| Ho letto qui sul forum una riflessione di un utente che mi ha molto colpito, l’ho cercata tanto ma non la trovo, provo a riassumerla così: “E’ facile dominare chi viene da te apposta per essere dominato”, c’è qualità in questo ragionamento, tanto semplice quanto vero.
Io ripartirei da questa giusta e incontrovertibile osservazione, ovvero nessuno domina nessuno. Per vedere il BDSM nel suo complesso aspetto e nella sua controversa natura bisogna farlo dal di fuori,se ci si è passati è ancora meglio ma in seguito va guardato come un bel tramonto da una panchina al parco, da lontano, in modo distaccato e obbiettivo e solo così si riesce a coglierne a fondo le varie sfumature di colori che cambiano, che si sovrappongono e che infine si appiattiscono in un unico nero che è il buio. 22 anni sono passati da quando mi sono avvicinato pe la prima volta a questo mistero e per tutto questo tempo mi sono reso conto che inseguivo me stesso, i miei personali istinti e le mie personalissime voglie. In questo lungo lasso di tempo mi sono accompagnato-a volte con piacere e soddisfazione e altre meno- con altre persone, del sesso opposto e anche del mio ,mi sono confrontato, ho osato, mi sono tirato indietro, sono scappato, ho pianto, mi sono disperato, mi sono innamorato e ho fatto innamorare, tutto quello che può accadere ad una persona è accaduto, senza esclusione di colpi e ferite. Ecco perché in fondo il BDSM è un circo, un teatrino dove noi che lo viviamo ci diamo una parte e cerchiamo di viverla, cerchiamo di mettere la maschera che al momento più ci soddisfa e ci rappresenta. Schiavi, schiave, Padrone, zerbino, leccapiedi e avanti con i relativi dress-code, rappresentazione della nostra intimità e del nostro desiderio. Se siamo schiavi cerchiamo di delegare, nella misura che riteniamo più opportuna, se siamo dominanti veniamo delegati, nella misura che ci viene consentita, ma sempre per appagare una nostra intima parte, per inseguire i nostri fantasmi. Chi legge di schivitù e di dominazione dall’esterno non può che porsi troppe domande, tante e senza risposta per cui finisce con generalizzare e disprezzare perché non sa che la VOLONTARIETA’ e la piena consapevolezza di quello che facciamo e fonte unica e assoluta di libertà, altro che schiavitù, altro che dominazione, la sottomissione è la massima espressione di libertà di libero arbitrio, senza di esso non sarebbe possibile ipotizzare un rapporto BDSM. Ognuno lo fa per un suo personale motivo, il sottomesso per appagare un suo lato nascosto e magari nemmeno tanto, la Mistress una sua narcisistica necessità o in caso di professione una esigenza monetaria, ma sempre in modo libero e in totale libertà, guai venisse a meno questo fondamentale principio, quindi gli schiavi per natura e stile di vita, le dominanti da sempre e in ogni occasione, le ragazzine wecammiste che già a 12 anni facevano inginocchiare gli uomini non dico che non esistano ma sono veramente ma veramente pochi, una rarità, lo scopo principale è recitare la parte che ci siamo dati e che ci soddisfa. A riprova di quello che dico è il continuo avvicendarsi di ruoli teatrali, schiavi che dopo qualche anno decidono che ne hanno avuto abbastanza e che non trovano più stimoli, Mistress che trovano l’amore della loro vita ed evaporano, Prodommes che cambiano lavoro in quanto esauste , schiave che dopo una breve parentesi prona e prendono il frustino e diventano fra le più feroci dominanti, salvo poi sparire anche loro dopo poco in quanto ormai appagate . Si chiude il cerchio, si passa attraverso il BDSM come in tutte le esperienze della vita, finiscono gli amori, le passioni per un certo lavoro, per gli sport, finisce anche questo quando ormai si ha dato e si ha preso quello che alla fine ci satura. Ricordo cosa scrisse una Mistress, non ricordo dove e le parole precise ma il condensato era questo; prima di scrivermi e di proporti fatti una bella sega, poi rilassati e fattene un’altra, poi se sei ancora convinto scrivimi ma almeno saprò che le tue parole escono dal tuo cervello e non dai tuoi coglioni. Nessuno domina nessuno, siamo o siamo stati tutti attori di un bel circo, di un bel teatrino dove , prima o poi, smettiamo in nostri panni, i nostri ruoli e guardiamo altrove e nessuna dominante per natura ci può far spostare dal nostro cammino, a meno che non lo facciamo noi di nostra spontanea volontà, per buona educazione o perché dobbiamo cambiare marciapiede.
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