Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

La mia vita di minidotato

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membrino
view post Posted on 12/6/2013, 16:24     +2   +1   -1




Vi racconto la mia storia, non so se sarà interessante, ma è vera a differenza di tante panzane su ragazzi che all’improvviso subiscono improbabili umiliazioni da sogno da parte di fidanzate all’improvviso diventate super dominatrici zoccole mai viste prima. Maddai!
La verità è che è difficilissimo essere umiliati.
Ma è bellissimo, una sensazione che nessun normo o superdotato potrà mai provare.
Partiamo dall’inizio. Mi accorsi di averlo piccolo già alle elementari, quando un mio amichetto mi disse di averlo lungo come il proprio mignolo, se mollo, e come il medio se duro. A me andava bene se al mignolo arrivavo da duro. Poi alle medie gli amici si vantavano, 13, 15 cm, e io non arrivavo nemmeno a metà.
Un mio compagno, che aveva fama di non particolarmente dotato, una volta venne a dormire da me, e guardai sgomento come riempiva le sue mutante, mentre io a mala pena avevo un bozzetto.
Ma le prime umiliazioni, anche se non direttamente sessuali, vennero dopo. Una mattina alle superiori, per strada con una mia compagna, le feci scherzando delle avance, e lei mi rispose “Ma smettila, che tu ce l’hai piccolo!”. Non poteva saperlo, era una frase buttata lì. Ma a me mancò il fiato, quasi mi girò la testa. Ero in trance. Avevo sentito un formicolio strano al pisellino, ed ero tutto sudato. Capii che era una sensazione di umiliazione, e che mi piaceva tantissimo.
Quando seppi che in un film erotico al cinema, "sex and zen", si sputtanava un minidotato ce la portai (eravamo buoni amici). Nella scena in cui un ‘lui’ si rivela minidotato di fronte a tutti, e in sala ridevano, io di nuovo mi sentii mancare, il cazzo mi si restringeva e allo stesso tempo implorava lo menassi. Dopo il film, con battute e allusioni cercai di far venire il discorso sulle misure, ma con poco coraggio, e fallii.
Sempre al liceo, una volta Anna, la mia compagna di banco disse di Swarzenegger “E’ grosso ma ce l’ha piccolo!”, e in quella condanna senza appello io mi eccitai di nuovo. Poi, a una festa di classe, insieme ad Anna, parlavamo con un’altra companga che ci disse “VOi state cos’ bene insieme, ma siete solo amici?” E lei rispose “Sì, abbiamo provato a stare insieme ma non ha funzionato, lui ce l’ha troppo piccolo”. Io, anche se era una battuta per lei inventata, quasi svenni, di nuovo tra tremori ed eccitazione, ma la buttai in vacca svicolando con un “Eh sì ah ah”. Maledizione.
Più passava il tempo più me lo misuravo e mi segavo.
Ma non andavo oltre.
Non avevo ancora una ragazza, e non pensavo che proprio da una che stesse con me avrei potuto ricevere umiliazione.
Poi mi misi con Laura, avevo 20 anni e lei 17 entrambi senza esperienza.
Per qualche tempo ci limitammo ai baci e agli strusciamenti.
Una sera, in bus, lei canticchiò “Don’t wanna short dick man”,e mi chiese se sapessi cosa significasse. Non lo sapevo. Ridacchiò arrossendo: “non mi piacciono i ragazzi che ce l’hanno piccolo!”.
Mi mancò il respiro, abbozzai “Caspita che testo raffinato” e finì lì.
Facemmo presto sesso, senza penetrazione ma completamente nudi.
Non avevo paura del suo giudizio di inesperta, e in effetti non ci fu nulla.
Fino a che una sera, nudi uno sull’altra nei nostri sfregamenti senza penetrazione, lei mi disse: “Se un giorno lo facessimo a tre potremmo coinvolgere un ragazzo basso, si dice che abbiano un coso grosso”. Io mi eccitai come un pazzo, ma di nuovo non seppi approfittarne, e sviai il dicorso. Ma ero in estasi. Provai ogni tanto a buttare lì della usa preferenza per i superdotati, ma senza che né lei né io andassimo oltre.
Finché una sera a casa sua, da soli e vestiti, lei era ai fornelli e disse che aveva voglia di bigné. Io le andai dietro, pigiando il mio uccello sul suo culo e le dissi “Beh, qui c’è il mio cannolo”. E lei, lo ricordo ancora adesso eccitato, mi rispose con lo sguardo più lascivo del mondo: “Si’ ma a me piacciono i cannoli grossi, tu hai un cannolino mignon!”. Io non capii niente, mi si annebbiarono i sensi della vergogna e dalla eccitazione, la trascinai a letto e facemmo porcate per ore, io continuavo a dirle, strusciandolo sulla figa “Lo senti, com’è?” e lei “cosa, quel colibrì?”. Ero in estasi erotica.
Ma successivamente lei parve dimenticarsi quell’episodio, e tornò a fare sesso normalmente. Sempre senza penetrazione. Diceva che non era pronta e a me faceva male la cappella. Una sera non ce la feci più, non riuscivo più ad eccitarmi “normalmente” e le chiesi espressamente di giocare con le mie dimensioni. Lei non parve molto contenta della cosa, ma lo fece, svogliatamente. Non fu molto divertente.
Ma la volta dopo, senza che glielo dicessi, nuda sotto di me, con i suoi bellissimi piedi nella mia bocca e il mio cazzetto a strusciarle la fica, mi disse “Ce l’hai piccolo, ce l’hai minuscolo sei un minidotato, che vergogna!”. Io esplodevo, le chiesi “Ah sì, scommetto che a te invece piacciono grossi” e lei “Sì! Mi piacciono i cazzi di 20 centimentri e invece tu non arrivi a dieci. Tutti i ragazzi delle mie amiche lo hanno più grosso, l’ho raccontato a loro e tutte ridono di te!” Venni gridando come mai, in vita mia.
Da quella sera, ogni sera di sesso fu umiliante, con lei che mi diceva quanto ce l’avessi piccolo mentre mi masturbava, e io a sborrare. Arrivò a misurarmelo, 8 cm, e disse che aveva letto che la media era 15cm.
Poi un giorno mi lasciò, dopo tre anni.
Si mise con un altro, e una sua amica mi raccontò che le aveva detto che aveva un cazzo enorme. Dopo poco tempo scoparono. Ma del mio cazzetto non aveva raccontato nulla.
Purtroppo.
Dovevo indagare e avevo un piano.
Capii che l’umiliazione era tutto per me, sessualmente parlando, e capii che chi si eccita così ha un grande alleato il telefono.
Elaborai un piano, chiamare un po’ di amiche e raccontare divertito che in palestra mi ero sentito ridicolo, sotto la doccia, perché vicino a me c’era un superdotato. Non sapevo se sarei riuscito a dire che io invece avevo un cosino (ero ancora inesperto), ma avrei improvvisato.
Alcune telefonare andarono male, alcune sviavano infastidite, altre ridevano cambiando argomento, ma una o due mi dissero “poverino, tu col tuo cosino!”.
Io tremavo, sudato marcio, e venivo.
In particolare Sara, una mia amica molto maschiaccia, prese a canzonarmi. La chiamavo spesso, avevo capito che aveva un talento involontario di umiliatrice (ce ne sono molte che non lo sanno ma sono splendide umiliatrici naturali, spesso quelle meno maliziose) e facevo cascare il discorso: “Ora vanno di moda su novella le foto degli uomini nudi col bollino sul pisello, roba da matti” E lei “Certo, con te sprecherebbero proprio un bollino minuscolo!”. Quante seghe! Io mi vantavo di essere un latin lover stallone e lei “Si, stallone, diciamo stalloncino”. Una cosa bellissima.
Andai avanti così, ogni tanto cercando di allargare il raggio delle ragazze chiamate. Prendevo sempre più coraggio. Ma dipendeva anche da loro, e spesso non erano disponibili.
Finché raccontai di essere stato in un campo naturista, e di essermi vergognato perchè “Avevo il pisellino più piccolo di tutti!”. Giù seghe. Ma le reazioni non erano indimenticabili. Tranne quella di Betta, che qualche telefonata dopo mi rispose, mentre le facevo le avance “Ma…mi pare che tu abbia un cosino piccino ah ah!” : Sperma dappertutto.
Ma avevo bisogno di ragazze vere.
Per capire se la mia ex mi avesse sputtanato (magari) mi feci amiche le sue amiche, ma non ne risultò nulla.
Una sera mi portai a letto una di loro, Eva, nudi senza fare sesso e rimanendo amici dopo. Nulla.
Una sera, nudi in macchina, le chiesi eccitato “Guardami il cazzo...Umiliami!” e lei prontamente “Dicono che Holmes avesse un cazzo di 30 cm ma tu non arrivi a un terzo!” Quasi svenni! Ma la cosa fini lì, e io maledettamente fui incapace di andare oltre, non dissi nulla, coglione.
Poi, al telefono, le chiesi una volta “Hai mai fatto sesso con minidotati?” Lei stava zitta. “A parte me, intendo” ero sudato e col cazzo in mano “Beh, sì, tu ce l’hai piccolino in effetti”. “Il più piccolo?” “Non lo so, anche un tizio una volta, ma non l’ho visto bene, ma sentivo che mi ballava dentro”. Sborrrai.
Con lei e con un’altra amica che non sapeva del nostro trascorso divenni esplicito fino al punto che mi vantai della mia minidotazione e velocità, una sera in macchina. Loro ridevano, davanti. Io dietro dissi loro che non mentivo e mi abbassai i pantaloni col cazzetto duro dicendo di voltarsi. Si voltò solo Eva, scoppiò a ridere e fece all’altra il segno del cazzetto con pollice ed indice, ma quella rise e non si voltò. SI misero a parlare di cazzi piccoli e grossi, ma il momento era passato e rimisi dentro il cosino.
La folgorazione fu Elena, una mia amica e collega, che portò la mia ossessione a livelli incredibili. Era molto carina ma fidanzata, con me aveva un rapporto molto confidenziale. Non avevo mai detto a nessuno della mia perversione.
Finché un giorno, in macchina, lei si lasciò andare a confidenze intime, e mi raccontò di un tipo bellissimo che si era fatta, ma che a letto non l’aveva fatta godere nemmeno un po’. Io, presentendo qualcosa, avevo la salivazione azzerata. Perchè? Chiesi. E lei” Ce l’aveva così", e mi fece il segno di un cazzo piccolo. Io non capii nulla, ma nulla. Non seppi nemmeno reagire, se non chiedendo “Ma era così piccolo, quanto?” Sudavo. Lei disse che erano al buio ma che non lo aveva quasi sentito.
E concluse che un po’ le faceva pena, un uomo così bello che aveva quel problema, un pisellino così piccolo, e infatti a 40 anni era ancora solo. Questo commento mi eccitò ancora di più, ma codardo non dissi nulla.
Fu lei a fare tutto.
Mi disse: ” Io ti ho raccontato delle cose pazzesche e tu nulla, forza, qual è la tua più grande perversione”. Io cercai di svicolare, tremavo, era l’occasione della vita ma non ce la facevo. Lei insisteva molto. Alla fine le dissi “Sai quello che hai detto di quel tizio, beh io sogno che una ragazza me lo dica in faccia a me”. Lei rimase in silenzio un attimo, e poi rise: “Mi stai dicendo che ce l’hai piccolo e che vorresti essere umiliato, oh Dio mio!” Io dissi solo “Sì…”. Lei rise di nuovo. Eravamo in macchina, lei guidava, io a fianco indossavo la tuta. Lei guardò tra le mie gambe avvicinando leggermente la testa per un attimo e disse “Caspita, ora che lo dici non si vede nulla, e rise!”. Io quasi morii di vergogne e di piacere. “Ma quanto ce l’hai?”. Le promisi che me lo sarei misurato e l’avrei chiamata.
La sera stessa, col cazzetto in mano la chiamai.
“Allora”. “Beh, secondo te quanto è lungo un cazzo piccolo” “Mmm, non so 12- 13 mi pare proprio piccolo, e tu” “Otto centimetri”. Scoppiò a ridere. “Hai un cazzetto minuscolo, ma riesci a far godere?” “non lo so, non l’ho mai fatto”, “Si’ ma tanto mi spiace con un pisellino così non puoi far godere nessuno, fra l’latro sarai anche velocissimo”. Sborrai.
Nei giorni seguenti mi tormentò, sul lavoro. Mi guardava maliziosa, mi faceva il segno del mignolino segato da due dita e mi diceva “Adesso vai a farti i seghini ehe he” e io ci andavo davvero, anche se ero sul lavoro, ero troppo eccitato. Oppure mi guardava tra le gambe e mi diceva “Ciao minchietta”. E giù seghe. Arrivavo a tre al giorno, grazie a lei. Un giorno eravamo con Marica, una collega, e lei fece venire il discorso sui piselli, e Marica raccontò di un pisellino mini che le era capitato, e io sudando le dissi se ci aveva scopato ma lei mi disse di noi, Allora Elena mi disse maliziosa “E tu come ce l’hai?” Io non riuscivo a rispondere, allora lei continuò “Ce l’hai minuscolo, vero, ce l’hai come questo dito?” E io in trance "sì, ce l’ho così” E Marica scoppiò a ridere. Poi si appartarono a parlare, e quando mi avvicinai Elena mi fece il segno del mignolo e mi disse “Ecco qua il pisellino”, Marica sorrise.
Ma l’apoteosi fu il giorno dopo. Perché l’umiliazione è grandissima se chi ti umilia non sa che provi piacere, perché è disprezzo vero.
Eravamo a pranzo, io Marica ed Elena. Io a un certo punto dissi a Marica, che si lamentava di non avere un ragazzo “Mettiti con me!” e lei mi guardò ridacchiando e disse “Purtroppo tu hai un pisellino piccino piccino!” e fu una delle umiliazioni più grandi della mia vita. Ero talmente in trance che non riuscii a dire nulla se non “Ma non è vero”, sentendo Elena che scoppiava a ridere dicendo “E’ vero, è vero ce l’hai piccolo così!”.
Qualche anno dopo Elena al telefono mi disse che si era sentita con Marica (che aveva cambiato città per qualche tempo e ci eravamo persi), e che evidentemente aveva dimenticato tutto. Perché rimase stupita di quello che le disse quella porca di Elena, che mi raccontò tutto per farmi segare. Parlavano del fatto che marica fosse ancora single, e Elena le disse di me, che ero single. Ma Marica disse che non ero il suo tipo. Allora Elena rispose “Beh, meglio, perché ce l’he minuscolo!”. MArica scoppiò a ridere, e disse davvero? E come fai a saperlo? E quanto? Ed Elena ‘Me lo ha fatto vedere, ha un pisellino come un mignolo e non riesce a fare godere le ragazze eh eh”. Marica rise e disse "poverino"…Quante seghe al ricordo mi faccio ancora adesso.
Nel frattempo era successo davvero che Elena me l o avesse visto, Una volta venne a casa mia, e io le dissi che dovevo fare la doccia, ma che avrei lasciato la porta aperta. Ero sotto l’acqua, con l’uccello semiduro, e lei entrò in bagno, mi guardò e scappò via gridando “Ma ce l’hai davvero piccolissimo è ridicolo tu sei così alto ah aha h”. Inutile dire che mi masturbai.
Nel frattempo, ero andato da un andrologo per risolvere il mio dolore al glande. Mi operò e risolse.
Poi, all’ultima visita mi disse “Adesso che abbiamo risolto il suo problema, le parlo della possibilità di allungare il suo pene, visto che saprà che è di dimensioni piccole”.
Io sbiancai. Fantasie a parte, avevo sempre pensato che gli andrologi dicessero cose del tipo che le dimensioni non contano etc.
Ebbi solo la forza di rispondere “Ah…ma è così sotto la norma? “-”GUardi, disse lui, noi facciamo spesso questi interventi, e vengono molti uomini a chiederci l’allungamento, ma io di norma li sconsiglio, ma lei ha un problema serio”. Non ero eccitato per nulla, era un uomo.
Gli chiesi di nuovo quanto è grande un pene normale, lui mi disse “Lei non è mai stato in una palestra?”. E questo mi atterrò, perché io in palestra ci sono stato molto, e da un lato ho sempre pensato di avere un cazzetto troppo piccolo per mostrarlo , come facevano gli altri, ma in fondo ho anche pensato che quelli che giravano nudi non fossero normodotati ma superdotati, e per questo sventolavano il gingillo. Se loro fossero stati normali, io…E poi, guardandolo dall’alto poteva sembrarmi più piccolo di quanto sembrasse agli altri. Anche se l’unica volta in vita mia che mi ero convinto a sbattermene di nasconderlo, sotto la doccia, un ragazzo che faceva pesi con me mi chiamò Membrino.
E invece no: quelli erano normali e io un minchietta, per la scienza medica.
Mi lasciò un opuscolo.
Per qualche tempo ci patii. Fino a che era la mia fantasia, era un conto, ma qui un conosciuto esperto mi aveva detto che ero sicuramente minidotato.
Per qualche giorno ero sconvolto. Ma alla fine la cosa mi eccitava ancora di più. Le ragazze con cui ero stato (di cui dirò tra poco) che non mi avevano mai detto nulla, a quel punto, non pensavano che fossi normale (come mi era capitato di credere), ma che avessi il cazzino! Dovevo sfruttare questa consapevolezza.
Fra l’altro, dopo l’operazione il cazzo, traumatizzato (mi avevano dato dei punti), era diventato un po’ più piccolo e avevo un erezione di 5 centimetri, La cosa mi mandava al settimo cielo, l’avrei fatto vedere a tutte.
Andai da una prostituta che prometteva umiliazioni (in passato avevo provato, ma con risultati terrificanti e scarsa eccitazione).
Mi disse spogliati. Lei rimase vestita. Rimasi in mutande e mi sdraiai sul letto. Si sedette vicino a me. Disse ‘vediamo cosa hai fra le gambe’. MI sfilò le mutande e disse ‘ma hai un cazzo minuscolo, non ho mai visto nulla del genere, è ridicolo tu sei cosi’ alto!’. Io avevo il cazzetto rattrappito, una nocciolina come la punta di un dito. Lei lo toccò. ‘Ne ho visti di cazzi piccoli, giuro, ma mai come il tuo’. Lo menò. Diventò duro duro, ma lei ci mise vicino il mignolo, grande come il cazzo, e disse ‘hai una minchietta di cinque centimetri!” “io ero eccitatissimo. Non ne hai davvero mai visti così? ‘No, giuro, cazzi molto piccoli sì, ma sempre qualche centimetro più lunghi e molto più larghi, tu hai un ditino! Credimi, fatti operare, te lo possono allungare sai, così non potrai mai fare godere nessuna! Le sborrai in mano. Rivestendomi, le volli chiedere, fuori dal suo ruolo di umiliatrice pagata, del mio cazzo: “davvero non posso fare godere?”. “Guarda, se ti trovi una vergine che non faccia confronti, e ti aiuti con dita e mani magari la soddisfi” Mi rieccitai subito: ero proprio un microcazzo.
Chiamai la mia amica Sara, pochi giorni dopo. Avevo la minchietta in mano. “non sai che mi è successo, guarda una figura…”. Le raccontai la mia avventura di umiliazone, senza dirle che si trattava di una prostituta. Arrivai al punto in cui mi vide il cazzo, ero sudatissimo. Lei ridacchiava. Quando le ho detto dei suoi commenti è scoppiata a ridere! Non capivo più nulla, se non che oramai potevo dire tutto e mi lanciai “Me lo ha anche misurato…e lasciamo stare” “No, no..allora quanto?” “Cinque centimetri” “Cinque centimetriiiii ah aha ha. Una sborrata colossale. Io dissi “Ma sai, di solito arrivo a otto” “Otto centimetriii aha ah “, Venni davvero tanto.
In quei giorni richiamai l’amica della macchina, quella che non me lo aveva visto. E cominciai a raccontarle, in tono diverso, del mio cazzetto, VOlevo ridesse di me ma dovevo capire come fare. Allora le dissi che avevo il problema del cazzino, e la convinsi a vederlo, ma lei non se la sentiva era in imbarazzo, Mi feci una foto e disse che cos’ poteva andare. Nella foto c’era il mio cazzetto duro lungo come un rossetto, messo vicino per comparazione. Prima di fargliela vedere, le dissi “senti, io ho bisogno di sentirmi dire la verità, se è piccolo e me lo dici sono contentissimo, se fai la diplomatica ci patisco. Anzi, se è così piccolo ti prego se ci scherzi su mi fai sentire normale, capisci?” Lei promise, guardo la foto e rise “Ce l’hai davvero minuscolo avevi ragione ah ah”.
Ero ovviamente su di giri. Mi promise che mi avrebbe considerato la cosa come una materia normale di sfottò, e così fu. Quando le facevo le avance apposta, lei mi rispondeva “MA va là pistolino, che con i tuoi cinque centimetri cosa vuoi fare?”. E io correvo a segarmi. POi feci un passo ulteriore, le dissi che poteva tranquillamente dirlo in giro alle sue amiche.
VOlevo che il mio segreto non fosse più tale, per non patirci più. Mi disse che lo aveva già detto a una sua amica, che le aveva chiesto se, vedendoci cos’ spesso il suo ragazzo non fosse geloso, se c’era del tenero. Lei le rispose di no, e che comunque avevo un pisellino 'così': e fece un segno di pochi centimetri fra pollice e indice! Seghe su seghe.
Poi con l’altra sua amica (con cui avevo fatto sesso), un giorno con altre due ragazze parlavano di sesso. E venne fuori che io avevo il cazzino mini e tutte risero! Me lo raccontò lei, e io al telefono quasi svenni, quattro ragazze che mi umiliavano! Un sogno diventato realtà, purtroppo senza di me…
A quel punto ero lanciatissimo, non me ne fotteva più nulla della reputazione, anzi.
Sul lavoro avvennero alcune cose bellissime. Una mia collega simpatica ma stronzetta, Barbara, con cui ero in ottimi rapporti, un giorno si fece male a un dito della mano. Io avevo ancora un po’ di rete di garza che avevo usato per il mio cazzetto. Lei sapeva della mia operazione per il dolore, non del resto. LE misi la rete intorno al dito, le dissi “Perfetto, fra l’altro uguale a mio coso”.
LEi si mise a ridere “Vuol dire che hai il cazzino?” “Sì”. “Ah ah allora d’ora in poi ti chiamo cazzino” Ero in estasi.
Ovviamente non lo fece, ma ogni tanto mi tirava qualche frecciata, e io mi segavo. Finché un giorno io le dissi che in fondo potevo essermi inventato tutto e lei mi rispose ridendo di no, perchè era amica di Lara, (un tipa con cui ero stato un mesetto facendo sesso senza penetrazione) e lei le aveva detto che ero minidotato!
Mi venne un mancamento, un sogno! Le chiesi di spiegarmi meglio , e lei mi raccontò che una volta disse a Lara che le avevano raccontato che gli uomini ora possono allungarsi il pene, e Lara le aveva detto che io ne avrei proprio avuto bisogno! Quante seghe mi feci a quel racconto! Una mia ex che mi smerdava, e una stronzetta che si divertiva a farlo. E nessuna di loro lo faceva per farmi godere, ma per il piacere di smerdare un microfallo, il massimo per me!
A quel punto dissi a Barbara che avevo il cazzino, in effetti, e lei mi disse di dirle quanto. “Secondo te quanto è piccolo?” “Beh, dodici, sotto è microbo”. Io balbettai, non avevo il coraggio, E quella troietta prese il righello dalla scrivania e mi disse “dai vai in bagno e misuratelo” Corsi, col cazzetto duro mi sedetti segandomi senza sborrare (mi sarei tolto il piacere per dopo) e tornai da lei col segno a otto centimetri (nel frattempo era ricresciuto. LEi lo guardò e si mise una mano sulla bocca spalancata e disse “Mio Dio! Ah ah ah”. Ma tu devi liberarti da questo terribile segreto, ci penso io”, e senza che io potessi dire nulla andò nell’altra stanza da due nostre colleghe “Lo sapete che lui ha un pisellino così?” E fece vedere il mignolo…Io balbettati che non era vero e lei ribadì “Le altre risero e la cosa finì lì. Ma lei continuava a prendermi in giro, ogni tanto, e io mi segavo come un matto.
Sempre a lavoro, ebbi altre colleghe e altre soddisfazioni.
Maria la conoscevo da poco, carina tirata e stronza. Non avevo molta confidenza. Ma un giorno si parlava di volatili, quelli veri con le piume, e io ne approfittati per dirle, allusivo “Beh, sai, negli uccelli non è la dimensione che conta…”. Lei fece uno sguardo beffardo, e corse nell’altra stanza dove c’erano due colleghe e disse “Mi ha appena detto che ce l’ha piccolo!” Io dissi che non era vero, che mi riferivo ai volatili, ma lei disse che si capiva benissimo che parlavo di me. Mi spaventai e cambiai discorso.
Lei era una vera size queen, come ce ne sono poche, si capiva il disprezzo per i cazzetto. Non avevo confidenza e non sapevo approfittare, ma ci pensò lei. Un giorno eravamo a pranzo con una collega, e si parlava di non dare confidenza. Questa collega, Daniela, disse scherzando rivolta a me ” Se a lui dai un dito ti chiede un pompino” E Maria, gelida “Con lui non c’è gusto, ce l’ha piccolo!”
Io ero in confusione, e dissi che non era vero, lei ribadiva che era verissimo e che glielo avevo confidato io, Daniela rideva e mi chiese “Allora, come ce l’hai?”. Ancora oggi rimpiango di non avere detto la verità, umiliandomi di fronte a quella magnifica amazzone, e invece sviando il discorso. Che rimpianto!
Il lavoro mi portò anche un’ultima soddisfazione. Gloria, altra collega. Piuttosto schietta e molto simpatica, oltre che carina. Mi parlava di un tizio che le piaceva e di cui immaginava il pisello. Si capiva che le piacevano i piselloni. Le chiesi, una volta, se era mai stata delusa da qualcuno, sessualmente, senza riferirmi esplicitamente al cazzo.
Mi disse di sì, di un tizio che si era chiavata in tenda, che era uno strazio e ci metteva pure troppo e lei non ne aveva voglia. Aveva lo sguardo perfido, ma non annunciava altro. Io sudavo, sentivo che c’era qualcosa di più e avevo bisogno di saperlo, e le chiesi “Almeno era dotato?” “Zero!”. Mi eccitai: “Come zero, nel senso di poco?” “No, no proprio zero”. Le offrii il righello e chiesi cosa significasse. Lei lo guardò pensierosa, e col dito si fermò a dodici centimetri. Il mio cazzetto impazziva. Feci la faccia vistosamente sorpresa. “Ma dodici centimetri non è zero è normale!” E lei “sotto i quattordici non è normale!”.
E io, con la faccia disperata “Allora sono spacciato”. Lei mi guardo all’improvviso, con la faccia divertita. “ma..scusa, tu quando ce l’hai…”. Non ce la facevo, le dissi “vado a casa e me lo misuro, ma se sono sotto la tua cifra ti sparo”. L’indomani non le volevo dire nulla, ma fu lei, appena entrata, a dirmi “Allora, mi spari?” E io “LAsciamo perdere, sono disperato!”.
Lei rise e se ne andò, e purtroppo non riuscii a far venire pìù l’argomento. Ma alcune colleghe, ogni tanto, da me apposta provocate, mi chiamavano pipino e io correvo in bagno a segarmi come un matto.

Ora passiamo alle ex. Non ero riuscito a scoparne nessuna, ma nudo col cazzetto in mano o in bocca a loro sì.
Fino ad allora nessuna si era lamentata.
Poi, come scritto avevo appreso di Lara, che mi aveva umiliato raccontando alla mia collega del cazzetto.
La chiamai, eravamo in buoni rapporti.
Le raccontai di essere stato nel campo nudisti, ma che ero in difficoltà perché era pieno di marcantoni col pisellone e io mi vergognavo.
Lei rise “Evidentemente per loro la legge della elle non vale”
Feci finta di non sapere “Legge di che?”.
“La legge che dice che se sei alto tra le gambe hai poco o niente”.
“Ah, ed è vera!”
“Beh, per te sì ah ah ah”.
Inutile dirlo, avevo già il cazzetto in mano, volevo sborrare ma non mi bastava.
“Intendi dire che ce l’ho piccolo?”.
“Beh, grosso no”
“magari medio allora…”
“diciamo che ne esistono di più grandi e di più piccoli, beh no io più piccoli non li ho mai visti ah ah”
“Stai dicendo che ho il pisellino più piccolo che hai mai visto?” “Sì, ma magari sono stata io fortunata..”-
“Ma…ma…forse mi dovrei fare operare, allora”
“Ma no, magari incontri una a cui non interessa”
“Scusa, ma secondo te quanto ce l’ho grosso?”
“Boh.. non so..fammi pensare…tra sette e dieci centimetri direi”
“Ah, sì è così ho un cazzetto così… ma gli altri?”
“Più o meno il doppio. Di quanto te lo allungherebbero
“Due centimetri”
“Allora lascia perdere”
“nel senso che passerei da cazzetto micro a cazzetto mini?”
“Sì”.
” caspita, ma non me lo avevi detto, ma lo hai pensato subito?”
“Beh, sai certe cose non si dicono, ma quando la prima volta eri tutto agitato dopo che eri venuto ho pensato che fosse perché ti vergognavi per quello!
“Ah..”
“E scommetto che l’hai detto alle tue amiche! Chissà quante risate”
“eddai, lascia perdere, non te lo dico”
Quante seghe e quante sborrate!!!! Finalmente scoprivo che una mia ex mi considerava un cazzetto… E le Altre?
Non avevo molti nomi in agenda, in particolare alcune erano inutili, in quanto alla prima esperienza
Mi vidi con una tizia con cui ero stato una sola settimana. Eravamo stati nudi e mi aveva segato e pompato.
A un certo punto, le dissi con nonchalance che avevo scoperto che ci si può ingrandire il pene, LEi disse che era roba da matti, abbassando lo sguardo.
Allora le chiesi se per caso non potesse consigliarmi perché avevo questa intenzione. Lei Disse che le misure non sono importanti e che non lo avevo mica piccolo… Non pareva convinta. Le chiesi se ne aveva visto di più piccoli e rispose di sì, allora le chiesi quanto, ma lei svicolò e disse che l’importante era saperlo usare. Mi sembrava mentisse, era una brava ragazza. Mi disse che ad altre sì ma a lei non importava. E le dissi “Ma se io incontrassi una che bada a queste cose, secondo te come giudicherebbe il mio coso?”. Lei arrossì, poi disse “Beh…piccolo”. Ci salutammo poco dopo e corsi a segarmi.

Me ne rimaneva solo una. Ma avevo poche speranze. Ci ero stato solo una sera. In macchina. L’avevo completamente spogliata nuda, lei era sopra di me. Io non ero nudo, ma mi slacciai i calzoni e lei era sul mio cazzo coperto dalle mutande. Ci mise una mano sopra, e quasi subito ritornò al suo posto, dicendomi che non se la sentiva. Sapevo che aveva il ragazzo e io ero stato un po’ irruente (non vedevo l’ora di fare sesso) e pensai di essermela giocata male.
Ma adesso speravo che il motivo fosse un altro e andai alla carica.
Era una cara ragazza, non una cima. e riuscii a parlarli di sesso. Buttai lì la questione del cazzo piccolo, dicendole che in una spiaggia ero stato umiliato per le mie dimensioni, ma lei non disse nulla. Allora le chiesi che pensasse, e lei disse che non ricordava, che non ci badava molto. Non mollai. La chiamai altre volte e riprovai, facendole capire che a me non importava nulla, le raccontai che la mia prima ragazza mi umiliava. E a un certo punto le dissi “Chissà anche tu, come ci sei rimasta male quella sera, quando hai infilato la mano sotto le mutande..” Non mi aspettavo nulla, e invece lei “Beh…sì”
Io all’improvviso mi sentii tremare dall’eccitazione e col cazzetto in mano la incalzai “Ah ah, infatti appena dopo aver sentito che pisellino miscroscopico ti sei fermata subito vero?”.
Ero già sudato e lei dopo un breve istante disse “Sì, ero un po’ schoccata, non me ne era mai capitato uno così piccolo” Io mi stavo segando come un matto e le dissi ” se non lo avessi avuto minuscolo saresti andata avanti?” “…Sì Credo di sì, ma poi la sera non ero sicura, ho pensato di essermi sbagliata io, che lo avevo preso male, è durata così poco” – “E perché credevi di esserti sbagliata?” – “Beh…scusa ma era così piccolo!”. Sborrai felice come un matto.

E veniamo ad oggi. Umiliazioni del genere non son più riuscite ad averle. Sono stato per anni con una ragazza dolce, che ha capito il mio bisogno e – finalmente scopando – mi ha umiliato dicendomi quanto lo avessi minuscolo, e che lei non lo sentiva nemmeno, e che avevo bisogno delle dita per farla venire. E tutto questo col mio cazzetto dentro. Ovvio che abbia fatto ottime scopate. Ma c’è un ma. Si capiva che a lei non importava davvero. E questo è un problema, perché così non è una vera umiliazione.
RImpiango di non aver sfruttato tutte le occasioni per troppa timidezza.
Adesso c’è Emma, la donna di un mio amico.
E’ figa e tirata. ma non ama fare discorsi peccaminosi, ci ho provato ma mi ha tagliato, forse per il mio amico.
Ma come capita con le donne che non sono apparentemente maliziose, è una umiliatrice nata. Per cose di poco conto dà risposte secche e taglienti, lasciando gli uomini incapaci di reagire. Una volta mi ha congedato al telefono dicendomi “Ciao Sfigato” e appendendomi il telefono in faccia.
Non ho dubbi che sia una regina, una size queen. Anche perché le poche volte che si è parlato di piselli – purtroppo sempre in compagnia numerosi – lei ha lasciato capire che grossi è meglio. Quando sono nati dei bimbi di sue amiche lei è andata subito a controllare le misure, dicendo che voleva controllare come erano messi bene, perché se è grosso è meglio.
E’ divina. Io sogno di farmi umiliare da lei, ma non è facile, per via di Guido, il mio amico.
Mi sono fatto l’idea che lei pensi che io abbia il pisellino (non ho mai fatto la doccia con gli altri per esempio, in più una delle tante con cui mi sono sputtanato, ho fatto il conto e siamo a trenta, la conosce indirettamente e certe voci volano). Ma è solo una speranza.
Una volta ho provato a parlarle delle docce aperte in palestra, ma tremavo tutto al telefono, e sapevo che se lei non mi avesse imbeccato mi sarei fermato. Lei disse “Ah, terribile, dove tutti ti vedono nudo” “Eh. s’, e non è piacevole” “dissi io col cazzetto durissimo, sperando che mi avrebbe finalmente smerdato. “LEi disse solo “eh no, immagino”, e cambio discorso, io ero così eccitato che venni lo stesso. Ma devo essere umiliato da lei, è un sogno che devo riuscire a realizzare, senza che lei mi smerdi col suo ragazzo e gli amici.
Questa è la mia storia.
Capite che sogno una padrona cattivissima..
 
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view post Posted on 12/6/2013, 16:32     +1   -1
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Maestro di Piedi

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Si dai vedrai che riuscirai a realizzarla...da sottomesso .immagino sia una bella sensazione essere umiliato perchè minidotato.....peccato non poterla provare ..... :cry:

:D
 
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membrino
view post Posted on 12/6/2013, 16:48     +1   -1




Io non sono mai riuscito a provarla pienamente, perché purtroppo non ho mai avuto il coraggio. Aspetto l'occasione giusta per un'umiliazione pazzesca e spero in qualche mistress qui...
 
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view post Posted on 12/6/2013, 16:50     +1   -1
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Maestro di Piedi

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Intanto potresti metterti questa come inno al cellulare...:D
 
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membrino
view post Posted on 12/6/2013, 17:46     +1   -1




Mi sego molto vedendo questa canzone su you tube ballata da ragazze che ridono e fanno il segno del cazzetto.
MI rivolgo ai frequentatori di questo sito: secondo voi quale mistress è più adatta, o meglio io di quale mistress potrei essere schiavo? Ce n'è qualcuna particolarmente brava a ridicolizzare i minidotati?
Grazie
 
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view post Posted on 12/6/2013, 17:53     +1   -1
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Maestro di Piedi

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non coosco le specialità delle miss di questo forum...in teoria qualunque miss può eseguire pratiche di small penis humiliation.....
Se fai qualche sessione , lo dici all'inizio che ti piacerebbe essere umiliato in quel modo ....
 
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catace
view post Posted on 12/6/2013, 23:04     +1   -1




CITAZIONE (membrino @ 12/6/2013, 17:24) 
Vi racconto la mia storia, non so se sarà interessante, ma è vera

si si, ti sei portato a letto mezzo mondo, senza penetrazione però!
almeno se ero piu corto (il racconto, non il pisellino :) )era piu credibile
ciao
 
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feet_love
view post Posted on 13/6/2013, 00:06     +1   -1




beh comunque, minidotato o no, dal racconto sembra che hai avuto più donne tu di Rocco Siffredi!!
<_<
 
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LongJohnSilver
view post Posted on 13/6/2013, 01:06     +1   -1




Membrino, sappi che ti stimo molto.

Beato te, io ho un bel tubo di 14 cm e anche bello largo e quando è duro proprio roccioso, ma ti dirò che a volte mi faccio fare la scena da minidotato da una pro da piacere che conosco. Piace anche a me quel tipo di umiliazione, solo che non essendo realmente minidotato non è il massimo del piacere.
 
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BelleDameSansMerci
view post Posted on 13/6/2013, 06:46     +1   -1




CITAZIONE (LongJohnSilver @ 13/6/2013, 02:06) 
Membrino, sappi che ti stimo molto.

Beato te, io ho un bel tubo di 14 cm e anche bello largo e quando è duro proprio roccioso, ma ti dirò che a volte mi faccio fare la scena da minidotato da una pro da piacere che conosco. Piace anche a me quel tipo di umiliazione, solo che non essendo realmente minidotato non è il massimo del piacere.

questa potrebbe essere un'idea

affetta1

 
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membrino
view post Posted on 13/6/2013, 09:41     +1   -1




Veramente non mi sono inventato nulla. Per questo il racconto è' lungo, perché ho voluto scendere in tutti i dettagli.
Se lo avete letto bene, vedrete che alla fine le ragazze con cui ho fatto sesso sono poche, con le altre sono riuscito a parlare del mio cazzetto e basta.
Ho il grande rimpianto di non avere avuto questo coraggio, di umiliarmi profondamente, con quelle che avevano il mio cazzetto in mano.
Rileggendo il mio racconto, a parte che mi è venuto duro, ho pensato a tutte le volte che potevo sputtanarmi ancora di più e non ce l'ho fatto, e mi mangio le mani!
Ho avuto per troppo tempo paura di fare coming out sul mio cazzetto, oggi che me ne fotto godrei come un ricci a umiliarmi, anche telefonicamente.
A logn John dico sì: essere minidotato e umiliato è una sensazine mostruosamente bella.Il problema è che l'eccitazione maggiore viene quando la donna non sa che ti piace.
Mi rendo conto che a pensarci bene l'eccitazione maggiore della mia vita è capitata due volte, senza paragoni con le altre, quando la mia amica che il giorno prima aveva saputo della mia dotazione mini (ma non della mia perversione), mi ha guardato maliziosa e sorridente, perché io le avevo detto che ci saremmo potuti mettere insieme "Mi spiace ma mi dicono che tu hai il pisellino". Stavo per svenire. Tornassi indietro le direi "Sì ho un cazzetto di otto centimetri", per vedere la sua reazione, Probabilmente sverrei dall'emozione. E anche la stronzetta che disse a un'amica comune di fronte a me, avendo capito che lo avevo piccolo senza saperlo, che con me fare un pompino non avrebbe dato soddisfazioni perché ce l'avevo piccolo, mi ha fatto andare in confusione mostruosa. Ero matto dall'eccitazione, ma all'amica che ridendo mi disse "Ma è vero?", io risposi di no, e lei insisteva "Allora quanto ce l'hai"? E io scemo sviai il discorso. Quando mi sego torno sempre a quell'episodio, e rispondo "No, dai, non te lo dico sennç anche voi mi chiamate pipino, come le mie ex". A quel punto avrebbero riso entrambe insistendo, e io quasi in trance erotica avrei risposto, facendoi segno con le dita "Ho un cazzetto duro di otto centimetri, ed è pure stretto e duro pochi secondi, ma non fatemi il segno col mignolo,l vi prego!". Mi viene duro solo a pensarlo.
Altro che storie inventate. Mi sarei inventato un'umiliazione così, e invece non solo ho il cazzo piccolo, ma non ho nemmeno avuto i coglioni!
 
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feet_love
view post Posted on 13/6/2013, 20:59     +1   +1   -1




CITAZIONE (membrino @ 13/6/2013, 10:41) 
Rileggendo il mio racconto, a parte che mi è venuto duro..

Beh non c'erano dubbi.. in fondo l'hai scritto per questo no? <_<
E po ricorda, la vera umiliazione per un minidotato come te non sta nel farsi umiliare dalle ragazze......
 
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membrino
view post Posted on 14/6/2013, 08:56     +1   -1




Veramente sì, per me consiste proprio nell'essere umiliato dalle ragazze, sennò cosa?
 
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LongJohnSilver
view post Posted on 14/6/2013, 10:09     +1   -1




Membnrino, senti, ho un idea per una nuova perversione: perchè non trovi una che ti seghi con pollice e indice soli e che nel mentre faccia la stronzetta dicendo cose come "figurarsi, questo qui lo sistemo in un attimo."

C'era non so che attrice che disse una cosa tipo "quando è sotto una certa misura non è una scopata, ma un disturbo" fatti segare anzichè segarti, mentre ti umiliano.
 
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membrino
view post Posted on 14/6/2013, 14:30     +1   -1




Beh, ma ovviamente concordo! Sarebbe un sogno, e mi piacerebbe sapere chi è quell'attrice. Chi sa a quale misura si riferiva, e cosa avrebbe detto scopando con me...
 
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28 replies since 12/6/2013, 16:24   16115 views
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