| Per chi ama la sessualità bizzarra, questo è un libro da cui non si può prescindere.
Dovendo dare un'idea in poche parole di cosa si tratta, mi viene da definirlo come l'anello di congiunzione tra l'opera di De Sade e quella di von Masoch. Certo, per un libretto di 100 pagine si tratta di un termine di paragone forse un pochino impegnativo, però potete star sicur* che in quei 9 capitoletti troverete un gran campionario di tutta la sessualità alternativa: sadismo, masochismo, pissing, scat, fisting, sangue, stupro, incesto, pedofilia, necrofilia, blasfemia e feticismo.
Ecco, riguardo a quest'ultimo le mie aspettative sono rimaste deluse: di vero e proprio momento footfetish ce n'è solo uno che si consuma in una decina di righe, ben altra cosa rispetto a come mi era stato presentato. C'è da dire comunque che si tratta di uno dei momenti più lievi, poetici e gustosi di tutto il libro.
Rispetto ai due monstre del BDSM citati, Le undicimila verghe si discostano da Sade per il tono più leggero e scanzonato, nonostante l'estrema violenza, e rispetto a Masoch per essere sicuramente meno poetico e romantico (sentimentale?)
Inoltre le imprese del giovane eroe, Moni, e dei suoi compari sono ancor più fantasiose e meno realistiche rispetto a quelle di Justine e Severin e compagnia bella, ma non per questo meno godibili.
Per cui il mio giudizio finale su questa opera è: la consiglio!
Una lettura agevole e non impegnativa che si può terminare in poco tempo, pertanto anche se non sarà un capolavoro, vale la pena conoscerla
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