Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

MIO MARITO, IL MIO SCHIAVO

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paimei77
view post Posted on 28/5/2010, 06:33     +1   -1




"Hai perso a carte...sai che dovrai pagare pegno, vero?"
"Si, lo so, ma le penitenze dovremmo deciderle prima di giocare...la paura di perdere può condizionare l'esito della partita."
"D'accordo, la prossima volta lo decideremo prima, ma adesso io ho vinto e tu hai perso,e ho deciso che oggi sarai mio servo, fino alla mezzanotte, e la prima cosa che ti ordino, servo, è di trovarmi un maschietto che faccia sesso con me stasera."
"Ah, vuoi fare una cosa a tre?"
"No, voglio farla in due perchè tu mio caro potrai solo guardare...sempre se deciderò di permettertelo."
"Che bastarda che sei!"
La nostra domenica pomeriggio era cominciata così, con una partita a carte. Io e lui, marito e moglie, sposati da 1 anno e mezzo.
Io 23 anni, lui 34, siamo la coppia più invidiata dai nostri amici perchè ci amiamo davvero, perchè siamo belli e perchè siamo complici, in tutto.
Fra noi non esistono tabù, possiamo tranquillamente confessarsi le nostre fantasie senza cadere nella trappola della gelosia, fantasie che poi mettiamo in atto.
Anche quella della dominazione è una nostra fantasia. Io si sentiva dominante e dominatrice, mi piace avere qualcuno ai miei ordini, qualcuno che mi obbedisse come un cagnolino, qualcuno da sottomettere...meglio ancora se quel qualcuno gode nell'essere sottomesso.
A Lui piace essere sottomesso, dominato. E gli piace ancora di più se a dominarlo sono io.
Finita la partita e decisa la penitenza. Mio marito si mise al pc per cercare ciò che volevo.
In chat non ci volle molto per trovare un ragazzo coerente con i canoni da noi cercati: doveva essere carino, giovane, massimo 25 anni, e fantasioso.
Si propose Stefano, 26 anni, carino, disponibile quella sera stessa e molto fantasioso.
E' notevolmente bello, moro, con i capelli corti, gli occhi verdi e un fisico palestrato ma senza un eccessiva muscolatura da culturista che a me non è mai piaciuta.
Un veloce scambio di foto per vedere se c'era attrazione fisica reciproca e poi l'appuntamento,alle 21 e 30 davanti alla pizzeria sotto casa.
Ovviamente il ragazzo è stato avvisato del gioco che avevamo in mente. Sapeva che il suo ruolo era quello di mio amante e che la cosa si sarebbe conclusa una volta uscito dalla camera da letto. Doveva solo aiutarmi nella mia opera di sottomissione e, lo aveva assicurato, a fare da padrone era capace.
"Bene schiavetto"- dissi-"ora che ho trovato un amante, mi aspetto che tu faccia ciò che ti dico stasera, senza discutere e senza ribellarti."-
-"Ma..."-
-"Non voglio sentire nessun ma...E comincia a rivolgerti a me chiamandomi Signora o Padrona, è chiaro?"-
-"Si, Padrona."
"Bene, vedo che impari in fretta, adesso spogliati, non ho tempo da perdere."-
Senza farselo ripetere, in pochi secondi fu nudo davanti a me, coprendo con le mani le zone intime. Sono la moglie e non avrebbe dovuto vergognarsi, ma in quel momento mi vedeva come un carnefice e lui la sua vittima sacrificale. Sa che sono dotata di molta fantasia e disinibizione nonostate la mia giovane età. E' stato lui a farmi conoscere il sesso e tutte le sfaccettature che vi ruotano intorno e si era accorto che era naturalmente portata per ogni tipo di gioco e situzione sessuale.
Quando fu nudo lo guardai, dalla testa ai piedi.
"Guardati il cazzo"- gli dissi.
Lui abbassò lo sguardo.
"Adesso capisci perchè stasera mi farò scopare da un altro?Perchè tu con quel cosetto non sei in grado si farmi godere."
La sottomissione era cominciata, per il momento psicologica ma lui sapeva che sarebbe stata anche fisica. A me piace provocare dolore, mi piace sentire il mio schiavo urlare e vederlo dimenarsi sotto i colpi della cinghia.
Tolsi la cinta dai suoi pantaloni, lo guardai ancora e vidi nei suoi occhi un velo di preoccupazione.
Senza parlare, lo colpii...una, due , tre, quattro volte...sonore frustate si scagliavano sulla sua schiena. La pelle diventava rossa e bruciava.
Gemeva e serrava i denti per resistere al dolore.
"Non ti vergogni di averlo così piccolo, eh?"
Nessuna risposta, solo mugolii.
"Rispondi schiavo!" ordinai.
"Si mia Padrona, mi vergogno molto, sono un minidotato, mi scusi."
"Continua a dirlo che sei un minidotato ma alza la voce...voglio che tutti siano in grado di sentirti."
"Sono un minidotato...sono un minidotato...sono un minidotatoooo...."
Mentre lo ripeteva, continuava a prenderlo a cinghiate dietro la schiena, ormai segnata e livida in alcuni punti.
Non mi risparmiavo...anche se era mio marito sapevo che quello che stavamo facendo era un gioco e, come tale, sarebbe finito alla mezzanotte di quello stesso giorno. L'indomani saremmo tornati ad essere la coppia di sempre, gli sposini innamorati.
Non mi risparmiavo anche perchè sapevo che a gli piaceva nonostante le urla.
Riposi la cinta e presi il collare con il quale portavo a spasso il cane.
Glielo misi al collo e gli ordinai di mettersi a quattro zampe.
Mi guardò un pò perplesso.
"Non ti ho detto che potevi alzare lo sguardo verso di me...Non sei degno di farlo. Avanti, in ginocchio e non farmi perdere tempo."
Obbedì e, come un cagnolino docile, si mise a carponi sotto di me. Non poteva vedermi in viso ma sapeva che la mia espressione era di soddisfazione nel vedere i miei ordini eseguiti.
Lo condussi in camera e lo feci piegare ad angolo retto cn le mani poggiate sul letto.
"Aspettami così...io torno subito, guai a te se ti muovi."
Andai in cucina e presi del ghiaccio, 6 cubetti.
Tornai in camera e senza dirgli nulla, allargai le natiche e glieli infilai, uno per uno, uno dopo l'altro, sentendolo gemere di nuovo.
I cubetti, bagnati dall'acqua, entravano facilmente ma ciò che provocavano non era altrettanto piacevole. Bruciore si mischiava a dolore...il retto e le gambe si erano atrofizzate e si reggeva in piedi a fatica.
Dopo averli messi tutti, cominciai a sculacciarlo con forza.
Colpivo sempre nello stesso punto e vedevo mio marito crollare sulle sue stesse ginocchia.
-"Fa male...ahhhh...mi brucia...la prego basta!"- mi implorava.
-"E invece non basta. Devi essere punito per avercelo così piccolo...perchè tu lo hai piccolo vero?"-
-"Si, Padrona. Ce l'ho piccolo, piccolissimo...capisco la sua esigenza di scopare con un altro ma, laprego, non mi schiaffeggi più."-
"Zitto schiavo."- continuai a sculacciarlo per qualche minuto poi, quando vidi la carne arrossata, la presi in mano e la strizzai, più forte che potevo.
Lui non poteva più trattenere il dolore e lo esternò gridando.
Mi eccitai nel vederlo così indifeso, così vinto al mio volere e sapevo che il bello doveva ancora arrivare.
Gli feci preparare la cena e lo feci mangiare sotto il tavolo in una ciotola mentre mi preparavo ad accogliere colui che sarebbe stato il mio amante.
Alle 21 e 30, dopo aver aspettato lo squillo che il ragazzo mi aveva mandato, segnale che era arrivato al luogo dell'appuntamento, legai e bendai il marito sul divano e gli dissi di attendere il mio ritorno.
Dopo qualche minuto, la porta di casa si aprì di nuovo ed entrai con Stefano.Era molto bello. Non era molto alto, o almeno, non più di me, ma aveva un bel corpo e gli occhi verdi da vicino erano ancora più magnetici. Lui mi guardava con desiderio e voglia. Sapevo di non essere male come ragazza e in più mi rendevo conto che la situazione di per se poteva essere molto eccitante soprattutto per uno sconosciuto al quale era toccato "l'ingrato" compito di fare sesso con me...uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.
-"Ecco."-dissi portandolo in sala-"Questo è quel verme di mio marito."-
-"Accidenti non scherzavi...lo ha davvero minuscolo."-
Lui sentì crescere l'eccitazione senza che avesse bisogno di toccarsi.Gli piaceva essere umiliato e solo l'idea che io stessi per farlo con uno sconosciuto, lo faceva impazzire.
Il ragazzo si piegò verso il suo viso e gli disse:-"Per ora sei solo un verme minidotato...adesso pensiamo anche a farti diventare cornuto."-
Rise e gli sputò in viso.
Anche io ero eccitata ora...sapevo che mio marito godeva della sua condizione di servo e, la consapevolezza che gli piaceva pensare a me tra le braccia di un altro, mi faceva bagnare. In più c'era lui, Stefano, pronto per esaudire tutte le mie voglie.
Senza indugiare oltre, lo baciai in bocca, facendo scivolare la mia lingua con quella di lui.
Dopo il bacio appassionato che mio marito aveva carpito solo con l'udito, gli disse:-"Noi andiamo di la...tu resta qui ed evita di fare rumore...ascolta piuttosto...sicuramente lo troverai più interessante."-
"Fai il bravo mentre mi scopo la tua bella mogliettina."-aggiunse lui.
Prese il mio ospite per mano e lo condussi in camera.
Lasciai la porta aperta in modo che lui, dalla sala, potesse sentire anche il più piccolo rumore e provare ad immaginare cosa stavamo facendo.
Una volta soli, ci abbandonammo ad un amplesso selvaggio. Stefano quasi mi strappò gli abiti di dosso per il livello di eccitazione raggiunta, e io non smettevo di toccarlo, accarezzarlo e baciarlo ovunque.
Quando finalmente lui mi fu dentro, scatenai tutta la mia passione e cominciai a gemere sempre più forte, a ritmo con i colpi incalzanti di Stefano.
Era eccitatissimo.
Io ero eccitatissima.
Mio marito, che mi sentiva gemere di piacere, era eccitatissimo.
Con ruoli diversi, in stanze diverse, in situazioni diverse, noi tre eravamo, inconsapevolmente, una cosa sola. Non ce ne rendevamo conto, ma ognuno di noi agiva per il piacere dell'altro...ognuno di noi godeva nell'immaginare la situazione dell'altro.Stefano godeva perchè io mi stavo rivelando una grande amante.
Io godevo perchè stava facendo sesso con un ragazzo che meritava lode e perchè mio marito, ne ero sicura, ce l'aveva duro come il marmo.
Lui godeva perchè stavo provando piacere con un altro e la cosa lo mandava in estasi.
L'orgasmo che raggiunsi fu in assoluto uno dei più violenti provati in vita mia.
Stefano venne insieme a me, liberando finalmente il corpo e la mente da quell'ondata di confusione e ardente passione che aveva cominciato a bruciare in lui da quando, quel pomeriggio, aveva cliccato in chat sul nostro nickname.
Mio marito, che aveva tentato di strofinarsi alla stoffa del divano, raggiunse anche lui l'orgasmo.
Dopo qualche minuto lo raggiungemmo in sala, dopo esserci rivestiti e usciti dalla camera.
Stefano aveva ancora in mano il preservativo usato, pieno di sperma.
Si avvicinò a lui e, aprendogli la bocca con le mani, glielo svuotò dentro, facendogli bere tutto il contenuto.
-"E questo è un piccolo omaggio per ringraziarti di avermi fatto scopare tua moglie...se la cava bene a cavalcare, sai?"-
Con il liquido bianco che gli colava dalle labbra, non riusciva a parlare, preda ancora di scosse lungo la schiena. Quel gesto lo aveva fatto eccitare di nuovo.
Era arrivato il momento di salutarsi.Feci uscire Stefano, dandogli un ultimo lieve bacio sulle labbra, e liberai mio marito.
Ci preparammo per la notte e, quando fummo sdraiati sul letto, guardai l'orologio: 00:04!
La mezzanotte era passata.
Avvinghiandomi al suo corpo, gli diedi un bacio sulla bocca e poggiai la testa sulla sua spalla.
-"Ti amo amore mio."-
-"Anch'io ti amo"-
Il gioco era finito. Non c'era più Stefano, non c'erano più corde, bende o fruste.
C'eravamo solo noi, marito e moglie, la coppia che tutti il nostri amici invidiano perchè ci amiamo...e ci amiamo davvero!
 
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