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L'Insegnate del doposcuola - parte 2

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DAVIDE UNDERFEET
view post Posted on 19/9/2014, 17:38     +1   -1




Come scritto prima, fu solo il preludio a ciò che di bello sarebbe avvenuto qualche giorno dopo, roba che nemmeno la mia più fervida perversa immaginazione poteva concepire,
Quella mattina fatata fu la Signorina Nunzia ad aprirmi. Era sola in casa, i genitori erano andati fuori città per far visita a dei parenti. Aveva la solita vestaglietta corta tipo kimono a fiorellini, i capelli questa volta stranamente sciolti sulle spalle e un bellissimo paio di infradito dorate, diversi da quelli un po' anonimi che usava abitualmente, che le rendevano ancor più arrapanti i sempre più meravigliosi piedi dalle unghia, oggi, laccate di bianco.
Mi accomodai come al solito al grande tavolo ovale. Lei mi raggiunse dopo qualche minuto, si sedette nella sua solita voluttuosa postura e iniziammo le lezioni senza che nulla potesse far presagire quello che da qui a qualche minuto sarebbe cominciato.
Lo spettacolo non tardò a cominciare e, come al solito, mi eccitai. Mi preparai all'altrettanto solito stratagemma, ma improvvisamente, la Signorina Nunzia mi anticipò.
Fece, infatti, cadere a terra una gomma da cancellare ed un righello. Mi fisso, da dietro i grandi occhiali con quei suoi occhi piccoli e verdi, ma questa volta vivi e penetranti, e mi disse:
“Và a vedere dove sono caduti, su!”
Obbedii immediatamente. Appena scesi sotto il tavolo e mi misi a quattro piedi, mi accorsi che la Signorina Nunzia divaricava lentamente le gambe, come se volesse farmi vedere che era senza slip (mi fu chiara, così, la visione della sua fica!), per poi improvvisamente accavallarle alla solita maniera in modo che, però, il piede penzolante mi arrivasse dritto sotto al naso. Mi aspettavo mi chiedesse scusa e lo spostasse, invece...non mi chiese scusa e ne lo spostò. Io mi bloccai incredulo e mezzo in estasi. Avevo il tanto agognato splendido odorosissimo piede dalle unghia curatissime, sotto al mio naso, a contatto della mia faccia. Sogno o son desto?
Chiaramente l'eccitazione mi salii a mille, però riuscii a conservare la lucidità per raccattare gli oggetti, riemergere e ricompormi al posto, col membro, però. che stava strappandomi le mutante. Allora Le feci la solita richiesta:
“Signorina posso andare al bagno?”
Lei, socchiudendo gli occhi lanciandomi uno sguardo minaccioso, rispose: “No!...tu questa volta in bagno non ci vai!”
Rimasi basito. Sbiancai. Non capivo che stava succedendo, perchè mi dice no?
Riprende Lei:
“Cosa credi che non l'abbia capito cosa vai a fare in bagno, nel mio bagno!?...Cosa credi che non abbia capito come mi guardi di soppiatto e perchè trovi sempre un pretesto per infilarti sotto al tavolo!?...Ora basta!!”
A quel punto, arrossii dalla vergogna. Volevo sprofondare. Tra me e me dissi che era finita. La Signorina Nunzia aveva scoperto le mie fantasie. Mi caccerà da casa sua e magari lo dirà pure a mia madre, che informerà mio padre con tutte le conseguenze che si possono immaginare.
Invece, quando pensavo di aver perso tutto e mi vedevo già alla gogna, mentre stavo per tentare una timida discolpa, mi prese con forza per mano, mi condusse verso il divano, dove a forza mi fece sedere assieme a Lei. Si sfilò gli infradito e mi mise un piede sulla patta e l'altro sulla faccia. Io letteralmente terrorizzato (pensavo mi stesse cacciando fuori di casa a forza!) rimasi bloccato. Ma dopo qualche minuto di sbandamento, mi salì l'eccitazione, così glielo iniziai a leccare con dolcezza, ma con decisione, prima uno e poi l'altro piede. La mia lingua passava dolce e vogliosa sulla pianta, sulla monta e negli interstizi fra le dita. L'odore ed il sapore, in particolare, erano talmente inebrianti da essere indescrivibili a parole umane. Mentre ne leccavo uno, la Signorina Nunzia mi metteva l'altro sotto la maglietta accarezzandomi il petto per poi scenderlo di colpo sul mio cazzo duro ancora chiuso dentro i pantaloni. Ero in totale estasi da piacere erotico. In breve tempo realizzai che le mie più recondite fantasie si stavano avverando: non ci potevo credere, se sto sognando, non svegliatemi.
Di colpo poi, allontanando i piedi da me, ordina:
“Togliti sti cavolo di pantaloni e leva le mutande! Avanti!”
Velocemente obbedii.
Lei, vedendo il mio pene eretto e duro, esclamò: “Hai visto!?...Ho avuto la conferma di quello che sospettavo. Sei un porco depravato. Ti piacciono i piedi, ma la cosa più schifosa e che ti fai le seghe. Le seghe nel mio bagno! Così non si fa, ragazzino! Ti devo insegnare l'educazione...ti devo insegnare a non sprecare tanto ben di Dio!”
La guardai strano, non capivo che razza di rimprovero fosse. Non capivo se voleva o non voleva che facessi quelle cose, e mentre tentavo di decifrare il rimprovero, la Signorina Nunzia con un piede mi accarezzò il pene. Bastarono appena un paio di volte, tanto ero eccitato, che una fontana di sborra schizzò colpendola fin su gli occhiali da farla balzare spaventata, poi arrabbiata e decisa mi disse:
“No, non può andare così! Da questo momento in poi sarai a mia totale disposizione. Il tuo stupido cazzo, soprattutto, sarà a mia disposizione. Ti devo educare, perchè sei un porco! Ti farò capire anche con le cattive che il seme non si butta così, perchè è un peccato di fronte a Dio”
Poi, come per impegno, riprese a tormentarmi la faccia, stavolta con tutt'e due i piedi. Già, proprio come stava facendo l'altro giorno con quel cuscino che invidiai tanto.
Così in brevissimo tempo ebbi un'altra erezione. A quel punto la Signorina Nunzia abbassò subito i piedi dalla mia faccia e si piegò sul mio pube prendendomi il membro in bocca. Ricevevo il mio primo pompino, era favoloso.
Me lo succhiò con avida passione fino a quanto divenne definitivamente duro come l'acciaio, poi si distese, allargò le gambe, e mi ordinò di leccargli la fica. Mi disse di farlo con la stessa passione con cui Le avevo leccato i piedi.
Obbedii senza se e senza ma. Ero partito oramai del tutto per l'autostrada del piacere. Fu il mio primo cunnilingus e mi piacque da impazzire.
Tra i dolcissimi umori che colavano sotto i colpi della mia lingua sul suo clitoride e tra le labbra della vagina, la sentì ansimare di piacere, fino a quando mi ordinò di mettermi sopra di lei. Così feci. Lei mi prese il pene e lo fece entrare nella sua fica bagnatissima, ordinandomi di sbatterla fino a farla urlare. Fu la mia prima scopata...e che scopata!
La Signorina Nunzia urlava di piacere davvero, mentre la sbattevo, tanto che temetti La sentissero fuori o i vicini. Ebbi la chiara sensazione che da tempo non veniva toccata da un uomo.
Stremati ma soddisfatti, io ero al settimo cielo, ci ricomponemmo prima sul divano, poi pian piano attorno al tavolo, dove lei, mentre si riannodava i capelli, mi disse:
“Vedi come deve essere usato il pene!? Con un altro po' di disciplina ed educazione, sotto la mia guida, diventerai ancora più bravo. Ma ricordati che quello che avviene qui dentro dovrà essere il nostro piccolo grande segreto. Nessuno lo deve sapere. Qui tu vieni solo per studiare, non farti scappare nulla, altrimenti non mi rivedrai più! Chiaro?”
La rassicurai sul mio assoluto silenzio, dicendole che volevo essere si il suo schiavo senza volontà, ma non così stupido da mettere a rischio quel sogno che si era avverato.
Nel frattempo suonò il citofono. Era mia madre che veniva a prendermi. Lei congedandomi mi disse sorridendo:
“Bravo. Così ti voglio. Ci vediamo venerdì prossimo, mi farai un altro servizietto. Adesso vai. Ah! Guai a te se ti tocchi!!”
Come fui sul pianerottolo e la porta di casa della Signorina Nunzia si chiuse alle mie spalle, mi veniva da urlare per la felicità, come quando la tua squadra del cuore segna il goal partita in una finale di coppa campioni, ma mi trattenni. Scesi senza usare l'ascensore, nonostante mi trovassi al quinto piano, facendo quelle scale a tre a tre dalla contentezza. Non appena in auto, nonostante fosse di mercoledì, iniziai a contare le ore e i minuti che mi separavano dal venerdì mattina e, dunque, da Lei. Dopo pranzo mi chiusi in camera a ripensare a tutto quello che era successo quella incredibile e bellissima mattinata. Lo so, la Padrona mi aveva ordinato di non farlo più, ma non resistetti, sentivo ancora gli odori, gli umori, di piedi e fica, nonché la voce, della Signorina Nunzia, e mi masturbai due volte, una volta subito, l'altra la sera in bagno.
 
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view post Posted on 20/9/2014, 12:29     +1   -1
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bello, il sogno di noi feticisti. lucky man
 
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