Ieri, dopo qulache anno di latitanza dal mondo BDSM, sono stato da Mya.
Ma andiamo con ordine...
Contattata circa un mese e mezzo fa (in effetti ho cominciato ad organizzarmi con un pelo di anticipo
) ancora prima di leggere le recensioni riportate dagli esimi colleghi romani, mi ha confermato la sua disponibilità nonostante il periodo poco felice per restare in città. E già la voglia di conoscerla stava fermentando.
Poi ho letto, quasi per caso, le esperienze avute dagli altri utenti del forum. E la voglia di conoscerla si è trasformata in una crescente impazienza, diventata quasi ansia una volta davanti al suo portoncino.
La descrizione fisica è molto semplice e facilmente riassumibile: è una gran bella ragazza. Alta, slanciata, fisico praticamente perfetto ed un viso molto carino.
Ma la cosa che mi ha lasciato letteralmente interdetto è lo sguardo. Due occhi azzurri che ti fissano, ti penetrano e ti arrivano direttamente dentro alla scatola cranica. Giuro, nelle mie esperienze passate, vuoi anche per mia timidezza, tendevo sempre a tenere lo sguardo basso (e no, non per guardare i piedi della mistress di turno
). Con lei prima, durante e dopo la sessione ho dovuto fare a botte con il cervello per riuscire, almeno ogni tanto, a distogliere lo sguardo da quel viso e non sembrare un ritardato
.
L'ambiente è carino. C'è un salottino con un divano ed una poltrona all'ingresso, mentre al piano inferiore c'è lo studio vero e proprio, ben attrezzato, disposto in maniera funzionale ma con gusto.
Non voglio entrare nei particolari di quello che è stato fatto durante la sessione. Preferisco conservarne il ricordo (egoisticamente, lo so) solo per me. Niente di cruento o doloroso comunque, non sono un vero e proprio schiavo, tendo più verso il fetish. Quello che posso dire è che ho passato un'oretta molto abbondante nel migliore dei modi, anche se devo dire di esserne uscito un po' affaticato
.
Dopo aver approfittato dell'offerta di fare una doccia veloce ed aver scambiato due chiacchiere saluto ed esco, anche un po' a malincuore, dallo stesso portoncino che un'ora e mezza prima mi aveva visto teso e con il cuore a mille.
Archiviato un divertente aneddoto con il tassista venuto a prendermi, mi ritrovo a pensare sul sedile posteriore dell'Audi bianca. Penso di essere stato molto fortunato nel conoscere una persona come Mya. Penso, cosa che non avrei mai creduto, a quanto mi dispiaccia abitare così lontano da Roma. Penso a quanto siano veritiere tutte le recensioni positive lette sul forum e a quante persone abbiano avuto la mia stessa fortuna. E qui, stupidamente, sento pungermi da una punta di gelosia.
