Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

DA TEPPISTA A SCHIAVO, Alessio e Marzia

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slaveone1
view post Posted on 13/10/2015, 18:03     +1   +1   -1




bravissimo anche se a me eccessivamente sadici non intrappano piu' di tanto ma qui c'e' un bellissima storia
p.s. traducila e mandala a tarantino potrebbe uscirne una gran sceneggiatura :boia:
 
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8Dark8
view post Posted on 14/10/2015, 13:20     +1   -1




Figurati a me! Io sono solo per cose soft non mi piace affatto pensare di fare quello che scrivo fossi matto xD è più l idea generica che eccita e muove la mente a scrivere haha.

Ti ringraziò tantissimo. Quanto a tarantino beh, penso giusto lui potrebbe portarla su schermo hahaha xD pazzo com'è
 
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8Dark8
view post Posted on 14/10/2015, 23:43     +2   +1   -1




DA TEPPISTA A SCHIAVO XIII



Mentre me ne restavo li a terra con Mirco fra le braccia, davanti ai miei occhi si consumò uno scontro tra due persone che semplicemente non erano del tutto umane.
Ero terrorizzata, confusa da quello che avevo subito fra le mani di quella stronza fuori di testa, ma avevo comunque gli occhi per guardare e vi giuro che non stavo affatto esagerando. Sobbalzai d'istinto quando Risa, così mi era parso si chiamasse, aveva attaccato Marzia con il chiaro intento di ucciderla. Glielo avevo letto negli occhi e in ogni fibra del corpo e in modo così efferato da risultare incomprensibile; il coltello viaggiò dall'alto verso il basso e venne schivato. Subito seguì la curva del polso e volò stavolta in orizzontale da sinistra a destra e poi a ritroso, ma quella specie di danza in cui le due erano impegnate si risolse con nulla di fatto.
La mano di Marzia alla fine rischiò di essere tagliata dalla lama, quando si espose cercando di afferrarle il braccio con l'arma in pugno. Ci riuscì e in quel brevissimo istante sul viso di Risa comparve sorpresa, calciando la gamba di netto verso il mento della rivale, che fu costretta a ritrarsi e lasciare la presa; - sei migliorata...

- grazie. Tu sei sempre il mostro che ricordavo invece

Risa si teneva il polso dove era stata toccata e si massaggiò lentamente, facendo poi roteare il coltello come a saggiare una qualche agilità potenzialmente a rischio; - vuoi uccidermi? Sei sicura che Andrea approverebbe?

- dal momento che tu sei qui ha poca importanza cosa tuo fratello approvi o meno

- quanta emancipazione...

- non si aspettava venissi davvero. Quando lo capirà cosa pensi accadrà? Andrea è già ora ingestibile anche per noi del casato Blangis e la sua posizione di Primogenito non sarà che un aggravante per i suoi errori e la causa di tutto sei solo e sempre tu...

Ma dove diavolo ero finita, sembrava un film dell'orrore in piena regola, ed io speravo solo che Marzia chiudesse la questione il prima possibile, in qualsiasi modo; - vederlo perdere il prestigio che si è sudato in questi anni è di gran lunga peggiore di essere ammazzata da lui. Quando tu ci hai lasciato io c'ero, quando lui soffriva per te io c'ero e ora che ti ho qui davanti, ho un occasione per liberarlo dalla sua ossessione! In fondo, cinque anni sono abbastanza per cambiare le carte al proprio mazzo ti pare? E se un po' gli vuoi bene, non fare storie e crepa!

Marzia spostò la gamba facendo un passo di lato per portarsi maggiormente sotto la luce e in quel momento, di nuovo l'assassina partì alla carica, ritrovandosi il tacco della scarpa schiantarsi precisamente sulla mano dove teneva il coltello. Si senti un suono terribile, come quando si spezzano dei rami secchi e un urlo di Risa echeggiò nell'aria perdendosi oltre la soglia della stanza.
Il coltello ruotò in aria una decina di volte e poi cadde a terra a pochi passi da me.
Non l'avevo vista muoversi o meglio, Marzia era stata così veloce nello sferrare quel calcio che al mio chiudere un attimo le palpebre il danno era già fatto, ed ora la ragazza serrava i denti tenendosi la mano con un paio di dita sicuramente rotte, solo per poi buttarsi ancora avanti e riprendere lo scontro a mani nude come niente fosse.
Usando il braccio con la mano infortunata come scudo, Risa attutì un nuovo calcio, puntando dritta al viso di Marzia con un pugno spaventoso. Tremai nel vederla incassare, ed essere sbattuta contro la parete. In mezzo al buio che occultava i bordi della camera non riuscii a distinguere nulla, ma la colluttazione stava continuando. Quando poi vidi spuntare Risa con il braccio totalmente girato dietro la schiena pensai fosse finalmente finita.
In qualsiasi film che avevo visto, quella scena significava sempre la fine di una lotta; se avesse fatto un movimento in più, Marzia le avrebbe fatto seriamente male alla spalla, ma quella speranza svanì nella torsione del busto della prigioniera.
Marzia fu colpita al fianco e dovette lasciare la presa riuscendo però a mantenersi in equilibrio; un rivolo di sangue le solcava il bellissimo viso rivelando un taglio sul sopracciglio destro, ma era certamente Risa ad avere le condizioni peggiori. Anche se non gridava, il vederla con una spalla leggermente scesa rispetto al corpo, indicava certamente che qualcosa si era rotto nel suo tentativo di liberarsi. Ma con quel demonio cantare vittoria era impossibile; - cinque anni? Vuoi che ripassi tra dieci o quindici? Avanti, sono sicura che puoi odiarmi di più! Ricorda il nostro ultimo incontro, quel tuo supplicare di toccarti, baciarti. Quanto tempo ti ci era voluto per trovare il coraggio di chiederlo? Mesi? Anni? E quanto c'è voluto a me per ignorare quel sentimento?

Se voleva farla incazzare ancora di più, Marzia aveva trovato la strada più veloce.
Mi tirai indietro vedendo Risa un po' troppo vicino a me e quando fui attaccata alla parete assieme a Mirco, sgranai gli occhi nel vederla avvicinarsi al muro più vicino e sbattere con un colpo secco proprio la spalla lussata, che tornò al suo posto con un suono disgustoso; - prova di nuovo... come quella volta. Avevi solo un modo per prenderti quello che volevi da me. Non hai avuto fortuna, magari puoi rifarti...

Tirando ancora di più quella corda ormai sfilacciata, Marzia sorrise aprendosi leggermente la camicetta e ciò bastò a far impazzire di rabbia mista a vergogna la rivale, che scattò correndo verso di lei e con un balzo provò ad avventarcisi contro, ritrovandosi invece afferrata in aria e scaraventata a terra con un tonfo sordo. Fu una botta tremenda, alla quale chiusi un attimo gli occhi stringendo Mirco fra le braccia. Marzia le salì sopra sedendosi sul petto e contrastando alcuni tentativi di ribellione, affondò un primo pugno sulla ragazza. Da quel momento, io smisi di tifare per lei.

Ridendo come se fosse completamente fuori di sé, Marzia la picchiò con una forza, ed una violenza che stentai a credere. La colpì sulla faccia ancora e ancora, la afferrò per i capelli sbattendola per terra e tornata in piedi le premette in tacco con forza, aspettando un suo tentativo di rialzarsi solo per sbatterla con maggiore forza sul pavimento. Sputò sangue, ma riuscì a rotolare via e rialzarsi, ricevendo una ginocchiata sul fianco, suonando nuovamente di quel macabro concerto di rami spezzati, per il quale cadde ansimante davanti a lei.
Stava vincendo, ma lo stava facendo in un modo che non riuscivo a comprendere. Poteva bastare, non ci avrebbe più seguito, ma a lei non bastava; - non c'è niente di più patetico quando un masochista si finge sadico per limitare la vergogna che la sua natura gli provoca... non hai mai voluto vincere contro di me, né quella volta, né oggi. Sei il nulla. Non hai una forma. Il risultato di uno stupro maldestro con cui hai predicato la dottrina della vendetta contro il genere maschile, forzandoti ad amare le donne solo per poterti sentire diversa tra i diversi, arrivando a credere alla tua stessa bugia... e siccome non conosci te stessa, non conosci limiti

Le avevo davanti, Risa sotto la luce, Marzia nelle tenebre e sentirla analizzarla in quel modo mi scosse profondamente, osservando la ragazza impietrita guardarla dal basso verso l'alto. Quando Marzia andò da lei con passo veloce, tentò di muoversi, ma una fitta evidente la mise in difficoltà, venendo afferrata per i capelli e strattonata senza ritegno fino alla parete dove stavamo noi e ancora una volta finimmo con lo spostarci, ma soltanto di qualche passo.
Sbattuta e tenuta in piedi, Marzia le tirò indietro la testa attaccandosi a lei, afferrandole il seno con forza quasi a stritolarlo e farla urlare; - chiedimi di toccarti...

- ...

La maglia a righe nere e bianche le fu strappata come carta da dosso rivelando i segni delle unghie sulla pelle diafana e poi tornare a martoriare il seno, graffiandolo fino ad alzare la pelle e scendere fino all'addome; - TOCCAMI!

Cosa? Quella tizia aveva appena chiesto quell'assurdità e Marzia l'aveva proposta! Dovevamo scappare! E invece di finirla la cosa si stava trasformando in un teatro di sesso e violenza, ma non feci tutti questi ragionamenti sul momento e non credo neanche Mirco, che restò in piedi aiutato da me con occhi fissi su di loro.
Marzia la trattenne per il collo stringendo le unghie nell'esofago e dopo averle sorriso cinicamente, scese con la mano affondandola in mezzo alle sue gambe con una forza che ebbi male io stessa. Le strappò anche l'intimo e a quel punto fu completamente nuda. Solo gli anfibi furono concessi e mentre le vene del collo continuavano a crescere per via del sangue bloccato dalla mano, Risa gemeva al passaggio veloce delle dita sul sesso, un qualcosa che nel giro di uno o due minuti la portò a gridare di piacere o almeno tentare di farlo. Proprio quando gli ansimi si fecero più profondi, Marzia la schiaffeggiò così forte da creare un'eco dello schiocco, per poi colpirla nel punto dove un'enorme livido si stava formando sul fianco, ed accompagnarla a terra con il sedere rialzato ed il busto a terra.
Sgranai gli occhi. Era la posizione con cui mi aveva tenuto a me prima del suo intervento! Le schiacciò la faccia sul pavimento come fosse una sigaretta, poggiando poi la scarpa vicino la bocca aspettando qualcosa. Iniziai a sentirmi strana. Vedere quella bestia subire in quel modo mi confondeva e senza volere strinsi leggermente le gambe restando dietro a Mirco, mentre Risa prese a leccare come un cane quanto le era stato offerto. Fu qualcosa di breve, fatto soltanto per sfregio, poiché subito dopo, Marzia le andò dietro e con stupore la vidi sferrare un calcio proprio li in mezzo.
Risa gridò restando a terra. Serrò i denti, chiuse gli occhi e si piegò dal dolore graffiando con le unghie il pavimento. Lo fece di nuovo e quel suono piatto e umido venne ripetuto finché alcune lacrime non bagnarono il viso della ragazza. Stava singhiozzando , ma ugualmente rimaneva ferma li a farsi trattare in quel modo disumano, non riuscivo a comprenderlo, era semplicemente assurdo. I calci finirono, ma non gli fu data alcuna tregua e quando la scarpa poggiò il tacco in mezzo al sedere mi scappò un sospiro caldo che subito tappai con le mani.
Marzia si girò un istante verso di me. Oh no! Mi aveva sentita!Ero certa di questo perché la sua espressione crudele e severa, si sciolse un istante in un sorriso appena accennato, tornando poi a guardare Risa inarcarsi ed accogliere dentro di lei l'oggetto; - ti ricorda qualcosa? Riesci a ricordare cosa provavi? Il pianto, la vergogna, il dolore, il piacere di essere sottomessa dal tuo stesso fratello... rispondi!

Schiacciò con forza il tacco profanando lo sfintere, spostandola in avanti di qualche centimetro, facendola gridare forte quel “SI” strappato in quel modo brutale, per poi uscire e allontanarsi un istante lasciandola piangere a dirotto. Non riuscivo più a pensare ad altro; ero concentrata soltanto nel vedere Risa ridotta a quel modo, ed un senso di pietà si mescolò a quel calore interno, finché Mirco non mi strinse la mano spaventato.
Marzia la costrinse ad alzarsi, attorcigliando i capelli nella mano sinistra e portandola di nuovo addosso al muro freddo della stanza. Il trucco le era colato sulle guance e si mischiava col sangue fuoriuscito dal naso e dalla bocca, ma ad alcune carezze, ed il farla poggiare sul suo seno tutti trattenemmo il respiro; - guardala...

Parlava di me! Marzia le aveva detto quella parola vicino all'orecchio, ma avevo udito benissimo, spingendola a voltarsi per incrociare il mio sguardo; - una nullità come te potrebbe mai permettersi di sfiorarla?

- n-no...

Le dita di Marzia iniziarono a scendere in mezzo al piccolo seno, superando le striature rossastre lasciate dal precedente passaggio delle unghie, poi superò l'addome, correndo fra i muscoli allentai e si posizionò proprio sopra al sesso facendola gemere; - Angela puoi farmi una cortesia?

Il sentirmi interpellata mi destò da un incubo; - fa venire il ragazzo...

- c-cosa?!

Mentre continuava toccare lentamente la sua prigioniera, Marzia mi degnò qualche attimo del suo tempo; - le sue condizioni sono gravi, puoi vederlo anche tu stessa

Gravi? Ma io non avevo visto nessun segno di ferite su di lui, tranne qualche traccia di morsi. Gli andai davanti stranamente imbarazzata da quella richiesta e lo guardai meglio. Aveva il volto arrossato, stava sudando, forse aveva la febbre. Mi guardò con occhi stanchi e poco presenti e poi scesi ancora trovando il suo affare violaceo ancora dritto e pulsante; - il seme che ha accumulato all'interno è talmente congestionato da causare danni all'organismo. Il suo corpo avrebbe tentato di espellere l'eccesso da solo, ma questa idiota lo ha impedito

Risa gemette ad un aumento del ritmo della mano; - c-che significa?

- che se non butterà fuori il suo sperma al più presto la sua vita non tornerà mai più la stessa. Ora muoviti

Gli alzai il mento per guardarlo meglio e fargli capire che fossi io. Esitai solo un attimo e non so nemmeno perché lo feci, ma alla fine rimossi delicatamente gli elastici che lo costringevano e dopo averli gettati a terra notai il pene sobbalzare. Andai dietro di lui. Lo avrei fatto in modo veloce, ma non appena andai su e giù qualche volta, lasciando scorrere la pelle per mostrare la punta, le sue gambe cedettero dopo aver urlato di dolore; - scusa! N-non ho fatto niente, perché gli fa male?!

- non può sentire piacere, i testicoli sono troppo addensati dal sangue. Purtroppo non puoi fare niente per quel sintomo, ma puoi curare la causa

Scesi su di lui e attaccata alla schiena tornai a segarlo lentamente cercando di ignorare i suoi lamenti. Le contrazioni erano infinite e dopo appena qualche secondo iniziò a colare fuori un piccolo rivolo trasparente che cadde a terra. A quel punto lo vidi ansimare e chinarsi in avanti. Pensai di aver finito, ma più continuavo più buttava fuori liquidi e i suoi lamenti aumentavano. Sotto di lui, si era formata una piccola pozza; - m-mi fermo?

- no

- ma...

- lo capirai da te quando fermarti

Compresi le sue parole circa un minuto più tardi, quando Mirco piangendo gridò di fermarmi. Lo avrei fatto immediatamente se Marzia non mi avesse ripreso ancora e ancora, dicendomi di continuare. Mi costò tantissimo. Sapevo di stargli facendo malissimo e le sue contrazioni continuavano ad aumentare senza un limite per quell'orgasmo infinito che stava avendo. Poi aprì gli occhi improvvisamente, smise di ribellarsi e l'intero corpo fu scosso da brividi. Andai ancora più veloce salendo e scendendo con la mano completamente fradicia e poi finì.
Sentii il cazzo pompare dentro di lui quattro fiotti di sostanza densissima che vennero sputati sul pavimento a cui fecero seguito altrettanti schizzi più liquidi e cadendo all'indietro me lo ritrovai seduto sulle mie gambe.
Gli tenevo il suo affare stretto fra le dita e osservai sbalordita quella fontana colare lentamente le ultime gocce dalla punta. Non avevo mai visto tanto sperma in vita mia. Il suo odore era fortissimo e mi entrava nel cervello e scendeva da ben altri versanti, poi Mirco si scostò di lato e restò tremante a tenersi li sotto.
Non ebbi il tempo per dirgli nulla, perché un grido, assai diverso da quelli sentiti finora, mi gelò il sangue, tornando a guardare quelle due; vedevo chiaramente Risa quanto ormai grondasse di desiderio nonostante quello che aveva subito. Ai tremori del ventre però, Marzia spostò le dita trattenendo il piccolo anellino metallico e ciò coincise con lo stringere i denti della ragazza, sgranando gli occhi; - guarda guarda. Tante storie e poi... ma io non voglio che ti piaccia

Palesando a quel modo il fatto che avesse udito distintamente le parole che Risa rivolse a me mentre mi violentava, con occhi gelidi Marzia tirò a sé il piercing; - n-no ti prego! TI PREGO!

- tanto da oggi in poi non ti servirà più a niente...

Quando caricò il braccio per dare uno strattone rovinandole per sempre il corpo, Marzia si scoprì sorpresa nel vedermi stringerla alla vita fermandole. Stavo tremando. Il mio cuore sarebbe potuto uscire dalla gola e più che marcare la mia azione, il tenermi a lei era per non svenire; - andiamo via per favore...

- ...

- hai vinto tu, hai salvato me e Mirco, ma ora pensiamo ad Alessio. Non farlo...

Anche se non la stavo guardando, sentivo i suoi occhi trafiggermi per averle impedito qualcosa che era evidente avrebbe fatto senza rimorso. Quando Risa cadde a terra libera dalla stretta di Marzia, anche io mi allontanai guardandola fissare la ragazza piangente ai suoi piedi; - pulisciti e rivesti il tuo amico

- g-grazie...

Non le interessò nient'altro. Si ricompose rapidamente, asciugò il sangue sul suo viso, ed uscì dalla porta, lasciandomi da sola a prendermi cura di Mirco ancora steso a terra.

-O-



Come mi sentivo? Stordita avrei potuto dire, ma la testa era un vorticare senza fine di pensieri, emozioni, per lo più spaventose e cercando di non guardare come era stata ridotta quella ragazza, mi avvicinai con piccoli passi a Mirco, cercando di capire le sue condizioni; - t-ti senti meglio?

- ...

- dimmi qualcosa per favore

Lo carezzai sui capelli. Era rivolto con il viso a terra e considerai quanto fosse magro, paragonandolo invece a come, nonostante tutto, fosse riuscito a proteggermi. Marzia aveva fatto quell'esame medico con una sola occhiata, io non avrei mai capito che le sue condizioni erano così gravi da rischiare addirittura danni permanenti. Mi domandai scioccamente cosa Risa gli avesse fatto, ma scacciai subito il pensiero vedendolo mettersi in ginocchio. Io tornai in piedi e gli girai intorno, ma non appena gli fui davanti, si sporse e mi abbracciò fortissimo ai fianchi, poggiando la testa sulla pancia; - grazie di essere venuta...

Ebbi una botta pazzesca di tenerezza che per un attimo cancellò persino quello che era successo poco prima. Premetti con le mani il suo viso su di me e provai a dire cose stupide come che fosse tutto finito; nel farlo non mi resi conto di averlo praticamente ad altezza della mia rosa, esposta dopo il taglio dei jeans, lui invece si ritrasse scuotendo il capo imbarazzato; - s-scusa...

Ma che cavolo poteva fregarmene ormai? Quando tornò in piedi gli mollai un bacio sulla guancia e gli sorrisi un po' forzatamente; - dove sono i vestiti?

- l-i prendo io, li ha gettati li in fondo... ma dobbiamo sbrigarci!

Cambiò subito faccia correndo in un punto specifico nel buio e nel giro di un un minuto tornò camminando un po' a stento, ma decisamente i suoi occhi erano tornati vivi; - Alessio è stato portato via da quel ragazzo coi capelli blu! Ha detto a Risa che se ne sarebbe occupato personalmente!

Mi prese di nuovo un'agitazione terribile, tanto da stringermi lo stomaco; - è tardi...

Una terza voce, mesta e soffusa da un pianto ormai silenzioso, ci fece girare entrambi verso Risa, che ancora si teneva le ginocchia in una posizione infantile; - c-come?

- se Andrea vedrà Marzia tentare di salvarlo potrebbe fare qualsiasi cosa... nessuno dei due si aspettava che venisse davvero

Presi la mano di Mirco e mi avviai verso la porta passandole davanti, ma mi fermai prima di uscire; - aiutaci...

- ...

Non so perché lo chiesi. Ero spaventata, non sapevo chi fosse questo Andrea e ora la vedevo li da sola piangente e ricordai tutto quello che Marzia le aveva detto, arrivando alla conclusione che quella pazza era una specie di vittima di se stessa; - io non posso aiutare Marzia, non so fare niente e lei non può fare tutto da sola! Aiutaci...

Mirco mi strinse la mano. Stavolta era lui dietro di me, ed era evidente che avesse paura di lei, che poggiò la testa sul muro socchiudendo gli occhi; - vaffanculo ragazzina... io non ti devo niente

Tornò quella di prima come se avesse due personalità completamente distinte. Anche gli occhi cambiarono di conseguenza, ed arretrai di un passo seguendo Mirco, lasciando quella maledetta stanza una volta per tutte.

Marzia era li, qualche metro più avanti, immersa nella luce rossastra con le mani ai fianchi. Sembrò riflettere su qualcosa e il nostro arrivo la destò bruscamente; - eccoci...

- puoi camminare?

Mirco fece solo di si con la testa, ma quando Marzia allungò una mano verso di lui, mi si strinse addosso dalla paura frenando quel gesto del tutto inoffensivo; - Mirco! E' lei che mi ha portato qui!

Non credevo che potesse avere paura di Marzia. Aveva fatto delle cose terribili a quella li, ma lo aveva fatto per salvarci; - non preoccuparti. Te la senti di tornare da sola?

- d-da sola? E Alessio?!

- ci penserò io, avete già visto troppo. State solo attenti a...

- NO!

Fui chiara come mai in vita; - adesso vuoi andarci pure da sola da questo Andrea?! Io non posso fare molto e nemmeno lui, però Alessio è amico nostro e vogliamo aiutarlo

Anche Mirco mi sorprese scostandosi, tenendosi sempre dietro di me, ma guardandola la prima volta in faccia annuendo. Marzia scostò lo sguardo e prese a camminare senza dar peso a quello che avevo detto, ma vista l'assenza di rimostranze anche noi iniziammo a seguirla lungo i corridoio e fu silenzio fino ad una nuova rampa di scale; - perché ti sei allontanato?

Sussurrai all'orecchio di Mirco tenendolo sotto braccio; - mi fa paura...

- ma ci ha salvato!

- lei è uguale a quello coi capelli blu

Persi il passo, riprendendolo subito dopo non capendo cosa volesse dire; - l'avrebbe uccisa se tu non fossi andata a fermarla

Scossi la testa; - s-stai esagerando e poi ti dispiace dopo quello che ti ha fatto?!

- n-no... ma

L'avrebbe fatto? Marzia sarebbe arrivata ad uccidere? Non ne avevo idea, ma di certo l'avrebbe mutilata e già questo bastò a farmi venire i brividi; - senti, qua le cose sono complicate, ma l'unica che può aiutare Alessio è lei, quindi basta cazzate ok?

- o-ok...

Abbassò lo sguardo, forse l'avevo fatto riflettere, forse no. Ad ogni modo superammo il corpo steso a terra di un uomo coperto da una tuta aderente di pelle nera o qualcosa di simile. Il tocco di Marzia era arrivato anche su di lui pensai un attimo scioccata; - li sotto ci sono le Carceri...

Fissai quelle scale immerse nel buio poiché li sotto non c'era alcuna luce a mostrare la via, né rossa, né altro; - come facciamo a vedere? È tutto buio...

- c'è un motivo se è così... la privazione sensoriale induce timore, aumenta lo stato d'ansia e l'anonimato disinibisce maggiormente i freni che normalmente avremmo essendo osservati. Sperimentiamo ormai tutti i giorni qualcosa di simile, nascondendoci dietro schermi o cellulari, separando il normale flusso empatico verso il prossimo. Il principio è lo stesso...

Annuimmo. Lei prese a scendere, noi restammo li, come due scemi a farcela sotto e solo l'allungare una mano di Marzia verso di me mi spinse ad avanzare di un passo, trascinando con me anche Mirco.
Scalino dopo scalino, dietro di noi quella luce rossastra sembrava sempre più una nostalgica appartenenza ad un mondo che per quanto distorto potevo vedere e capire. Li invece, quando giungemmo al piano sottostante non trovai nulla. Solo tenebre e freddo.
Udii qualcosa muoversi intorno facendo eco. Molto più avanti una singola lampadina brillava su un soffitto decisamente basso, non più di tre metri, ed illuminava un incrocio di corridoi stretti. Notavo anche li alcuni drappi a coprire le pareti, ma era tutto lasciato quasi in abbandono e l'odore d'umidità stagnava l'aria.
I tacchi di Marzia si udivano con un riverbero che durava moltissimo.
La seguimmo in silenzio spostandosi probabilmente verso destra e quando toccai con la mano una parete umida, la sentii trafficare con qualcosa che non compresi, finché una luce inattesa non socchiuse gli occhi miei e di Mirco, rivelando nella mano di Marzia una specie di lanterna vecchio stile, con un anello in cima con cui essere tenuta.
Eravamo davanti ad un tavolo di legno corroso dal tempo. Il bagliore non era sufficiente ad illuminare più di tre o quattro metri, ma lo fu abbastanza per farmi inorridire nel vedere gli arnesi sparsi su di esso. C'erano seghetti, coltelli, pinze, alcuni stracci e tutto era sporco di sangue ormai vecchio, con tanto di polvere depositata su di essi; - sarebbe stato meglio non scendere affatto...

Parlò con poca voce senza guardarci. Cercai di farmi coraggio, ma le gambe non volevano saperne di muoversi e solo il suo allontanarsi facendo strada riuscì a darmi la spinta necessaria per seguirla, almeno fino a sentire un netto suono di passi che di corsa si stavano avvicinando.
Fu terribile. Qualcuno stava correndo dal fondo di quel buio e rantolava come un cane sciolto, forse erano addirittura più di uno e mi strinsi a Mirco con tutte le forze restando sul limite di quella luce emanata dalla lanterna. Marzia sembrò un attimo sorpresa. Poggiò la gamba indietro e ci fece segno di arretrare ancora, cosa che non riuscimmo a fare, perché urlando di terrore vedemmo sbucare dall'oscurità un uomo completamente nudo e smagrito che si avventò come un pazzo contro Marzia facendole cadere di mano la luce, sbattendola per terra.
Le urla di quel folle attirarono sicuramente l'attenzione di qualcuno ancora nascosto nell'oscurità, mentre Marzia tratteneva coi gomiti alzati la faccia dell'uomo che tentava di morderla come fosse una qualche bestia inferocita. Questo aveva le mani dietro la schiena legate da catene arrugginite e con orrore, entrambi riconoscemmo gli occhi chiusi cuciti da un filo spesso che trapassava le palpebre rendendolo cieco. Fu la cosa più terrificante che avessi mai visto o anche solo immaginato e mi ritrovai a piangere dalla paura come una bambina.
Non mi resi conto nemmeno che Mirco non era più vicino a me. Cercai la sua mano, il suo corpo, ma subito presi a voltarmi ovunque, vedendolo comparire nella penombra con un tubo di ferro stretto nelle mani con il quale colpì l'uomo sopra Marzia, facendolo gridare e desistere dalla lotta. Restai sgomenta a vederlo far cadere quell'arma improvvisata e accasciarsi a terra tremante e pallido come se non riuscisse a credere a quello che aveva appena fatto. Marzia si tirò su senza perdere tempo invece e guardando il sangue uscire dalla testa dell'uomo puntò l'attenzione verso altri passi che si stavano avvicinando; - CHE CAZZO SUCCEDE?!

Sbottai tentando di alzarmi qualche volta, ma senza successo, fissando il corpo pervaso di spasmi dell'uomo a terra; - dobbiamo andarcene, presto

Allungò una mano afferrando Mirco per il collo della maglia e stavolta non si ribellò. Aveva uno sguardo fisso e non parlava più, mentre io raccolsi le forze andandogli vicino; - c-chi sono? Perché fanno così!

- vorrei poterti rispondere...

Non lo sapeva? O tentava di non spaventarci più di quello che già eravamo? Quel tizio l'aveva atterrata e tutta la sua forza non era servita a farla vincere quella volta, magari solo perché era stata presa di sorpresa, oppure perché in fondo lei era soltanto una persona. L'avevo esaltata per quelle doti marziali e quel coraggio che non mi sarei mai aspettata, credendo che potesse risolvere qualsiasi cosa, ma forse era solo un mio tentativo di sentirmi al sicuro; - ce ne sono altri, li ho sentiti!

Mirco con voce tremula le andò vicino, eclissando completamente quel rigetto nei suoi confronti; - restate sempre dietro di me e costeggiate la parete, non manca molto

Ignorò gli avvertimenti di Mirco credo volutamente. Anche io sentivo qualcosa seguirci, ma allora perché non ci correva addosso come aveva fatto quel mostro prima? Mi fermai un istante sentendo un rigurgito salire dalla gola, ma riuscii a trattenermi, scorgendo per un attimo una sagoma a pochi metri dietro di me. Urlai e corsi in mezzo a Marzia e Mirco che mi afferrò la mano con forza; - non ti lascio qui...

Asciugai le lacrime ascoltando quella specie di promessa da parte sua. Anche lui stava piangendo, ma si sforzava di mantenere un'espressione dura per sembrare forte. E lo era.
Con quale freddezza era corso ad aiutare Marzia? Dove trovava la forza per non urlare? Me lo stavo chiedendo perché non riuscivo a capirlo. Lui non era alto, non era robusto, ed anzi dava l'idea di essere debole, invece aveva uno spirito davvero incredibile.
Giungemmo nei pressi di quella luce e quasi mi sentii al sicuro, come se il cerchio a terra fosse una qualche zona inviolabile, poi Marzia illuminò uno dei sentieri scavalcando i detriti e calcinacci che infestavano la zona, passando al fianco di una fila interminabile di celle in parte coperte da quei veli neri.

-O-



Ho freddo.
Non riesco a ricordare quando ho chiuso gli occhi l'ultima volta. In questo buio fatico anche a capire se li ho aperti anche adesso.
Sono disteso a terra, non c'è nulla a trattenermi ora. Sento il gelo del pavimento grezzo toccarmi la pelle della schiena, so di essere nudo per metà. Penso di continuare a guardare fisso davanti a me, in quel silenzio che mi è rimasto vicino tutto questo tempo... tempo, già. Da quanto sono qui? Ho fame. Mi trascino lentamente muovendo le braccia verso la parete umida che ho di fianco. Ci è andato giù pesante, ma solo perché mi sono rifiutato di guardare quello che voleva. Altrimenti l'avrei sfangata senza un graffio.
Quelle immagini mi tornano alla mente come coltelli nel cervello. Mi fermo. Tento di fissare una macchia buia più chiara delle tenebre che ho intorno, ma è solo un'allucinazione e finisco col fermare il mio strisciare e poggiarmi al muro stremato.
Sento di non avere la forza per fare nulla. Vorrei solo andarmene e dimenticare ogni cosa. A quest'ora Mirco sarà stato ucciso o peggio, ed io non tarderò a fare quella fine. Mi sono sempre creduto quasi intoccabile, ma ora dove stanno quelle persone che mi rendevano forte nel branco? Non le vedo, non c'è nessuno.
Non ricordo di aver avvertito mio padre prima di sparire. Forse l'ho fatto, forse no. Sarà preoccupato. Me lo immagino, stanco di lavoro, tornare a casa e darmi un bello schiaffo sulla faccia per averlo fatto stare in pensiero. Ma cosa sto dicendo? Quello li ha detto che non ci tornerò a casa prima di molto tempo e stranamente gli credo.
La quiete viene disturbata da qualcosa. Mi sto immaginando di nuovo suoni e voci. Qui sotto, si può davvero impazzire. Spero la smettano presto, voglio dormire ancora, prima che Andrea torni a ricominciare quello spettacolo e rendermi spettatore inerme. Sento la parte sinistra del viso gonfia, se la tocco mi fa parecchio male, ma i denti sembra li abbia ancora tutti.
Ancora l'eco di un trambusto e ancora voci, grida.
Sarà qualche altro coglione finito come me in questa trappola. Adesso sto sognando e vedo una luce avvicinarsi; penso per un momento di stare per morire e forse non sarebbe tanto male visto quello che mi aspetta. Le voci sono ora vicine, si dicono qualcosa fra loro, sussurrano. Alla penombra di questa cella vedo attraverso l'ombra proiettata dalla sbarre alcune ombre muoversi. Socchiudo gli occhi, provo dolore a fissare quel lume e cerco di scacciare quei fantasmi che ho nella testa, ma loro rimangono li, sono intorno a me. Poi, inaspettatamente, ho una sensazione di paura che morde il cuore scorgendo fra quella luce il viso di Marzia.
E' certamente un'illusione, nessuno può arrivare a toccarla e quella ferita sopra l'occhio sinistro non le si addice. Ha i capelli scomposti, la camicetta strappata e sta tentando di smuovermi; - p-perché non risponde Marzia?!

Angela, cosa centra lei; - dobbiamo sbrigarci prima che ritorni un altro di quelle cose, aspetta ti aiuto

Mirco, questa è la sua voce. Sono tutti qui a farmi compagnia? Che carini.
Sbatto lentamente le palpebre e tiro indietro la testa sbattendola qualche volta sul muro ridendo; spero che quelle ombre se ne vadano, invece due mani ferme mi bloccano e ricevo una carezza. La mano di Marzia è fredda, ma io lo sono di più e lo scambio di calore mi dona un tepore gradevole; - Alessio, ora voglio che mi ascolti. Sei ferito?

Ma si, rispondiamo. E' meglio non farla arrabbiare, non si mai. Scuoto la testa; - mi riconosci?

Come potrei non farlo? Sei l'ultima cosa che ho visto qui dentro. Affermo di si stavolta e sorrido stupidamente; - allora segui quello che ti dico e fallo. Alzati

- ...perché?

Che faccia sorpresa questo fantasma. Mi molla il viso, sembra perplessa; - alzati ho detto...

- ...a che serve?

La mia voce sembra scesa di qualche tono, è più grave e in bocca ho il sapore ferroso del sangue. Torno ad abbassare la testa e fisso quella specie di lanterna e rido di nuovo; - se sei davvero tu, quel pazzo ci farà a pezzi dalla gelosia, se non lo sei ti invito a sederti e goderti lo spettacolo insieme a me, eri la protagonista indiscussa

Smetto di ridere e rivedo quelle immagini, ancora e ancora; - ma che gli hanno fatto? Non lo riconosco!

Su Marzia, rispondi ad Angela, che cosa mi hanno fatto? Rapito? Picchiato? Costretto a vedere quel bamboccio torturato? Rinchiuso qui sotto senza cibo né acqua? Che altro Marzia? Che cosa dimentico?! Mentre rispondo tutto questo nella mia testa, lei invece di rispondermi si stringe le mani, poi me le mette intorno al collo e mi tira a se stringendomi così forte da poter sentire il suo cuore. Sgrano gli occhi e le ombre si affievoliscono mostrandomi i volti di chi ho intorno; - n-non è un sogno...

- no. Ora sei con me?

Mi parla, ma continua a stringermi in quel modo. Mi sento all'istante protetto, sereno, come se un angelo mi avesse chiuso fra le sue ali e meravigliato riconosco Angela piangere ringraziando il cielo e Mirco tremolante a pochi passi da lei, vivo; - ...come è possibile?

- ti spiegherò dopo. Ora ho bisogno che tu ti metta in piedi, sei stato bravo

Quel complimento mi sembra immeritato, ma non lo rinnego, in fondo avevo tentato di fare del mio meglio ed era una magra consolazione; si incazzerà di brutto adesso...

- cosa?

Non sembra capire, mi sposta leggermente dal suo seno per farmi parlare meglio e io la guardo e sorrido come un cretino di una verità indelebile; - non ha fatto che ripetere quanto impossibile sarebbe stato vederti arrivare qui per aiutarmi. Non lo avevi fatto per quell'uomo due anni fa e non lo avresti fatto per me oggi. Ne aveva una certezza così cieca, che col passare delle ore ho finito per credergli...

Il silenzio fu interrotto poco a poco da un suono ripetuto e costante di passi. Angela e Mirco si girarono all'unisono guardando oltre le grate della prigione, ed infine anche Marzia fisso un punto nel buio con occhi gelidi, tornando in piedi dopo avermi carezzato un ultima volta; - è lui...

Mirco fece un passo indietro e portò con se la mia amica ed entrambi furono superati da Marzia che si ritrovò al centro della stanza ancora immersa per lo più dalle tenebre finché quella faccia perversa non sbucò dal nulla.
Mani in tasca, jeans e anfibi. Andrea mostrava ora quel suo corpo martoriato come fosse uno stendardo di depravazione facendo a tutti correre un brivido restando sul limite della luce. Non riuscivo a vederlo bene in viso per via della lanterna, ma non ce ne fu bisogno.
Sapevo cosa stesse provando in quel momento, semmai avrei voluto sapere in che proporzioni; odio? Rabbia? Paura per essersi sbagliato in modo così grossolano sull'arrivo di sua sorella? Era difficile dirlo; - sono sorpreso di vederti...

Fece eco. Il suo tono era mite, quasi colpevole; - io sono sorpresa di vedere come hai ridotto questo posto invece

- davvero? Trovi potrebbe migliorare ulteriormente? La Duchessa ha tenuto personalmente a complimentarsi

- da quando lasciate impazzire qui sotto le persone e le rendete cani da guardia?

- da quando abbiamo improntato il nostro business su qualcosa che ci rendesse davvero soddisfazione. Non fare quella faccia, sapevi che andandotene avresti lasciato spazio a ben altra amministrazione, la mia ad esempio... la maggior parte della gente crede che a pagare sia chi subisce le nostre violenze, un ora, due ore o una notte in compagnia di qualcuno che possa farci dimenticare la nostra patetica esistenza. Noi abbiamo soltanto invertito la tendenza e questo che vedi è il risultato

- ...

- vedo che hai compreso, d'altronde sei così intelligente. Hai idea di quanto quelli come noi siano disposti a pagare per avere qualcuno da fare a pezzi? Io rendo i loro sogni possibili, utilizzando quella carne marcia che ogni sera scende qui sotto desiderosa di farsi rovinare. Niente accordi, niente dialogo, niente stronzate o giochi. Solo i loro corpi alla mercé della fantasia di un artista...

Sapevo come funzionasse quel posto, me lo aveva spiegato anche appena arrivato e poi durante la nostra conoscenza più approfondita, ma il sentirlo nuovamente in quel contesto non migliorò quello schifo; - quindi alla fine hai deciso di venire davvero...

- non lo avrei fatto se non fosse stato per lei...

- lei?

Guardai Angela stringersi a Mirco. Che mi avesse cercato dopo la mia telefonata? Non potevo crederci, ma non sapevo come altro spiegare le parole di Marzia e la sua presenza li; - capisco... ed esattamente cosa vorresti fare ora che sei qui? Salvarli?

- l'intento è quello, si...

- e dimmi, ti piace questa nuova parte che hai deciso di interpretare? L'eroe della storia? Da quando in qua la dama scende in duello per il povero cavaliere?”

Fece un passo avanti e d'istinto cercai di alzarmi sentendo un gran male alla schiena, quindi restai poggiato alla parete parzialmente in piedi; - tu, sei stato salvato da Marzia non è così? Ti fidi di lei?

Mirco sobbalzò all'essere interpellato, ma non rispose, causando un sorriso sulle labbra scure di Andrea; - e tu, hai avuto il coraggio di seguire mia sorella fin qui e ti ha portato dal tuo amico scomparso: ti fidi di lei?

Angela sgranò gli occhi; - ...s-sorella?

- si. Quello che vedete e che ha organizzato tutto questo è mio fratello

L'espressione di Angela non mutò particolarmente, quella di Mirco neppure, semplicemente restarono in silenzio, quando ormai Andrea era ad un paio di metri dall'entrata della cella con noi dentro; - ragazzo problematico, parlo con te ora. Ci siamo conosciuti molto in questo tempo trascorso insieme... e più di tutti sai la vera natura di chi è venuta a liberarti. Ti fidi di lei Alessio?

Avrei voluto rispondere immediatamente, ma le parole si bloccarono in gola.
Purtroppo quello che avevo visto mi bloccava, ed anche cercando di forzarmi, stentai un istante di troppo a parlare, facendolo ridere; - apprezzo l'onesta. Vedi Marzia, noi non siamo eroi: certo possiamo anche noi provare qualcosa di diverso ogni tanto, qualcosa che ci faccia dimenticare il sangue che abbiamo sulle nostre mani, ma alla fine, ciò che sappiamo dare agli altri ci torna indietro e nel tuo caso è soltanto paura... guardali. GUARDALI!

Persino io sussultai come tutti a quell'urlo improvviso, mentre Marzia si girò verso di noi per un attimo; - quello che hai saputo dargli è stato soltanto terrore. Loro non vedono niente in te che non sia orrore e se avessero avuto una qualsiasi altra scelta per stare lontano da te, l'avrebbero fatta. Tu rappresentavi per loro la forza per arrivare qui sotto, un'arma. Leggi nei loro occhi quanto ti mollerebbero qui su due piedi finendo fatta a pezzi piuttosto che spendere un altro istante nascosti dietro la tua ombra...

Non riuscivo a credere che quelle parole potessero avere un qualche effetto su Marzia, ma come spiegare allora il suo abbassare gli occhi a terra e non rispondere? Prima che potessi muovere un passo verso di lei per non farla sentire più sola di quello che in realtà era, lo spostarsi di Mirco mi colse di sorpresa.
Non disse nulla, lasciò la mano di Angela e camminò fino al fianco di Marzia e li restò, emulato in quella enorme prova di volontà, anche dalla mia amica che mi tese la mano.
Dietro Marzia arrivai infine anche io e in quel momento mi sentii come mai prima nella vita; - prendo atto che le sole parole non abbiano effetto... d'altronde è lei quella dai lunghi capelli scuri e il corpo da modella dico bene? E allora, godetevi il vostro eroe

Quando lo vidi tirare fuori dalla tasca un piccolo telecomando, sgranai gli occhi capendo cosa volesse fare; cercai di avvertire i ragazzi di non guardare, ma uno dopo l'altro una decina di TV più o meno moderne si accesero sulle pareti della cella e l'audio partì a tutto volume risuonando nell'aria.
Angela e Mirco si ritrovarono circondati da filmati su filmati di violenze spaventose. Il suono delle fruste, le grida delle persone sotto di esse, il sangue macchiare quei corpi giovani o vecchi che fossero, ogni follia, ogni brutalità venne trasmessa con una qualità mediocre, ma abbastanza da far riconoscere l'unica persona sempre presente in quelle scene spaventose.
Marzia che colpiva duramente qualcuno sul viso, Marzia che affondava lunghissimi aghi nelle carni, Marzia che strappava via pezzi di pelle dalla schiena di quei disgraziati con ogni arnese esistente e in tutto questo, la sua espressione persa in un'estasi agghiacciante.
Angela e Mirco restarono impietriti a guardare gli schermi, mentre io, conoscendoli ormai quasi tutti interamente, mi soffermai sul viso di Marzia che invero cedette allo sconcerto di vedersi rappresentata ancora una volta in quel modo.
Sembrava che le parole di Andrea fossero slittate direttamente in quei televisori, ed era un qualcosa che non credo si sarebbe mai aspettata di vedere; - allora eroe... gli insegnamenti dei Blangis ti hanno resa forte. Eri una punta di diamante dell'intera casata, eri la preferita della Duchessa, ed hai buttato tutto nel fango per una coscienza che hai seppellito viva il giorno stesso in cui nostro padre ti fatto alzare le mani su di me la prima volta!

Rapiti da quelle immagini i miei amici credo non ebbero la forza per rimangiarsi la vicinanza che avevano forse ingenuamente concesso a Marzia. Io stesso ascoltavo Andrea parlare, ma non riuscivo a dimenticare o soprassedere a quelle crudeltà. Una Marzia più giovane, con i capelli corti, poi a mezz'altezza, poi raccolti in una treccia, ed il viso che dimostrava in modo tangibile come quei filmati fossero stati ripresi durante tutta la sua giovinezza. Stava guardando anche lei e la sua espressione era contrita.
Cosa avrei dato per sapere a cosa stesse pensando, sembrava che il gatto le avesse mangiato la lingua. Tutta la sua sicurezza ostentata poco prima era stata risucchiata da un vortice di apatia e disgusto verso se stessa. Stava tremando.
Così vicino a me da poterne sentire il profumo dei capelli non mi sarei sbagliato certamente. Le sue spalle, le sue gambe e l'intero corpo erano scossi da piccoli spasmi, ma quando la notai fare un passo di lato per staccarsi da noi, il mio pugno si infranse contro uno degli schermi distogliendo finalmente l'attenzione.
Ero arrivato li correndo come una furia, ignorai i tagli sulle nocche, ed afferrai il televisore staccandolo con rapidi strattoni dalla sua sede, tirandomi dietro tutta una serie di cavi e fili elettrici che inevitabilmente staccarono la corrente a buona parte degli schermi.
Ammetto che fui fortunato, perché nella mia botta da pazzo quasi certamente avevo toccato anche l'audio delle grosse casse poste agli angoli in alto e ne risultò un gracchiare orribile, che tuttavia surclassò le grida dei filmati fino al tipico suono monocorde e prolungato della perdita di segnale; - NON ME NE FREGA UN CAZZO!

Sbottai gridando e spaccando per terra i resti della TV; - tua sorella ha fatto un sacco di stronzate e allora?! C'è gente che ammazza ogni fottuto giorno per le strade e torna tranquilla e beata a casa la sera come se niente fosse! La differenza tra te e lei è che almeno Marzia un minimo ha provato a cambiare! Tu che cazzo hai fatto?! Hai continuato a trascinarla nella merda con te soltanto perché non eri abbastanza forte per alzarti da solo! E persino ora sei così coglione da non vedere il male che le stai facendo!

Urlai così forte da farmi fischiare le orecchie e fuori di me, passai davanti a tutti loro venendo toccato da qualcuno, forse per essere fermato, ma non mi arrestai, oltrepassando le sbarre e arrivando ansimante a tre o quattro metri da Andrea. Se ne restava fermo, il solito sguardo da assassino, non sembrava colpito da quello che avevo detto o così credevo; - ...il male, che le sto facendo



Parlò con un filo di voce, per poi stringere i pugni e lasciarsi andare in una delle risate più spaventose che io abbia mai sentito.
Continuò a lungo, come fosse davvero un pazzo completo e con le mani sulle ginocchia, leggermente flesso, alla fine sembrò calmarsi; - io... non credo di aver odiato mai nessuno come odio te lo sai? Ragazzo problematico...

Buono a sapersi pensai, mantenendomi pronto a qualsiasi scherzo, mentre lui tornava eretto, poi un suono distante e metallico graffiò il silenzio; - ed è per questo che ti voglio morto

- c-cosa?

Anche con tutta l'adrenalina in circolo ebbi comunque un brivido lungo la schiena; - vi voglio morti tutti...

- ...anche Marzia?

Restai calmo, anche se fu difficile, perché quei suoni nel buio stavano aumentando; - ...vuoi giudicarmi? Lei è venuta qui per questo, dico bene sorella? Sa che non ha altra possibilità per liberarsi del suo passato se non quello di uccidermi e sembra che finalmente abbia trovato il coraggio! E questo mi rende felice, così felice che voglio trasmetterti questa sensazione fin dentro l'anima!

Ma chi cazzo avevo davanti? Ridendo come il pazzo che era, Andrea scattò con un balzo incredibile colpendomi dall'alto in basso con un destro che per miracolo non mi staccò la mascella. Restai in piedi, ma sputai sangue a volontà sentendo probabilmente un molare traballante; - avete incontrato i nostri cuccioli rinchiusi qui sotto vero?! Ne avevo lasciati un paio, spero non si siano ammazzati da soli, ma se loro non posso usare le mani, mi chiedo chi abbia rotto la testa a quel poveraccio...

Indietreggiai e parai alla meno peggio un serie di pugni che alla fine riuscirono comunque ad toccarmi nello stomaco e sulla faccia; - sentite? Sono le gabbie che ho aperto per voi. Ci abbiamo lavorato tanto per renderli degli animali, la più bassa condizione umana e al tempo stesso la sua più alta immagine! Sanno fare bene il loro lavoro posso garantirvelo... adesso, se in tutto questo inferno qualcuno riuscirà ugualmente ad uscirne vivo, sarà davvero meritevole della sua inutile vita del cazzo!

Tentai di colpirlo, ma un suo stivale sul petto mi tolse il respiro, mentre sentivo gli altri avvicinarsi, ma a quel punto non so come incrociai le mani l'una nell'altra e con un pugno a martello schiacciai le nocche su quella faccia da culo, facendolo finalmente arretrare; - ALE!

- no Angela stai li! Marzia portali fuori...

Stava ferma ancora nella cella, non sembrava più la stessa e ancora una volta dovetti ringraziare quel bamboccio di Mirco che la prese per mano destandola dai pensieri; - MARZIA portali fuori!

Sembrò tornare un attimo in se stessa e stringendo fra le dita Mirco, senza pensarci mi raggiunse sentendo ridere alle mie spalle; - che cavaliere...

Non feci in tempo a voltarmi. Un calcio mi piegò il ginocchio a terra ed un pugno spense la vista riprendendola sul pavimento con un giramento di testa clamoroso. Sentivo nella testa un ronzio strano e i suoni furono ovattati per qualche secondo, fissando gli stivali di quel pazzo che mi aveva superato e guardava i miei amici, con Marzia a spostarsi davanti a loro; - fuori uno. Adesso risolviamo noi...

- tu non risolvi proprio un cazzo...

Strinsi la sua caviglia gocciando a terra qualche stilla di sangue da sopra l'occhio destro; - basta Alessio. Lui è un mio problema...

Ignorandomi, i due fratelli si scambiarono sguardi che avrebbero potuto incendiare il ghiaccio, ma al muoversi di Marzia scattai in piedi e costrinsi Andrea a colpirmi di nuovo arrestando quella lotta. Accusai quel pugno sulla spalla, aveva preso proprio il nervo più sensibile, Dio solo sa se per culo o perché sapeva farlo, ma avevo il braccio formicolante. Nonostante questo mi frapposi tra lui e la sorella; - se tu tocchi questa merda lo rimpiangerai tutta la vita, non so come ma lo so. Ha detto che vuole ammazzarti!

- togliti Alessio...

- NO! No cazzo! Dammi ascolto una volta ti prego... solo stavolta

Il cuore era stretto nella paura di chi avessi davanti e nella disperazione di vedere quella faccia rassegnata a chi stava alle mie spalle. Poi, un ombra sbucata dal nulla si precipitò dall'oscurità urlando come un animale; - ecco i miei piccoli! Avanti Marzia portali in salvo! Aiutali come mai hai saputo aiutare te stessa, come mai hai saputo aiutare ME! Rendi orgoglioso il tuo cavaliere... e lascialo morire qui sotto!

Andrea sgranò gli occhi ridendo ancora, anche se uno di quei tizi nudi, ciechi e legati con le mani dietro la schiena gli passò di fianco puntando contro Mirco che paralizzato non fu travolto solo grazie all'intervento di Marzia, che lo raggiunse tirandolo via. Fra le urla di Angela, quell'uomo sbatté violentemente contro la grata della cella, tentando poi di rialzarsi goffamente; - scappa! Io arrivo appena sistemo questo qui...

Quanto poco credessi alle mie parole non lo so, ma vedendo Mirco tremante abbracciare forte Marzia, non so come mi uscì una specie di sorrise per un attimo. Io sapevo che era cambiata. Poteva fare la dura, infilarti qualcosa nel culo quando era arrabbiata, ma se davvero fosse stata la bestia di quei filmati non sarebbe venuta qui a salvarmi rischiando la vita. E di questo ne ero certo; - ne arriva un altro!

Angela gridò l'attenzione di Marzia, proprio quando questa alzò Mirco, ed afferrata la mano di tutti e due prese a correre verso una delle rari punti di luce. Angela le disse qualcosa che non riuscii a sentire in mezzo alla confusione di quei latrati che ormai facevano eco dappertutto, ma l'ultimo sguardo fu per me; - ...sai che li troverò vero?

- no se ti spezzo le gambe prima...

Rise guardando l'uomo alle mie spalle rialzarsi e girarsi disorientato, per poi correre verso di me e beccarsi in pieno la pianta dello stivale di Andrea sulla faccia. Il colpo fu così duro e preciso che davanti ai miei occhi vidi il collo di quel poveraccio girarsi e spezzarsi cadendo a terra esanime; - no... questo qui è mio, ancora

- sei un fottuto mostro te ne rendi conto vero...

Se avesse voluto avrebbe potuto colpirmi anche da li, ma passò sopra a quel cadere e passò dopo passo mi seguì arretrare continuando a sorridere e scrocchiarsi le ossa delle mani; - tu non hai idea di chi io sia, né cosa questo posto rappresenti... avrai anche dato a mia sorella qualche momento di riflessione, ma quando gli porterò la tua testa a casa vedrai che saprà ascoltarmi come faceva una volta

Alzai la guardia.
Stavo tremando e il pensiero che quel folle potesse avvicinarsi ancora a Marzia mi fece restare fermo senza partire in quarta come invece di solito avrei fatto. Non era una provocazione quella li, leggevo nei suoi la voglia di ammazzarmi sul serio e purtroppo era forte, tipo sulla riga di qualche ergastolano cresciuto in carcere, ed io il pivello appena entrato per aver rubato l'incasso dal giornalaio. Respirai forte e ad un suo primo calcio mi scansai arrivando ad una conclusione inaspettatamente.
Era perfetto. Nella sua forza Andrea non poteva essere avvicinato, aveva troppo controllo; ma potevo tentare di farglielo perdere; - che c'è? Vuoi un po' d'acqua?

- sai una cosa...

Si fermò dal venirmi sotto; - quando Marzia mi ha detto che a solo un'altra persona prima di me aveva concesso di fare l'amore con lei, tu non eri neanche fra le possibilità..

Sgranò gli occhi. La mia supposizione per quanto orrenda e depravata poteva essere corretta; - c-cosa?

- spero tu abbia fatto meglio di me perché a stento ho superato i cinque minuti...

Continuava a fissarmi e prese a tremare; - io posso starci, ma tu sei suo fratello cazzo... come hai avuto il coraggio? Sicuramente lo avrai fatto con la violenza, tanto solo questo sai fare e lei per pietà magari non ti ha denunciato...

Dio mio. All'improvviso non mi sembrò più una mossa così geniale quella di fargli perdere la testa. Se qualcuno di voi lo avesse visto serrare i denti con la faccia contratta nella più folle delle gelosie sareste di certo scappati a gambe levate e fu proprio quello che feci io, non appena compresi la cazzata che avevo fatto.

Continua...
 
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xSightly
view post Posted on 16/10/2015, 15:39     +1   +1   -1




Non so come ma riesci a trasmettermi paura in alcuni momenti.. Scrivi in modo meraviglioso, complimenti :)

A quando il proseguio? Sono ansioso di sapere cosa farà Alessio
 
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8Dark8
view post Posted on 16/10/2015, 15:51     +1   -1




Provero a farcela stasera! Ti ringrazio di essere appassionato alla storia è un cosa bellissima per me che la scrivo :-)

Un saluto, dark
 
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8Dark8
view post Posted on 17/10/2015, 03:50     +1   -1




DA TEPPISTA A SCHIAVO XIV



- Marzia! Sta arrivando! ATTENTA!

Abbracciata a Mirco, schiena alla parete, piangendo la osservai girarsi con velocità e piantare il tacco della scarpa sulla faccia di uno di quei mostri, sbattendo poi quest'ultimo a terra e tenercelo mettendosi con tutto il peso sulla testa, finché non smise di muoversi.
Era ferita.
Ne avevamo incontrati altri due durante la fuga e purtroppo uno l'aveva morsa sul braccio sbattendola contro il muro. Non so come riuscì a stenderlo, ma era provata; - s-stai bene?

- dobbiamo sbrigarci...

- Alessio starà...

- muoviti!

Quell'ordine ci drizzò i capelli, quindi riprendemmo a seguirla, fissando le traverse avvolte nel buio e aspettando da un momento all'altro qualcosa uscire e attaccarci; - è colpa mia! Se non fossi voluta venire per forza con te adesso non dovresti...

- non essere stupida. Senza di te il tuo amico sarebbe ancora con Risa, ed io stesa a terra al primo di questi schiavi che mi ha attaccata

Non so se tentò di farmi stare meglio o se credesse davvero a quella cosa, ma complice il fatto che da qualche minuto le urla sembravano farsi più rade, tentai di riprendere il controllo. Asciugai gli occhi e strinsi di più la mano di Mirco che per tutto il tempo era stata forte; - siamo vicini, riesco a vedere la luce rossa delle scale!

Non pensavo che avessimo fatto tanta strada per arrivare da Alessio. Vedevo anche io quello che aveva detto Mirco, ma era praticamente un puntino nel buio e sotto l'ultima lampadina, al centro dell'ennesimo incrocio ci fermammo; - c-che c'è?

- da qui in poi siamo senza luce...

Era vero accidenti. Saranno stati cinquanta metri o poco meno fino alle scale e poteva esserci di tutto li. Mi si strinse lo stomaco e sobbalzai nel sentire qualcosa nelle vie vicine, sia a destra, che sinistra, che davanti; - M-Marzia...

- indietro... lentamente

Col cuore in gola arretrammo come ci aveva detto, lasciando comparire al nostro posto la spaventosa visione di tre di quelle bestie. Arrivarono da tutte le direzioni con passo pesante e chinati in avanti annusando l'aria. Non potevo credere che una volta quelle erano persone e quali atrocità avessero subito per diventare così. Quando furono vicini tra loro, due si morsero litigando, ed il terzo, il più alto fra i tre, si fece avanti puntando Marzia; - passate di lato quando li distraggo...

- E TU?!

- fai come ti ho detto, io vi raggiungo. Correte sempre dritto, non fermatevi mai

Neppure il tempo di finire quella frase che altri due uomini spuntarono dai lati tagliandoci la fuga e a quel punto, tutti e cinque urlarono iniziando a correre in modo sparso. Marzia usò quelle gambe al meglio, ma il doverci proteggere la penalizzò, costringendola in un punto preciso davanti a noi a sostenere gli attacchi incessanti. Venne spinta, colpita, morsa ad oltranza e per quanto rompeva loro denti e ossa, alla fine del suo vestito rimase ben poco, mostrando il corpo insanguinato arretrare contro la parete.
Ne erano rimasti tre, uno dei quali ridotto male, con i buchi dei tacchi sul petto e sull'addome e buona parte della faccia tumefatta. Colava sangue dalla bocca, ma era li con gli altri, pronto al prossimo attacco, che avvenne poco dopo.
Il pugno di Marzia venne anticipato da un'ombra sbucata dal nulla, che si tramutò un istante nel ginocchio di Risa schiacciato sulla faccia di uno di loro, che cadde a terra urlando il suo dolore; - ero tentata di farti massacrare ancora un po'...

Mi prese un colpo. Che voleva quella li adesso? Marzia non poteva pensare anche a lei.
Il muoversi urlante dei mostri costrinse le due a tornare con la mente al presente e follemente, con l'aiuto di quella che mi aveva violentato, le cose cambiarono totalmente. Anche se ferita, Risa sapeva farci quasi quanto Marzia e tra gomitate, calci e acrobazie impressionanti, io e Mirco restammo testimoni di un'abilità fuori dal normale.
Quando entrambe si dedicarono all'ultimo, questo fu costretto alla fuga nel giro di un minuto, schiacciando la faccia di un suo simile a terra ancora cosciente; - ...vuoi risolvere adesso?

Marzia faticava a respirare. Stava sudando, i capelli in disordine e della camicetta rimaneva ben poco; solo il suo sguardo restava impassibile, come quello della rivale, che però si schiuse facendo segno a me e Mirco; - non pensare di essere sempre al centro dell'attenzione... mi dai sui nervi. Ho un favore da ricambiare a quella stronza li giù, tutto qui

Mi gelò il sangue sentirmi interpellata, ma un gesto di lei che indicava le scale in fondo mi zittì; - posso accompagnare quei due fuori di qui...

- no

- davvero?

- non lascerei nemmeno un cadavere nelle tue mani Risa...

La ragazza alzò le spalle all'affacciarsi di un nuovo latrato molto vicino; - senza di me il tuo ragazzo verrà ammazzato te ne rendi conto?

- ...

- Andrea è pronto a tutto pur di vendicarsi, andando anche contro l'ordine della Duchessa e sai cosa significa...

Gli occhi di Marzia sembrarono sorpresi, ma non stavo capendo niente di quel discorso, anche se gli occhi di Risa per un attimo si fecero più umani; - ho provato a dargli quello che gli mancava, non ci sono riuscita... ora vaffanculo e riportamelo!

Risa si avvicinò all'oscurità restando sul limite della luce a braccia conserte senza guardarci; - Marzia no...

Stavolta fu Mirco a stringermi forte la mano. Il suo terrore era palpabile, molto più del mio che comunque non facevo i salti di gioia a dovermene andare con quella pazza, ma vedevo Marzia così combattuta che alla fine scelsi per lei; - d'accordo... devi sistemare un sacco di cose, ma pensa ad Alessio ok?

Quando mossi un passo verso Risa, la gamba quasi mi cedette e Mirco non agevolò la cosa trattenendomi, provò a dissuadermi perdendo quella strana calma che lo aveva seguito fino a quel momento, ma alla fine fummo dietro di lei con Marzia a fissarla; - se gli farai del male impiegherai giorni a morire...

Con quella terribile minaccia, la mano fredda di Risa strinse la mia, per poi correre alla cieca in quelle tenebre.

-O-



Grazie a Dio scivolai mentre camminavo all'indietro e mi passò a pochi centimetri dal naso il pesante tubo di ferro che Andrea aveva raccattato per terra qualche minuto prima.
Mi avrebbe ammazzato. Da quando l'avevo fatto imbestialire la sua freddezza era caduta in un caos primordiale che divorava ogni cosa e io ero il pasto principale.
Di avvicinarmi non ebbi nemmeno un occasione, ed era già un miracolo essermela cavata con un labbro rotto e una brutta contusione al braccio sinistro. Ero caduto a terra. Lo vedevo troneggiare sopra di me e distrarsi un attimo dopo che uno di quei tizi incatenati era apparso correndogli addosso. Tentai di alzarmi, ma una pioggia di sangue mi inondò la faccia, vedendo quella del poveraccio spaccata dal passaggio del tubo arrugginito, congelandomi a terra.
Il corpo pervaso da spasmi cadde al mio fianco e fu quello a destarmi dalla paralisi, girandomi di scatto, per vedere qualche scintilla spandersi dal metallo dell'arma che graffiò il cemento del pavimento anziché la mia testa; - pensa cazzo, devi pensare! Non voglio morire qui sotto, ma non ho speranze! Credevo che questi tizi che ha liberato mi fossero più di aiuto! Pensa Alessio! Devi proteggerti! Prendi un'arma anche tu cazzo

Tentò di afferrarmi in qualche modo, ma sgusciai via riprendendo a correre verso il punto in cui avevo visto altri arnesi di ferro. Era tutto così buio che inciampai qualche volta per guardarmi le spalle. Non c'era.
Ero arrivato sotto una delle poche lampadine del soffitto e vedevo alcuni tubi simili a quello preso da Andrea, assieme ad un massiccio sistema di tubature e valvole, nascoste dietro una rete metallica divelta. Non ebbi neppure il tempo di scegliere con cosa difendermi, che quel pazzo sbucò dal nulla correndomi addosso.
Usò il tubo a mò di asta e la tenne orizzontale sul mio collo spingendomi addosso alla parete retrostante, alzandomi sulle punte nel tentativo di rompermi il collo o soffocarmi. Sgranai gli occhi specchiandomi nei suoi. Non era neppure umani cazzo. Io non credevo si potesse fare un simile spavento e ancora una volta le forze se ne andarono lentamente, sopraffatto da quella follia che invece sembrava aumentare ogni secondo.
D'istinto riuscii a poggiargli un piede sull'addome e calciare con tutta la forza, spostandolo di un metro scarso. Ripresi fiato un attimo, poi quel tubo fu afferrato come una mazza da baseball e da destra a sinistra partì senza esitazione schiantandosi contro la tubatura arrugginita alle mie spalle.
Improvvisamente fu l'inferno.
Sentii un fischio assordante, caduto a terra alzai la faccia sull'arma che aveva spaccato un pezzo di metallo di un grosso tubo che saliva fino al soffitto, ed un scintilla accendere quella che divampò in un lampo in una fiammata incredibile che quasi inghiotti Andrea per intero.
Il fuoco continuò a bruciare ininterrotto e l'aria si riempì di un odore dolciastro e tossico di roba bruciata, mentre io restai a terra a coprirmi con entrambe le mani. Si irradiò una luce arancione che mostrò l'orribile realtà di essere praticamente circondati da cinque o sei di quelle bestie dal volto umano, che tuttavia alla presenza della fiamma gridarono restando in disparte; - è la mia occasione devo andarmene!

Lo era cazzo!
Andrea stava li vicino, lo vedevo oltre il fuoco anche se non distintamente. Potevo davvero tentare di scappare, ma non appena fui in piedi, quel muro di fiamme benedette fu oltrepassato senza esitazione e con la pelle del petto e delle braccia leggermente ustionate, me lo ritrovai addosso.
Non so quanti pugni ci scambiammo, persi il conto, tentando solo di rispondere per avere salva la vita. Cademmo a terra, mi rialzai per primo e gli mollai un calcio tremendo sul fianco. Lo incassò restando in ginocchio e per paura che potesse rialzarsi presi a picchiare quella faccia ancora e ancora, con tutte le forze aprendomi le nocche con tagli e abrasioni.
Quando terminai stavo piangendo, non so nemmeno io se di rabbia per chi avessi davanti o per paura del vederlo sputare a terra sangue e poi continuare a rialzarsi e tornare eretto.
Non era possibile. Vi giuro che io sapevo picchiare sul serio e avevo forza sufficiente per stendere uno della mia stessa stazza come era lui, ma c'era qualcosa di sbagliato, non sentiva nulla.
Le fiamme distanti da noi neanche cinque metri, toccarono il soffitto fondendo la guaina nerastra che colò come catrame intorno a noi e ai lati, consumando alcuni drappi di tessuto abbandonato. Faceva caldo, troppo. Ma Andrea restava li vicino; in controluce al chiarore del fuoco l'immagine stessa del demonio non avrebbe potuto aver altra forma se non quella dei suoi occhi, su cui si riflesse il rosso delle fiamme; - n-non sei normale... non so più che fare

- ...

Poggiai le mani sulle ginocchia sentendo di svenire da un momento all'altro. Il sangue scendeva sul viso, colava dalle labbra, i lividi dolevano in tutto il corpo e sicuramente qualche costola si era incrinata. Lui resto immobile. Nudo com'era, mostrando senza ritegno quel corpo martoriato; - si può sapere che cazzo vi è successo nella vita per diventare così?!

- ...

- io amo tua sorella... e so che anche tu la ami, ma il tuo sentimento non vuole il suo bene, non te ne frega un cazzo di lei! Vuoi solo tenertela per te, come fosse una merda di trofeo!

Indietreggiai con il cuore battente nelle orecchie, vedendolo quasi scomparire in una zona d'ombra e poi riapparire poco più avanti con lo stesso identico sguardo. Non ero neppure sicuro che fosse in grado di sentirmi, ed ormai io mi ero arreso; quasi non mi fregava di lasciarci le penne contro di lui, era superiore sul serio e avevo tentato di tutto per vincere, ma il saperlo libero di tornare a tormentare Marzia mi fermò i passi all'indietro serrando i denti; - ti ha concesso di toccarla...

Sgranai gli occhi al sentire di nuovo la sua voce, ed uscendo con il viso coperto di sangue dalle tenebre mi fissava come fossi la cosa più rivoltante della terra; - ...lo hai chiesto tu?

- si...

- io anche lo chiesi... dopo averla trascinata a forza sul letto quel giorno, non ebbi neppure il coraggio di prendere ciò che volevo e la supplicai di concedermelo

Quella pioggia nerastra mi colò sulla guancia costringendomi a pulirmi di corsa, ma Andrea invece alzò le mani quasi volesse accogliere quella pioggia incandescente; - se non potevo più darle piacere con questo corpo, forse potevo in un modo più classico come facevano tutti i ragazzi con cui ero costretto a condividere i miei giorni... ma lei non provò nulla. Marzia stava ferma a fissarmi e nei suoi occhi non c'era più niente verso di me, né desiderio, né eccitazione, né paura. Ero il nulla capisci? Io l'avevo portata in quella casa! Io l'avevo salvata dalla sua solitudine! Con me lei sorrideva, anche se poi la sentivo piangere

Cosa mi stava raccontando? Mi mancavano così tanti tasselli per completare quel quadro diabolico che semplicemente non potevo capire, ma il vederlo abbassare gli occhi non so come mi fece arrivare tristezza o addirittura una pena; - è inutile che mi dici questo, io non conosco il vostro passato...

- credevo che non sarebbe mai arrivato nessuno a cambiare le cose come invece hai fatto tu... lei sarebbe rimasta nel suo ufficio, io ti avrei ammazzato e tutto sarebbe tornato come sempre

- hai rinchiuso Marzia in una prigione fatta con le tue mani lo capisci?!

- una prigione...

- si cazzo! Come fai a non capirlo? Quando vidi per la prima volta Marzia parlare con te al telefono i suoi occhi era spenti, la sua faccia mostrava solo tensione e quando vi ho visti insieme ne ho avuto la conferma... le stai rovinando la vita, stai ripetendo quello che lei ha fatto a te!

- quello che lei ha fatto a me...

Ma mi stava ascoltando? Io iniziavo a non saper più cosa dire, non ero uno psicologo, non avevo frustini o camere dei giochi per farlo ragionare come Marzia faceva con me, poi sbiancai vedendolo tornare a guardarmi come il demonio che era; - Marzia ha solo un modo per liberarsi... può farlo quando e come vuole! Se non lo fa è perché ha bisogno di me! Ha bisogno di me, ed io ho bisogno di lei

Mosse un passo in avanti quando le fiamme giunsero quasi a toccarlo, ed intorno a noi i latrati dei mostri ripresero dopo una quiete apparente; - QUANDO TI AVRO' AMMAZZATO SARA' COME NON FOSSI MAI APPARSO NELLA SUA VITA!

Con un singolo scatto si mangiò quei tre metri che ci separavano. Ebbi solo il tempo di veder estrarre da una fondina laterale un lungo coltello seghettato e vinto chiusi gli occhi.
Mi arrivò al naso un profumo conosciuto e dei lunghi capelli mi solleticarono il volto, scoprendo le spalle di Marzia frapposte fra me e Andrea.
Lui sembrò sgomento. Tutta la sua ferocia si era tramutata in qualcosa che rasentava la paura e mentre io facevo un passo indietro, squadravo Marzia restare a braccia tese a bloccargli la strada per arrivare ad uccidermi; - M-Marzia...

Mi uscì un sussurro, uno soltanto. Gli occhi scesero lentamente sul suo ventre dove la mano di Andrea affondava con forza quel pugnale, ed una macchia di sangue si spanse rapidamente, colando a terra qualche goccia; - p-perché...

- perché doveva finire così Andrea...

Fui certo di vedere un tremore nel braccio del fratello, ma ad un suo lieve cenno di estrarre delicatamente la lama, Marzia gli afferrò il polso e lo spinse ancora più dentro; - NO! Io non...

Incredulo e paralizzato com'era, fissai attonito la mano libera di lei avvicinarsi con occhi severi al viso di lui, che si ritrasse leggermente forse temendo ripercussioni e finendo invece per essere carezzato e poi baciato sulle labbra.
Quasi stentai a credere l'immane tempra che Marzia possedeva nel restare in piedi dopo una simile ferita e avere ancora la forza per parlare e muoversi. Quel bacio durò poi attimi, ma quando lei si staccò mostrò uno dei suoi sorrisi più belli; - chiederti di perdonarmi non servirebbe a nulla. Odiavo troppo la mia vita e me stessa per rendermi conto in cosa ti stavo trasformando e cosa io stessi diventando. Con noi la vita ha scelto strade tra le più difficili, ma insieme siamo andati avanti, forse non nel modo in cui era giusto farlo, ma tu sei stato per me l'unica persona che mi abbia mai amata per ciò che davvero ero e non ho mai avuto il coraggio di dirtelo

Due piccole lacrime cristalline le rigarono il viso cadendo rapide sulle guance, ma tenne ugualmente il sorriso specchiandosi negli occhi terrorizzati di Andrea; - quanto ho aspettato questo momento, il momento in cui tu fossi arrivato al punto da alzare una mano contro di me e cancellare il male che ti ho fatto... ma finché saremo insieme, nessuno dei due potrà mai essere felice

Mollò la presa del polso e con entrambe le mani lo portò sul suo petto stringendolo forte. Il coltello cadde a terra e non sentii neppure il rumore che fece; - io non saputo dimostrarlo, ma non credere, anche solo per un istante, che io non ti abbia amato. Grazie per avermi liberato... e se volessi chiedere a Dio qualcosa, chiederei di spezzare quelle catene che ti ho messo addosso quando ancora il dolore e la paura erano le uniche cose che facevano battere il mio cuore

Andrea non ricambiava l'abbraccio e non potevo vedere la sua espressione finché, alla fine, il corpo di Marzia cadde in ginocchio davanti a lui leggermente chino in avanti e poi si accasciò al suolo chiudendo gli occhi.

-O-



Guarda che guaio ha combinato...

Si, secondo me l'ha vista arrivare...

Finalmente!

Oh si invece, l'ha vista arrivare e non ha fermato il coltello! Ma poi cosa importa, adesso è a terra con un altro buco per respirare


ah! Ben fatto! Ben fatto...

Già, m non l'ho mai visto così...

Io si. E questa emozione mi ricorda cose molte cose...

Possibile che sia...

Paura?!

Paura...

Cosa sono questi ricordi? Sono stupidi, mandali via...

No, voglio vederli!

Anche io...

Che noia, odio vederlo con quella faccia, mentre lei prepara in cucina...

Invece il profumo che c'è nell'aria è buono, riempie la testa in modo diverso. Lo fa stare bene.

Non proprio. Non lo vedi come la guarda...

Intendi il culo? E' un bello spettacolo, guardala ora che si piega a tirare fuori quella stupida torta

No idiota. Non sta pensando a quello. Vorrebbe dirle qualcosa, ma non ce la fa. Lei se ne accorge, si gira e lo guarda seduto sulla sedia, non servono parole

No, non servono e lui che scosta lo sguardo è davvero patetico.

Patetico esatto! Guardate gli tocca la mano!

Ah... sentite il cuore. Lo sentite vero?

Quelle mani lo hanno reso ciò che è oggi, eppure lui continua a desiderarle...

Che fastidio, per fortuna le ha ritirate subito e ora si alza ridendo. L'ha rifiuta. Rifiuta il suo affetto, BRAVO! Vorrei tanto che la odiasse come la odio io!


La odiamo tutti qui...

No, io no. E' l'unica donna del suo cuore dopotutto

Guardate, adesso si sforza di ricordarla da ragazza! Sta meglio coi capelli lunghi non trovate? E' il giorno del suo compleanno, due anni dopo essere stati adottati...

Ma non puoi stare zitto? Voglio sentire cosa le dice...

Le chiederà quello che le ha sempre chiesto da quando sono con quella famiglia...

E lei gli dirà di no, come sempre...

Invece no. Sono da soli nella sua stanza, è notte, la festa è finita. C'erano solo mamma e papà e Marzia. Come sempre.

Non ricordo questo evento...

Ho provato a cancellarlo... pensavo di esserci riuscito, uffa!

Sembra che certe cose siano più forti persino del tuo odio. Lo ha svegliato, non è ancora passata la mezzanotte. Lui apre gli occhi, è incredulo, teme di fraintendere...

che schifo...


zitto! Sale sopra il letto e sopra di lui. L'ombra della stanza la rende in parte nascosta. Sentite come freme il cucciolo sotto di lei! Lo farà?

Ecco! Lo sta abbracciando! Se lo tira a se come fosse un peluche e gli chiede se è quello che vuole

Potrebbe evitare di chiederlo, che stupida... finalmente! Lo ha colpito!

Un semplice schiaffo e allora?

Idiota! Guarda ancora! Ha le sue mani intorno al collo non vedi! Oddio lo sta soffocando, sentite l'aria iniziare a mancare?

Sento più la sua emozione nel vederla gemere... si farebbe ammazzare pur di farla godere

BASTA!

Perché l'hai interrotto!

Lascialo stare, ecco qualcosa che neppure lui può cancellare...

smettila, fa male...

Sono due bambini praticamente, si somigliano non trovate?

Altro che, dentro e fuori.

Che sta facendo?

Sei curioso?

Senti senti, vuole vedere anche lui adesso...

No!

Va bene, osserva anche tu.

Nostro padre... e allora?

No, non lui, quell'idiota finirà presto di segarsi. Guarda meglio.

Dal basso verso l'alto, Marzia sta cercando di fare del suo meglio.

Nel picchiarci? Che novità...

Se non fosse stata lei, sarebbe stato quel porco seduto in poltrona. No, devi vedere meglio.

Gli occhi di lei, come ti sembrano?

…soffrono

Soffrono, si... e ora che il padre se ne va, rimangono da soli.

Guardate come tenta di scappare il nostro cucciolo, così diverso dal mastino che è diventato oggi vero?

Scapparle è impossibile...

infatti, ma lui non ci prova più di tanto. Lei urla qualcosa lo senti? È sopra di lui e tenta di spiegarsi, di fargli capire, ma lui è troppo confuso


Cosa c'è da capire! Ci stava picchiando!

Smettila, ascolta le emozioni di questo ricordo e non far finta di non capire

Già, lui aveva capito cosa Marzia stesse facendo.

NO! Sono cazzate!

Forse... ma lui non parla, smette di ribellarsi e si fa trattenere a terra per i polsi. Lei si sdraia esausta sul suo petto esile. Ne sente il respiro stentato, ECCO! L'avete sentito ora?

L'idea più folle!

Scappare con lei? Assurdo...

Assurdo, ma è quello che vorrebbe dirle, la vorrebbe vedere felice almeno una volta

Allora perché non parla?!

Perché non ha il coraggio...

Vigliacco...

Vigliacco!

...vigliacco

E da quel dì rimarrà in silenzio per molto tempo... vedendola diventare pian piano il mostro che un giorno sarà


se avesse parlato?

Magari non sarebbe cambiato nulla...

oppure ogni cosa. Invece ha preferito donarle piacere anziché felicità, un traguardo assai più semplice non trovate?

Decisamente si, ma anche quello era amore no?

AMORE?!


Amore? Beh, certo... solo un immenso amore poteva sostenere simili crudeltà

vi sbagliate, lei lo obbligava!

No.

No.

Vi odio...

Lo sappiamo. Ed ora che tutti i ricordi diventano questo vortice di dolore, cosa pensi faccia più male? La sua frusta? Le sue unghie? I suoi denti? O il vederla morire?!

Si sta rompendo, sentite il rumore di questi battiti? Il cuore si sta spezzando...

Vi prego basta...

Ormai non possiamo fare nulla, hai già fatto tutto tu rendendo la sua anima gelida al mondo intero, incapace di provare anche le cose più semplici...

ed ora che tu stai per sparire, quelle cicatrici che ha sul corpo passeranno allo spirito. Guarda... tu che dicevi che non ne sarebbe più stato in grado! Guardalo piangere!

Io non sparirò da solo...

infatti... ormai non ha più bisogno di nessuno di noi. Abbiamo perso tutti.

Via dal buio...

nel sangue...

ritorna alla luce

-O-



Non appena mossi un passo verso Marzia, mi bloccai con gli occhi sbarrati ad un urlo agghiacciante di Andrea.
I suoi occhi cambiarono ancora, l'intensità del suo odio si tramutò brutalmente in un terrore così profondo che non avrei parole sufficienti per descriverlo, vedendolo tremare e cadere in ginocchio.
Sembrò avere un dolore lancinante al centro del petto perché disperandosi se lo strinse con una mano tanto da graffiare la pelle con le unghie, continuando a gridare completamente senza controllo, piangendo come un bambino.
La sua espressione maligna andò in frantumi e per la prima volta, dietro quei capelli selvaggi scorsi un'anima. Era abietta, terribile, ma la pena che provai in quella scena riuscì a sorprendermi. Quando cadde in avanti sul corpo della sorella si affannò a tirarla a sé parlandole, pregandola di aprire gli occhi.
Le sue parole ovattate dal dolore e a tratti biascicate, parlavano della morte, ma della sua. Blaterava che tutto sarebbe finito come diceva lui, che lui era l'unico ad avere il diritto di decidere per loro e che lei non poteva aver preso quella decisione. Tentai di comprendere, ma non ne ero in grado.
Intorno a me vedevo solo le fiamme continuare a diramarsi sul soffitto e intorno a noi e in quelle zone ancora al buio si muoveva chi non aspettava altro che un momento favorevole per venirci ad ammazzare entrambi.
Non provai paura.
Mi sembrò strano, ma era come se fossi distaccato dal ciò che stava avvenendo e ne ebbi sorpresa. Un'esplosione poi, tolse quel velo di surreale che avevo addosso e girandomi trovai le tubature in fondo alla sala illuminare con altre fiamme quasi un terzo del piano sotterraneo, provocando la fuga impazzita di altre bestie; - CAZZO! Dobbiamo andarcene! Andrea! ANDREA!

Lo raggiunsi, mi faceva schifo, ma era sopra l'unica persona che mi interessava salvare, ed ecco che il cuore venne raggiunto dalla paura della perdita alla vista di tutto quel sangue; - n-non lasciarmi ti prego... non volevo farti del male, perdonami

- Andrea, calmati dobbiamo scappare dobbiamo portarla subito fuori!

Non mi stava nemmeno a guardare. Tremava come un gatto sotto la pioggia e del pazzo assassino ora restava solo un ragazzo con gli occhi persi a carezzarle il viso; - quello che ho fatto l'ho fatto solo per nascondere la mia paura... e lei lo sapeva

- ...

- fare del male era l'unica cosa che fosse davvero in grado di farmi sentire forte ai suoi occhi... io non l'ho salvata da nostro padre, non l'ho salvata dal suo dolore e ora non posso più dirle quanto avrei voluto portarla via da ogni cosa! Darle la vita che avrebbe voluto!

- Andrea...

Alcune lacrime caddero sul viso di Marzia, mischiandosi col sangue lasciato dal suo tocco; - tu gliela puoi dare quella vita?

Cristo santo. Ero al suo fianco quando si girò verso di me e con gli occhi rossi, ed il viso contratto in un sorriso sofferto, mi domandò quella follia alla quale basito risposi solo un consenso silenzioso. Ripeté quel mio “Si” con la testa e tornò a guardarla; - noi siamo stati sfortunati Ragazzo Problematico... ci siamo costruiti l'inferno con le nostre mani e lo abbiamo tramutato nel mondo in cui abbiamo vissuto. Ci siamo rincorsi, ci siamo sfiorati, ma non ho mai saputo cogliere i momenti che la vita ci ha dato per poter cambiare in meglio...

Un'altra esplosione mi fece sussultare tossendo a causa del fumo che ormai rendeva l'aria soffocante e nello stesso momento vidi prenderla fra le braccia ed alzarsi in piedi alla luce delle fiamme; - prendila...

Il passaggio del corpo di Marzia dalle sue braccia alle mie mi lasciò spiazzato, guardandolo tornare con gli occhi spenti su di lei; - i-io non avrei mai fatto questo... eppure una parte di me sento l'avrebbe voluto. Non chiederò perdono per ciò che ho fatto perché non servirebbe a nulla e non sono così altruista. L'unica cosa che posso fare per lei è fartela salvare

- m-ma che stai dicendo? Forza, dammi una mano ad uscire...

- è quello che intendo fare...

Si allontanò qualche passo ed afferrò da terra uno di quei tubi di ferro con cui aveva tentato di uccidermi e senza più una parola scattò nel buio pervaso dall'arancio del fuoco, lasciandomi come uno stupido a tentare di seguirlo.
Tornò se stesso molto presto; vibrò colpi precisi e letali e qualsiasi cosa si trovasse sul suo percorso fu massacrata senza pietà, lasciando dietro di sé una scia di sangue e violenza degna di un film dell'orrore.
Ne incontrammo ovunque; facevo fatica a respirare e cercavo di non guardare quel mostro che mi stava aprendo la strada, focalizzandomi invece sui gemiti che Marzia emetteva raramente, ma che mi davano la speranza che avesse ancora possibilità di salvarsi.
Con le mani e le braccia piene del suo sangue, fui sconvolto da una vampata di fiamme proprio a dieci metri dall'uscita e chiusi gli occhi, temendo che fosse la fine; non sentendo dolore, trovai Andrea davanti a me. Ci aveva protetto!
Aveva ustioni sul viso e sul corpo e teneva il tubo grondante sangue abbassato sulle gambe, ed ansimava fissandomi indietreggiare verso le scale; - c-ce la fai?

- vattene...

Gettò a terra l'arma e si girò verso due di quei tizi nudi e bestiali che si fecero avanti ignorando il fuoco; - che cazzo stai dicendo?!

- il mondo di cui faccio parte non dimentica facilmente e se non avrà il suo sacrificio continuerà a cercarlo rifacendosi su mia sorella. Sono stato uno strumento per tutta la vita: per i Blangis, per Marzia, per mio padre, ma per una volta voglio provare ad essere qualcosa di diverso...

Ad un passo avanti della bestia a lui più vicina, Andrea non si mosse facendosi mordere al braccio con il quale si era protetto il volto; - VATTENE! Se mia sorella morirà per colpa tua giuro che torno dall'inferno per strapparti il cuore!

Indietreggiai quando anche il secondo scattò spingendolo a terra e alla luce delle fiamme, vidi molti altri di quei cosi avvicinarsi urlando. Ebbi l'istinto di aiutarlo, ma fui fermato dai suoi occhi mentre veniva massacrato. Non riuscivo a credere come potesse farlo, ma non traspariva dolore dalla sua espressione, che si concluse con un sorriso, per poi afferrare di nuovo il tubo di ferro e piantarlo nella testa di uno di quei mostri; - resisti, torno appena l'ho portata fuori...

Non era vero. Non avrei fatto in tempo ad andare e tornare prima che le fiamme bruciassero tutto o semplicemente che quelle bestie lo trucidassero. Strinsi a me Marzia e corsi le scale, lasciando dietro di me quel pazzo nel suo inferno.

-O-



- guarda, è altro fumo!

- oh no, Alessio e Marzia...

Che potevo fare oltre chiamare la polizia come avevo già fatto?! C'era Mirco vicino a me, ed eravamo davanti lo spiazzo dell'Afterlife, portati fuori da quella che meno di tutti mi sarei aspettata potesse aiutarci.
Risa sembrava turbata da qualcosa. Anche lei vedeva il fumo uscire da dietro il palazzo, che fosse preoccupata per il fratello di Marzia? Non lo sapevo con certezza e sinceramente speravo di non vederlo più comparire. Il sole era tramontato, ed il crepuscolo tingeva il cielo di violetto e arancio.
Mi strinsi a Mirco e pregai.
Non avevo altro che potessi fare e quindi pregai Dio di vederlo comparire in qualche modo; - che sarà successo?!

Non sopportando più quel silenzio tentai di parlare con Risa. Aveva le mani nelle tasche dei bermuda mimetici e girò gli occhi verso di me solo dopo qualche secondo; - come pretendi possa saperlo?

- ...io torno dentro

Lasciai Mirco giusto in tempo per sentirlo rimproverarmi di quella pazzia che avevo detto; - fallo, tanto un morto in più o uno in meno...

- ...

- i Blangis non permetteranno che qualcuno scopri così le loro carte... metteranno tutto a tacere e Andrea non se la caverà come l'ultima volta

- ancora questo nome! Ma chi diamine sono i Blangis?!

Sbottai esasperata da quell'aria di sufficienza e lei si girò dietro di me alzando un sopracciglio. Ci impiegai qualche secondo per realizzare l'arrivo di qualcuno e subito mi agitai vedendo una piccola fila di persone abbastanza sorprese, fermarsi ad una decina di metri da noi guardando il fumo uscire dal palazzo; - Marzia vi ha tenuto nascosto parecchie cose dico bene? Lei, come Andrea, fanno parte di una organizzazione che opera in tutta Europa. Cosa fanno lo hai visto benissimo da sola...

- come te...

- io? Si, anche. Ma non sono nulla a confronto di loro. C'è una gerarchia ferrea tra le varie casate e la vostra paladina ricopriva uno dei ruoli più alti, ruolo che dopo la sua dipartita è stata preso da Andrea... che spreco

Mi stava raccontando quelle follie e io la ascoltavo assieme a Mirco; - adesso arriverà la polizia, vedranno cosa c'è li dentro e...

- le forze dell'ordine di questo paese sono così inutili che basta qualche ricatto o semplice denaro per corromperli e se questo non dovesse funzionare abbiamo sempre altri metodi. No, guardati intorno, ognuno di loro sa già cosa accadrà ora

Tornai a guardare quelle persone e forse a causa della paura li notai in modo differente. Avevano delle espressioni dure; uomini e soprattutto donne quasi tutti piuttosto belli e vestiti in maniera elegante, ed ognuno intento a parlare al cellulare.
Una donna sulla trentina incrociò il mio sguardo. Era bionda, molto bella, con un tubino scarlatto e calze nere. Non distolse lo sguardo finché lo feci io per prima; - sono tutti come te...

- buona parte si. Avvertono i loro Primogeniti di quanto sta accadendo

- Primogeniti?

- ci sono quattro casate nel nostro mondo, che comandano spartendosi posti come questo in giro per l'Europa. Noi facciamo riferimento ai Blangis, alla nostra Duchessa che ne detiene il comando. E' lei a demandare personalmente incarichi a quanti sono ritenuti degni di far rispettare le sue decisioni, questi sono chiamati Primogeniti

Andrea era uno di loro quindi! Ed anche Marzia lo era stata...
Misi da parte quell'informazione, solo nel momento in cui lo stupore si disegnò sul volto di Risa, vedendo uscire dall'entrata Alessio e tra sue braccia c'era Marzia.
Mirco Corse subito verso di lui ed anche io disperata lo li raggiunsi; - La macchina! Dimmi che sei venuta in aiuto Angela!

- Oddio che è successo?!

- ANGELA!

- ah! Si, la macchina di Marzia, siamo venuti con la sua!

- presto dobbiamo portarla all'ospedale ha perso troppo sangue!

Era ridotto malissimo accidenti! Non vedevo Andrea e andava benissimo così. Guardai un attimo Marzia e non fui la sola, perché Risa bloccò la strada ad Alessio, tutti osservati da quella piccola folla e cadde uno strano silenzio; - dov'è Andrea?

- togliti o ti ammazzo...

Non avevo mai visto Alessio con quegli occhi, riprese a camminare e spostò Risa con una spallata senza darle altra attenzione, camminando in mezzo alla gente che sapevo conoscesse quella che teneva in braccio, almeno di fama.
Alcuni sembrarono sorpresi, altri per nulla e altri ancora disgustati. Mirco mi prese la mano e si accodò dietro Alessio in tutta fretta, arrivando nel giro di un paio di minuti alla macchina ancora parcheggiata con le chiavi nel quadro; - guida...

Lui salì dietro assieme a Marzia, Mirco fu al passeggero, ed io mi ritrovai alla guida di quel bolide. Non parlai neppure, sapevo che la situazione era disperata e con il cuore in mano, guardando nello specchietto Alessio con le mani sporche di sangue, allacciai la cintura e la accesi sgommando sullo sterrato.

-O-



- le sue condizioni?

- lei è un parente?

- no

- mi dispiace allora, non posso...

- MA NON DICA STRONZATE O LE SPACCO LA FACCIA!

- moderi il linguaggio!

- sono io che l'ho portata qui, voglio sapere come sta!

Guardai gli occhi di quel medico da quattro soldi e non ci avrei messo due secondi a rifargli i denti. Mi ero messo ad urlare nel corridoio e a fare il pazzo in effetti qualcosa cambiò, perché mi prese da parte; - è stabile

- stabile, che significa?

- che non è in pericolo di vita. Non posso dirti altro

Se ne andò lasciandomi come un coglione in quella stanzetta e mi poggiai con la schiena al muro sentendo l'odore di bruciato e sudore di cui ero pregno. Era salva. Andava bene così.
Restai ancora un po' li dentro cercando di darmi un contegno a quel pianto che continuava ad uscire dagli occhi e mi sentii improvvisamente esausto, tanto da avere un giramento di testa.
Ero stato controllato al volo da un infermiere, mi aveva dato un po' d'acqua e zucchero.
Lentamente tornai nella sala d'aspetto e trovai Angela e Mirco addormentati l'uno sulla spalla dell'altro. Cercai di sedermi il più piano possibile, ma gli occhi di Mirco incrociarono i miei staccandosi un poco dalla mia amica; - notizie buone?

- si... non mi dicono nulla perché non sono un parente, ma so che non sta per morire

Lo vidi lasciarsi andare un sospiro, era strano, ma sembrava ci tenesse; - Angela dorme da tanto?

- appena sei andato a cercare qualcuno si è addormentata

- e tu no?

- le facevo compagnia...

Mi sorrise un po' forzatamente, ma si vedeva che era stanco morto anche lui; - ...hai chiamato a casa?

- se lo faccio i miei corrono qui a prendermi...

- e allora?

- non voglio andarmene

Mi sembrò un discorso senza senso, ma riuscì a farmi ridere un poco; - mi dispiace che sia successo tutto questo, in parte è colpa mia

- la colpa è di quello li...

- si, lo è. Ma se non fosse stato per lui non sarei mai uscito di li

Mi piegai in avanti e guardai fisso davanti a me rivivendo quei momenti terribili con gli occhi di Mirco basiti a guardarmi; - l'ha ferita lui. Marzia si è messa in mezzo prendendo quella pugnalata al posto mio e lui è... cambiato

- cambiato?

- direi impazzito, ma per uno così sarebbe un complimento. Però, vedessi che scena vederlo disperarsi a quel modo. Non ho mai visto nessuno soffrire così e spero di non vederlo mai più...

- e ti ha lasciato andare?

- mi ha detto di fare felice sua sorella e poi mi ha aiutato ad uscire da quell'inferno. Aveva colpito con un tubo di ferro le tubature del gas e penso che con la scintilla si sia acceso il fuoco. Che casino pazzesco accidenti

Guardai le mani. Nonostante le avessi lavate dieci volte ancora vedevo tracce scure di sangue6; - dovremo andare dalla polizia...

- hai sentito che ti ha detto Angela e sono d'accordo anche io con lei

- questi Blangis?

Si incupì un poco, evidentemente pensando a quello strano discorso che Angela mi aveva detto in aiuto e che le era stato rivelato da Risa, poi restai col cellulare in mano a pensare cosa dire a mio padre.
Il vetro del display era incrinato. Nelle cadute probabilmente si era rotto, ma per lo meno era ancora funzionante, decisi per un sms nel quale lo rassicuravo che andava tutto benissimo e subito dopo poggiai la testa alla parete dietro di noi e seguii Mirco che già aveva richiuso gli occhi cedendo alla stanchezza.
Fui svegliato di soprassalto da una mano sulla spalla. Nel dormiveglia scambia non so come il viso di un medico dai capelli leggermente lunghi per quello di Andrea e urlai come un cretino destando attenzione nella saletta; - s-scusi...

- non si preoccupi, lei è Alessio?

Aggrottai la fronte scacciando il sonno e notando il sole ormai alto filtrare dalle finestre. Ero solo, Angela e Mirco non erano vicino a me; - Marzia vorrebbe parlare con lei...

- COSA?! E' sveglia?!

- si, ed ha chiesto espressamente di chiamarla

Mi alzai di scatto afferrando le spalle del medico facendomi dire la stanza e schizzai via correndo e quasi portandomi dietro una vecchia signora col bastone. Salii di un piano mangiando i gradini tre a tre e quando iniziò la conta delle camere sentivo il cuore nelle orecchie; - 47-49... 51!

Tirai indietro i capelli mi diedi una sistemata, ma facevo ugualmente schifo, poi bussai sulla porta già aperta e la trovai sul secondo letto, quello più vicino alla finestra.
Era una stanza piccolissima, c'erano solo due posti, uno dei quali libero. Un lenzuolo bianco e leggero la copriva, aveva delle flebo attaccate al braccio sinistro, ma era anche incredibilmente lucida.
Tirata su con la schiena, i segni di quella notte terribile si vedevano sul suo bel viso. Non resistetti. Piansi come un cretino appena la vidi, avvicinandomi e cercando di nascondere quello spettacolo ben poco virile; - come stai?

Io? Mi chiese davvero quella scemenza quando a lei le avevano aperto l'addome? Scossi, il capo non riuscendo a parlare bene; - ...Andrea non è qui vero?

- n-no...

Strinse un poco la mano libera rilassandola subito dopo; - lo hai...

- no

Credo che neppure avendone l'occasione sarei stato in grado di ucciderlo e la mia negazione fu più un'affermazione di quel pensiero spiacevole; - sono mortificata...

Sgranai gli occhi vedendola arrossire, socchiudere gli occhi e portarsi una mano sul viso piangendo con singhiozzi silenziosi. Mi spiazzò al punto che restai in silenzio lasciandola sfogare; - ce l'ho messa tutta, ho provato ad essere onesta almeno una volta, ma nemmeno questo è servito...

- NO! Ti sbagli!

Sbottai sentendo quanto fosse in errore e la mia reazione la fece quantomeno alzare gli occhi; - dopo che sei svenuta è cambiato tutto! Andrea si è disperato su di te, continuava a scusarsi di un mare di cose, di non aver capito niente...

Le raccontai tutto, nel modo più calmo possibile, ma la concitazione in alcuni punti era evidente e quando le sue lacrime furono asciutte io terminai il mio racconto seduto sul suo letto; - ...ha fatto questo?

I suoi occhi ora erano pieni di dubbi e sorpresa. Poggiò il braccio destro sugli occhi andando dietro maggiormente con la testa sui cuscini cercando una pace impossibile da ottenere; - io non potrò mai capire quello che c'è stato tra voi... servirebbe una vita intera, però tu sei qui ed è merito suo. Ha detto che voleva essere diverso almeno una volta e penso ci sia riuscito no?

- ...

Non rispose. Mi sentii improvvisamente di troppo, ed abbassando lo sguardo, mi alzai per lasciarla sola, ma fui trattenuto per il polso. Ora mi guardava fisso con quei cristalli di acquamarina che aveva al posto degli occhi e in soggezione le chiesi se volesse qualcosa da bere, ma la sua mano si strinse di più. Cosa stava cercando di fare?
Non capivo la sua reazione. Stava li ferma, con un leggero rossore dovuto al pianto sulle gote e i capelli arruffati sparsi sul cuscino e sulle spalle. Le sue labbra si mossero leggermente trattenendo tra loro le parole che mi strapparono un battito del cuore; - ...mi ami?

Ebbi un brivido che mi scosse dai piedi fino ai capelli. Credevo solo di aver capito male, vedendola scostare lo sguardo, ma senza mollarmi; - s-si... non credo esista un'altra parola

Balbettai un poco. Tutto mi sarei aspettato fuorché ricevere una simile domanda in un contesto poi così assurdo come il letto di un ospedale. Mi lasciò il polso e sospirò; - ...anche dopo tutto quello che hai visto?

- sei venuta li a tirarmi fuori, hai salvato Angela e Mirco e ti sei presa una coltellata al posto mio... sarei un pazzo a non amarti

Ripresi a respirare, ma sentivo di poter svenire da un momento all'altro, anche perché io non sapevo affatto cosa stesse pensando lei; - t-ti lascio un po' da sola, sarai stanca Marzia...

Quel silenzio mi stava facendo morire e cercai di arginare il freddo dell'atmosfera allontanandomi un poco pensando a che figura inutile avessi fatto, ma superato il suo letto la sua voce mi bloccò; - non ti ho detto che puoi andartene...

Mi girai sorpreso trovandola col solito sguardo severo; - finché lo vorrai, potrai restare con me...

Cedettero. Le gambe divennero molli improvvisamente e caddi in ginocchio reggendomi con le mani al bordo del letto facendola sorridere leggermente e poi guardare fuori dalla finestra come se dovesse coprire quel rilassamento; - M-Marzia...

- alle mie condizioni ovviamente...

Preso a pugni da quel turbinio di emozioni che avevo in testa, si aggiunse al mucchio anche quella di vedere la coperta scostarsi leggermente e scoprire la gamba nuda, piegando il ginocchio leggermente e poggiando il piede davanti al mio viso.
Stavolta fui io a ridere, ma afferrai l'estremità come fosse una specie di cucciolo e lo baciai ripetutamente salendo sulla caviglia, sulle dita, sulla pianta e ai lati, sentendo dei passi dietro di me; - m-ma che...

Sobbalzai. Marzia ritrasse la gamba e la coprì in un attimo, mentre rosso in viso guardavo Mirco e Angela restare di sasso, lei in un modo, lui in un altro; - v-vedo che stai bene... sono contenta

Angela si spostò di lato ignorandomi con una faccia strana, tipo “Ma che cazzo ti metti a fare siamo in ospedale datti un contegno”, andandole di fianco. Non so come Marzia si disinteressò della figura meschina che comunque la vedeva protagonista e dopo essere tornato in piedi sorrisi un po' forzatamente a Mirco che invece rimase a fissare il punto dove stavo prima; - i genitori di Mirco sono venuti a prenderlo... mi da un passaggio a casa

- capisco...

- grazie di tutto, anche se in realtà è anche colpa tua! Quindi ciao! E scusa i graffi sulla macchina!

Disse tutto velocissima e scappò via letteralmente sotto lo sguardo sorpreso di Marzia, trascinandosi dietro anche Mirco che urlò i suoi ringraziamenti dal corridoio; - s-scusala, nel parcheggiare di corsa ha...

Iniziò come un sorriso, ma si trasformò poi in qualcosa che mai le avevo visto fare, coprendosi la bocca con una mano e continuando a ridere in modo sincero e fu talmente contagiosa che, guardando la gente fuori nel corridoio sbirciare dentro incuriosita, anche io mi unii a lei; - non ti avevo mai sentita ridere così...

- perché è stupido...

Continuo a sorridere scuotendo il capo, fingendo una qualche arrabbiatura con se stessa; - siamo un po' stupidi è vero...

- soprattutto tu. Immagino avrai intenzione di continuare a frequentare la tua amica dopo questa avventura...

Oddio. Cosa mi stava dicendo adesso? Rimaneva serena, però quel discorso sapevo la facesse innervosire, anche se MAI più nella vita avrei toccato Angela o chiunque altra; - fallo. Ma è escluso che tu vada di nuovo in auto con lei da solo

- o-ok...

Mi grattai la testa colpevole e poi la vidi rilassarsi tornando a guardare fuori la finestra; - è vero, la vita mia e di mio fratello non ha avuto un bell'inizio. Ci siamo affidati l'un l'altro nel modo più errato, ed abbiamo cercato un posto a cui appartenere tra la gente sbagliata, però...

C'era amarezza nelle parole, ma anche un consapevolezza di qualche tipo per la quale il ricordo di Andrea che le vedevo negli occhi non le causava più dolore; - ...una seconda occasione è riuscito ugualmente a darmela e sprecarla non sarebbe giusto

- lo penso anche io...

Restai con lei a lungo quel pomeriggio, parlando di cose semplici, di progetti eventuali e con una naturalezza che lasciò scorrere quelle lancette dell'orologio senza accorgercene e solo l'arrivo dell'infermiera di turno mi staccò da lei e dopo averla salutata dicendole che sarei tornato il prima possibile, nel corridoio chiamai mio padre pronto per una bella ramanzina.

-O-



Rimetto a posto l'ultima foto nel cassetto e resto un istante a sorridere.
Sento il suono della tastiera del computer battere i tasti freneticamente ad una velocità che probabilmente non eguaglierò mai. E' quasi ora di cena e il ristorante che ho prenotato dista quasi un ora di auto, senza contare il traffico di Roma.
Mi alzo e nella stanza da letto mi guardo nella specchiera del grande armadio con ante scorrevoli. Fa abbastanza fresco stasera da poter mettere la giacca, mi sistemo i capelli e penso che così possa andare, in caso vedrà lei.
Cammino lentamente e supero la cucina, arrivando nello studio e la trovo li, esattamente come l'avevo lasciata. Fissa lo schermo della grande scrivania; gli occhiali poggiati leggeri sul naso, i capelli raccolti in una coda alta, ed uno dei suoi vestiti che mi fa impazzire.
Resto sull'uscio con le braccia conserte e guardando sotto lo scrittoio noto che è scalza e ci metto poco ad avere una sensazione di calore li sotto, scontrando la carne gonfia contro la gabbietta che indosso. Sorrido. Finalmente mi nota; - che succede?

- nulla. Ho sistemato i documenti per il notaio e nel farlo ho beccato alcune foto...

- foto? Di quando?

- cinque anni fa, qualche mese dopo il casino dell'Afterlife

Si gira e sbadiglia delicatamente coprendosi con la mano. E' stanca, ma quando le chiedo se vuole restare a casa mi sorride; - ed avere te che mi stai attaccato come un cagnolino mentre tento di capire la trama di un film? No grazie...

Sorrido anche io, perché avrei fatto esattamente così.
Le vado vicino e la abbraccio forte. Ne sento il profumo, i capelli sulle mie labbra e si lascia stringere senza dire nulla, lo sa quanto mi piace. Rimango qualche istante così, poi scendo in ginocchio e le calzo una per una le scarpe poggiate di fianco la poltroncina in pelle su cui è seduta. Mi carezza il viso e le bacio il ginocchio restando li a terra qualche altro istante; - non mi priverai del mio ristorante anche se fai così...

Si alza in piedi. Statuaria. A volte dimentico quanto il suo sguardo possa mutare da dolce a severo nel giro di un attimo e mettermi soggezione. Mi supera, io resto a guaire silenziosamente sapendo di dover andare, però, mentre lei infila il soprabito scuro e prende la borsetta, si dà due colpetti sulla coscia come farebbe con un animaletto e sorride; - ...ma vedrò di non farti fare troppo tardi

A quella promessa, mi alzo e la raggiungo allegro, aprendole la porta e sull'uscio vengo preso per il mento dalle sue dita e baciato. Mi piego leggermente per una fitta al basso ventre e sospirando chiudo la porta di casa, sentendola prendermi per mano e sorridendo avviarsi verso l'ascensore.

Fine

Questo è l'epilogo signori e signore. visto che non riuscivo a dormire per OVVI motivi, ho deciso di completarlo. Spero vi sia piaciuto e ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto con parole bellissime! Un saluto, Dark
 
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slaveone1
view post Posted on 17/10/2015, 10:01     +1   +1   -1




grazie a te dark per lo splendido racconto e mi auguro di vederti presto immerso in una nuova avventura, complimenti ancora
 
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view post Posted on 18/10/2015, 11:41     +1   +1   -1
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Sottomesso anomalo. Più unico che raro

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Prima di fare altri interventi, ho voluto prima leggerlo tutto per timore che il finale potesse rovinare il mio giudizio. Così non è stato.
E' stata una lettura emozionante e veramente molto bella. Io credo che la possa inserire nelle prime tre storie a sfondo bdsm mai lette in vita mia.
Ho già scritto tutto quello che penso su questa storia e sarebbe inutile ripetermi.
Ma se proprio devo trovare il pelo nell'uovo, direi che c'è qualcosa che non va e spero che tu la possa prendere come un semplice consiglio da un <collega>. Spesso nei dialoghi si fa fatica a capire chi è il personaggio che parla, soprattutto nelle scene in cui ci sono più personaggi in quanto non rimarchi chi è colui o colei che sta parlando e questo in una storia compessa e articolata come questa porta il lettore a dover rileggere se vuole veramente capire tutte le sfumature.
Si tratta di dettagli che non inficiano assolutamente il valore di questo tuo compesso lavoro che è ottimo.
Tornando al finale che, per la mia esperienza, è la parte più complessa di un racconto, è stato quindi all'altezza. In fondo, sono un romanticone e speravo nel lieto fine. Sono stato accontentato.
Grazie e complimenti. Ora spero che completerai anche le tue opere precedenti. Magari senza rinunciare al sonno
 
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8Dark8
view post Posted on 19/10/2015, 09:31     +1   -1




Ciao Davide ti ringrazio tantissimo per le parole e ancora di più per il ti consiglio sul dialogo dei Personaggi di cui certamente farò tesoro :-) da romantico non potevo esimermi da un finale che rispecchiasse l evoluzione costruttiva dei protagonisti ma spero di essermi avvicinato ad un realismo sintetico che non faccia storcere troppo il naso. Mi sono davvero appassionato io stesso alla storia che ancora ricordo essere venuta fuori dal nulla.

Un saluto, dark
 
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view post Posted on 19/10/2015, 14:26     +1   -1
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Concludo queste mie analisi su questo tuo racconto chiedendoti una cosa. E' una curiosità.
Quando scrivi, hai bene in mente dove vuoi andare a parare fin dall'inizio o aspetti gli eventi? Cioè, mentre scrivi ti adegui a ciò che hai già scritto o hai in mente una sceneggiatura completa con tanto di finale già ben impresso nella tua mente? Sai perchè ti faccio questa domanda? Perchè ho avuto l'impressione che la parte con Andrea e le torture non fosse già prestabilita. Non che ci sia stata qualche stonatura e tutto è filato alla perfezione ma, leggendo, ho avuto la sensazione che hai dirottato la tua storia su un binario che non era previsto all'inizio.
 
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8Dark8
view post Posted on 19/10/2015, 14:30     +1   -1




Ti dirò questo. Ogni cosa che scrivo ho in mente soltanto le scene di sesso e BDSM xD il resto e il come esse si svolgono si scrivono da sole. Non so ben spiegare la cosa in effetti. Della trama principale ho scritto nella testa capitolo dopo capitolo a suon di viaggi in auto e musica. Quindi si c era un finale ben definito ma il come l ho espresso è venuto in modo autonomo da me :-) la tua sensazione era corretta quindi.

Ti capita anche a te?
 
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view post Posted on 19/10/2015, 14:45     +1   -1
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No. Io faccio una sceneggiatura ben precisa con inizio, fatti principali e fine. Dopodichè inizio a scrivere lasciando ampio spazio alla fantasia ma senza mai distaccarmi da quella sceneggiatura. Così evito di impantanarmi. E soprattutto, prima scrivo il racconto completo e soltanto dopo diverse correzioni inizio a postarlo. All'inizio, quando ho cominciato a scrivere questi racconti, postavo ogni episodio appena scritto e mi sono trovato più volte in difficoltà perchè non sapevo dove andare a parare e dovevo arrampicarmi sugli specchi soprattutto per creare un finale dignitoso ed ho scontentato diversi lettori. Adesso è difficile che accada perchè è ho il tempo di cambiare, di riscrivere e di evitare incongruenze
 
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8Dark8
view post Posted on 19/10/2015, 14:50     +1   -1




Ottimo un altro sistema efficace sicuramente xD io in difficoltà mai per fortuna, al massimo mi è capitato di scrivere qualche boita e poi rileggerla e correggerla dopo aver postato il capitolo questo si xD
 
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view post Posted on 6/3/2017, 06:18     +1   -1
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Ho goduto come se mente e fisico fossero una sola cosa.
 
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view post Posted on 21/1/2024, 14:45     +1   -1
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Non amo particolarmente BDSM, ma la complessità delle pulsioni umane mi affascina.

BRAVO!!!

francesco
 
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