| Mi trovavo a Roma per lavoro, in quel periodo ci capitavo spesso e da tempo tenevo d'occhio gli annunci di Mistress Key che era solita pubblicarli corredati di quella fantastica e superba foto che mette in risalto la pianta del suo carnoso piedino, che dall'alto, sublime, ti fa sentire l'ultimo essere della catena vivente. Era una sera di primavera del 2009, tra mille timori e titubanze di fare il suo incontro, presi coraggio e composi il numero magico, mi rispose una voce ferma e decisa che mi incusse subito uno stato di deferenza. Superata la fase di timore, riusci' ad articolare qualche parola ed a chiederle se fosse possibile un incontro nel mio albergo. Dopo un breve colloquio di conoscenza telefonica, la Divina decise di farmi dono di tale richiesta e di raggiungermi in hotel, io le risposi che l'avrei aspettata giu' nel parcheggio per accoglierla nel migliore dei modi, siccome il parcheggio dell'albergo era abbastanza frequentato, decidemmo che al suo arrivo (da li' a mezz'ora circa)mi avrebbe fatto uno squillo per farsi riconoscere. Continuavo ad essere inquieto ed ansioso,passeggiavo su e giu' per il parcheggio, avevo le pulsazioni a mille, tanto chè non mi accorsi di aver lasciato la suoneria del telefono in modalita' silenziosa.Dopo circa mezz'ora, estrassi il telefono dalla tasca e notai che c'era piu' di una chiamata in entrata da parte della Suprema Miss Key, allorche', alzando lo sguardo, vidi davanti a me una macchina ferma (grigio fiammante) ed all'interno una magnifica creatura, che, con tono perentorio mi chiedeva se fossi io il tipo dell'appuntamento e successivamente al mio cenno affermativo, mi rimproverava sonoramente per averla fatta attendere.Pensai, bell'inizio, e mi tornaro in mente i miei timori....Pero' in fondo a sbagliare ero stato io.La Suprema parcheggiò e scese dalla macchina, ebbi una visione incantevole, una bellissima ragazza 30enne, capelli corvini, gambe da antilope inguainate da autoreggenti bianche, mini, chanel spuntate e spolverino da donna in carriera; andai verso di lei scusandomi, ma continuo' giustamente a cazziarmi per l'attesa.Prendemmo l'ascensore, arrivati al piano la mistress mi ordino' di sdraiarmi davanti all'uscita per farmi assaggiare i suoi tacchi sulla schiena, fu eccitantissimo farle da zerbino mentre usciva superba dall'ascensore con il rischio che qualcuno potesse vederci.La stessa cosa si ripete' quando fummo davanti alla porta della mia camera, nuovamente mi sdraiai per far entrare trionfalmente la Padrona che con tale e tanta naturalezza transito' nuovamente sulla mia schiena affondandomi tra le carni i tacchi delle sue chanel . Entrati in camera, La Padrona, sfilandosi lo spolverino si accomodo' sul letto ordinandomi di denudarmi e di mettermi a quattro zampe. Mi ritrovai nudo, carponi al centro della stanza mentre Mistress Key sfoderava un paddle destinato alle mie natiche.La Padrona mi girava intorno e di tanto in tanto con le sue ruvide suole faceva pressione sulle mie mani.Iniziò ad oltraggiarmi con il suo paddle, mentre io ancora carponi, veneravo le sue calzature soffermandomi sugli alluci smaltati di rosso.Soddisfatta la sua voglia di arrossarmi il posteriore, decise, accendendosi una sigaretta, di rilassarsi comodamente in poltrona. La padrona mi volle steso a pancia in su con la testa in prossimita' dei suoi piedi, man mano che la sigaretta bruciava mistress key schiacciava il mio naso con la granulosa suola della sua chanel ed io aprivo automaticamente la bocca per ricevere la cenere, finita l'operazione sollevava la scarpa e la mia bocca si richiudeva (un po' come i posacenere a pedale che si trovano all'esterno dei locali pubblici), ando' avanti così finche' non mi spense la cicca in bocca e mi ordino' di andare in bagno per ripulire il contenuto e prepararmi ad altro. Ritornato in camera, la suprema ancora in poltrona, mi ordino' di prepararle qualcosa da bere.Fatto cio', mi ordino' nuovamente di stendermi ai suoi piedi, che nel frattempo aveva denudato; mentre sorseggiava beata il suo prosecco io iniziai un interminabile adorazione dei suoi sublimi piedini che emanavano una leggera ed eccitantissima fragranza di cuoio. Fu cosi' che dopo aver consumato la lingua sotto quelle morbide divinita' raggiunsi l'agognata felicita'... Restammo in camera a chiacchierare piacevolmente tra una sigaretta ed un analcolico, dopodiche' la padrona mi chiese di accompagnarla al parcheggio. Arrivati alla sua macchina, le aprì lo sportello e mi stesi per terra affinche' la Dea mi usasse come gradino, senti' ancora una volta i suoi tacchi transitare con decisa indifferenza sulla mia schiena , la mistress entro' in macchina salutandomi: Alla prossima zerbino. Chiuse la portiera, avviò il motore e parti' nella piu' totale noncuranza rasentando il mio corpo con la ruota posteriore. Rimasi inebetito, steso su quel fresco asfalto di primavera in compagnia del dolce dolore dei suoi tacchi.
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