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Electra Piedi (Torino), MISTRESS TORINO

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Pietromalaverna
view post Posted on 15/6/2015, 17:39 by: Pietromalaverna     +4   +1   -1

Novizio

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Ho avuto la mia prima sessione con una mistress, in assoluto.
Tutto comincia la sera prima: se dormo male so che il giorno dopo saro' molto poco in forma. Non voglio rischiare di non stare bene per il sonno, e cosi' vado a dormire un po' prima del solito, per recuperare parte almeno della stanchezza arretrata degli ultimi giorni. Al mattino mi alzo e vado a lavorare: tutto normale.
La messaggio per darle il buon giorno (in realta' immagino che sia gia' sveglia da un po'). Mi risponde, e dopo qualche minuto mi ricontatta lei, per domandarmi se ho delle preferenze riguardo le scarpe che indossera'. Le rispondo la verita': vorrei che indossasse scarpe che la facessero sentire bella. Pero' questa domanda mi ha causato un brivido erotico violentissimo, e per qualche minuto faccio molta fatica a concentrarmi sul lavoro. In qualche modo, riprendo comunque il controllo. Altri messaggi per accordarsi sugli ultimi dettagli: dove ci vedremo? A che ora esattamente? Mi domanda se vogliamo vederci in macchina o hotel. Mi stupisce, non me l' aspettavo. In macchina mi sembrerebbe di avere fermato una qualunque lungo un viale: semplicemente no. In realta' mi imbarazza un poco anche l' hotel, ma da qualche parte bisogna comunque andare... Ad ogni modo ho deciso che voglio provare a fidarmi di lei: se hotel propone hotel sara'.
La giornata va' avanti normale, pero' a mensa faccio attenzione ad evitare sughi particolarmente fluidi. Non la voglio sedurre ma, anche solo per rispetto, vorrei provare ad arrivare ordinato e senza macchie di unto sulla camicia...
Controllo dove si trova esattamente il posto. Fastidioso: per arrivarci rischio di passare in zone della citta dove a quell' ora non dovrei essere. Cosi' mi studio un percorso alternativo. Un pochino piu' lungo, ma piu' sicuro. Decido di partire un' ora prima dell' appuntamento. Voglio stare largo, in parte perche' so che se mi pizzicassero all' ultimo momento sul lavoro rischierei di fare tardi (per poco non capita!), in parte perche' fa' caldo e sono in bicicletta, quindi non voglio sforzarmi troppo a pedalare: presentarmi a una Dea facendola aspettare o puzzando di sudore non mi pare il caso. Ho calcolato i tempi discretamente bene: arrivo all' appuntamento con pochi minuti di anticipo e non mi pare di essere sudato. Incateno la bicicletta in un parco vicino, non troppo in vista (pensa se me la rubano! La lascero' poi pero' nel parcheggio dell' hotel).
Passa qualche minuto e mi contatta per domandarmi se sono gia' arrivato. Mi ha detto di abitare proprio li' vicino, probabilmente esce di casa dopo la mia conferma. E infatti, solo un paio di minuti e finalmente arriva. Una bella ragazza: giovane. di statura media, con un viso delicato e curve al punto giusto. Ha scelto un top e pantaloni aderenti neri, che si adattano bene al colore dei capelli lunghi fino a meta' schiena. Su altre ragazze sarebbe stato un azzardo, ma con il suo sedere e le sue gambe si capisce subito che i pantaloni aderenti se li puo' permettere, e lei lo sa bene. Ai piedi ha delle paperine scure, comode per camminare. Cosa ci sia nella borsa non lo so', ma e' comunque abbastanza capiente. Ci salutiamo, e mentre io sposto la bicicletta nel parcheggio interno il titolare dell' hotel la spedisce in camera perche' non ostruisca il passaggio. Giustificazione alquanto improbabile: cosa potra' dare fastidio una persona sola li' nel portone d' ingresso? Comunque non sono fatti miei: vado alla registrazione. Hanno lasciato sul bancone la sua carta d' identita', cosi' vedo che il nome che mi ha dichiarato e' quello vero. Anche io le ho detto il mio nome vero, bene. La raggiungo.
La camera e' piccola ma ordinata, entro e vedo che le paperine sono sparite, riposte con ordine in un angolo, e ha calzato un paio di scarpe chiuse con tacco alto, scure e ricoperte di brillantini visibili senza essere invadenti. Belle e non pacchiane, buona scelta. Sotto le scarpe porta calze di nylon... sensuali autoroggenti o gambaletti? E' ovvio che non avro' modo di verificarlo, quindi decido di non pormi piu' la domanda. Non riesco a capire se e quanto sia meticoloso il trucco, ma le sopracciglia sono certamente curatissime, cosi' come le unghie delle mani: perfette.
Ci mettiamo a chiacchierare un po', per rompere il ghiaccio. Mi racconta di come abbia cominciato a fare la mistress per caso, e mi parla della sua altra attivita', di modella amatoriale. E' una coincidenza curiosa: lei posa e io faccio fotografie per hobby. In realta' ci sfioriamo senza incontrarci, perche' la ritrattistica non e' il mio genere. Almeno per ora; in futuro vedremo. Pero' quando mi mostra le sue foto le guardo con piacere tutte, ed e' interessante sentire i suoi racconti sui fotografi con cui lavora. Noto che ogni tanto posa in uno studio fotografico quasi sotto casa mia. Poi ci parliamo di varie cose: progetti nel cassetto, paura o amore per gli animali... Il mio imbarazzo credo che sia palpabile. In realta' mi sembra che sia sulle sue anche lei: evita furtivamente di incrociare i miei occhi e tiene le braccia bene strette al corpo. Ha ragione: io potrei essere chiunque. In alcuni momenti mi accorgo che mi fa' tenerezza... lo percepira'?
A un certo punto prende il coraggio a due mani, o almeno cosi' mi sembra, e inizia la sessione. Ha notato che non le ho chiesto per quali pratiche sia disponibile, e ha deciso di assecondarmi e non dirmelo. Pero' e' evidentemente stupita di questa cosa... Come spiegarle il motivo? Nella mia inesperienza, mi sono comunque formato l' idea che, per riuscire bene, un rapporto di dominazione preveda dei ruoli precisi: comanda lei. Se le presentassi la lista della spesa partirei con il piede sbagliato: lei non e' li per servirmi. Quando l' ho contattata non sono andato al supermercato a fare acquisti, ho implorato una Dea di degnarmi di un briciolo della sua attenzione: e' un' altra cosa. Mi racconta che la sua pratica preferita sono i giochi con la cera, la vedo ridacchiare divertita descrivendo il corpo dello schiavo che si contorce ai suoi piedi. Nella mia immaginazione, non amo il dolore per se', ma l' immaginare quel viso angelico che mi guarda soddisfatto per quello che mi sta' facendo non mi causa una erezione istantanea credo solo per l' imbarazzo della prima volta. Ho paura ma penso che, se mi dice che le piace, allora vale la pena seguirla: prendo un appunto mentale.
Si fa' togliere le scarpe e massaggiare i piedi. Lo faccio come un automa, pensando a come cercare di sciogliermi. Ha dita delicate e proporzionate, unghie perfettamente curate e smalto rosso. Sento nelle mie mani le sue dita un po' fredde, forse vagamente sudate. Mi viene l' istinto di provare a scaldarle mentre le massaggio. Ci provo con sincerita', non so bene cosa riesco pero' a trasmettere. Avverto l' impulso di avvicinarle alla mia bocca e alitarci sopra per scaldarle... si' o no? Decido per il no. Non so se ho fatto bene, spero che ci saranno altre occasioni.
Cambiamo. Mi fa' sdraiare e mi calpesta a piedi nudi. Prima sulla schiena. Non e' pesante ma, forse perche' non ci sono abituato, ogni tanto sento un po' di dolore. Ho avuto un po' di mal di schiena nei giorni scorsi, ma non e' lo stesso tipo di fastidio.Quasi come se mi pizzicasse i muscoli contro le ossa. Io cerco di non lamentarmi, ma i miei fremiti parlano. Lei non e' convinta: scende e mi fa' girare. Riprova salendomi sul petto, con lo stesso risultato. Non so se io dimostri scarsa resistenza o lei, non conoscendomi, abbia paura di esagerare. Quale che sia, e' ovvio che non si fida, e decide di scendere. Passiamo a una serie di calci fra le gambe. Mi fa mettere in piedi davanti a lei, allargare le gambe, e comincia a colpire. Mi esplora con attenzione, cerca di capire fino dove puo' arrivare. Io osservo affascinato quel piede elegante che prende la mira, si fa' strada fra le mie gambe e mi colpisce senza che io mi ribelli. Sento i colpi e mi tiro indietro per istinto, ma in realta' non fa' male. La mia impressione e' che sia alla distanza sbagliata. Pochi centimetri piu' avanti e mi schiaffeggerebbe dal basso i testicoli. Con la stessa forza, credo che a quel punto mi abbatterebbe facilmente. A un certo punto mima un colpo a forza piena, dicendomi che, se lo facesse veramente, dovrebbe farlo da dietro perche' vedendo partire il colpo mi scanserei sicuramente e non glielo permetterei. Ho il sospetto che, bella com'e', se me lo chiedesse farei almeno un tentativo per lasciarmi copire: questa donna puo' essere decisamente pericolosa. Ad ogni modo, decide di non infierire: non avanza di quei centimetri fatali e i suoi colpi vengono assorbiti fra l' inguine e la base del pene, al confine fra dolore e piacere. Cambiamo ancora: vuole sedersi sulla mia faccia. Si mette comoda, togliendomi luce e quasi tutto il fiato, ad eccezione di un filo d' aria che entra ancora nella bocca. Sentirmi cosi' in suo potere mi piace. Penso di provare a ringraziarla massaggiandole i piedi da quella posizione (spero che prima almeno un po' lo abbia trovato piacevole), ma se capisco la cosa e' impossibile: non ci posso arrivare. Le gambe sono invece molto piu' facili da raggiungere. Pero' se di punto in bianco le metto le mani addosso che messaggio le mando? Decido di provare, ma prima le chiedo il permesso. Solo dopo che l' ho ottenuto appoggio le mani sull' esterno delle sue coscie e comincio a carezzarla. Cerco di fare attenzione a non muovermi verso l' interno: sto cercando di comunicarLe gentilezza, non di trovare una scusa per palparla. Non so ovviamente cosa percepisca, ma sembra non innvervosirsi, e mi lascia fare. E' un momento molto bello: io sono ovviamente in balia di qualinque suo capriccio, lei sembra che mi accordi fiducia.
Finisce li', per mancanza di altro tempo. Abbiamo chiacchierato moltissimo, ma va bene cosi': sento che non e' stato tempo perso. Iniziare a conoscere una persona che da' sensazioni positive non lo e' mai. Stupidamente non le chiedo se la posso aiutare a reinfilarsi le scarpe, e quando me ne accorgo e' gia' pronta per uscire. Peccato: sarebbe stato un bel modo per salutarla, credo. Ci pensero' la prossima volta.
Usciamo, e mi congeda con un bacio sulla guancia. Ottimo. Una donna cosi' bella e consapevole mi ha sicuramente fatto il check-up completo. Se in me avesse trovato qualcosa a pelle che decisamente non va' una stretta di mano sarebbe stata piu' che sufficiente...
Riprendo la bicicletta, la saluto e parto, scrutandomi dentro e cercando di capire quello che e' successo...
 
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50 replies since 31/10/2014, 20:16   26012 views
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