Per quel che mi riguarda, l'attrazione per piedi e scarpe è legata più all'aspetto della sottomissione che a quello estetico. Se una ragazza mi piace, desidero sottomettermi a lei e individuo come mezzo di sottomissione l'umiliarmi pulendole le scarpe o adorandole i piedi. Da quando ho l'uso della ragione, comunque, ricordo di aver sempre provato un misto di attrazione, curiosità, paura e indignazione per le punizioni o per qualsiasi forma di dolore o sofferenza inflitte coscentemente (intendo, in individuo che, pur potendlo evitare, infligge sofferenza ad un altro), quindi dalle sgridate alle sculacciate da bambino alle condanne a fustigazione, tortura o a morte crescendo. Forse per la paura che provo per il dolore, ho sviluppato un deciso interesse per la sottomissione e l'umiliazione. Dalle elementari ho iniziato a provare per le compagne più belle il desiderio di servirle, di esserle utile e di piegare la mia volontà alla loro desiderando che mi imponessero di subire umiliazioni per la loro comodità personale. Che mi dominassero, in pratica. Ero solo un bambino (e anche timido) quindi non ho mai avuto il coraggio di fare nulla ne riuscivo a capire bene ciò che provavo (ancora adesso non lo capisco bene). La passione per i piedi credo si sia sviluppata durante le elementari, prendendo il posto di quella per le percosse e gli sputi delle bambine, probabilmente per qualche scena vista in TV. Non ricordo bene, ma ero molto colpito dalle scene di sottomissione in cui una persona era costretta pubblicamente ad umiliarsi davanti ad un altra inginocchiandosi e prostrandosi a terra o baciando i piedi. E trovavo terribili e, allo stesso tempo, affascinanti le storie tipo Candy Candy o Cenerentola dove una bambina subiva continue angherie e umiliazioni ma doveva comunque sottomettersi ed obbedire alle aguzzine. Comunque, una volta individuata l'adorazione dei piedi o delle scarpe come umiliazione e sottomissione, da li ho iniziato a desiderare di adorare, baciare, leccare e pulire scarpe e piedini delle compagne e delle prof. La prima vera passione che ricordo era nei confronti degli anfibi delle ragazze alle medie. Credo sia stata la prima volta in cui ho desiderato davvero di avere una ragazza in piedi davanti a me ad ordinarmi di lucidarle le scarpe e a deridermi mentre lo faccio. Come ho già detto, ero timido, quindi l'unica strada per realizzare le fantasie erano le scarpe di mia sorella. Ricordo ancora quando finalmente si prese gli anfibi. Stavo raggiungendo (fra l'altro) anche la maturità sessuale. Passavo pomeriggi interi a pulire e lucidare di nascosto quegli scarponcini (e quelli di mia cugina, quando capitava). E un bel giorno, non so dove l'avevo visto fare, ho iniziato ad immaginare che mia sorella mi ordinasse di lucidarglieli con la lingua e ho iniziato a tirarli a lucido leccando anche le suole. Lei ci passava spesso anche il lucido. Chissà che ho leccato. Credo, quindi, che le basi per le mie passioni feticiste siano state gettate ai tempi dell'asilo, ma che si siano sviluppate fino all'età di 13 anni. Scusate la lunghezza del discorso, ma ci avevo pensato poche volte ed è stato interessante, per me, cercare di capire come può essere iniziato tutto.
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