| Vorrei raccontarvi il pomeriggio che ho trascorso ieri, giovedì. Per farlo ho però bisogno di raccontarvi un po' di me. Molti mi conoscono attraverso i miei racconti o per i miei commenti sulle discussioni ma in fondo di me si sa poco, a differenza di tanti altri utenti. Amo la dominazione purchè questa sia effettuata dalla mia donna che però, badate bene, mi deve essere REALMENTE superiore, soprattutto sul lato fisico. Fin da ragazzino ho sempre sognato di sentirmi in suo potere ed ecco perchè tanti anni fa quando incontrai una giovane ragazza campionessa di judo feci del tutto pur di conquistarla. Ci riuscii ed ebbi la fortuna di innamorarmi, del tutto contracambiato, anche di altre sue caratteristiche. L'unico problema era che non era affatto dominante. Anzi, era timida ed introversa. La impalmai e per diversi anni ho fatto una vita normale fino a quando le confessai i miei desideri. Apriti cielo! Mi diede del perverso. Però era una donna intelligente e dopo la prima sfuriata, diversi mesi dopo, tornò sui suoi passi dicendomi che era disposta a venirmi incontro ma che lo faceva solo per amore. Ovviamente, accettai. Io volevo una dominazione 247/, lei non la voleva per niente e ci mettemo d'accordo nel farla quando lei lo avesse deciso, promettendole di fare l'uomo vero, quello che non deve chiedere mai, nei momenti normali. Le spiegai ciò che mi piaceva. Possibilmente, un tipo di abbigliamento sopra le righe sul tipo di latex e pelle, severità e qualche mossa del suo judo per farmi sentire la sua potenza. Le spiegai che non sono un feticista e ciò che avrei adorato sarebbe stato di trovarmi di fronte una donna severa ed intransigente, capace di darmi ordini e ad obbligarmi, pena un bel po' di mazzate, ad obbedirle. Le dissi che avrei accettato qualunque suo ordine o punizione, in quei momenti, ma le chiesi di mettere un paletto. Ero, e sono tuttora purtroppo, un appassionato di calcio e tifoso della Roma e le chiesi di permettermi di vedere la partita della mia squadra del cuore e di evitare quindi un eventuale sua scelta di diventare la mia padrona in quella situazione. Inoltre, giocavo e gioco ancora adesso a calcetto il giovedì sera e le chiesi di non negarmi quell'uscita o almeno di dirmelo un giorno prima per avvertire l'organizzatore che può così rimediare dei sostituti altrimenti avrei rovinato la serata a tutti i miei amici Non vi sto a spiegare per filo e per segno come è stato complicato arrivare ad avere delle situazioni prima appena decenti e poi buone. Fatto sta che ieri era appunto giovedì. Torno a casa. Io lavoro soltanto la mattina e mia moglie altrettanto a parte due pomeriggi a settimana. Gli altri pomeriggi, esclusi sabato e domenica, li trascorre, da buona ex atleta, continuando ad allenarsi in palestra lasciandomi praticamente casa libera visto che mia figlia o se ne sta in camera sua a studiare o a fare chissà cosa oppure esce col suo ragazzo e con le sue amiche. Io posso così dar sfogo alle mie velleità di scrittore scrivendo racconti che parlano di dominazione in santa pace o comunque girovagare per la rete. Dunque, tornato a casa faccio le solite cose, pranzo e poi mi faccio una doccia in attesa di scendere. Eh si perchè non mi aspetta soltanto il calcetto prima e la pizza dopo con gli amici ma ne approfitto anche per vedermi anticipatamente con due di loro che abitano nei paraggi, prenderci un caffè e parlare un po' di tutto. Esco dalla doccia. Mia figlia è già uscita dicendo che avrebbe cenato a casa del suo ragazzo e mia moglie è ancora stranamente in casa quando di solito è pronta per uscire e andarsene ad allenarsi. Le chiedo come mai e mi risponde che non ha voglia di andare in palestra. Strano ma accetto la cosa. Fa freddo e forse non le va di uscire da casa. Io mi metto al computer a guardare le mail e poche altre cose mentre mia moglie gironzola per casa e poi la vedo rinchiudersi al bagno. Che stia male? Per me si è fatta intanto l'ora di scendere. Sono quasi le 18 e a quell'ora, da tempo immemorabile, ci troviamo in tre al solito posto. Il borsone l'ho già preparato e sto per scendere quando sento mia moglie che dal bagno mi dice di attendere. Esce dal bagno vestita come quando lei diventa la mia padrona. La guardo con gli occhi sgranati. Le dico "Tesoro ma è giovedì, io devo scendere" Mi risponde col tono che usa quando si mette nei panni di dominatrice che ha deciso che oggi non uscirò per andare a calcetto. Le dico che sono lusingato ma devo proprio scendere. E lei nisba. Non riesco a comprendere. Mi afferra, mi toglie il telefonino che ho in mano e comincia a farmi quello che fa in queste occasioni e cioè farmi sentire quanto è brava. Torsioni e leve che mi fanno sentire in suo potere e qualche schiaffo. Il mio fratellino comincia a salire, come sempre in questi casi e mi dico <a fanculo il calcetto>. Le chiedo però di telefonare per avvertire ma lei di nuovo me lo impedisce e non posso fare niente. Continuiamo per un'oretta e quindi giunge il momento, quello per me più bello quando lei mi dice "Ora soddisfa la tua padrona" Facciamo l'amore ed è, come sempre in questi casi, qualcosa di diverso, molto più appagante. Inutile cercare di spiegare perchè è impossibile. Finito? Nemmeno per sogno. Mi ordina di prepararle la cena e le obbedisco. E' questo che io intendo per dominazione: servire e riverire la mia padrona, la mia donna, e tremare al suo cospetto e mi immedesimo totalmente nella situazione senza pensare che tra poco lei tornerà dolce e quasi geisha e a volte rompitrice di maroni come tutte le donne ed io tornerò ad essere il padrone di casa. E dimentico tutti i problemi che esistono al mondo. Finisce la cena ma lei è ancora la mia padrona. Sono ormai tre ore e mezza e difficilmente ha protratto così a lungo queste situazioni. Ma io non chiedo di meglio anche se continuo a chiedermi come mai è voluta andare contro le regole e non mi ha mandato a giocare. Intanto, io continuo ad essere il suo schiavo. Le porto il caffè mentre lei è sul divano, le accendo la sigaretta del dopo cena e mi metto umilmente in ginocchio col posacenere in mano. Se non lo facessi, volerebbero altri schiaffi e per oggi va bene così. Sono felice ma è giunto il tempo di terminare ed a malincuore riprendiamo ognuno il proprio ruolo. Ci mettiamo sul divano a vedere <don Matteo> che è cominciato da una decina di minuti. Non mi piace ma lei lo adora ed io voglio continuare a starle a fianco. Mi guarda ed improvvisamente mi da un altro ordine e mi dice di andare a prendere il mio telefonino. Le chiedo perchè. Ormai, posso permettermi di risponderle visto che tutto è tornato alla normalità. Ma lei insiste. " Vai su WhatsApp" mi dice. Ci vado e trovo un messaggio del mio amico organizzatore delle partite di calcetto che dice <per oggi niente partita. Ci sono quattro a letto con la febbre e non riesco a trovare i sostituti> Più sotto un altro messaggio inviato dal mio telefonino ed era un laconico <ok>. Lei mi guarda e mi sorride " Mentre eri in bagno ho sentito il rumore di un messaggio su WhatsApp e non ho potuto fare a meno di aprirlo. Lo so che non avrei dovuto ma è stato più forte di me. Sai che sono gelosa. Poi, quando ho letto il messaggio, mi sono sentita in colpa. E per farmi perdonare ho deciso di non andare in palestra ed ho organizzato questo pomeriggio come piace a te. Mi perdoni?" Che dite? L'ho perdonata?
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