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Mistress Gaia, MISTRESS ROMA

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misterpink
view post Posted on 13/6/2011, 18:01 by: misterpink     +1   +1   -1




Eccomi reduce dalla mia esperienza romana di sottomissione.
Ho passato molte ore a dare un senso a quello che ho vissuto e dal quale sto ancora riprendendomi.
Inizio da quello che posso considerare l’inizio, parlando man mano anche dei preamboli.
Sono arrivato, mi è stato aperto il cancello e come il portone si è spalancato mi sono sentito letteralmente svenire. Assistere allo spettacolo al quale di è sottoposti all’arrivo è un bel test per le coronarie.
Lei è bellissima, ma che dico bellissima, è oltre ogni aspettativa, anche per chi ha studiato minuziosamente ogni foto del suo sito. Altissima, statuaria, imponente, altera, ieratica e come primo impatto anche un po’ algida. Perfetta nel suo abbigliamento: calze con reggicalze, gonna corta, corsetto e tacchi mozzafiato che la portano a sfiorare quasi i due metri, o almeno quello sembra ad una persona che nuda arriva a 178 cm.
Devo confermare in pieno ciò che hanno scritto coloro i quali prima di me hanno varcato quell’uscio. Il primo impatto è spettacolare. Lei è in grado con il solo primo sguardo di farti inginocchiare e chiederti se quella è la realtà oppure il più perfetto dei sogni.
Ho visto tante mistress nella mia vita, in germania, regno unito, olanda, new york e chicago, ma probabilmente Mistress Gaia è la più bella che abbia mai incontato.
Spostata la tenda nera dell’ingresso, l’altra sorpresa. Il suo dungeon mi ha colpito. Un mix di bellezza, attrezzature e atmosfera. Un ampio loft con tavelloni di legno grezzo a terra, cemento rasato sui muri e molti bei giocattoli e arredi bdsm in vista.
Spazio e aria. Queste le prime sensazioni. Solo un’altra volta ho visto un dungeon che potesse competere con questo, ma era new york. Altri, sebbene anche più attrezzati mancavano di quel piglio, e di quel gusto, sembrando un sexyshop piuttosto che un luogo per giocare.
E’ sera tarda e le tante candele su ogni ripiano insieme a due lampade a terra creano l’atmosfera.
Ora parlo dei preamboli. Leggendo il suo sito ho letto della possibilità di assistere ad una sessione con il suo schiavo ed avendo letto stralci del loro blog ero molto curioso di vedere una coppia così affiatata all’opera. Con veramente poco di più del suo “rate” mi sono concesso anche questa esperienza, che mi ha anche aiutato a conoscere meglio la persona alla quale poco dopo mi sarei dovuto sottomettere.
Al nostro primo contatto telefonico mi ha spiegato che era possibile assistere a questa sessione scegliendo insieme le pratiche e la durezza del gioco e al termine il suo schiavo avrebbe pulito tutto mentre noi avremmo parlato dei miei desideri e poi sarebbe andato via, lasciandoci soli per la sessione vera e propria.
C’è la possibilità di scegliere una sessione più corta e quella di un’ora. Ho optato per quella più lunga solo per avere tempo per pulirmi e per parlare un po’, ma devo dire che la doccia e la chiacchierata finale sono state extra gioco (come è giusto che sia, ma non sempre scontato). Spesso all’estero, una volta finito, ti indicano la porta abbastanza scocciate.
Tornando a bomba, varcata la soglia e ripresomi dal principio di infarto per la bellissima visione, ho notato una figura in ginocchio, nuda in un angolo. Preventivamente mi è stato chiesto se volessi lo schiavo bendato, o se volessi io una maschera per non farmi vedere, ma Mistress Gaia mi ha assicurato che il suo schiavo non alza mai lo sguardo per guardare gli ospiti. Non ho voluto niente.
Lui in ginocchio immobile, con la cintura di castità e un collare di metallo sguardo basso e mani dietro la schiena. Non si è mosso mai per tutto il tempo che io ho parlato con la padrona.
Io ho chiesto di assistere ad alcune pratiche che normalmente non pratico come i giochi elettrici e il clinical, poi un una bella fustigazione e strapon.
Abbiamo deciso per un’intensità medio alta, senza arrivare troppo all’estremo, perché sinceramente ho avuto paura di sentirmi in colpa ad essere io il carnefice di un’altra persona che non conosco. Non sapevo come avrei vissuto tutto questo. Per me è stata la primissima volta e quindi ho deciso di non esagerare.
Mistress Gaia mi ha fatto accomodare sul divano, ha preso un guinzaglio lo ha agganciato all’anello del collare del suo schiavo e lo ha trascinato verso il cavalletto in legno , dove lo ha assicurato con le polsiere.
Prima lo ha scaldato con il flogger di camoscio , poi il paddle per arrivare ad usare vari frustini e cane sul sedere dello schiavo e un bel flogger con le code di pelle intrecciate come filo spinato sulla sua schiena.
I colpi erano forti ma lo schiavo non ha mai emesso un suono e solo alla fine ha iniziato a muoversi leggermente sotto le bordate della Padrona. L’intesa tra i due è sempre nell’aria. La durezza di lei è comunque ben controllata. Alla fine i segni erano evidenti e i primi ematomi si stavano formando.
Una bella seduta di whipping, sincera. Niente scenate da parte di nessuno dei due.
Poi siamo passati agli aghi.Lo ha fatto stendere supino sul lettino con lui sempre ad occhi chiusi.
Sul carrello c’erano pronti guanti, garze, disinfettanti,pinze varie e una serie interminabile di aghi di tutti i colori. Dopo aver disinfettato l’area Mistress Gaia ha iniziato a inserire questi aghi attraversando il capezzolo, alternandone tipi di diverso colore (che mi ha spiegato corrispondono a diversi spessori).
Ogni capezzolo aveva 5 aghi, ma mi ha detto che con calma riesce a metterne di più.
Anche il pene non è stato risparmiato dall’essere perforato, ma lì ha preferito giocare un po’ con la violet wand. Devo dire che alla fine, quando la potenza era alta, un po’ soffrivo io a vedere lo schiavo cercare di non contorcersi e non muoversi per il dolore.
Per finire tolti gli aghi e disinfettata la pelle, lo ha legato in ginocchio in modo che i polsi fossero serrati alle caviglie, lasciando il posteriore un alto e accessibile, ha indossato uno strapon di discrete dimensioni e dopo aver tolto il plug che non mi ero accorto lui avesse dentro, lo ha sodomizzato con molta veemenza. In questa operazione si è vista chiaramente l’intesa. Per quanto duri e profondi i colpi, lei lo teneva per i capelli lunghi e io potevo vedere chiaramente la faccia di entrambi. Posso dire che i loro sorrisi, nascosti tra le smorfie di dolore di lui e quelle di sforzo di lei, erano chiari e inconfondibili.
Saranno passati in tutto quasi trenta minuti dal mio arrivo. Lui era provato, ma non ha mai fiatato. lei gli ha ordinato di pulire, mettere in ordine, disinfettare lo strapon, vestirsi e di andare. Mentre lei si è accomodata sul divano con me chiedendomi esattamente io cosa volessi.
In quei momenti lei sembrava nuovamente un sogno. A pochi centimetri da me avrei solo voluto gettarmi ai suoi piedi ed adorarli. Le ho spiegato che io volevo qualcosa di più soft, che ero attratto dalle sue estremità dalle sue scarpe, che senza arrivare ai livelli del suo schiavo avrei voluto mettermi nelle sue mani lasciandole il più possibile carta bianca, escludendo, tutto ciò che lasci segni guaribili in oltre 7 giorni, lo scat e la deprivazione sensoriale perché mi fa venire attacchi di panico.
A quel punto il suo schiavo si è inginocchiato ai suo piedi in silenzio, sempre senza alzare lo sguardo verso di me. Lei gli ha dato il permesso di andare. Lui ha ringraziato ed è andato chiudendosi la porta dietro.
Mistress Gaia mi ha spiegato che in questi casi lui non può toccare nessuna parte del suo corpo e nemmeno baciare le sue scarpe perché queste devono restare perfettamente pulite per la sessione con il cliente.
Ed eccoci a noi.
Il tono da amichevole e si è indurito e mi ha ordinato di spogliarmi completamente nudo.
Lei si è seduta e mi ha indicato le sue scarpe. Io senza dire nulla ho iniziato a baciarle e a leccarle. Ogni volta che la mia lingua non si muoveva come lei desiderava era un colpo di frustino. In modo intelligente mi ha ordinato di leccarle anche la suola, perché non sapendo se quello fosse un mio limite ha mantenuto la richiesta aperta al diniego, sebbene sempre sotto forma di ordine. Non aspettavo altro. Ho leccato ogni centimetro di quelle scarpe e di quelle suole morendo nell’anticipazione di poter adorare i suoi piedi.
Non so quanto tempo io abbia trascorso in ginocchio a muovere su e giù la mia lingua, ma posso dire di essermi tolto una bella sete di shoe worship. Anche perché ad un certo punto ha deciso di cambiare calzature, passando an un bel paio di stivali alti, aumentando notevolmente la mia mole di lavoro. Quando mi ha permesso di toglierle le scarpe credevo di morire. Non amo i piedi piccoli, quindi difronte al perfetto 40 di Mistress Gaia ero come un bambino al lunapark. Si è fatta massaggiare i piedi con le calze poi le ha tolte e mi ha ordinato di leccare i suoi piedi nudi. Avevo il cuore in gola. Mi sono sentito un imbranato e tutto quello che credevo di sapere in quel momento l’ho dimenticato venendo redarguito e frustato per ogni piccolo errore. Se c’è una cosa che Mistress Gaia odia, e l’ho imparato a mie spese, è sentire i denti quando le si leccano i piedi. Sinceramente non ci ho mai fatto troppo caso in passato. Lei mi ha detto che la prima volta era una frustata, la seconda due, la terza tre ma dopo, dalla quarta in poi ogni volta che avrebbe sentito un dente, le frustate sarebbero state 10. Ho fatto uno sforzo incredibile per non commettere lo stesso errore molte volte. Ma credo che una cinquantina di frustate di essermele prese. Poi ho imparato la lezione e entrambi ci siamo goduti il momento.
Era bellissimo ammirarla dal basso. Sentire il peso dei suoi piedi sulla mia testa. Vederli perfetti davanti ai miei occhi.
Poi mi ha legato e ha iniziato a torturarmi i capezzoli cominciando prima con le mollettine, poi piano piano con pinzette sempre più dure fino ad arrivare a pinze chirurgiche. Il dolore è stato forte ma sopportabile.
Mi ha calpestato sia con i tacchi sia a piedi nudi, scrivendo il suo nome sulla mia schiena con il tacco, insistendo bene graffiando in profondità, disinfettando poi la parte con un liquido alcolico che mi ha dato una bella sensazione di bruciore.
Non riuscivo a parlare. Ero intimidito da tanta bellezza e da quel mix di durezza e dolcezza insieme.
Mi dispiace che quello che scrivo sembri una sorta di lista della spesa, ma posso parlare di quello che il mio corpo ha subito, perché non so come fare a mettere a parole quello che ho provato dentro.
In realtà bisogna trovarsi lì per capire che anche nei momenti tra l’adorazione dei piedi a quando mi ha torturato i capezzoli, c’è sempre stata una tensione viva, per esempio in quel frangente, invece di tirarmi per il collare mi ha preso per i capelli e mi ha trascinato a terra con forza e decisione.
Per questo temo che questo racconto non riesca a dare il vero senso di quello che è accaduto. Io comunque ci provo.
Ormai per non tediarvi andrò più spedito anche perché mi sto dilungando troppo e i pensieri ancora sono molto confusi nella mia testa. Avrei mille cose da dire ma non so come.
Comunque, dopo, una volta a terra si è seduta sulla mia faccia controllando il mio respiro ripetute volte, e qualche volta mi sono sentito al limite. Solo alla fine mi ha permesso di usare la mia lingua, e me l’ ha fatta guadagnare questa concessione torturandomi ancora i capezzoli mentre era seduta sulla mia faccia.
Vedendo eccitatissimo ha colato cinque colori diversi di cera sui miei genitali, fino quasi a coprirli. Anche la gestione della cera è stata all’altezza delle aspettative. La temperatura era alta ma non pericolosa.
Prima di “scoparmi” mi ha voluto frustare perché ha detto che voleva vedere il mio culetto un po’ più colorato. Con il frustino ha la mano pesante, se la si lascia libera. Ho capito quello che deve aver provato il suo schiavo poco prima perché io avrei voluto urlare e contorcermi dal dolore e i miei colpi erano forti forse la metà dei suoi. Mi è piaciuto sentire il dolore. Odio le frustate finte. Con le altre mistress che ho provato in giro per il mondo mi sono sempre trovato bene con le frustate. Qualcuna meglio, qualcuna peggio. Un paio completamente inette comunque nel complesso soddisfacenti. In questo Mistress Gaia è perfettamente allineata con le mie esperienze precedenti, ma ho avvertito un senso di maggior intimità stavolta, forse anche dovuto al fatto che parliamo la stessa lingua.
Per penetrarmi mi ha legato sullo sling. E’ la seconda volta nella mia vita che salgo “sull’altalena” Ma la prima volta che sono stato sollevato con un argano elettrico. A new york sono stato torturato sullo sling, ma era fisso su una struttura. Qui mi sono sentito per la seconda volta al lunapark, tirato su elasciato dondolare. Dolcemente mi ha chiesto se volevo provare ad essere bendato, per cercare di superare il mio limite. Non me lo ha assolutamente imposto, ma ha detto solo se me la sentivo di abbandonarmi un po’ e provare una benda. Una semplice che non isola totalmente. Per un secondo ho avuto paura di accettare. Ho veramente problemi con l’isolamento. Ma ho voluto lasciarmi andare, spiegando che se avessi avuto problemi le avrei chiesto di togliermela. Lei ha detto che se avesse visto cenni di cedimento lo avrebbe fatto prima lei. Ripeto, me lo ha chiesto, nessuna imposizione. Ho accettato e nel buio del mio isolamento ho sentito la sua mano indossare i guanti e sondare il mio buchino. Ho sentito il gelo del lubrificante e il caldo della sua mano, quando è entrato il primo dito e poi il secondo e infine quando è entrato il dildo. Non amo molto lo strapon, nel senso che non provo piacere anale, ma sapendo che è una delle pratiche preferite di Mistress Gaia, non ho voluto escluderlo dalle pratiche. Volevo che lei decidesse il più possibile le pratiche alle quali sottomettermi. Normalmente decido di escludere la penetrazione anale quando non mi fido troppo della mistress di turno, oppure se non mi piacciono gli standard igienici del suo dungeon, oppure se la padrona stessa non mi dà vibrazioni positive. Perdonate il francesismo, ma essere inculati è qualcosa di intimo e non lo concedo a tutte. Stavolta le vibrazioni erano più che positive.
Mi è piaciuta anche la richiesta di superare un mio limite. Forse vedendomi rilassato e a mio agio ha pensato che mi avrebbe fatto piacere vincere una paura.
Devo dire che non ho pensato nemmeno minimamente al possibile attacco di panico tanto ero preso dalla situazione.
Il dolore dietro l’ho sentito :P ma mi è piacito molto sentirmi preso da una mistress così bella. I miei pensieri erano a mille dondolando sullo sling.
Una volta sceso non ho potuto fare altro che gettarmi ai Suoi piedi e ringraziarla.
Sorvolo i dettagli sul momento del mio orgasmo, perché troppo personali da rendere pubblici, ma anche qui, lei è stata più che all’altezza della situazione. Ben oltre le mie aspettative. Posso solo dire che ho bevuto tanta di quella pioggia dorata che non avrò più sete per giorni. Normalmente in nord europa o negli stati uniti, o non ti permettono di venire (raro) o a volte ti lasciano fare come se fosse una pratica da sbrigare. Raramente ho trovato qualcuna che in quei momenti non ti facesse sentire un po’ in imbarazzo. In questo le italiane sono più brave. Saranno meno affascinanti in quanto di casa nostra (e non è vero affatto), ma sono molto meno fredde nei confronti dello schiavo/cliente.
Finito il tutto ho fatto una bellissima doccia calda mi sono asciugato con asciugamani profumati di bucato fresco in un bagno pulito alla perfezione.
Ho parlato un po’ con la ragazza Gaia che potrebbe essere mia figlia :) Una persona interessante, che sorride e scherza e parla di tutto senza problemi.
Dopo quasi due ore in compagnia di una persona così ho avuto un po’ di problemi ad andare via a tornare alla mia vita. Chiusa la porta dietro di me mi sono reso conto quanto queste esperienze lascino il segno. Posso sinceramente dire che ho vissuto una bellissima esperienza e non ho alcun problema a dire che quella di ieri sera è stata una delle più belle mai vissute. Posso ricordarmi di una in inghilterra e una in germania, e ora nella top 3 c’è anche Mistress Gaia a roma.
Non so se ho reso l’idea di quanto vissuto, ma auguro a Mistress Gaia di continuare così perché a 23 anni è già sulla buona strada per diventare quello che per noi quarantenni è stata Mistress Sarka dell’owk. Un sogno. Ha tutte le carte in regola per arrivare molto in là. Bella la sua relazione con il suo schiavo. Bello è stato vederli giocare insieme. Bello è stato vedere che due persone vivono il bdsm in modo così profondo. Lei è una bellissima ragazza che ti rapisce i sensi e posso solo immaginare quante persone possa far innamorare.
Non posso che ringraziarla pubblicamente del tempo trascorso con lei, in altri paesi ho pagato di più per non provare neanche una briciola di quello che provato ieri.

Tornerò di sicuro.
 
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219 replies since 19/8/2010, 11:04   188042 views
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