on 26/4/2016, 15:42     +1   +1   -1
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Quattordicesimo episodio

Il freddo intenso di quella notte olandese colse all’improvviso Hannah facendole ricordare di essere quasi completamente nuda. Ma non aveva tempo per badare al suo vestiario. I due uomini vicini al cancello d’ingresso fumavano tranquillamente. C’erano solo loro ad ostacolarle la fuga, ormai. Gli altri, posizionati agli altri lati della villa, non avrebbero potuto notarla. Facendo leva sull’oscurita’ della notte, striscio’ verso il cancello fino ad arrivare alle spalle dei due. Poso’ per un istante la valigia ed afferro’ i due per il collo ognuno con le sue possenti braccia. I due cercarono immediatamente di divincolarsi ma ben presto si resero conto di lottare contro qualcosa troppo superiore a loro. Ambedue provarono a liberarsi usando soprattutto i gomiti che colpirono ripetutamente ma inutilmente gli splendidi addominali di Hannah senza provocarle nessun tipo di danno ma dopo alcuni secondi le loro forze cominciarono a mancare sempre di piu’ e la giovane senti’ i loro corpi afflosciarsi tra le sue braccia e svenire. Altri pochi secondi e quei due avrebbero raggiunto all’inferno tutti gli altri ma Hannah si fermo’. Aveva sparso gia’ troppo sangue ed era perfettamente inutile spargerne altro. Li lascio’ per terra, riprese la valigia, apri’ il cancello e respiro’ a pieni polmoni l’aria fredda della notte. Quel malessere non era certo scomparso e le provocava strane reazioni. Mal di testa, innanzi tutto, e respiro corto. No, non era bello uccidere, nemmeno se ad essere uccisi erano tipi del genere, uomini che facevano dell’ingiustizia e della sopraffazione il loro unico scopo di vita. S’incammino’ solo per pochi metri quando la figura di Leonard Baines armato di pistola apparve di fronte a lei. Cerco’ di recuperare la calma ed il suo sangue freddo
“ Agente Baines, che sorpresa! Vuoi arrestarmi, per caso?” L’uomo scosse la testa
“ Mio Dio, ma lei e’ nuda. Cosa e’ accaduto?”
“ E’ una storia lunga. Posso dirti comunque che il lavoro e’ completato. Nicolas Carrière non appartiene piu’ al mondo dei vivi. Ora, se non hai intenzione di fermarmi, lasciami andare. Ho freddo” Baines osservo’ Hannah. Il suo corpo era veramente eccezionale. Un raggio di luna amico sembrava illuminarla appositamente per fargliela ammirare. I suoi addominali erano perfettamente divisi in otto settori ben delineati e le sue braccia, ancora in tensione per la serie di sforzi ai quali erano state sottoposte, mostravano ora tutta la potenza che avevano e che lui stesso aveva provato sulla sua pelle
“ No signora, non ho nessuna intenzione di arrestarla. Sarei un pazzo a cercare di farlo dopo averla vista in azione. Io volevo solo…..Io volevo aiutarla”
“ Volevi aiutarmi?”
“ Si. Abbiamo assistito all’arrivo di Kolopenko ed ho pensato che quell’arrivo avrebbe potuto scombussolare i suoi piani. Ho corso ma evidentemente l’ho fatto a vuoto in quanto lei ha gia’ fatto tutto quanto. Anche Kolopenko e’….”
“ Si, anche Kolopenko. Spero che fosse un uomo meritevole di morire”
“ Lo era, signora, lo era. Posso assicurarle che non sara’ rimpianto da nessuno, forse nemmeno da sua madre, se ne ha ancora una”
“ Bene. E cosi’ volevi aiutarmi. Perche’ Baines?”
“ Non lo so, lo ritenevo giusto” Hannah sorrise e poi emise un brivido dovuto al freddo pungente. Baines si tolse il cappotto e lo offri’ alla ragazza”
“ Tenga, altrimenti sara’ una polmonite ad ucciderla invece di Carrière” La ragazza prese il cappotto e se lo infilo’
“ Grazie, Baines, grazie per il cappotto e grazie per l’aiuto che volevi darmi. Ora mi scuserai ma debbo proprio andare. E’ stata una serata lunga e stancante”
“ Solo un minuto, la prego. La’ dentro, nella villa, e’ tutto finito?”
“ Ci sono ancora gli uomini che erano all’esterno tranne i due vicino al cancello che sono svenuti e ne avranno per circa mezz’ora. Gli altri non dovrebbero essersi accorti di niente. Almeno per il momento. Vi consiglio di attendere un po’. Quando si accorgeranno di cio’ che e’ accaduto se la daranno a gambe. A meno che non vogliate prenderli ed in questo caso vi consiglio di fare attenzione. Sono uomini ben addestrati ed uno scontro a fuoco sarebbe inevitabile”
“ Uomini ben addestrati ma che niente hanno potuto contro di lei” Hannah fece le spallucce
“ No, contro di me no, ma io non sono un esempio su cui potete basarvi” Baines guardo’ la ragazza che ora, intabarrata nel suo cappotto e cosi’ miseramente a piedi nudi, sembrava tutt’altro che un’amazzone invincibile, con quel visetto di una bellezza fuori dall’ordinario ma che era evidente appartenesse ad una giovane donna che aveva appena abbandonato l’adolescenza. Tutta un’altra cosa rispetto alla bomba sexy che aveva visto la prima volta o che aveva ammirato quella sera grazie al binocolo mentre entrava nella villa avvolta in quel lungo abito rosso. Osservo’ anche la valigia nella sua mano. Non c’era bisogno di Einstein per capire che poteva trattarsi del risultato della transazione tra Carrière e Kolopenko ma non disse nulla. A cosa sarebbe servito? Non era certo nelle condizioni di obbligare la ragazza a lasciare quella valigia e forse nemmeno voleva farlo.
“ La rivedro’, vero?” disse infine “L’agenzia avra’ presto bisogno di Sciarada e vorrei essere io a contattarla”
“ Non credo, Baines. Sciarada si sta per prendere un lungo periodo di riposo” Le offri’ la mano che l’uomo accetto con felicita’ e poi prosegui’ “Il nostro incontro non e’ nato sotto i migliori auspici ma e’ proseguito poi in una direzione diversa. Cosa ti ha fatto cambiare idea su di me?” Stavolta fu Baines a sorridere
“ Non lo so. Posso dirle che rimanere sempre della stessa opinione non e’ da persone intelligenti e la mia idea su di lei era basata su dei preconcetti sbagliati. Lei e’ una ragazza…..No, mi correggo. Lei e’ una donna eccezionale e averla dalla nostra parte e’ veramente una fortuna”
“ No Baines, io non sto dalla vostra parte. Non sto dalla parte di nessuno. Sto dalla mia e se mi dovesse capitare l’occasione di andare contro la tua agenzia perche’ dovessi ritenerlo opportuno, ci troveremmo su due schieramenti opposti”
“ Come le ho detto l’altra volta, spero che cio’ non accada”
“ Si, mi auguro anch’io che non accada mai. Addio, Baines”
“ Un attimo solo” fece l’uomo estraendo dalla sua giacca una penna e un pacchetto di sigarette dal quale taglio’ con le mani una striscia, per poi scrivere qualcosa su quella striscia di carta “Questo e’ il mio numero privato. Se lei dovesse avere bisogno di qualcosa non esiti a chiamarmi” Hannah afferro’ quel pezzetto di carta e se lo mise nella tasca del cappotto e poi sorrise in segno di ringraziamento. Pochi secondi e l’agile figura della giovane scomparve dalla vista di Leonard Baines che sorrise di nuovo e scosse la testa. Averla come nemica? Un brivido gli percorse il corpo e non era un brivido di freddo. Avere come nemica una guerriera del genere era l’equivalente di una condanna a morte.

Baines, Connor ed altri tre uomini entrarono nel cancello della villa di Carrière. Come consigliato da Hannah, avevano atteso che gli uomini del defunto <commerciante> si rendessero conto di quello che era accaduto e, tempo pochi minuti, erano tutti scappati da quel luogo di morte. Gli uomini della C.I.A. non avevano ritenuto opportuno rischiare un conflitto a fuoco per gente che probabilmente si sarebbe riciclata come manovalanza della mafia russa ma che non erano certo oggetto delle loro attenzioni. Avrebbero fatto poi una telefonata alla polizia olandese e, se qualcuno di loro aveva dei guai con la giustizia, li avrebbero arrestati nel probabile tentativo di andarsene dall’Olanda. E comunque, non erano problemi loro ma della polizia locale. I cinque uomini percorsero il tratto che li portava poi all’ingresso della villa vero e proprio. Avanzarono di qualche decina di metri e subito notarono i quattro corpi distesi vicino alla grossa tavola ancora imbandita
“ Dio santo. Come e’ riuscita a fare questo a mani nude?” esordi’ Connor esterrefatto. Gli altri agenti della C.I.A. compreso Baines osservarono i quattro corpi distesi a terra. Non erano stati picchiati selvaggiamente ma uccisi probabilmente con un solo pugno o calcio, in modo scientifico e , probabilmente, non erano riusciti ad emettere un solo grido. Tutti tranne uno, che aveva la testa che pendeva innaturalmente da una parte. Baines guardo’ il suo collega
“ Gli ha spezzato il collo” Connor spalanco’ gli occhi dalla meraviglia
“ Incredibile. Quattro cristoni alti e robusti ed una ragazza li ammazza a mani nude, contemporaneamente e senza far uscire loro un fiato. E’ incredibile” Salirono poi le scale che li portava al primo piano e cominciarono ad aprire le porte delle stanza. Si fermarono in una di quelle stanze. All’interno, in quella che era stata la camera da letto di Carrière, due corpi, uno accanto all’altro. Connor si chino’ per osservarli e quasi rabbrividi’
“ Deve aver spezzato anche a loro il collo dopo averli colpiti violentemente in faccia. E’ pazzesco”
Uscirono dalla camera da letto e trovarono anche l’altra stanza del massacro. All’interno, i sei corpi erano sparpagliati e Connor li osservo’ attentamente, rimanendo particolarmente colpito dalla fine di Kolopenko
“ Cristo santo. A parte Kolopenko che ha fatto una gran brutta fine ed è morto asfissiato, gli altri, come quelli del primo piano, non sono stati picchiati violentemente ma uccisi con un solo colpo, al massimo due. In modo scientifico, sapendo perfettamente dove e come colpire. Questo rasenta l’impossibile. Non puo’ essere stata solo una donna a fare tutto questo. E’ impossibile. Non e’ umanamente possibile” Baines prese per il braccio il suo collega
“ Forse non e’ umanamente possibile perche’ quella ragazza non e’ umana”
“ Cosa vuoi dire?”
“ Che e’ una dea. Una dea forse crudele ma con dei principi di giustizia che noi umani non possiamo capire” Connor guardo’ il suo collega e stava per replicare ma poi non trovo’ le parole per farlo. Forse, quello che aveva appena detto Baines aveva un fondamento di verita’ e solo cosi’ si potevano spiegare quelle spaventose scene di morte. Uscirono da quella villa e chiamarono gli agenti addetti a ripulire la scena. Avrebbero avuto molto da fare per togliere ogni traccia del passaggio di quella dea in quella villa ma niente avrebbe potuto togliere loro dalla mente quelle spaventose scene.


Whitehall, Londra. Ministero della difesa Britannica. Venerdi’ 28 novembre 2008.
Ore 16.52

L’uomo rigiro’ il pacchetto tra le sue mani e poi si rivolse all’uomo che si trovava sulla sua destra
“ Signor ministro, sarebbe meglio far evacuare il palazzo e soprattutto sarebbe meglio che lei si metta in salvo”
“ Sono un ministro della Corona britannica e ci vuole ben altro per spaventarmi”
“ Ma signore…..”
“ Niente ma. Io resto qui. Quanto a lei, mrs Duncan” prosegui’ in direzione della sua segretaria personale “si allontani e faccia evacuare quest’ala del ministero. In fretta, la prego”
Dieci minuti dopo, l’artificiere era di nuovo a rigirare il pacchetto tra le mani. Sembrava fosse una scatola simile a quelle degli orefici. Era sigillata ma sembrava proprio non ci fosse nulla di losco. Ma quando un pacchetto arriva ed e’ indirizzato espressamente ad un ministro, le precauzioni sono d’obbligo. Non erano stati rilevati esplosivi di nessun genere ma quella piccola scatola poteva contenere altre minacce, antrace, ad esempio. Con cautela, scarto’ quel pacchetto e lo apri’. All’interno, una semplice chiavetta per computer. Il ministro la osservo’
“ Me la dia” ordino’ all’artificiere”
“ Signor ministro, potrebbe essere qualcosa di ancor piu’ pericoloso. Potrebbe contenere qualche virus capace di mandare in tilt il suo computer e tutti quelli collegati. Sarebbe meglio attendere qualche esperto informatico, prima di usarla” Il ministro sorrise e, senza curarsi delle parole dell’artificiere, si avvio’ verso uno dei computer posti sulla sua scrivania. Per qualche misterioso motivo, egli sembrava essere sicuro di cosa fosse. Inseri’ la chiavetta ed il suo sorriso si allargo’ ulteriormente.
Il <decriptor> era misteriosamente tornato a casa.
 
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view post Posted on 26/4/2016, 17:20     +1   -1

Maestro di Piedi

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Non sarà mica finito!
 
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view post Posted on 26/4/2016, 18:08     +1   +1   -1
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Assolutamente no. C'è ancora molta carne al fuoco
 
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maxslave
view post Posted on 27/4/2016, 07:52     +1   -1




Sembrava finito
 
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Quindicesimo episodio

Quasi cinque anni dopo

West Adams, Los Angeles Sabato 4 maggio 2013 Ore 8.58 a.m.

Jonathan Keller sollevo’ le tendine della sua cucina ed osservo’ l’orologio. Due minuti ancora e sarebbe uscita. Attese pazientemente i centoventi secondi e quindi, puntuale come un treno svizzero, la donna usci’ dalla casa a fianco alla sua. La tenuta era la solita: pantaloncino corto aderentissimo e canotta, oltre ovviamente alle scarpe adatte per farsi la sua solita corsa di un’ora precisa. Se non avesse saputo l’ora esatta poteva mettere a punto il suo orologio osservando la sua bella vicina di casa che si dedicava al suo solito footing mattutino. Richiuse la tendina. Il gesto di Keller di osservare quella ragazza non era dovuto certo ad attenzioni morbose che nutriva verso di lei ma vedeva quella figura femminile solamente come una bellissima visione che lo metteva di buon umore e di quel buon umore lui ne aveva assolutamente bisogno. E bella lo era per davvero, la sua vicina, con quelle belle gambe chilometriche, quei seni che rimanevano assurdamente eretti anche quando lei correva, quel viso angelico con due occhi verdi magnifici e quel sorriso splendido, almeno per quelle poche volte che l’aveva vista sorridere. Cosi’ giovane e cosi’ seria. La donna aveva comprato la casa vicino alla sua sei mesi prima ma lui era riuscito a scambiare con lei solo qualche saluto. Non sapeva nemmeno come si chiamasse e non gli era sembrato convenevole presentarsi e cosi’ non gli era rimasto che ammirarla per pochi secondi tutti i sabati e le domeniche, giorni in cui lui era libero da impegni lavorativi. Non fantasticava nemmeno piu’ di tanto su di lei. La vedeva completamente fuori dalla sua portata. Non che lui fosse un orrore, tutt’altro. Era un giovane piacente e con una discreta posizione sociale ma lei era veramente di un altro pianeta rispetto a lui. Tanto per cominciare, la sua altezza. Doveva essere una giocatrice di pallavolo o qualcosa del genere perche’ una delle poche volte che l’aveva avuta di fronte aveva notato che lo superava in altezza di almeno cinque o sei centimetri. D’accordo che non era uno spilungone ma i suoi 178 centimetri ce li aveva. Con la conseguenza di sentirsi in tremenda difficolta’ nei suoi confronti. Ma ovviamente, era l’insieme a farlo sentire a disagio e cosi’ non si era mai proposto anche se in tutto quel tempo non aveva mai notato una figura maschile accanto a lei. Smise di pensare alla sua bella vicina e dedico’ la sua attenzione alla preparazione della colazione ed alla sua condizione. Doveva comunque pensare a rifarsi una vita. Da quando, due anni prima, sua moglie era morta per quel maledetto incidente stradale, non aveva piu’ avuto una donna al suo fianco. Dopo un anno di lutto, aveva cominciato a riuscire ed a cercare una nuova compagna ma le poche occasioni che aveva avuto erano miseramente naufragate. Finalmente, la colazione era pronta e poteva svegliare colei che era diventata la vera e unica donna della sua vita. Si reco’ nella cameretta dove questa dormiva beatamente e la sveglio’ teneramente con un bacio
“ Sarah, amore mio, svegliati”
“ Sto dormendo”
“ Se mi rispondi vuol dire che non dormi”
“ Ti rispondo ma dormo ancora”
“ Allora vuol dire che non potro’ portarti al parco come ti avevo promesso. E’ un peccato perche’ ci sono sicuramente un sacco di bambine che ti stanno aspettando e che vogliono giocare con te”
“ E’ vero, il parco” fece la bambina sollevandosi sul letto. Jonathan la prese amorevolmente in braccio stampandole un altro bacio sulla sua guancia rosea. Era lei, Sarah, sua figlia di tre anni, l’unica donna della sua vita e lui si accorse una volta di piu’ che l’amava in modo straordinario, come solo un genitore puo’ amare un figlio.

Avevano fatto colazione, l’aveva lavata e vestita con una salopette di jeans per permetterle di scorrazzare nel parco senza problemi se anche si fosse sporcata e poi erano usciti da casa proprio mentre era di ritorno dalla sua corsa mattutina la bella vicina di casa. Jonathan osservo’ incuriosito l’orologio che faceva le 10.00 precise. Non c’erano errori. Doveva trattarsi di una di quelle femmine maniache della precisione, forse una donna in carriera. La giovane entro’ nel giardino della sua abitazione e, quando la vide, Sarah lascio’ la mano di suo padre correndo verso la donna ancora sudata per il footing gettandosi addosso a lei per farsi prendere in braccio
“ Ciao Hannah. Lo sai che sto andando al parco con il mio papa’?” Jonathan si avvicino’
“ Cosa stai facendo Sarah? Non importunare la signorina” disse l’uomo e poi rivolgendosi alla donna “Mi scusi. Di solito mia figlia e’ una bambina molto educata”
“ Oh non si preoccupi. E poi Sarah e’ veramente educata ma io e lei siamo amiche, non e’ vero tesoro?”
“ Si, papa’. Io e Hannah siamo amiche” fece eco la bambina facendo sorridere Jonathan
“ Davvero, non si deve preoccupare” rincaro’ la ragazza “Io credevo che lei sapesse di questo nostro…..ehm, rapporto”
“ Veramente, mi coglie del tutto impreparato”
“ Beh, e’ molto semplice. Quando la sua tata la riporta da scuola, durante i giorni feriali, spesso le ospito a casa mia. Per me e’ un piacere perche’ Sarah e’ una bambina deliziosa ed io sono quasi sempre da sola”
“ La tata doveva dirmelo. Senza offesa, ma io non voglio che mia figlia vada a casa di persone che non conosco”
“ Forse ha temuto di essere licenziata ed ha preferito non dirglielo. Comunque la capisco ed in linea di massima sono d’accordo con lei. Le precauzioni non sono mai eccessive ma spero che lei non le impedisca di venire a casa mia in seguito. Posso assicurarle che con me e’ al sicuro”
“ Ma certo, ci mancherebbe” fece l’uomo in evidente difficolta’
“ Hai visto Hannah? Te l’avevo detto che il mio papa’ e’ molto buono” intervenne la bimba
“ E cos’altro hai detto di me?” chiese Jonathan fingendo un risentimento che non aveva
“ Oh beh, parecchie cose” intervenne la ragazza
“ Davvero? Oh mio Dio! Per fortuna che non faccio nulla di strano altrimenti questa pettegola avrebbe raccontato tutto”
“ Stia tranquillo. Mi ha raccontato solo cose belle su di lei. Mi ha detto che lei e’ il dottore dei denti migliore che c’e’ al mondo, ad esempio”
“ Il dottore dei denti? Lo devo far scrivere sulla mia targa invece che il solito anonimo <studio dentistico>. E gia’ sono un dentista. Spero che questo non le procuri un attacco di panico nei mie confronti”
“ No, non sono quel tipo di ragazza. Beh, ora le restituisco Sarah e vi auguro buona passeggiata al parco” Sarah guardo’ la giovane e si avvinghio’ al suo collo
“ Ci vieni anche tu al parco? Dai, ti prego Hannah”
“ Sarah, adesso basta” intervenne Jonathan
“ Ha ragione il tuo papa’ Sarah. Credimi, ci verrei volentieri ma questa giornata tuo padre la dedica a te e tu devi essere una brava bambina ed obbedirgli” La bimba scese dalle braccia di Hannah e si allontano’ qualche metro mettendo il broncio
“ Mi dispiace, mi dispiace veramente. Mia figlia l’ha messa in imbarazzo e non so come scusarmi per questo”
“ No, lei non deve scusarsi affatto. Ero sincera quando ho detto che sarei venuta volentieri. E’ una bimba cosi’ dolce e nello stesso tempo cosi’ piena di vita che mi fa sentire meglio ogni volta che la vedo ma capisco che lei voglia rimanere da solo con Sarah nei pochi momenti che il suo lavoro glie lo permette” Jonathan rimase quasi a bocca aperta
“ Vuol dire che lei verrebbe con me e con mia figlia al parco?” domando’ uno stralunato Jonathan
“ Se sapessi di non recare disturbo, molto volentieri”
“ Io…Io credevo che la sua fosse una scusa. In fondo, accanto a Sarah ci sto veramente poco. Piu’ che altro mi limito a guardarla mentre lei gioca con le altre bambine ed una buona compagnia sarebbe l’ideale per un povero padre, sicuramente meglio del solito giornale o del portatile. E quindi, se lei e’ ancora disponibile per fare quella passeggiata al parco, io ne sarei felice”
“ Me lo da’ il tempo di fare una doccia e di mettermi addosso qualcosa che mi renda presentabile?”
“ Tutto il tempo che le serve”
“ Mi bastano dieci minuti. Non sono il tipo di donna che fa attendere gli uomini a lungo”
 
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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Sedicesimo episodio

Mentre percorrevano la West Adams boulevard in direzione del Runyon Canyon Park, sulle colline di Holliwood vicino a Mulholland Drive, Hannah osservava la schiera di casette pulite che contraddistingueva quel viale. Non si poteva considerare una zona da ricchi ma piuttosto un quartiere di gente che lavorava sodo per avere qualche soddisfazione dalla vita e lei lo aveva scelto appositamente per passare inosservata, per essere quasi anonima e ne era soddisfattissima. Ma poi quella bambina era entrata come un ciclone nella sua vita e aveva cominciato a considerare l’ipotesi di avere un figlio. Era ancora giovane per questo, avendo appena compiuto 24 anni, ma gia’ cominciava a sentire questa esigenza. E quell’uomo era stato cosi’ carino…..Se ne era accorta immediatamente dell’effetto che gli faceva e dell’imbarazzo che lui nutriva quando la guardava e abbassava gli occhi e questa sensazione era piacevole, inutile negarlo. Aveva accettato pero’ quell’invito non certo per sedurlo ma per trascorrere una piacevole giornata in compagnia, lei che di compagnia ne aveva avuta ben poca negli ultimi tempi. E mentre la giovane era immersa nei propri pensieri, il tragitto stava volgendo al termine e stavano per arrivare alla meta: il Runyon Canyon, un parco che si estendeva per 160 acri e si trovava appunto sulle colline di Hollywood ed era un rifugio per molti abitanti di Los Angeles durante il week-end, con migliaia di bambini felici di assistere alle numerose attrazione che il parco riservava per loro ma anche per i loro genitori che, alla fine della giornata, si sedevano stanchi su alcune delle numerose panchine all’ombra mentre i loro piccoli continuavano imperterriti a correre senza risentire della stanchezza. Anche Hannah e Jonathan avevano trascorso quella giornata su quella falsariga ed ora si stavano finalmente riposando dopo aver trovato una panchina vuota
“ Oh mio Dio, quant’e’ stancante fare i genitori” esordi’ Hannah e l’uomo pote’ ammirare quel sorriso splendido. Quella ragazza era semplice e deliziosa allo stesso tempo, vestita in jeans ed una t-shirt colorata, look adattissimo per una gita come quella che stavano facendo. Ma, malgrado la semplicita’ che la giovane donna manifestava, Jonathan non poteva non provare un’enorme attrazione per lei. La sua t-shirt non era particolarmente aderente ma non riusciva a nascondere completamente i suoi seni che erano di dimensione ragguardevoli e le sue braccia avevano un qualcosa di stranamente affascinante che non riusciva a definire con esattezza. Ma la sensazione piu’ strana che quella ragazza emanava era che sembrava quasi che ci tenesse a nascondere un corpo che doveva essere esplosivo, cosa che le riusciva pero’ solo in parte considerando ad esempio, l’altezza notevolissima
“ Mi dispiace che si sia stancata, Hannah. Sarah e’ un diavoletto che invece non conosce la stanchezza” disse comunque alla fine di quel suo ragionamento
“ Oh no, mi creda, ho trascorso una giornata magnifica. Era tanto che non mi sentivo cosi’ bene”
“ Mi fa piacere. E poi non ci credo che lei sia stanca. L’ho vista correre e mi sembra in forma smagliante” La ragazza sorrise di nuovo senza rispondere e l’uomo riprese “Ha un bellissimo sorriso, sa. E bellissimi denti, scusi la deformazione professionale”
“ Meno male che lei e’ un dentista e non un altro tipo di specialista” Stavolta fu Jonathan a scoppiare a ridere
“ Beh, l’ironia non le manca. Mi dica Hannah, che altro le ha detto di me quella peste di mia figlia”
“ Quello che puo’ sapere una bambina di tre anni su suo padre. Le vuole molto bene. E naturalmente mi ha raccontato di sua madre che e’ volata in cielo” L’uomo spense il sorriso e la giovane prosegui’ “Mi perdoni, non volevo turbarla ma volevo solo metterla al corrente che sono venuta a conoscenza di questa disgrazia”
“ No, si figuri. Piuttosto, mi racconti qualcosa di lei. Non mi sembra giusto che lei sappia tutto di me ed io niente di lei” Hannah sospiro’ a fondo
“ C’e’ poco da dire di me. Mi sono laureata in letteratura inglese e mi sono presa un periodo sabbatico prima di decidere cosa fare da grande”
“ Preferenze?”
“ Mi piacerebbe insegnare. Vorrei far amare ai ragazzi poeti come Emerson o Emily Dickinson”
“ Bella e sensibile”
“ Oh, la prego, sono solo una ragazza che ama la lettura ed in modo particolare la poesia”
“ Uomini? Un fidanzato, uno spasimante? Sempre che lei voglia dirmelo” Hannah si rabbuio’ improvvisamente
“ Abbiamo un triste destino in comune, Jonathan”
“ Oh no, anche lei…..”
“ Sono passati quasi cinque anni ma non riesco a dimenticare. E’ stato il mio primo amore, il mio unico amore e l’ho perso dopo soli pochi mesi che l’avevo conquistato. Si chiamava Simon”
“ Come e’ successo?”
“ Un male incurabile”
“ Mi dispiace, Hannah, non volevo riaprire una ferita non rimarginata. Io posso capirla meglio di chiunque altro. Amavo Ruth, mia moglie e abbiamo trascorso anni indimenticabili. L’arrivo di Sarah ci ha regalato una felicita’ incontrollabile e poi la disgrazia. Mi sveglio ancora adesso la notte e mi sembra di vederla dormire accanto a me. E adesso sono un vecchio di 35 anni che si trascina stancamente per tutta la giornata salvo poi diventare di nuovo felice quando vedo Sarah la sera” Hannah avvicino’ la sua mano a quella di Jonathan che senti’ il calore di quel contatto umano
“ Succede anche a me, sai. A volte mi sento di vivere una vita inutile. Eppure ci ho provato, ho tentato di conoscere altri uomini, altri ragazzi ma poi facevo un paragone con Simon e quelli svanivano”
“ Esatto, svanivano, hai detto la parola giusta. Non perche’ Ruth fosse di una bellezza strepitosa o fosse una donna fuori dal comune ma semplicemente perche’ l’amavo. E poi io non posso cercare solo una donna da amare e che mi riami, io ho bisogno anche di una madre per Sarah e questo rende tutto ancora piu’ complicato”
“ Questo dovrebbe facilitarti la scelta. Sarah e’ un amore di bambina e qualunque donna se ne innamorerebbe. Per me almeno, sarebbe l’ultimo dei problemi”
“ Ed invece non e’ cosi’. O almeno non lo e’ stato finora” Hannah guardo’ quel giovane che un triste destino aveva accomunato a lei ed improvvisamente si rese conto che, per la prima volta, guardava un uomo senza sentirsi in colpa verso Simon. Penso’ che la vita sarebbe potuta essere bellissima anche se fosse stata di una semplicita’ disarmante come quella che faceva Jonathan. Una vita normale, proprio quella che voleva Simon per lei. Scosse la testa. Stava andando troppo di fretta. Quella giornata, normale per tutti quelli che stava osservando, era stata invece stranissima per lei. La vicinanza di quell’uomo pero’ le piaceva e la faceva star bene.
Jonathan rimase per qualche istante in attesa della replica di Hannah poi, visto che non arrivava, afferro’ la sua mano con un gesto che voleva essere amichevole
“ Vogliamo andare, Hannah?”
“ Si certo” rispose la giovane trasmettendo con quel contatto un brivido a Jonathan. Anche per lui, era la prima volta che si trovava a proprio agio con una ragazza dopo la scomparsa di sua moglie. Ruth….Sembrava cosi’ maledettamente lontana in quel momento. Penso’ che sarebbe stato meraviglioso per lui trovare una ragazza come Hannah, con la sua indiscutibile bellezza, certo, ma anche con la splendida dolcezza di quegli occhi, la sua intelligenza, la sua ironia. Tutto in lei era perfetto ma soprattutto lo sarebbe stato per sua figlia Sarah che sembrava volerle un gran bene. Abbandono’ quei pensieri, prese sua figlia ed insieme ad Hannah tornarono in direzione della macchina. Sembravano una felice famigliola che aveva appena trascorso un sabato all’insegna del verde e dell’aria pura e questo, stranamente, rendeva entrambi particolarmente felici.
Arrivati di nuovo a West Adams, era giunto il momento dei saluti. Hannah saluto’ con un casto bacio sulle guance Jonathan
“ Sono stata veramente bene. Ho trascorso una giornata molto piacevole. Grazie per avermi invitata”
“ Beh, il merito e’ di Sarah. Comunque, grazie a te per aver accettato quell’invito. Anche per me e’ stata una giornata gradevolissima. Sei una compagnia molto stimolante. E poi per Sarah sei stata molto di piu’ di un amica….”
“ Oh, per me e’ stata una gioia giocare con lei”
“ L’ho visto. E’ stato bellissimo e mi piacerebbe poter ripetere una giornata del genere” Hannah sorrise. Si, al diavolo le sue remore. Era stata bene con lui. Talmente bene che non voleva lasciar terminare quella giornata in quel modo
“ Beh, intanto potremmo continuare questa sera. Vi va di stare a cena da me, stasera? Sono una buona cuoca e so cucinare delle specialita’ della Louisiana in modo particolare” Jonathan guardo’ la bella ragazza. Trascorrere una serata con lei era in quel momento la cosa che desiderava di piu’ al mondo
“ Non ti rechiamo disturbo?”
“ No, tranquillo. Non ceno in compagnia da non so quanto tempo e forse e’ giunto il momento di recuperare”
“ D’accordo. Come potrei rinunciare alle specialita’ della Louisiana? Cibi piccanti, vero?”
“ Molto” ammise la ragazza
“ Pero’ forse per Sarah qualcosa di piu’ leggero sarebbe meglio”
“ Ok” concluse Hannah aprendo la porta di casa “La manderemo a letto leggerissima. Alle 19.30 va bene?”
“ Saremo puntualissimi”

La serata era trascorsa in modo piacevolissimo. Jonathan pensava che Hannah era davvero un’ottima cuoca, oltre ad essere una ragazza molto bella, intelligente e ironica. Come poteva una donna del genere essere attratta da lui? Eppure lei sembrava essere piacevolmente interessata ai suoi discorsi e rideva alle sue battute che i suoi amici invece detestavano. Penso’ che forse era solo l’affetto che lei nutriva per Sarah. Era abbastanza normale che giovani donne non ancora sposate potessero nutrire un certo sentimento nei confronti di una bambina che ha perduto la propria madre e riversare parte di quel sentimento sul padre di quella bambina. Qualunque fosse il motivo, Jonathan sentiva il cuore battergli forte nel petto guardando quella bellissima ragazza. Ed ora, dopo aver trascorso un’intera giornata a mille all’ora, la piccola Sarah si era placidamente addormentata sul divano con la testa sulle gambe di suo padre ed i piedini sul grembo di Hannah. Jonathan tolse delicatamente la testa della bimba e si alzo’
“ E’ stata veramente una bella serata. Ora pero’ debbo andare. Sarah e’ cotta a puntino”
“ Lo credo. Non e’ stata un attimo ferma”
“ Si, e’ un terremoto. Ma ringrazio Dio ogni momento per averla” Hannah osservo’ l’uomo che prendeva in braccio sua figlia e poi si avvicino’ a lui
“ Ti dispiace se sono io a metterla a letto? Dovrebbe essere una sensazione dolcissima”
Jonathan porse la bambina alla ragazza senza dire una parola, piacevolmente colpito dal suo animo dolce. Aveva sempre pensato che ragazze cosi’ belle fossero interessate solo al divertimento ed invece Hannah gli stava dimostrando che oltre all’involucro extra lusso c’era molto altro, a cominciare da un cervello notevolissimo fino ad arrivare al suo animo sensibile. Fece strada, facendo entrare la ragazza nella sua casa e poi nella cameretta della bimba e poi osservo’ la giovane che sistemava il letto e rimboccava le lenzuola a sua figlia con dolcezza e tenerezza
“ Sei nata per essere mamma” le disse appena usciti dalla camera di Sarah
“ Mi piacerebbe ma prima devo trovare la materia prima”
“ Una ragazza bella come te? Come e’ possibile? Immagino che tu abbia una sfilza di spasimanti”
“ Forse di uomini che vorrebbero divertirsi. O forse sono io che cerco qualcosa di impossibile”
“ Cosa cerchi, Hannah”
“ Cerco…..Oh lascia perdere” Come dire a quel giovane che cercava un uomo come lui, dolce e sensibile, per vivere una vita normale e per dimenticarsi di quel passato che ogni tanto affiorava nella sua mente? Rivedeva le facce di Jim Block, di Carrière, di Kolopenko e di tutti quelli che aveva ucciso, facce stampate nella sua memoria. No, non c’erano sensi di colpa ma quel malessere era ancora dentro di lei, a cinque anni di distanza. Jonathan la osservava. Avrebbe voluto fermarla, il desiderio di baciarla e di stringerla tra le sue braccia era enorme ma sembrava che una forza misteriosa gli impedisse di farlo. Non si sentiva adeguato a lei, aveva paura di perdere la sua amicizia appena trovata, temeva che un solo giorno di conoscenza fosse veramente poco per un approccio e non fece nulla
Hannah si avvio’ verso l’uscita, apri’ la porta ma poi torno’ indietro
“ E’ destino che gli uomini che mi interessano non prendano mai l’iniziativa con me” disse porgendo le sue labbra a Jonathan che ricambio’, ovviamente, all’inizio quasi con incredulita’ e poi con passione. Sempre continuandosi a baciare entrarono nella camera di lui. Le fotografie di sua moglie che avevano fatto compagnia a Jonathan in tutto quel tempo erano ancora dentro quella stanza e Hannah ne fu colpita
“ Forse e’ meglio non farlo in quella che e’ stata la vostra stanza. Mi fa sentire in colpa”
“ Ruth mi amava e sarebbe felice di sapere che forse ho trovato una donna che possa farmi desiderare di nuovo di vivere” La giovane penso’ alle ultime parole di Simon, al suo desiderio di vederla insieme ad una brava persona e sorrise
“ Si, hai ragione. Forse da lassu’ Ruth e Simon potranno finalmente stare piu’ tranquilli”


West Adams Boulevard, Los Angeles. Domenica 5 maggio 2013. Ore 0.15

Uno dei due uomini a bordo della Chevrolet Camaro blu del 1990, parcheggiata a cento metri dalla casa di Hannah, prese il telefonino dalla tasca della giacca sorridendo in modo truce
“ Forse ci siamo. La ragazza non e’ rientrata a casa. Se la sta facendo col suo nuovo amichetto a casa di lui. Cosa facciamo?”
“ Non vi muovete” fece la voce dal cellulare “Continuiamo ad osservarla senza intervenire fino a che non saremo sicuri della situazione. Mi raccomando, nessuna azione. Ricordate con chi abbiamo a che fare”
“ Tranquillo capo. Non prenderemo iniziative” L’uomo dall’altro capo del filo sorrise. Finalmente, quella lunga e snervante attesa stava per terminare. Ma dovevano stare attenti. Le notizie che aveva avuto su quella ragazza erano frammentarie ma tutte sembravano essere precise su un argomento: con lei c’era poco da scherzare. Molto poco. Ma chissa’, forse erano solo dicerie. In fondo, si trattava solo di una ragazza.
 
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