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LA SORPRESA

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paimei77
view post Posted on 6/2/2010, 18:57     +1   -1




Sono sdraiato sul letto, semiaddormentato, nudo. un rumore di passi, alcuni sospiri e un mormorio sommesso poi una mano mi accarezza la testa come per rassicurarmi, sento un rumore di cerniere lampo che vengono aperte, un movimento e nello stesso tempo avverto una forte pressione sul collo che mi impedisce di muovermi. rimango immobile in silenzio. e’un piede nudo, ne avverto il forte odore di sudore e di cuoio. una striscia di pelle morbida mi benda gli occhi, piombo in un mondo nero, con gli altri sensi amplificati.
Qualcosa mi forza la bocca, e’ una specie di museruola che mi impedisce di parlare, posso solo mugolare, ma rimango in silenzio, sdraiato a faccia in giu’.
Una mano guantata ed energica mi afferra il membro e i testicoli e li tira in giu’ tra le gambe verso i piedi, poi sento stringersi un collarino fasciante che collegato ad un guinzaglio tiene il mio organo in costante trazione con una sensazione un po’ dolorosa ma eccitante. lo sento indurirsi lentamente anche se ostacolato dalla stretta del collare che lo inguaina. un doloroso strattone mi induce ad assecondare la trazione ed a inginocchiarmi mentre la mia faccia e’ ancora trattenuta a terra dalla pressione di quel piede sul mio collo. mi afferrano le braccia da dietro e sento unire tra loro i due bracciali che mi hanno allacciato e che mi cingono i polsi e poi tirare le braccia verso l’alto. dei calci insistenti mi costringono ad allargare le gambe aprendo le coscie ed anche i bracciali alle caviglie vengono fissati a due cinghie ai lati del letto. non posso piu’ muovermi, ho le gambe fortemente aperte con l’ano esposto, le braccia immobili tirate verso l’alto, la faccia tenuta giu’ da un piede sudato e prepotente e la trazione all’indietro del cazzo e delle palle che aumenta sempre di piu’. il mio membro e’ gonfio e turgido, trattenuto dal guinzaglio con una grossa punta livida rivolta verso il basso.
Qualcosa fischia nell’aria e le mie natiche sono segnate da una dolorosa fitta bruciante. il sibilo si ripete ancora ed ancora, ed una abile mano guantata disegna il mio culo e le mie coscie con una intricata ragnatela di fuoco. posso solo mugolare e lo faccio insistentemente sperando in qualche modo di potermi sottrarre a quelle maligne frustate, ma sono assolutamente immobilizzato ed i miei vani tentativi non fanno che divertire ed eccitare sempre piu’ la mia sadica torturatrice. la sento ansimare come un po affaticata ma continua a colpirmi con furia. poi improvvisamente smette, sento posare la frusta sulla mia schiena.
Qualcosa di fresco viene spalmata sul mio ano e un dito sottile mi penetra con facilita’ muovendosi avanti e indietro lubrificandomi anche dentro.
La pressione sul mio collo diminuisce e ora sono libero di girare la testa e di cercare di intravedere qualcosa dai lati della benda. avverto qualcuno salire in piedi sul letto e scorgo degli alti, neri stivali all’altezza del mio viso. mi sfilano la museruola bagnata di saliva, ma solo per sostituirla con la punta nera e liscia di uno stivale che spinge forte fino ad obbligarmi a spalancare la bocca per accogliere dentro tutta la punta sottile. un attimo dopo mi afferrano per i fianchi due mani forti e un’ altra punta calda e dura mi forza dietro con insistenza fino ad allargare l’anello e a sparire in un attimo dentro di me. sento un forte dolore che aumenta via via che quel duro intruso scivola in profondita’, arriva fino in fondo e poi si ferma. lentamente, molto lentamente lo sento ora scivolare indietro, ma non esce, si ferma appena prima, e una voce strana, e di uomo e di donna mi sussurra :” questo e’ la sorpresa dello schiavo “. Poi con violenza riaffonda dentro di me, si riferma un attimo, si ritira piano e ricomincia con ritmo sempre piu’ rapido. dopo dieci, quindici spinte assume un ritmo costante, entrando ed uscendo come un pistone meccanico, sodomizzandomi senza pieta’. sudo abbondantemente sobbalzando avanti e indietro ad ogni spinta potente, ma lo stivale della padrona affondato saldamente nella mia bocca spalancata e le due mani serrate intorno ai miei fianchi mi impediscono qualsiasi movimento e subisco come contenitore passivo il divertimento dei padroni. La mia schiena e la parte superiore del mio culo vengono nuovamente accarezzate dai colpi schioccanti di una lunga frusta di pelle intrecciata che ogni volta si avvolge intorno a me segnandomi quando la mano della padrona implacabile la tira via per preparare il colpo successivo che arriva improvviso sempre in un punto diverso con un abilissima tecnica che le permettte di prolungare la durata del castigo. Improvvisamente dopo un innumerevole numero di affondi sento quel cazzo ancora turgido sfilarsi da me senza nessun complimento e contemporaneamente anche il nero stivale prepotente esce dalla mia bocca che a stento provo a chiudere. E’ un sollievo che dura poco. Sono obbligato a rispalancare la bocca con un ordine perentorio accompagnato da una fortissima strattonata del guinzaglio che ancora mi serra in una morsa dolorosa membro e testicoli, obbedisco e accolgo, quasi tra le lacrime, il passaggio tra le mie labbra di quella grossa e tesa cappella che gia’ conosco.
Avverto la sensazione della pelle nuda, non piu’ avvolta dal cappuccio di gomma, e capisco che sta per lasciarmi un segno di se.
Ancora poche spinte e sento schizzare degli spruzzi caldi e aspri che mi arrivano in gola. la grossa punta freme a lungo finche’ mi rimane dentro, avvolta dal suo stesso liquido denso, ferma.
Mentre lo sento colare lentamente nella mia gola un oggetto freddo e duro comincia nuovamente a forzare il mio ano ancora gonfio.
E’ la padrona che vuole a sua volta impadronirsi di me con un cazzo finto di silicone che ha indossato ben fermo, stretto al suo ventre da larghe fascie di cuoio morbido. lo stringe con una mano divertendosi a strofinarlo con un movimento circolare lungo i margini del mio buco dilatato. Ogni tanto mi lubrifica con un po’ di saliva per farlo scivolare meglio e mi colpisce sulle natiche con forti schiaffi della mano libera mormorando parole oscene ed eccitandosi sempre di piu’. So’ che devo aspettarmi altro dolore, non posso sfuggire neanche a questa nuova prova, ma non so’ quando arrivera’. La padrona sembra giocare con me con un divertimento perverso, mi tiene in tensione con un gioco di nervi.comincio ad essere stanco e vorrei un po’ di tregua, ma lei non la pensa allo stesso modo e mi dice: "sei solo uno schiavo, devi ubbidire e soffrire". Continua a strofinare il suo grosso dildo finto su di me e ricomincia a colpirmi con uno scudiscio da cavallo. poi, improvvisamente mi penetra senza preavviso.
Infila quel grosso cazzo dentro di me fino in fondo e comincia ad incularmi con una foga bestiale. I continui affondi le provocano forte eccitazione ed insiste fino a quando comincia a godere con un potente orgasmo liberatorio. Mentre viene mi colpisce sfogandosi con una terribile serie di scudisciate che mi arrossano le natiche quasi a sangue. La sento ancora dentro di me quando due mani mi liberano il pene e le palle dalla loro costrizione. Qualcosa di caldo comincia a giocherellare con il mio membro accarezzandolo e facendolo nuovamente indurire. Sono due piedi che sento afferrare, avvolgere, strofinare il mio glande, sollevare i testicoli per poi lasciarli ricadere giu’, stringere tra le piante umide la mia asta durissima in una carezza lenta e sensuale alla quale resisto poco e godo. Godo con una intensita’ mai provata prima, godo con lunghi flussi di piacere che sembrano non asaurirsi piu’, godo con un profondo brivido che mi attraversa tutto il corpo dai piedi e le mani ancora legate su per il ventre e la schiena fino al cervello dove sembra fissarsi e stabilirsi infinito. Godo schizzando fuori tutto il dolore precedente e il desiderio.
Poi dalle fessure della benda ormai cedevole scorgo tra le nebbie del ritorno movimenti. di nuovo qualcosa mi forza le labbra e vedo due grossi piedi di maschio curati, con unghie smaltate, un alluce mi penetra in bocca e l’altra pianta mi schiaccia la faccia. una voce profonda e di uomo e di donna mi ordina: "tira fuori la lingua".
Obbedisco come un automa e di nuovo sento quell’odore penetrante di sudore e di cuoio e un sapore forte di qualcosa di mio. lecco tutto mentre sento sciogliere i legami che mi hanno costretto prigioniero bacio la frusta che mi ha segnato e gli stivali che mi hanno sottomesso.
Poi mi abbandono sul letto sfinito, ancora rumore di passi, sento tintinnare i bracciali, una porta, poi rimango solo sdraiato in penombra in silenzio.
 
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