Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Mara- tutte al nuovo Istinct!, un po' di trampl-azione e non solo!

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andybis
view post Posted on 7/4/2014, 21:29 by: andybis     +2   +1   -1
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tappetino per signora

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intenso...e spero di vostro gradimento! :)

Mara- ritorno all'Istinct

Passarono alcuni giorni da quella prima esperienza all'Istinct, Mara sembrava tranquilla nella sua normale routine, non pensando né mai citando il povero tappetino che aveva avuto la sfortuna di finire sotto di loro. Seppi da Claudia altri particolari, ossia che Valentina gli aveva tirato calci talmente forti da farsi male addirittura ad un piede, al che, imputandogli la colpa di averle fatto male, lo aveva ulteriormente punito con degli schiaffi e delle pedate. Non volli sapere altro, speravo solo di non dover tornare in quel luogo.
Una sera di quelle, era di sabato, Mara si vestì molto elegante, suonarono alla porta ed arrivarono Leila e Valentina vestite altrettanto eleganti.
Parlarono tra di loro, io accucciato sotto i loro piedi, capii subito che saremo andati di nuovo all'Istinct.
Però stavolta c'è una novità. All'ingresso ci faranno pagare una specie di assicurazione subito, così qualsiasi cosa capiti, siamo coperte da altri costi- annunciò Valentina.
Splendido- disse Mara.- questa sera ho di nuovo una gran voglia di divertirmi e poverino chi ci capiterà sotto! Spera solo che non tocchi a te!- disse, dandomi una pedata in testa.
Il mio cuore incominciò di nuovo a battere forte, baciai i piedi ad ognuna di loro: Leila aveva delle decolletè scure con il tacco alto, mentre sia Valentina che Mara avevano dei sandali aperti, con un tacco alto, chiari quelli di Mara, quasi neri quelli di Valentina, molto eleganti.
Andammo verso il locale, non riuscii a calmarmi sotto i tacchi Valentina in auto, disse che sentiva il mio cuore battere sotto i suoi piedi e quando arrivammo, notai la solita folla all'ingresso. Come la volta precedente mi trovai nello stanzino in cui ci fu messa la maschera, la maglietta del locale e spruzzato un qualcosa in gola per impedirci di parlare.
Ironicamente la ragazza della sicurezza ci augurò buona fortuna ed entrammo nella sala tra gli applausi delle ragazze in nostra attesa. Fu fatta l'assegnazione, cercai Mara e le altre ragazze con lei, non le vidi subito, ma non dovetti attendere molto che fui portato proprio da loro.
Eccolo qua il nostro tappetino da spaccare!- disse Valentina.
Le baciai i piedi e poi baciai quelli di Leila e di Mara, soffermandomi un po' e sentendone lieve l'odore e la piacevolezza al tatto.
Forza, mettiti subito li sotto, sfigato!- disse, tirandomi una pedata.
Mi trovai sotto i loro piedi, Valentina mi mise subito i tacchi in faccia, cercai lo sguardo di Mara, ma vi trovai solo un espressione tra il sadico e il divertito, mentre affondava i suoi tacchi nel mio torace. Iniziarono a bere, brindando ed ignorandomi sotto di loro, i tacchi di Leila iniziarono a schiacciarmi dolorosamente le palle. Provai ancora ad incrociare lo sguardo di Mara, ma mi ignorarono lì sotto, chiacchierando tra di loro.
Sento il suo cuore li sotto- disse Mara- hai paura, sfigato?
Provai a risponderle ma mi ricordai che non potevo parlare.
Faresti bene ad averne, tra poco andiamo di la a divertirsi!- disse Valentina, mentre Leila mi piantò bene il tacco nelle palle.
Brindarono tra di loro e quindi si alzarono in piedi, mi fecero mettere a quattro zampe e mi trascinarono col guinzaglio verso la sala dei 'giochi', notai che alcune cose erano cambiate rispetto alla prima volta. Ci avviammo subito verso la facebox, ricordavo con paura il trattamento riservato al tappetino qualche sera prima. Mi buttai ai piedi di Mara, glieli baciai ma con un calcio mi buttò verso la facebox ed in breve fui immobilizzato dentro.
Mi salirono addosso tutt'e tre, Mara mi guardò, per lei non ero il suo schiavo ma uno tra tanti da utilizzare per il suo divertimento, sembrò restare un istante indecisa ma poi si posizionò direttamente sulla mia faccia, mentre le altre due, reggendosi agli appoggi, iniziarono a schiacciarmi ovunque sotto i loro tacchi. Mise i tacchi sulle mie guance, vedevo il suo piede nudo che spesso avevo adorato sopra la suola del sandalo che era sopra di me, iniziò a ballarmi addosso, la faccia era protetta dalla maschera ma iniziai a dibattermi ed urlare silenziosamente, mentre i suoi tacchi mi torturavano. Riuscivo appena a sentire le altre due che mi ballavano addosso, Mara mi guardò, sembrava volesse capire che danni mi avesse già fatto, ma poi riprese a schiacciarmi sotto i suoi sandali, il tacco che percorreva entrambe le guance fino al mento e alla bocca e la maschera che non riusciva a proteggermi abbastanza.
Si spostò, lasciando il posto a Valentina, era più leggera ma molto più cattiva, iniziò ad affondarmeli
con cattiveria, godendo del fatto che non riuscissi a muovermi. Ebbi paura che me li mettesse negli occhi, ci andava incredibilmente vicina apposta, provai a impietosirla leccandole le suole dei sandali. Mi accorsi subito dell'errore in quanto mi schiacciò la lingua sotto di lei.
Divertente! Schiacciamogli la lingua!
Mara si spostò di nuovo, ci mise su il tacco e schiacciò, urlai, provai a ritirare la lingua ma me lo impedì, fino a che non vi riuscii, dopo un loro movimento.
Che cavolo fai? Tira subito fuori la lingua e leccami la suola, forza!- mi ordinò Valentina- guarda che se no ti punisco eh?
Alzò la suola e mi colpì in faccia, mi dette alcune forti pedate dall'alto, ebbi paura, tirai fuori la lingua e me la schiacciò di nuovo ma stavolta sotto il tacco, sentivo un leggero gusto di sangue.
Ci passò su la suola più volte, lasciandomi attaccato tutto lo sporco sotto e poi, ritirata la lingua, iniziò a ballarmi di nuovo sulla faccia. Quindi lasciò il posto a Leila, era la più tranquilla delle tre, ma i suoi tacchi erano più appuntiti e mi fecero più male di quelli di Mara e di Valentina. Pregai che scendesse, cercai di liberarmi ma le sue decolletè non ebbero pietà di me, fino a che si stancò e mi liberarono.
Faticai ad alzarmi, scossi la testa più volte, le loro pedate mi avevano rintronato, sentivo il dolore ovunque sulla mia faccia.
Forse se gli diamo qualche schiaffetto, starà meglio, che ne dite?- propose Mara.
Entrambe accettarono, mi portarono in un angolo, si disposero attorno e una dopo l'altra iniziarono a prendermi a schiaffi. Fu una scarica continua, ad intensità variabile, barcollai, la faccia già dolorante per prima. Mentre le guardavo e vedevo le loro mani colpirmi, mi sembrava che volessero in questo modo sfogarsi di tutte le tensioni accumulate in settimana e nei giorni precedenti, capii che io ero per loro in quel momento una semplice valvola di sfogo.
Si stancarono di schiaffeggiarmi, mi misero in un altro angolo e trovai le suole delle loro scarpe da pulire, mentre si riposavano un po'.
Erano tutte piuttosto sporche, il pavimento era pieno di qualsiasi cosa, ma non protestai e leccai tutte le schifezze sotto le loro suole che mi mettevano continuamente davanti alla bocca.
Fu una breve pausa, Valentina guardò Mara.
E se gli dessimo qualche calcetto?- propose Valentina- c'è la postazione libera!
Ottima idea, ma qual'è la tua idea di qualche calcetto?
Si slacciò i sandali.
Beh si insomma, qualche calcio tanto da divertirsi un po', no? Tanto siamo assicurate, vero?
Già, vero! Me ne ero dimenticata! Andiamo a spaccarlo e.....spero solo che la sua padrona ci perdonerà per come lo ridurremo stasera.
Ah, non farti problemi, magari il tuo schiavetto è sotto altre ragazze peggio di noi!
Mi agitai, guardai Mara, volevo farle capire che ero io, mi guardò un istante, aveva uno sguardo assente, mi mise un sandalo sulla faccia e mi dette una pedata con la suola.
Peggio di noi...uhm difficile, quando ci mettiamo facciamo dei veri danni...e stasera ci stiamo impegnando!
Mi spostarono e mi legarono alla postazione, Leila iniziò, mi dette alcuni calci in pancia e poi un pestone sulle palle e quindi due pedate di collo di piede in faccia. Lasciò il posto a Valentina, lei fu subito più violenta, i suoi piedi nudi mi colpirono forte, le ultime pedate in testa mi lasciarono barcollante.
Mara mi si avvicinò, si inginocchiò, mi prese la testa, mi voltò verso di lei e mi fissò negli occhi. Ebbi un sussulto, speravo che mi riconoscesse, cercai di farle capire chi ero, ma il suo sguardo era freddo e divertito.
Sei pronto per me? Ti va di avere qualcosina di rotto?
Provai a parlare, ma non mi uscì che dell'aria e nessun suono.
Si alzò in piedi e si mise sulla mia destra. Iniziò a colpirmi forte in faccia col collo del piede, percepivo un breve flash del suo piede nudo in arrivo e poi la botta, sentii cedere il naso.
Passò a colpirmi il torace, mi prese di punta sul diaframma e mi tolse quasi il fiato, colpendomi poi di nuovo in faccia col piede. Una sua pedata mi colpì sul collo, temevo mi volesse rompere la trachea ma poi alzò il tiro e andò di nuovo a colpire la faccia. Valentina e Leila la incitarono a colpire ancora più forte, poi entrambe mi si misero vicine e mi dettero anche loro delle pedate.
Si fermarono col fiatone, io avevo il capo reclinato.
Forte, uuufff....avevo proprio bisogno di....di sfogarmi....uuuf
Ma lo abbiamo già tramortito?- chiese Leila.
Non so, adesso guardo....-disse Valentina.
Mi alzò la testa, mi vide lo sguardo spento.
No, no, è ancora presente, deve essere un vero schiavetto resistente sto qua!
E se ci andassimo a riposare mentre ci facciamo leccare i piedi?- propose Leila.
Uhm, no, non ancora, forse prima di farseli leccare, magari un paio di frustate lo risvegliano....-disse Mara
Ma mi sembrava sveglio...-disse Valentina.
Oh se lo è, non lo sarà ancora per molto....
Mi dette una pedata, mi buttò a terra e poi mi salì col piede nudo sul collo e. guardandomi imperiosa dall'alto, attese che perdessi i sensi, alternando la forza del suo piede, per farmi durare il più possibile, fino a che su di me calò il buio.
Mi svegliò il dolore delle frustate, non capivo chi mi stesse colpendo la schiena nuda ma poi vidi i piedi di Mara e di Valentina sotto di me, ero immobilizzato in un giogo, di nuovo si erano messe i sandali.
Brava Lele, lo hai risvegliato! Vedi che ne sono bastate solo un paio di forti? Ora mi lasci provare?- disse Valentina.
Leila le cedette il posto e lei iniziò a colpirmi con forza, inutilmente provai a liberarmi, il gatto a nove code mi colpiva senza pause. Poi fu la volta di Mara, mi dette alcuni colpi forti e nervosi, provai ad urlare inutilmente ma non potevo fare altro che fissare i piedi di Valentina e di Leila, mentre lei continuava a colpirmi. Finalmente si fermò. Aveva nuovamente il fiatone.
Ti sei sfogata? Va bene così?
Si, sto molto meglio adesso...
Bene, che se no rischiamo di nuovo di fargli perdere i sensi a frustate!
Mi liberarono dal giogo, caddi a terra, mi trascinarono verso un altra postazione e mi trovai immobilizzato con i loro piedi nudi in faccia.
Se li fecero leccare, ma la lingua era ferita dai tacchi, sentivo dolore ad ogni leccata.
Mettici più convinzione! - mi disse Mara, dandomi una pedata.
Certi schiavi servono solo per essere menati e calpestati!- disse Valentina
Esatto! Stai pure tranquillo che con te stasera non abbiamo finito, se non ci soddisfi a leccare i piedi.
Mara commentò che se avessero avuto sotto di loro il suo schiavetto, il massaggio orale sarebbe stato molto più piacevole.
Provai a leccarglieli con più convinzione e provai a succhiarglieli, vincendo il dolore che avevo sulla lingua e sulla faccia.
Basta così- mi disse Mara- mi hai veramente stufato...meriti ancora qualche bel calcione!
Mi dette un paio di pedate in testa, mi scossi ma ne ricevetti ancora altre da Valentina e Leila che provarono anche a soffocarmi con le loro dita, vista la mia immobilità.
Ehi, Mara, proviamo quello?
Non riuscii a voltarmi, mi liberarono e mi trascinarono, notai che mi volevano mettere su una sorta di materassino elastico.
Leila si tolse per prima le scarpe e iniziò a saltarmi sullo stomaco, prima con salti bassi e poi sempre più alti e forti. Valentina prese il suo posto, saltò sul mio stomaco e poi si fermò.
Ma è possibile solo sullo stomaco?- chiese ad una inserviente del locale.
Lei fece notare che potevano spostarmi e saltare dove volevano.
Valentina mi spostò, in modo che potesse saltarmi sulle palle. Salì, i suoi piedi nudi morbidi quasi mi eccitarono, ma poi iniziò a saltare, sempre più forte, il dolore si fece sentire, mi piegai in due, raggiungendo una posizione raggomitolata, non appena mi slegò.
Si lamenta e si agita troppo, però!
Non preoccuparti, ora tocca a me...Ho un idea precisa dove salterò!- disse Mara.
Mi spostò verso il centro del piccolo tappeto elastico e mi legò in modo che la testa fosse quasi al centro del tappeto.
Sulla testa? Ma allora vuoi proprio fargli male eh?
Certo che si...E' tutta la sera che lo stiamo fiaccando e questo sarà il nostro gran finale!
Aiutandosi agli appoggi, mi salì prima un piede e poi l'altro sulla mia faccia. Iniziò a darsi delle spinte, sentivo il dolore per lo schiacciamento quando spingeva ma poi arrivarono i salti, saltò in alto ed ebbi brevi visuali della pianta dei suoi piedi prima che atterrassero su di me. Provai a resistere ma poi fu solo il buio.
Feci loro da poggiapiedi senza svegliarmi per la restante parte della serata, un breve sussulto, il tempo di notare un piede nudo sul mio naso e ricevere un calcio per essermi mosso e poi fui portato in infermeria.

La prima cosa che vidi quando mi svegliai furono le piante dei piedi di Mara, erano nude ed appoggiate vicino a me su un piccolo appoggio. Mi sembrava di essermi svegliato da un lungo sonno, come se avessi dormito come ogni sera ai suoi piedi.
Vede, funziona sempre mettendogli vicino e stimolandolo con quello che conosce più di ogni altra cosa....
Wow, era ora, dopo un quasi due ore di quasi continua, come l'ha chiamata, stimolazione?...
Le baciai le piante dei piedi, annusandole l'odore, quasi cercando rassicurazione al loro contatto.
Esatto, stimolazione. E' fondamentale per il suo recupero totale che sarà tanto più rapido quanto maggiormente sarà stimolato...
Bene, per me non ci sono problemi, è bello comodo, leggero tutto il giorno con i miei piedi messi qui, praticamente sulla sua faccia....
Perfetto...e se avesse qualche crisi, non esiti a chiamarmi. I farmaci antidolorifici e tutto il resto dovrebbero avergli fatto effetto ma si sa mai, visto come era conciato quando è arrivato qua...
L'infermiera uscì dalla stanza. Mara spostò i suoi piedi, mi osservò dall'alto e io la guardai in controluce e poi cercai il contatto con le sue dita dei piedi. Lei me li rimise addosso.
Scusa....se avessi saputo che eri te sotto di me forse ci sarei andata più leggera...è che quella sera ero nervosa e mi sono sfogata e divertita, mi è davvero piaciuto...ma forse ho esagerato un po' a saltarti in testa, anche se i soli danni che hai sono il naso rotto, qualche livido qua e là...la lingua....oltre ad una piccola deformazione delle ossa del viso...
Deformazione...-ripetei la parola, senza coglierne il significato.
Si, ma niente di grave, il mio piede nudo deve esserti entrato un po' troppo a fondo durante un salto e sei rimasto un po' schiacciato, come se avessi una mia impronta su di te...
Impronta....
Si, ma è piccola che nemmeno si vede, l'osso dello zigomo non è nemmeno spaccato
Restai silenzioso, non capivo bene cosa mi stesse dicendo, guadavo con intensità la pianta nuda dei suoi piedi, provai a leccargliela.
Prova a dirmi qualcosa, ti va di farmi sentire la tua voce? Mi ha detto di farti parlare, finora hai solo ripetuto le mie parole...
Alzai lo sguardo oltre i suoi piedi nudi davanti a me, era bellissima come sempre.
Mara....sei...bellissima...
Wow, sai ancora il mio nome eheh! Grazie! Lo sai che hai dormito tutta la notte? Poi stamattina sono arrivata e l'infermiera ha insistito perché ti facessi la stimolazione, cioè, insomma che ti mettessi i piedi in faccia....ma ho preferito, visti i danni che ti abbiamo fatto, tenerteli vicini...vuoi che li allontano un po'?
No...no...piedi....
Allungai la lingua, ma mi accorsi che era ancora molto dolorante per la ferita dei loro tacchi e la ritirai.
Bravissimo, vedo che stai bene sotto i miei piedi, eh? Domani verrai a casa, e, stai tranquillo, non andremo all'Istinct per un bel po', a meno che Valentina decida di portare il suo, la prossima volta...e sarebbe ora!
Restai col naso vicino ai suoi piedi.
Ti coccolerò un po', mi hanno detto che entro giovedì tornerai quel gran leccapiedi provetto che sei sempre stato e che entro lunedì prossimo tornerai completamente operativo....
La guardai ancora, mi stava parlando con dolcezza, ma in realtà non voleva altro che tornassi al suo servizio in tempi rapidi.
Però, non è che ti spiacerebbe provare così...a dare solo qualche leccatina ai miei piedi?
Glieli guardai, ricordai in un istante tutte le pedate ricevute, provai ad allontanarmi ma percepii che qualcosa messo dietro la mia testa me lo impediva.
No, no, non puoi muoverti, dovremo fare stimolazione per l'intero pomeriggio, resterai con la faccia sotto i miei piedi, anche se cercherò di non appoggiarteli addosso e stanotte avrai qua Leila e i suoi piedi. Ti piacciono anche i suoi, vero?
Si....piedi belli....-le risposi, guardandole le piante dei piedi.
E, a proposito di quelle leccatine?
Vincendo il dolore, allungai sulle sue piante la mia lingua, lei prese il giornale ed io passai l'intero pomeriggio e la sera in quella posizione. Mangiai una pappetta per cena, se la spalmò sui piedi e cercai, vincendo il dolore, di leccargliela via.
La notte arrivò. Leila, aveva un paio di scarpe col tacco alto ma se le tolse, abbassarono il letto ancora, alzarono una sorta di sedia sdraio sopra di esso, Leila si sedette e appoggiò i suoi piedi nudi sulla mia faccia, accarezzandola, tenendoli leggermente sollevati, grazie ad un appoggio regolabile.
Chiamami se hai qualche problema, ok?
Si mise giù, sparendo dalla mia vista tranne le gambe dal ginocchio in giù e le piante dei suoi piedi. Spense la luce, restai per quasi un'ora a fissare la pianta nuda dei suoi piedi alla tenue luce che filtrava dalle tapparelle, dormendo brevi sonni per poi svegliarmi all'improvviso.
In uno di quei risvegli urlai
No, i tacchi no.....-
Leila accese la luce, svegliandosi di soprassalto.
Che cos'hai?
No, no, ti prego, i tacchi no....
Quali tacchi? Non vedi che non ho i tacchi in questo momento?
Mi voltai, le decolletè col tacco erano li vicine, osservai quanto era appuntito il tacco. Mi sembrava di avere una strana eccitazione
Si, ti prego, mettiti i tacchi...
Come, vuoi che ti appoggi i tacchi addosso? Ma non ti hanno già fatto abbastanza danni?
No, mettiteli, ti prego...
Oh bene , se preferisci così...- li prese e se li mise, piantandomeli in faccia.
Urlai, mi piantò un tacco in gola per farmi tacere, mi schiacciò le guance e spense la luce, io trovai lo spazio e la forza per parlare.
No, ti prego i tacchi no...
Riaccese la luce, se li sfilò, un po' scocciata.
E deciditi! Comunque stavi forse sognando, mi hanno detto che probabilmente avresti avuto qualche incubo....chissà poi perché, ah ah!
Appoggiò nuovamente i suoi piedi nudi sulla mia faccia.
Ti consiglio di non svegliarmi più se no, incubo o non incubo, davvero mi metterò i tacchi e non me li toglierò!
Spense la luce, ebbi paura di addormentarmi e stetti tutta la notte con il naso e la bocca appoggiati sotto un suo piede, cercando di muovermi il meno possibile per non svegliarla e con la paura di dormire in un sonno pieno di incubi. Mi svegliai di continuo, ma cercai di non muovermi, fino a che le prime luci annunciarono il mattino. Debolmente, la lingua ancora dolorante, presi a leccarle i piedi e lei, mezza addormentata, se li passò sulla mia faccia, inumidendola di sudore e saliva.

Nottata tranquilla?- era entrata Mara, era mattino presto.
Leila si alzò, un piede per parte, mi accarezzò la faccia e poi smontò la sedia sdraio.
Si, abbastanza tranquilla, ho dormito bene e lui ogni tanto mi leccava anche i piedi...
Ottimo...ha avuto incubi?
Si, qualcuno e ad un certo punto ha anche voluto che gli mettessi i tacchi in faccia, ma poi ha cambiato idea...
Mara mi guardò.
Vuoi i miei tacchi in faccia? Non ti sono bastati quelli di sabato sera?
La guardai.
No, no, niente tacchi ti prego...
Ah ah, scherzavo....dormito bene?
No, dormito niente...avevo paura di fare incubi e non ho quasi dormito...
Mi spiace ma sai...è ora di tornare a casa...ti medicherò e ti coccolerò un po' in questi giorni. Devi tornare in perfetta forma per potermi fare da leccapiedi e tappetino, sai?
Mi fece alzare, mi mise il guinzaglio. Nonostante i lividi e le ferite, mi sembrava di stare meglio, avevo voglia di tornare a casa con lei, forse era il cocktail di medicinali che mi avevano iniettato e fatto prendere mentre ero ancora sotto Leila.
Mi alzai, mi sentivo forte abbastanza per farlo, mi abbassai e le baciai i piedi e poi baciai quelli di Leila.
Grazie- dissi solamente
No, grazie a te, sei stato comodo stanotte...
Mi tirarono per il guinzaglio, le seguii per il corridoio e, giunti in macchina, mi assicurarono con le cinture davanti, per non farmi cadere. Per tutto il viaggio non tolsi gli occhi dai piedi di Mara che schiacciavano i pedali, le decolletè dal tacco basso nei suoi piedi nudi...Sapevo che per lei non ero altro che come quei pedali, ma la cosa mi faceva uno strano effetto e quasi mi eccitava....
 
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