| SETTIMO EPISODIO
Per richiamare l'ascensore e, mentre ne attendevamo l'arrivo, abbassai la testa per evitare di incontrare i suoi occhi. Altrettanto feci quando vi salimmo. Non volevo vedere il suo sorriso, non volevo leggere nei suoi occhi quello che aveva in mente con me. Avevo paura. Fu Sara con il suo indice a tirarmi su il mento
" Ma che tenero! Abbassi gli occhi. Ma lo sai che a me piacciono tanto gli uomini timidi?" disse con la sua consueta ironia. Sembrava non avere vie di mezzo. O era particolarmente ironica o si arrabbiava e tra le due era nettamente preferibile la prima fase. Non ebbi comunque il tempo di replicare in quanto l'ascensore fece il suo arrivo al piano prestabilito. Armeggiai nelle mie tasche alla ricerca delle chiavi e, trovatele, la feci entrare. Sara osservo' con molta curiosita' ogni angolo della casa mentre io rimanevo in tensione. Essere da solo con lei, con una persona infinitamente piu' forte di me, che avrebbe potuto farmi fare qualsiasi cosa senza che io potessi difendermi in alcun modo, era psicologicamente insopportabile per me, cosi' come lo sarebbe stato per qualsiasi uomo. Non rientrava nel mio modo di ragionare e nel mio essere maschio dominante come ero stato fino a poco tempo prima. Sara intanto, continuava a curiosare tra le mie cose senza curarsi minimamente della mia privacy. La osservavo guardandomi bene dal farle notare che la cosa mi infastidiva non poco e finalmente ritorno' nel salone dove si sedette incrociando le gambe
" Portami qualcosa da bere" mi ordino'. Aveva gia' bevuto abbastanza durante la festa e mi venne in mente che se avesse continuato a bere e considerato il suo modo di guidare.... Dio mio, cosa ero arrivato a pensare. Non m'importava che avrebbe potuto causare qualche incidente ad altre persone ma in cuor mio speravo che potesse andarsi ad ammazzare, che potesse schiantarsi contro un palo e lasciarmi di nuovo libero. Le presi una tequila che tenevo per qualche serata particolare non essendo un gran bevitore e glie la porsi. Sara la trangugio' tutta d'un fiato
" Ne vuole ancora, signorina Sara?"
" Perche' no? Riempimi di nuovo il bicchiere" Lo feci e lei di nuovo bevve come se fosse limonata e poi mi fece cenno di passarle addirittura la bottiglia. Fece un paio di sorsi per poi ruttare fragorosamente e vergognosamente. Ma lei sapeva cosa volesse dire la vergogna? Schiocco' quindi le dita. Le accesi la sua sigaretta e mi misi in ginocchio col posacenere in mano. Ma che razza di ragazza era? Beveva e fumava senza limiti, ruttava e scorreggiava davanti a chiunque senza vergogna, addirittura godendo di quegli atti, parlava in modo scurrile dicendo milioni di parolacce, per non parlare della sua straordinaria forza e della sua abilita' in chissa' quali e quante arti marziali, eppure la guardavo ammirandone la bellezza, una bellezza non stupefacente ma certamente al di sopra della media. In quella festa ad esempio, era stata di gran lunga la piu' attraente ed i ragazzi se la mangiavano con gli occhi, ammirando soprattutto il suo seno che traspariva dalla sua camicetta, ma anche il suo bel culetto strizzato nei jeans aderenti. Ero perso in tutti quei pensieri e non mi ero accorto che lei aveva smesso di fumare
" Alzati ora" mi ordino' seccamente. Sapeva dare ordini alla perfezione. Evidentemente, il suo allenamento con Mattia e i suoi amici aveva dato i suoi frutti. Le obbedii
" Va via, signorina?" le chiesi. Piu' che altro era una speranza
" Dipende da cosa farai adesso. Sai, stavo pensando di comprarmi qualcosina, la prossima settimana. Tira fuori la tua carta di credito" Rimasi impietrito
" Cosa? La mia carta di credito?"
" Sei sordo per caso? Ti ho detto di darmi la tua carta di credito" Indietreggiai impaurito. La mia carta di credito no. Non poteva fare una cosa del genere, quella strega. Ma lei si era alzata dal divano e avanzava sicura di se, col suo solito sorriso stampato in faccia. Continuavo a camminare all'indietro. Cosa fare? Era troppo piu' forte di me e l'aveva dimostrato in piu' occasioni e non potevo fronteggiarla a viso aperto, ma non potevo consegnarle la mia carta di credito. Dovevo scappare. Ero convinto che con i tacchi non avrebbe potuto correre velocemente. Avevo pochi secondi per decidere e decisi di scappare e di rinchiudermi in camera mia. Mi voltai e cominciai a correre verso la porta. Percorsi quei pochi metri in pochissimi secondi, afferrai la maniglia, aprii la porta e la richiusi a chiave velocemente prima che Sara potesse raggiungermi. Spinsi il letto a ridosso della porta e altrettanto feci con il grosso como' che avevo di lato al mio armadio quattro stagioni. Per il momento potevo definirmi al sicuro. Per di piu' Sara aveva bevuto talmente tanto che sicuramente doveva essere mezza ubriaca e difficilmente avrebbe potuto sfondare la porta in legno massiccio rinforzata dal letto e dal como'. Sentii il ticchettio dei suoi passi che si avvicinavano
" Conto fino a tre, Stefano e poi vengo a prenderti" mi disse con voce calma
" Mi lasci stare. Ha preso la mia macchina, che altro vuole da me?"
" Che altro voglio? Ma sei sordo per caso? Ho detto che voglio la tua carta di credito. Voglio essere carina per te, tesoro, voglio farti fare bella figura quando siamo insieme e pertanto ho deciso di andarmi a comprare un bel po' di cosine. E invece tu sei cosi' cattivo. Si, proprio un cattivone" Aveva parlato con un tono di voce infantile, quasi a prendermi in giro e improvvisamente non mi sentivo piu' tanto al sicuro. Mi riveniva in mente la scena in cui con un calcio aveva spezzato un lucchetto di ferro e non mi sembrava neanche tanto ubriaca come avevo immaginato. Che avrei dovuto fare? Accettare di farmi derubare nuovamente e cercare di evitare l'inevitabile punizione oppure sperare che lei abbandonasse quell'idea insana e che la porta rinforzata potesse essere un baluardo insormontabile anche per una della sua forza? Mi presi la testa fra le mani, incapace di prendere la decisione giusta ma non ebbi il tempo di fare quella maledetta scelta in quanto un fragore spaventoso mi ridesto' dalle mie elucubrazioni. Il pugno di Sara aveva aperto un foro nella mia porta, sbriciolandola come se, invece di legno massiccio, fosse di cartapesta. Vidi anche la sua mano inserirsi nel buco per girare la chiave e quindi la stessa mano spingere la porta ormai fracassata e spostare con una facilita' disarmante il letto e il como'. Oh mio Dio. Come poteva fare una cosa del genere? Ormai Sara aveva aperto completamente la porta ed era entrata nella mia stanza ed io non potevo fare niente. Pochi passi ed era dinanzi a me
" Adesso mi hai fatto veramente incazzare. Cosi' non si fa, amore mio. Cosi' dimostri di essere totalmente scemo. Pensavi davvero di potermi sfuggire?"
" Non puo' pretendere la mia carta di credito" piagnucolai e per tutta risposta mi arrivo' uno schaffo talmente violento che mi mando' a sbattere violentemente contro l'armadio. Mi lasciai scivolare per terra con le lacrime che scorrevano di nuovo dai miei occhi
" E chi me lo impedisce? Tu per caso? Oppure quella porta?" rispose intanto ghignando Sara indicando ironicamente la porta della mia camera da letto distrutta dalla sua forza spaventosa
" Perche'? Perche' proprio a me?" mi lamentai continuando a piangere senza pero' commuovere la bella ragazza che si ergeva dinanzi a me. Mi fece cenno di rialzarmi e poi mi prese per mano delicatamente. Mi porto', sempre tenendomi per mano, di nuovo nel salone. Sembrava una mamma che accompagna il proprio bambino a scuola ma, improvvisamente, la sua mano che fino a quel momento era stata morbida, si strinse improvvisamente. Sentii un tremendo dolore come se avessi messo la mia mano in mezzo a delle tenaglie
" Eh si! Sei proprio scemo! Non ti sono bastate tutte le dimostrazioni che ti ho dato finora? Che altro devo fare per convincerti che sono nettamente piu' forte di te? Pensavi davvero che una misera porta ti avrebbe potuto difendere da me? Povero illuso. Ora sono costretta a riempirti di botte per ricordarti che quando ti do un ordine tu devi obbedire immediatamente e devi farlo pure col sorriso sulle labbra e poi mi prendo ugualmente la tua carta di credito. Non ti conveniva, credimi"
" La prego, signorina Sara. Non puo' fare una cosa del genere. Cosi' sono rovinato" la implorai inginocchiandomi e per tutta risposta lei mi prese per i capelli obbligandomi a rialzarmi
" Ancora non hai capito, vero? Ancora non hai capito che non sono il tipo che si commuove per i tuoi lacrimoni? Quando prendo una decisione, niente e nessuno puo' farmi tornare indietro. Ho deciso che ti picchiero' e lo faro' anche se tu dovessi piangere tutte le lacrime che hai. Pero' voglio darti una chance, altrimenti e' troppo facile per me. Contero' fino a cento prima di colpirti ed in tutto questo tempo mi limitero' a difendermi senza contrattaccare. E' una buona occasione per te. Fammi vedere cosa vali" Si allontano' alcuni metri da me e inizio' il conteggio. Non mi rimaneva altro che provarci. Ero un pugile dilettante, sapevo muovermi e sapevo colpire bene e forse poteva essere davvero un'occasione irripetibile, anche se il mio braccio sinistro ancora non funzionava del tutto. Ma io ero destrorso e se l'avessi presa con un bel gancio o un montante, avrei potuto farle male ed il mio piu' grande desiderio era proprio quello di vederla soffrire. Era forte ma non poteva mica essere invulnerabile. La sua costituzione era poco al di sopra della media ed una ragazza doveva avere per forza diversi punti deboli. Sempre che fosse umana, cosa di cui dubitavo ogni momento di piu'. Intanto, potevo avanzare tranquillamente. Se lei avesse mantenuto la promessa non mi avrebbe colpito e quindi mi avvicinai cercando un gancio che pero' Sara evito' con una semplice torsione del busto. Provai poi con un diretto che invece paro' sorridendo, quasi come se fosse a conoscenza che la stavo per colpire proprio in quel punto. Provai ripetutamente mostrando tutto il repertorio che avevo imparato in tanti anni di palestra ma non c'era niente da fare. Continuava imperterrita a contare spostandosi rapidamente o parando i miei pugni facilmente ed il centesimo secondo arrivo' senza che io fossi riuscito a sfiorarla minimamente
" Adesso tocca a me" disse semplicemente. Finse di attaccare con la mani ed invece mi colpi' con un calcio al volo che mi fece roteare su me stesso. Erano trascorsi appena un paio di secondi e la sua infinita superiorita' aveva gia' avuto la meglio. Mi girava la testa per il colpo ricevuto e non avevo piu' difese, ammesso che le mie difese sarebbero potute servire a qualcosa. Ero completamente alla sua merce' e lei infieri' senza pieta', con diversi pugni al bersaglio grosso ed al volto. Era veloce come un fulmine, precisa e violenta e dopo neanche dieci secondi ero a terra, pesto e sanguinante. Non aveva ancora terminato pero'. Mi rialzo' da terra e comincio' la serie di ceffoni, con la mia povera testa che andava a destra e sinistra
" Pieta', la prego. Basta!" Caddi di nuovo a terra e mi misi in ginocchio ai suoi piedi. Piangevo disperatamente, in modo quasi rabbioso soprattutto per la mia impotenza. Sara intanto, prima mi diede un piccolo calcio che servi' a mandarmi completamente sdraiato e quindi mi mise prima un piede sullo stomaco in segno di vittoria inequivocabile. Poi si chino' mettendo il suo sedere sulla mia bocca. Sapevo cosa voleva ormai. Quello era la sua arma di umiliazione preferita e mi scorreggio' in faccia, ridendo come una bambina. Un peto rumoroso e puzzolente che sembro' quasi deflagrare nella stanza e che sembro' rompere i suoi jeans per avvampare completamente il mio volto
" Lo capisci o no che non puoi fare niente contro di me? Vediamo se te ne renderai conto dopo quello che ti faro'" Rabbrividii. E adesso cosa mi avrebbe fatto? Si rialzo' e quindi prese la caviglia del mio piede destro trascinandomi per la stanza. All'inizio non capivo cosa volesse fare ma poi me ne resi conto. Mi stava sollevando con una mano tenendomi per la caviglia, continuando a ridere e tutto cio' che avevo in tasca cadde a terra, compreso il portafoglio. Mi teneva col viso a pochi centimetri dal pavimento, facendomi dondolare. Non poteva essere vero. Non faceva nessuno sforzo apparente. Mi abbandonai al mio destino. Combattere contro di lei era inutile. Troppo forte, troppo brava per me. Ci avevo provato, avevo lottato ed avevo perso. Rimasi in quella posizione per un paio di minuti, fino a quando lei apri' la mano facendomi cadere rovinosamente
" Ed ora la carta di credito, stronzo" Camminando a carponi afferrai il mio portafogli cercando una delle mie carte di credito. Ne avevo una mezza dozzina ed afferrai quella dove avevo meno credito e glie la porsi. Sara mi guardo' scuotendo la testa e prosegui' "Ho il timore che tu mi abbia preso per una cretina. Quando ti chiedevo la carta di credito, intendevo dire TUTTE. Le voglio tutte e me le prendo tutte. Obiezioni?"
" Ed io? Come faro' adesso io? Mi sta togliendo tutto"
" Non me ne frega un cazzo di come farai. Adesso pero' facciamo lo stesso giochino dell'altra volta con la macchina. Mi implorerai di prendere tutti i tuoi averi ed io registrero' la tua bella frase d'amore. Sai, e' meglio essere previdenti. Non vorrei che tu impazzissi e mi denunciassi, anche se sarebbe una denuncia cretina considerando che ho almeno una ventina di ragazzi pronti a testimoniare che tu sei pazzo d'amore per me e che faresti qualsiasi cosa. Inutile raccomandarti di essere convincente. Sai cosa ti succedera' se non dovessi esserlo?" Lo sapevo ed ora capivo anche il motivo per cui mi aveva portato in quella casa in mezzo a quei mocciosi: per umiliarmi ma anche per avere dei testimoni pronti a giurare che i miei erano stati atti di generosita' dettati dal grande amore che nutrivo per lei. Era furba e dotata di intelligenza non comune, oltre a tutte le altre qualita' fisiche. Registro' cio' che voleva e lei sembro' rimanere soddisfatta. Prese le mie carte di credito e mi ordino' di darle tutti i codici segreti di quelle carte, quindi venne di fronte a me. Tremavo di paura al suo cospetto e quando vidi che mi stava afferrando per la gola temetti che stavolta era veramente finita per me. Sentii la sua potenza spaventosa sul mio collo ed ancora una volta mi sollevo' da terra. Questa volta lo fece stendendo completamente il suo braccio facendomi rimanere a diversi centimetri da terra. Spaventoso e inaudito
" Ed ora ascoltami bene, cazzone. Non provare a fare nessun movimento in uscita su quei conti. Controllero' personalmente che da oggi in poi gli unici movimenti siano quelli delle mie spese. Se provi a togliere un solo centesimo io ti distruggo completamente, ti spezzo le gambe e ti lascero' continuare a vivere su una sedia a rotelle. Pensi che non ne sia capace?"
"Non faro' nulla ma per pieta' non mi faccia ancora del male" gemetti. La ragazza sorrise sadicamente
" Ti faro' male quando avro' voglia di fartene. Io posso fare tutto con te. Tu mi appartieni completamente. Tu sei il mio bancomat, il mio pupazzo e se ne avessi voglia sei anche il mio cesso e se mi dovesse venire il desiderio di pisciarti in faccia o di farti mangiare la mia merda, tu lo farai. Ti e' chiaro il concetto?"
" Si" risposi semplicemente
" Pero' se tu mi obbedirai, se ti atterrai scrupolosamente a quello che io ti ordinero' di fare, potrai risparmiarti un sacco di botte. Ma se farai lo stronzo come hai fatto stasera, se non scatterai immediatamente ad ogni mio ordine, la tua vita diventera' un inferno tale che quello che hai trascorso in questi giorni potrai ricordarlo come un periodo della tua vita particolarmente felice" Non ebbi la forza di replicare. Finalmente, il suo braccio bionico abbandono' il mio collo e la vidi uscire dalla mia casa, felice e soddisfatta. Ero quasi rovinato. Oltre dieci anni di lavoro sfumati per una pazza ladra e forzuta. Mi trascinai fino allo specchio. Il mio viso era ridotto ad uno straccio a causa dei pugni e degli schiaffi di Sara e sentivo dolore in tutto il resto del corpo. Dovevo far qualcosa e dentro di me avevo gia' deciso cosa fare. L'avrebbe dovuta pagare e l'avrebbe fatto con gli interessi.
Mauro Zampieri era sempre stato un poco di buono al liceo. Era un ragazzo che si approfittava della sua fisicita' per spaventare chiunque ed eventualmente per picchiare chi non accettava le sue condizioni. Se ne era andato dopo tre anni, senza terminare gli studi e soprattutto senza alcun rimpianto da parte di nessuno. In seguito avevo saputo che era entrato nel giro della piccola criminalita', anche se ormai erano anni che non lo sentivo piu' e poteva anche essere diventato una brava persona. Ma a me non serviva una brava persona. Ci misi tre giorni per rintracciarlo e per prendere un appuntamento e non fu affatto una cosa facile, ma alla fine ci riuscii. Tre giorni durante i quali non ebbi notizie di Sara e che impiegai anche per nascondere ogni cosa preziosa mi fosse rimasta, a cominciare da un libretto di risparmio dove avevo ancora dei soldi e soprattutto nascosi le ricevute di diverse azioni che possedevo.
L'appuntamento con Mauro era in un bar vicino casa sua. Mauro era ancora peggio di come me lo ricordavo. Era diventato un colosso di un metro e ottantacinque con le braccia tatuate ed una faccia che metteva spavento. Si guardo' in giro per cercarmi e, visto che ero seduto, dovetti alzarmi per farmi riconoscere. Si avvicino' verso di me
" Ma guarda chi si vede, Stefano Rigoni" Mi abbraccio' e per poco non mi ruppe alcune costole
" Mettiti seduto, Mauro e prendiamoci qualcosa" Mauro accetto' il mio invito e chiamo' il ragazzo del bar per ordinare da bere e poi si rivolse verso di me
" Ma tu guarda, Rigoni. Ti ricordi quando eravamo ragazzini le botte che ti davo?"
" E come no! Come farei a dimenticarmelo"
" Sei cambiato pero'. Hai due belle spalle. Fai sport per caso?"
" Mi tengo in forma. Faccio pugilato"
" Hai capito Rigoni! Ma dimmi un po'. Come mai mi hai cercato dopo tutti questi anni? Non credo che tu avessi voglia di rivedermi" Era inutile tergiversare, dovevo andare subito al sodo
" Ho bisogno di un aiuto, Mauro, e non so a chi rivolgermi"
" Che tipo di aiuto?"
" Ho bisogno che una persona....abbia un grave incidente. Capisci cosa voglio dire?"
" Ho capito, ma � meglio andare a parlare di queste cose da un'altra parte. Intesi?" Accennai di si con la testa, bevemmo le consumazioni e poi ci alzammo. Lo seguii mentre si dirigeva verso un posto piu' tranquillo ed alla fine mi fece cenno che potevamo fermarci
" Qui' possiamo parlare tranquilli. Quanto deve essere grave quest'incidente?"
" Tanto da non farla camminare piu' e da non farle piu' prendere un bicchiere in mano. Vorrei vederla morta, ma non ho il coraggio di spingermi fino a questo punto"
" Parli di una donna, a quanto vedo. E' una tua ex?"
" E' una ragazza di 19 anni che mi sta perseguitando e che mi ha rovinato la vita" Mauro scoppio' a ridere
" Una ragazzina? E il signorino ha paura di sporcarsi le mani. Sei proprio come mi ricordavo"
" Non e' come pensi, Mauro. Quella non e' una ragazzina, e' il diavolo in persona. Ha una forza enorme ed e' un'esperta di arti marziali. Credimi, non sto esagerando. E' riuscita a spezzarmi un braccio ed e' stata capace di sollevarmi con una mano. Lo so che e' difficile crederci, ma ha qualcosa di demoniaco, anche se apparentemente e' una ragazza normale, pure molto carina"
" Ho capito. Dovro' stare attento, quindi, se vuoi che ti faccia questo favore"
" No Mauro. Senza offesa, tu sei enorme e sicuramente sei molto forte, ma potresti non bastare. Ti ripeto che e' bravissima nelle arti marziali e si muove alla velocita' della luce, ma soprattutto possiede una forza fisica disumana"
" Non e' che mi stai prendendo per il culo? Perche' in questo caso oltre al braccio io ti spezzo anche le gambe. Intesi?"
" Ti giuro che e' cosi'. Sembra tutto assurdo ma e' la sacrosanta verita'. Sto uscendo pazzo. Mi tiene come il suo schiavo e per di piu' ha schiavizzato mio nipote e i suoi amici. La voglio vedere su una sedia a rotelle per tutta la vita. Devi aiutarmi"
" D'accordo, ma cosa vuoi esattamente? Mi hai appena detto che potrei non bastare, anche se mi sembra assurdo"
" Tutto e' assurdo in questa storia. Per essere sicuri che la cosa abbia buon fine devi rimediare una decina di amici"
" Per me va bene. Ma lo sai quanto ti costera' una cosa del genere?"
" No, dimmi"
" Almeno centomila euro. Io e i miei amici non ci sporchiamo le mani per meno di dieci pezzi ognuno" Rimasi con la bocca aperta. Non mi aspettavo una cifra del genere
" Ma io non ce l'ho tutti questi soldi"
" E allora non se ne fa niente. Mi dispiace"
" Aspetta Mauro. Ho ancora 40.000 euro. Ti do tutto quello che ho a patto che mi togli dalle palle quella maledetta per sempre. Almeno in cinque o sei, ti prego. Per essere piu' sicuri" Mauro mi guardo'. Ero distrutto e dovetti fargli pena
" Ok. Ma non piu' di cinque per quella miseria. Ti faccio uno sconto in ricordo dei vecchi tempi. Ho giusto qualche amico che non vede l'ora di divertirsi con una ragazza. Mi hai detto che e' molto carina e voglio la liberta' di farci anche altre cose oltre a mandarla su una sedia a rotelle. Chiaro?"
" Tutto quello che vuoi e poi le sfregi quel bel faccino che ha. Non voglio piu' vedere quel sorriso ironico sul suo volto"
" La devi odiare proprio tanto"
" La odio immensamente e non ce la faccio piu' a sopportare le umiliazioni a cui mi sottopone. Eppure mi piace e in un certo senso non posso fare a meno di ammirarla e di rispettarla. Il vero problema e' che si sta impadronendo di tutto cio' che mi sono guadagnato in tanti anni di lavoro e questo io non posso permetterlo. Per non parlare che mi impedisce di avere rapporti con altre donne. Sono ancora giovane e non ho intenzione di dedicare il resto della mia vita alla castita' oppure attendere se e quando lei mi dara' il permesso di andare con una donna. Me la devi togliere dalla mia vita, Mauro. Assolutamente!"
" Ok Stefano. Le spezzeremo gambe e braccia e le sfregeremo la faccia. Vedrai che quella stronza non ti dara' piu' fastidio"
Ci mettemmo d'accordo sul pagamento e sulle altre cose. Gli dissi che volevo assolutamente godermi lo spettacolo e che pertanto volevo essere presente nel momento in cui lui e i suoi amici l'avrebbero massacrata, anche se nascosto. Mi raccomandai dicendogli che dovevano usare tutte le accortezze possibili e di non avvicinarsi a lei fino a che non fossero stati sicuri di averla resa inoffensiva e di usare quindi catene e spranghe piuttosto lunghe. Avrei voluto che prima le sparasse alla gambe ma Mauro mi fece notare che non potevano fare una cosa del genere in quanto un colpo d'arma da fuoco avrebbe richiamato gente e fui d'accordo con lui. Non avevo una foto di Sara e gli dissi che gli avrei mandato un messaggio quando lei si fosse rifatta viva con me e Mauro mi assicuro' che gli sarebbe bastata un'ora per preparare la trappola. Gli dissi anche che l'ideale sarebbe stato proprio sotto casa mia. Abitavo in una zona residenziale ed a poche centinaia di metri c'era un vasto parco dove abitualmente andavo a correre durante i week-end e che di notte era ovviamente completamente deserto. Sarebbe bastato attenderla sotto casa mia, minacciarla con un'arma e portarla nel parco dove Mauro e i suoi amici, armati appunto di catene e cose similari, avrebbero potuto massacrarla per il mio godimento e violentarla per il loro.
Per altri due giorni non ebbi notizie di Sara, a parte il fatto che mi ero informato telematicamente sugli estratti conti e sull'andamento delle varie carte di credito che mi aveva rapinato. Aveva speso oltre tremila euro. Pensavo addirittura peggio, ma comunque, con quell'andazzo, nessuno le poteva impedire di obbligarmi a consegnarle addirittura il mio stipendio. Ma, appunto, due giorni dopo il mio incontro con Mauro, Sara si rifece viva. Mentre ero al lavoro mi telefono' avvertendomi che la sera sarebbe venuta a casa mia e che le dovevo preparare una bella cenetta. Telefonai immediatamente a Mauro mettendolo al corrente della situazione e lui mi assicuro' che, nel momento in cui lei fosse uscita dal mio appartamento, avrebbe agito. Trascorsi le rimanenti ore quasi in apnea. Tra poco il mio incubo sarebbe terminato, ma prima avrei dovuto incontrarla e questo mi metteva in agitazione. Cosa avrebbe escogitato stavolta? Quali altre umiliazioni aveva in programma per me? Cos'altro mi avrebbe tolto? Prima di andare a casa comprai l'occorrente per preparare una bella cena e per fortuna che ero in grado di rimuovermi tra i fornelli. Essendo single, sapevo cucinare un po', anche se non mi era mai piaciuto farlo e preferivo andarmene a cena al ristorante oppure prepararmi un semplice panino quando decidevo di non uscire. Pero' un piatto di pasta ed una bella bistecca sapevo farle. Ad ogni modo, feci il pieno di ogni ben di Dio. Qualunque cosa mi avesse chiesto ce l'avrei avuta.
Alle otto e un quarto di quella sera, il mio videocitofono squillo'. L'attesa era terminata. Il suo bel viso riempi' il piccolo schermo. Era truccata diversamente dal solito, piu' marcata, con un rossetto acceso ed appariva decisamente piu' grande rispetto ai suoi 19 anni
" Apri, cazzone" Cominciavamo proprio bene. Andai ad aprire la porta. Avevo deciso di essere accondiscendente al massimo per evitare il piu' possibile si essere picchiato da lei, anche se sapevo benissimo che poi le scuse per maltrattarmi le avrebbe trovate da sola. L'ascensore si fermo' al mio piano e lei fece la sua apparizione in casa mia. E proprio di apparizione si doveva parlare. Era vestita come per andare ad un incontro sadomaso, con un pantalone aderentissimo lucido che sembrava le fosse stato cucito addosso ed un bustino nero con alamari che mal contenevano il suo seno. Il pantalone era infilato dentro ad un paio di stivali che le arrivavano quasi al ginocchio dotati di tacchi inverosimili di metallo. A spillo ovviamente. Con un calcio dato con quegli stivali, considerando la sua forza erculea, mi avrebbe potuto trapassare da parte a parte. Per concludere, indossava un paio di guanti lunghissimi dello stesso tessuto del pantalone che le coprivano l'intero braccio. Inghiottii nervosamente la saliva. Era veramente bella! Ed era soprattutto di una sensualita' spropositata. Oh certo, troppo vistosa per i miei gusti, ma senz'altro sexy ed eccitante come poche altre ragazze avrebbero potuto essere pur vestite in quel modo. Il suo corpo risaltava alla perfezione strizzata in quegli abiti e mi maledissi una volta di piu' per non aver accettato le sue avances. Avrei potuto averla e non essere costretto a subire tutto quello che mi aveva fatto fino a quel momento. Ma oltre alla sua bellezza, c'era anche un altro motivo per cui ero particolarmente nervoso. Nelle sue mani teneva una frusta in cuoio nero. Oh mio Dio, cosa aveva intenzione di farmi? Mi voleva frustare? Entro' sorridente
" Ti piaccio cosi'?"
" Oh Dio, lei e' cosi'...." balbettai. Mi venne vicinissima e mi prese il mento tra le sue dita, come aveva fatto spesso, per poi baciarmi. Mi fece venire immediatamente il cazzo dritto. Sara se ne accorse scoppiando a ridere
" Di gia'? Ma sei proprio pazzamente innamorato di me, tesoro. Forse stasera ti scopero' davvero. Comunque hai risposto alla mia domanda. Sai, mi domandavo come ci si deve presentare davanti al proprio schiavo e ho deciso di comprare su internet queste cosette. Pare che siano l'ideale per essere una donna dominante"
" Il suo schiavo? Cosa vuol dire?"
" Sei proprio un coglione. Cosa vuol dire secondo te che sei il mio schiavo? Che tu fai esattamente quello che ti dico di fare e lo fai pure col sorriso sulle labbra. A proposito. Ho visto che sei sbiancato quando hai visto la frusta. Tranquillizzati. Quella mi serve per scena e non la usero' contro di te. Non ne ho bisogno" Termino' quella frase stringendo il suo pugno, ma poi sorrise e prosegui' "Chissa', forse potrei anche usarla la frusta, tanto per vedere se mi da lo stesso piacere che provo quando ti prendo a sganassoni. Vedremo. Ora fila a prepararmi la cena e cerca di fare qualcosa che non mi piace, cosi' avro' la scusa buona per metterti le mani addosso" Le chiesi cosa voleva per cena e mi diressi in cucina per accontentarla, mentre lei girava per casa mia guardando di nuovo tra le mie cose senza minimamente preoccuparsi di mettere le mani tra le cose di un altro e dopo un quarto d'ora me la ritrovai dietro a me. Mi abbraccio' da dietro e sembrava il gesto di un'innamorata, ma tremavo sapendo cosa quelle braccia erano in grado di fare
" Sai Stefano, ho deciso. Mi piace questa casa e mi trasferisco qui'. Domani ordinero' a qualcuno dei miei dolci schiavetti di portare tutte le mie cose qui'" Mi sentivo come se mi avessero dato una pugnalata ma poi pensai che quella sarebbe stata l'ultima sera che Sara faceva la stronza con me. Domani avrei goduto al suo capezzale, altro che venire ad abitare a casa mia. Ma per quella sera dovevo ancora pazientare. Mi girai verso di lei e mi feci umile
" Come vuole lei signorina Sara"
" Bravo, cosi' ti voglio. Allora ce l'hai un cervelletto che ti funziona e non ti serve soltanto per dividere le orecchie. Hai capito finalmente che posso fare qualunque cosa con te"
" Si signorina Sara" risposi mentre lei avvicinava di nuovo la sua bocca alla mia. Era cosi' invitante e feci una fatica enorme per non baciarla. Mi prese le mani e le porto' all'altezza del suo sedere e mi persi nella perfezione dei suoi glutei strizzati in quel pantalone che ne magnificava le forme. Mi piaceva toccare quel culo ed il mio cazzo riprese vigoria. La desideravo. Se solo avessimo potuto essere una coppia normale.....Ma lei non era normale. Mi cinse il bacino con quelle braccia dalla potenza inaudita e mi trovai improvvisamente bloccato. Cominciava a farmi male. Le sue braccia si strinsero ancora di piu' ed il dolore inizio' a farsi insostenibile
" Potrei spezzarti tutte le ossa una ad una, se soltanto stringessi un po' di piu'" Fu soltanto una questione di un secondo in quanto poi mi lascio'. Respirai profondamente. Era pazza ed io ero nelle sue mani
" Perche'? Perche' mi fa questo? Sto facendo tutto quello che lei mi dice"
" Ti ho gia' detto che mi diverte. Non devi continuare a rompermi il cazzo piagnucolando e lamentandoti. Con te faccio tutto quello che voglio. Se ti dico di abbaiare tu abbai come un cane. A proposito, fammi vedere come abbai"
" Cosa devo fare?" Mi resi conto troppo tardi che avrei dovuto evitare quella domanda idiota. Il suo braccio si alzo' e mi colpi' con uno dei suoi schiaffi facendomi ondeggiare e quindi mi prese per il collo con una mano bloccandomi completamente mentre con l'altra riempi' il lavabo. Quando lo ebbe riempito a meta' ci infilo' la mia testa senza pieta'
" Cosa devi fare cazzone? Devi fare il cane, il mio piccolo dolce cagnolino scodinzolante. Per tutta la serata non ti deve uscire una parola dalla bocca. Puoi solo abbaiare e devi camminare a quattro zampe. E devi essere interamente nudo. Soltanto per finire di preparare la cena e per servirmela oppure per espletare un mio ordine in cui ti serviranno le mani avrai il permesso di camminare eretto. Finalmente mi lascio' il collo e potei alzare la testa inzuppata e respirare di nuovo. Avevo di nuovo le lacrime agli occhi e soltanto il pensiero che da li' a poco Mauro e i suoi scagnozzi l'avrebbero ridotta male, mi dettero la forza di proseguire. Mi spogliai interamente, mi inginocchiai e abbaiai mentre Sara sembrava divertirsi come una matta. Mi getto' una forchetta e dovetti riportargliela con i denti e per ricompensa mi fece i grattini. Maledetta!
Inutile dire che la cena la dovetti mangiare per terra usando soltanto la bocca. Non ce la facevo piu'. Ero stanco, umiliato e maledettamente eccitato. Non era per niente facile far finta di niente di fronte a Sara vestita in quel modo provocante e per di piu' lei mi sfiorava continuamente, mi toccava, mi baciava, ammiccava ed in tal modo il pene era quasi sempre completamente eretto. Avevo assoluto bisogno di sesso ed in seconda ipotesi di una doccia gelata. I testicoli mi facevano male come quando ero un ragazzino dopo un pomeriggio trascorso interamente a baciare la ragazzetta di turno. Al contrario, lei sorrideva maliziosamente, per nulla imbarazzata di fronte alla mia nudita'
" Sai, ho un'amica che ha una bella cagnolina in calore. Scommetto che quella cagnolina si innamorera' subito del mio bel cagnone e vorra' farsi scopare da te e poi mi darete tanti bei cagnolini. Vieni qui' dalla mamma, fatti accarezzare, fai le feste alla tua padrona" Quello ero diventato. Un burattino nelle sue mani, assolutamente impossibilitato ad avere una pur minima reazione. Ma anche quella serata stava per concludersi. Una serata da cani nel vero senso della parola, ma anche una serata che avrebbe tolto la mia schiavitu' da li' a poco. Era da poco passata la mezzanotte infatti, quando Sara decise di andar via
" Ti lascio solo, cagnone, ma solo per questa sera. Domani la tua padrona si trasferisce qui' e ti fara' tante coccole. E metti a riposo questo bel pisellino che stasera si e' agitato parecchio" concluse scoppiando in una risata cristallina. Sempre costretto a stare a quattro zampe, la vidi aprire la porta e richiuderla e non potei fare a meno di ammirare quel culetto delizioso strizzato in quei pantaloni aderentissimi. Aveva un'anima demoniaca con un visetto delizioso ed un corpo scolpito. Ma era giunto il momento. Stavo per godermi la scena piu' bella della mia vita: il suo massacro.
Fine settima puntata
OTTAVO EPISODIO
Appena Sara richiuse la porta, mi rialzai. Ero stato quasi tutta la sera a quattro zampe e dovetti stirare i miei muscoli, ma non avevo tempo da perdere. Feci subito uno squillo a Mauro avvertendolo dell'uscita di Sara da casa mia e dicendogli che non avrebbe potuto sbagliarsi in quanto era vestita tutta di nero come una dominatrice di una scena sadomaso e era praticamente impossibile un errore di persona. Mi rivestii in un batter d'occhio e, facendo attenzione a non far rumore, uscii da casa e scesi di corsa le scale per non perdermi lo spettacolo. Se Mauro avesse mantenuto la parola, lui e i suoi amici dovevano essere giu' nel portone ad attenderla. Mi acquattai tra le scale e la parete e vidi la scena. Impossibilitata a scendere le scale con quei tacchi enormi, aveva dovuto attendere l'arrivo dell'ascensore dandomi il tempo di osservare tutto dall'inizio. Sara apri' la porta dell'ascensore, fece pochi passi per uscire dal portone e ad aspettarla c'erano il mio ex compagno di scuola e quattro suoi amici, quattro colossi della stessa sua corporatura che maneggiavano bastoni da baseball, catene, spranghe e uno di loro il pericoloso nunchaku, l'arma di Bruce Lee, due bastoni uniti da una catena. Mauro invece, spiano' la pistola dinanzi a Sara, rimanendo a debita distanza da lei come gli avevo consigliato. Di spalle, Sara non poteva vedermi, mentre Mauro aveva la visuale completa e gli feci l'ok per confermare che era proprio lei la ragazza che dovevano aggredire. Sara si fermo' di colpo alla vista di quei cinque colossi che le sbarravano la strada e Mauro esordi'
" Ma che bella visione! Complimenti. Ti manca solo la frusta"
" Ce l'ho qua' dentro la borsa. Volete che vi frusti, per caso?" Non sembrava affatto impaurita come avrebbe dovuto esserlo qualunque persona al suo posto. Continuava ad essere ironica, sicura del fatto suo ed improvvisamente, molte certezze mi abbandonarono. Mauro intanto, prosegui' col piano stabilito
" Non fare la stronza se non vuoi che ti buchi quel tuo bel visetto. Ora ci andiamo a fare una bella passeggiata qui' vicino e tu farai esattamente quello che ti dico di fare"
" D'accordo ragazzi, come volete voi. Se proprio avete intenzione di rimanere soli con me, devo proprio accontentarvi" Ancora quel tono ironico e sicuro. Stava giocando con quegli avanzi di galera perfettamente a suo agio. Cominciavo ad avere timore. Non conoscevo affatto le potenzialita' di Sara nella sua interezza. Oh certo, aveva dimostrato di essere spaventosamente potente ma avevo pensato che cinque tipi del genere, il piu' piccolo dei quali aveva due braccia grosse come le mie cosce, potessero ridurla a mal partito per sempre, ma quella sua sicurezza mi fece cominciare a temere che forse mi ero sbagliato. O forse era proprio il suo carattere a farla comportare cosi' e cercavo di convincermi che sicuramente le cose sarebbero andate nel modo giusto e che le mie preoccupazioni erano infondate.
Intanto, Sara non fece obiezioni all'ordine e si mise alla testa del gruppetto, con Mauro che le dava le indicazioni per arrivare al parco. Per fortuna non c'era nessuno a quell'ora ed anch'io, preoccupandomi di restare nascosto, seguii il gruppo. Mi nascondevo con l'aiuto delle varie macchine parcheggiate e poi, entrati nel parco, trovai un buon nascondiglio grazie ad una delle tante siepi disseminate intorno. Lo spettacolo che avrebbe dovuto togliere definitivamente Sara dalla mia vita stava per iniziare. Lei intanto, su ordine di Mauro si volto' e potevo vedere bene il suo bel viso illuminato dalla luna, sorridente e per nulla intimorita
" Allora ragazzi, cosa dobbiamo fare? Abbiamo fatto una bella passeggiata al chiaro di luna, ma credo che adesso dobbiamo andare al sodo, non e' vero?" esordi' Sara posando la sua borsa nei pressi di una panchina di fianco a lei
" Diamo a questa puttanella la lezione che si merita" disse uno degli scagnozzi di Mauro, quello armato di una catena. Gli uomini circondarono Sara impedendogli ogni via d'uscita e tre di loro avanzarono mulinando le loro armi, mentre Mauro ed il quinto rimasero a debita distanza, forse per non intralciarsi tra di loro. Sara rimase praticamente immobile, mentre quello armato di catena e quello col nunchaku si misero ai lati della ragazza e il terzo, con una pesante spranga di ferro si piazzo' davanti. Mauro, sempre con la pistola spianata, dette il via
" Forza ragazzi, spacchiamo le gambe a questa troietta e poi ce la scopiamo per bene" I tre agirono quasi contemporaneamente ed allora vidi quello che non avrei mai voluto vedere. Sara si chino' repentinamente evitando contemporaneamente la spranga che si stava abbattendo su di lei ed il nunchaku, mulinato con apparente maestria dall'uomo, ma evidentemente non abbastanza da poter colpire Sara che afferro' poi con la sua mano destra la catena prima ancora che l'uomo che ne aveva il possesso riuscisse ad indirizzarla verso di lei e contemporaneamente alzo' la gamba sinistra per andare a colpire in modo terrificante al volto quello armato di nunchaku, viso che aveva lasciato completamente libero dopo aver mancato il bersaglio, quindi strappo' la catena dalle mani dell'altro uomo con un semplice strappo e la getto' lontano per poi voltarsi di scatto e colpirlo al volto con uno dei suoi tremendi pugni ed infine afferro' per la gola il terzo, quello che aveva cercato di prenderla a sprangate, prima che questi cercasse di ricolpirla. Incredibile! Quanti secondi erano trascorsi? Quattro, cinque al massimo e Sara si era sbarazzata completamente di due avversari che giacevano inanimati a diversi metri lontano, con il viso completamente spappolato ed il terzo era nelle sue mani e non era solo un modo di dire in quanto la forzuta ragazza lo teneva saldamente per il collo, proprio come aveva fatto con me poco prima. E, proprio come aveva fatto nei miei confronti, sollevo' anche questo che pesava almeno una quindicina di chili piu' di me, con la sola forza del suo braccio destro. Con l'altra mano gli tolse la spranga di ferro che l'uomo ancora teneva e poi avanzo' verso gli altri due uomini, rimasti ovviamente allibiti per quanto avevano visto
" Spara, stronzo. Avanti, spara. Fammi vedere se c'hai le palle per farlo e cerca di ammazzarmi altrimenti sono cazzi tuoi" Sara continuo' ad avanzare, come se il peso dell'uomo fosse inesistente e incurante che questi cercasse con le sue mani di liberarsi. Mauro si rivolse all'ultimo suo compagno rimastogli, quello con la mazza da baseball
" Avanti, fa qualcosa. Valle alle spalle e dalle una mazzata in testa" L'uomo invece, terrorizzato per quanto stava vedendo, con quella ragazza vestita in abiti sexy che teneva a diversi centimetri dal suolo il suo compagno, getto' la mazza e scappo' via, incurante delle grida di Mauro che lo richiamava. Sara scoppio' in una delle sue sonore risate
" Ma che cazzo di compagni ti sei scelto? Uno che scappa davanti ad una ragazzina come me. Siete proprio patetici. Non riuscite nemmeno a violentare una donna. Se volevate scopare, bastava chiedermelo educatamente e avremmo fatto una bella ammucchiata. Con cinque maschioni del vostro calibro avrei potuto divertirmi un po'. Sempre che riuscivate a farvelo venire dritto e non vi emozionavate troppo al mio cospetto. Secondo me il cazzo vi serve solo per farvela sotto dalla paura" Sara scoppio' di nuovo a ridere e Mauro comincio' a guardarsi intorno dubbioso. Aveva ancora la pistola spianata verso Sara ma non poteva sparare in quanto avrebbe colpito il suo compagno che la ragazza continuava a tenere sollevato davanti a se usandolo quindi da scudo umano ed ormai erano solo ad un paio di metri l'uno dall'altra. Osservavo la scena con trepidazione. Avrei voluto urlare a Mauro di sparare, di colpire prima il suo compagno e poi Sara, ma in tal modo lei avrebbe scoperto che c'ero io dietro a questa aggressione, se gia' non lo stava immaginando. Ma intanto lo spazio tra i due si era ulteriormente ridotto e Mauro fece un paio di passi indietro, ormai anche lui impaurito dalla poderosa dimostrazione di forza e bravura fuori da ogni immaginazione, ma fu troppo tardi. Sara getto' l'uomo che teneva sollevato con la sua mano addosso a Mauro facendogli perdere in parte l'equilibrio e poi, con una rapidita' impressionante, soprattutto in considerazione dei suoi abiti e dei suoi tacchi altissimi, agi'. Afferro' per un braccio Mauro che, persa la pistola, cerco' di colpirla con dei pugni con la mano libera, pugni pero' che la ragazza paro' con nonchalance per poi colpirlo a sua volta e l'esito fu diametralmente opposto e drammatico per Mauro che, colpito al volto, sputo' alcuni denti e fece schizzare sangue dappertutto. Contemporaneamente, il compagno di Mauro, finalmente libero, si mise a gattoni e cerco' la via della fuga, ma la ragazza, accortasi del tentativo di fuga, fece un passo nella sua direzione, alzo' la gamba e la fece ricadere violentemente sul dorso della mano dell'uomo, infilzandogliela con il suo tacco a spillo come si fa con un pollo allo spiedo. Chiusi gli occhi rabbrividendo alla scena e sentii l'urlo disperato dell'uomo e poi i suoi singulti. Dio santo! Ma chi era quella furia? Sadica, violenta, come poteva un essere umano, una ragazza dai lineamenti graziosi come lei fare certe cose? Ed ora cosa avrebbe fatto? Li avrebbe uccisi? O si sarebbe limitata a dar loro una lezione che non avrebbero dimenticato per tutta la vita? Rimaneva solo Mauro infatti, ma era ormai esposto completamente a quella furia e Sara non gli fece sconti. Con la mano sinistra lo sorreggeva e con la destra lo picchiava violentemente. I suoi pugni si abbatterono piu' volte sulla faccia dell'uomo che non aveva nemmeno piu' la forza per chiedere pieta', cosa che forse non sarebbe servita, conoscendo la crudelta' di Sara. Guardavo quella scena e migliaia di pensieri si stavano scatenando nel mio cervello. Non potevo non essere affascinato ed ammirato nel vedere quella ragazza, splendidamente fasciata in quella tuta che ne delineava la perfezione del suo corpo, distruggere completamente un omone alto e robusto, alternando mosse di arti marziali eseguite ad una velocita' inimmaginabile a dimostrazioni di potenza pura assolutamente inaudite per una donna, con l'aggiunta di una sicurezza infinita nei propri mezzi derivante dalla sua netta superiorit� , ma mi rendevo anche conto che quella era la mia ultima spiaggia, che nel futuro avrei dovuto assoggettarmi definitivamente a Sara e che la mia vita era davvero rovinata. Se non c'erano riusciti cinque energumeni a fermarla, cos'altro avrei potuto fare? Intanto, i pugni di Sara continuavano ad abbattersi violentemente su Mauro, incapace di opporsi a quell'indiavolata ragazza. Ogni pugno gli faceva sputare denti e sangue, ogni colpo lo avrebbe potuto spedire a diversi metri di distanza se con l'altra mano non avesse continuato a sorreggerlo e sotto di lei l'altro uomo continuava a strepitare, ancora con la sua mano infilzata macabramente dal tacco della ragazza. Finalmente, lei smise di sorreggere Mauro che cadde a terra pesantemente. Gli mise l'altro piede sulla faccia
" Ora non svenire, mi raccomando. Non ho ancora terminato con te e mi darebbe molto fastidio se tu mi rovinassi gli ultimi divertimenti" gli fece
" Che cosa vuoi farmi?" biascico' l'uomo terrorizzato e piangente. Sembrava assurdo vedere quel colosso in quelle condizioni, stroncato, umiliato e massacrato da una giovane donna
" Ah gia', e' vero. Non puoi sapere cosa faccio agli stronzi che si mettono contro di me. Beh, e' giusto che tu lo sappia. Sto per spezzarti il braccio. Di solito, faccio in modo che il cazzone di turno torni in perfetta efficienza perche' non sono cattiva come sembro. Ma con te e con i tuoi compagni voglio fare un'eccezione a questa regola e ve lo spezzero' in modo tale che difficilmente ne riacquisterete l'uso in modo totale. Non e' divertente?" Non potevo vedere la faccia di Mauro nella posizione in cui mi trovavo, ma sapevo esattamente cosa stava pensando. L'avevo gia' provato sulla mia pelle. Era terrore allo stato puro, assoluta impotenza ed io sentivo di nuovo tutte quelle sensazioni. Ma avevo anche molta paura per quello che Mauro avrebbe potuto confessare a Sara. Se le diceva che ero stato io a contattarlo, per me era la fine. Pregavo Dio che lei non gli facesse quella domanda. Con quei mezzi persuasivi che si ritrovava, Mauro avrebbe confessato, non avevo dubbi
" Ti prego, non farlo. Faro' tutto quello che vuoi" imploro' intanto Mauro, facendo scoppiare Sara in una delle sue sonore risate che riecheggio' lugubre nel silenzio assoluto del parco
" E perche' mai dovrei accontentarti? Tanto tu farai in ogni caso quello che io voglio. Come tutti. E lo farai sia con il braccio sano che con il braccio rotto. E allora dimmi. Perche' mai dovrei privarmi della soddisfazione di spezzartelo?" Rise di nuovo e poi cambio' tono, usandone uno quasi infantile "Mi dispiace, tesoro, ma mi diverte troppo infliggere dolore. Mi eccita e mi sento gia' le mutandine bagnate. Ah, che stupida. Neanche le porto le mutandine stasera. Intanto preparati psicologicamente e cerca di non scappare altrimenti ti spezzo anche le gambe. Adesso passo qualche secondo al tuo amichetto che continua a strillare. Non mi piacciono gli uomini grandi e grossi che gridano come femminucce. E che sara' mai una mano bucata..." Vidi Sara togliere di scatto la sua gamba e dare un calcio alla pistola allontanandola definitivamente e sentii l'uomo che ormai da qualche secondo aveva smesso di urlare per limitarsi a rantolare, gridare di nuovo per il dolore. Sara stavolta si rivolse a lui
" Vale anche per te. Se fai una sola mossa, oltre alla mano bucata e al braccio che ti rompero', ti spezzo anche le gambe" L'uomo, terrorizzato, non si mosse e Sara si sedette su di lui, mettendo il suo culetto delizioso avvolto nel lattice sopra la sua faccia. Per alcuni secondi riuscii a notare l'uomo dibattersi furiosamente e inutilmente, probabilmente impossibilitato a respirare. Credevo che Sara lo stesse per uccidere soffocandolo con il suo sedere, ma poi, pur a diversi metri di distanza, sentii la ragazza emettere una scorreggia di dimensioni epiche e poi alzarsi sghignazzando
" Ti e' piaciuto? A me tanto. Non puoi capire quanto mi piace. Sai, ho cinque schiavetti che mi diletto a far assaggiare loro le mie puzzette e dovresti considerarti fortunato che abbia scelto te" Puzzette? Erano peti giganteschi, rumorosi e maleodoranti che, per mia sfortuna, avevo assaggiato piu' volte. Nel frattempo, Sara alzo' da terra il malcapitato, cosi' come si puo' alzare un fantoccio, per metterlo addosso ad un albero, osservata da Mauro ancora steso per terra. Il braccio dotato di forza erculea della ragazza sollevo' di nuovo il compagno di Mauro da terra prendendolo per la gola. Era impressionante! Ma quanto era forte? Come poteva esserlo? Non sembrava stesse effettuando alcun tipo di sforzo, eppure quell'omone era pesantissimo. Cristo santo! Aveva dei limiti quella ragazza? Nessun essere al mondo sarebbe riuscito a fare quello che lei faceva con quella semplicita' e l'idea che potesse non essere umana si stava rafforzando ulteriormente
" Pieta', non mi uccidere" piagnucolava intanto l'uomo che aveva completamente smesso di difendersi e di muoversi, avendo capito che niente avrebbe potuto aiutarlo
" Non sarebbe una gran perdita, testa di cazzo, ma non e' quella la mia intenzione" Sempre tenendolo per la gola con la sua mano sinistra, Sara gli afferro' il braccio con quella destra. A me lo aveva rotto con una mossa di karate o qualcosa del genere, allo scagnozzo di Mauro lo fece torcendoglielo violentemente. L'uomo grido' disperatamente solo per un secondo perche' poi Sara lo colpi' con un pugno terrificante che lo fece alzare in volo e lo fece arrivare quasi vicino a me. Oddio! Aveva detto che non lo avrebbe ucciso, ma quel pugno avrebbe steso un cavallo e l'uomo era completamente immobile. Il tempo di osservare la scena e Mauro, nonostante quello che gli aveva avvertito Sara, tento' la fuga. Probabilmente, la paura di fare la stessa fine del suo compagno gli fecero fare la scelta sbagliata. Infatti, le percosse subite gli dovevano aver notevolmente rallentato i movimenti e riusci' a fare solo pochi metri. L'incredibile agilita' di Sara, solo in parte rallentata dal suo abbigliamento e dai suoi tacchi a spillo, ebbero subito la meglio. Appena accortasi del tentativo di fuga, fece un paio di passi e poi si libro' splendidamente in volo, come nei migliori film di kung-fu, per andare a colpire Mauro alla schiena e per poi ricadere a terra in posizione eretta. Dio mio che dimostrazione di potenza e agilita'! Mauro, colpito dal piede di Sara, cadde intanto a terra rovinosamente con la faccia a terra. Sara fu subito vicino a lui, lo giro' con un piede e poi glie lo mise sulla gola
" Coglione che non sei altro. Ma davvero credevi di potermi sfuggire? Ma e' possibile che voi uomini siete cosi' idioti da non capire quando una persona vi e' talmente superiore anche se si tratta di una ragazza come me? Ma che dovevo fare per fartelo entrare in quel cazzo di cervello? Tagliare il tuo amico a meta' con un colpo di karate? O staccargli la testa dal collo?"
" L'ho capito, adesso. Ti prego....."
" Troppo tardi, cazzone. E ringrazia il tuo Dio che ti ho colpito con la suola. Se l'avessi fatto col tacco ti avrei trapassato da parte a parte. Non sono carini questi stivali con il tacco in ferro? Mi sono costati un occhio della testa. Anzi, a dir la verita' sono costati ad uno stronzo che mi fa da schiavo" La solita risata con la quale Sara terminava le frasi ironiche fece da epilogo. Sara si chino' poi sull'uomo mettendogli le mani sotto il corpo e lo sollevo' mettendoselo in braccio e poi se lo isso' sopra la testa come si usa fare con i bilancieri, dando un ulteriore dimostrazione di potenza inaudita. Udii Mauro urlare di paura e poi il tonfo sordo che fece il suo corpo quando, gettato con violenza da Sara, ando' a cozzare contro un albero. Mauro scivolo' tristemente a terra e Sara gli prese il polso e, assolutamente sorda alle preghiere dell'uomo ed anzi, sghignazzando allegramente, lo colpi' proprio nello stesso modo con cui l'aveva fatto a me, con un colpo dato a mano aperta. Credetti di sentire il crac della rottura delle ossa fin dove mi trovavo io, ma forse era solo la mia impressione. Di certo c'era che il braccio di Mauro penzolava in modo innaturale e l'uomo, dopo il logico urlo di dolore che accompagnava un gesto del genere, piangeva disperatamente sorreggendosi il braccio rotto con l'altro ancora sano. Ora indietreggiava terrorizzato, incalzato da Sara che lo colpi con due tremendi schiaffi che lo fecero di nuovo cadere a terra. Povero Mauro! Non mi era mai stato simpatico, ma una lezione del genere forse non la meritava nemmeno lui. E non era ancora finita, ovviamente. Sara gli aveva promesso che gli avrebbe spezzato le gambe e sapevo perfettamente che lei manteneva quel tipo di promesse. Gli prese un piede e dapprima glie lo torse come aveva fatto col braccio e poi fece scendere la sua mano dotata di forza disumana a taglio sulla stessa gamba, per poi ripetere l'operazione con l'altra gamba. Ancora urla, ancora pianti da parte del mio ex compagno di scuola. Tutto inutile. In quel parco a quell'ora, nessuno lo poteva sentire e, anche se fossero accorsi aiuti, cosa sarebbe cambiato? Sarebbero stati solo carne da macello nelle mani di Sara che non aveva ancora finito il suo show. Con gesti lenti, improvvisando un inedito e imprevedibile strip-tease, fece scendere i suoi pantaloni di lattice e si mise in piedi sopra di Mauro
" Che c'e'? Non hai mai visto una fica? Scommetto che ti stai pure eccitando, porcellino che non sei altro. La sega pero' dovrai attendere un po' a fartela perche' adesso ti spezzo anche le dita di tutte e due le mani" Gli prese infatti le due mani contemporaneamente e dovette stringerle con la sua forza illimitata in quanto sentii altre urla ed altri lamenti
" Visto?" prosegui' poi la ragazza "Sara' un po' difficoltoso usare le tue dita per parecchio tempo. Quanto alle gambe....Mi sa che zoppicherai per il resto della tua vita. Adesso pero' ho voglia di pisciare e tu, da bravo schiavetto, berrai tutta la mia urina e se provi a chiudere la bocca io ti ammazzo. E' tutto molto semplice, non e' vero?" Mauro rimase zitto, forse troppo terrorizzato per aprire bocca e Sara gli pianto il suo stiletto prima sul costato e poi glie lo mise in bocca "Non ho sentito la tua risposta. Non vorrai farmi incazzare, per caso? Finora sono stata calma. Sai, e' sempre molto piacevole per me picchiare a sangue un gruppo di omoni come voi, ma mi capita cosi' raramente un'occasione del genere che devo proprio ringraziarvi per il divertimento che mi avete offerto, ma non tollero che qualcuno non faccia una cosa che io gli ordino. Mi fa incazzare e sai cosa succede quando m'incazzo sul serio? E' meglio che tu non lo sappia. Allora, apri la bocca alla svelta e bevila tutta d'un fiato. Vedrai, e' calda e dissetante. Pensa, ci sono un sacco di uomini che pagherebbero chissa' cosa per farlo"
" Lo faccio, lo faccio, ma per favore, togli quel tacco dalla mia faccia. Ti scongiuro" Sara' acconsenti' e tolse dalla faccia di Mauro quel pericoloso tacco a spillo che gia' aveva infilzato il suo amico, quindi si piego' fino a mettere la sua fica a pochi centimetri dalla bocca di Mauro e poi orino'. Sembrava che lo scroscio non dovesse mai avere fine e duro' diversi secondi, ma poi quella tortura ebbe termine e Sara si alzo' mentre sentivo Mauro tossire e frignare
" Ti e' piaciuta? E buona, vero? E allora leccati bene le labbra che qualche goccia ti e' sfuggita. Cosi' bravo. Sei proprio uno splendido cesso" concluse la sadica ragazza ridendo poi della propria battuta. Sara raccolse poi la sua borsa che prima della lotta, anzi, del massacro, aveva depositato su una panchina, estrasse un fazzoletto, si puli' la fica ancora gocciolante di urina e poi si rivesti' con la massima naturalezza, mentre il povero Mauro continuava a tossire e piangere contemporaneamente. Ricompostasi e indossato di nuovo i suoi sexy pantaloni attillatissimi, Sara si accese una sigaretta con tutta la tranquillita' di cui un essere umano puo' disporre e si sposto' nella direzione dove aveva lanciato i primi due che erano ancora svenuti e, usando la sua straordinaria forza, li avvicino' tra loro e poi si mise in mezzo a quei due corpi inanimati, si mise la sigaretta in bocca e con le due mani afferro' le braccia dei due. Un semplice movimento e le due braccia si torsero completamente e si spezzarono. I due uomini poterono pero' ritenersi fortunati. Non si svegliarono nemmeno e non poterono sentire l'immane dolore che causa un braccio rotto e che io conoscevo bene. La cosa innervosi' notevolmente Sara che torno' da Mauro decisamente arrabbiata
" Cazzo, cazzo, cazzo. Li ho colpiti troppo forte e non si svegliano. Che gusto ci provo a spezzare loro le ossa se nemmeno sentono dolore? Me la dovro' riprendere con te che sei ancora sveglio"
" Oh no! Abbi pieta'. Mi hai massacrato. Che vuoi farmi ancora?"
" Uffa, sempre a lamentarvi voi uomini. Vediamo, cos'altro potrei farti? Ti ho rotto le ossa delle mani, delle braccia e delle gambe, ti ho pisciato addosso...Peccato che non mi scappa di cacare. Un po' di merda te l'avrei fatta mangiare volentieri. Ho trovato! Buco anche a te la mano. Scusami se sono ripetitiva, tesoro, ma non ho trovato di meglio. E poi mi e' piaciuto immensamente farlo al tuo amico e mi eccita il pensiero di rifarlo. Ho scelto proprio la giornata giusta per mettermi questi deliziosi stivali col tacco a spillo. Dai, prepara la mano. Dove vuoi che te la buchi? Sul palmo o sul dorso?"
" No, no" rantolo' Mauro, probabilmente impossibilitato anche a cercare di fuggire con le sue gambe rotte. Sara blocco' con un piede sinistro il braccio dell'uomo e quindi alzo' la sua gamba destra per farla ricadere con violenza sulla mano di Mauro. Un ulteriore grido di dolore, l'ennesimo, lacero' il silenzio della notte, ma questa volta fu l'ultimo. Sara tolse la gamba e poi, con la stessa colpi' al volto l'uomo che smise improvvisamente i suoi pianti e i suoi lamenti. Come se niente fosse accaduto, raccolse la borsa e si giro' per uscire, venendo proprio nella mia direzione. Smisi quasi di respirare, rannicchiandomi il piu' possibile per non farmi notare e per fortuna Sara mi oltrepasso' senza volgere lo sguardo verso di me. Mi girai per vederla uscire dal parco, attesi una decina di minuti e poi mi alzai, dirigendomi verso quei quattro malcapitati, massacrati oltre ogni possibile immaginazione da una ragazza di 19 anni, forzuta, sadica e perversa. La situazione, vista da vicino, era ancora piu' drammatica. Mauro era, come prevedibile, quello messo peggio. Aveva perso quasi completamente i suoi denti ed era impossibile riconoscerlo in quanto il suo viso aveva completamente cambiato forma, ma la cosa peggiore da vedere era la lacerazione sul palmo della mano causata dal tacco a spillo di Sara dal quale fuoriusciva una melma sanguinolenta. Mi vennero i conati di vomito e rigettai tutto cio' che avevo mangiato. I due che aveva colpito per primi erano quelli che avevano subito meno danni ma, anche se erano stati colpiti una sola volta al viso, erano anch'essi in condizioni pietose, soprattutto quello colpito con il pugno al quale Sara aveva rotto diversi denti, sicuramente il naso e la bocca e chissa' cos'altro internamente. Per non contare che, al loro risveglio, avrebbero sofferto le pene amare per il braccio rotto. L'ultimo, quello che era stato usato da scudo umano, temevo fosse morto considerando il volo di diversi metri e sospirai quasi con gioia quando mi accertai che respirava, ma evitai accuratamente di guardargli la mano. Dio santo. Mi presi la testa con le mani e scoppiai in un pianto dirotto. L'ennesimo. In che mani ero finito? E chi era realmente Sara? Aveva parlato di un segreto, ma quello che avevo visto quella sera esulava da ogni ragionamento fatto con criterio. Mi ripetevo che non poteva essere umana. Un'aliena forse, oppure una diavolessa, un essere dotato di poteri particolari e forse sovrannaturali. Mi riavviai verso casa mestamente, incapace di rispondere a domande simili. Quella notte non l'avrei mai potuta dimenticare.
Fine ottava puntata
NONA PUNTATA
Non riuscii a prendere sonno. Le scene di Sara che massacrava quei quattro me lo impedirono e soprattutto me lo impedi' il pensiero di quello che sarebbe avvenuto in futuro, con Sara che aveva detto di voler venire a vivere a casa mia. Ero anche molto preoccupato che lei avesse potuto capire che c'ero io dietro l'agguato della sera precedente. Non l'aveva chiesto a Mauro, per mia fortuna, ma non ci voleva una grossa immaginazione per pensare che cinque energumeni che l'attendevano proprio, guarda caso, sotto casa mia, potessero essere stati inviati dal sottoscritto. E non pensavo che la totale mancanza di prove avrebbe potuto trattenerla dal massacrarmi di mazzate. Con questi tristi pensieri, il mattino seguente andai al lavoro, ovviamente in condizioni pietose, ma almeno ebbi il grosso piacere di non sentirla. Non potei rallegrarmi piu' di tanto. Alle 18 in punto, proprio quando stavo per mettermi il casco per affrontare sulla mia moto il traffico del ritorno a casa, squillo' il telefonino
" Allora, come va il mio cagnolino preferito? Abbaia alla tua padrona" mi disse, riferendosi al fatto che mi aveva obbligato a fare il suo cane per tutta la sera precedente. Mi guardai intorno e mi accorsi che c'era gente, tanta gente intorno a me, ma quello che avevo osservato la notte scorsa mi aveva semplicemente terrorizzato e abbaiai a Sara, incurante di alcuni sguardi compassionevoli
" E bravo il mio Fuffi. Dove ti trovi? Sento un sacco di rumore"
" Sto tornando a casa, signorina Sara"
" Bene! Libera tutti gli armadi della mia nuova camera da letto. La MIA camera. Hai capito a cosa alludo, vero? La mia camera della mia casa. Se sarai un bravo schiavetto, ti faro' dormire nella mia casa. A proposito, e' di proprieta' o in affitto?"
" In affitto, signorina"
" Che peccato! Va beh, mi faro' regalare una casa da qualcun altro. Come sai ho mezzi persuasivi molto particolari. Ora va e quando metto piede in casa fa che non trovi nemmeno un tuo slip nella mia stanza perche' altrimenti te lo faccio mangiare" Non aveva affrontato il tema dell'aggressione e quello era un buon segno e mi affrettai a tornare in casa. Non avevo idea se la minaccia di farmi mangiare le eventuali cose mie che avrebbe trovato nella mia ex camera era un semplice modo di dire oppure se avesse veramente queste intenzioni, ma non avevo nessuna voglia di scoprirlo e tolsi ogni piccolo oggetto che mi apparteneva da quella che sarebbe diventata la stanza di Sara. Ancora mi sembrava impossibile che una cosa del genere stesse capitando proprio a me e mi chiedevo come sarebbe diventata la mia vita vivendo sotto lo stesso tetto con lei. Il peggior incubo che un uomo potesse vivere. Mi aveva gia' completamente schiavizzato ma fino ad allora mi era rimasta un po' di liberta'. Abitare con lei sarebbe stata la mia fine ed io non avrei potuto fare nulla.
Erano circa le venti e trenta quando Sara fece il suo ingresso in casa e non era da sola. Dietro di lei c'erano mio nipote Mattia e il suo amico Valerio, ognuno dei quali reggeva due grosse valigie. L'inizio fu ben poco incoraggiante. Appena mi vide, mi colpi' con uno schiaffo che mi fece quasi rigirare su me stesso
" In ginocchio, cazzone. Quando la padrona fa il suo ingresso tu ti metti in ginocchio e mi dai il benvenuto nella mia casa di cui tu paghi l'affitto solo per il tuo sconfinato amore nei miei riguardi" Le obbedii, senza riuscire a guardare in faccia mio nipote che pero' venne tirato in balla proprio da Sara
" Hai visto come e' diventato docile tuo zio? Un vero schiavetto doc. Voi due andate a sistemarmi le valigie e tu vai a preparare da mangiare" concluse rivolgendosi a me. Mi vergognavo, ma non osai replicare ed andai in cucina a preparare la cena. Mentre mi muovevo tra i fornelli, guardai uno dei grossi coltelli da cucina. E se l'avessi accoltellata? Magari durante il sonno, anche perche' da sveglia sarebbe stato impossibile. Quell'idea mi dette la forza di continuare. L'avrei fatto. In qualche modo l'avrei uccisa. La odiavo troppo per non cercare una soluzione del genere. Pensai anche al veleno. Perche' no? Sarebbe stato anche piu' sicuro. Ma dovevo procurarmelo con criterio e avrei dovuto fare il delitto perfetto perche' non avevo nessuna intenzione di finire in prigione per scappare da lei. Portai finalmente la cena in tavola e Sara sghignazzo' rivolgendosi a Mattia
" Hai visto tuo zio? Sei ancora orgoglioso di lui?"
" Gli voglio bene, signorina Sara"
" Ma che bravo nipotino! Vieni qui' ora" Titubante, Mattia si avvicino' e Sara lo colpi' con uno schiaffo dei suoi che gli fece perdere l'equilibrio e poi venne vicino a me
" Non dici niente? Non lo difendi?"
" La prego, signorina Sara, non gli faccia del male" la implorai con le lacrime agli occhi. Vedere mio nipote, il mio adorato nipote, ai suoi piedi e non poter fare assolutamente nulla, era spaventoso ma non aveva ancora terminato. Un altro schiaffo si abbatte' stavolta su di me mandandomi a sbattere contro il muro. Era incredibile quanto facessero male quegli schiaffi, come lasciassero su di me e probabilmente su mio nipote un bruciore incredibile. Avevo purtroppo imparato a mie spese come quel bruciore non passasse in pochi minuti ma rimanesse per ore, con quelle cinque dita stampate sulla mia faccia in modo quasi indelebile. Ma, malgrado il dolore, era l'umiliazione a farmi piu' male, era la mia impotenza di fronte a quella ragazzina che sghignazzava felice
" Siete patetici. Un ragazzo alto e robusto ed un uomo maturo eppure non potete fare niente contro di me. Ognuno di voi pesa quasi il doppio di me ed io posso schiantarvi, posso schiacciarvi come vermi, stritolarvi con le mie mani. Non e' fico? Ora mettetevi in ginocchio e baciatemi i piedi. Uno per uno, da bravi schiavetti" Obbedimmo e solo dopo una decina di minuti ci fece rialzare. Eravamo ambedue tremanti e impotenti di fronte a lei. Ci afferro' per il mento
" Allora coglioncelli, chi comanda tra di noi?"
" Lei, signorina Sara" ripetemmo all'unisono io e mio nipote tremando per la paura. Quelle mani dotate di potenza inaudita avrebbero potuto strangolarci senza che noi potessimo difenderci in nessun modo
" Bravi, molto bene. Ricordatevelo sempre, in ogni istante della vostra vita ed eviterete un bel po' di botte. Io sono la vostra padrona assoluta. No, di piu'. Sono la vostra dea ed ogni mio ordine deve essere espletato immediatamente. In caso contrario....." Ci sollevo' entrambi, stringendo le sue dita quel tanto da farci mancare un po' l'aria e da farci tossire. Se avesse voluto, per noi sarebbe stata la fine, ma non era quella la sua intenzione e ci lascio' praticamente integri. Potevamo considerarci fortunati.
Intanto, era ormai quasi pronta la cena e chiesi a Sara il permesso di andare a controllare. Mi ripromisi che le avrei chiesto il permesso per fare qualunque cosa e mentre terminavo di preparare, guardavo Mattia di sottecchi. Eravamo ambedue ancora singhiozzanti. Ebbi soltanto la forza di consigliargli di non replicare e di accettare qualunque cosa e Mattia mi rispose che lo sapeva benissimo. Dinanzi ai miei occhi avevo ancora ben impresse le imprese di Sara della sera precedente quando aveva massacrato di botte gli scagnozzi che io avevo pagato e quelle immagini rimbalzavano nella mia mente e non volevo assolutamente che Sara potesse trovare una scusa per replicare su di noi quello che aveva fatto su Mauro e i suoi amici. Avevo notato come, se si faceva esattamente quello che lei desiderava, non infieriva, limitandosi ad umiliarci ed al massimo a prenderci a schiaffi. Sembrava che fosse quello il suo divertimento preferito e probabilmente anche con Mattia e i suoi amici si comportava alla stessa maniera. D'altronde, era cosi' conscia della sua forza e della sua superiorita' che non aveva bisogno di dimostrarla ogni volta, col rischio di ucciderci. E che fosse capace di uccidere tutti noi contemporaneamente a mani nude, lo davo ormai per scontato.
Ad ogni modo, la cena era ormai pronta e quella mi sembrava un'ottima scusa per Sara per allungare di nuovo le mani su di me e la cosa mi preoccupava notevolmente. Diciamo pure che mi terrorizzava. Invece, Sara sembro' gradire cio' che le avevo preparato. Gradi' talmente tanto che ordino' a noi tre di avvicinarsi a lei per poi emettere uno dei suoi rutti spaventosi e assordanti. Assordante nel senso letterale della parola in quanto mi dette l'impressione per alcuni secondi di aver perso addirittura l'udito e che i muri quasi tremassero. Era ovviamente la mia immaginazione, ma non ero molto distante dalla realta'. Ma che razza di essere avevo di fronte? Sara sghignazzo' come il suo solito e poi osservo' Mattia e Valerio e con il dito fece loro cenno di riavvicinarsi a lei. Li prese per il collo e tremavo di paura per loro, ma invece li bacio' entrambi, senza alcun tipo di remore e quindi li prese per mano
" Andiamo nella mia camera e tu" prosegui' rivolgendosi a me "vieni ad assistere. Puo' darsi che impari qualcosa da tuo nipote" Entrarono in quella che era la mia camera e Sara improvviso' uno spogliarello rimanendo in breve con un minuscolo slip. Era decisamente bella e fatta bene, con il suo seno dritto e apparentemente duro. Era normale, aveva solo 19 anni ed a quell'eta' non si hanno smagliature, eppure lei aveva qualcosa di piu', una specie di fascino animalesco, primitivo e perverso che mi fece avere un'erezione immediatamente. Per di piu', era talmente tanto che non facevo sesso che probabilmente mi sarei potuto eccitare anche solo con il pensiero. Sara intanto, dopo essersi spogliata si avvicino' ai due ragazzi e inizio' a togliere loro i vestiti. Tutta la scena era di una sensualita' enorme. Non ero mai stato uno al quale piaceva assistere, preferendo di gran lunga partecipare, ma non potevo negare a me stesso che il tutto aveva un suo fascino. Perverso, forse, ma lo aveva senza dubbio. Spinse l'amico di Mattia sul mio letto e si tolse anche i suoi slip, massaggiando con evidente piacere il suo pene eretto, quindi si volto' verso di me
" Se provi solo a sfiorare il tuo cazzo, io ti stacco la mano e ti mando in gita con i mutilatini. A te la scelta" Le risposi che non l'avrei fatto, anche se una mezza idea mi era passata per la testa e assistetti in silenzio come se stessi davanti alla televisione a vedermi un film porno, cosa che non facevo da quando ero ragazzo. Inizio' stimolandoli contemporaneamente, senza alcuna remora, trasgressiva anche nel sesso e decisamente vorace. Li prese piu' volte, da soli e tutti e due insieme, giocando con i loro membri, ricordando loro che le appartenevano e che glie l'avrebbe staccato se lei li avesse visti con un'altra ragazza, in una forma di possesso totale, a dimostrare che tutto di loro apparteneva a lei, a cominciare proprio dalla loro sessualita'. Almeno loro pero', potevano sfogarsi, mentre a me non dava nemmeno quella possibilita' facendomi rimanere con quella voglia pazzesca. Era quasi una tortura vedere quella ragazza esibire il suo corpo in modo cosi' provocante e non poterla nemmeno sfiorare, vedere i due ragazzi sfogare la loro sessualita' e assistere al loro sesso senza fare nulla, ma finalmente, dopo un'ora abbondante, i tre ragazzi terminarono. I due maschi, pur abbondando in desiderio e testosterone, erano apparsi piuttosto ingenui, sessualmente. Il loro comportamento era appunto da ventenni e Sara li aveva presi per mano, manovrandoli da donna navigata, a dispetto dei suoi 19 anni e riuscendo ad eccitarli in modo pressoche' continuo, facendo sfoggio di seduzione e malizia e unendo a cio' una bellezza di gran lunga sopra la media ed un corpo che, a dispetto della sua forza enorme, era il massimo della femminilita'.
Dopo essere andata al bagno per lavarsi, ordino' ai due ragazzi di andarsene e di tenersi a disposizione per quando lei avrebbe avuto bisogno di loro. Incrociai lo sguardo di mio nipote mentre usciva da quella che una volta era la mia casa, ma subito dopo lo riabbassammo entrambi. Non avevamo nulla da dirci. Eravamo due maschi sconfitti.
Decisi di andare a riassettare la cucina, anche per evitare che lei potesse accusarmi di lasciare la casa sporca, mentre lei gironzolava ancora mezza nuda per casa. Non erano cose che di solito io facevo, delegando queste incombenze alla mia domestica ad ore, ma ero troppo impaurito da lei per rischiare di farle trovare su un piatto d'argento una scusa per picchiarmi. Comunque, mi ripromisi di parlarle per sapere se lei avrebbe accettato la mia domestica. Mentre ero intento a terminare le pulizie, Sara mi si avvicino' alle spalle. Aveva in mano una mia fotografia con due dei miei migliori amici scattata lo scorso anno durante una vacanza che prima tenevo nella mia camera da letto e che poi, per far posto alle cose di Sara, avevo trasportato insieme a tutto il resto in quella che era una volta la camera degli ospiti e che sarebbe dovuta diventare la mia nuova camera
" Carini questi due. Chi sono?"
" Due miei amici" confermai
" Come si chiamano?"
" Quello alla mia destra e' Paolo e quello alla mia sinistra e' Alessandro" Sara mi guardo', strofinando il suo dito indice sulle sue labbra in segno di riflessione e poi mi sorrise
" Domani credo proprio che mi divertiro' un sacco. Invitali a cena per domani sera. Inutile dire che se non dovessero venire, per qualunque motivo, saranno cazzi tuoi. Come incentivo per farli venire ti consiglio di dir loro che vuoi presentar loro la tua nuova fidanzata che sarei io. Beh, ora sono proprio stanca e voglio andare a dormire. Ho fatto una scopata pazzesca insieme a quei due stronzetti. Domani mattina, prima che tu esca per andare al lavoro, voglio la colazione a letto. Buonanotte tesoro" Mi sfioro' le labbra con un bacio, mettendomi i suoi seni ancora nudi addosso e facendomi venire una nuova erezione per poi svanire nella mia vecchia camera. Cosa aveva in mente con i miei due amici? Ovviamente, non lo sapevo, ma sapevo in anticipo che non sarebbe stata una bella serata per me.
L'indomani mattina svegliai Sara con la colazione e, prima di arrivare in ufficio, telefonai a Paolo e Alessandro, alquanto meravigliati, per invitarli a cena. Soprattutto con Alessandro dovetti faticare un bel po' in quanto mi aveva detto di essere costretto a declinare il mio invito a causa di un appuntamento preso in precedenza. Dovetti supplicarlo, ricordandogli la nostra amicizia e le nostre imprese insieme e poi minacciarlo di non rivolgergli piu' la parola se quella sera non si fosse fatto trovare a casa mia ed alla fine riuscii a fargli accettare quello strano invito. Sospirai di sollievo. Cosa mi avrebbe fatto Sara se non fossi riuscito ad invitarli come mi aveva ordinato? Per tutta la durata di quella giornata di lavoro mi domandai cosa avrei dovuto fare in seguito. Non era possibile continuare quella vita, su questo non c'erano dubbi, ma cosa potevo fare realmente? La sera precedente avevo ipotizzato di ucciderla e quell'idea non mi aveva abbandonato del tutto, anche se tremavo di paura al solo pensiero di fallire e poi scontare la sua ira, ma cominciavo a pensare seriamente di abbandonare la citta' e fuggire il piu' lontano possibile da lei e magari portarmi con me Mattia. Ad ogni modo, cio' che contava era che mi trovavo nella merda e che le mie idee per togliermi da quella situazione erano ancora piuttosto confuse.
Al termine del lavoro,tornai ovviamente a casa e Sara non c'era, anche se c'erano in bella vista i suoi ordini lasciati su un foglio attaccato alla porta del bagno con dello scotch ed erano comprensivi di cio' che avrei dovuto comprare per la cena e poi cucinare. E si, ormai ero diventato il suo tuttofare. Mi diedi da fare ed andai prima al supermercato, quindi in pescheria e poi in frutteria e poi tornai a casa e mi misi in cucina. Per fortuna che c'era internet e soprattutto per fortuna che ci sono svariati siti dove attingere notizie per cucinare. Avevo dato l'appuntamento ai miei amici alle venti e mezz'ora prima fece il suo ingresso Sara. Sorvolo sulle solite cose che mi fece fare come accenderle le varie sigarette che fumava, prenderle da bere e massaggiarle i piedi, tutte cose che feci immediatamente. In quella situazione paradossale e assurda, l'unica cosa certa era la paura che aveva instaurato in me, paura che era cresciuta enormemente dopo aver assistito al massacro di Mauro e dei suoi amici. Quella ragazza aveva delle potenzialita' straordinarie che lei nemmeno si rendeva conto di possedere. O meglio, le conosceva perfettamente ma le sfruttava per sciocchezze o poco piu'. Invece di farlo con me, avrebbe potuto sottomettere uomini desiderosi di essere dominati e invece di togliermi quelle poche cose che possedevo, sarebbe potuta diventare ricchissima diventando una specie di mistress forzuta ed avrebbe potuto avere una miriade di maschi desiderosi soltanto di prostrarsi ai suoi piedi, di essere riempiti di botte e sicuramente di donarle tutte le loro ricchezze. Scommetto che ce n'erano a iosa di uomini ricchi che avrebbero fatto pazzie per una come Sara, oltretutto ben piu' carina della norma e addirittura molto bella quando si truccava e si vestiva in modo sexy come aveva fatto la sera del massacro. Perche' dunque si accontentava di uno come me, sicuramente un uomo di discreto successo ma non certamente una persona ricca e di quattro sbarbatelli senza un soldo in tasca? Perche' cercare continuamente quel tipo di umiliazioni scurrili, come potevano essere i suoi rutti e i suoi peti quando sarebbe potuta diventare una regina della dominazione femminile con quella forza smisurata che si ritrovava? Immaginai che il suo divertimento derivasse proprio dal fatto che sia io che Mattia e i suoi amici non possedevamo istinti sottomessi e che quindi non ci piaceva essere picchiati e dominati. Si, forse era proprio quella la chiave e Sara non provava piacere o comunque ne avrebbe provato in misura inferiore, nel picchiare e dominare uomini che vogliono proprio essere picchiati e dominati. Fui distolto da questi pensieri in quanto i miei amici, che evidentemente si erano messi d'accordo sull'orario di arrivo, citofonarono avvertendomi del loro contemporaneo arrivo. Sara si alzo' dalla poltrona dove era rimasta seduta fino ad allora e venne di fronte a me. Mi prese per il mento
" Da adesso in poi tu mi asseconderai su tutto. Inutile ricordarti cosa ti farei nell'eventualita' che tu non lo facessi, se dalla tua bocca uscisse anche una sola parola che mette in dubbio cio' che dico. Chiaro, cazzone?"
" Si signorina Sara. A proposito, come devo chiamarla di fronte ai miei amici? Posso darle del tu visto che lei dovrebbe essere la mia fidanzata?" Sara sorrise
" Assolutamente no. Continuerai a darmi del lei e a trattarmi con devozione, come se fossimo da soli. Vedrai, e' il modo ideale di comportarsi per quello che ho in mente. Ora io vado a cambiarmi, tesoro. Mi raccomando, intrattienili in attesa del mio arrivo e fammi fare bella figura" Rimasi li' a bocca aperta. Non mi aspettavo una cosa del genere e la mia preoccupazione accrebbe. Paolo e Alessandro erano due dei miei migliori amici e qualunque cosa Sara avesse in mente, ero sicuramente rovinato. La mia reputazione ne sarebbe uscita frantumata. Potevo solo sperare che non volesse esagerare.
I miei due amici intanto, fecero il loro ingresso nella mia casa, o forse dovevo dire ormai nella casa della mia padrona Sara e ci scambiammo i saluti. I primi discorsi furono di routine e verterono soprattutto sulla mia insistenza per quella cena fino a che Alessandro ruppe gli indugi
" Insomma, Stefano, mi hai messo in croce per venire da te questa sera, che ne diresti di presentarci il motivo di tutta questa tua smania? Ce la vuoi presentare o no questa donna che ti ha fatto mettere la testa a posto?"
" Veramente non si tratta proprio di una donna" obiettai. I miei due amici fecero quasi un salto. Paolo mi guardo' con gli occhi fuori dalle orbite
" Come non e' una donna? Stefano, non vorrai farci credere che tu....Insomma Stefano, non e' che la troppa fica ti ha fatto diventare gay?" Stavolta fui io a sobbalzare
" Ma no, cosa avete capito. Intendevo dire che non e' una donna perche' e' molto giovane. Si tratta di una ragazza, ecco. Ha solo 19 anni" I miei due amici si avvicinarono e mi dettero entrambi una pacca sulle spalle
" E bravo Stefano! Adesso te la fai con quelle in fasce. La vai a prendere all'asilo per caso?
" Piantala Paolo. Ho detto che ha 19 anni, non e' certo una bambina. E poi e' una ragazza molto matura per la sua eta'"
" E' inutile che stiamo a parlare di queste cose" prosegui' Alessandro "Presentacela e soprattutto dille di mettere in tavola la cena perche' ho una fame pazzesca" Mi venne quasi da ridere. Dire a Sara di mettersi ai fornelli? Ignorai quella richiesta, ovviamente e mi sedetti in attesa dell'ingresso di Sara, cosa che avvenne dopo un paio di minuti. Beh, se voleva sorprendermi, l'aveva fatto di nuovo. E la cosa non prometteva bene per me. Sarebbe stata una pessima serata e dovevo solo attendere per capire fino a che punto sarebbe stata brutta.
Fine nona puntata
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