Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Casto per la ragazza dei miei sogni, e non solo...

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Chastories
view post Posted on 4/2/2015, 23:07 by: Chastories     +1   +1   -1




Quello che segue è un racconto in sei capitoli che volevo scrivere da parecchio tempo, finalmente ne ho avuto la possibilità. I capitoli successivi sono già pronti, ma li pubblicherò un po' alla volta.
E' il mio primo racconto, perciò spero che vi piaccia, sono graditi i commenti :D

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Capitolo 1
FRANCESCA, LA RAGAZZA DEI MIEI SOGNI

Avevo 22 anni ed ero in vacanza in un paesino di mare quando conobbi in spiaggia Francesca, una ragazzina stupenda, di 17 anni, dal viso angelico, pelle chiara un po’abbronzata per il sole, capelli biondi molto chiari, occhi verdi dolcissimi, labbra stupende, non molto alta, un fisico niente male. Insomma, nel giro di poco tempo presi una cotta per lei, io che per la mia timidezza non avevo mai avuto rapporti con ragazze. E infatti ogni volta che la vedevo mi scioglievo, balbettavo parole incomprensibili, non incrociavo mai il suo sguardo ma lo tenevo sempre basso, verso i suoi piedi.

Lei si accorse fin subito di quanto ero cotto di lei, eppure non mi evitava come tante ragazze in precedenza ma anzi la sera mi permetteva di sederle affianco quando andavamo in qualche bar in comitiva e accettava sempre di farsi offrire qualcosa da me. Ogni tanto mi rivolgeva persino la parola, ridendo divertita dal mio imbarazzo e del mio essere imbranatissimo, mentre io puntualmente diventavo paonazzo e incespicavo in continuazione con le parole. Ma quelle sue risatine di scherno mi facevano impazzire, adoravo il totale controllo che lei aveva di me.

Tutto peggiorò, però, quando confessai ad amici della comitiva quanto ero cotto di lei, nella speranza di un consiglio. Questo incauto gesto portò invece a continue prese in giro da parte del gruppo ogni qualvolta lei si avvicinava a me o quando ce n’era occasione. Mi deridevano perché sapevano che io nella mia nullità non avevo possibilità, Francesca piaceva a molti, e tanti ragazzi molto più belli e interessanti di me ci provavano con lei. Questi sfottò mi imbarazzavano tantissimo e portarono lei a distaccarsi sempre di più, l’ultima cosa che volevo. Già la sua vicinanza era tanto per uno sfigato come me, il suo contatto era il massimo e io a causa delle mie stupide azioni lo stavo perdendo.

Mancavano due giorni alla fine delle vacanze e io ormai da minidotato incapace mi ero arreso a dover solo sognare di poter stare con una come lei, come sempre d’altronde. Avevo avuto più di un’occasione per provarci ma non ero mai stato in grado di dichiararmi, anzi avevo collezionato solo figuracce e motivi per cui vergognarmi con lei per tutta la vita. La penultima sera, a causa dell’aria più afosa del solito, Francesca mi chiese con mio stupore di accompagnarla fino a fuori casa per posare la maglietta che la copriva. Subito partirono le prese in giro ad alta voce degli amici sul fatto che l’avrei accompagnata da solo, con il risultato che Francesca partì a razzo e io dovetti raggiungerla. Provai a cianciarle che avrei potuto portarla io in mano la maglietta durante la serata ma lei mi silenziò subito: << Dai, stai zitto che fai solo figure di merda, cretino>>. Fu un colpo, e io non proferii più parola. Arrivammo fuori casa sua, una bella villetta di sua proprietà, lei salì e poco dopo riscese di nuovo, lasciandomi ancor più senza parole. Sotto la maglietta nascondeva una scollatura da paura che mostrava tette morbide e sode, perfette, per metà abbronzate e metà no. Sbuffò vedendomi così rincoglionito a guardarla e sì incamminò sulla strada del ritorno.

Ritornammo quindi verso il punto in cui avevamo lasciato il gruppo, ma non trovammo più nessuno. Probabilmente erano andati via apposta per lasciarci soli, sapendo che tanto non avrei fatto altro che fare altre pessime figure. Francesca, un po’ scocciata, mi disse <<vabbè, andiamo in spiaggia dai>> e mi prese la mano. Arrossii, stupito da questa iniziativa, e mi lasciai portare. Ci togliemmo le scarpe, lei mi fece sedere su una sdraio e si stese appoggiando la testa sulle mie ginocchia, a mò di cuscino, e io cercai a fatica di non guardarle la scollatura, anche perché lei mi osservava da sotto.

Francesca mi chiese di raccontarle un po’ le mie ultime storie con ragazze. Io che ovviamente non avevo nessuna storia da raccontare, balbettai <<comincia tu dai>>, così lei mi raccontò dei suoi ultimi 2 morosi, alti, belli e palestrati, di come aveva lasciato il primo perché stufa del rapporto e del fatto che voleva sempre fare sesso, e mi fece vedere le loro foto sul cellulare. Inutile dire che io a confronto ero assolutamente ridicolo, senza un muscolo, probabilmente anche il mio pistolino a confronto con il loro la avrebbe fatta morire dal ridere.

<< Allora? Ora tocca a te>> mi disse ridacchiando. Io, distolto da questi pensieri, nel più totale imbarazzo mentre lei mi scrutava con i suoi splendidi occhi verdi, cominciai a inventarmi di una ragazza che avevo conosciuto e che abitava lontano, con la quale mi vedevo raramente. Lei mi interruppe: << vi siete baciati?>> io di scatto risposi di sì. << E avete pure fatto sesso scommetto>> io balbettai <<s-sì>>. Lei allora si alzò e, con me ancora seduto, venne a mettersi in ginocchio sulla sdraio, esattamente sopra di me. Praticamente mi ritrovai totalmente a contatto col suo corpo, la mia testa ad altezza tette, che sfioravano il mio naso, le sue cosce ai miei lati e il suo culo che poggiava sulle mie gambe. Il mio cazzetto scattò sull’attenti. Lei mi osservava dall’alto, imperiosa. << Guardami dritto negli occhi>> mi disse. Alzai lo sguardo, imbarazzatissimo, e ammirai attonito quegli incantevoli occhi, mai visti così da vicino.

<< Ascoltami bene. Se vuoi avere una minima possibilità con me, non osare raccontarmi cazzate. Voglio da te la più totale sincerità, hai capito?>>

Non credevo alle mie orecchie, allora avevo ancora una speranza con lei. <<va bene>> risposi, quasi inebetito.

<< Hai mai fatto sesso? >> mi chiese.

<< N-No >> risposi.

<< Quindi sei vergine? Ahahahah >>

<< Sì >> dissi, e abbassai lo sguardo.

<< Ahahahah piccolo! E immagino che non hai nemmeno baciato nessuna in vita tua vero?>>

<< V-vero >> risposi. Avevo gli occhi umidi, rosso per la vergogna.

<< AHAHAHAHAH che sfigato! A ventidue anni nemmeno un bacio? AHAHAHA! E volevi farmi credere di aver avuto storie… Che ridicolo! Ahahahahah >>

Avrei voluto scomparire. Ma lei mentre rideva mi accarezzò dolcemente sotto il mento.

<< Guardami dritto negli occhi, coglione! >> rialzai lo sguardo, tremante. << Voglio che adesso tu mi dica sinceramente tutto quello che provi per me, ok?>>

<< O-ok… Sei la ragazza più dolce e bella che abbia mai visto, mi sono i-innamorato di te fin dalla prima volta che ti ho incontrato in spiaggia, sei uno spettacolo e anche se non ti merito farei q-qualsiasi cosa per te >>

<< Ohhh, che cucciolo>> rispose lei solleticandomi il collo. << Qualsiasi cosa? Tipo? Fammi qualche esempio concreto, convincimi!>>

<< Ti porterei ovunque tu voglia in qualsiasi momento, correrei da te ogni volta che tu mi chiami, ti regalerei qualsiasi cosa, acconsentirei a qualsiasi tua richiesta, sarei p-persino il tuo… s-schiavo… se tu lo volessi >> buttai lì, al limite dell’emozione e dell’eccitazione.

<< WOW!!! Ma che tenero che sei! >> e mi diede un bacino sulla guancia. << Il mio tenero schiavetto personale! Non ci credo! Ahahahah >>. Qualche lacrima mi scese mentre tremavo dall’imbarazzo sotto di lei. Ma ero felice di essermi dichiarato. Nella mia inferiorità non osavo toccarla, le mie braccia restavano appoggiate alla sdraio.

<< Come è ovvio tu non potrai mai essere il mio tipo, stupidino>> mi disse, spegnendo di colpo la mia gioia. << Mi ha fatto morire dal ridere in questi giorni quanto sei stupido e imbranato, e prima che tu lo dicessi ai nostri amici mi stavo divertendo un mondo! Ma sei talmente imbecille che mi hai tolto il divertimento…>> aggiunse. << Però se a te sta bene potrei divertirmi un altro po’… e magari chissà, un giorno potremmo trovare il modo di divertirci insieme >> guardò verso le parti basse e fece una smorfia. << … Sto scherzando ovviamente, non farti strane idee… tanto con un inetto come te laggiù è difficile che ci sia vita… >> Mi eccitai e balbettai qualcosa di incomprensibile.

Si soffermò a guardarmi per un po’ dall’alto, sempre standomi addosso, con me che ero in totale imbarazzo, tremavo e cercavo di evitare di guardarle la scollatura che mi stava esattamente di fronte, a un solo centimetro dagli occhi. Ci godeva un sacco a vedermi in questo stato di totale sottomissione, lei molto più piccola di me che nella sua magnificenza mi dominava totalmente e io inutile inetto assoggettato a lei. << Ti ho detto di guardarmi negli occhi >> mi tornò a ripetere, e io scattai verso l’alto, le lacrime che ormai mi scendevano a dirotto.

<< Ho un’idea >> mi sussurrò con la sua voce soave all’orecchio. << Tu non sarai mai il mio ragazzo, però mi piace un casino vederti ridotto a piangere così per me sai? E poi adoro l’idea di averti in qualche modo come schiavetto… lo faresti davvero? >>

<< Sì, sì, ti prego, per te farei t-tutto, qualsiasi cosa >>. Avevo il cuore in gola, al culmine dell’emozione. Un sogno che sembrava diventare realtà.

<< Allora voglio che tu ora vada a piedi al sexy shop a 6 chilometri da qua e compri una cintura di castità maschile, ho letto sull’insegna che la vendono. Va bene? >>

Sbiancai. << S-Sì, ok >>

<< E compra anche quelle manette coi polsini neri che sono in vetrina. Portami tutto domani sera quando ci vediamo e non aprire nulla prima di allora, chiaro? >>. Il mio pistolino per quanto piccolo era sempre più gonfio dall’eccitazione. Ma perché la cintura? Cosa aveva intenzione di fare? Soprattutto considerando che la giornata seguente era l’ultima di villeggiatura prima del mio ritorno a casa? << Se farai quello che ti dico ti prometto che avrai il tuo primo vero bacio. Mi dicono che sono brava a darli! Ahahah >>

Mi bastò questo per farmi morire dalla voglia di fare quanto mi aveva appena ordinato. Ma prima di scendere da me per permettermi di andare, volle che le descrivessi cosa provavo ad essere così sottomesso a lei. << E smettila di guardarmi le tette, stupido idiota! >>. Mi diede una forte sberla. Nell’eccitazione per quanto mi aveva detto prima gli occhi mi erano inevitabilmente caduti in basso. Tornai a guardare su, verso quegli occhietti splendidi che ormai mi dominavano incondizionatamente, e senza più controllo di me le dissi << E’… è il momento più bello della mia vita… ho sempre sognato di essere sottomesso a una ragazza bellissima come te…>>. << Continua >> mi intimò. << Tu sei perfetta, sei una Dea… e i-io non merito una Dea come te. Però ti prego, voglio vivere solo per essere il tuo schiavo. Ti supplico P-Padrona, non abbandonarmi… voglio essere il tuo schiavo… p-per sempre >>.

<< AHAHAHAHAHAHAHA!! Ma che tenero schiavetto! Ahahahah! Ti meriti un premio! Apri la bocca!>>. Timidamente la aprii, lei avvicinò le sue labbra e inaspettatamente fece partire un grosso sputo. Un fiotto caldo e denso di saliva mi finì dritto in gola. Poi si sedette affianco a me e mi ordinò di pulirle i piedi dalla sabbia e di infilarle le scarpe. Io col cazzettino che pulsava eccitatissimo mi fiondai immediatamente in ginocchio di fronte alla mia Dea e provvidi a pulire perfettamente con le mani quei bellissimi piedi da ogni granello di sabbia. Il solo contatto con la sua morbida pelle mi faceva sentire in paradiso, avrei dato qualsiasi cosa per prolungare quegli attimi. Poi lei mi riprese la mano e si fece riaccompagnare a casa. Ero totalmente in balia di lei, della sua sicurezza, della sua voce, del suo profumo.

<< Baciami il piede e salutami come si deve, cucciolo! >>. Mi guardai intorno, a quell’ora non c’era quasi nessuno per strada, ma forse nemmeno mi importava di essere visto. Mi inchinai e in ginocchio piegai la testa fino a baciare quella parte del piede non coperta dalle scarpe. <<buonanotte mia Dea. Sarò sempre pronto a servirLa. Non finirò mai di ringraziarla di averlo permesso a un essere inutile come me>>.

<<ahahaha che carino! Ciao stupido schiavetto! E adesso corri, che altrimenti il sexy shop chiude>> e mi lasciò.


[continua...]
 
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