Sire del Loto Bianco Forum BDSM & Fetish

Beatdown

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view post Posted on 22/5/2012, 11:15     +1   +1   -1
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Professore/essa SM

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Era a quattro zampe e ansimava, era stanco e aveva il corpo dolorante e pieno di pesti. Con la coda dell’occhio la vide arrivare, baaammmmm, un lampo accecante e si ritrovò intontito a terra. Quel calcio in faccia lo aveva definitivamente steso.
Stefania oltre a infliggergli umiliazioni degradanti si divertiva a pestarlo con pura e sana violenza: calci, ginocchiate, pugni. Diceva che così scaricava lo stress, e che le dava una sensazione di godimento sopraffare fisicamente un uomo. Da quando aveva cominciato a seguire un corso di kickboxing le cose erano anche peggiorate, e Daniel aveva sperimentato sul suo corpo i suoi miglioramenti tecnici.
Si preparò a sopportare un’altra scarica di percosse, ma stranamente vide che lei era un po’ soprapensiero. Si sedette sulla poltrona e lo chiamò “vieni qui animale”. Come sempre la sua voce dura e tagliente gli diede una scossa di adrenalina e paura.
Strisciò verso di lei e si inginocchiò ai suoi piedi ( oh, quei meravigliosi e spietati piedini) con lo sguardo a terra, come suo dovere.
Lei si era accesa una sigaretta e sembrava infastidita: “ allora pezzo di merda, lo sai che non mi dai più tanta soddisfazione? Con quel corpo flaccido e molle non c’è gusto a picchiarti, io invece voglio potermi scaricare per bene. Ascolta bene merda, ti do un mese di tempo e voglio che tu ritorni in forma perfetta; non devi solo dimagrire, ma voglio trovarti col corpo sodo e muscoloso, soprattutto gli addominali. Voglio demolirti pezzo a pezzo, voglio ridurti un groppo di carne sanguinolenta e sentire i tuoi muscoli che si spezzano sotto i miei colpi. E ti conviene prepararti a puntino, perché ci metterò tutta la cattiveria e la violenza possibile. Se non ti sta bene prendi i tuoi stracci e sparisci per sempre”.
Un brivido di paura gli corse lungo la schiena, ma il pensiero di non poterla rivedere lo sgomentava, e fece l’unica cosa possibile: accettò.
Dopo di che lei lo trascinò per i capelli alla bilancia: “ bene animale, 86 kg, tra un mese esatto dovrai pesarne 78. Quando tornerai controllerò, e se sarai anche un grammo sopra ti sbatterò fuori a calci e non mi vedrai più. Adesso levati dalle palle e torna tra un mese. E ricordati, il peggio verrà dopo, ahahahah… ora vattene merda”, e lo sbatté fuori.


Il giorno dopo Daniel cominciò ad allenarsi. A dire il vero non è che fosse troppo fuori forma, in fondo a 40 anni un po’ di pancetta è normale; certo non aveva i muscoli tonici e allenati ma non era molto preoccupato: conosceva il suo fisico, era sempre dimagrito con facilità.
Era molto più preoccupato da ciò che lo aspettava. Conosceva bene Stefania e sapeva a quale livello di violenza e brutalità poteva arrivare. Se aveva immaginato quello strano progetto c’era da aspettarsi qualcosa di peggio del solito, ma non poteva farne a meno. Stefania era la sua Dea, viveva per lei e non avrebbe mai potuto sopportare di non servirla e adorarla. Qualunque rischio ciò comportasse.
Si mise duramente al lavoro, e un mese dopo poteva dire di essere tornato in forma perfetta. Per non rischiare nulla era sceso a 77 kg, e aveva messo su dei discreti addominali. La prima settimana era stata terribile, ma progressivamente era arrivato a fare cinquecento addominali al giorno. Ogni volta che era stanco il pensiero della padrona e il pericolo di perderla, gli infondeva nuove forze.

Alla scadenza del mese si presentò da lei. Lo fece entrare senza degnarlo di uno sguardo, e lo fece denudare. Quando vide il corpo agile e tonico un ghigno crudele le affiorò alle labbra, quindi lo pesò: “bravo verme, 77 kg, ti sei comportato bene”. Poi gli palpo la pancia e i glutei e si ritenne soddisfatta”, bravo, vedo che hai messo su una bella pancia piatta e dura, sarà un godimento distruggerla”. Daniel impallidì, ma il contatto della sua mano lo aveva eccitato, come si poteva vedere. Lei non se ne curò, e si limitò a mormorare: “vedremo se tra un po’ ne avrai ancora voglia”.
Lo condusse nel salone. Stefania abitava sola in una grande casa, e a pianterreno aveva un salone che aveva liberato da mobili e oggetti. Si tolse la vestaglia e la vide in tutto il suo splendore: indossava solo un bikini e reggiseno nero che facevano risaltare i suoi capelli chiari, e il suo corpo snello e sinuoso era uno spettacolo da mozzare il fiato. Qualunque cosa avrebbe subito – pensò - ne valeva la pena.
Lo condusse al centro della stanza: “Bene cominciamo, quando avrò finito con te stenterai a riconoscerti, questa volta voglio sfogarmi fino in fondo”. E così detto gli mollò un violento ceffone. Daniel istintivamente alzò le braccia per ripararsi, ma era quello che lei voleva, e gli mollò un calcio alle palle che gli mozzò il fiato. Rotolò a terra con un urlo di dolore, aveva appena cominciato e già era a terra senza capire niente.
Lo lasciò a terra per qualche istante in posizione fetale con le mani sulle palle doloranti, poi si avvicinò.
Lo afferrò per i capelli e lo strattonò con violenza per tirarlo su; Daniel si ritrovò inginocchiato di fronte a lei con gli occhi velati. Lei lo teneva sempre per i capelli, poi gli stampò una ginocchiata direttamente sulla faccia, sssbbaaaaammmmm. Volò a terra come una bambola.
Giaceva supino con le mani sul viso e le palle doloranti. Sentiva in un ronzio la risata di Stefania gonfia di cattiveria: “Ahahahhaha, allora verme come va, ti fa male? Aaaahhhhh, non puoi immaginare quanto mi dà piacere demolirti fisicamente. Pensa che ho appena cominciato. Merda, frocio del cazzo, ora ti rovino”.
Si avvicino lentamente a Daniel che continuava a giacere supino e intontito, gli allargo le gambe con i piedi e gli torreggiò sopra: “avanti frocio, continuiamo”, e si lasciò cadere con entrambe le ginocchia sui testicoli esposti.
“ AAAAAAAAAHHHHHHHHHHA….”. A Daniel sembrò di essere uscito dal suo corpo, non aveva mai provato un dolore così in tutta la sua vita. Urlò con quanto fiato aveva in gola e cominciò a dimenarsi mentre Stefania ridendo fragorosamente si era rimessa in piedi.
Daniel si contorceva in preda a spasmi di dolore mentre Stefania lo derideva e lo insultava senza pietà: ” Avanti brutto bastardo, non vorrai farmi credere che ti ho fatto male?! Tu non hai i coglioni, sei solo un frocio del cazzo, una battona da strada. Anzi, penso proprio che in futuro provvederò a sfondarti definitivamente il culo trattandoti come la troia che sei. Ma questo lo vedremo nelle prossime settimane, ora alzati vigliacco, voglio continuare”.
Daniel non ce la faceva proprio, e continuava a dimenarsi tenendo le mani sulle palle. Stefania gli si avvicinò lentamente e …sssbbbaaaaammmmmmm, gli rifilò un violento pestone sul viso.
Daniel smise di dimenarsi, accasciato e improvvisamente svuotato di forze.
“Vedi che era solo questione di volontà? Ora smetti di rompere i coglioni bastardo, fammi divertire”.
E cominciò a prenderlo a calci metodicamente e con violenza sulle cosce, prima la sinistra e poi la destra. Ogni calcio strappava un gemito di dolore a Daniel, e ogni nuovo colpo diventava sempre più insopportabile andando a stamparsi sulle cosce già peste e doloranti.
Alla fine Daniel non resse più e cominciò a implorarla di smettere, ma fu un errore perché solleticò ancora di più il suo sadismo.
“ Come ti permetti verme?! Io, la tua Padrona dovrei curarmi di una battona come te e rinunciare al mio piacere?! Sei solo un piccolo bastardo rotto in culo, ma io il culo adesso te lo rompo veramente”, e gli appioppò un violento schiaffone.
Poi gli prese la gamba destra, la stese in fuori e la tenne ferma schiacciandogli la caviglia col suo piede sinistro. Quindi si lasciò cadere col ginocchio destro sul ginocchio steso di Daniel.
Un’altra ondata lancinante di dolore salì al cervello del povero ragazzo, che quasi svenne. Urlò di dolore e paura, e temette che gli avesse rotto il ginocchio. Sicuramente la gamba era un groppo di dolore, e faceva fatica anche a muoverla.
Nelle orecchie gli risuonava la risata cattiva della Padrona, che lo insultava e lo derideva. Stefania gli si avvicinò e gli prese la gamba sinistra, poi la stese in fuori per ripetere l’operazione.
Daniel scoppiò a piangere e ricominciò a pregarla senza ritegno: “La prego Padrona non riesco a sopportarlo…pietà, pietà…”.
Stefania gli mollò la gamba, lo afferrò per i capelli e lo mise in posizione seduta: ” Brutto bastardo di merda, allora vuoi proprio farmi incazzare. Ti ho detto di piantarla, quello che provi tu non conta un cazzo. Tu sei solo un oggetto che deve procurarmi piacere, nient’altro. Pensi di contare qualcosa schiavo di merda? Per me sei solo una puttana di strada, una troia da usare a piacimento, una checca a cui sfondare il culo. Ora a cuccia e non rompermi le palle, verme”. Gli sputò, poi gli rifilò un altro pestone sul viso che lo fece ricadere a terra.
Gli stese di nuovo la gamba sinistra, gli tenne ferma la caviglia col suo piede destro e di nuovo si lasciò cadere col ginocchio sinistro sul suo ginocchio steso. Altra ondata di dolore, altro spasimo insopportabile. Daniel ormai non capiva più niente ed era semiincosciente, si limitava a gemere e piagnucolare.
Stefania si era rialzata e si era allontanata di qualche passo. “Allora puttana, fammi vedere i risultati del mio lavoro. Striscia qui e baciami i piedi”.
Daniel continuava a gemere come se non avesse sentito.
“Non farmi incazzare checca di merda, altrimenti ti spezzo veramente le ginocchia e ti riduco su una carrozzina”.
Un brivido di paura corse lungo la schiena del ragazzo, sapeva che non si sarebbe fatta problemi a spezzargli le ginocchia. Si tirò a sedere penosamente, ma le gambe e i testicoli gli mandavano fitte lancinanti e non riusciva a mettersi in piedi. Cominciò a strisciare lentamente verso di lei mentre Stefania a quello spettacolo tragicomico si era messa a ridere. Un uomo grande e grosso, forte e con un fisico muscoloso era ridotto a strisciare come un verme verso i suoi piedi spietati. La cosa le procurava un godimento fisico, un piacere che non trovava corrispondenza in nient’altro al mondo. Poteva fare di lui quello che voleva – povero verme - e l’avrebbe fatto.
“Avanti troia schifosa, striscia qui e lecca i piedi che ti stanno massacrando. E ringrazia la tua Padrona per l’onore che ti concede. Ah se potessi vederti…, sei proprio un verme strisciante, non hai un briciolo di dignità. Ho ragione io sei solo una puttana di strada, una troia da sfondare e usare a piacimento. Voglio che la tua virilità da oggi sia completamente spazzata via. Ogni giorno della tua vita dovrai ricordarti della tua miseria, voglio mutilarti nell’anima brutta troia”.
Niente di nuovo, la Padrona godeva a umiliarlo e degradarlo in ogni modo, ma gli occhi gli si velarono di lacrime perché sapeva che lei aveva ragione, e che lui nelle sue mani era esattamente ciò che lei diceva.
Lentamente aveva raggiunto i piedini impazienti di Stefania e appoggiò la bocca su quello sinistro. Subito Stefania gli schiacciò la faccia a terra col destro:”Brutta troia, ti ho detto che prima devi ringraziarmi, vuoi proprio farmi incazzare?”.
Daniel era tutto pesto e dolorante e faceva fatica a parlare, ma rispose gemendo: “La ringrazio Padrona perché mi permette di leccarle i piedi”. E cominciò a leccare.
A quella vista Stefania cominciò a ridere: “Ahahahah, guardati verme, non ti vergogni? Che uomo sei? Ridotto a leccare i piedi di una ragazza…anzi no, i piedi che ti stanno demolendo. Pensa se i tuoi amici ti vedessero in questo momento, anzi meglio le tue amiche. Quelle con cui fai il galletto al sabato sera come tutti i maschi di merda del tuo stampo. Verme. Puttana schifosa. Troia. Frocio di merda. Non sei degno neanche di adorarmi. Alla prima occasione voglio sfondarti il culo come la cagna che sei, ma oggi mi accontento di massacrarti a calci”. Daniel continuava a leccare tremante.
Alla fine Stefania si stancò: “Ora basta verme, oggi non sei qui per leccarmi i piedi”. Gli afferrò i capelli strattonandolo verso l’alto e lo mise in ginocchio.
“Adesso è il momento di demolirti gli addominali. Ti sono costati molto sacrificio? Fa’ sentire…”, e gli passò una mano sul petto e sugli addominali. “Uhm, bene bene, proprio duri e tonici…sarà un piacere spezzarteli”.
Il contatto della mano della Padrona sul petto gli diede una scossa, ma non si eccitò come prima, il corpo tumefatto e pieno di dolori non glie lo consentiva.
Lei lo prese sotto le ascelle e gli sollevò il petto. Poi cominciò a piazzargli delle tremende ginocchiate su tutto il torace.
Stefania era leggermente più bassa di Daniel, e in quella posizione poteva agevolmente colpire il torace del ragazzo dai capezzoli a fin sotto l’ombelico, e non si faceva pregare. Colpiva con violenza e cattiveria, cercando di fargli più male possibile.
Daniel inizialmente cercò di divincolarsi, ma lei lo teneva ben saldo sotto le ascelle ed era impossibile staccarsi. Ogni tanto lo colpiva anche con dei devastanti calci che gli toglievano il fiato.
Stefania era lanciata e come in trance, godeva fisicamente quando sentiva i muscoli di lui schiacciati sotto il suo ginocchio. I gemiti e i tremori del ragazzo aumentavano ad ogni colpo, e cominciò a implorarla di nuovo: “Basta Padrona la prego…pietà pietà….oh mio dio non ne posso più….o dio….è terribile…pietà…”.
“Zitto bastardo – rispose lei – è per questo che ti sei preparato nell’ultimo mese, non sai quanto sto godendo. Voglio spaccarti.”
Un’altra ginocchiata sul capezzolo, un’altra, poi un calcio violento all’ombelico…Daniel era esausto e in preda a un dolore folle, e cominciò a urlare. Poi scoppiò in un pianto a dirotto.
“Siiiiiii… brutto bastardo, piangi, piangi. Le tue lacrime mi fanno godere. Sei solo una troia, voglio spezzarti le ossa”, e continuò a picchiare.
Daniel ormai era afflosciato, e rimaneva ritto sulle ginocchia solo perché lei lo sosteneva. Piangeva e urlava ad ogni nuovo colpo, nient’altro.
Alla fine anche lei si stancò, gli piazzò due ultimi violenti calci agli addominali e gli stampò una ginocchiata in faccia che lo fece volare a terra.
“Siiiii, puttana schifosa ti ho rovinato”, Stefania aveva alzato le braccia in segno di trionfo. Era ansante e sudata, ma con una luce di trionfo e godimento negli occhi.
Daniel invece gemeva fievolmente a terra mezzo svenuto e piangeva sommessamente. L’ultima ginocchiata della Padrona gli aveva rotto il naso che ora sanguinava abbondantemente. Il dolore era così intenso e diffuso su tutto il corpo che non poteva fare altro che rimanere accasciato a terra.
Stefania intanto si era seduta su una poltrona e rimirava soddisfatta i risultati del suo lavoro.
Il corpo del ragazzo era tutto tumefatto, pieno di pesti e di lividi, i testicoli arrossati e gonfi. Il torace era la parte più danneggiata, ed era possibile che gli avesse anche rotto una o due costole. Quanto alla faccia, a parte il naso rotto si poteva notare un pesto bello grosso sotto lo zigomo, risultato della prima ginocchiata che gli aveva rifilato. Era proprio soddisfatta.
Si concesse qualche altro minuto di riposo poi si alzò e andò a prendere un catino, lo mise sul pavimento, si tolse gli slip e cominciò a pisciare dentro fino a che si fu liberata.
Poi raccolse il catino e si avvicinò a Daniel, ancora gemente e intontito: “avanti bastardo tirati su, ora devi toglierti dalle palle e liberarmi la casa. Voglio farmi una doccia e riposarmi senza avere tra i piedi una merda come te”. E così dicendo gli svuotò il catino sulla faccia. Daniel al contatto del liquido si riscosse parzialmente, e Stefania colse l’occasione per afferrarlo per i capelli e tirarlo su a forza. Poi sempre tenendolo per i capelli lo trascinò fra strattoni e pedate verso la porta di casa, infine lo sbattè fuori con un ultimo calcio così come si trovava, nudo e pesto, e gli gettò dietro i suoi stracci.
“Animale, ora togliti dalle palle e aspetta che ti richiami io. Ciao merda”. Gli sputò e richiuse la porta.
Daniel rimase accasciato fuori dall’uscio ancora una mezzo’ora prima di trovare la forza di muoversi. Tra mille dolori strisciò fino alla macchina e se ne andò ancora in lacrime.

















 
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view post Posted on 23/5/2012, 11:07     +1   +1   -1
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Cavaliere BDSM

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Complimenti, bel racconto, in linea con i miei,

saluti
 
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view post Posted on 23/5/2012, 11:26     +1   +1   -1

Professore/essa SM

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davvero cattiva ...mi piace!! :)
 
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view post Posted on 2/10/2014, 16:35     +1   -1
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"be erotic, be classy"

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davvero un bel racconto! ;)
 
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3 replies since 22/5/2012, 11:15   3867 views
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