Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

MISTRESS LIS, MISTRESS TORINO

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patrugno
view post Posted on 29/8/2014, 09:07 by: patrugno     +1   -1

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rientrato dalle ferie mi appresto ad eseguire l'ultimo ordine ricevuto nell' incontro avuto prima della partenza. Si è superata e divertita per tutto il tempo, infatti ancor prima di terminare disse "QUELLO DI OGGI LO DEVI SCRIVERE", per cui eccomi qua.
Quando l'ho contattata le dissi che sarei partito il giorno dopo e speravo di portare il suo ricordo con me. NON PREOCCUPARTI, VIENI.
Dopo essermi spogliato mi presento di fronte a LEI ( era vestita, come la definisco io, da donna in carriera, gonna sopra il ginocchio, giacca, calze scure e tacco 13) mi da il benvenuto giocando con i capezzoli prima di ordinarmi di inginocchiarmi fronte a terra per calpestarmi le mani sotto i suoi piedi ed impormelo sulla nuca in segno di dominio. Si siede ed ordina di avvicinarmi, mi lega strettamente pene e testicoli con una lunga corda che diventerà il mio guinzaglio e centro del "gioco"per tutto il tempo. Prende la frusta ed ordina "VAI INDIETRO ED ALLARGA LE GAMBE". A quel punto tenendo la corda in tensione comincia a colpire pene e testicoli con il frustino. Quando un colpo un po' più violento o centrato mi procura forte dolore istintivamente tendo a chiudere le gambe ed abbassarmi, ma una violenta frustata sul fianco, un violento stattone al guinzaglio ed il suo ordine perentorio "FERMO E STAI INDIETRO" mi riportano in posizione. Dopo diversi minuti di colpi, strattoni, e risolini che seguono i miei mugolii di dolore posa la frusta. Apre la giacca e sbottona la gonna aprendola, rivelando che sotto non portava reggiseno ed indossava un trasparente perizoma nero. Beffarda chiede " TI PIACE?" sapendo quanto la ammiri e desideri. Al mio, si padrona, replica "LO SAI CHE QUESTA VISTA LA DEVI MERITARE, VERO? INGINOCCHIATI!". Eseguo e mi poggia i piedi sulle spalle puntando i tacchi sopra i capezzoli, qindi inizia a spingere, istintivamente arretro con il busto, ma il guinzaglio teso mi riporta in posizione. Ho due scelte o farmi staccare gli attributi o lasciare che i suoi tacchi mi martirizzino i capezzoli. Fortunatamente la sua posizione non è molto comoda per cui questa nuova tortura non è molto lunga. "PRENDI DUE MOLLETTE, SCHIAVO" mi ordina lasciando il guinzaglio. " DUE DI QUELLE CHE FANNO MALE" sapendo che così la mia scelta sarebbe andata su quelle metalliche con gli anelli chiusi.Le consegno e me le applica ai capezzoli. quindi prende la corda e la passa nell'anello del molletta sulla sinistra, quindi nella destra tornando poi nuovamente a sinistra. Comincia poi a tirare. Ora il dolore è tutto concentrato sui capezzoli, e così sarà fino alla fine. Tirando gradatamente la corda porta i due anelli quasi a contatto mettendo dolorosamente in trazione entrambi, soddisfatta delle mie grida e smorfie di dolore decide di continuare su questa strada. mi costringe a tenere la corda tesa con i denti. prende il frustino e la rondella pungente e gioca con entrambe sui capezzoli già al limite. Più volte la corda mi scappa dalla bocca per il dolore ricevuto e le mie mani interferiscono con il suo operato nel tentativo di difendermi dalle sue torture Per cui stanca di continuare ad ordinare "GIù LE MANI, FERMO" e di dover mettere la corda in bocca trova la nuova soluzione. Ammanetta i polsi dietro la schiena e facendo passare il capo libero della corda tra le gambe la lega sufficentemente tesa alle medesime.
Tornata di fronte ammira il suo operato e comincia a spingermi con piccoli colpi sui gomiti, ridendo divertita del dolore che io stesso mi procuro tirando la corda legata alle manette e di come tento di sfuggirlo piegandomi inutilmente. Rioprende la rondella e comincia nuovamente a giocare con quella mentre con l'altra mano tira alternativamente le due corde. Finalmente posa la rondella e la mano torturatrice diventa finalmente dolce. Mentre l'altra continua a giocherellare dolorosamente con le due corde le sue carezze sempre più precise mi conducono al finale tra sensazioni di piacere e dolore da farmi esclamare incoerentemente parole che dicono di fermarsi e smettere, di continuare e sospendere. LEI sempre più diverita "NON POSSO FERMARE UNA MANO, SE LO VUOI SMETTO CON ENTRAMBE O NIENTE!". fortunatamente ero già ad un buone grado di eccitazione per cui anche l'ultima tortura ha avuto termine!!!! "ADESSO ASPETTA CHE FACCIO AL DOCCIA!" La mia speranza di non sentire più le mollette sui capezzoli è stata gelata da questa affermazione. Solamente al suo termine mi liberò i polsi e sciolse la corda togliendo finalmente le due mollette procurandomi quell'ultimo dolore finale che chi ha provato conosce.
La promessa iniziale è stata largamente mantenuta, tre giorni dopo a 1.000 chilometri di distanza mi bastava toccare i capezzoli, od infilare una maglitta per ricordarmi questi momenti. Ora non mi resta che aspettare il nuovo incontro x sapere come deciderà di occuparsi del mio solito "culetto bianco" che mi ritovo a fine agosto.
 
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