SCHEDA ONIRICA
Location del sogno: Via Pinciana, fronte concessionario auto di lusso dalla vetrina ben illuminata.
Nome: Me sembra Stella, ma potrebbe essere pure Ornella o Mirella, magari Antonella oppure me stava a dì
guardaquantosobella, i convenevoli so stati molto celeri.
Età: 30 dichiarata, secondo me una decina in più come da migliore tradizione pay.
Nazionalità: albanese.
Giochi preziosi: foot worship, fj.
Onorario immaginario: 30 belle roselline.
Atttudine: professionale, determinata, un po’ meccanica.
Playtime: 20’ senza recupero.
ESPERIENZA SOGNATA
Undici di sera di notte infrasettimanale, di ritorno dalla lezione del corso parrocchiale di ukulele hawaiano transito in macchina dove sopra.
Con le fuoriserie in vendita sullo sfondo si staglia questa mora riccetta di media statura.
Sono almeno dieci anni che – probabilmente vittima del mio fascino – mi guarda con fare seducente al mio passaggio con i suoi occhi scuri profondi ed espressivi, isolata e storica presenza stanziale di quel luogo.
Mi ha sempre colpito il suo look, lontano anni luce dal clichè della scaglia de strada truccatissima, mezza nuda e con tacchi himalayani.
La sua mise è sobria e castigata, sembra la segretaria di uno studio professionale: gonna al ginocchio, calze nere, decoltè scure con tacco medio.
Peccato che non indossi gli occhiali da vista genere nerdy, mirabile ammenicolo da pornazzo amatoriale che la renderebbe irrestibile ai miei occhi.
Però non mi ha mai convinto, chissà perché…
Sarà che guarda e si sbraccia con troppa insistenza, non è mai un buon segno come afferma il manuale del giovane punter stradale a pagina 69.
Poi non è una strafica dunque anche durante questo sogno sono assai perplesso sul darle o meno una chance.
Ma intanto mi giro e la donzella si è già accomodata sul sedile passeggero della mia vettura.
Il menù prevede come omaggio il massimo voto ad un esame universitario per una consumazione in macchina nei paraggi e la velocità urbana per un incontro presso la sua dimora in zona C.so Trieste.
Visto che sono in modalità low-cost rilancio per un ventino limitando la mia voluttà alla mera adorazione dei piedi + fj.
Ma lei è un osso duro e non accetta meno di 30.
Ormai l’embolo per la sexy-segretaria è partito, chiudo la trattativa e ci dirigiamo in un parcheggio nei paraggi.
Aspirato il boquet si sfila le decoltè.
Le annuso e l’odore è di buon cuoio misto sudore gradevole.
Prende l’iniziativa e mi strofina con determinazione i piedini 36 e mezzo di rosso smaltati e inguainati in un paio d’autoreggenti velate sulla faccia con un’abilità nel condurre le danze che io apprezzo assai mentre er Capitano se mette sull’attenti.
Ma poi repente mi invita a finirmi di mano da solo anzitempo.
AbellahopagatoemevojodivertìquannoèoradefinìmefiniscitueteguadagnilapagnottaIl senso è questo ma lo esprimo con sorrisi e parole gentili.
Il suo entusiasmo si smorza e mi lascia giocare con i piedini con minor vivacità, prendo l’iniziativa e me li gusto con voluttà sfilandole altresì una calza mentre lei lascia fare un po’ passiva.
Peraltro il posto non è il massimo della privacy e l’adorazione feticistica viene interrotta per tre volte nel giro di dieci minuti in virtù del passaggio nell’ordine di:
1) Una donna di mezza età cor chiuaua provvisto di cappotino griffato che aveva parcheggiato il suv accanto a noi.
2) Una coppia di signori eleganti che parcheggiano la loro berlina al volo nel posto lasciato libero dalla tipa col cane.
3) Due pischelli colla microcar che provano senza successo a entrare nello spazio vuoto originato dalla differenza di dimensioni tra il suv della signora e la berlina della coppia e per poco nun me fanno la fiancata.
Il Capitano mantiene tuttavia un grado di turgore apprezzabile ed io invito la mia temporanea concubina a donarmi la piccola morte mentre ancora indossa una sola calza.
Vista la mancanza di privacy del luogo non me la sentivo di spogliarmi e spingere troppo oltre la nostra conoscenza carnale ed ho optato così per un rapporto di soft sex.
Dopo un coreografico sputazzo ben mirato alla volta della Sistina inizia dunque un fj un po’ meccanico ma efficace perché sa bene dove mettere mano (anzi piede), quando stò per giungere all’apoteosi le chiedo il permesso di decorarle la calza ma me lo nega.
Infatti ha già pronte tre salviettine per strozzare l’esuberanza der Capitano sul nascere restituendomelo lindo e pinto come una macchina passata sotto le spazzole dell’autolavaggio (anche la sensazione tattile che avverto è più o meno quella).
Insomma, a scuola le direbbero che è brava ma non si impegna. Le potenzialità tecniche secondo me ci sono ma nel mio sogno le ha utilizzate proprio al lumicino. Una promessa non mantenuta. Un bicchierino di talento in un oceano di supponenza. Un Alvaro Recoba dell’otr.
Il social time è quello tipico di una diligente impiegata stradale: si apre comprensibilmente come una farmacista notturna che ti consegna un medicinale da dietro un vetro antiproiettile.
Prima di uscire dalla mia vita mi esorta però a non disperdere nell’ambiente i fazzoletti intrisi di pianto che mi lascia a mo’ di pegno d’amore ma a rispettare le regole di un ordinato smaltimento dei rifiuti urbani semiliquidi.
Ma per chi mi ha preso ? Per un animale? Oddio…nun è che se sbaglia!!!
I miei ossequi,
Tony montante
Edited by -ADMINISTRATOR- - 4/9/2016, 11:01
. È bello il racconto