Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Dea Sabrina

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ristic
view post Posted on 26/1/2014, 00:41     +3   +1   -1




Sabrina, dea per antonomasia aveva il pieno possesso della mia persona sia dal punto di vista psicologico che finanziario e faceva di me tutto cio’ che voleva. Qualsiasi cosa le occorresse ero io a finanziare dal semplice caffe’ al paio di stivali alla moda, ovviamente non essendo io facoltoso si trattava di 1.000-1.200 euro al mese che pero’ mi avevano obbligato a fare due lavori con conseguente spremitura di tutte le mie energie. Sapeva benissimo che facendomi leccare semplicemente una suola (sporca ovviamente) di qualsiasi scarpa o stivale calzasse mi aveva in suo totale possesso. All’inizio era reticente nel momento in cui glielo proposi ma un po’ perche’ non poteva rendersi indipendente dato che non lavorava un po’ per curiosita’ alla fine decise di provare. E da li in poi non si fermo’ piu’…..Per lei era semplicissimo, mi chiamava usciva di casa per sporcarsi per bene le suole rientrava e me le faceva lucidare per circa mezz ora o di piu’ se erano particolarmente sporche fumandosi tranquillamente una sigaretta e guardando la tv. Se all’inizio del nostro rapporto non riusciva a togliermi gli occhi di dosso adesso le cose erano cambiate, con noncuranza assoluta mi teneva li e poi mi cacciava di casa non appena io le pagavo il pegno monetario pattuito. Un lavoro per lei perfetto dato che l’unica cosa che io potevo leccarle o baciarle o ciucciarle erano le suole delle scarpe. Un po’ alla volta si sciolse e incomincio’ a praticare su di me malcapitato anche altri generi si sottomissione ed umiliazione cosa che la rendeva particolarmente gioiosa stando alle risate che si faceva. Un giorno mi convoco’ a casa sua e mi accolse con la solita colorita ma giusta frase “ciao merda umana” e mi disse che se fossi rimasto li questa volta avrei avuto di che preoccuparmi. Io abituato a leccare sempre e solo le sue scarpe come pensiero piu’ negativo avevo in mente che potesse aver camminato su qualche cacca di animale e accettai volentieri quel nefasto invito…..”bene allora adesso ci divertiremo sul serio” mi disse, per cominciare” lucidami gli stivaletti con cui ieri sera son andata a ballare in spiaggia e ingoia tutto cio che trovi sotto le suole”! Il problema che mi si poneva era che ballando in spiaggia c erano residui oltre che di cocktail e lerciume vario anche residui di sabbia che avrei dovuto ingoiare. “ma padrona non vorra’ che mangio anche la sabbia, non credo di poterla digerire”…Tempo 2 secondi mi disse di girare la faccia nella direzione del suo piede e senza pensare troppo mi tiro’ un calcio con la pianta in pieno volto con gli stivali che calzava in quel momento. “Ti daro’ sempre calci con la pianta del piede cosi son sicura di arreccarti il massimo danno con il minimo sforzo e fidati ti stancherai prima tu di riceverli che io di darli, e ora mangia”!!!!! “ Io non riuscendo a comprendere che tipo di treno mi avesse investito riuscii solo a bisbigliare “ma padron” e giu’ un altro violentissimo calcio in piena faccia mi fece cadere all’indietro sbattendo anche la testa sul muro. La scena era questa: io steso con il naso e le labbra sanguinanti e lei che mentre si accendeva una sigaretta con sorriso sarcastico ma straordinariamente dominante mi diceva” mi sono appena scaldata il piede, ne vuoi ancora”? Presi a leccare con tutta la forza che avevo la suola dell’uno e dell’altro stivale non pensando al dolore lancinante che avevo e ingoiando tutto mentre lei compiaciuta ribatteva” mangia tutto verme mi voglio specchiare in quelle suole”. Gia’ ero ridotto ad uno straccio ed ero arrivato da appena una mezzoretta di cui 25 minuti passati a fare il mio dovere di cane…… la Dea sembrava tra l’annoiata e l’eccitata semplicemente perche’ aveva in serbo per me altre soluzioni umilianti. Prese i due stivaletti e con vivo rammarico (per non potermi punire) vide che erano puliti alla perfezione, forse ancor meglio delle umane possibilita’ che una lingua ed una bocca possano raggiungere. A frustate mi condusse in bagno dove mi lego’ al termosifone e apri l acqua della vasca chiudendo lo scarico con il classico tappo. Non riuscivo a capire quale fosse la sua macabra trovata, la sua idea, ma incominciavo ad avere una brutta sensazione. Quando la vasca fu piena circa a meta’ chiuse l acqua e prendendomi per i capelli mi getto’ all’interno legandomi polsi e caviglie in modo da tenermi li inerme e immobile. Ero completamente in mano di quella Dea sadica e tutto cio’ che poteva venirle in mente avrebbe trovato in me un verme senza la minima possibilita’ di difendermi. Per respirare dovevo tenere il collo alzato perche’ l’acqua era troppo alta e vedevo lei, Dea Sabrina con quel ghigno e quel sorriso sadico che mi faceva impazzire che era li quasi stesse ancora pensando a cosa farmi. Il dubbio duro’ lo spazio di un baleno e vidi che riapri l acqua questa volta con un gettito leggero. Pervaso dalla paura che volesse annegarmi incominciai a dimenarmi a piu’ non posso ma la mia costrizione alle caviglie e ai polsi per quanto impegno ci mettessi non mi dava la possibilita’ di muovermi. Lei seduta a bordo vasca si fumava una sigaretta guardandomi con aria indifferente ma quando vide che gli schizzi incominciavano a bagnarla semplicemente fece cadere come una mannaia la pianta del suo piede calzato ancora da quegli splendidi stivaletti sul pieno della mia faccia. “Ti conviene stare fermo, non lo vedi che mi stai bagnando”????. Io come un topo senza ossigeno nemmeno lo sentii preso com’ero dal terrore dell’annegamento ma al quarto calcio che mi sferro’ stramazzai sott’acqua senza piu’ resistenza. Non ci fu bisogno del suo aiuto (sempre che fosse intenzionata a darmelo) dovetti uscire velocemente per non rischiare di annegare. Il suo sorriso malizioso faceva da contraltare con la mia faccia tumefatta e terrorizzata. Non appena tornai in me capii che lo scopo del suo gioco era vedere fino a che punto i miei muscoli del collo potevano tirarsi per far uscire il mio viso dall’acqua e continuare a respirare. Piu’ l acqua saliva piu’ il mio sforzo si faceva massiccio ed ero allo strenuo delle forze con lei di fronte a me che mi incitava “dai verme ancora un po’ di piu” “sei una merda non riesci nemmeno a respirare, stai attento che tra un po’ bl blblblblbl l acqua avra’ il sopravvento” ahahahha! Nonostante sapessi che se l acqua fosse salita ancora di piu’ non avrei avuto possibilita’ fisiche contrastai con tutta la forza che avevo l incedere del livello fino a quando ormai quasi sopraffatto vidi Sabrina togliere il tappo assestandomi nel farlo una bella ginocchiata sotto al mento. “Dovresti ringraziarmi cesso che non sei altro se non fosse per me saresti passato a miglior vita, ridicolo ed insulso verme lustrascarpe”. Nonostante l’acqua scendesse lo sforzo fatto fino a quel punto faceva si che dovevo comunque sopportare e combattere contro dei bei dolori che pero’ allentando la tensione scomparvero con mio immediato sollievo psicologico. Credevo che il peggio fosse passato ed invece vidi che Sabrina rimise il tappo quando ancora non potevo appoggiare la testa del tutto continuando a respirare. Capii in fretta che la storia non finiva li e rimasi in tensione con la testa alzata almeno di 30 cm dalla vasca per poter ancora respirare. La sublime Dea girando per il bagno con fare pensieroso ad un certo punto elargi un bel e nel contempo raggelante sorrisetto…..Aveva preso la decisione!!!!! Prese a spogliarsi di tutto (stivali compresi) e lasciandosi solo con le mutandine si mise anche lei all’interno della vasca con la testa verso i miei piedi e ovviamente con i piedi verso la mia testa. “Adesso vediamo chi e’ piu’ forte (suonava strano dato che lei minuta nel suo metro e 65 a confronto col mio metro e 84 con fisico molto atletico)”! Non capii subito ma mi chiari subito le idee quando con nonchalance appoggio un tallone sul mio viso con l’altro piede a cavalcioni; insomma per respirare dovevo sopportare il peso comunque relativo dei suoi piedi sopra la mia faccia e lo sforzo che si stava attenuando riprese a farsi estenuante. La Dea prese una rivista dal mobiletto e inizio’ a leggerla; cosi facendo non poteva vedere se andavo sotto o meno ma la cosa non le interessava nemmeno. Passarono minuti e la mia estrema forza anche dei muscoli del collo fece si che andai sotto una sola volta per poi prontamente riprendermi. Scostando la rivista vide che ancora resistevo e si complimento con me “bravo verme, ma ancora non mi do per sconfitta” aggiungendo una risata piu’ che sadica all’affermazione….. si alzo’ e io fui ipnotizzato dalla bellezza e dall eleganza che mostrava anche in quel piccolo gesto. Si mise seduta sul bordo della vasca proprio in corrispondenza della mia faccia e piazzo’ un piede proprio nel centro del mio volto e l’altro appoggiato sul fondo della vasca. Questa volta inizio’ a mandare sms col cellulare e chiamo’ un amica appoggiando ogni tanto il gomito sul proprio ginocchio creando cosi un peso ancora maggiore sul mio viso. Per me gia’ provato da calci e sforzi sovrumani inizio’ un vero e proprio supplizio e quasi subito andai sott’acqua pero’ prendendo una bella boccata d’ossigeno per poter cosi riposare i muscoli del collo sul fondo della vasca. Rimansi cosi per almeno 40 secondi sempre col suo piede appoggiato e da sotto vedevo lei che parlava e rideva la telefono con l’amica. Ero sicuro che avrebbe tolto il piede vedendomi per cosi tanto tempo sott’acqua e invece niente nemmeno mi guardava e cosi quasi piu’ senza fiato dovetti usare tutte le forze per rialzare la testa col suo piede che ovviamente lavorava come forza contraria semplicemente per via della forza’ di gravita’. La mia grande forza mi permise di tornare a galla mentre Sabrina continuava nella tranquillita’ piu’ totale a chiacchierare del piu’ e del meno forse senza nemmeno aver notato o preso in considerazione l’idea che ero quasi morto. Come sia come non sia dopo una decina di minuti tolse il piede ed esclamo” perbacco ma quanto sei forte e resistente hai quasi vinto la sfida”!!!!! Appunto quasi…..”vediamo fino a dove puoi arrivare”! Sabrina in tutta la sua eleganza alzo’ allora il piede che era appoggiato a terra e sempre seduta sul bordo mise anche la sua seconda estremita’ sulla mia faccia e si accese una sigaretta. “starai cosi almeno fino a quando non avro’ finito di fumare e di fare una telefonata di lavoro”. Ovviamente le due cose non sarebbero state fatte insieme e cosi il mio supplizio minimo sarebbe durato altri 10 minuti. All’inizio con il corpo leggermente all’indietro mentre fumava il peso sul mio volto anche se insopportabile mi permise di rimanere in linea di galleggiamento anche se un paio di volte andai un paio di cm sott’acqua, ma resistetti. Finita la sigaretta inizio’ la telefonata che essendo importante le impose una posizione piu’ avanzata con il corpo e per comodita’ appoggio entrambi i gomiti sulle ginocchia riversando su di me un peso a cui nonostante le vene e i muscoli del collo si contorcessero per lo sforzo non potei resistere. Andai giu’ di schianto con lei che intanto diede la buonasera all’interlocutore telefonico con una punta di sorriso ammaliante. Il mio sforzo era stato inaudito per resistere mentre lei senza la minima tensione muscolare stava avendo la meglio su di me. Con tutto cio’ che avevo in corpo mi tirai su ma ci vollero almeno 6-7 secondi e con lo sforzo mi uscirono anche degl’urli che fino a che erano sott’acqua non le diedero fastidio mentre una volta fuori potevano interferire nella sua preziosa telefonata. Senza la minima pieta’ mise un piede proprio sopra la mia bocca cosicche’ per quanto io potessi urlare le mie urla sarebbo state soffocate dalla pianta del suo piede. Questo mi porto’ anche ad un secondo e non piccolo problema cioe’ che non potevo praticamente respirare nemmeno fuori dall’acqua col suo piede eccelso e fantastico che mi copriva alla perfezione ogni buco da cui io potessi respirare. Non appena andavo sott’acqua toglieva il piede cosi che potessi urlare e non appena riuscivo non si sa come a vincere il suo peso me lo rimetteva sopra la bocca triplicando il mio sforzo per recuperare aria. Finita la telefonata io ero li senza piu’ un briciolo di forze ma avevo vinto perche’ lei tolse i piedi e inizio’ ad applaudirmi. “bravo cagnolino sei stato fantastico, non pensavo certo che ce l avresti fatta, ero sicura che saresti morto tra la mia indifferenza e sotto i miei piedi ed invece no sei ancora li, certo si sei agonizzante, ma cmq ancora vivo, bravo davvero”. Avevo vinto la sfida, ero sfinito, quasi morto ma avevo vinto, fantastico…..”ma lo sai vermiciattolo a Sabrina non piace perdere e quindi andiamo avanti” disse questo facendomi l’occhialino…..Per me era la fine, sapevo che la prova successiva sarebbe stata ancora piu’ impegnativa e io non avevo le forze nemmeno per tornare a fare la prima di prova. Si alzo’ e mise i piedi di fianco alla mia testa che ovviamente ancora era in tensione perche’ l’acqua era troppo alta. Immaginai cosa stesse per fare e non mi sbagliai. Senza la minima pieta’ appoggio’ prima un piede sulla mia faccia ci si alzo’ di peso e una volta schiantatomi al suolo mise anche l'altro sopra. Avevo Sabrina con tutto il suo peso sulla mia faccia e avevo solo il collo come risorsa per tirarmi su. Con un occhio libero vidi che lei guardava dalla finestra come se dovesse passare il tempo non degnandomi nemmeno di uno sguardo sia pur magari sadico. Era l’indifferenza che mi faceva impazzire e che questa volta sarebbe compagna della mia morte. Provai in tutti i modi ad alzare me con lei sopra ma nemmeno un millimetro riuscii a muovere la Dea. Ormai per me era finita. Senza praticamente piu’ fiato e con lei che nemmeno accennava a muoversi e con il cervello ormai in pappa, come riflesso condizionato incomincia a morderle i piedi o a provarci ed ottenni un risultati importante. Sabrina tolse i piedi dalla mia faccia (prima ovviamente che i miei denti affondassero nella sua divina carne) e io nonostante l’acqua bevuta nell’aprire la bocca per mordere riuscii a tornare a galla. La Dea non ebbe alcuna reazione a tal vilipendio e io rimasi stupito. Disse solo “bene”…..si giro’ e semplicemente si rimise i suoi splendidi stivaletti tacco basso appena lucidati da me, rientro’ nella vasca e appoggio’ prima l uno sul mio viso, mise su quel fantastico piede tutto il peso, io ri-schiantai a terra e poi appoggio l’altra suola sulla mia faccia tornando a guardare dalla finestra. Non disse una parola ma immaginai cosa potesse pensare “mordi questi adesso se ce la fai” e immaginai il suo sorriso che accompagnava simili battute. La trafila fu la stessa, tutta la forza in mio possesso non fece vacillare nemmeno un po’ la Dea e non servi a niente. Ad un certo punto poco prima di morire il riflesso mi spinse di nuovo a mordere, ma per quanto provassi ad allargare la bocca le sue suole mai ci entrarono e l unica cosa che potei fare fu una infruttuosa grattata alle suole con tutta la forza che avevo nella vana speranza di provocarle dolore. Prima di spegnermi definitivamente mi venne in mente quel sorriso che sicuramente accompagno’ il mio ridicolo e patetico tentativo e il leggero solletico che con la mia grattugia di denti potevo averle provocato sotto la pianta del piede.

SE VI PIACE POSSO CONTINUARE, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE UNA VOLTA LETTO, GRAZIE
 
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view post Posted on 26/1/2014, 10:13     +1   -1
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Maestro di Piedi

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Bellissimo racconto , continua pure, grazie!
 
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ristic
view post Posted on 26/1/2014, 14:01     +2   +1   -1




Un gettito caldo fu il mio risveglio…..La Dea aveva pensato bene di salvare la mia ridicola vita un istante dopo che perdetti i sensi e lo fece a ragion veduta dato che la mia esistenza sia pur grottesca ai suoi occhi le sarebbe servita sia come svago sia come proprio sostentamento economico. Riaprii gl’ occhi sotto la fragranza della pioggia dorata della mia assoluta padrona e tirai un sospiro di sollievo non tanto per aver avuto ancora il dono della vita quanto per aver ancora la possibilita’ di servirla in tutti i suoi capricci. “Non pensavi mica che ti avrei ucciso sul serio eh? Ho portato la tua resistenza al limite per un mio capriccio ma troppo dovrai soffrire prima di tirare le cuoia”. “ La ringrazio dal profondo del cuore mia Dea per aver ancora la possibilita’ di servirla”. Detto questo per riportarmi nel mondo reale mi diede subito un calcio ben assestato in viso che rischio’ seriamente di farmi svenire di nuovo; “senti verme strisciante io devo andare a fare delle compere, dammi subito 100 euro e per quanto saro’ di ritorno voglio la casa messa a nuovo e voglio che lucidi le mie scarpe da jogging, quelle che uso sempre per uscire e tenermi informa”. Il mio gia’ scarno portafoglio si alleggeri’ e Sabrina uscendo con tono ilarico-minaccioso accenno’ alla serata che avremmo passato insieme: “stasera altre prove per la tua degradazione e per il mio sollazzo”. Nelle 3 ore che passai da solo pulii come meglio non potevo ogni angolo della casa spolverando, lucidando e sistemando tutto e dedicai l ultima ora alla pulizia delle asics da corsa della mia Dea che erano a dir poco sporche in ogni angolo e putride sotto la suola. Nonostante un ora di leccaggio sostenuto e continuo non riscuotei risultati straordinari ma comunque apprezzabili. L’operazione risulto’ molto complicata dato che per leccare il piu’ forte possibile dovevo attaccare la suola alla faccia con conseguente intenso dolore per tutte le tumefazioni frutto dei calci che Sabrina mi aveva inferto. Ma la psiche umana fa miracoli e il solo pensiero che stavo facendo una cosa dovuta e unico scopo della mia vita mi fece completare al meglio il mio impegno. Verso le 8 di sera torno’ raggiante e mi spiego che era stata una giornata ottimale dato che aveva avuto anche un incontro con il futuro datore di lavoro e le sembrava di aver fatto un certo colpo su di lui…..Dentro di me pensai che fosse talmente naturale che lei facesse colpo su qualcuno che mi sembro’ quasi inappropriato il fatto che potesse nutrirne il minimo dubbio. “Ho un appetito che non ti dico vermiciattolo mio”! Arrivo’ in cucina e gia’ capii di aver fatto una cazzata; non avevo di certo pensato di prepararle qualcosa di squisito da mangiare e quando vide la tavola scarna e vuota il suo bagliore negl’occhi si incupi in modo preoccupante. “brutto figlio di put, verme schifoso non ho nulla pronto da mangiare ehhh!!” Sapevo di non poterle nemmeno accennare al fatto che non me lo aveva detto perche’ era ovvio che stessa a me il pensiero di considerare gli orari e le necessita’ di Sabrina, infatti non dissi nulla e attesi l ineluttabilita’ della situazione che si faceva nefasta. “vieni subito qua”!! Di corsa mi prostrai in ginocchio sperando in una punizione non proprio da ko tecnico. “metti le mani a terra!!!” Non appena lo feci fece calare il suo splendido 39 calzato da un altro paio di stivaletti tacco basso neri di pelle prima su una mano e poi sull’altra non disdegnando ovviamente una bella rotazione su di esse. “Non ti permettere piu’ di non farmi trovare la cena pronta schifosa merda umana”. Io non potevo nemmeno risponderle preso com ero da un dolore lancinante e l aguzzina ando’ avanti senza soluzione di continuita’ talvolta saltando anche a piedi pari sulle mie povere estremita’. La rabbia e la collera erano ben visibili nei suoi bellissimi occhi verdi ad un certo punto approfittando della mia bocca spalancata per via delle urla di dolore fece partire un calcio talmente forte che incastro’ per un attimo la parte iniziale dello stivale nella mia bocca; cosi facendo perse l’equilibrio e riverso’ il proprio peso su quel piede che insieme a me fini rumorosamente sul pavimento. Un rumore sordo invase le mie orecchie e pensai di assermi fratturato tutta la bocca, mandibola e di aver perso anche qualche dente mentre la sovrana non solo in maniera fredda e consapevole non tolse subito il piede dalla mia bocca ma prima di farlo alzo’ l’altra sua divina’ estremita’ portando il mio dolore a livelli se possibile ancora piu’ elevati. Le ci vollero un paio di secondi per togliere lo stivale dalla mia bocca e nel farlo ovviamente si aggiungeva dolore su dolore. Io ero a terra sanguinante mentre ovviamente per la Dea l’unico problema del momento era guardare se gli stivali a cui teneva particolarmente fossero’ ancora utilizzabili. “ma guarda sto imbecille mi hai fatto perdere l’equilibrio e adesso non stare li a stramazzare e’ solo colpa tua”! Si tolse lo stivale e noto’ che sotto le suole c’era un segno abbastanza visibile dei mie denti frutto indubbiamente del tonfo stivale-denti-pavimento. “ma guarda tu che roba non ci credo mi hai rovinato gli stivali lurida merda adesso me ne dovrai comprare un paio nuovi e identici”. “sci padoa nn si prsceoccupi penseo’ a utto io” furono le parle sbiascicate che uscirono dalla mia bocca ormai ridotta ad un colabrodo sanguinolento. “vai a disinfettarti e mettiti un po’ a posto maiale che poi mi prepari la cena”. Vidi che si tolse anche il calzino a righe colorato tipico delle ninfette e rimasi estasiato da quel piede meraviglioso che con noncuranza e senza il minimo sforzo mi aveva provocato tutte quelle ferite. Andai’ al bagno e tentai di darmi una sistemata ma ero ridotto veramente male con un occhio semi-chiuso, la bocca da cui ancora usciva sangue e il naso gonfio. Dopo’ una mezz’ora tornai in cucina e la vidi un po’ piu’ rilassata con la gamba appoggiata sul tavolo con quel meraviglioso piedino (in questo caso il destro) in bella evidenza. “Vedi caro il mio schiavetto questo e’ il mio piede divino che tanto piacere e dolore insieme ti ha inferto e che rimane l’unica tua ragione di vita, non pensi che sia magnifico”??? “Oh mia padrona io spero che sia l’ultima cosa che vedro’ prima di morire e che magari sia anche il mezzo per il quale me ne andro’”. “ Tu spera, magari poi il sogno si avvera, e adesso preparami qualcosa di veramente buono che ho fame”. Detto questo ando’ a farsi la doccia non prima di avermi detto che per la serata sarei stato tra virgolette libero facendole solo da poggia-piedi ma che il giorno seguente si sarebbe voluta ancora divertire un po’ con me. Le feci una cena regale e rimasi ben contento nel vederla mangiare con foga nonostante i suoi modi rimanessero comunque sempre regali e per quella sera come promesso le feci solo da poggia’piedi durante un film comico e circa verso mezzanotte andammo a dormire (io per terra con la suola di una sua pantofola legata davanti la faccia che ovviamente leccai dato che la fatica nel respirare mi faceva uscire la saliva). La mattina al risveglio e vistomi in quelle condizioni mi liquido’ dicendomi che per il suo divertimento ero ridotto troppo male e che quindi di li a due settimane sarei dovuto tornare da lei in condizioni “accettabili”. “dammi 500 euro cesso cosi mi ricompro gli stivali e adesso levati di mezzo”. Pagato il salario alla dea me ne andai a casa (fortunatamente vivo da solo) e passai chiuso nel mio tugurio a tentare di far tornare il mio viso in condizioni quasi normale. Ero in cassa integrazione, quindi nessuno riusci a vedere le mie ferite e passo’ cosi giornata dopo giornata il tempo che la mia padrona mi aveva concesso. Alle ore 20:30 bussai alla sua porta e mi apri vestita con una magliettina Benetton, mini-gonna nera e stivali neri che capii subito essere quelli nuovi sostituti di quelli che “avevo rovinato”. “dai verme entra che non vedo l’ora di divertirmi un po’ ho in mente un po’ di prove che dovrai superare per essere degno della mia compagnia”. Entrai ovviamente non prima di averle baciato entrambe le calzature e rimasi in attesa di tutto cio’ che aveva in serbo per me. “come ti dicevo schifo umano dovrai superare delle prove e se solo una riuscirai a vincere non ti chiedero’ piu’ soldi visto che ho trovato un bel lavoro e che tu sei ridotto in cassa integrazione” aggiungendo a quest’ultima frase anche una risata sonora e beffarda…..
 
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ristic
view post Posted on 26/1/2014, 14:54     +1   -1




E' TROPPO FORTE L IMMAGINE DELLA BOCCA SCHIANTATA SUL PAVIMENTO SOTTO LA SUOLA DELLO STIVALE? C'E' QUALCUNO A CUI PIACE QUESTO GENERE DI RACCONTO? FATEMI SAPERE LE VOSTRE OPINIONI SON CURIOSO ;)
 
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view post Posted on 29/1/2014, 17:13     +1   -1
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secondo me è assolutamente stupendo...esattamente il tipo di racconti che adoro! nn sarebbe per niente male se lo continuassi
 
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ristic
view post Posted on 30/1/2014, 12:27     +1   -1




ok maxxy95 provero' a rendertelo ancora piu' gustoso ;) Cmq mi sarebbe piaciuto avere qualche pensiero in piu' da chi lo ha letto, un commento anche negativo se motivato mi interesserebbe comunque. Tra un po' uscira' il terzo capitolo di questa sadica Dea
 
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ristic
view post Posted on 30/1/2014, 14:53     +2   +1   -1




Dovevo vincere almeno una prova per poter permettermi di non doverle piu’ dare dei soldi e la cosa mi suonava alquanto strana dato che per lei rinunciare a quei 1.200 euro mensili non sarebbe stata una scelta molto oculata nonostante avesse trovato un lavoro. La cosa era abbastanza chiara, sarebbero state prove al limite dell’impossibile ma inconsciamente sperai di poterne passare almeno una per poter rinunciare ad uno dei lavoro che facevo per doverla mantenere e per potermi mantenere. “Sai rifiuto umano in queste due settiamane ho pensato a come ti avevo ridotto, a tutte le ferite che avevi e mi son resa conto che adoro distruggere sia il tuo fisico che la tua dignita’, mi sono davvero eccitata”. Io ne ero sicuro perche’ lo si vedeva dal modo in cui in maniera del tutto naturale mi calciava la faccia senza mai far trasparire la minima smorfia di apprensione in quel viso angelico. Ma essere il suo giocattolo mi piaceva oltre ogni modo e sarei stato pronto a morire sotto i suoi colpi. “Padrona lei puo’ far di me tutto cio’ che vuole” fu la mia risposta e mi preparai all’ineluttabilita’ di quella serata fatte di atroci sofferenze. “bene vermiciattolo incominciamo con la prima prova, il primo test per te”…..”Mettiti in ginocchio”! Ti calpestero’ le mani per 5 minuti e se non mi chiederai di smettere avrai vinto la prova e potrai andartene subito” Pensai dentro di me che c era una possibilita’ di resistere dato che sopportai la volta precedente diversi calci in faccia e mi posizionai come la Dea mi ordino’. Si cambio gli stivali con comode all stars basse e incomincio a schiacciarmi le mani sotto il suo adorabile e divino piede. Palmo a terra nonostante si impegnasse anche ruotando il piede il dolore fu accettabile e anche quando inizio’ a saltarci sopra entrambe le mie estremita’ resistettero alla foga della sua azione. Passarono circa 2 minuti e mezzo e nonostante mi fece anche girare le mani palmo in su i suoi sforzi si persero contro la mia dedizione e voglia di non arrendermi. Incominciai a pensare che in qualche maniera mi avesse sottovalutato e che difficilmente potesse trovare una soluzione in cosi poco tempo per poter superare la mia soglia del dolore. Calcio’ sempre piu’ violentemente ma ormai la differenza, per una mano gia’ al limite delle umane possibilita’ di sopportazione del dolore, era minima. Mancava solo un minuto e la vidi smettere e pensai “mio dio si e’ arresa” ce l ho fatta quando con voce imperativa mi disse:” adesso alza le dita da terra e tienile verso l’alto”! Subito non capii e alzai le dita ma pochi secondi dopo il dolore lancinante che provai mi riporto subito in me. Il suo piede con tutto il peso si appoggio’ sulle mie dita che vennero cosi non schiacciate sul pavimento ma piegate sotto il suo peso e il rumore che ne segui mi fece capire che si stavano per spezzare.”scrrooch” e iniziai ad urlare facendo l’errore di non arrendermi cosicche’ lei rimase sopra di me per altri secondi con quel sorriso misto ad eccitazione che non faceva nulla per nascondere; la Dea aveva studiato tutto a tavolino; prima sofferenza per provocarmi un dolore che in qualche maniera avrei sopportato sia pure con enorme difficolta’, poi verso la fine quando il tempo fosse quasi scaduto mi avrebbe portato a cedere…..Creativa,sadica e pianificatrice fino in fondo. Ma nel mio urlare disperato sotto la sua converse non dissi “mi arrendo” quindi ad una ventina di secondi dalla fine della prova ancora ero li, sia pure in preda alla disperazione, ma ancora in grado di vincere. La Dea senza scomporsi (aveva pianificato proprio tutto) con freddezza alzo il piede destro per incominciare una serie di calpestamenti sulle mie povere dita (che ovviamente dovevano rimanere piegate nella stessa posizione) con il chiaro intento di spezzarmele in entrambe le mani; e, considerando in 20 secondi almeno una decina di pedate per mano le avrebbe ridotte ad un cumulo di ossicine scomposte che probabilmente non sarei riuscito piu’ a raddrizzare anche facendo 1.000 interventi chirurgici. Prima che anche solo la prima pedata arrivasse a bersaglio tolsi le mani in segno di resa. Avevo resistito 4:40 su 5 minuti e mi resi conto che era proprio quello l’obiettivo della mia aguzzina Sabrina. “peccato ce l avevi quasi fatta un po’ mi dispiace” con dietro ovviamente fragorosa risata “fammi un po’ verdere le tue povere mani?? Uhm merda umana son ridotte proprio male ma credo che ancora potrai utilizzarle!!”. Probabilmente un dito era semi-spezzato ma a lei la cosa non sembro’ creare la minima preoccupazione. “persa la prima avanti con la seconda sfida, magari questa volta ti andra’ meglio!!” Ne ero sicuro, mai e poi mai avrei potuto superare una delle sue prove a meno che mi volesse distruggere in tutte lasciandomi l’ultima in regalo. Ma qualcosa nel mio inconscio mi suggeriva che non sarebbe stato cosi…..Si cambio’ le all stars con un paio di vecchi stivali con cui minimo aveva camminato per centinaia di km e si mise comodamente seduta in poltrona appoggiando gambe e piedi su di un basso tavolino di fronte a lei. “non ti preoccupare questa volta niente dolore per te, questo secondo esame consistera’ nel leccarmi le suole 5 minuti su ogni stivale imprimendo tutta l’energia che hai su quella lurida lingua e se il tuo leccaggio sara’ cosi forte da provocarmi dolore al piede portandomi ad arrendermi avrai vinto”!! Questa volta la sua divina bocca non riusci a trattenere una risata fiume…Pensai “ e come posso vincere leccandole le suole degli stivali, non riuscirei nemmeno se avesse il piede nudo” ma subito capii che era ovvio, io le prove non le potevo superare quindi…..”e se vedo schifoso schiavo che non ti stai impegnando perche’ pensi sia impossibile ti spezzero’ le dita”!!! Aveva scritto un copione perfetto quindi mi prostrai in ginocchio di fronte a 20 centimetri da quelle suole con le quali cammino’ sicuramente anche quel giorno perche’ a dir poco erano lercie e allora il suo piano era perfetto; leccare con tutta la forza che avevo per arrivare al punto di lucidargli le suole con umiliazione totale di me. “ah un'altra cosa, ovviamente devi inghiottire tutto cio’ che lecchi chiaro”?!?! Inizio un vero e proprio supplizio e presi a leccare con tutta l energia che avevo dando ogni tanto uno sguardo alla sua faccia che nulla faceva per nascondere l eccitamento di vedermi cosi umiliato. Leccata dietro leccata e deglutita dietro deglutita le sue suole divennero sempre piu’ pulite e Sabrina non lesino alcuni commenti degradanti “forza lecca piu’ forte non mi stai nemmeno mettendo un minimo in difficolta’” “ fai schifo, dai cane lecca suole datti da fare” umiliandomi con ogni genere di insulto e ridendo di quella situazione. “forza che quasi ci riesci mi incominciano a fare male i piedi” e io da stupido preso nell’impeto provai a leccare ancora piu’ forte convinto inconsciamente che quelle parole avessero un fondo di verita’. Invece servirono solo per farsele pulire ancora piu’ a fondo. Passarono prima i 5 minuti e poi gli altri senza che la Dea proferisse la frase “mi arrendo” (e come poteva essere il contrario) e alla fine chiuse la questione cosi:” Beh insomma devo dire che nella prima prova mi hai messa piu’ in difficolta’ speriamo almeno che tu abbia fatto un buon lavoro” e dicendo cio’ giro le suole degli stivali per controllare valutando come un inflessibile maestra. “si dai ok son proprio pulite peccato non ti sia servito per trionfare ahahah”. Avevo ingerito di tutto, batteri su batteri e sporco su sporco e nulla di tuto cio’ era servito a nulla se non a divertire Sabrina. La cosa mi eccittava molto di piu’ del pensiero nefasto legato a cosa avevo inghiottito. “forza lustrascarpe avanti con la prossima”!! Con una mano se non due ultra-dolorante e una bocca impastata di ogni genere di lerciume potesse offrire l’asfalto mi apprestavo a tentare di superare un'altra prova che occhio e croce aveva gia’ un vincitore (vincitrite) gia’ assegnato…..Si sedette in mezzo alla stanza e notai che aveva in mano un frustino e un paio di candele profumate. Ai piedi questa volta mostrava in tutta la sua magnificenza un paio di stivali neri tipo militare ovviamente sporchi e portati pero’ slacciati…..”questa volta la prova consistera’ nel riuscire a sfilarmi dal piede uno dei due stivali indipendentemente in massimo 10 minuti usando pero’ solo la lingua e le labbra senza utilizzare i denti….. e siccome reputo la prova sia troppo facile lo farai mentre ti infliggo un bel trattamento”. “metti le mani palmo a terra sotto alle gambe della mia sedia” e fatto questo si sedette comodamente sopra,” da adesso inizia il tempo”. Presi a leccare e ciucciare quegli stivali nel tentativo di sfilarglieli mentre lei con fare divino accese le candele riversando sul mio corpo cera bollente in quantita’ industriale. Con la mano sinistra faceva cadere la cera e con la mano destra mi infliggeva frustate su schiena e sedere con indifferenza totale. Tutti i miei sforzi non portarono ad altro che alla pulizia estrema dei suoi stivali. Mani, schiena e sedere erano praticamente insensibili dato il dolore lancinante che il “trattamento” della Dea mi stava provocando: In un impeto di lucidita’ e vista l’impossibilita’ di vincere anche questa prova dopo che provai in tutti modi lavorando sul tallone-tacco a sfilarglieli mi ridussi a leccarle e pulirle anche le suole dato che c’ero mentre lei non dimostrando giustamente il minimo di pieta’ continuava a lavorare sulla mia pelle ormai aperta e sanguinante.Scaduti i 10 minuti nell’alzarsi mi assesto’ anche un bel calcio in faccia che riapri una mia vecchia ferita al labbro inferiore. “sono a 3 su 3 servo e gia’ vedo che sei in condizioni penose mentre io sono ancora in perfetta forma”! “…e poi dicono che il sesso forte sono i maschi mahhh”. Hai le mani distrutte, la bocca tagliata per non parlare della tua schiena e sedere che mi disgustano solo a guardarle e l’unica cosa che sei stato capace di fare e stata quella di pulirmi 2 paia di stivali….fai schifo!!!!! Aveva perfettamente ragione ma lo diceva come se io potessi effettivamente fare di piu’ e facendo cio’ lavorava sulla mia psiche per cio’ che era di li a venire. Era in possesso di me sia fisicamente che psicologicamente, sicuramente se mi avesse detto di gettarmi dal 4° piano lo avrei fatto senza nemmeno mettere in dubbio la cosa.

Maxxy95 e' di tuo gradimento? vado avanti? dimmi ancora che ne pensi? Che poi uno racconta il modo in cui vorrebbe essere umiliato e a me piacerebbe proprio questo.
 
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ristic
view post Posted on 10/2/2014, 12:12     +1   +1   -1




“Mettiti in ginocchio di fronte a me cesso che inizia un’altra prova per te e questa volta ti vengo incontro dato che dovrai utilizzare quel pezzo di fisico che ti ritrovi”…..Le sue parole mi diedero un appiglio, una speranza a cui aggrapparmi dato il mio fisico veramente atletico e forte, ma ovvio dentro di me pensavo che non sarebbe bastato neanche quello. “Sono pronto mia Dea” le dissi e mi dovetti mettere inginocchiato di fronte a lei che era seduta accovacciata con la schiena appoggiata al muro. Non calzava piu’ scarpe ma era li a piedi nudi, quei piedi che mi mandavano in estasi erano li pronti a sfidarmi. “appoggia la tua merdosa faccia sui miei piedi” e nel dire cio’ li alzo a proprio all’altezza del mio viso. “dovrai spingere con tutta la forza che hai e portare le mie ginocchia a toccare il mio busto per vincere e per farlo avrai 5 minuti di tempo”!!!!! Insomma io dovevo spingere con la sola forza del collo in pratica le sue deliziose estremita’ portando a contatto le sue ginocchia contro il petto mentre lei poteva spingermi via facendo leva sulla forza delle gambe. Cosa da non sottovalutare aveva la schiena appoggiata al muro (cosa che io non avevo) che ovviamente le dava un vantaggio abnorme anche se con tutta probabilita’ non le sarebbe servito nemmeno. Ma per non correre rischi….. Iniziai a spingere con tutta la forza che avevo scivolando indietro con le ginocchia per la pressione che ci mettevo e presi un leggero vantaggio..centimetro su centimetro le sue ginocchia erano sempre piu’ vicine al busto , ma piu’ mi avvicinavo piu’ notavo che la resistenza di Sabrina si faceva maggiore; avendo i suoi piedi sul viso non potevo vederla ne capire a che tipo di sforzo fosse arrivata, ma vedevo che avanzavo e questo mi diede la giusta carica per portare il mio collo a spingere ancora piu’ forte fino quasi al punto di rottura. “son passati 2 minuti” e lo disse con voce tremolante alche’ pensai che fosse realmente in difficolta’. Con tutto il corpo teso e in spinta continuai a gettare il cuore oltre l’ostacolo e riuscivo a vedere che ero li ad un passo dalla vittoria a meno di 5-10 centimetri dal traguardo e allora spinsi ancora piu’ forte temendo di spezzarmi il collo. Ma non riuscivo piu’ a guadagnare ne perdere terreno, pensai che anche lei fosse al limite e provai un ultimo tentativo aggrappando anche le unghie dei piedi al terreno per sperare di portare ancora piu’ forza alla mia spinta. “mancano 30 secondi” e questa voce insieme al conto alla rovescia 29,28,27,26 accompagno’ i miei ultimi tentativi sino a quando a 10 secondi dalla fine la sentii accendersi una sigaretta e quando mancarono 3 secondi alla fine con una spinta mi fece letteralmente volare all’indietro contro il tavolino. Come al solito aveva fatto finta di essere in difficolta’ per portarmi eventualmente a spezzarmi il collo e proprio alla fine mi aveva fatto capire quanto vano fosse stato il mio tentativo. Un genio assoluto nulla da dire. “hai visto schiavetto che eri quasi riuscito a battermi?” “mia padrona non credo ci potessi riuscire lei era troppo avvantaggiata con il muro alle spalle”. “Vorresti dire che non ti sto dando possibilita’?!!!” disse risentita “ehm ma no, volevo solo dire che….” E mi arrivo un bel calcio assestato allo stomaco che per un paio di secondi mi tolse il respiro. “non provare piu’ a contraddirmi hai capito pezzo di una nullita’ e mettiti pancia in giu’ adesso”!!!!! Senza nemmeno accennare ad una reazione feci cio’ che mi chiese e mi preparai per la prossima (probabilmente impossibile prova). “quante flessioni hai detto che riesci a fare massimo consecutive schiavo????” “120 padrona”; “e allora per vincere questa prova ne dovrai fare 100”!!!!! Conscio che farne 100 per le mie capacita’ sarebbe stato cmq difficile, anche dato lo stato fisico del momento, (collo quasi insensibile, un dito forse rotto ecc.ecc….) presi chiudendo gl’occhi a pompare. La dea era li vicino a me a tenere il conto “1-2-3-5-10-25-40 dai forza rifiuto umano sei quasi a meta’”!! Gia’ le forze iniziavano a mancarmi e i suoi insulti piu’ che caricarmi mi privarono ancor di piu’ di vigore ma arrivai a 50 pensando che utilizzando sino all’ultima stilla di energia potevo completare il lavoro. Quando fui a -30 sentii tornare come per miracolo forza e determinazione ma notai anche che la magnifica Dea, Sabrina, con classe innata porto’ un piede ancora nudo sopra la mia schiena. I minimo 20-25 kg. supplementari per via di quell’azione della padroncina fecero si che per arrivare a quota 80 dovetti usare capacita’ che nemmeno pensavo di possedere e il mio volto colmo di sudore e rosso come un peperone faceva da contraltare con il suo pulito,soave e in pieno controllo della situazione. “ma che forza hai schiavetto????? Mi fai paura”..detto cio’ si sedette comodamente sulla mia schiana per il countdown delle ultime 20 flessioni. Un dolore tipo parto mi invase e le braccia gia’ al limite fecero per cedere, ma 81-82-85-90 il conteggio della Dea ando’ avanti tra mille sofferenze (le mie) ma un minimo di preoccupazione (la sua). Insomma pensava di averla vinta piu’ facilmente e di non arrivare al -10 flessioni attuale. Si allungo’ su di me portando entrambe le mani sulla mia bocca-naso per non permettermi di respirare e in quelle condizioni di sforzo non avere la possibilita’ di prendere aria mi diede subito l’impressione di svenire. Insieme a cio’ inizio’ a darmi tallonate sui fianchi per rendere ancora piu’ complicate le ultime 10 flex. In apnea e con le lacrime agl’occhi continuai in questa “impresa”. 91-93-95-98…..ero distaccato dalla realta’, in maniera automatica stavo andando avanti; la 99ima flessione la feci in 10 secondi usando tutto cio’ che avevo rimasto e la sentivo calciare con tutta la forza che aveva tentando nel contempo di staccarmi il naso dalla faccia. Era in balia di un evento che nemmeno lei pensava di doversi trovare ad affrontare. Nel tornare a terra e prima dell’ultima stetti giu’ 2-3 secondi per spazzarla via dalla faccia della terra e urlare al mondo la mia vittoria. Sapevo di avercela fatta e infatti con un ultima straordinaria prova di forza e abnegazione tornai su facendola anche cadere. Wraaaaaaaaaaaaa fu il suono da savana che la mia bocca fece uscire e la guardai negl’occhi con i miei occhi irti di sangue per farle capire che le possibilita’ di un uomo che si trova di fronte alla morte si moltiplicano fino a diventare infinite. Ma la vidi ridere e pensai dentro di me, “ma che cazzo avrai da ridere sono io il vincitore”. In quel momento non c’era piu’ adorazione c’era solo la mia supremazia per avergliela messa nel culo. “hai perso mia cara merdaccia”!!!!!. “non credo proprio cara ne ho fatte 100 e ti ho cacciato sulla luna con l’ultima, hai perso e d’ora in poi non ti dovro’ piu’ sostenere economicamente”. “come no, avevo detto 100 consecutive e prima dell’ultima ti sei fermato un paio di secondi a terra”!!!!! Detto cio’ rise a piu’ non posso e io mi rendetti conto che aveva perfettamente ragione, il mio volerla spazzare via con l’ultima magica pompata mi aveva fatto dimenticare che non potevo fermarmi. Li per li mi venne da piangere, tutto quello sforzo per nulla, ero morto dalla fatica e a nulla era servito solo per un mio errore incredibile e cadetti a terra quasi svenuto. “Se non hai vinto questa mi sa tanto che ti sei giocato l’unica prova che potevi in qualche modo portare a casa…e chi ti credi di essere per non chiamarmi padrona ma Mia cara lurido cane….” Abbinando a questa frase una serie di calci sul mio corpo ormai stremato e a sua completa disposizione. “Prenditi 5 minuti di pausa che si ricomincia questa volta con una bella prova dolorosa come lo son state fino ad ora le prove dispari”. Infatti dovevo procedere con la 5° prova anche se, pleonastico dirlo, non avevo piu’ un briciolo di forza. Un bicchiere d’acqua ed una merendina (insieme ai 5 minuti di pausa) furono l’unica modo di recuperare forze. Il mio corpo era un blocco rigido per via degli sforzi sovrumani che aveva dovuto affrontare. Tornato nella stanza della Dea la vidi con un paio di infradito ai piedi seduta comodamente sulla sua poltroncina preferita. Subito mi venne in mente di doverle ripulire le suole come spesso amava fare e lo pensai a ragione dato che erano piene di sporcizia. Ma i miei occhi videro a fianco del divanetto anche un paio di sneakers, un paio di stivaletti e un paio di scarpe da calcio a 6 tacchetti d’alluminio. Mi chiedi cosa ci stessero a fare soprattutto le ultime dato che lei si sapeva dare calci a me, ma ad un pallone…..proprio no!!!!! E poi la prova doveva essere dolorosa aveva detto e leccare le suole a tutte quelle calzature sia pure super-degradante non sarebbe stato doloroso per me. E allora ci doveva essere dell’altro pensai; “giocheremo a ping pong, un calcio in faccia io a te e una facciata sui miei piedi tu a me e vediamo chi cede prima.” Cedo subito pensai e mi preparai ad arrendermi dopo max 4-5 calci proprio per farla almeno un po’ contenta. “ah ovviamente anche qua c’e’ un tempo cagnolino mio, non ci si puo’ arrendere prima che siano trascorsi 10 minuti salvo in caso contrario pagare una penale di 5.000 euro”!! Neanche a raccontarvi il sorriso stampato che le venne spontaneo…..Terrificante, sarei stato 10 minuti a prender calci in faccia e se avesse voluto avrebbe potuto uccidermi solo usando una forza del 50%. Mi lego’ con i polsi ai bracciali del divano in modo che non potessi cadere all’indietro con i calci ma che rimanessi sempre li “ a disposizione”. In ginocchio di fronte a lei inzio’ la prova (equilibrata). Inizio a colpirmi con calcetti appena accennati e io nel momento in cui toccava a me le sfioravo solo le suole con la faccia facendo passare il tempo. “ah no caro mio non mi pare che i miei calcetti sia pur leggeri non ti provochino dolore quindi anche tu devi darmi colpi con la faccia forti per farmi male senno’ non mi sembra equo”; il mio tentativo di melina era durato meno di 1 minuto e gia’ mi trovavo costretto a subire calci che mano a mano divenivano sempre piu’ forti e a dover replicare subito con facciate contro i suoi piedi che non facevano altro che distruggermi ulteriormente il volto. Dopo 2 minuti e mezzo vidi che cambio’ le infradito con le sneakers e i colpi per via della suola piu’ rigida infierirono ancora piu’ a fondo sul mio gia’ provato volto. Non faceva differenza, non prendeva la mira calciava e basta. Naso, occhi, bocca, zigomi erano colpiti con totale indifferenza e le mie repliche (sempre piu’ fioche) non le favecano nemmeno il solletico. 5 minuti e vedovo sotto le sue suole traccie del mio sangue che incominciava a fuoriuscire e cosa ancor piu’ tragica si sfilo’ le scarpe ginniche per infilarsi gli stivaletti facendomi capire che trascorsi altri 2,5 minuti mi sarei dovuto inghiottire i tacchetti di alluminio!!!!! Ogni calmbio di calzature le pedate erano sempre piu’ violente, sempre in continuo crescendo e ormai nemmeno si lamentava piu’ delle mie facciate sui suoi piedi che erano semplicemente un assist ai suoi calci. Mi arrivarono una trentina di calci con gli stivali e non so perche’ non svenii nonostante con tutta probabilita’ il cervello per via dei colpi ricevuti fosse in letargo. Le sue suole erano ricoperte di sangue ma senza pieta’ continuavano ad infierire sul mio volto con la Dea, Sabrina, che si accese la classica sigaretta che era l’emblema della sua superiorita’ quando io ero al limite e lei in completo relax. Il suo sadismo era sconfinato e per gli ultimi 2 minuti e mezzo come copione prevedeva si mise le scarpe da calcio senza ovviamente prendersi la briga di allacciarsele per non perdere nemmeno un secondo. Con un occhio aperto e uno chiuso intravedetti il primo calcio…Prese tutto lo slancio portando la gamba all’indietro e come una furia piazzo il primo colpo che quasi mi stacco la testa. Non ebbi piu’ la forza di alzare la testa per darle le facciate sui piedi e con la testa rivolta all’indietro risultava impossibile anche per lei darmi calci. “merda non ci provare che tanto fermo il tempo” e detto cio’ si alzo e mi sposto’ a 10 cm dal muro spostando anche il divano; facendo cosi anche se io non avevo piu’ la forza per fare la mia parte almeno lei poteva fare la sua con la mia testa che non sarebbe piu’ andata all’inietro inerme ma sarenne rimbalzata sul muro pronta per ricevere un’altra pedata…..iniziarono calci di una potenza inaudita che facevano rimbalzare la testa contro il muro e di nuovo verso i suoi preziosi piedi che continuavano senza freno a calciare. Sentii il naso spaccarsi letteralmente e gli occhi chiudersi in maniera definitiva. Continuavo a prendere calci senza nemmeno rendermi conto ero in una sorta di coma e l’unica cosa che sentii fu il suo cellulare che drillando faceva capire che i 10 minuti fossero passati. Ovvio Sabrina nell’enfasi e la goduria del momento continuo dato che bisognava “arrendersi” e dopo un’altra decina di colpi mi ricordai e dissi la famosa parola. Immagino la sua eccitazione mentre sentiva le mia ossicine spaccarsi sotto i propri colpi senza che ovviamente le sue estremita’ sentissero il minimo dolore e senza che avesse avuto la minima difficolta’. In poche parole aveva esagearato anche per via della mia insubordinazione avuta nella prova precedente. “uh che noia, avrei voluto dartene di piu’ mi stavo proprio divertendo” e si sfilo’ le scarpe con in tacchetti macchiati del mio sangue…”, guardati allo specchio e vedi come sei ridotto aahah”. Quella non era la mia faccia, avevo il naso quasi rientrato, buchi sul viso per via dei tacchetti e gli occhi quasi completamente chiusi. Dovetti passare piu’ di 2 mesi tra cure mediche e un operazione al naso e dovetti dire come scusante che ero caduto in una maniera che nemmeno ad hollywood si sarebbero sognati di sceneggiare. Sabrina intanto non potendo divertirsi con me mi spillava soldi ad ogni occasione e oltre 2.500 euro dovetti elargire in quel periodo in cui non potei stare al servizio della mia unica Dea…

TO BE CONTINUED O NON VI PIACE PROPRIO??
 
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view post Posted on 11/2/2014, 16:31     +1   -1
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a me continua a piacere sempre di più e finché vorrai continuarla stai sicuro che almeno un lettore lo avrai
 
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ristic
view post Posted on 11/2/2014, 18:36     +1   -1




me ne basta uno, si vede che agl altri o non gli funziona la tastiera per commentare o non gli piace.....Io amo il mio racconto. grande maxxy95
 
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view post Posted on 20/2/2014, 02:20     +1   -1
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Io lo trovo assolutamente fantastico! Molto violento, ma proprio perchè è un racconto di fantasia è bello così.. con la fantasia si può spaziare senza far del male a nessuno :) Bravo bravissimo, continua...
 
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ristic
view post Posted on 20/2/2014, 13:34     +1   -1




Ovviamente in quel periodo non ci furono sms o telefonate di scuse per il danno che mi aveva provocato ma semplicemente richieste di danaro che io puntualmente esaudivo. Il mio conto in banca prendeva sempre piu’ i connotati del rosso piu’ assoluto ma ripresi a lavorare e quindi di nuovo a rimanere in linea di galleggiamento. Non ci furono per altri due mesi richieste da parte di Sabrina di nuove sessioni e anche le richieste economiche diminuirono, alche’ fui pervaso dall’idea che ormai il bello o il peggio (dipende da che parte la vogliam vedere) fosse passato. Un giorno mentre ero intento a lavorare sentii squillare il telefono e un groppo alla gola mi prese quando vidi comparire il suo nome. Uscii come per andare in toilette e risposi: “Mi dica unica mia padrona” e dall’altra parte della cornetta lei con voce singhiozzante mi replico’. “voglio che passi da me non voglio rimanere sola…non chiedermi niente passa da me subito”. “Mi scusi mia regina ma in questo momento proprio non riesco a liberarmi dal lavoro”. Nemmeno mi fece finire la frase…..”appena sei libero allora” e chiuse. Non ci credevo, non piu’ tardi di 4 mesi prima mi avrebbe ordinato in tono perentorio di uscire dal posto di lavoro fregandosene di tutto e tutti ed invece adesso era disposta ad aspettarmi!! C’era qualcosa che non andava e la voce tremolante e singhiozzante ne era la prova piu’ concreta, doveva essere successo qualcosa di grave. Per il resto della mattinata non riuscii a pensare ad altro se non ad andare ad accudire la mia aguzzina preferita nonche’ unica; non me ne fregava niente che mi avesse quasi cambiato i connotati con i suoi splendidi piedi, aveva bisogno di me e se era in difficolta’ era compito mio aiutarla. Uscii e a ritmo da F1, letteralmente volaii verso casa sua feci gli scalini 3 alla volta e suonai il campanello; “Entra pure che e’ aperto”. La vidi subito li, la mia piccola e preziosa Dea raggomitolata sul divano con quel suo divino viso avvolto in un mare di lacrime…Quasi con un balzo fui su di lei e senza sapere nemmeno il perche’ la strinsi nel piu’ grosso abbraccio fraterno di cui potevo essere capace. Senza dir niente passarono 2 minuti e la sentivo tremare dentro di me, lei che senza alcuna pieta’ non piu’ tardi di qualche mese fa mi aveva spaccato la faccia con le scarpe da calcio ora era li, direi quasi in mio possesso e non riusciva a proferire parola. Presi coraggio, “che e’ successo Sabrina”? In un pianto che se possibile si faceva ancora piu’ assordante…”mia cuginaaaaaa, mia cuginaaaaa ha avuto un incidente col motorino ed e’ in fin di vitaaaaaaa” sigh sigh sigh. Non me ne fregava niente della cugina ma c’era lei li in difficolta’ dovevo assolutamente far qualcosa; “Mi dispiace ma come e’ successo”? “Ma niente, non so, mi hanno solamente detto che uno con la macchina e’ passato con il rosso e l ha presa in pieno”! “che figlio di puttana” replicai io, “Sabrina se posso fare qualcosa per te non ci pensare 2 volte, chiedimelo subito”. Da rimarcare il fatto che era a piedi nudi e avevo una voglia di tuffarmici che non vi dico e facevo fatica a concentrarmi sulle sue risposte…”voglio andarla a trovare e ho pensato che solo tu saresti disposto ad accompagnarmi”. Addirittura potevo scegliere e pensaii “cazzo deve star male per chiedermelo, potrebbe tranquillamente salirmi in groppa e dirmi di far tutta la strada stile mulo da soma”, ma vabbe’ magari era cambiata e gli dissi:” Se vuoi dopodomani possiamo partire anche all’alba, non lavoro”. “ok,ok se ti va bene partiamo alle 7 che tanto ci vorranno almeno 3 ore per arrivare”. “Certo Sabry fatti trovare pronta e partiamo e non ti preoccupare andra’ tutto bene”. Ma dentro di me pensavo che dovesse chiedermelo nella maniera che preferivo e non cosi come se fossimo di pari livello…”Speriamo ci sono troppo affezionata e’ la mia cugina preferita”. La coccolai per un oretta circa dopo di che me ne andai un po’ frustrato e dubbioso ma con un'unica certezza; comunque le sarei servito a qualcosa, si, magari non al suo sollazzo ma comunque avrebbe approfittato di me e questo era cio’ di cui andavo ai pazzi. Dopo aver provveduto ovviamente al pieno di benzina alla prenotazione della stanza d’albergo (saremmo stati fuori dal venerdi alla domenica), alle 7 spaccate partimmo. L’aria che si respirava era pesante, la mia padrona praticamente non parlo’ e ci fermammo per far colazione in autogrill verso le 8:30. Il suo telefono drillo’ e usci mentre io dopo aver provveduto al pagamento (ovvio) mi rifocillai con un paio di cornetti e un succo di frutta corroborante. Passarono 10 minuti e lei non torno’ alche’ pensai fosse arrivata quella chiamata che speravo in cuor mio non fosse mai arrivata…..Uscii dall’autogrill e in lontananza la vidi piangere e correre verso di me saltandomi addosso; “non e’ piu’ in pericolo di vitaaaaaaaaaaaaa, non e’ piu’ in pericolo di vitaaaaaaaaaaaaa, grazie Dio”!!!!! “siiiii son troppo contento” le dissi stringendola in un abbraccio fortissimo. “Hai visto Sabrina che tutto si sarebbe aggiustato te l’avevo detto”…”hai ragione, son troppo feliceeeeeeeee” e si strinse a me stile medusa. Rientrammo in macchina, ripartimmo e l’aria divenne tutto ad un tratto molto piu’ respirabile e leggera. Dopo un paio di km riprese a parlare “Sabrina????Sabrina???? ma come cazzo ti sei permesso io per te son sempre e solo Padrona o Dea, non esiste che mi chiami in altra maniera”!!!!! Rimasi di stucco, a dire il vero non me l’aspettavo (anche se lo speravo da tempo), dentro di me pensai “cioe’ dopo tutto quello che ho fatto questa e’ la riconoscenza”? Era tornata quella di prima anche nello sguardo, da un momento all’altro pareva essersi dimenticata di coccole, abbracci e tutto cio’ che “mi aveva concesso”. “Fermati alla prima piazzola di sosta, idiota!”. Mi fermai e si giro’ verso di me attaccandomi in maniera violenta al vetro con la pianta del piede (calzava infradito eleganti); “che pensavi eh? Che fosse cambiato qualcosa? Non ti permettere mai piu’ lurida merda! E lucidami la suola veloce!!!!!” Presi a leccare avidamente e a ripulire in men che non si dica portando la suola della Dea a risplendere e ripartimmo. La mia bocca tornava cosi ad assaporare gli umori dell’asfalto e non poteva essere altrimenti era quello il mio unico compito. “Son troppo contenta, stasera mi divertiro’ con te come una volta”…La giornata si faceva nefasta per me ma non riuscii a trattenere un sorriso di compiacimento. In ospedale ci furono le scene classiche tra abbracci,baci e sorrisi per lo scampato pericolo e Giusy la cugina le chiese: “Sabry ma chi e’ quello il tuo ragazzo”? “Si,si, si chiama Danny e stiamo insieme da 6 mesi”. Mi presentai e dentro di me pensai “Si,si, come no sto insieme ai suoi piedi o alle sue scarpe da circa 6 mesi!!!!! “E’ carino complimenti” e cosi fini la presentazione tra sorrisi piu’ o meno sinceri elargiti da tutti i presenti. Uscendo chiesi a Sabrina “Il suo ragazzo sarei, ne sono onorato”!! “Ragazzo,schiavo,sguattero poco importa, li per li dovevo trovare una scusa per averti portato merdaccia umana che non sei altro”. Tornati in albergo ordinammo una pizzetta e provvedei io a ritirarla e, ovvieta’, a pagarla. Appena rientrato in stanza la vidi in tutto il suo fascino con t-shirtina e gonnellina di jeans intenta a guardare la strada dal balcone e non potei notare le sue incantevoli estremita’ nude al contatto col terreno. Una visione paradisiaca, la Dea nel rientrare non pote’ fare a meno di fare passi ben scaglionati per farmi notare le suole nere come il carbone. “Forza cane metti la tua pizza sotto al tavolo e prendi da bere un paio di birre che ho proprio voglia di festeggiare” Esaudito il volere della Dea mi misi a sedere ma subito fui ripreso: “Come fai a mangiare se non vai sotto al tavolo ehhh!” “Forza schiavo muoviti”! Non appena feci per provare a mangiare i suoi meravigliosi e sporchissimi piedi avvolsero la mia pizza in pratica facendone un tutt’uno. “Forza mangia”! Mi ritrovai una poltiglia informe sotto ai miei occhi e il colorito rosso fuoco della mia margherita era diventato improvvisamente di un grigio spento. Senza posate e usando solo le mani mangiai quell’ aberrante accozzaglia di pomodoro mozzarella e sporcizia e per rendere ancor piu’ degradante la cosa non mancavano risatine dal piano di sopra e commentini vari; “uhm buona la mia pizza, la tua com’e’?” “Una bella margherita al sapor di catrame per il mio schiavetto”, “mangia tutto mi raccomando che oggi e’ stata una giornata dura”! Il tutto accompagnato da risate sonore. Mentre mangiavo i suoi piedi birichini entravano ed uscivano dalla mia bocca cosicche’ per completare l’opera dovetti mangiare anche dalla sue estremita’ provvedento alla completa pulizia delle sue piante. “avrai una sete che nemmeno immagino, ma come sono stata stupida a non pensarci vieni con me che ti disseto io”!!! Prese una birretta da 33 cl e mi porto in terrazzo con lei. Notai senza ben capire che volesse fare che porto’ con se sia le infradito della mattinata che un paio di sneackers adidas che amava particolarmente perche’ a detta sua “comodissime”. Mi accompagno a frustate sino al davanzale ed in ginocchio vidi porgermi le suole delle infradito proprio di fronte alla faccia. Presi per leccarle ma subito mi fermo assestandomi un bel calcio nello stomaco. “Aspetta, mamma mia che fretta che hai, hai detto che hai sete e la tua Dea e’ di cuore adesso ti fa bere”. Infatti fu cosi, la Magnifica Ninfa un po’ alla volta verso’ il contenuto della bottiglia sulle suole e io bevetti tutta la birra spartita su 4 suole sporche di ogni tipo di lerciume che si puo’ trovare sull’asfalto. Una degradazione totale condita da risate e qualche calcetto allo stomaco per valutare la mia resistenza. La birra fini e le scarpe come per magia furono belle lucide traslando nel mio corpo i soliti milioni di batteri, “oh una bella mangiatina era quello che ci voleva giusto larva”!? “Certo mia padrona e la mia cena era ben piu’ ricca della sua”! “Verissimo, la mia bonta’ e’ infinita lo so”. Si mise comodamente seduta davanti alla tv (c’era ogni tipo di programma non avevo badato a spese nella scelta dell’albergo) e inizio con uno zapping continuo senza mai trovare un programma che ritenesse decente da vedere. Io intanto mettevo in ordine le cose togliendole dai bagagli (solo le sue) e inserendole negli armadi come da indrottinamento della Dea e finito mi accovacciai a terra pronto a riscuotere il premio o a soddisfare la sua divina volonta’. “Che giornata mio Dio, son passata dal dolore piu’ atroce alla felicita’ piu’ smisurata e’ incredibile cio’ che ti regala la vita…..pero’ qua non c’e’ un programma interessante ma dove mi hai portato schifoso verme”!? Alla fine trovo’ un film di suo gradimento e il sorriso torno’ a visitare la sua splendida bocca. “Oh bene, questo mi piace, ma voglio stare piu’ comoda fammi da cuscino coglione”! Si tolse la gonnellina e mi brillarono gl’occhi nel vedere tutto quel ben di Dio…”Cosa fai li impalato, t ho detto di farmi da cuscino cosa stai aspettando” e per rimarcare cio’ prese uno stivaletto e gli fece fare la conoscenza del mio volto per un paio di volte. Mi accomodai con il sedere a terra, la schiena a mezz’aria e il volto sul divano per creare anche un appoggio ergonomico per la mia Dea che senza badare tanto per il sottile si sedette sul mio volto dopo un leggero balzo; “uh che bella faccia calda, ho fatto proprio bene a darti un po’ di stivalate, senti come sei caldo ora ahahah “. Il suo sedere cosi bello,sensuale e scolpito era ora sul mio volto e solo la mutandina mi separava dagli umori di Sabrina. Iniziai a leccare forsennatamente in un impeto di eccitazione ma con la consueta freddezza mi placo; “Io penserei piu’ a respirare se fossi in te anche perche’ nel caso che tu volessi leccarmi il sederino o la ciliegina ho la vaga impressione che le mutandine rappresentino un limite invalicabile, ma se pensi di sfinirle con la lingua fai pure a me non da alcun fastidio” e altra risata incontenibile…..
 
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ristic
view post Posted on 20/2/2014, 14:34     +1   +1   -1




Non lo hai capito rinnegan perche' son partito direttamente dal rapporto gia' acquisito saltando la fase della conoscienza che comunque venne partorita in uno dei classici casi di ripetizioni di matematica che io le davo.
 
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view post Posted on 20/2/2014, 14:49     +1   -1
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Massimo Esperto Di Ipotenuse

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Ah,ora mi è chiaro,grazie della precisazione :)
 
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ristic
view post Posted on 24/2/2014, 14:30     +2   +1   -1




Tentai realmente di sfinirle eccitato com’ero, ma ovviamente non raggiunsi lo scopo che mi prefiggevo ed anzi dovetti ben presto incominciare a lavorare in apnea dato che la Dea chiudeva ogni buco dal quale io potessi ottenere aria. Per quasi un ora non si sposto’ da sopra la mia faccia e dovetti inventarmi movimenti sempre piu’ improbabili per respirare ma riuscii a resistere. La notte le porto’ probabilmente consiglio e per me fu un sonno scomodo (a terra) ma tranquillo. Il tram-tram delle visite ospedaliere del giorno successivo procedettero come da copione e io dovetti inventarmi storielle su come c’eravamo conosciuti, il primo bacio e via di seguito per dar una parvenza di verita’ al nostro rapporto che agl’occhi di tutti era di fidanzamento. Lei divertita lasciava parlare me e io sapevo che al minimo balbettettamento sarebbero corrisposte punizioni la sera ma me la cavai egregiamente circunnaviganto la realta’ con una marea di bugie e invenzioni ad hoc. “Devo ammettere che ne racconti di cazzate e schiavo”.
“Credo di essere stato all’altezza mia Dea sbaglio”?
“A parte che tu puoi essere solo all’altezza delle mie caviglia, ma detto cio’ debbo ammettere che sei stato molto credibile”….”Cio’ non comportera’ per te una serata tranquilla, ma questo poi e’ un altro discorso”. “Certo mia regina ho fatto semplicemente il mio dovere”.
“Andiamo a farci una bella cenetta in un ristorante di classe che ne dici rifiuto umano”?
“Mi sembra un ottima idea padrona, mi sono informato per tempo e c’e’ un ristorante di pesce che e’ le 7 meraviglie”!
“Portamici allora che aspetti”!!!!!
Arrivammo e l’accoglienza fu fastosa e un po’ falsa come accade nei ristoranti di classe, ci accomodammo e ordinammo una cena completa tra antipasti, primi e arrostite varie il tutto coordinato con un vino bianco da 60 euro bott. Sabrina, quella ninfa diabolica reggeva quasi zero l’alcool e gia’ dopo un bicchiere di vino il suo muoversi e parlare non era certo da “bon-ton”.
“uuuhmm ho una voglia di divertirmi che non immagini neache vermiciattolo mio e poi qua con tutta questa gente sarebbe eccitante, devo inventarmi qualcosa per usarti”!
Oh mio Dio pensai non lo fara’ sul serio, cioe’ ne ho subite di umiliazioni ma cosi pubbliche no e non credo che le daro’ ascolto.
“Vediamo cosa posso inventare per divertirmi e non farci vedere da nessuno”…..Il tavolo era abbastanza angolato ma ovvio il rischio di esser visti era notevole. La cosa incominciava a riscaldare anche il mio di sangue ed ero pronto a rischiare visto che gia’ al pensiero l’erezione si faceva cospiqua.
“allora idiota prendi quel cucchiaino che e alla tua destra”
“che vuole che ci faccia padrona”??
“prendi una fetta di pane vai sotto il tavolo raccogli sporcizia con cucchiaino e riversala sulla fetta di pane poi torna su e mangia di fronte a me”
Non riusciva a vivere se non umiliava e trovava in me un alleato sicuro ed affidabile. Andai con la testa sotto il tavolo facendo finta di cercare qualcosa e “grattai” con il cucchiaio quanta piu’ sporcizia potei da sotto i suoi stivali e me ne tornai su; con una rapida occhiata mi resi conto che nessuno vide e le porsi la fetta per vedere se poteva bastare.
“vai, vai mangia e mettici un po’ di sale che e’ piu’ buona”! In effetti la fetta era ben ricoperta si sporcizia e incominciai cosi la mia prelibata cena con un delicato assaggino delle suole della Dea. Di li a poco arrivarono gli antipasti freddi (i caldi non erano di gradimento di Sabrina). Con sublime grazia la padroncina fece un sol boccone di tali prelibatezze, mentre per me alicine,salmone,crostieni,pesce spada, insomma ogni cosa sul mio piatto prima veniva battezzata dalle suole di Sabrina e poi finiva nella mia fauce. Era semplice, metteva un piede sopra la mia gamba, io con la mano prendevo l’antipasto lo strofinavo per bene sotto al tavolo e poi lo inghiottivo tra sorrisi compiaciuti della mia compagna. Ovviamente cambio’ a meta’ piede per esser certa di riversare piu’ sporco possibile sul mio cibo….E cosi passo’ l’antipasto (che gia’ dal nome mi faceva paura pensando a cosa potesse seguire).
“Era di tuo gradimento nullita’”?
“un po’ troppo saporito per i miei gusti ma direi che era ok” dissi io con una punta di sarcasmo.
“Passami il tuo tovagliolo forza”.
Glielo diedi e vidi che ci si puli le suole come meglio poteva e ovviamente me lo ridiede indietro da utilizzare.
“Vado a fumare una sigaretta e a camminare un po’, le mie suole son troppo saporite ora e son sicura che le rivorresti come prima”!
“Assolutamente mia padrona, ne sarei offeso altrimenti” e ancora sarcasmo stupido da parte mia.
Torno’ dopo una decina di minuti e nel sedersi si giro verso di me non facendo a meno di farmi vedere le suole;
“Son belle sporche eh, mi ci sono proprio impegnata….ah quella cosa che vedi li marrone se hai il presentimento sia merda hai visto giusto, era li per terra non potevo non raccoglierla per te” e mi schiocco’ un bacio caloroso.
“ma Padrona la merda noooo potrei prendermi malattie serie”
“si adesso mi vuoi far credere che una merda che si mette a mangiare merda rischia qualcosa?!!? Ma fammi il piacere va, di cazzate ne ho sentite tante ma questa la batte tutte ahahahahah.”
“In effetti ha ragione non posso darle torto mia signora” dissi io con tono da destino segnato.

C'E' QUALCUNO INTERESSATO ALLA CONTINUAZIONE DEL RACCONTO?????
 
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29 replies since 26/1/2014, 00:41   16456 views
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