Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

LA DOTTORESSA

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ShyBoy
view post Posted on 23/1/2015, 12:55 by: ShyBoy     +2   +1   -1

Cavaliere BDSM

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Ragazzi fatemi sapere tramite commenti se la storia sta iniziando bene oppure se è monotona.

Grazie.

************************



- PAOLA E OTTAVIO: GLI INIZI



Paola entra in ospedale con passo svelto, indossa il camice e le pantofole sanitarie che mi hanno fatto innamorare di lei, entra nella sala dei medici dove è presente una sua amica che sta bevendo del caffé.

Lucrezia è una bella ragazza, porta sempre i capelli a coda di cavallo legati con degli elegantissimi fermagli che cambia meticolosamente ogni giorno, indossa delle scarpe con il tacco ed ha il camice come Paola e dimostra la stessa età.
Il modo di muoversi di Lucrezia è particolare, Paola è molto sicura di se, mentre Lucrezia è la classica ragazza che dai movimenti ti fa capire che il tuo posto è ai suoi piedi.

Lucrezia: "Buongiorno cara, hai un'aria stanca, tutto bene?"
Paola: "Si tutto bene, ieri sera ho discusso con un mio amico e sono ancora molto arrabbiata."
Lucrezia: "Lo sai che con me puoi sfogarti quando vuoi, dimmi pure."

Lucrezia e Paola sono amiche fin dai tempi del primo anno di medicina, hanno un legame molto particolare perché si confidano spesso ed escono insieme nei momenti liberi.

Paola si guarda intorno per assicurarsi che non ci siano altre orecchie e poi dice a Lucrezia: "Sai Lucre, ho conosciuto un ragazzo e mi sono affezionata a lui fin da subito, era un mio paziente. Io gli voglio bene come amico perché è molto dolce, solamente che ieri è successa una cosa strana. Per gioco, sai come sono, lo provocavo per prenderlo in giro ma poi ho capito che è uno di quei ragazzi a cui piacciono i piedi."

"E qual'è il problema? Sai quanti ragazzi ho avuto io che.. ascolta Paola, se incontri quei ragazzi tieniteli stretti. Hanno una sensibilità molto particolare, si portano dentro questo peso che non riescono a condividere con il mondo esterno e sono diversi da tutti gli altri maschietti che pensano solamente alle tette ed al culo, che male c'è a voler baciare un piede? Se a lui piace, fallo contento no? Sapessi quante ne ho fatte io, ho frustato, sputato, camminato sulla schiena di un mio ex con i tacchi a spillo, ci siamo sempre divertiti, ma poi finiva tutto li." rispose Lucrezia con tono sereno.

"Ma Lucrezia io non potevo immaginare che lui realmente era attratto dai miei piedi, non so neanche cosa fare con lui, anche perché è un ragazzino, ha solamente 17 anni, poi a differenza tua non ho mai vissuto questo tipo di esperienze."

"Cara mia, anche io prima di averle vissute non potevo immaginare, ma devi staccarti da questo camice che fa di te una perfetta santarellina, sei una ragazza attraente e ti posso garantire che da come ti muovi sei molto sicura di te. Ora chiama questo ragazzo e dagli un appuntamento, non devi farlo diventare un tuo schiavo o camminarci sopra con i tacchi, magari ascolta lui che gusti ha e ti regoli di conseguenza, fammi sapere, se hai bisogno di educarlo posso sempre prenderlo a calci." Rispose Lucrezia ridendo.

Nel tragitto fino a casa Paola pensò alle parole di Lucrezia, prese il cellulare e chiamò Paolo che rispose immediatamente e con voce timida, come potevamo aspettarci:

"Pronto..."
"Ottavio, sicuramente hai riconosciuto la mia voce. Scusami per ieri, sono stata troppo dura, ti aspetto a casa oggi pomeriggio, vieni quando vuoi." Chiuse la telefonata.

Ottavio afferrò i primi vestiti che trovò avanti e scese di corsa per raggiungere la casa di Paola, non poteva credere alla telefonata, era la notizia più bella del secolo, dopo l'ultimo incontro credeva di non vederla mai più.

Arrivato a casa, bussò alla porta di Paola ma non apri' nessuno, dopo qualche minuto Paola apri' la porta; scalza, con un vestito primaverile verde molto sottile che lasciava intravedere un reggiseno bianco sotto, i capelli appena lavati ed emanava un profumo di pulito.

"Vieni caro Ottavietto, accomodati pure."
"Grazi.. grazi.." risposte Ottavio con voce flebile e con lo sguardo verso il basso.

"Dunque Ottavio" disse Paola sedendosi sul divano appoggiando i piedi sul pouf "Non fare l'incantato, vieni forza." disse ridendo.

"Si si vengo subito. Non mi aspettavo questa chiamata da Lei."
Paola scoppiò a ridere, nonostante la loro amicizia Ottavio continuava a dare del Lei, un altro sintomo di sottomissione.

"Voglio chiarire con te un po di cose, sono stata troppo dura, alla fine non vedo che male c'è se ti piacciono i piedi delle ragazze, ne ho anche parlato con un'amica che mi ha consigliato cosa fare, la conoscerai magari più avanti."

Ottavio era diventato rosso, parlato con un'amica?, che voleva significare?
I piedi di Paola sporgevano dal pouf, erano pulitissimi, mentre Ottavio stava raggiungendo Paola per sedersi sul divano, Paola lo fermò mettendo un piede sul petto di Ottavio.

"Caro siediti pure vicino ai miei piedi, visto che ti piacciono tanto."
"Grazie grazie!" Rispose Ottavio come se avesse ricevuto uno dei migliori regali.

"Sai sono appena uscita dalla doccia, si sente no?
Purtroppo non possiamo parlare ora perché devo leggere 150 pagine di relazione del mio Professore, tu però puoi fare una cosa, apri il cassetto e prendi l'ovatta e lo smalto rosso, fammi vedere cosa sai fare." Disse Paola ridendo per poi accarezzare Ottavio sul viso con la mano.

Ottavio stava scoppiando, era inginocchiato ai piedi di quella ragazza stupenda, i piedi erano meravigliosi e profumati, era bloccato non per la timidezza, ma perché doveva frenare la voglia di baciarli.
Ottavio passò lo smalto sulle unghie di Paola, lo fece con una tale calma e dedizione che il lavoro usci' perfetto, da questo Paola capi' che era proprio quello che voleva Ottavio.
Passò circa un'ora abbondante ai suoi piedi, quando ebbe finito, iniziò a massaggiarli, Paola lo ignorò per tutto il tempo come se fosse normale che Ottavio fosse li ai suoi piedi.

"Bravooo." Disse Paola battendo le mani con tono felice, afferrò poi il computer portatile.
"Sei stato proprio bravo, ora non dirmi nulla ma devo leggere delle cose."

Ottavio abbassò la testa e fece un ghigno che lasciava intravedere la sua tristezza fino a quando Paola disse sorridendo: "Non fare quella faccia, ora puoi baciarli se vuoi."

Missili in cielo, razzi, fuochi artificiali, una donna che urla, un uomo che corre alle olimpiadi; non ci sono frasi per descrivere quello che stava pensando Ottavio, era talmente felice che nulla aveva più senso in confronto a quello che stava per fare.

Avvicinò le labbra al piede sinistro di Paola e iniziò a baciarlo, con molta calma, dai baci si poteva capire che lui lo faceva con piacere e con affetto, erano dei baci dolci.
Parti' dal tallone, poi sali' lungo la pianta perfetta e poi si dedicò alle dita, una ad una.
Baciò con tutta calma anche le caviglie e poi passò all'altro piede.

Nel frattempo Paola stava leggendo al computer, ma stava anche apprezzando il lavoro svolto da Ottavio poiché ogni tanto faceva dei sorrisi di soddisfazione, tutto ad un tratto chiuse il computer sbattendolo, osservò Ottavio e disse:
"Basta cosi." Spostando il piede. "Ora sdraiati a terra, guarda i miei piedi e dimmi cosa pensi di me e poi di loro." Concluse sorridendo.

"I Suoi piedi sono stupendi, mi sono innamorato di loro fin dal primo istante, è vero mi sono preso una cotta anche per Lei, ho solamente Lei come amica e il pensiero di perderla mi ha fatto stare male. Io non posso fare a meno che pensare ai Suoi piedi ed ai Suoi modi regali, il modo in cui si muove.. il modo in cui.."

Paola fece cenno di tacere e scoppiò a ridere.

"Mi sono informata su internet, dai va bene, ormai ci conosciamo da un paio di mesi e siamo anche amici, voglio accontentarti, mha.. dobbiamo imporre delle regole."

Ottavio annui' sdraiato sul pavimento.

"Regola numero uno: Non dovrai chiamarmi Padrona, per ora mi sembra esagerato.

Regola numero due: Non dovrai dire a nessuno delle nostre esperienze.

Regola numero tre: Niente pipi o cacca, intesi? Non mi vedrai mai nuda e tu starai sempre vestito, soprattutto niente collare manette e fruste.

Regola numero quattro: Non pensare che da oggi starai sempre qui a servirmi e riverirmi.

Regola numero cinque: Voglio essere onesta, per quanto mi intrighi pensare a questa esperienza, io ti voglio bene come amico, non ti vedo come schiavo. La schiavitù non esiste più e vuoi per la mia professione o per etica personale non ti considererò mai TALE. Saranno momenti di gioco, dovrai vedermi come un'amica e non come una Padrona."

"Si ho capito tutto, ma una domanda. Come mi posso rivolgere a Lei?"

Paola continuò a ridere e disse: "Il Lei durante i nostri momenti di gioco mi va benissimo, ma quando parliamo di altro e siamo tra amici, sono Paola. Quello che voglio farti capire è che io voglio renderti felice ma nello stesso tempo voglio farti capire che non sei buono solamente a leccare i piedi, ma sei molto di più, farò di te un uomo.
Attualmente divido questa casa con una coinquilina che è fuori per l'erasmus, quando tornerà non credo che ci vedremo ancora qui dentro. Prima di uscire sul mobile ci sono le chiavi di casa, prendile cosi potrai venire quando avrai bisogno di stare tranquillo a pensare oppure per riordinarmi la casa. Non farmene pentire." disse sempre ridendo, il tono di Paola dall'inizio della conversazione non aveva mai assunto un tono freddo, al contrario, rispondeva sempre con il sorriso sulle labbra.

Paola iniziò a muovere i piedi in maniera sensuale, Ottavio non resistette e iniziò a leccarli in maniera lenta e dolce, Paola scoppiò a ridere.

"Per questa volta va bene, ti faccio questo regalo, ma ricordati che lo sto facendo solo per te, che ci creda o no, ti voglio bene." disse Paola ridendo.

In verità Paola lo stava facendo anche per Lei, si è sempre posta delle sfide nella vita, prima medicina poi la specializzazione, e questo è l'inizio di una nuova.

"Ora Ottavio però dobbiamo salutarci, domani ho il turno dalla mattina fino alla sera e ho bisogno di riposare."

- IL GIORNO DOPO



Passavano le ore di scuola e Ottavio pensava a cosa poteva fare per rendere felice Paola.
Usci' da scuola e con quei pochi soldi che aveva in tasca comprò dei fiori, andò a casa di Paola e li mise in un vaso con dell'acqua.

Successivamente, prese l'aspiravolpere e la passò in tutta la casa, poi passò lo straccio per lavare a terra ed infine passò la polvere su tutti i mobili.
Quando mise a posto l'aspirapolvere, la sua attenzione fu colta dalle pantofole e dagli stivali di Paola che giacavano in terra, ovviamente erano stati lasciati li apposta per provocare Ottavio.
Non riusci' a contenersi, si sdraiò a terra e infilò il naso negli stiavali che dopo iniziò a leccare, ovviamente venne subito.

Quando Paola apri' la porta si trovò d'avanti la casa lucidissima e profumata, senti' anche odore di cucinato.
Paola non rimase sorpresa, se lo aspettava.
All'improvviso apparve Ottavio con le pantofole in mano, si inginocchiò e disse:

"Bentornata Regina, le ho portato le sue pantofole."
"Ma non avevo detto che non volevo essere chiamata Padrona?" Disse Paola con voce seccata.
"Si mia Regina, ma Lei ha detto Padrona e non ha specificato altri nomi."
Paola scoppiò a ridere e disse: "Vedo che stai cacciando il carattere, va bene, sfilami pure le scarpe e infilami le ciabbatte, se proprio ci tieni."
"Grazie mia Regina."

Ottavio sfilò le hogan nere con dei brillantini lungo il laterale, avverti' subito un leggero odore di sudato e gli piacque tanto. Paola indossava dei calzini rossi con dei fiorellini bianchi, li osservò un momento e poi li infilò nei sandali.

"Cosa hai cucinato di buono?" rispose Paola scoppiando a ridere.
"Andiamo a mangiare dai, dopo vedremo un film, per oggi basta cosi, hai fatto abbastanza." accarezzando Ottavio che se avesse avuto una coda, sicuramente avrebbe scondinzolato.

Edited by ShyBoy - 23/1/2015, 13:20
 
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